Traete durevole profitto seguendo la Bibbia nella vita familiare
1. Quale prova c’è che milioni di famiglie hanno seri problemi?
OGGI possiamo vedere tutt’intorno a noi la prova che milioni di uomini, donne e fanciulli hanno seri problemi nella vita familiare. In molti paesi, separazioni, divorzi e case divise aumentano a ritmo allarmante. Pur vivendo ancora nella stessa casa o nello stesso appartamento, un considerevole numero di persone sposate fa poco più che tollerare il proprio coniuge. Mariti, mogli e figli hanno spesso pochissimo in comune e ciascun familiare se ne va per proprio conto. Non è ovvio, dunque, che in ogni luogo c’è grande bisogno di una guida fidata?
2. Qual è uno dei principali obiettivi della Bibbia?
2 Un principale obiettivo della Bibbia è di fornire norme di vita che rechino durevole profitto a tutti quelli che le seguono. Non c’è nessun aspetto della vita in cui non si possano applicare con vero profitto i consigli della Bibbia. “Tutta la Scrittura è . . . utile per insegnare, per rimproverare, per correggere, per disciplinare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona”. — 2 Tim. 3:16, 17.
3. Perché possiamo dire che quanto dichiara la Bibbia per nostra guida è realistico?
3 Ciò che la Bibbia dichiara per nostra guida è molto realistico. Non ci lascia con l’idea che chi cerca di seguirne le esortazioni non avrà problemi. No, la Bibbia ammette francamente che i problemi ci saranno. Ma non si ferma lì, raccomandandoci solo di accettare le cose come sono e di non turbarcene. La Bibbia mostra come possiamo agire positivamente per risolvere i problemi e avere buone relazioni con i nostri simili, inclusa la nostra propria famiglia.
LA NORMA BIBLICA CIRCA IL MATRIMONIO
4. Chi diede origine al matrimonio, e che cosa si propose egli riguardo a questa disposizione?
4 Dal primissimo libro della Bibbia apprendiamo che Geova Dio fu Colui che diede origine al matrimonio. (Gen. 2:22-24) Essendo un Dio di amore, si propose che il matrimonio contribuisse alla felicità sia del marito che della moglie oltre a provvedere una disposizione stabile per allevare i figli. Il matrimonio doveva essere un’unione permanente, come si vede da quello che Gesù Cristo disse a certi Farisei che lo interrogarono in merito al divorzio: “Non avete letto che colui che li creò dal principio li fece maschio e femmina e disse: ‘Per questo motivo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne’? Così che non sono più due, ma una sola carne. Perciò, quello che Dio ha aggiogato insieme l’uomo non lo separi”. (Matt. 19:4-6) Ovviamente, il rispetto per questa norma originale avrebbe potuto impedire molti problemi emotivi e angosce causati da divorzi e case divise.
5. Perché la legge che Dio diede agli Israeliti tollerava la poligamia e anche il divorzio per ragioni diverse dall’infedeltà coniugale?
5 Il fatto che Geova Dio tollerò fra gli Israeliti la poligamia e il divorzio per ragioni diverse dall’infedeltà coniugale non significò che avesse abbandonato la sua originale norma circa il matrimonio. Quando fu data la legge per mezzo di Mosè, poligamia e divorzio erano pratiche già stabilite. Conoscendo le inclinazioni degli Israeliti, Geova Dio diede saggiamente quei comandi che sarebbero serviti meglio a scoraggiare gli abusi nelle circostanze allora esistenti. Gesù Cristo lo indicò, dicendo: “Per la durezza dei vostri cuori, Mosè vi concesse di divorziare dalle vostre mogli, ma non è stato così dal principio”. — Matt. 19:8.
6. Come reagirono i discepoli di Gesù quando fu ristabilita la norma originale circa il matrimonio, e perché?
6 Le parole di Gesù Cristo mostrarono però che ai suoi seguaci cristiani si sarebbe applicata l’originale norma di Dio circa il matrimonio. Come reagirono i discepoli? Compresero pienamente che questa era la disposizione migliore? Le loro parole indicano che non avevano una veduta veramente equilibrata della cosa. Essi ragionarono: “Se tale è la condizione dell’uomo riguardo alla moglie, non è consigliabile sposarsi”. (Matt. 19:10) I discepoli erano consci dei problemi che potevano sorgere nel matrimonio a causa dell’imperfezione umana. Pensarono dunque che era meglio restare celibi piuttosto che correre il rischio d’essere permanentemente uniti in matrimonio con qualcuno con cui sarebbe stato molto difficile andare d’accordo. Gesù Cristo, comunque, pur raccomandando il celibato, non condannò il matrimonio. — Matt. 19:11, 12.
7. Perché è giusto considerare molto seriamente il matrimonio?
7 Naturalmente, i discepoli di Gesù non avevano torto a considerare seriamente la norma originale circa il matrimonio. Il matrimonio fra creature umane imperfette ha aspetti negativi che non si possono trascurare. A quelli che decidono di sposarsi la Bibbia dice francamente che avranno “tribolazione nella loro carne”. (1 Cor. 7:28) Il matrimonio comporta serie responsabilità, ansietà e preoccupazioni. (1 Cor. 7:32-35) A causa di incidenti e malattie, per esempio, una famiglia può essere aggravata da pesi e difficoltà enormi.
8. La veduta scritturale circa la serietà del matrimonio che cosa dovrebbe permettere di fare al futuro marito o alla futura moglie, e così quali tristi conseguenze si possono evitare?
8 Chi è guidato dalla Bibbia, perciò, comprenderà che il matrimonio è qualcosa a cui l’uomo o la donna dev’essere mentalmente ed emotivamente preparata. Chi pensa di sposarsi deve considerare seriamente la propria capacità d’essere un buon marito e padre, una buona moglie e madre. Deve cercare di scoprire in anticipo le principali debolezze della persona che desidera sposare e vedere se è in grado di sopportarle in modo amorevole e comprensivo per tutta la vita. Deve chiedersi se è realmente disposto a fare sacrifici personali e tutto quello che è in suo potere per contribuire alla felicità del futuro coniuge. Molti uomini e molte donne avrebbero potuto risparmiare a se stessi e al proprio coniuge indicibili dolori e pene se avessero preso sul serio ciò che secondo la Bibbia devono attendersi gli sposati. Invece di fare precipitosamente qualcosa a cui non erano preparati, avrebbero potuto aspettare fin quando non fossero stati pronti ad assumere le responsabilità matrimoniali e non avessero avuto il discernimento necessario per scegliersi un coniuge per tutta la vita. Tale condotta avrebbe davvero recato loro durevole profitto.
9. Che cosa dice la Bibbia della possibilità che le creature umane imperfette trovino la felicità nel matrimonio?
9 Che la Bibbia consideri questi aspetti negativi, però, non vuol dire che tra le imperfette creature umane non possano esserci matrimoni felici. Al contrario, le Scritture rivelano che una buona moglie, ad esempio, è un vero tesoro e una grande benedizione per suo marito. Leggiamo: “Si è trovata una buona moglie? Si è trovata una cosa buona, e si ottiene buona volontà da Geova”. (Prov. 18:22) “Una moglie capace chi la può trovare? Il suo valore è molto maggiore di quello dei coralli”. (Prov. 31:10) La Bibbia dà al marito anche il seguente incoraggiamento: “Rallegrati con la moglie della tua giovinezza”. (Prov. 5:18) Nonostante le imperfezioni, gli sposati, specialmente quando si sforzano di seguire i princìpi biblici, possono provare contentezza, soddisfazione e gioia nella loro relazione.
LA FUNZIONE DEL MARITO
10. Che cosa deve fare un marito per imitare Gesù Cristo nell’esercizio dell’autorità?
10 Le Scritture incoraggiano i mariti a imitare nell’esercizio della loro autorità il perfetto esempio di Gesù Cristo. L’autorità non dà al marito il diritto di dominare sulla moglie, mettendola in una posizione bassa e degradata. Invece, gli dà la responsabilità di amarla con abnegazione, mettendo il benessere e gli interessi della moglie prima dei suoi desideri personali. “Mariti”, scrisse l’ispirato apostolo Paolo, “continuate ad amare le vostre mogli, come anche il Cristo amò la congregazione e si consegnò per essa”. (Efes. 5:25) L’esercizio dell’autorità da parte di Gesù sulla congregazione non è affatto crudele o tirannico. L’amore che lo spinse a sacrificarsi, unito alla sua fede e fiducia nei componenti della congregazione, li “costringe” in effetti a contraccambiarlo con simile amore, facendo tutto il possibile per piacergli. — 2 Cor. 5:14, 15; si paragoni I Giovanni 5:2, 3.
11. Come possono dimostrare i mariti che amano le mogli come i propri corpi?
11 Illustrando la natura dell’amore che i mariti dovrebbero dimostrare alla moglie, l’apostolo Paolo continuò: “In questo modo i mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi. Chi ama la moglie ama se stesso, poiché nessun uomo odiò mai la propria carne; ma la nutre e ne ha tenera cura, come anche il Cristo fa per la congregazione”. (Efes. 5:28, 29) Generalmente i mariti non sminuiscono i propri successi, non danno l’impressione d’essere incompetenti, non sottopongono i propri corpi a un crudele trattamento e non trascurano il proprio bisogno di riposo e ristoro. Non vogliono avere la reputazione d’essere dei “buoni a nulla”, ma desiderano una reputazione dignitosa agli occhi altrui. Seguendo il consiglio biblico accorderanno perciò alla moglie la stessa dignità e considerazione che vogliono per sé.
12. Che cosa deve fare il marito per poter ‘assegnare onore a sua moglie come a un vaso più debole’?
12 Per amare sua moglie come se stesso, il marito deve realmente conoscerla. Questo è esattamente ciò che la Bibbia comanda ai mariti: “Continuate a dimorare . . . con [le vostre mogli] secondo conoscenza, assegnando loro onore come a un vaso più debole, il femminile”. (1 Piet. 3:7) Quando il marito conosce i sentimenti della moglie e le sue limitazioni — fisiche, emotive e d’altro genere — può trattarla con riguardo, come un vaso prezioso. La moglie deve sentire che ha un posto onorevole nella casa, il marito dev’essere disposto a considerare con lei i problemi familiari in modo calmo e ragionevole, ascoltando i pensieri e le idee di lei. La moglie dovrebbe sentirsi libera di esprimersi e avere la certezza che quello che dice quando si parla di cose serie non sarà scartato alla leggera ma sarà tenuto in debita considerazione. Inoltre, il marito deve stare attento a notare più di quello che vien detto. I sentimenti più intimi e profondi possono essere rivelati dal tono della voce, dalle espressioni facciali o dalla mancanza di entusiasmo o spontaneità. Il marito che conosce sua moglie non trascurerà tali cose e non attuerà ciecamente qualche progetto che potrebbe dar luogo a inutile irritazione.
13. Quand’è che il marito deve essere fermo nonostante le manifestazioni emotive della moglie, e in che modo questo può essere profittevole?
13 Certo, come capofamiglia, il marito non accontenterà la moglie quando sa in maniera determinata che se lo facesse nuocerebbe agli interessi della famiglia in generale. Riconosce d’avere l’obbligo scritturale di sostenere ciò che è giusto nonostante le manifestazioni emotive della moglie. Accondiscendendo ai suoi desideri in contrasto con il proprio migliore giudizio, disonorerebbe Dio, che gli ha affidato il posto di capofamiglia. (1 Cor. 11:3) E se in seguito la famiglia si trovasse in difficoltà, egli potrebbe per questo inasprirsi verso la moglie. D’altra parte, sarà profittevole per la famiglia che egli si attenga fermamente a quella che ritiene senz’altro la condotta giusta. Quando sua moglie vedrà in seguito la saggezza della decisione presa, sarà lieta che il marito sia rimasto fermo. Questo farà aumentare il rispetto che ha verso di lui e la renderà meno incline a usare il suo ascendente femminile per indurre il marito a fare come vuole lei.
LA FUNZIONE DELLA MOGLIE
14. Qual è la funzione scritturale della moglie?
14 Riguardo alla funzione delle mogli, la Bibbia dichiara: “Siate sottoposte ai vostri mariti, affinché, se alcuni non sono ubbidienti alla parola, siano guadagnati senza parola dalla condotta delle loro mogli, essendo stati testimoni oculari della vostra condotta casta insieme a profondo rispetto. E il vostro ornamento . . . sia la persona segreta del cuore nella veste incorruttibile dello spirito quieto e mite”. — 1 Piet. 3:1-4.
15. Come può la moglie mostrare sottomissione, e come può trarne profitto?
15 La moglie che cerca di seguire questo consiglio scritturale consulterà il marito in merito a questioni importanti come grossi acquisti, offerte di impiego e cose simili, prima di fare un passo. Si sforzerà di conoscere il suo modo di vedere le cose e di sbrigare le faccende di famiglia nel modo che ella sa gli sarà gradito. Ella trarrà molto profitto da questo. Il marito non riterrà necessario imporle delle regole nel tentativo di impedire azioni poco sagge. Ella avrà la sua fiducia e la sua stima, ciò che le permetterà di usare appieno le proprie capacità e la propria iniziativa nell’aver cura della famiglia. — Prov. 31:11-31.
16. Come può trarre profitto la moglie che dà ascolto ai consigli biblici nonostante il marito li trascuri?
16 Può non essere sempre facile alla moglie stare sottomessa, specialmente se il marito non ha considerazione, è irragionevole e si sottrae anche alle responsabilità. Una cosa è certa, comunque; la situazione non migliorerà se la moglie cerca di assumere l’autorità, brontola o critica in continuazione il marito e si attende da lui cose molto superiori alle sue capacità. (Prov. 21:9, 19; 27:15, 16) Anziché “esplodere” per qualche trascuratezza del marito, la moglie otterrà risultati molto migliori cercando di incoraggiarlo e mantenendo la calma e l’equilibrio in circostanze difficili. Il suo “spirito quieto e mite” può essere proprio quello che ci vuole per indurlo a riflettere seriamente sul modo in cui si comporta e cominciare a fare cambiamenti nella propria vita. Anche se il progresso è molto lento, la moglie che segue i consigli biblici ne trae profitto. Ella evita l’enorme tensione emotiva, l’amarezza e i dissensi a cui condurrebbe uno scontro aperto col marito. — Prov. 14:29, 30; 1 Piet. 3:10, 11.
17. Perché una moglie saggia non farà una grossa questione sugli errori di giudizio del marito?
17 Similmente, ogniqualvolta il marito prende decisioni sbagliate, la moglie ci guadagna poco facendone una grossa questione. Le creature umane sono inclini a difendersi anche quando hanno torto. Se dunque una moglie fa una grande controversia del fatto che suo marito ha usato cattivo giudizio, può darsi ottenga la reazione esattamente contraria a quella che voleva. Forse egli sarà ancora più deciso a non tener conto di quello che dice lei per dimostrarle che non ha bisogno del suo consiglio. D’altronde, se ella si comporta in modo da indicare che comprende il fatto che noi creature umane imperfette non possiamo del tutto evitare gli errori di giudizio, forse la prossima volta egli sarà molto più incline a prendere in considerazione i pensieri di lei. (Giac. 3:2) Il suo orgoglio non sarebbe allora così intimamente toccato.
EDUCAZIONE DEI FIGLI
18. In che modo la misura in cui i genitori seguono o trascurano i consigli biblici ha effetto sui figli?
18 La misura in cui i genitori seguono o trascurano i consigli della Bibbia nell’adempimento delle loro rispettive funzioni esercita sui figli un effetto buono o cattivo. Se la moglie indebolisce l’autorità affidata da Dio al marito, col tempo i figli potrebbero mostrare poco rispetto ai genitori. Potrebbero mettere un genitore contro l’altro nel tentativo di ottenere quello che vogliono. Comunque, se con la parola e con l’esempio la moglie suscita nei figli apprezzamento per il giudizio del marito, essi riconosceranno l’utilità di chiedere suggerimenti e consigli al padre. (Prov. 12:4) Se egli ammette apertamente i propri errori ed è disposto a tener conto dei suggerimenti e dei sentimenti dei familiari contribuirà notevolmente a creare nella famiglia uno spirito di calore. Quando vi sono chiare indicazioni che egli apprezza il giudizio della moglie, anche i figli rispetteranno e apprezzeranno gli ammonimenti della madre. (Prov. 6:20-23; 31:28, 29) Sì, la calorosa, amorevole e rispettosa relazione esistente fra marito e moglie che la Bibbia incoraggia avvicina la famiglia e rende i figli sensibili all’istruzione dei genitori.
19. Perché non è un compito facile educare bene i figli?
19 Decisamente non è un compito facile educare bene i figli. Sin dai primissimi tempi della loro vita i figli manifestano cattive caratteristiche come ostinazione, atteggiamento ribelle ed egoismo. I genitori devono essere desti a scorgere le inclinazioni errate e poi prendere appropriate misure disciplinari per correggere i figli, e questo con pazienza. (Prov. 22:15; 29:15) Devono anche essere in grado di discernere i problemi che potrebbero nascere da cose che in se stesse possono non sembrare sbagliate. Spesso i genitori devono poter vedere quando una certa condotta non è più sana.
20. Perché la tendenza a isolarsi è un pericolo da evitare?
20 Per esempio, c’è differenza tra intimità e tendenza a isolarsi. Una certa intimità è utile per meditare profondamente, per pensare e predisporre in modo costruttivo. Ma la tendenza a isolarsi è pericolosa, poiché priva dell’effetto equilibratore del pensiero, dell’esperienza e del giudizio altrui. Può far divenire egocentrici e ciechi ai bisogni e ai sentimenti altrui. Vedendo solo se stesso, chi si isola può commiserarsi o diventare dogmatico, insensibile e sgarbato. “Chi si isola”, dice un proverbio biblico, “cercherà la sua propria brama egoistica; irromperà contro ogni saggezza”. — Prov. 18:1.
21. Che cosa possono fare i genitori per aiutare i figli a evitare di isolarsi?
21 I figli che hanno la tendenza a isolarsi devono sentire che sono desiderati e apprezzati nella famiglia, che i loro pensieri, i loro sentimenti e le loro esperienze sono importanti per i genitori. Devono vedere nell’esempio dato dai genitori la prova positiva che chi si prodiga per gli altri ottiene vera felicità. (Atti 20:35) I genitori possono fornire tale prova non solo esprimendo sincero interesse e comprensione per chi è nel bisogno, ma facendo anche quello che possono per rendersi utili. Può trattarsi solo di fare la spesa, la pulizia o altre faccende per chi è anziano, infermo o menomato. Si può insegnare a un fanciullo a partecipare a tali attività sin dalla tenerissima età. Questo aiuterà molto il bambino a riconoscere l’importanza di mostrare considerazione per il benessere altrui.
22. Come potrebbero i figli isolarsi dagli adulti, e quale effetto può questo avere su di loro?
22 I genitori devono anche badare di non incoraggiare o di non lasciare che i figli e le figlie si isolino con i propri divertimenti, i propri amici, le proprie idee e la propria immaginazione. Una famiglia deve fare le cose insieme per mantenere buone comunicazioni. I genitori devono stare attenti a non dare solo l’impressione di fare le cose insieme come famiglia. Forse quando vengono visitatori a casa o la famiglia va a trovare qualcuno, di regola i figli si appartano dagli adulti e si assentano per tutta la durata della visita. Può anche darsi che sia detto loro di farlo. Se i figli finiscono dunque per frequentare solo quelli della loro età, come possono avere apprezzamento per la saggezza che si acquista con l’età e con l’esperienza? (Prov. 1:20, 21; 8-11) Come possono imparare a fare una conversazione seria con gli adulti e capire le aspirazioni, le preoccupazioni, i sentimenti e i bisogni di quelli che sono più avanti con gli anni? (Lev. 19:32) Non diverranno di vedute ristrette, guardando le cose solo con gli occhi di giovani inesperti? Contemporaneamente, non diverranno anche i genitori di mentalità ristretta, ignari di quello che pensano i figli? Non ci sarà nella loro casa il divario fra le generazioni?
23. In che modo i genitori possono non scoprire i veri pensieri e sentimenti dei figli?
23 I genitori possono non scoprire i veri sentimenti e pensieri dei figli anche in altri modi, perdendo così i contatti con loro. Come può accadere? Assorti nel raggiungimento di mete personali, i genitori possono non prendersi il tempo di ascoltare i figli e di badare alle loro reazioni. (Si paragoni Proverbi 27:23). Forse chiedono ai figli come vanno le cose a scuola o che cosa pensano del fumo, del prendere droghe per provare emozioni, della condotta con il sesso opposto, eccetera. Pur accorgendosi forse di non sapere esattamente come la pensano i figli, i genitori si accontenteranno delle loro brevi risposte e osservazioni. Trascurando ripetutamente ciò che il tono della loro voce, le espressioni facciali e il grado di entusiasmo o spontaneità dei figli rivelano dei loro più profondi sentimenti, tali genitori possono col tempo non notare neppure gli atteggiamenti e le azioni indicanti che i figli e le figlie non pensano realmente quello che dicono. I genitori penseranno che è tutto a posto, poiché hanno coperto i figli di cose materiali. Ma in realtà i figli potrebbero essere molto scontenti e credere che i genitori si interessino poco del loro benessere. È chiaro che la negligenza dei genitori sotto questo aspetto può interrompere le essenziali comunicazioni familiari.
24. Quale esortazione dà Efesini 6:4 ai padri, e che cosa può accadere se viene trascurata?
24 Oltre a sforzarsi strenuamente di non perdere i contatti con i pensieri e i sentimenti dei figli, i genitori devono sapere come disciplinarli. La Bibbia comanda ai padri: “Non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e secondo la norma mentale di Geova”. (Efes. 6:4, NW) Come può la disciplina di un padre irritare i figli? Può darsi che dia comandi irragionevoli, inutilmente severi o incoerenti. Forse infligge le punizioni quando è adirato. Giacché l’ira genera ira, i figli finiranno per covare ira e risentimento verso il padre. Si sottoporranno alla sua disciplina solo perché sono costretti a cedere alla sua forza superiore. Ogniqualvolta questo accade, la disciplina non li spingerà realmente a fare il bene. Può darsi benissimo che faccia loro manifestare i lati peggiori: risentimento, amarezza e indole ribelle.
25. Che cosa deve fare un padre affinché la sua disciplina eserciti un buon effetto sui suoi figli?
25 Il padre che si sforza di far capire ai figli quanto li ama profondamente e che imprime in loro l’utilità e la giustezza di un modo di vivere conforme alla Bibbia avrà risultati interamente diversi. È vero che i figli possono dapprima non riconoscere sempre che la disciplina del padre è giusta. Ma quando in seguito ci ripenseranno, l’apprezzeranno come espressione di un padre amorevole che realmente si cura di loro. — Ebr. 12:5-11.
26. Perché è importantissimo che il padre trascorra coi figli una ragionevole quantità di tempo?
26 L’impartire disciplina è solo una piccola parte della responsabilità scritturale di un padre verso i figli. Egli ha pure l’obbligo di trascorrere con loro una ragionevole quantità di tempo per combattere con il suo esempio e il suo insegnamento le errate influenze a cui sono soggetti a scuola e altrove. Il padre che prende sul serio questo fatto non penserà di aver fatto tutto il suo dovere se forse conduce con la famiglia uno studio biblico settimanale. Egli comprende che la responsabilità di allevare i figli secondo la “norma mentale di Geova” è qualcosa di cui deve occuparsi ogni giorno se solo è possibile. — Deut. 6:6, 7.
27. Che cosa deve fare un padre per impartire ai figli istruzione quotidiana?
27 Per impartire istruzione quotidiana il padre non deve citare ai figli le Scritture in continuazione. Ma deve sapere quello che la Bibbia dice e comunicare ai figli lo spirito del suo messaggio. La sua disposizione, le sue parole e le sue azioni dovrebbero essere in armonia con le Scritture. Quando i figli hanno bisogno di guida, egli deve poterli aiutare a vedere le cose dal punto di vista biblico. In tal modo, la Parola di Dio avrà un posto importante agli occhi dei figli. La moglie può essere di grande aiuto al marito nell’impartire tale essenziale addestramento. — Prov. 1:8; 6:20; 31:26.
28. Che cosa deve fare una moglie se il marito non segue i consigli della Parola di Dio?
28 Che dire se il marito non prende sul serio la Parola di Dio? Che dire se solo la moglie ne apprezza i consigli? In tal caso la responsabilità di allevare i figli secondo la “norma mentale di Geova” grava sulla moglie. (Si paragoni Proverbi 31:1). Non è la situazione ideale, ma non è disperata. Molte donne sono riuscite ad aiutare i figli a divenire esemplari servitori di Geova Dio.
29. Come mostra il caso di Timoteo che una madre può impartire un eccellente addestramento scritturale anche se il marito è incredulo?
29 Prendete il caso di Timoteo nel primo secolo E.V. Grazie agli sforzi di sua madre Eunice e probabilmente anche di sua nonna Loide, imparò ad apprezzare le Scritture. La madre, benché le fosse difficile a causa del marito incredulo, cominciò a insegnare a suo figlio le Scritture dalla tenerissima età. Per questa ragione l’apostolo Paolo poté dire a Timoteo: “Dall’infanzia hai conosciuto gli scritti sacri”. (2 Tim. 3:15) Sì, fin dove arrivava la sua memoria, Timoteo non riusciva a ricordare un tempo in cui non conoscesse le Sacre Scritture. Questo ottimo addestramento contribuì molto a fare di lui un giovane eccellente, esemplare. Di lui parlavano bene tutti quelli che lo conoscevano bene. (Atti 16:1, 2) Alla congregazione di Filippi, l’apostolo Paolo disse di Timoteo: “Non ho nessun altro dalla disposizione simile alla sua che abbia genuinamente cura delle cose che vi riguardano. . . . voi conoscete la prova che egli diede di se stesso, che come un figlio col padre ha fatto lo schiavo con me per promuovere la buona notizia”. — Filip. 2:20-22.
30. Come devono sentirsi i genitori riguardo all’educazione dei figli anche se hanno capito solo di recente il valore della Bibbia?
30 Non c’è dubbio che ci vogliono molto tempo e fatica per educare i figli nella via indicata dalla Bibbia. Ma non vale senz’altro la pena dedicare il tempo e fare gli sforzi necessari? Non è soddisfacente quando i figli fanno onore ai genitori? Anche se in passato i genitori sono venuti meno perché non riconoscevano il valore della Bibbia, forse sono ancora in grado di riparare i danni causati dalla mancanza di debita guida e disciplina. L’osservanza dei princìpi biblici può anche toccare il cuore dei figli più grandi quando vedono che i genitori hanno veramente a cuore i loro migliori interessi.
31. Che cosa si richiede da chi vuole seguire la Bibbia nella sua vita, e come ne trae egli profitto?
31 Si trae davvero durevole profitto seguendo la Bibbia nella propria vita. Per farlo, dobbiamo realmente conoscere quello che dice e cercare di farci guidare in ogni nostra azione dallo spirito del suo insegnamento. Questa è una cosa che non si può fare dalla sera alla mattina. Ci vogliono continuo studio della Parola di Dio e l’ardente desiderio di conformarsi ai suoi saggi consigli. Questo, a sua volta, reca vera felicità, sicurezza, contentezza e pace. Così si esprime il libro biblico di Proverbi: “Felice è l’uomo che ha trovato la sapienza, e l’uomo che ottiene discernimento, poiché averla come guadagno è meglio che avere come guadagno l’argento e averla come prodotto che l’oro stesso. Essa è più preziosa dei coralli e tutti gli altri tuoi diletti non si possono uguagliare ad essa. Lunghezza di giorni è nella sua destra; nella sua sinistra sono ricchezze e gloria. Le sue vie sono le vie della piacevolezza, e tutti i suoi cammini sono pace. È un albero di vita per quelli che l’afferrano, e quelli che la ritengono saldamente dovranno chiamarsi felici”. — Prov. 3:13-18.