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Portar frutto per la vita eternaLa Torre di Guardia 1951 | 1° luglio
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sotto i vostri piedi fra breve!” (Rom. 16:20, NM) È brevissimo il tempo che resta perché Satana e la sua progenie siano tritati e il paradiso venga quindi restaurato sulla terra.
4 Quando subì la ferita al suo calcagno morendo sul palo di tortura al Calvario Gesù Cristo fece la promessa della restaurazione del paradiso sulla terra. Il malfattore che pendeva al suo lato aveva appena detto con fiducia: “Gesù, ricordati di me quando vieni nel tuo regno”. Gesù mostrò la speranza della risurrezione che veniva messa dinanzi a questo malfattore e a tutta l’umanità nelle loro tombe dicendo a lui: “In verità io ti dico oggi: tu sarai con me nel Paradiso”. (Luca 23:42, 43, NM) Questo malfattore non era stato un seguace di Gesù Cristo e quindi poteva sperare solo nel paradiso come il luogo nel quale avrebbe potuto guadagnare la vita eterna. Comunque, durante i tre anni e mezzo della campagna d’insegnamento di Gesù tra i Giudei egli aveva invitato i credenti a divenire seguaci delle sue orme, abbandonando questo mondo. Egli non pose dinanzi a loro nessuna speranza di un paradiso terrestre, ma una speranza celeste. Disse loro del suo ritorno al cielo per ricevere il regno nel governo di un nuovo mondo, e li invitò a partecipare con lui al suo regno celeste. Per questo egli disse loro molte parabole o illustrazioni e ne spiegò loro il significato. Tra gli altri requisiti, essi dovevano essere fruttuosi alla lode di Dio e del suo regno. I frutti di questa specie portano alla vita eterna quelli che li producono, mentre i frutti che produssero Eva e Adamo in Eden hanno portato alla morte noi tutti. Per illustrare questo, Gesù, nel secondo anno della sua campagna di discorsi pubblici, disse la sua parabola del seminatore del seme. I ricercatori della vita la vorranno studiare nell’articolo seguente.
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Parabola del seminatoreLa Torre di Guardia 1951 | 1° luglio
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Parabola del seminatore
1. Come presenta Matteo la parabola del Seminatore?
LA PARABOLA del seminatore è nei racconti evangelici dei discepoli Matteo, Marco e Luca. La storia secondo Matteo di Gesù Cristo la presenta così: “In quel giorno Gesù uscito di casa, sedeva vicino al mare; e numerose folle si radunarono intorno a lui, tanto che egli salì su una barca e si pose a sedere, e tutta la folla era sulla spiaggia. Quindi egli raccontò loro molte cose mediante illustrazioni, dicendo: ‘Ecco! un seminatore uscì a seminare; e mentre seminava, dei semi caddero lungo la strada, e vennero gli uccelli e li mangiarono. Altri caddero in luoghi rocciosi dove non avevano molta terra, e subito germogliarono perché non avevano terreno profondo. Ma quando si levò il sole essi furono riarsi, e non avendo radice seccarono. Altri caddero fra le spine, e le spine crebbero e li soffocarono. Altri ancora caddero su terreno buono e cominciarono a portar frutto, dando uno il cento, uno il sessanta, e uno il trenta. Chi ha orecchi ascolti.’” — Matt. 13:1-9, NM.
2. Quando e come fu quindi seminato del seme, e che cosa illustra la parabola del Seminatore?
2 Nella terra natìa di Gesù la stagione della semina comincia a ottobre. Intorno al primo di questo mese Gesù nacque a Betleem e fu battezzato trent’anni dopo nel fiume Giordano. La seconda metà d’ottobre cominciano le piogge invernali, ma non sono così continue da impedire agli agricoltori di seminare per la raccolta dell’anno seguente. La stagione della semina continua durante questo periodo piovoso fino alla fine di febbraio. Prima del principio di gennaio era seminato il grano, e l’orzo veniva seminato dopo il primo di gennaio. Ma l’orzo maturava prima, per il tempo della Pasqua. Il grano veniva raccolto dopo la festa delle settimane, o Pentecoste, circa cinquanta giorni dopo. Il seminatore di quei giorni teneva il cesto pieno di seme con la sua mano sinistra. Con la sua destra spargeva il seme, gettandolo lungo i solchi della sua terra arata. (Sal. 126:5, 6; Amos 9:13) L’illustrazione del seminatore fu fatta da Gesù, non per illustrare la generale raccolta cristiana al “tempo della fine” del mondo, ma la fruttuosità dei suoi fedeli seguaci e l’infruttuosità di altri che sentono la notizia del Regno in questa cosiddetta “èra cristiana”. La classe fruttuosa guadagna la vita nel nuovo mondo; la classe infruttuosa non riceve tale ricompensa. Ora vediamo il perché.
3, 4. Chi è il seminatore? Che cos’è il seme?
3 L’adempimento della parabola ebbe il suo inizio con Gesù Cristo, che meritò il titolo di “Figlio dell’uomo”. Come dice una sua spiegazione di un’altra parabola, “il seminatore della buona specie di seme è il Figlio dell’uomo”. (Matt. 13:37, NM) Egli è colui al quale il grande Coltivatore, Geova Dio, affida il seme da seminare. Il seme è un messaggio: “il seminatore semina la parola”. Esso non è un messaggio d’origine umana, ma d’origine celeste e che uomini sulla terra sono stati ispirati a pronunziare. “Il seme è la parola di Dio”. (Mar. 4:14, 15 e Luca 8:11, NM) È particolarmente il messaggio del regno di Dio retto mediante Cristo. Questo messaggio mostra l’opportunità che hanno i suoi seguaci di guadagnare un posto nel Regno con lui per mezzo della loro completa fedeltà a Dio. Questo è indicato dall’espressione di Gesù: “Quando uno ascolta la parola del regno”. — Matt. 13:19, NM.
4 È vero che Giovanni Battista proclamò: “Ravvedetevi, poiché il regno de’ cieli si è avvicinato,” ma la sua proclamazione non rivelò il sacro segreto che i seguaci dell’unto Re di Dio avrebbero avuto l’opportunità d’entrare nel regno dei cieli con lui per regnare come re. Gesù, e non Giovanni Battista, fu colui che rivelò il segreto: “Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. . . . Se uno non è nato d’acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio”. (Giov. 3:3, 5, NM) Quindi Gesù è primariamente il seminatore, e
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