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Lettera della FilialeServizio del Regno 1977 | Dicembre
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Lettera della Filiale
Cari proclamatori del Regno,
Una pietra miliare nella nostra attività! Così senza dubbio considereremo questo mese di dicembre nei giorni avvenire. Ciascuno di noi troverà incoraggiante e rimuneratrice l’attività di questo mese.
Molti di noi si daranno da fare per mettersi in contatto col medico e l’avvocato personale, e altre conoscenze in campo medico, col nuovo opuscolo Sangue. Ciascuna congregazione consegnerà l’opuscolo Sangue ai medici e ai legali del proprio territorio. Che straordinario effetto avrà questa campagna, e come siamo lieti di parteciparvi!
Vi farà piacere sapere alcuni eccellenti risultati ottenuti nello scorso anno di servizio. Nel giugno 1977 si è verificato il massimo di 66.315 proclamatori; la media mensile è stata di 63.896, radunati in 1.222 congregazioni. I pionieri regolari in media sono stati 1.036, con un massimo di 1.060 nel marzo scorso, mentre la media mensile dei pionieri ausiliari è stata di 2.123, con un massimo di 3.111 nel settembre 1976. Abbiamo fiducia che in quest’anno di servizio un numero molto elevato di fratelli sosterrà la benedetta attività di pioniere, che è così significativa per la vita del cristiano.
I proclamatori hanno dedicato al servizio una media di 11,3 ore ciascuno, compiendo 5,2 visite ulteriori e distribuendo 8,8 riviste. Siamo certi che apprezzerete profondamente il buon cibo spirituale distribuito tramite le assemblee, le riviste, le adunanze e le nuove pubblicazioni, e che manifesterete la vostra gratitudine a Geova impegnandovi con rinnovato zelo nel servizio di campo. Fate un sincero sforzo per rivisitare tutti gli interessati e distribuire un maggior numero di riviste, strumento così efficace per spargere il seme della verità, sostenendo il Giorno della rivista per la diffusione di casa in casa e nei luoghi pubblici.
Sarete felici di apprendere che sono state battezzate 8.289 persone. Confrontando questa cifra con i
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Siate operai gioiosiServizio del Regno 1977 | Dicembre
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Siate operai gioiosi
1 Oggi abbiamo ogni ragione di essere operai gioiosi. Il nostro Dio, Geova, è un “felice Iddio”, e Gesù, suo collaboratore, è gioioso, essendo chiamato “il felice e solo Potentato”. (1 Tim. 1:11; 6:14, 15) Se seguiamo le orme di Gesù quali suoi discepoli, ne condivideremo la gioia. Appropriatamente l’apostolo Paolo scrisse: “Rallegratevi sempre nel Signore. Una volta ancora dirò: Rallegratevi!” — Filip. 4:4.
PROVATE GIOIA NELLA TESTIMONIANZA
2 Per eseguire il comando di Gesù in Atti 1:8 di essere testimoni, continuiamo a mostrare amore alle persone. Gesù mise in risalto la necessità di amare Geova sopra ogni cosa, ma, in secondo luogo, di amare anche il prossimo. — Matt. 22:37-39.
3 Se amiamo veramente il prossimo e proviamo gioia nell’assisterlo, questa gioia si rifletterà nelle nostre parole. La nostra presentazione della verità non sarà monotona, riflettendo per così dire l’atteggiamento: “Lo faccio perché devo, non perché desidero farlo”. Né la nostra presentazione sarà ripetuta a memoria parola per parola senza tener conto dell’intelligenza, dei sentimenti e della sensibilità del padrone di casa. Invece, dovremmo mostrare genuino interesse e amore per i nostri interlocutori, cercando veramente di aiutarli a imparare la verità della Parola di Dio. Tale altruistico interesse per gli altri che si riflette nella nostra presentazione delle verità bibliche ci aiuterà a provare molta più gioia nel dare testimonianza della buona notizia del Regno.
PROVATE GIOIA NEL FARE DISCEPOLI
4 Sappiamo che Geova e gli angeli si rallegrano quando si fa un discepolo. Anche noi proveremo gioia nel fare discepoli se riflettiamo l’amore e l’interesse di Geova per le persone. Dobbiamo interessarci sinceramente dei potenziali discepoli, non solo come “studi” di cui fare rapporto, ma come persone. Riscontreremo davvero che la gioia nel tenere studi e fare discepoli risulta più dal genuino amore per gli altri che dall’attenzione che prestiamo a certi metodi o tecniche d’insegnamento. La gente di solito reagisce favorevolmente a una genuina espressione di amore e interesse per loro.
5 Gesù ci diede un eccellente esempio. Divenne l’amico di quelli che ammaestrava. (Giov. 15:11-15) Anche noi possiamo e dobbiamo sforzarci di diventare amici di quelli a cui insegniamo negli studi biblici a domicilio. Con questo obiettivo in mente i nostri studi non dovrebbero essere fredde, sistematiche considerazioni o conversazioni. Piuttosto, dovremmo mostrarci cordiali, soccorrevoli, insegnando bene e dando enfasi all’importanza di sviluppare una buona relazione con Geova. Dovremmo sempre cercare di aiutare quelli con cui studiamo, non accontentandoci di insegnare princìpi e comandi biblici, ma anche mostrando come applicare questi princìpi nella vita e come osservare i giusti comandi di Dio. Le nostre conversazioni dovrebbero riflettere un genuino interesse personale per lo studente come potenziale discepolo e quindi potenziale fratello o sorella in fede.
6 Davvero vi è molta gioia nel vedere un discepolo fare progresso fino alla dedicazione e al battesimo. Paolo ebbe tale gioia e sentì uno speciale attaccamento per quelli che aveva assistiti. (1 Tess. 2:17-20) Anche dopo il battesimo molti hanno ancora bisogno d’aiuto. Certo proviamo gioia nell’aiutare qualcuno a divenire fermamente radicato e stabile nella fede. (Efes. 3:17-19) Mostrate interesse personale ai discepoli appena battezzati. Perché non continuare ad assisterli finché non abbiano studiato almeno due libri, per aiutarli ad essere solidi nella fede?
7 Certamente il nostro amore per Geova e per il prossimo ci aiuterà ad avere la giusta veduta dell’aiuto da dare al prossimo. Amore e gioia sono intimamente connessi e sono due frutti dello spirito santo di Dio. (Gal. 5:22) Continuate a manifestare amore e interesse per la gente mentre compite l’attività di testimoniare, insegnare e fare discepoli, e sicuramente proverete molta gioia essendo benedetti dal nostro felice e gioioso Dio, Geova.
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Aiutate “questi piccoli”Servizio del Regno 1977 | Dicembre
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Aiutate “questi piccoli”
1 Gesù amava le persone. S’interessava non solo di quelli che lo seguivano fedelmente, ma anche di quelli che potevano allontanarsi dall’ovile. Ricordate le sue parole in Matteo 18:14: “Non è desiderio del Padre mio che è nel cielo che uno di questi piccoli perisca”.
2 Non c’è dubbio che Gesù aveva in mente qualcuno che avrebbe potuto allontanarsi dal gregge, poiché in Matteo 18:12, 13 disse che ci sarebbe stata grande gioia per una pecora smarrita che era stata ritrovata e tornava all’ovile. Sì, Gesù s’interessava di “questi piccoli”.
3 Ogni tanto qualcuno potrebbe allontanarsi e non mostrare per il momento alcun desiderio di accettare la nostra assistenza per farlo ritornare. Ma quasi tutti quelli che hanno rallentato o interrotto l’attività cristiana l’hanno fatto a causa di varie pressioni e motivi personali. Hanno semplicemente smesso di partecipare al servizio di campo e di associarsi regolarmente con noi alle adunanze. Avendo per costoro un amore come quello di Cristo, cosa possiamo fare per aiutarli a tornare?
CHI PUÒ DARE AIUTO
4 Ciascun corpo di anziani vorrà considerare insieme, possibilmente nell’adunanza degli anziani di dicembre, come aiutare quelli che sono divenuti inattivi negli ultimi anni. (Prov. 27:23) Come parte della loro opera pastorale, gli anziani dovrebbero fare uno sforzo speciale per visitare quelli che si sono allontanati e cercare di assisterli spiritualmente. I servitori di ministero che sono al corrente delle idee e
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