-
Dedicazione a Dio e consacrazioneLa Torre di Guardia 1952 | 1° novembre
-
-
generato dallo spirito e suggellato come una nuova creatura, è un partecipante della natura divina, essendo la natura umana (seme abrahamico) la cosa sacrificata”. (Maggio 1881, pagina 2, sotto “Qualche cosa migliore per noi”, §2) Ma ora noi comprendiamo più chiaramente che Gesù, al tempo in cui si presentò a Giovanni per essere battezzato nel fiume Giordano, non si consacrò al sacerdozio stabilendosi nell’ufficio sacrificatorio. Fu Dio che lo glorificò facendolo un reale Sommo Sacerdote. Iddio fece questo col dichiarato giuramento che egli aveva dato profeticamente in Salmo 110:4: “Geova ha giurato, e non si pentirà: Tu sei un sacerdote per sempre alla maniera di Melchisedec”. (SA, lettura marginale; Ebr. 5:4-6; 7:15-17, 20-22) Dato che Gesù nacque miracolosamente uno dell’eletto popolo di Dio e fu quindi presentato a Dio, allorché era un bambino, da Maria come suo primogenito, noi possiamo evitar confusione chiamando la venuta di Gesù per fare la volontà di Dio la dedicazione di lui stesso a Dio.
30. Quale evidenza ricevette Gesù dell’accettazione della sua dedicazione e del fatto che era consacrato alla speciale volontà di Dio?
30 Immediatamente dopo aver simbolizzato questa dedicazione con l’immersione nel corso del Giordano, Gesù ricevette l’evidenza che Dio aveva accettato la sua dedicazione ed ora lo consacrava al suo servizio spirituale come Sommo Sacerdote. In che modo? Come Mosè il primo giorno della cerimonia di consacrazione adornò suo fratello Aaronne con gloriosi abiti sacerdotali e lo unse col santo olio di unzione perché fosse sommo sacerdote, così Dio unse Gesù con lo spirito santo (simbolizzato da una colomba che scendeva su di lui) e fece udire la sua voce dal cielo che diceva: “Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato”. (Matt. 3:13-17, NM) La dedicazione di se stesso non era qualche cosa che Maria avesse fatto per lui nella sua infanzia prima che ne avesse conoscenza e intendimento per apprezzarla. No, ma ora all’età di trent’anni fu qualche cosa che Gesù volontariamente fece per se stesso. Con questo egli si mise alla disposizione di Dio, qualunque cosa Dio rivelasse conforme a ciò che era scritto nel rotolo del libro. — Luca 3:21-23; 4:14-21.
31. A che cosa, infine, condusse la dedicazione di Gesù, e che via è quindi la dedicazione di noi stessi a Dio?
31 Per tre anni e mezzo Gesù servì sulla terra nel ruolo di Sommo Sacerdote a cui Dio lo aveva consacrato. Quindi egli depose il suo sacrificio umano nella morte. Ma questo non fu la piena fine alla quale condusse la dedicazione di Gesù a Dio. Affinché egli continuasse a servire come Sommo Sacerdote in cielo Dio lo risuscitò da morte alla vita celeste come un’immortale creatura spirituale. Come tale questo glorificato Sommo Sacerdote entrò nel luogo santo, il cielo stesso, alla presenza di Dio, presentò il valore di redenzione del suo sacrificio umano e procedette alla mediazione del nuovo patto per i suoi fedeli seguaci sulla terra. A loro è scritto: “Perciò, fratelli, dato che abbiamo ardire in quanto alla via per entrare nel luogo santo mediante il sangue di Gesù, la quale egli inaugurò per noi come una via nuova e vivente attraverso la cortina, cioè, la sua carne, e poiché abbiamo un grande sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuori sinceri nella piena certezza della fede”. (Ebr. 10:19-22, NM) Ora è mediante questo Sommo Sacerdote che noi possiamo dunque imitarlo e dedicarci a Dio con sincerità e fede. Come nel caso di Gesù, così nel nostro è una via vivente, una via per ottenere la vita.
32. A quale vita è essa una via per quelli che sono consacrati come sottosacerdoti, e a quale vita per quelli della “grande folla” che oggi vengono a Dio!
32 Quei dedicati che Dio sceglie per consacrarli e farli sottosacerdoti onde servano con Gesù e regnino mille anni con lui, Dio li segna sulle loro fronti col suo nome. Questo significa che essi appartengono a lui come un “popolo per il suo nome” e che egli li ha “acquistati di mezzo al genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”. (Apoc. 14:1-5; 22:3-5, NM) Questo li segna per la vita in cielo mediante una risurrezione spirituale. Ma oggi, oltre a questi 144.000 consacrati sottosacerdoti, ci sono centinaia di migliaia di persone che vedono il privilegio di dedicarsi a Dio mediante il suo Sommo Sacerdote, mettendosi a disposizione di Dio per fare ciò che egli vuole. Per queste tale via di dedicazione a Dio è una via vivente, anche, ma non per la vita immortale in cielo. Iddio non vuole che siano consacrate e unte al sacerdozio con Cristo conforme al nuovo patto. Egli le assegna alla vita sulla terra nel nuovo mondo. Così rimarranno sulla terra, in cui sarà restaurato il paradiso. In vista di questo Dio porterà perfino una innumerevole “grande folla” di loro in salvo oltre la prossima guerra universale di Harmaghedon, perché l’umanità sussista sulla terra con una ininterrotta esistenza dal principio e per sempre. Per avere la_ possibilità di sopravvivere ad Harmaghedon nel nuovo mondo senza fine, è necessario che ciascuno faccia il passo iniziale di dedicar se stesso a Dio mediante Cristo. In tal modo riceverete il segno per la vita.
-
-
Dedicazione per la vita nel nuovo mondoLa Torre di Guardia 1952 | 1° novembre
-
-
Dedicazione per la vita nel nuovo mondo
1. Come la dedicazione di persone e di cose ha avuto luogo fino ad ora, e quale dedicazione conduce realmente a una vita santa?
N OGNI tempo le persone si sono dedicate a molte cause, ed esse han dedicato molte altre cose oltre a se stesse. La legge di Mosè permetteva che un uomo chiamato alle armi dedicasse la casa che egli aveva costruita, prima di venire incorporato nell’esercito teocratico d’Israele. Il re Davide dedicò la sua casa, e per l’occasione fu composto un salmo. (Deut. 20:5; Sal. 30, titolo) Gli Israeliti dedicarono la casa del loro Dio e il suo altare. Dopo la restaurazione di Gerusalemme essi dedicarono le mura riedificate della città. (Num. 7:10, 11, 84, 88; 2 Cron. 7:9; Esdra 6:16, 17; Neh. 12:27) Nebucadnetsar, re di Babilonia, dedicò l’idolo d’oro che pose nelle pianure di Dura, e alcuni genitori dedicavano
-