La cristianità è stata infedele a Dio! Che avverrà dopo la sua fine?
1. Si preoccupano i molti milioni di persone appartenenti alle varie religioni pagane e i comunisti del fatto che sulla cristianità sopraggiunga la fine perché è stata infedele a Dio?
PROBABILMENTE, ai centocinquanta milioni di buddisti del mondo importerà poco che la cristianità finisca perché è stata infedele a Dio. Essi ed i trecento milioni di seguaci del confucianesimo, i cinquanta milioni di taoisti e i trecentoventinove milioni di Indù potrebbero anche rallegrarsi che la cristianità con i suoi missionari sia prossima alla fine. I quattrocentoventinove milioni di seguaci dell’islamismo potrebbero considerare una buona notizia che la loro grande rivale religiosa, la cristianità, finisca disastrosamente, e con essa le sue crociate, causa di spargimenti di sangue. E quanto ai milioni di persone che seguono la religione rossa del comunismo, il loro atteggiamento può esser stato ben espresso da un eminente ecclesiastico protestante di New York quando, la domenica del 1º ottobre 1961, egli disse circa le chiese della cristianità: “Le chiese dovrebbero essere le organizzazioni che il comunismo sente il dovere di eliminare per prime”. — Times di New York del 2 ottobre 1961, dal sermone del dott. Robert J. McCracken.
2, 3. (a) Perché certe persone religiose possono rimanere sbigottite sentendoci parlare della fine della cristianità, ma quale influenza della cristianità negli affari del mondo ignorano esse? (b) Con che cos’altro dovrà coesistere la cristianità, e per quanto tempo?
2 Le persone religiose che mettono la cristianità in relazione col cristianesimo potrebbero rimanere sbigottite nel sentirci parlare della fine della cristianità. Secondo loro ciò significherebbe la fine del cristianesimo e la fine delle sette religiose a cui appartengono e che affermano di essere cristiane. È loro difficile rendersi conto dell’influenza della cristianità negli affari del mondo. Possono rimanere profondamente colpite leggendo le parole che il summenzionato ecclesiastico protestante (dott. McCracken) disse nello stesso sermone: “È un fatto evidente che il cristianesimo non occupa più una posizione predominante. La maggiore influenza è esercitata dalla scienza e dal suo dominio sul mondo materiale”. E in quanto alla speranza della cristianità di convertire il mondo e di rendere il mondo intero parte della cristianità, fu fatta una significativa dichiarazione dal notissimo storico, Arnold J. Toynbee, nel suo articolo intitolato “Se vogliamo essere l’ondata del futuro”. Nei paragrafi 9 e 10 egli disse:
Prendiamo il caso delle grandi religioni missionarie: il buddismo, il cristianesimo e l’islamismo. Gli aderenti a ciascuna di queste fedi si sono prefissi di convertire tutta l’umanità, e, in ogni caso per i cristiani, è ufficialmente riconosciuto quale articolo di fede che l’intera razza umana sarà convertita prima che la storia giunga ad una fine.
L’ondata cristiana, musulmana e buddista è avanzata per secoli ed ha gettato le sue acque su interi continenti. Eppure ciascuna di queste tre ondate missionarie ha fatto dei regressi e dei progressi. Ed oggi non pare che alcuna di esse potrà mai divenire completamente mondiale. Apparentemente tutt’e tre son venute per rimanere, e questo significa che dovranno coesistere.
— Times Magazine di New York del 13 novembre 1960, pagina 122.
3 A questa dichiarazione dello storico Toynbee si deve aggiungere che la cristianità dovrà anche coesistere con il comunismo internazionale finché potrà.
4, 5. (a) In vista dell’imminente fine della cristianità, quali domande sorgono circa quello che avverrà in seguito? (b) Coloro che vedono qualche cosa di terribile nella fine della cristianità, quali domande si fanno circa la sua distruzione?
4 Che accadrà dunque? La fine della cristianità significa forse che il mondo sarà del tutto non cristiano o pagano? Significa forse la supremazia mondiale delle forze dell’ateo comunismo? Significa forse che il globo terrestre sarà trasformato in un desolato luogo disabitato e radioattivo da una terza guerra mondiale combattuta con armi nucleari e con il combattimento chimico, biologico e radiologico?
5 Alle persone che non sono al corrente dei rivelati propositi del grande Creatore dell’uomo, la fine della cristianità fa pensare a qualche cosa di terribile, di incredibile. Forse chiederanno: Perché Dio, il Creatore, vorrebbe distruggere la cristianità? Perché permetterebbe Gesù Cristo, il Capo del cristianesimo, che la cristianità fosse distrutta? Se alle loro domande si risponde dicendo: Perché la cristianità è stata infedele a Dio, chiederanno: In che modo la cristianità è stata infedele a Dio?
6. Che cosa intendiamo con la parola “cristianità”, e su quale definizione di tale parola non sono d’accordo i veri cristiani?
6 Innanzi tutto, dobbiamo capire che cosa intendiamo con la parola “cristianità”. Il Dizionario Enciclopedico Italiano di G. Treccani definisce la cristianità “l’insieme dei paesi abitati dai cristiani”. È antiquato dire che cristianità significhi cristianesimo. Oggi i veri cristiani non confondono la cristianità con il cristianesimo o non li ritengono uguali. Essi non sono d’accordo che cristianità significhi l’intero gruppo di persone che affermano di essere cristiane, perché i veri cristiani non vogliono fare parte della cristianità. La parola cristianità è usata per includere quei paesi che affermano d’essere cristiani o che sono stati legalmente chiamati cristiani come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti d’America, la Spagna, ecc. La parola cristianità si riferisce particolarmente all’intero gruppo delle centinaia di sette religiose di tali paesi che affermano di essere cristiane. Ottocento milioni di persone affermano di far parte di questa cristianità.
COM’È VENUTA MENO?
7. Perché il mondo non cristiano dovrebbe interessarsi di conoscere la risposta alla domanda, e che cosa significa l’espressione “venir meno”?
7 In base a che cosa si può fare l’accusatrice dichiarazione che la cristianità è venuta meno al servizio di Dio? Anche il cosiddetto mondo non cristiano si dovrebbe interessare di conoscere la risposta a questa domanda, perché il mondo non cristiano o pagano è destinato a risentire grandemente degli effetti della fine della cristianità. Come si può dunque dire che l’accusa è fondata? In che modo è la cristianità venuta meno al servizio di Dio? L’espressione “venir meno” significa, fra l’altro, “fallire o mancare in azione, dettaglio o risultato; deludere o non mostrarsi all’altezza di ciò che è tentato, aspettato, desiderato o approvato; mostrare di non poter soddisfare i propri obblighi; mostrare di non essere d’alcuna utilità o d’aiuto ad alcuno”.
8. Perché non è prematuro pronunciare un giudizio sulla cristianità, e secondo quale libro si deve pronunciare il giudizio e perché?
8 Il cristianesimo fu istituito diciannove secoli fa, quindi la cristianità ha avuto molto tempo per mostrare ciò che avrebbe potuto compiere con il cristianesimo. Dopo tutto questo tempo, dinanzi all’attuale prospettiva del mondo, non è prematuro fare la resa dei conti e pronunciare un giudizio sulla cristianità. Ha essa deluso Dio, mostrando di non essere all’altezza di ciò ch’egli s’aspetta, desidera e approva? Ha essa soddisfatto i suoi obblighi verso di lui, e ha mostrato d’essergli utile e d’aiuto? Per pronunciare un giudizio, dobbiamo prendere la nostra decisione in base al libro del cristianesimo, la Bibbia di Dio. In essa Dio pronuncia il suo giudizio.
9, 10. (a) Da che cosa deriva il nome cristianesimo, e quando doveva essere istituito? (b) Quali parole che Gesù Cristo doveva dire furono predette dal profeta di Dio, Isaia?
9 Il nome cristianesimo deriva dal nome Cristo, titolo con cui fu chiamato Gesù di Betleem di Giuda. Quindi il cristianesimo consiste nell’imitare Gesù Cristo e ubbidire ai suoi insegnamenti e comandi. Cristo significa Unto; la parola giudaica “Messia” significa la stessa cosa. Nel suo libro, la Bibbia, Dio predisse che il cristianesimo sarebbe stato istituito in un certo tempo, ciò che avvenne millenovecento anni fa. Più di settecento anni prima di ciò, Dio ispirò il suo profeta Isaia a scrivere le parole che Gesù Cristo, o Gesù l’Unto, avrebbe dette! Aprite la vostra Bibbia alla profezia d’Isaia, capitolo sessantuno, versetti uno e due. La versione della Bibbia di Fulvio Nardoni dice:
10 “Lo spirito del Signore Jahweh è sopra di me, poiché mi ha unto il Signore, mi ha mandato per annunciare la buona novella ai poveri, per curare i contriti di cuore, per chiamare a libertà i prigionieri e alla liberazione i detenuti, per proclamare l’anno della benevolenza del Signore, il giorno della retribuzione del nostro Dio, per consolare tutti i dolenti”.
11. Sotto questo aspetto come Gesù Cristo non fu infedele a Dio, quindi che cosa devono fare i veri cristiani?
11 Non sono queste meravigliose cose da predicare e da proclamare? Gesù Cristo fu unto per predicare e proclamare queste cose. In una sinagoga giudaica di Nazaret, la città dov’era cresciuto, egli citò proprio le parole della profezia d’Isaia per provare che si applicavano a lui, che egli era il Cristo o Unto. (Luca 4:16-21) Il racconto inerente alla sua vita terrena indica che egli adempì quelle parole. Sotto questo aspetto egli non venne meno e non deluse Geova suo Dio, che lo aveva unto con lo spirito santo. Perciò i suoi seguaci, i suoi discepoli, i suoi imitatori, cioè i cristiani, devono predicare e proclamare le stesse buone e confortanti cose.
12, 13. (a) Che cosa doveva offrire il cristianesimo a tutta l’umanità, e come fu questo indicato alla nascita di Gesù? (b) Perché quelle parole angeliche non verranno meno?
12 Con la venuta del cristianesimo doveva essere presentata a tutti gli uomini e le donne ubbidienti la speranza della vita eterna nella perfetta felicità in un nuovo mondo creato da Geova Dio. Quando Gesù nacque a Betleem, nel Medio Oriente, nel 2 a.C., alcuni angeli di Dio apparvero dal cielo ai pastori che si trovavano nei campi vicini e dissero: “Non temete: ecco, vi porto una lieta novella, che sarà di grande gioia per tutto il popolo; oggi vi è nato [a Betleem] nella città di David il Salvatore, che è Cristo Signore. . . . Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. — Luca 2:8-14, Na.
13 Quindi l’annuncio della nascita di Gesù fu una buona notizia per tutte le persone d’ogni luogo; e il cristianesimo, che egli fondò, doveva recare una grande gioia a tutte le persone di qualunque razza, colore, nazionalità, lingue o condizione sociale. Il cristianesimo doveva recare gloria a Dio nelle altezze di sopra e pace sulla terra fra gli uomini di buona volontà verso Dio che avrebbero ottenuto la sua approvazione. Ciò che gli angeli di Dio dissero dal cielo a quei pastori giudei non furono semplici parole, né linguaggio d’uomo. Fu la parola di Dio su quello che la venuta di Cristo e l’istituzione del vero cristianesimo avrebbero significato, sia riguardo a Dio che all’uomo. Quelle parole angeliche che avevano avuto origine da Dio non verranno meno. Si avvereranno.
14, 15. (a) Quando cambiò Gesù la sua occupazione terrena a Nazaret, e perché? (b) Come simbolizzò Gesù d’aver cambiato la sua occupazione, e che cosa indicò quindi Dio riguardo a Gesù?
14 Fino a trent’anni questo Gesù visse a Nazaret e si dedicò al mestiere di falegname. Quindi cambiò la sua occupazione quotidiana. Perché? Per adempiere le profetiche parole d’Isaia circa il grande Predicatore di buone notizie e Proclamatore di libertà. Gesù udì che suo cugino, che aveva nome Giovanni Battista, predicava un sorprendente messaggio: “Il regno dei cieli è vicino”. (Matt. 3:1, 2, Na) Gesù s’interessava più di ogni altra cosa del regno di Dio, il regno dei cieli. Perciò lasciò la sua bottega di falegname e si recò da Giovanni al fiume Giordano e fu da lui immerso nelle acque del fiume. In tal modo Gesù compì un atto figurativo per simboleggiare di aver rinunciato alla sua precedente occupazione ed esser venuto per fare la volontà di Dio in relazione con il regno di Dio.
15 Quando il battezzato Gesù uscì fuori dall’acqua, Dio sparse il suo spirito su Gesù e in tal modo lo unse, facendo di lui il promesso Cristo. Nello stesso tempo venne dai cieli invisibili la voce di Dio che dichiarò che questo unto Gesù era suo Figlio verso il quale aveva buona volontà. Il racconto, in Matteo 3:17 (Na), dice: “Una voce dai cieli che dice: ‘Questo è il mio Figlio diletto, nel quale Io mi compiaccio’”. Questo confermò il fatto che Dio aveva inviato il suo diletto Figlio dai cieli spirituali perché nascesse come uomo perfetto, onde questo fedele Figlio facesse la volontà di Dio sulla terra. Come Gesù Cristo stesso disse in seguito a un governante giudeo: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio Unigenito, affinché ognuno che crede in lui, non perisca, ma abbia la vita eterna”. — Giov. 3:16, Na.
I GIUDEI FURONO INFEDELI A DIO
16, 17. (a) In adempimento alla profezia d’Isaia che cosa è scritto che Gesù predicò? (b) Malgrado ciò che Gesù predicò, come diede egli prova di non essere impegnato in una campagna politica?
16 Dopo essere stato battezzato e unto con lo spirito di Dio Gesù andò a predicare al suo popolo, i Giudei o nazione d’Israele, per adempiere la profezia d’Isaia. Predicando la buona notizia e proclamando la libertà, che cosa predicò l’Iniziatore del cristianesimo? Una frase della Bibbia risponde: “Egli se ne andava di città in città e di villaggio in villaggio, predicando e annunziando la buona novella del regno d’Iddio”. E i suoi dodici apostoli erano con lui. — Luca 8:1, Na.
17 Gesù Cristo predicò il regno di Dio. Ma non fu un politicante. Non si immischiò nella politica del governo giudeo né del governo imperiale romano di quel tempo. Non fece di se stesso un re terreno. Non permise che alcun Giudeo facesse di lui un re terreno. In un’occasione, dopo che Gesù aveva miracolosamente nutrito una folla di oltre cinquemila persone, molti uomini che non erano suoi apostoli volevano abbattere il giogo romano e farlo loro re. Un apostolo di Gesù, che ne fu testimone, scrive: “Or, quegli uomini, visto il prodigio fatto da Gesù, dicevano: ‘Questo è davvero il Profeta che deve venire nel mondo’. Ma Gesù, accortosi che venivano per rapirlo e farlo re, si ritirò di nuovo solo sulla montagna”. — Giov. 6:14, 15, Na.
18, 19. (a) Considerando l’esempio di Gesù in questo, che cosa non potrebbe fare un suo imitatore? (b) Che cosa disse Gesù al governatore romano riguardo al suo regno, quindi a far che cosa non autorizzerebbe Gesù alcun suo discepolo?
18 Gesù impedì che il popolo a cui egli aveva predicato il regno di Dio facesse di lui un re terreno. Come avrebbe potuto un vero cristiano o imitatore di Gesù Cristo fare della politica e lasciare che gli uomini lo facessero o lo ungessero loro re sulla terra? Sarebbe stato impossibile. Solo quando fu falsamente accusato di aver cercato di farsi re, Gesù non si ritrasse, ma si diede nelle mani dei suoi nemici per esser messo a morte. (Luca 23:15) Egli agì in tal modo perché il regno che aveva predicato non veniva dagli uomini, né da questo mondo e non era parte di questo mondo.
19 Il governatore romano Ponzio Pilato fece il processo a Gesù in Gerusalemme e gli chiese: “‘Sei tu il re dei Giudei?’ . . . La tua nazione e i grandi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani: che cosa hai fatto?” Gesù rispose: “Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo il mio regno, le mie guardie certo avrebbero combattuto, perché non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma il regno mio non è di quaggiù”. (Giov. 18:33-36, Na) Se nessun servitore di Gesù era autorizzato a combattere per farlo re di questo mondo, quale autorità ha alcun discepolo di Gesù di immischiarsi nella politica e di fare re qualche altro uomo? Dato che il regno di Gesù Cristo è celeste e non fa parte di questo mondo, egli non permetterebbe né autorizzerebbe alcuno dei suoi apostoli o discepoli a divenire re o governante di un governo che fa parte di questo mondo.
20. (a) Chi fa re Gesù Cristo, e re di che cosa? (b) A questo riguardo, come sappiamo se i Giudei furono infedeli a Dio o no?
20 Il regno di Gesù è da Dio. Dio unse Gesù con lo spirito santo, facendolo re, non un re di questo mondo politico, ma un re celeste assolutamente separato dalla politica di questo mondo. Geova Dio mandò suo Figlio e lo offrì ai Giudei quale loro promesso Cristo, affinché i Giudei divenissero suoi seguaci cristiani e si unissero a lui nella predicazione del regno di Dio. Che diremo dunque dei Giudei, del popolo giudeo, i cui sacerdoti e capi religiosi consegnarono Gesù al governatore romano, accusandolo di sedizione e facendolo uccidere come criminale politico, appendendolo a un palo perché morisse fuori delle mura di Gerusalemme? A quel tempo essi gridarono al governatore romano che voleva liberare Gesù: “Noi non abbiamo altro re che Cesare”. (Giov. 19:1-16, Na) Furono i Giudei infedeli a Dio, o lo fu Gesù? Il fatto che Dio risuscitò Gesù dai morti il terzo giorno e lo esaltò al suo trono celeste indica che Gesù Cristo non fu infedele a Dio. I Giudei furono infedeli a Dio.
21. Come confermò questo l’apostolo Pietro il giorno di Pentecoste?
21 Quindi il giorno di Pentecoste, dopo che Gesù era morto, era stato risuscitato ed esaltato al cielo, l’apostolo Pietro disse ai Giudei: “Uomini israeliti, ascoltate queste parole: Gesù il Nazareno, uomo cui Dio ha reso testimonianza di fronte a voi, con miracoli, e segni operati da Dio per mezzo di lui fra di voi, come ben sapete voi stessi; quest’uomo, dopo essere stato tradito, secondo l’immutabile disegno e prescienza di Dio, voi lo avete crocifisso e lo avete messo a morte; quest’uomo, Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai lacci della morte, . . . Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele, che Iddio ha costituito Signore e Cristo questo Gesù, che voi avete crocifisso”. — Atti 2:22-36, Na.
22. Come confermò Stefano questo fatto, e con quale risultato?
22 In seguito i Giudei perseguitarono gli apostoli e altri discepoli di Gesù Cristo. Un convertito giudeo di nome Stefano fu il primo ad essere ucciso perché era discepolo di Cristo. Ma prima disse alla suprema corte giudaica di Gerusalemme: “Duri di cervice e incirconcisi di cuore e di orecchi, voi sempre resistete allo Spirito Santo: come furono i vostri padri, così siete voi. Quali dei profeti non perseguitarono i vostri padri? Essi uccisero coloro che predicevano la venuta del Giusto [Gesù Cristo], di cui voi, in questi giorni, siete stati traditori e omicidi”. Per aver detto a questi giudici che i Giudei erano stati infedeli a Dio, Stefano fu lapidato a morte. (Atti 7:51-60, Na) Altra dimostrazione d’infedeltà dei Giudei!
23. Come un persecutore dei cristiani convertito confermò l’infedeltà dei Giudei?
23 Un Giudeo ch’era presente quando Stefano fu lapidato dà un’ulteriore testimonianza dell’infedeltà dei Giudei verso Dio. Questo Giudeo, Saulo di Tarso, divenne in seguito cristiano e fu anch’egli perseguitato dai Giudei. Perciò scrivendo ai suoi fratelli cristiani che erano perseguitati dai Giudei in Macedonia, disse: “Voi, o fratelli, siete divenuti imitatori delle Chiese d’Iddio, che sono in Cristo Gesù nella Giudea, perché anche voi avete sofferto dai vostri connazionali le medesime persecuzioni che esse hanno sofferto dai Giudei, i quali uccisero il Signore Gesù e i profeti, ed hanno perseguitato anche noi, e non piacciono a Dio e sono ostili a tutti gli uomini, ed impediscono a noi di parlare ai Gentili affinché si salvino, onde colmare di continuo la misura dei loro peccati. Ma la collera (di Dio) su di loro è giunta sino alla fine”. — 1 Tess. 2:14-16, Na; Atti 17:1-13.
24, 25. (a) Fino a qual punto venne l’ira di Dio sui Giudei, e in adempimento di quale profezia di Gesù? (b) Avendo tutte queste prove, che cosa non si può negare?
24 L’ira di Dio venne sui Giudei fino al punto di permettere che la loro santa città capitale, Gerusalemme, e il suo glorioso tempio d’adorazione fossero distrutti dai Romani nell’anno 70. Era la città santa a cui Gesù stesso aveva detto: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati! Quante volte Io ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto! Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta”. E circa il suo tempio Gesù disse ai suoi apostoli: “Non resterà qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”. — Matt. 23:37 fino a 24:2, Na.
25 Avendo tutte queste prove, perfino la testimonianza di Gesù Cristo, può qualcuno negare che i Giudei fossero infedeli a Dio quando ebbero la più grande opportunità di tutta la storia giudaica? No!
FIGURA PROFETICA DELLA CRISTIANITÀ
26. Chi ha ripetuto gli errori dei Giudei, e quale avvertimento non ha accettato?
26 La storia indica che la cristianità ha ripetuto gli errori dei Giudei. La cristianità è la corrispondente parte moderna dei Giudei e di Gerusalemme dell’antichità. Quindi le infedeltà dei Giudei furono una figura profetica delle infedeltà della cristianità. Per questa ragione il giudeo e cristiano apostolo Paolo menzionò le ripetute infedeltà dei Giudei e disse ai suoi fratelli cristiani: “Queste cose accaddero loro [ai Giudei] come in figura, e sono state scritte per ammonire noi, che siamo giunti alla fine dei tempi. Perciò colui che si crede di star bene in piedi, guardi di non cadere”. (1 Cor. 10:11, 12, Na) La cristianità s’è rifiutata d’accettare l’avvertimento che echeggia dalle pagine della storia giudaica.
27. (a) Quali peccati menzionati dall’apostolo ha commesso la cristianità, e in tal modo quale nome non ha onorato? (b) Come non ha la cristianità imitato Gesù nel portare il più grande nome?
27 Fra le cose menzionate dall’apostolo Paolo in cui i padri giudei vennero meno vi furono il desiderio di cose dannose, l’idolatria, la fornicazione (immoralità), mettere Dio alla prova, e mormorare contro Dio ed i suoi profeti. Sotto questi aspetti è la cristianità venuta meno? Esaminate il suo passato e giudicate. In base alle sue infedeltà dovute a questi stessi peccati essa non reca onore a Colui del quale porta il nome, Cristo. Essa afferma di seguire Gesù, ma le sue opere smentiscono la sua affermazione. Non porta il nome di Dio come fece Gesù Cristo. Il nome stesso con cui il Figlio di Dio fu chiamato, cioè Gesù, significa “Yahweh [Geova] [è] salvezza”. (Dizionario Enciclopedico Italiano di G. Treccani, Vol. V, pag. 318) L’angelo di Geova disse a Giuseppe, patrigno di Gesù: “Tu gli porrai nome Gesù. Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. (Matt. 1:20, 21, Na) Perciò il Figlio di Dio sulla terra doveva portare il nome del suo Padre celeste, dato che il nome Gesù ha in sé il nome Geova. Tuttavia, la cristianità s’è rifiutata di portare il nome di Geova o di dargli il suo posto principale nel cristianesimo.
28. (a) Come, in base a ciò ch’era stato predetto da Gesù ai capi religiosi giudei, i Giudei perdettero il privilegio di portare il nome di Dio? (b) A chi fu allora esteso questo privilegio?
28 La cristianità ha perduto l’opportunità di portare il nome di Dio divenendo il popolo di Geova Dio. Per mostrare che i Giudei perdettero similmente questo privilegio, Gesù Cristo disse ai sommi sacerdoti giudei e agli influenti anziani: “Vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a una nazione che ne produca i frutti”. (Matt. 21:23-43, Na) In armonia con questo, il messaggio del regno di Dio e il privilegio di divenire cristiani fu esteso ai popoli non giudei, ai Gentili, trentaquattr’anni prima che Gerusalemme, la capitale giudaica, fosse distrutta dai Romani. L’apostolo giudeo e cristiano Simon Pietro fu impiegato per estendere loro questo favore.
29. Che cosa disse il discepolo Giacomo ad una commissione d’inchiesta riguardo al fatto che il favore di Dio era stato esteso ai Gentili?
29 Quale obbligo impose ciò su quei credenti gentili? Il discepolo giudeo e cristiano Giacomo indicò quest’obbligo quando disse alla religiosa commissione cristiana d’inchiesta di Gerusalemme: “Fratelli, ascoltatemi. Simone ha narrato interamente come Dio rivolse per la prima volta la sua attenzione alle nazioni per trarre da esse un popolo per il suo nome. E con questo sono concordi le parole dei Profeti, come sta scritto: ‘Dopo queste cose io ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che è caduta; e riedificherò le sue rovine e l’innalzerò di nuovo, affinché il rimanente degli uomini possa ardentemente cercare Geova, insieme alle persone di tutte le nazioni, persone che sono chiamate con il mio nome, dice Geova’”. — Atti 15:13-18.
30. In armonia con ciò, quale obbligo hanno i cristiani?
30 I veri cristiani hanno dunque l’obbligo di portare il nome di Dio o d’essere chiamati con il nome di Dio, cioè d’essere chiamati il popolo di Geova, il popolo di Dio. Che dire dunque della cristianità?
31, 32. (a) Qual è stata la condotta della cristianità riguardo al nome di Dio? (b) In che modo il caso della Versione Standard Riveduta del 1952 illustra questo fatto?
31 La cristianità ha evitato questo nome. Ha agito in opposizione alla preghiera che Gesù insegnò ai suoi discepoli di rivolgere a Dio: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo Nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra”. (Matt. 6:9, 10, Na) La cristianità non ha santificato il nome del Padre celeste, Geova. In questi ultimi tempi essa ha cercato di escludere completamente il nome sacro dalle traduzioni inglesi della Bibbia.
32 Prendiamo il caso della Versione Standard Riveduta (inglese) della Bibbia. La sua edizione del 1952 dice nella prefazione circa l’omissione del nome Geova o Yahweh:
La presente revisione torna alla procedura della Versione del Re Giacomo, che segue il precedente degli antichi traduttori greci e latini e la pratica di lunga data nella lettura delle Scritture Ebraiche nella sinagoga. . . . l’uso di qualunque nome proprio per l’unico e solo Dio, come se vi fossero altri dèi dai quali dovesse essere distinto, fu interrotto nel giudaismo prima dell’èra cristiana ed è del tutto inadatto per la fede universale della Chiesa Cristiana. — Pagine vi, vii.
33, 34. Come la Bibbia originale e il caso di Gesù stesso condannano l’idea di non pronunciare il nome di Dio?
33 Eppure le originali Scritture Ebraiche usarono il nome divino 6.823 volte o più proprio allo scopo di distinguere Geova Dio da tutti i falsi dèi di questo mondo. Inoltre, lo stesso nome di Gesù ha in sé il nome divino; e non v’è alcuna prova che Gesù seguisse l’antiscritturale pratica giudaica di quei giorni e rifiutasse di menzionare il nome del suo Padre celeste. Se il sommo sacerdote giudeo nel tempio era legalmente autorizzato a dire il divino nome Geova, certamente Gesù Cristo, che è il più grande Sommo Sacerdote di Dio, fu legalmente autorizzato a pronunciare in pubblico questo santo nome.
34 Inoltre, l’ultimo libro delle Scritture Cristiane usa l’espressione ebraica Alleluia!, che significa “Lodate Geova”. — The American College Dictionary. Vedere Apocalisse 19:1, 3, 4, 6, Na.
35. Come ha la cristianità copiato dai pagani, facendo apparir loro la persona di Dio sotto falsa luce?
35 La cristianità ha copiato dalle nazioni pagane dell’Asia insegnando che Dio è una trinità, tre Dèi in una Persona. Ma chi può spiegare questa cosiddetta Trinità e metterla in armonia con il libro del cristianesimo, la Bibbia? Perciò quando le persone, che non riescono a capire la Trinità, chiedono una spiegazione, gli ecclesiastici cercano di cavarsela dicendo che la Trinità è un mistero. In tal modo essi mettono le persone in una grande confusione, nell’incapacità di capire la Bibbia e il suo messaggio, e nell’impossibilità di invocare il nome divino Geova per ottenere la salvezza mediante Gesù Cristo. (Gioele 2:28-32; Atti 2:16-21) Perciò essi hanno anche presentato Dio ai pagani sotto falsa luce, e i pagani vedono in questo Dio trino qualcosa di simile ai loro falsi dèi.
36. Sotto quale patto con Dio afferma di essere la cristianità, ma come gli è stata infedele circa il suo adempimento?
36 Gli antichi Giudei avevano stipulato un patto con Dio per mezzo della legge data mediante il profeta Mosè. Ma la cristianità afferma di essere sotto il nuovo patto, di cui Gesù Cristo è mediatore. “Infatti, un solo Dio, uno solo anche mediatore di Dio e di uomini, uomo, Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti”. (1 Tim. 2:5, 6, Na) E quanto al conoscere e comprendere questo solo vero Dio, il nuovo patto dei cristiani dice: “Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno [Geova], che io farò un nuovo patto . . . E non insegneranno più ciascuno il suo compagno e ciascuno il suo fratello, dicendo: ‘Conoscete l’Eterno [Geova]!’ poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice l’Eterno [Geova]”. (Ger. 31:31-34, VR; Luca 22:19, 20) È stata forse la cristianità infedele a Dio circa l’adempimento di questa profezia del nuovo patto? La mancanza di conoscenza da parte della cristianità indica oggi che Dio ha ragione d’esserne deluso.
LA SUA INIMICIZIA VERSO DIO
37. In base a quale profezia dovrebbe essere esaminata la cristianità in questi “ultimi giorni” per stabilire se è amica di Dio o no?
37 Molte persone religiose rimarranno sbalordite se metteremo in dubbio che la cristianità sia amica di Dio. Naturalmente che gli è amica! diranno. Ma ricordiamo le ammonitrici parole di un profeta cristiano, l’apostolo Paolo: “Sappi che negli ultimi giorni ci saranno dei tempi difficili. Allora gli uomini saranno egoisti, avidi di danaro, . . . amanti più del piacere che di Dio, aventi le apparenze della pietà, ma privi di quanto ne forma l’essenza”. (2 Tim. 3:1-5, Na) In armonia con ciò, la cristianità, pur essendo amante dei piaceri, del denaro, potrebbe avere un’esteriore forma di pietà e rinnegare il potere della devozione interiormente e mediante la sua condotta.
38. In armonia con 1 Tessalonicesi 1:9, 10, come si sarebbe rivelata nei veri cristiani la santa devozione, ed essendo in attesa di chi?
38 Alle persone che si erano allontanate dal paganesimo greco per volgersi al vero cristianesimo l’apostolo Paolo scrisse: “Vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire al Dio vivo e vero, e per attendere dai cieli suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene”. (1 Tess. 1:9, 10, Na) Attendendo il ritorno del Figlio di Dio, che a quel tempo sarebbe venuto nel suo regno, i suoi veri discepoli avrebbero potuto manifestare effettiva santa devozione. Il potere di questa devozione si sarebbe rivelato trasformando la loro vita, per essere diversi da questo odioso vecchio mondo idolatra, in cerca di piaceri, egoista, su cui incombe l’ira del giusto Dio. In tal modo i veri cristiani sarebbero stati in una condizione adatta per ricevere il Figlio di Dio ed essere da lui accettati quale sua Sposa.
39. Poiché lo attendeva, in una condizione simile a chi doveva mantenersi la cristianità?
39 La congregazione dei veri e devoti cristiani è paragonata dalla Bibbia a una vergine fidanzata o promessa in matrimonio a Gesù Cristo alla sua venuta nel suo regno. L’apostolo Paolo disse alla congregazione a cui egli aveva portato la conoscenza intorno a Gesù Cristo: “Vi ho fidanzati ad un solo sposo, per presentarvi a Cristo, come una vergine pura”. (2 Cor. 11:2, Na) Similmente, l’ultimo libro della Bibbia chiama l’intera congregazione cristiana “la sposa, la moglie dell’Agnello”. (Apoc. 21:2, 9, 10, VR) Doveva quindi mantenersi vergine, senza sposare alcun altro, “senza macchia dal mondo”, in una “forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre”. (Giac. 1:27) Ha preservato la cristianità tale verginità religiosa verso Cristo?
40, 41. (a) Quale spirito ha adottato la cristianità, quindi in quali opere si è impegnata? (b) Come si è resa la cristianità inadatta ad essere sposata da Cristo alla sua venuta nel suo regno?
40 La storia della religione dice No! Dal tempo dell’imperatore Costantino in poi la cristianità ha imitato il mondo ed ha seguìto vie mondane. Ha adottato lo spirito del mondo e si è impegnata nelle “opere della carne”. L’apostolo Paolo dice che sono “la fornicazione, l’impurità, la dissolutezza, l’idolatria, la magia, le inimicizie, le contese, le gelosie, le ire, le risse, le discordie, le sette, le invidie, le ubriachezze, le gozzoviglie ed altre cose simili. Riguardo ad esse vi avverto, . . . coloro che fan tali opere non avranno in eredità il regno di Dio”. — Gal. 5:19-21, Na.
41 Nella cristianità abbondano tali “opere della carne”. Poiché pratica tali cose non potrebbe ereditare il regno di Dio quale vergine sposa del Figlio di Dio. Si è resa parte integrale di questo mondo. È divenuta ‘amica del mondo’ ed è sposata con esso, ed il ritorno di Cristo nel suo regno non ha quasi nessuna importanza per essa. Ha nominato e unto dei re. Ha unito Chiesa e Stato. Quindi in senso spirituale essa si è resa adultera, perché è sposata a questo mondo e ciò nonostante pretende di essere fidanzata a Cristo e di essere la sua Sposa spirituale. Le parole del discepolo Giacomo indicano ch’è un’adultera, poiché Giacomo dice: “O gente adultera, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio”. (Giac. 4:4, VR) Gesù Cristo non accetterà e non possederà mai un’adultera, una ‘nemica di Dio’, quale sua Sposa. Egli non sposerà mai la cristianità.
NON È UNA FORZA PER OTTENERE PACE E UNITÀ
42, 43. (a) Quale domanda rivolta da Giacomo ai cristiani è dovutamente fatta alla cristianità? (b) Quale condizione pregò Gesù che vi fosse fra i suoi discepoli, e com’è stata la cristianità infedele a Dio sotto questo aspetto?
42 Il discepolo Giacomo chiese agli adulteri in senso spirituale perché vi fossero lotte, guerre, omicidi e avidità in mezzo a loro. (Giac. 4:1-3) La stessa domanda viene giustamente fatta riguardo alla cristianità. Tutta la sua storia indica che dal tempo di Costantino essa non è stata una forza che abbia contribuito alla pace e all’unità. Una cosa sorprendente che lo Sposo desidera nella sua Sposa spirituale, la vera congregazione cristiana, è l’unità.
43 Nell’ultima preghiera che disse insieme ai suoi fedeli apostoli Gesù pregò perché nella congregazione vi fosse tale unità fino a che sarebbe giunto il tempo in cui l’avrebbe sposata. Egli pregò Dio affinché “siano tutti una cosa sola, come tu sei in me, o Padre, ed io in te, affinché anche loro siano una sola cosa in noi; affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. E . . . affinché siano una sola cosa, come noi siamo una cosa sola, io in essi e tu in me; affinché sian perfetti nell’unità”. (Giov. 17:20-23, Na) Ma la cristianità per secoli è stata divisa in sette religiose. Specialmente ora di fronte alla minaccia dell’ateo comunismo internazionale si invoca l’unità religiosa, un fronte unito; ma non vi è quell’unità per cui Gesù Cristo pregò. Poiché da lungo tempo essa è divisa, la cristianità non potrebbe mai essere la Sposa di Cristo, la vera congregazione cristiana. La preghiera di Cristo per l’unità non è esaudita nella cristianità. A questo riguardo è stata infedele a Dio.
44. Malgrado il suo canto natalizio, come ha mostrato la cristianità di non essere una forza per stabilire la pace internazionale?
44 Divisa in se stessa, come si potrebbe sperare che la cristianità unisse il mondo per stabilire la pace? Nell’epoca di Natale essa canta le angeliche parole: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Ma essa non ha mai dato prova di essere fra quelli che Dio approva. Le pagine della sua storia sono imbevute del sangue delle sue guerre, guerre politiche, guerre religiose, crociate! Essa non ha mai impedito tali spargimenti di sangue. I suoi ecclesiastici si sono allineati da entrambe le parti nelle guerre religiose e politiche ed hanno pregato lo stesso Dio trino di dar loro la vittoria sui seguaci della stessa setta che si trovavano sull’altro fronte.
45. (a) Quali governanti aventi incarichi religiosi capeggiarono la prima guerra mondiale? (b) A chi è rivolto il dito accusatore per questa guerra, secondo la dichiarazione stampata del rabbino S. S. Wise?
45 Dove ebbero inizio le due guerre mondiali di questo secolo? Proprio nella cristianità, fra le cosiddette nazioni cristiane. Nella prima guerra mondiale, l’imperatore cattolico romano d’Austria e d’Ungheria, Francesco Giuseppe, si alleò con il Kaiser Guglielmo II di Germania contro lo zar di Russia, Nicola II, capo della Chiesa Russo–Ortodossa, e il re inglese, Giorgio V, capo religioso della Chiesa d’Inghilterra. Perché la cristianità permise che una tale calamità si abbattesse sul mondo intero? A quale elemento della cristianità viene rivolto il dito accusatore? In risposta citiamo l’articolo stampato nell’American di New York, nell’edizione del lunedì 12 ottobre 1914, pagina 4, dal titolo: “IL RABBINO WISE DÀ ALLE CHIESE LA COLPA DI AVER CAUSATO LA GUERRA”. Questo rabbino fu il fondatore della Sinagoga Libera, dell’Istituto Giudaico di Religione e di altre importanti istituzioni giudaiche americane e morì nel 1949. L’articolo diceva:
“L’incapacità delle chiese e delle sinagoghe di dirigere il popolo è stata la causa dell’attuale guerra”, disse ieri il rabbino Stephen S. Wise alla libera sinagoga nella Carnegie Hall.
Il rabbino Wise disse che attualmente le chiese assumono un atteggiamento “debole, esitante, vacillante e timido”. Egli disse che lo stato aveva conquistato la chiesa e che quest’ultima era divenuta seguace anziché guida dell’opinione pubblica.
“Esse hanno intronizzato il demone della guerra”, egli disse, “al posto di Dio. Le chiese non hanno di se stesse un concetto serio. Si accontentano di essere un semplice elemento dell’organizzazione sociale e di difendere i loro paesi e i loro governanti, giusti o ingiusti. La chiesa è sottomessa, come fosse imbavagliata e avesse la museruola. È come un cane muto, vecchio e senza denti, che non può più mordere.
DELUSI DAL SOCIALISMO
“Molti di noi ci aspettavamo che il potere socialista evitasse una guerra come questa, e i socialisti d’Europa ci delusero amaramente quando vennero meno alle nostre aspettative. Ma non ci saremmo mai aspettati che le chiese, le moschee e le sinagoghe impedissero la guerra. Nessuno di noi si aspettava una cosa simile da loro, e sappiamo ciò che accadrebbe a qualsiasi autorità della Chiesa d’Inghilterra che osasse levare la sua voce contro l’azione del suo paese nella presente lotta.
“Francesco Giuseppe osserva la vuota cerimonia di lavare i piedi di una dozzina di pellegrini nel giorno di Pasqua, e la chiesa si accontenta di questo. Lo zar è capo della sua chiesa la domenica e capo dell’esercito durante la settimana.
“E quando le nazioni si preparavano per la guerra non consultarono mai le chiese, perché sapevano di poter contare sulle chiese per essere sostenuti come contavano sui servizi sedentari e di approvvigionamento.
BISOGNO DI MISSIONARI NEL PROPRIO PAESE
“Sarebbe meglio che i missionari insegnassero prima il cristianesimo nei loro paesi”.
Il rabbino continuava: “Le nostre anime sono addolorate quando leggiamo della distruzione delle cattedrali di Rheims e di altri luoghi, eppure queste cattedrali furono distrutte molto tempo fa ed ora sono cadute solo le mura esterne.
“Gli dèi della guerra, gli dèi del denaro e gli dèi del potere hanno distrutto questi edifici secolo dopo secolo”.
46, 47. (a) A chi si può similmente attribuire la colpa della seconda guerra mondiale, com’è indicato dalla mancata scomunica da parte del papa? (b) Come furono allora tutte le chiese della cristianità responsabili dello spargimento di sangue?
46 Se questo si poté dire circa i responsabili della prima guerra mondiale, si può dire altrettanto circa i responsabili della seconda guerra mondiale. Prima che il dittatore nazista invadesse la Polonia il 1º settembre 1939, per dare inizio alla guerra, i delegati di quarantotto associazioni polacche, giudee, slovacche e lituane, riunitisi a Chicago, nell’Illinois, rivolsero al pontefice della Città del Vaticano una supplica, perché scomunicasse Adolf Hitler, ma il papa Pio XII rifiutò di scomunicare quel folle guerrafondaio “figlio della chiesa”. — Buffalo, New York, Evening Express del 29 agosto 1939; The Catholic Telegraph-Register di Cincinnati, Ohio, Sezione 2, del 1º settembre 1939.
47 Tutte le chiese della cristianità sostennero nazionalisticamente i loro rispettivi governi politici in questo secondo conflitto mondiale finché, nel 1945, la più forte nazione della cristianità lanciò due bombe atomiche su una nazione pagana per affrettare la fine dell’orribile guerra. Certamente dinanzi a Dio le chiese sono responsabili insieme alle nazioni politiche dello spargimento di sangue. La loro colpevolezza indica che la cristianità è stata vergognosamente infedele a Dio.
48. Che cosa minaccia ora il mondo, e come mostra la cristianità la sua infedeltà verso Dio?
48 Ora il mondo ha dinanzi il pericolo di una terza guerra, che sarebbe combattuta con armi nucleari che attualmente solo le nazioni della cristianità possiedono. Ancora una volta le chiese della cristianità mostrano di essere proprio come le descrisse il rabbino Wise durante la prima guerra mondiale nel 1914. Non dovrebbe questo deludere Dio? Che cosa offre ora la cristianità per impedire la catastrofe termonucleare? Il regno di Dio, che il Fondatore del cristianesimo predicò? No, essa offre un inutile sostituto del regno di Dio creato dall’uomo: le Nazioni Unite. Esse presero il posto della Lega delle Nazioni, che era stata formata nel 1920 per impedire la seconda guerra mondiale. Il Concilio Federale delle Chiese di Cristo in America chiamò la Lega delle Nazioni “l’espressione politica del Regno di Dio sulla terra”. In base a ciò, quando la Lega delle Nazioni non riuscì a impedire la seconda guerra mondiale, il Regno di Dio sulla terra sarebbe venuto meno. Ma non è così! Il fatto è che la cristianità venne meno all’aspettativa di Dio, che essa professava di adorare e servire.
CHI PORTA I FRUTTI DEL REGNO?
49, 50. (a) Perché il periodo che seguì il 1914 fu per la cristianità il tempo appropriato di portare i frutti del regno di Dio? (b) Perché ha Dio cercato invano i frutti del Regno nella cristianità?
49 Il periodo che seguì il 1914 era il tempo appropriato in cui la cristianità avrebbe dovuto portare i frutti del regno di Dio. Quell’anno cominciò la prima guerra mondiale, che fu seguita da carestie, pestilenze, terremoti, persecuzione religiosa, crescente illegalità, angoscia e perplessità internazionale. Questo fu predetto da Gesù Cristo nella sua profezia sulla fine di questo mondano sistema di cose. (Matteo, capitolo 24; Marco, capitolo 13; Luca, capitolo 21) Mentre si verificavano questi avvenimenti mondiali, che cosa dovevano fare i veri seguaci o discepoli di Gesù? In Marco 13:10 (Na) Gesù Cristo indicò quale doveva essere la loro opera e attività, dicendo: “Prima bisogna che il Vangelo sia predicato a tutte le Genti”. Secondo Matteo 24:14 (Na) egli disse: “Questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, per testimonianza a tutte le genti, allora verrà la fine”.
50 Predicando in tutto il mondo la buona notizia del regno di Dio si sarebbero portati i frutti del Regno. Mostra dunque la storia che la cristianità ha portato questi frutti del Regno dal 1914 in poi? Predicarono le sue chiese che il regno di Dio era l’unica speranza dell’umanità? Esortarono esse tutte le persone a cercare prima il regno di Dio e la Sua giustizia? No; anzi la storia moderna dice che le chiese e i politicanti dai loro pulpiti appoggiarono prima la Lega delle Nazioni e ora sostengono le Nazioni Unite. Quindi Dio ha cercato invano i frutti del Regno nella cristianità.
51, 52. (a) Malgrado la condotta della cristianità, perché Matteo 24:14 ha avuto adempimento in armonia con Matteo 21:43? (b) Chi ha dato prova d’essere la nazione che porta i frutti del Regno?
51 Benché la cristianità sia stata infedele a Dio, oggi sono prodotti copiosi frutti del Regno. Non dalla cristianità, naturalmente! Ma la profezia di Gesù Cristo scritta in Matteo 24:14 non poteva non adempiersi. Il suo adempimento non è mancato! È stato seguìto il principio o regola d’azione esposta da Gesù in Matteo 21:43 (Na), le opportunità del Regno sono state date alla “nazione” o al popolo che porta i frutti del Regno. A chi? A un popolo che è divenuto nazione sotto il regno di Dio; a una nazione che non ha evitato di farsi chiamare con il nome di Dio, sì, una nazione che proclama il suo nome e lo invoca per ottenere la salvezza mediante Gesù Cristo.
52 Centinaia di milioni di persone in tutta la terra hanno udito questa nazione che predica la buona notizia del regno di Dio in pubblico e di casa in casa ed hanno ricevuto da essa miliardi di pubblicazioni bibliche. Questa nazione che produce i frutti del Regno è formata dai testimoni di Geova. Questi cristiani non sono stati infedeli a Dio. Ora essi predicano in oltre 150 lingue e distribuiscono letteratura biblica in 185 paesi. Ha la cristianità aiutato i testimoni di Geova ad adempiere Matteo 24:14? No; anzi, la cristianità li ha vergognosamente perseguitati e ha cercato di distruggerli, come fecero i Giudei dell’antichità ai profeti di Geova. (Matt. 24:9; 5:10-12) La cristianità è stata infedele a Dio!
53. Che cosa è dunque certo riguardo alla cristianità, e quando e dove?
53 La fine della cristianità è dunque certa. La fine che sopraggiunse sugli antichi Giudei e su Gerusalemme a causa dell’infedeltà verso Geova Dio deve sopraggiungere sulla cristianità. (Matt. 21:33-45) Quando la predicazione del Regno sarà completata dai testimoni di Geova, anche la cristianità, che non volle prender parte a questa testimonianza del Regno, finirà, insieme a tutto il sistema di cose mondano. Essa ha aiutato le persone ad unirsi alle nazioni di questo mondo contro il regno di Dio. Essa marcia con le nazioni verso la “battaglia del gran giorno d’Iddio Onnipotente”. Da forze demoniche essa è radunata insieme alle nazioni sul campo di battaglia di Armaghedon, per essere distrutte dai celesti giustizieri di Dio, cioè Cristo il Re e i santi angeli al suo comando. (Apoc. 16:13-16, Na; Apoc. 19:11-21) Sia che si combatta una guerra nucleare o no, la cristianità non riuscirà a proteggere le nazioni di questo mondo dalla guerra universale di Dio ad Armaghedon e dalla distruzione mediante essa.
CHE ACCADRÀ IN SEGUITO?
54. Dopo la fine della cristianità, che avverrà del cristianesimo, e perché?
54 Che avverrà dopo la fine della cristianità? La terra non sarà dominata dal comunismo internazionale o dall’ingannevole falsa religione, ma vi sarà un giusto nuovo mondo, nel quale si avvererà il gioioso canto degli angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. In tale mondo il vero cristianesimo predominerà ovunque. La fine della cristianità non significa la fine del cristianesimo, poiché cristianità e cristianesimo sono due cose distinte e separate. Il vero cristianesimo non è stato infedele a Dio. Il Fondatore del cristianesimo, Gesù Cristo, non fu infedele a Geova Dio. I “dodici Apostoli dell’Agnello” non furono infedeli a Dio. (Apoc. 21:14, Na) Inoltre, dai giorni di Gesù e dei suoi dodici apostoli vi sono stati dei veri dedicati e battezzati cristiani che non sono stati infedeli a Dio. Le profezie bibliche indicavano che questi sarebbero stati solo un “rimanente” relativamente piccolo di numero in confronto a tutta la cristianità. (Rom. 9:27-29; 11:5-7) Effettivamente, l’intera Sposa di Cristo, che sarà sposata con lui in cielo, sarà composta solo da 144.000 seguaci che si mostreranno fedeli fino alla morte, senza venir meno alla volontà di Dio. — Apoc. 14:1, 3; 7:4-8.
55. A motivo di quale governo il cristianesimo non potrebbe finire dopo la distruzione della cristianità, e come si troveranno sotto di esso i superstiti di Armaghedon?
55 Il cristianesimo non potrebbe finire dopo la distruzione della cristianità ad Armaghedon. Perché no? Perché dopo ciò il regno del Fondatore del cristianesimo, Gesù Cristo, governerà mille anni per la benedizione dell’umanità ubbidiente. Al culmine della battaglia di Armaghedon, Cristo il Re legherà Satana il Diavolo, che è “il dio di questo secolo” e il creatore della cristianità con il suo falso cristianesimo. Così il vero cristianesimo avrà la possibilità di fiorire senza ostacoli in tutta la terra. I testimoni di Geova che sopravvivranno ad Armaghedon non saranno più perseguitati perché portano il nome di Dio né perché predicano “questo Vangelo del regno” in tutta la terra abitata “per testimonianza”. — Apoc. 20:1-3; Matt. 24:14, Na.
56. Quale unità e pace vi saranno allora sulla terra, e a motivo di quale spirito?
56 La discriminazione e la segregazione dovuta alla razza, al colore, alla lingua e alla condizione sociale saranno allora cose odiate di un orribile passato. Un insegnamento fondamentale del vero cristianesimo della Bibbia è questo: “Non vi è più né Greco né Giudeo, né circonciso né incirconciso, né barbaro né Scita, né schiavo né libero, ma in tutto e in tutti Cristo”. “Tutti siete uno solo in Cristo Gesù”. (Col. 3:11; Gal. 3:28, Na) Infine vi sarà unità fra tutti gli uomini viventi. Con l’unità e con il frutto dello spirito di Dio, che è l’amore, vi sarà fra tutti gli uomini la pace, che è un altro frutto dello spirito di Dio. Lo spirito di questo mondo, con le sue “opere della carne”, sarà sparito! — Gal. 5:22; 1 Cor. 2:12.
57. In quale adorazione vi sarà unità, perciò che cosa sostituirà la presente inimicizia della cristianità verso Dio?
57 Questo significa che vi sarà unità religiosa e che non esisteranno sette religiose d’alcuna specie. Vi sarà unità nella sola “forma di adorazione che è pura e incontaminata dal punto di vista del nostro Dio e Padre”. (Giac. 1:27) Poiché praticheranno il cristianesimo, la forma di adorazione approvata dal Dio e Padre celeste, gli abitanti della terra saranno in pace con lui. Sarà un Dio amichevole verso di loro, un Dio di buona volontà. (Luca 2:14) L’amicizia con Dio sostituirà perciò l’attuale inimicizia della cristianità verso Dio.
58. Quale fatto inerente al governo favorirà e manterrà tale unità, quindi a quali cose non vi sarà fine?
58 L’unità di tutta l’umanità vivente sarà favorita e mantenuta perché allora vi sarà un solo governo su tutta la terra, il regno di Dio retto da Cristo. I governi politici sposati con le chiese di una cristianità divisa saranno stati distrutti ad Armaghedon. Quando saranno sparite queste unioni fra Chiesa e Stato, non vi sarà l’egoistica politica con tutta la sua corruzione. Anziché l’aumento del comunismo, vi sarà l’aumento di qualche cosa che non minaccerà l’intera umanità. Isaia 9:6, 7, parlando della nascita di Gesù, dice: “Ci è nato un bambino, ci è stato dato un figlio, e il principato sarà sulle sue spalle. E sarà chiamato Consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre per l’eternità, Principe della pace. Dell’abbondanza del principato e della pace non vi sarà fine, sul trono di Davide e sul suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante la giustizia e la rettitudine, da ora in poi, per un tempo indefinito. Lo zelo di Geova degli eserciti farà questo”.
59. Di quali mezzi protettivi di oggi non vi sarà allora bisogno, e perché?
59 Il mondo sarà perciò dominato dal regno di Geova con il suo Principe della pace intronizzato per governare su tutta l’umanità. La liberazione dalle diaboliche bombe nucleari e dalla pioggia radioattiva è una cosa certa. Allora non vi sarà bisogno di rifugi sotterranei per sfuggire alle bombe e alla radioattività. L’atmosfera e le acque della terra non saranno contaminate dalle scorie radioattive provenienti dalla disumana esplosione di ordigni bellici. Coloro che oggi rovinano la terra e la sfruttano per trarne un guadagno commerciale saranno stati distrutti ad Armaghedon.
60. Che cosa porterà l’adempimento di Isaia 2:4, e a chi andrà il merito di averlo realizzato?
60 Mai più verranno imposte delle tasse per il mantenimento di costosi armamenti. Non solo non vi saranno più fabbriche di armi, ma il materiale di qualsiasi relitto di guerra sarà nuovamente usato per fare strumenti utili alla coltivazione della terra e per trasformare la superficie terrestre in un paradiso di piacere, un giardino di Eden come quello abitato dai nostri progenitori quando furono perfetti e ubbidienti a Geova Dio. All’“ultima speranza per la pace” della cristianità, cioè alle Nazioni Unite, non andrà il merito di aver avverato le parole di Isaia 2:4, scritte su una parete dell’edificio della sede centrale dell’ONU nella città di New York: “Faranno delle loro spade vomeri e delle loro lance falci; un popolo non brandirà più la spada contro un altro popolo e non impareremo più l’arte della guerra”. (Na) Al vero regno di Dio saranno rese grazie per questo nuovo mondo senza guerre. Già la società del Nuovo Mondo dei testimoni di Geova vede adempiersi la profezia d’Isaia fra le sue file sulla terra.
61. Oltre che ai superstiti di Armaghedon, a chi sono riservate queste benedizioni terrene, e che cosa sarà fatto loro conoscere dai superstiti?
61 Tuttavia, le benedizioni della vita eterna, della pace e del paradiso sulla terra non sono solo per quei veri cristiani che non sono stati infedeli a Dio e che sopravvivono alla battaglia di Armaghedon per entrare nel Suo nuovo mondo. Riguardo al Principe della pace che morì per tutta l’umanità è scritto: “È necessario che egli regni ‘fino a che ponga tutti i nemici sotto i suoi piedi’. L’ultimo nemico che sarà distrutto è la morte”. (1 Cor. 15:25, 26, Na) Distruggere la morte significa non solo togliere la condanna della morte ai superstiti di Armaghedon ma anche risuscitare i morti. I morti che la giustizia divina non ha già condannato alla distruzione eterna ritorneranno dalla condizione di morte per ricevere l’opportunità di vivere per sempre nel paradiso terrestre, sotto il regno di Dio retto da Cristo. (2 Tim. 4:1; Atti 10:42, 43; 24:15) A tutti coloro che torneranno dalle tombe commemorative sarà fatto conoscere il cristianesimo dai superstiti di Armaghedon.
62. Quale guarigione avverrà, e che cosa riceveranno infine coloro che non sono infedeli a Dio sulla terra?
62 Il miracolo di risuscitare i morti sarà seguìto da altri miracoli di guarigione spirituale e fisica per condurre gli uomini alla perfezione quali figli di Dio, mediante Cristo, il Re. Allora tutti quelli che non saranno infedeli a Dio, ma i cui ginocchi si piegheranno dinanzi a Dio, nel suo nome, e le cui lingue ‘confesseranno che Cristo Gesù è il Signore, a gloria di Dio Padre’, riceveranno il dono della vita eterna nel paradiso terrestre del nuovo mondo. — Filip. 2:9-11, Na; Apoc. 21:1-4; Giov. 3:16.
63. Se non temiamo ciò che seguirà la fine della cristianità, che cosa dovremmo fare ora?
63 Abbiamo dunque ragione di temere ciò che seguirà la fine della cristianità che è stata infedele a Dio? No! Tenendo presente ciò che accadrà, dovremmo separarci dalla cristianità e accettare il vero cristianesimo. Dovremmo quindi vivere quali sinceri cristiani nella gioiosa attesa di tutte le preziose benedizioni del regno di Dio che saranno elargite dopo la fine della falsa religione.