-
Preconoscere, preordinareAusiliario per capire la Bibbia
-
-
greco arkhè (principio) sia usato in II Pietro 3:4 a proposito dell’inizio della creazione, può riferirsi anche a tempi diversi. (Luca 1:2; Giov. 15:27) Per esempio, quando l’apostolo Pietro disse che lo spirito santo era sceso sui gentili “come su noi in principio”, ovviamente non si riferiva al principio della sua carriera di discepolo o apostolo, ma a un momento importante del suo ministero, il giorno di Pentecoste del 33 E.V., il “principio” del versamento dello spirito santo per un certo scopo. (Atti 11:15; 2:1-4) È perciò interessante notare questo commento su Giovanni 6:64: “[‘Principio’] significa, non metafisicamente dal principio di tutte le cose . . ., e neanche dal principio della Sua [di Gesù] conoscenza di ciascuno . . ., né dal principio del Suo raccogliere i discepoli intorno a sé, o dal principio del Suo ministero messianico . . ., ma dai primi germi segreti di incredulità [che fecero inciampare alcuni discepoli]. Così pure conosceva il Suo traditore dal principio”. — Schaff-Lange, Critical, Doctrinal, and Homiletical Commentary; confronta I Giovanni 3:8, 11, 12.
Preordinato il Messia
L’affermazione dell’apostolo Pietro che Cristo, l’Agnello di Dio destinato al sacrificio, fu “preconosciuto prima della fondazione [gr. gen. di katabolè] del mondo [gen. di kòsmos]” secondo l’interpretazione di alcuni sostenitori del predestinazionismo vuol dire che Dio esercitò tale preconoscenza prima della creazione del genere umano. (I Piet. 1:19, 20) Il termine greco katabolè, tradotto “fondazione”, significa letteralmente “un gettare o deporre” e si può riferire al “concepire seme”, come in Ebrei 11:11. Anche se la “fondazione” di un mondo del genere umano avvenne quando Dio creò la prima coppia umana, com’è indicato in Ebrei 4:3, 4, quella coppia in seguito abbandonò la propria posizione di figli di Dio. (Gen. 3:22-24; Rom. 5:12) Ma, per immeritata benignità di Dio, essi poterono concepire e avere figli, uno dei quali, Abele, come è specificato nella Bibbia, ebbe il favore di Dio e la possibilità di ottenere redenzione e salvezza. (Gen. 4:1, 2; Ebr. 11:4) Si noti che in Luca 11:49-51 Gesù menziona “il sangue di tutti i profeti versato dalla fondazione del mondo” (NW), quindi fa un parallelo dicendo “dal sangue di Abele al sangue di Zaccaria”. Gesù mette dunque in relazione Abele con la “fondazione del mondo”.
Il Messia o Cristo doveva essere il Seme promesso per mezzo del quale tutti i giusti di tutte le famiglie della terra sarebbero stati benedetti. (Gal. 3:8, 14) La prima menzione di questo “seme” si ebbe dopo che la ribellione in Eden era già iniziata, ma prima della nascita di Abele (Gen. 3:15), cioè più di quattromila anni prima che venisse fatta la rivelazione del “sacro segreto” dell’amministrazione affidata al Messia; quindi fu davvero ‘taciuto per tempi di lunga durata’. — Rom. 16:25-27; Efes. 1:8-10; 3:4-11.
A suo tempo Geova Dio incaricò il suo stesso Figlio primogenito di assumere il profetizzato ruolo di “seme” e diventare il Messia. Nulla indica che questo Figlio sia stato “predestinato” a tale ruolo ancor prima della sua creazione o prima della ribellione in Eden. La scelta che Dio fece di Gesù per adempiere le profezie non venne similmente fatta senza un buon fondamento. Il periodo di intima relazione fra Dio e il Figlio suo prima che questi venisse inviato sulla terra senza dubbio permise a Geova di ‘conoscere’ il Figlio al punto di poter essere certo che avrebbe adempiuto fedelmente le promesse e i quadri profetici. — Confronta Romani 15:5; Filippesi 2:5-8; Matteo 11:27; Giovanni 10:14, 15.
Preordinati i ‘chiamati ed eletti’
Rimangono i versetti che parlano dei cristiani “chiamati” o “eletti”. (Giuda 1; Matt. 24:24) Di loro viene detto che sono stati “eletti secondo la prescienza di Dio” (I Piet. 1:1, 2), ‘eletti prima della fondazione del mondo’, ‘preordinati all’adozione come figli di Dio’ (Efes. 1:3-5, 11), ‘scelti dal principio per la salvezza e chiamati a questo stesso destino’. (II Tess. 2:13, 14) Per capire questi versetti bisogna determinare se contengono l’idea di preordinare certi singoli individui, o se descrivono la preordinazione di una classe di persone, cioè la congregazione cristiana, il “solo corpo” (I Cor. 10:17) di coloro che saranno coeredi di Cristo Gesù nel suo regno celeste. — Efes. 1:22, 23; 2:19-22; Ebr. 3:1, 5, 6.
Se queste parole si riferissero a particolari individui preordinati a salvezza eterna, ne conseguirebbe che costoro non potrebbero mai diventare infedeli o venir meno alla loro chiamata, poiché la preconoscenza che Dio ebbe di loro non poteva risultare inaccurata e il fatto di averli preordinati a un certo destino non poteva fallire o essere vano. Eppure gli stessi apostoli che furono ispirati a scrivere le suddette parole mostrarono che alcuni i quali erano stati “comprati” e ‘santificati’ dal sangue del sacrificio di riscatto di Cristo e che avevano “gustato il gratuito dono celeste”, che erano “divenuti partecipi dello spirito santo, e che [avevano] gustato . . . le potenze del sistema di cose avvenire” si sarebbero sviati senza possibilità di pentimento e avrebbero recato su di sé la distruzione. (II Piet. 2:1, 2, 20-22; Ebr. 6:4-6; 10:26-29) Gli apostoli, concordi, esortarono quelli a cui scrivevano: “Fate tutto il possibile per rendere sicura la vostra chiamata ed elezione; poiché se continuate a fare queste cose non verrete mai meno”; e anche: “Continuate a operare la vostra salvezza con timore e tremore”. (II Piet. 1:10, 11; Filip. 2:12-16) Paolo, che era stato “chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo” (I Cor. 1:1) certo non si riteneva individualmente predestinato a salvezza eterna, poiché parla dei suoi strenui sforzi per raggiungere “la mèta per il premio della superna chiamata di Dio” (Filip. 3:8-15), e della sua preoccupazione di essere “in qualche modo disapprovato”. — I Cor. 9:27.
Riferiti a una classe, la congregazione cristiana o la “nazione santa” dei chiamati nel suo insieme (I Piet. 2:9), i versetti succitati indicherebbero che Dio preconobbe e preordinò la costituzione di tale classe (ma non dei singoli individui che l’avrebbero formata). Inoltre questi versetti indicherebbero che prescrisse o preordinò il ‘modello’ al quale dovevano conformarsi tutti quelli che a suo tempo sarebbero stati chiamati a farne parte, tutto questo secondo il suo proposito. (Rom. 8:28-30; Efes. 1:3-12; II Tim. 1:9, 10) Dio preordinò anche le opere che essi avrebbero dovuto compiere e che sarebbero stati provati a motivo delle sofferenze che il mondo avrebbe procurato loro. — Efes. 2:10; I Tess. 3:3, 4.
Per i versetti in cui si parla di ‘nomi scritti nel libro della vita’, vedi NOME.
-
-
PrecursoreAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Precursore
Nella Bibbia, colui che precede onde fare i preparativi per la venuta di un altro. Questi potrebbe dover esplorare, preparare la strada, annunciare e comunicare l’arrivo di un altro, o indicare la via che altri devono seguire. Il precursore di solito, ma non sempre, ha meno importanza di colui che lo segue. — Vedi CORRERE, CORRIDORI.
-