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Tomba commemorativaAusiliario per capire la Bibbia
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esempio in Ecuador nel 1949, e anche a Bogotà, in Colombia, nel 1962, quando nel cimitero duecento cadaveri furono scaraventati fuori delle tombe da un violento sisma.- El Tiempo di Bogotà (Colombia) del 31 luglio 1962.
RICORDATI DA DIO
In considerazione dell’idea di ricordo insita nel termine mnemèion, l’uso di questo vocabolo (anziché di tàphos) da parte di Gesù in Giovanni 5:28, a proposito della risurrezione di “tutti quelli che sono nelle tombe commemorative”, sembra particolarmente appropriato e in netto contrasto con l’idea di completo ripudio e cancellazione di ogni ricordo rappresentati dalla Geenna. (Matt. 10:28; 23:33; Mar. 9:43) L’importanza attribuita alla sepoltura dagli ebrei è indice della loro preoccupazione di essere ricordati, principalmente da Geova Dio, “il rimuneratore di quelli che premurosamente lo cercano”, nel quale avevano fede. (Ebr. 11:1, 2, 6) Sulle antiche tombe israelite le iscrizioni sono molto rare e, se mai, consistono di solito solo del nome. I più famosi re di Giuda non lasciarono monumenti sontuosi a loro lode e a ricordo delle loro imprese, come i re di altre nazioni. Sembra dunque evidente che i fedeli uomini dell’antichità si preoccupavano che il loro nome fosse nel “libro di memorie” menzionato in Malachia 3:16 e non fosse come ‘il nome dei malvagi che marcirà’. — Prov. 10:7; confronta Ecclesiaste 7:1.
L’idea fondamentale del ricordo insita nei termini greci resi “tomba” o “tomba commemorativa” rende più significativa la supplica del ladro messo al palo accanto a Gesù: “Ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”. — Luca 23:42.
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TommasoAusiliario per capire la Bibbia
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Tommaso
[gemello].
Apostolo di Gesù chiamato “Il Gemello”. (Matt. 10:3; Mar. 3:18; Luca 6:15; Giov. 11:16) Sembra che Tommaso fosse piuttosto impetuoso nell’esprimere i suoi sentimenti e nell’esternare i suoi dubbi. Comunque, una volta eliminati questi dubbi, non esitò a manifestare la sua convinzione.
Quando Gesù propose di tornare in Giudea per poter ridestare Lazzaro dalla morte, Tommaso disse: “Andiamo anche noi, affinché moriamo con lui”. (Giov. 11:16) Poiché i giudei poco prima avevano tentato di lapidare Gesù (Giov. 11:7, 8), forse Tommaso intendeva incoraggiare gli altri discepoli ad accompagnare Gesù anche se questo poteva significare morire insieme a Lazzaro e a Gesù.
Tommaso mostrò un atteggiamento dubbioso quando Gesù disse che sarebbe andato a preparare un luogo per gli apostoli, e disse: “Signore, noi non sappiamo dove vai. Come conosciamo la via?” (Giov. 14:2-6) Similmente, dopo aver udito della risurrezione di Gesù, Tommaso dichiarò: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, certamente non crederò”. Otto giorni dopo Tommaso ebbe l’opportunità di far questo quando Gesù apparve nuovamente ai discepoli. Ma non è detto che in quell’occasione abbia effettivamente toccato le ferite. Comunque fu convinto ed esclamò: “Mio Signore e mio Dio!” Cristo allora lo riprese dolcemente, dicendo: “Felici quelli che non vedono e credono”. — Giov. 20:24-29.
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TopazioAusiliario per capire la Bibbia
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Topazio
La varietà usata come gemma è un minerale duro, limpido e cristallino, composto di fluorosilicato di alluminio. Più duro del quarzo, spesso si trova nelle cavità delle rocce granitiche. Il topazio può essere incolore, ma si trova anche in una grande varietà di colori fra cui bianco, giallo, marroncino, rosso rosato e a volte verde o azzurro pallido. La sfumatura più comune è simile al colore del vino bianco. Il nome “topazio” deriva dal greco topàzion, derivato da Tòpazos, nome di un’isola del Mar Rosso dove i greci si procuravano i topazi noti a Plinio il Vecchio e altri antichi scrittori. Il libro di Giobbe collega il topazio con Cus, regione che confinava col Mar Rosso.
Un topazio era fra le pietre preziose del “pettorale del giudizio” indossato dal sommo sacerdote Aaronne. Era la pietra di mezzo della prima fila di gemme, e vi era inciso il nome di una delle dodici tribù di Israele. (Eso. 28:2, 15, 17, 21; 39:10) Le fondamenta della “città santa, la Nuova Gerusalemme, [vista] scendere dal cielo, da Dio . . . erano adorne di ogni sorta di pietra preziosa”, e la nona era topazio. — Riv. 21:2, 19, 20.
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ToporagnoAusiliario per capire la Bibbia
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Toporagno
Questo termine traduce l’ebraico hhapharparòhth, reso anche “talpe” e “topi”. (Isa. 2:20, ATE, PIB, CEI, VR) Si ritiene derivato da una radice che significa “scavare, scavare buche”, e perciò diversi studiosi hanno avanzato l’ipotesi che possa indicare qualsiasi animale che scava la propria tana, come topi, sorci, spalaci, gerboa e simili. Ma secondo Koehler e Baumgartner (Lexicon in Veteris Testamenti Libros, p. 322), hhapharparòhth sarebbe “una specie di toporagno”.
Questo animaletto simile a un topolino ha pelliccia corta e morbida. Ha muso lungo e slanciato, occhi minuscoli e orecchi rotondi che sembrano alquanto sgualciti. Voracissimo, il toporagno può divorare ogni tre ore circa cibo in quantità corrispondente al proprio peso. Si nutre in gran parte di insetti e vermi, ma anche di animaletti della stessa grandezza o anche più grandi, per esempio topolini. Fra le diverse varietà di toporagni rinvenuti in Palestina da H. B. Tristram, naturalista del XIX secolo, c’erano il toporagno comune e il toporagno pigmeo molto più piccolo.
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TorchioAusiliario per capire la Bibbia
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Torchio
Vedi STRETTOIO.
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TorciaAusiliario per capire la Bibbia
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Torcia
Fiaccola portata di solito in mano e spesso costituita da un ramo ardente di legno resinoso o da un bastone ricoperto di materiale assorbente impregnato d’olio e acceso. — Gen. 15:17; Giud. 7:16, 20; 15:4; Isa. 62:1; Ezec. 1:13; Dan. 10:6; Naum 2:4; Giov. 18:3.
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TormentoAusiliario per capire la Bibbia
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Tormento
Il verbo greco basanìzo (e le forme derivate) ricorre quasi venti volte nelle Scritture Greche Cristiane. Fondamentalmente significava ‘provare mediante pietra di paragone [bàsanos]’ e, per estensione, ‘esaminare o interrogare infliggendo torture’. I lessicografi fanno notare che nelle Scritture Greche Cristiane è usato nel senso di ‘infastidire penosamente; essere molestato, angustiato’. — Matt. 8:29; Luca 8:28; Riv. 12:2.
Nella Bibbia basanìzo ricorre in diversi casi. Per esempio un servo affetto da paralisi era “gravemente tormentato” (NM) o ‘soffriva terribilmente’ (CEI). (Matt. 8:6; confronta 4:24). Anche Lot “si tormentava ogni giorno nella sua anima” (CEI) o “si sentiva torturare l’anima” (PIB) a motivo delle azioni illegali della popolazione di Sodoma. (II Piet. 2:8) Il termine è usato anche per descrivere la difficile navigazione di una barca. — Matt. 14:24; Mar. 6:48
Il sostantivo greco basanistès che ricorre in Matteo 18:34, in alcune traduzioni è reso “carcerieri” (AT, NM; confronta versetto 30) in altre “aguzzini”. (CEI, VR) Nelle prigioni a volte si ricorreva alla tortura per ottenere informazioni (confronta Atti 22:24,29 a dimostrazione che si faceva questo, anche se qui non ricorre basanìzo), quindi basanistès finì per indicare i carcerieri. A proposito dell’uso di questo termine da parte di Gesù in Matteo 18:34, un’enciclopedia biblica (The International Standard Bible Encyclopædia, Vol. V, p. 2999) osserva: “Probabilmente la detenzione stessa era considerata un ‘tormento’ (e senza dubbio lo era), e i ‘tormentatori’ dovevano essere nient’altro che carcerieri”. Quindi in Rivelazione 20:10 quelli che saranno “tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli” evidentemente si troveranno in una condizione di restrizione. — Vedi LAGO DI FUOCO.
Alcuni commentatori hanno citato i passi biblici in cui ricorre il termine “tormento” per sostenere la dottrina della sofferenza eterna nel fuoco. Ma, come si è detto, c’è ogni ragione scritturale per ritenere che Rivelazione 20:10 non abbia questo significato. Infatti il versetto 14 mostra che il “lago di fuoco” in cui avviene il tormento in effetti significa “la seconda morte”. E per quanto Gesù abbia parlato di un “ricco” che era “nei tormenti” (Luca 16:23, 28), alla voce LAZZARO (n. 2) viene spiegato che non stava descrivendo l’esperienza letterale di una persona reale, ma piuttosto stava facendo un’illustrazione. In Rivelazione ci sono diversi altri casi in cui “tormento” ha chiaramente significato illustrativo o simbolico, come risulta dal contesto. — Riv. 9:5; 11:10; 18:7, 10.
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ToroAusiliario per capire la Bibbia
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Toro
Diversi termini, per esempio l’ebraico par, sono stati tradotti “toro”, “manzo”, “vitello” e “bue”. Nell’uso moderno “bue” si riferisce in particolare a un toro castrato, ma i termini originali spesso tradotti “bue” e “buoi” in diverse versioni non hanno questo significato ristretto. Benché quello di castrarli sia il metodo seguito normalmente per domare i tori e impiegarli come animali da lavoro, evidentemente questa non era l’usanza degli israeliti, dato che un animale mutilato non poteva essere offerto in sacrificio. (Lev. 22:23, 24; Deut. 17:1; confronta I Re 19:21). È stata perciò avanzata l’ipotesi che i tori usati dagli israeliti fossero di razza mansueta.
Il maschio dei bovini ha avuto una parte importante nella religione di molti popoli pagani. Sia per la grande forza sia per il potenziale di generare una progenie numerosa, il toro è stato onorato e anche adorato. Per i babilonesi era simbolo del dio principale, Marduk. In Egitto tori vivi, come Api a Menfi e Mnevi a Eliopoli, erano venerati come incarnazioni di un dio. In Grecia il toro primeggiava nell’adorazione di Dioniso. Il fatto che il Toro sia uno dei principali segni dello zodiaco è un’ulteriore prova che il toro aveva un posto importante nelle religioni pagane.
Poco dopo l’Esodo persino gli israeliti, probabilmente contaminati dai concetti religiosi con cui erano venuti in contatto in Egitto, scambiarono la gloria di Geova per una “rappresentazione di un toro”. (Sal. 106:19, 20) In seguito il primo re del regno delle dieci tribù, Geroboamo, istituì l’adorazione dei vitelli a Dan e Betel. — I Re 12:28, 29.
Secondo la legge data da Dio a Israele, nessuna venerazione, neanche in modo rappresentativo, si doveva in alcun modo tributare al toro o a qualsiasi altro animale. (Eso. 20:4, 5; confronta Esodo 32:8). Naturalmente tori venivano offerti in sacrificio (Eso. cap. 29; Lev. 22:27; Num. cap. 7; I Cron. 29:21), e in certe occasioni la Legge specificava che si dovevano sacrificare tori. Se il sommo sacerdote commetteva un peccato la cui colpa ricadeva sul popolo, egli doveva immolare un toro, la vittima più grande e di maggior valore, e questo senza dubbio a motivo della responsabilità che aveva di guidare Israele nella vera adorazione. Si doveva immolare un toro anche quando l’intera assemblea di Israele commetteva un errore. (Lev. 4:3, 13, 14) Il giorno d’espiazione veniva immolato un toro a favore della casa sacerdotale di Aaronne. (Lev. cap. 16) Nel settimo mese del calendario sacro gli israeliti dovevano offrire in olocausto più di settanta tori. — Num. cap. 29.
Il toro veniva pure impiegato dagli israeliti nei lavori agricoli, per arare e trebbiare. (Deut. 22:10; 25:4) Si doveva trattarlo bene. L’apostolo Paolo applicò ai cristiani servitori di Dio il principio incluso nella Legge secondo il quale non si doveva mettere la museruola al toro mentre trebbiava, per indicare che come il toro che lavorava aveva diritto di mangiare il grano che trebbiava, così pure chi condivide cose spirituali con altri merita che si provveda al suo sostentamento. (Eso. 23:4, 12; Deut. 25:4; I Cor. 9:7-10) Nella Legge erano contemplati casi di furto di un toro e del danno causato a persone e cose da un toro incustodito. — Eso. 21:28-22:15.
I tori immolati dagli israeliti simboleggiavano l’offerta incontaminata di Cristo quale unico sacrificio adeguato per i peccati del genere umano. (Ebr. 9:12-14) I tori sacrificali rappresentavano inoltre un sacrificio superiore, di cui in ogni tempo e circostanza Geova si compiace, cioè lo spontaneo frutto di labbra che, come vigorosi giovani tori, serve a lodare il nome di Dio. — Sal. 69:30, 31; Osea 14:2; Ebr. 13:15.
Nel simbolismo biblico il toro indica potenza e forza. Il mare fuso, davanti al tempio di Salomone, poggiava su rappresentazioni di dodici tori, rivolti in gruppi di tre verso i quattro punti cardinali. (II Cron. 4:2, 4) Le quattro creature viventi, viste in visione dal profeta Ezechiele accanto al trono di Geova simile a un carro, avevano quattro facce ciascuna, fra cui una di toro. (Ezec. 1:10) Nella visione dell’apostolo Giovanni, una delle quattro creature viventi intorno al trono era simile a un giovane toro. (Riv. 4:6, 7) Il toro infatti ben rappresentava uno dei fondamentali attributi di Geova: l’illimitata potenza. “La forza appartiene a Dio”, dichiara il salmista. — Sal. 62:11.
Nelle Scritture il toro compare anche come simbolo degli aggressivi nemici di Geova e dei suoi adoratori, i quali avrebbero cercato di ridurre in schiavitù o annientare i servitori di Dio, ma sarebbero stati distrutti nel giorno di vendetta di Geova. — Sal. 22:12; 68:30; Isa. 34:7, 8; Ezec. 39:18.
TORO SELVAGGIO
C’è buona ragione di tradurre “toro selvaggio” il termine ebraico re’èm, trattandosi dell’animale indicato dall’assai simile termine accadico rimu. Raffigurazioni del rimu nell’arte assira indicano che si trattava dell’uro, feroce e imponente bovino alto quasi due metri al garrese. Resti di tali possenti animali sono stati rinvenuti in varie parti d’Europa, mentre la loro esistenza in Palestina in epoche remote è indicata dalla scoperta di loro denti in caverne del Libano. Gli antichi evidentemente consideravano il toro selvaggio un animale molto feroce. Un archeologo inglese (Austen Layard, Niniveh and Its Remains, p. 326) osserva: “Il toro selvaggio, spesso rappresentato nei bassorilievi, sembra fosse considerato una preda poco meno formidabile e ambita del leone. Spesso si vede il re che lo affronta, e guerrieri che lo inseguono a piedi o a cavallo”.
Che il toro selvaggio fosse molto più grosso e pericoloso dei più grossi tori domestici è confermato dalle parole di Giulio Cesare nel De bello gallico: “Sono di poco inferiori per grandezza agli elefanti; sono tori per natura,
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Tordo orientaleAusiliario per capire la Bibbia
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Tordo orientale
Vedi BULBUL.
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