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Sigillo, suggelloAusiliario per capire la Bibbia
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USO FIGURATIVO
L’effettivo impiego di sigilli sta alla base di alcune espressioni figurative che si trovano nella Bibbia. Fu predetto che il Messia doveva “imprimere un suggello sulla visione e sul profeta”. Questo perché, adempiendo le profezie, il Messia avrebbe dimostrato che erano autentiche e ispirate da Dio. (Dan. 9:24; confronta Giovanni 3:33). Nel senso di marchio indicante possesso o proprietà, Abraamo ricevette la circoncisione come “suggello” della giustizia che aveva. (Rom. 4:11) Dato che l’apostolo Paolo aveva aiutato molti cristiani di Corinto a diventare credenti, essi costituivano un suggello che confermava l’autenticità del suo apostolato. (I Cor. 9:1, 2) Dei cristiani del I secolo viene detto che sono stati “suggellati” con spirito santo, che è una caparra della loro eredità celeste. (Efes. 1:13, 14; 4:30) Il suggello significa che appartengono a Dio (II Cor. 1:21, 22) e indica che sono veramente destinati alla vita celeste. Il libro di Rivelazione mostra che alla fine il numero dei suggellati doveva essere 144.000. — Riv. 7:2-4; 9:4.
La Bibbia parla di qualcosa di suggellato nel senso che è chiuso, nascosto o segreto. I messaggi profetici erano ‘suggellati’ finché non furono compresi. (Dan. 12:4, 9; Riv. 5:1; 22:10; confronta Isaia 8:16; 29:11). Inoltre viene detto che Geova ‘pone un sigillo intorno alle stelle’, evidentemente nel senso che le nasconde alla vista mediante nubi. — Giob. 9:7.
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SignoraAusiliario per capire la Bibbia
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Signora
Vedi REGINA.
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SignoreAusiliario per capire la Bibbia
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Signore
In ebraico e in greco i termini resi “signore” (o con termini affini quali “padrone”, “proprietario” sono usati nei confronti di Geova Dio (I Re 22:17; Ezec. 3:11), Gesù Cristo (Matt. 7:21), una delle persone anziane viste in visione da Giovanni (Riv. 7:13, 14), angeli (Gen. 19:1, 2; Dan. 12:8), uomini (I Sam. 25:24; Atti 16:16, 19, 30) e divinità false. (I Cor. 8:5) Spesso il titolo “signore” indica il proprietario o colui che ha autorità e potere su persone o cose. (Gen. 24:9; 42:30; 45:8, 9; I Re 16:24; Luca 19:33; Atti 25:26; Efes. 6:5) Ricorre come titolo di rispetto rivolto a personaggi preminenti, funzionari, profeti e re. (Gen. 23:6; 42:10; Num. 11:28; II Sam. 1:10; II Re 8:10-12; Matt. 27:63) Sara si riferì con questo titolo al marito (Gen. 18:12), figli al proprio padre (Gen. 31:35; Matt. 21:28, 29), e un fratello minore al proprio fratello maggiore. (Gen. 32:5, 6) Quando veniva usato rivolgendosi a estranei, “signore” era un titolo di cortesia. — Giov. 12:21; 20:15; Atti 16:30.
GEOVA DIO
Geova Dio è il “Signore del cielo e della terra”, essendone il Creatore e quindi il Sovrano Universale. (Matt. 11:25; Riv. 4:11) Al suo comando le persone sono radunate o raccolte per la vita. Quindi la richiesta che altri operai aiutino a fare la raccolta deve essere rivolta a lui quale “Signore della messe”. — Matt. 9:37, 38.
GESÙ CRISTO
Cristo Gesù si definì “Signore del sabato”, indicando che aveva a disposizione il sabato per fare l’opera comandata dal suo Padre celeste. (Matt. 12:8; confronta Giovanni 5:19; 10:37, 38). Quell’opera includeva di sanare i malati. (Confronta Matteo 8:16, 17). Perciò, come i sacerdoti non erano colpevoli perché svolgevano di sabato un lavoro autorizzato da Dio, così il fatto che Gesù compisse guarigioni in quel giorno non costituiva una violazione della legge del sabato. Per la stessa ragione, quando i discepoli di Gesù colsero di sabato delle spighe di grano per sfamarsi, non infransero la legge del sabato. — Matt. 12:1-8; Luca 6:1-11.
Quando Cristo Gesù era sulla terra, non solo i discepoli ma anche altri lo chiamavano “Signore”. (Matt. 8:2; Giov. 4:11) In questi casi si trattava più che altro di un titolo di rispetto o cortesia. Tuttavia Gesù spiegò agli apostoli che il fatto di chiamarlo “Signore” implicava più di questo. Egli disse: “Voi mi chiamate: ‘Maestro’ e ‘Signore’, e parlate giustamente, poiché lo sono”. (Giov. 13:13) Come discepoli, gli apostoli erano suoi allievi. Quindi egli era il loro Signore o Maestro.
Specie dopo la morte e risurrezione di Gesù il titolo “Signore” a lui attribuito assunse profondo significato. Con la sua morte in sacrificio egli acquistò i suoi seguaci, divenendone il Proprietario. (Giov. 15:13, 14; I Cor. 7:23; II Piet. 2:1; Giuda 4; Riv. 5:9, 10) Era anche il loro Re e Sposo al quale erano soggetti come al loro Signore. (Atti 17:7; Efes. 5:22-27; confronta Giovanni 3:28, 29; II Corinti 11:2; Rivelazione 21:9-14). Per ricompensare la fedeltà del Figlio suo, fedele al punto di morire di una morte vergognosa su un palo, “Dio l’ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. (Filip. 2:9-11) Riconoscere Gesù Cristo quale Signore non significa soltanto chiamarlo “Signore”. Bisogna riconoscere la posizione di Gesù e tenere una condotta ubbidiente. (Confronta Giovanni 14:21). Gesù stesso disse: “Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. — Matt. 7:21.
Geova Dio ha inoltre concesso l’immortalità al suo fedele Figlio. Perciò, anche se ci sono stati molti re e signori umani, solo Gesù Cristo, il “Re dei re e Signore dei signori”, ha immortalità. — I Tim. 6:14-16; Riv. 19:16.
Dal momento che Gesù ha le chiavi della morte e dell’Ades (Riv. 1:17, 18), egli è in grado di liberare il genere umano dalla comune tomba (Giov. 5:28, 29) e dalla morte ereditata da Adamo. (Rom. 5:12, 18) Perciò è anche ‘Signore dei morti’, incluso il re Davide, uno dei suoi antenati terreni. — Atti 2:34-36; Rom. 14:9.
TITOLO DI RISPETTO
Il fatto che i cristiani abbiano “un solo Signore”, Gesù Cristo (Efes. 4:5), non esclude che rivolgano ad altri il titolo di rispetto o cortesia “signore”. L’apostolo Pietro menzionò Sara citandola come esempio alle mogli cristiane per la sua ubbidienza ad Abraamo, dimostrata “chiamandolo ‘signore’”. (I Piet. 3:1-6) Da parte di Sara questa non era una semplice formalità. Era una sincera indicazione di sottomissione, poiché parlava del marito come tale “dentro di sé”. (Gen. 18:12) Viceversa, dal momento che tutti i cristiani sono fratelli, non sarebbe corretto che essi chiamassero uno di loro “Condottiero” o “Signore”, considerandolo una guida spirituale. — Matt. 23:8-10; vedi ASSE, SIGNORI DELL’; GEOVA; GESÙ CRISTO; KYRIOS.
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SihonAusiliario per capire la Bibbia
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Sihon
(Sìhon).
Re amorreo all’epoca in cui Israele si avvicinava alla Terra Promessa. Un tempo il regno di Sihon si estendeva dalla valle del torrente Iabboc, dove confinava col dominio del re Og, almeno fino alla valle del torrente Arnon, e dal Giordano verso il deserto a E.
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