Il tempo di cantare il nuovo cantico
1, 2. (a) Con quale mèta intraprese Gesù la sua carriera all’età di trent’anni? (b) Come divenne dunque Gesù più di una creatura umana?
NELLA sua santa perfezione Gesù raggiunse l’età di trent’anni come uomo. Quindi un grande cambiamento ebbe luogo nella sua vita. Egli abbandonò il lavoro di falegname a Nazaret e si fece battezzare da Giovanni nel fiume Giordano. La sua concezione nel seno di Maria era stata un miracolo di nuova specie, ma ora una cosa nuova più grande ebbe luogo per condurlo ad una vita spirituale, con il cielo, la sua dimora originale, come sua mèta.
2 Quando Gesù uscì dalle acque battesimali, “ecco! i cieli si aprirono, ed egli vide lo spirito di Dio scendere come una colomba e venire sopra lui. Ed ecco! vi fu una voce dai cieli che disse: ‘Questo è il mio Figlio, il diletto, che io ho approvato’”. (Matt. 3:13-17) Alla presenza di entrambi Gesù e Giovanni Dio parlò dal cielo per dire che il battezzato Gesù era suo Figlio. Questo dimostrò che Dio aveva ora generato Gesù mediante la sua forza attiva, o spirito, onde divenisse di nuovo un Figlio spirituale di Dio, quindi più che un semplice figlio umano come era stato Adamo nel paradiso dell’Eden. Così Dio unse Gesù con il suo spirito come legittimo erede del re Davide, ma ad un trono più alto e più grandioso di quello di Davide, cioè, al posto alla destra di Dio sul suo trono celeste. (Sal. 110:1, 2; Matt. 22:41-45; Ebr. 10:12, 13) Benché Gesù rimanesse nella carne per altri tre anni e mezzo sulla terra, egli fu una “nuova creatura”, un unto Figlio spirituale di Dio. — 2 Cor. 5:17, nota in calce.
3. In che senso Gesù predicò un nuovo messaggio, e quale penoso adempimento ne risultò?
3 In seguito, Gesù cominciò a predicare un nuovo messaggio al popolo della sua madre umana, ai Giudei o Israeliti. Fu il messaggio di un nuovo governo sul genere umano: “Pentitevi, poiché il regno dei cieli si è avvicinato”. Giovanni Battista aveva predicato un messaggio come questo per sei mesi prima di Cristo, ma Gesù poteva predicarlo con un significato che Giovanni non poteva allora dare ad esso. Gesù predicò che il regno dei cieli era vicino perché egli stesso era presente come Colui che Geova Dio aveva unto per il trono celeste. Gesù inoltre mandò molti suoi discepoli per predicare questo stesso messaggio ai Giudei. (Matt. 3:1, 2; 4:17; 10:1-7; Luca 10:1-9) La predicazione del messaggio reale provocò il Serpente, Satana il Diavolo, e la sua progenie onde ferissero Gesù al calcagno.
4. Perché i discepoli furono perplessi alla morte di Gesù, ma quale potente cosa nuova quindi Dio compì?
4 Avendo fede che Gesù era “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e il “Re d’Israele”, i discepoli furono molto perplessi quando Gesù fu messo a morte su un palo di tortura dai suoi nemici il 33 d.C., invece di essere coronato come re, insediato sul trono a Gerusalemme. (Matt. 16:16; Giov. 1:49) Essi non compresero allora le profezie di Dio concernenti la progenie della donna di Dio; come la Progenie doveva essere ferita al calcagno prima di regnare come re e ferire il Serpente alla testa. Il terzo giorno dopo la morte di Gesù il Padre celeste compì una cosa nuova che sorpassa la nostra immaginazione per la “potenza della sua forza, con la quale egli operò riguardo al Cristo quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al disopra d’ogni governo e autorità e potenza e signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo sistema di cose, ma anche in quello avvenire”. (Efes. 1:19-21) È vero che vi sono state risurrezioni dai morti compiute dai profeti di Geova e anche da Gesù stesso, ma mai vi è stata una risurrezione come quella avuta dal morto Gesù. (Ebr. 11:35; Giov. 11:1-44) Perché dunque?
5. Perché non vi era stata mai una risurrezione come quella di Gesù?
5 Quelle precedenti risurrezioni avevano ridestato alla vita umana persone che più tardi morirono di nuovo a causa dell’imperfezione e della condanna alla morte. Iddio Onnipotente risuscitò istantaneamente il suo Figlio fedele alla perfezione della vita celeste. Dio fece risorgere Gesù non come uomo, ma come spirito, “essendo [Gesù] messo a morte nella carne, ma reso vivente nello spirito”. (1 Piet. 3:18) Dio lo risuscitò immortale, non più soggetto alla morte ma investito d’immortalità. (Rom. 6:9, 10; 1 Cor. 15:42-54) La risurrezione di Gesù fu l’inizio della “prima risurrezione”. (Apoc. 20:6) Fu veramente nuova!
6. Perché dunque un nuovo immortale apparve in cielo, e quale profitto traggono i credenti da ciò che egli presentò quivi?
6 Con questa magnifica dimostrazione dell’onnipotenza di Dio, un nuovo immortale ora esisteva in cielo. Geova Dio è immortale, essendo egli ‘Dio da tempo indefinito fino a tempo indefinito’. (Sal. 90:2) Ora egli aveva conferito l’impareggiabile premio dell’immortalità e dell’incorruttibilità al suo sempre fedele e unigenito Figlio, Gesù Cristo. Per quaranta giorni dopo la sua risurrezione dai morti Gesù si era materializzato ed era apparso ai suoi discepoli. Quindi salì in cielo e apparve alla presenza del suo Padre celeste per presentargli il valore del suo sacrificio umano. In virtù di esso i peccati di tutti coloro che pongono fede nel provvedimento di Geova mediante il Figlio possono essere perdonati, essendo lavati tali peccati, come per dire, nel sangue dell’innocente Agnello di Dio.
7. Per che cosa fu allora posto un fondamento, e perché era giunto il tempo di produrlo?
7 Con questo fu posto il fondamento per una nuova nazione. Eccetto un rimanente di fedeli Giudei, la nazione dell’Israele naturale rigettò il sacrificio e la missione messianica della Progenie della donna di Dio. Così Israele si mostrò degno di essere rigettato da Dio. Poco prima di morire come testimone di Geova Dio, Gesù dichiarò che la casa d’Israele, il suo tempio a Gerusalemme, era stato abbandonato da Dio, i suoi sacrifici animali non avendo più alcun valore dinanzi a Dio. Il tempo era venuto perché Dio costituisse la sua nuova nazione, un Israele spirituale formato da quelli che erano Giudei interiormente e circoncisi di cuore mediante lo spirito di Dio, indipendentemente da ciò che erano esteriormente per nascita naturale.
8. Come nacque la nuova nazione, in quale patto reale fu introdotta, e perché dev’essere fedele fino alla morte?
8 Giunse il giorno in cui questa nuova nazione doveva nascere. Il giorno della Pentecoste Dio fece per i primi membri di essa ciò che aveva fatto per Gesù dopo il suo battesimo nel Giordano. Per mezzo di Gesù alla sua destra in cielo Geova ora versò il suo spirito sui fedeli 120 discepoli in attesa nella camera superiore a Gerusalemme. Fu in questo modo che egli li generò perché divenissero suoi figli spirituali, una santa nazione di ‘nuove creature’ sotto Gesù Cristo come loro Capo. Inoltre, con questo spirito egli li unse perché predicassero il regno di Dio e fossero insieme a Gesù coeredi di quel regno celeste. Furono così introdotti nel ‘patto per il regno’. (Luca 22:29) Per dimostrarsi degni di una corona e un trono in quel governo celeste essi devono camminare fedelmente nelle orme di Cristo fino alla loro morte nella carne, affinché possano, al tempo fissato da Dio, partecipare alla “prima risurrezione” alla vita immortale con il loro Capo, Gesù Cristo. — Rom. 8:16, 17; Apoc. 2:10.
9. Che cosa Dio fece con loro mediante Cristo come Mediatore e con quale grande beneficio, e per che cosa devono essi sacrificare la vita umana?
9 Poiché la vecchia nazione dell’Israele naturale fu abbandonata allorché rifiutò di accettare Gesù Cristo e il suo sacrificio di riscatto, l’accordo nazionale che Geova Dio aveva stabilito con Israele per mezzo del profeta Mosè come mediatore fu annullato. Il sacrificio umano del Figlio di Dio provvide il sangue necessario per convalidare o mettere in vigore un nuovo patto basato su nuove e migliori promesse di Dio e rendere disponibile il vero perdono dei peccati confessati. (Ebr. 8:7-13; 10:9-18) Così infatti con la nuova nazione dell’Israele spirituale che Egli aveva generato con il suo spirito Geova Dio stabilì un nuovo patto per mezzo di Cristo, il Mediatore, dato in sacrificio. Dio inoltre introdusse la nuova nazione nel suo patto per il regno eterno, per il quale i membri di essa devono sacrificare per sempre la loro vita umana. — Luca 12:32; 2 Tim. 2:11, 12.
10. Come Pietro indicò la loro regalità, e come pertanto portarono i dovuti frutti?
10 A questa nuova nazione dell’Israele spirituale Dio disse per mezzo dell’apostolo Pietro: “Voi siete ‘una razza eletta, un sacerdozio reale, una nazione santa, un popolo di speciale possesso, affinché dichiariate ovunque l’eccellenza’ di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. (1 Piet. 2:9) Fu il dovere di questa nazione santa portare i frutti del regno promesso. Per far ciò tutti quelli che furono unti come membri della nazione intrapresero l’opera della predicazione del Regno. Lo fecero in un modo apparentemente nuovo, predicando di casa in casa e non soltanto pubblicamente.
PERCHÉ È TEMPO PER IL NUOVO CANTICO
11. Quale parte della santa nazione di Dio è rimasta sulla terra, e perché non ha fatto nessun tentativo di far parte delle Nazioni Unite di oggi?
11 Vi sono forse alcuni di questa nuova nazione santa sulla terra oggi nel ventesimo secolo dell’èra cristiana? Sì. Vi è soltanto un rimanente ossia gli ultimi membri di questi unti dallo spirito ancora sulla terra i quali hanno da Dio la certezza che è stato loro riservato un posto nel regno celeste. Ma sebbene costituiscano il rimanente di una nazione, la nuova nazione dell’Israele spirituale, noi troviamo che essa non fa parte dell’organizzazione delle Nazioni Unite come membro di essa, in modo simile alla nuova nazione costituita dall’Israele moderno che è divenuta membro delle Nazioni Unite. Le ottantun nazioni che appartengono alle Nazioni Unite manifestano che non vogliono fra loro la nuova nazione santa, ma il rimanente della nazione di Geova, sottoposto a Cristo, non ha mai fatto richiesta di farne parte. L’organizzazione delle Nazioni Unite appartiene a questo vecchio mondo, che si trova di fronte una disastrosa fine molto vicina. Il rimanente dell’Israele spirituale appartiene al nuovo mondo fondato sul celeste Re, Gesù Cristo. Il vecchio mondo è destinato a scomparire ai nostri giorni. Il nuovo è destinato a restare per sempre.
12. Perché questo non è il tempo di far cordoglio con questo vecchio mondo travagliato?
12 L’anno 1914 è già passato da quarantaquattro anni. Sin da quel tempo i dolori e i turbamenti di questo vecchio mondo si sono moltiplicati. Di fronte a tutto ciò, è forse tempo di far cordoglio con questo vecchio mondo? No, ma di far qualche cosa che sia proprio l’opposto. Che cosa? Un nuovo cantico! Preannunciando questo giorno terrificante per il genere umano, il divino Creatore della musica si rivolge, come per dire, ad un grande coro che si estende in tutto il mondo ed esclama: “Cantate a Geova un nuovo cantico. Cantate a Geova, [voi popoli di] tutta la terra. Cantate a Geova, benedite il suo nome. Annunciate di giorno in giorno la buona notizia della sua salvezza”. — Sal. 96:1, 2.
13. Perché facciamo una domanda riguardo al tema di un nuovo cantico, e con quale mancanza di conoscenza fu fatta la predicazione per secoli?
13 Ma come possono cantare un nuovo cantico a Geova gli uomini di buona volontà per cui l’esercito celeste proruppe in canti millenovecento anni fa alla nascita di Gesù? Che cosa c’è di nuovo? Dov’è il nuovo tema? Ai giorni di Gesù Cristo sulla terra, millenovecento anni fa, il sorprendente messaggio: “Il regno dei cieli si è avvicinato”, fu proclamato per lungo e per largo nel paese degli Israeliti. Quando la Progenie della donna di Dio, colui che fu unto per essere il Re dei re, fu risuscitato nello spirito e ritornò in cielo, i suoi unti seguaci sulla terra ubbidirono al suo comando e predicarono il regno di Dio in ogni luogo, sforzandosi di raggiungere tutte le nazioni. (Matt. 28:19, 20; Atti 20:25) I proclamatori del Regno allora non sapevano quando questo regno sarebbe stato generato nei cieli per assumere il governo di tutta la terra e di tutti i suoi popoli. — Apoc. 12:1-10.
14, 15. (a) Perché non esiste oggi questa mancanza di conoscenza? (b) Quando le predette evidenze cominciarono a manifestarsi, e come fu calcolata la data anni prima?
14 Ma ora noi lo sappiamo! Sì, di certo! Non per mezzo della conoscenza umana o della scienza del ventesimo secolo, che non prende in considerazione il promesso regno di Dio. Ma Geova Dio ci ha mostrato le prove. In che altro modo avremmo potuto sapere della nascita celeste del governo divino? Meno di due mesi prima che Gesù Cristo salisse al cielo e l’angelo dicesse ai discepoli che guardavano che egli sarebbe tornato, egli stesso pronunciò una profezia riguardo alla fine di questo vecchio mondo. In essa egli descrisse per i suoi seguaci le evidenze che dovevano verificarsi ai nostri giorni per mezzo delle quali gli uomini di buona volontà avrebbero riconosciuto che egli era venuto nel suo regno celeste e aveva cominciato a regnare in mezzo ai suoi nemici. Vedendo avverarsi queste evidenze sia nelle rivelazioni bibliche che negli avvenimenti di questo vecchio mondo essi avrebbero appreso che il regno era nato nei cieli e che egli era stato intronizzato, incoronato!
15 Chiunque dubita deve soltanto leggere Matteo, capitoli 24 e 25, Marco, capitolo 13, Luca, capitolo 21, ed Apocalisse, capitolo 6, per accertarsi che queste evidenze cominciarono ad avverarsi nell’anno 1914, per avviare questo vecchio mondo sulla sua strada verso la distruzione catastrofica alla predetta ‘battaglia di Armaghedon’. (Apoc. 16:14, 16) Conformemente alla cronologia stabilita dalla Sacra Bibbia e secondo le date assolute della storia mondana, i calcoli del tempo furono precisati molti anni addietro e pubblicati dallo studioso biblico che divenne il primo editore della rivista Torre di Guardia. L’anno critico individuato da questi sinceri calcoli fu l’anno della prima guerra mondiale, sì, il 1914. L’annuncio di tale data è stato pubblicato, e ciò lo rende incontestabile!
16. Come divenne necessario un cambiamento del messaggio nel 1914, e quindi che cosa fu provveduto per cantare?
16 Prima di questo anno indimenticabile gli unti Cristiani proclamarono la buona notizia del regno di Dio avvenire. Sin da quell’anno Dio ha fornito il tema di un nuovo cantico. Infatti nel 1914 il celeste Padre, Fonte del governo teocratico, fece nascere quel glorioso regno intronizzando e incoronando la Progenie della sua donna, l’Erede del patto che fu fatto con Davide per il regno eterno. Questo fu veramente qualche cosa di nuovo. La nascita di quel governo messianico mise in vigore una nuova organizzazione governante per tutto l’universo, per gli angeli e per gli uomini. Essa portò all’esistenza la parte capitale dell’organizzazione universale di Geova, e tutti i santi angeli e tutti gli uomini di buona volontà devono prostrarsi ad essa in conformità al comando di Dio. Non vi è stato mai nulla simile ad essa nell’universo. Per l’intero universo questa fu una buona notizia. Quindi nel 1914 il buon messaggio intorno al regno di Dio avvenire era divenuto vecchio, antiquato. Il messaggio che i Cristiani unti con lo spirito di Dio avrebbero predicato doveva da allora innanzi riguardare il regno di Dio venuto. Doveva riguardare il regno di Dio nato, stabilito nei cieli e in funzione fra tutti i suoi nemici in cielo e sulla terra. Questo fu l’attraente tema del nuovo cantico a Geova, poiché Geova aveva predetto e aveva fatto adempiere tutte le cose piacevoli di cui cantare.
17, 18. Come Gesù predisse che i suoi unti seguaci avrebbero cantato questo nuovo cantico, e da chi molti milioni di uomini devono riconoscere che viene cantato?
17 Nella sua stessa profezia Gesù predisse che i suoi unti seguaci dovevano cantare e avrebbero cantato questo nuovo cantico. Dopo aver menzionato la prima guerra mondiale seguita da carestie, pestilenze, terremoti e persecuzione religiosa come segno del principio della fine di questo vecchio sistema di cose, Gesù disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. (Matt. 24:14) Ora che siamo nel tempo della fine sin dal 1914, è forse predicata la buona notizia del neonato regno in tutta la terra abitata, anche nella Russia comunista e nei suoi satelliti?
18 Le centinaia di milioni di persone di tutta la terra che odono la notizia del Regno, sia pubblicamente che nella predicazione di casa in casa, sono tutte obbligate a rispondere Sì! Chi dunque, secondo fatti inconfutabili, proclama tale notizia? I moderni testimoni di Geova. Vi è fra loro un rimanente degli unti, Cristiani pienamente dedicati, eredi del regno celeste, ma insieme a questi vi sono oggi centinaia di migliaia di persone di buona volontà.
19. Quali persone sarebbero state le prime a cantare il cantico secondo la profezia, ma quali si uniscono in gran numero ai cantori?
19 Tutti questi ubbidiscono al comando divino: “Cantate a Geova un nuovo cantico”. Come fu predetto in Apocalisse 14:15, questo rimanente dei 144.000 eredi del regno celeste dovevano essere i primi ad imparare e cantare il “nuovo cantico”. Ma questo cantico antitradizionale è già divenuto popolare per centinaia di migliaia di felici ascoltatori, e queste persone di buona volontà si uniscono al rimanente nel cantare in tutte le nazioni: “Geova stesso è divenuto re”. (Sal. 96:10) Sin dal 1914 Geova regna anche rispetto alla nostra terra, governando per mezzo del suo intronizzato e autorizzato Re, Gesù Cristo.
20. Quale altra cosa nuova, dopo la nascita del Regno, turbò il cielo, e dunque che cos’altro narra il nuovo cantico?
20 Il tempo si avvicina rapidamente, dunque, perché la regnante Progenie della donna di Dio colpisca alla testa il grande Serpente, Satana il Diavolo, e con lui tutta la sua diabolica progenie in cielo e sulla terra. Prima di questa azione finale nello sterminio dell’empietà in cielo e sulla terra, ma immediatamente dopo la nascita del Regno nei cieli, mentre la prima guerra mondiale infuriava sulla terra, una cosa nuova interruppe la pace in cielo. La descrizione profetica di questo insolito evento ci riferisce: “Scoppiò la guerra in cielo”. Fu combattuta fra il nuovo Re insediato, appoggiato dai suoi santi angeli, e il grande Dragone, l’originale Serpente, Satana il Diavolo, appoggiato dai suoi empi angeli, la sua progenie demonica. Infine i vittoriosi angeli del Re dei re proruppero in cantico: “Ora è venuta la salvezza e la potenza e il regno del nostro Dio e l’autorità del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli . . . Per questo siate lieti, cieli e voi che risiedete in essi! Guai alla terra e al mare, perché il Diavolo è disceso a voi, con gran furore, sapendo che ha un breve periodo di tempo”. (Apoc. 12:7-12) Il grande Serpente e la sua progenie demonica sono intensamente adirati perché sanno che il tempo è ora molto breve prima che la vittoriosa Progenie della donna di Dio colpisca il Serpente alla testa nella guerra universale di Armaghedon. Il nuovo cantico racconta questa ‘guerra in cielo’ e la sua vittoria a favore di Cristo.
21. Che cosa aspettano ansiosamente tutti i cantori, che costituisce anche parte del tema del nuovo cantico?
21 I vecchi cieli di Satana e dei suoi spiriti demonici stanno per scomparire. Presto il genere umano non sentirà più la loro potenza oppressiva e dannosa. I nuovi cieli di Gesù Cristo, insieme ai suoi fedeli seguaci che si sono ora uniti a lui nella “prima risurrezione”, ora governano, trattenendosi dal distruggere i suoi nemici finché tutti gli uomini di buona volontà siano radunati nel grande coro del nuovo cantico, a fianco dell’unto rimanente di cantori. Tutti questi attendono ansiosamente nel prossimo futuro la piena istituzione di un nuovo mondo sulle rovine di questo vecchio mondo. Hanno in mente le parole dell’apostolo Pietro: “Aspettando e tenendo a mente la presenza del giorno di Geova, nel quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi intensamente caldi si fonderanno. Ma ci sono nuovi cieli e nuova terra che noi aspettiamo secondo la sua promessa, e in questi dimorerà la giustizia”. (2 Piet. 3:12, 13) Il mondo avvenire dei giusti nuovi cieli e della nuova terra costituisce infatti parte del tema del “nuovo cantico” a Geova.
22. Nel nuovo cantico, quale messaggio che non poteva essere cantato per più di quattromila anni è stato cantato sin dall’inizio del 1918?
22 Ma ascoltate! Hanno i vostri orecchi udito quel meraviglioso messaggio in questo cantico distintamente diverso? Quale? Dunque, qualche cosa che non poteva essere cantato nelle passate generazioni del genere umano per almeno quattromiladuecento anni. È qualche cosa che cominciò ad essere predicato e udito per la prima volta dopo la nascita del Regno nel 1914. È qualche cosa che l’unto rimanente di Geova canta agli uomini di buona volontà sin dall’inizio del 1918. Ciò ha indotto innumerevoli milioni di miscredenti a ridere, ma ha rallegrato gli infelici uomini di buona volontà dando loro una gioiosa prospettiva che avranno il piacere di realizzare. Si rivela in questo fatto scritturale, cioè, che una gran folla, senza numero determinato, di persone di buona volontà ora viventi non morranno mai. È possibile che questa folla innumerevole cresca ancora per includere milioni di persone ora viventi. Quando quelli che si schiereranno infine con il regno di Dio sul campo di battaglia di Armaghedon si manifesteranno pienamente, ne avremo una conoscenza più chiara.
23, 24. In considerazione di quali parole di Gesù è importante che gli uomini di questa generazione ricordino come Noè sopravvisse al diluvio?
23 Ma perché il nuovo cantico desta nei cuori degli uomini di buona volontà la speranza di continuare a vivere su questa terra senza mai morire? Ebbene, ricordiamo forse il fatto storico di come Noè e la sua famiglia nell’arca sopravvissero alla fine del precedente empio mondo e diedero alla famiglia umana il suo nuovo inizio in questo presente mondo? È importante che le persone di questa generazione viventi sin dal 1914 richiamino alla mente questo antico miracolo di Dio. E perché? Perché, in Matteo 24:33-42, Gesù aggiunse le seguenti parole alla sua profezia sulla fine di questo mondo e sulla sua stessa venuta nel Regno:
24 “Quando vedrete tutte queste cose, sappiate ch’egli è vicino alle porte. Veramente io vi dico che questa generazione non passerà affatto finché tutte queste cose non siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno affatto. In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno lo sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Poiché come le persone in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e le spazzò via tutte, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. . . . Vegliate dunque perché non sapete in qual giorno viene il vostro Signore”.
25. Perché la nostra generazione è quella di cui alcuni membri sopravvivranno alla fine del vecchio mondo, e qual è la speranza dell’unto rimanente?
25 Durante la nostra veglia abbiamo visto tutte le evidenze che Gesù predisse come segno del tempo della fine di questo mondo sin dal 1914. Sappiamo che è la nostra generazione che cominciò a vedere avverarsi molte di queste predizioni. È dunque la nostra generazione che deve vederle avverarsi tutte in adempimento alle parole di Gesù. Quindi alla generazione che vedrà la fine di questo vecchio mondo avverrà come avvenne a quella dei giorni di Noè. Come Noè e la sua arca piena dei membri della sua famiglia e degli animali sopravvissero alla fine di quel mondo antidiluviano, così in adempimento di questo dramma profetico alcuni testimoni di Geova come Noè e la sua famiglia devono sopravvivere alla distruzione del vecchio mondo di oggi. Tali superstiti di questa generazione entreranno nel mondo di nuovi cieli e nuova terra di Dio. L’unto rimanente spera di far parte dei nuovi cieli, morendo fedelmente e partecipando alla “prima risurrezione”, come provarono gli altri dei 144.000 eredi del Regno.
26. Come sarà possibile per gli altri superstiti di vivere senza mai morire?
26 Gli altri superstiti di buona volontà sperano di formare la terrestre società del Nuovo Mondo. In seguito rendendo eterna adorazione a Geova Dio e ubbidienza al suo regno retto da Cristo essi si dimostreranno meritevoli del dono della vita eterna che Dio concederà per mezzo di Cristo Gesù nostro Signore. Di conseguenza tali fedeli, terrestri superstiti della guerra universale di Armaghedon non morranno mai sulla terra, ma dimoreranno per sempre nel nuovo paradiso sulla terra sotto il regno di Dio. Che gioia avranno di accogliere di nuovo le persone risuscitate dalle tombe commemorative allorché il regnante Re ordinerà loro di venir fuori! — Giov. 5:28, 29.
27. Perché abbiamo ogni motivo di esercitare fede nel nuovo cantico, e come piaceremo di più a Geova riguardo al cantico?
27 Abbiamo noi motivo di mostrare incredulità verso tutte le grandiose cose contenute in questo nuovo cantico a Geova? No, ma sul fondamento della sua Parola e sull’adempimento delle sue profezie noi abbiamo ogni ragione di esercitare fede nel nuovo cantico. Riguardo a Geova Dio ci viene detto: “Colui che siede sul trono disse: ‘Ecco! io faccio tutte le cose nuove’. E dice: ‘Scrivi, perché queste parole son fedeli e veraci’”. (Apoc. 21:5) Se crediamo nel nuovo cantico che egli ha composto ciò gli piacerà ed egli ci approverà. Si compiacerà ancora di più se dimostriamo la nostra fede o convinzione imparando tutte le grandiose cose inerenti al nuovo cantico e cantandolo poi noi stessi perché tutti lo possano udire, sì, perché anch’Egli lo possa udire.
28. Quale sarà il risultato della nostra ubbidienza al divino comando di cantare?
28 “Cantate a Geova un nuovo cantico” è oggi il divino comando per noi. Felici noi se ubbidiamo e lo cantiamo amorevolmente e intrepidamente. Significherà la nostra stessa salvezza e la salvezza degli uomini di buona volontà che ci ascolteranno e che si uniranno a noi nel cantare all’onore di Geova Dio e della sua promessa Progenie, il Re del nuovo mondo.