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L’adunanza di Pittsburgh mette in risalto l’urgenza dei tempiLa Torre di Guardia 1973 | 1° giugno
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la nostra attitudine, metterla in armonia con l’ispirato consiglio di II Pietro 3:12. Secondo la King James Version (nota marginale), i cristiani sono esortati a “cercare e affrettare la venuta del giorno di Dio”. Possiamo effettivamente affrettare il tempo stabilito da Dio per il suo giorno dell’esecuzione del giudizio? No, ma possiamo ‘tenere bene in mente’ quel giorno, come la Traduzione del Nuovo Mondo rende più accuratamente questo versetto. Pietro e altri cristiani del suo giorno non avevano modo di sapere quando sarebbe venuto quel “giorno”, ma sapevano che era un’assoluta certezza, che sarebbe sicuramente venuto e questo bastava! Oggi abbiamo abbondanti prove che una generazione già invecchiata vedrà davvero la predetta “grande tribolazione” che preparerà il terreno per entrare nel nuovo ordine di Dio. Dovremmo certo vivere ogni giorno con la consapevolezza della sua vicinanza, non rimandandola nella mente o nel cuore.
Durante l’annuale adunanza amministrativa cominciata alle 10, il presidente della Società, N. H. Knorr, rivelò che, benché ancora incompleto, il rapporto dell’anno di servizio del 1972 mostra già uno splendido totale di oltre 162.000 persone battezzate durante l’anno. Questo significa che negli scorsi cinque anni oltre 680.000 persone sono state battezzate in tutto il mondo ed esse rappresentano il 41 per cento degli odierni testimoni di Geova.
La classe dei diplomandi udì quindi alcuni commenti finali dall’istruttore U. V. Glass. Notando che l’età media della classe era di ventinove anni, mise in risalto che anche la Scuola di Galaad ‘nacque’ ventinove anni fa. Basando i suoi consigli su Ebrei 12:1-3, li esortò a non cadere nel peccato della mancanza di fede. I corridori non rallentano quando si avvicinano al traguardo. Ora che il Nuovo Ordine è così vicino i diplomati devono impegnare ogni oncia di forza nella corsa. Il preside di Galaad, E. A. Dunlap, mise quindi in risalto che Dio dà in modo caloroso e generoso, esortando gli studenti a non far mai sentire Dio ‘ferito nel cuore’ per la nostra mancanza di apprezzamento verso i suoi doni.
Ci fu poi il discorso finale, pronunciato dal presidente della Società sul soggetto “Il nome in cui tutte le nazioni scelgono di camminare”, basato sui capitoli 3 e 4 di Michea. Benché divise nella religione e in altre cose, le persone idoleggiano l’ideale della loro particolare nazione politica, facendone un dio nazionale. Ma i loro ‘dèi’ nazionali non salvano il genere umano da una condotta disastrosa. In questa “parte finale dei giorni”, centinaia di migliaia di persone in tutta la terra si rendono conto della realtà e si volgono a Geova come solo vero Dio in cui confidare. ‘Camminano nel suo nome’ seguendo la “legge” e la “parola” di Geova che esce dalla Sion e Gerusalemme celeste, sede dell’ora dominante regno del Messia.
Dopo la distribuzione dei diplomi e l’intervallo del pranzo, nel pomeriggio ci fu un animato e pittoresco programma musicale presentato in undici lingue dai quarantotto studenti diplomandi. L’intero programma culminò con un penetrante dramma biblico sul peccato del re Davide con Betsabea. Diede risalto all’eccellente equilibrio della giustizia di Dio e della sua misericordia. Con buona ragione, i 7.614 presenti finirono la giornata sentendosi riccamente ricompensati.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1973 | 1° giugno
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Domande dai lettori
● Perché, secondo i racconti di Matteo, Gesù usò due diverse parole — “fornicazione” e “adulterio” — trattando i corretti motivi del divorzio? Il solo motivo scritturale di divorzio non è forse l’“adulterio”, come si comprende in genere questo termine? — U.S.A.
In Matteo 5:32 le parole di Gesù sono: “Ma io vi dico che chiunque divorzia da sua moglie, salvo per causa di fornicazione [greco, por·neiʹa], la rende soggetta all’adulterio (greco, moi·kheiʹa), giacché chi sposa una donna divorziata commette adulterio”. Similmente, in Matteo 19:9 leggiamo: “Io vi dico che chiunque divorzia da sua moglie, se non a causa di fornicazione [por·neiʹa], e ne sposa un’altra commette adulterio [moi·kheiʹa]”.
Il racconto, perciò, usa due distinte parole. Vediamo prima ciò che significano e quindi consideriamo il significato del loro uso.
Moi·kheiʹa, uno dei termini impiegati nel
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