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GeovaAusiliario per capire la Bibbia
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norme di Dio. La divisione fu il risultato del fatto che molti indurirono il cuore respingendo tali verità, mentre altri le accettarono. (Giov. 8:40, 44-47; 15:22-25; 17:14) Questo era inevitabile se si dovevano sostenere i principi divini; ma la colpa era di coloro che rifiutavano ciò che era giusto.
Quindi anche l’inimicizia predetta era dovuta al fatto che le perfette norme di Geova non permettevano di condonare la ribelle condotta del “seme” di Satana. La disapprovazione di Dio per costoro e la sua benedizione per coloro che seguivano una condotta giusta avrebbero avuto un effetto divisivo (Giov. 15:18-21; Giac. 4:4), come avvenne nel caso di Caino e Abele. — Gen. 4:2-8; Ebr. 11:4; I Giov. 3:12; Giuda 10, 11; vedi CAINO.
La condotta ribelle intrapresa da uomini e da malvagi angeli costituiva una sfida alla legittima sovranità di Geova e al buon ordine di tutto l’universo. Per affrontare apertamente tale sfida Geova è dovuto diventare “una vigorosa persona di guerra” (Eso. 15:3-7), a difesa del suo buon Nome e delle sue giuste norme, combattendo a favore di quelli che lo amano e lo servono, e condannando quelli che meritano la distruzione. (I Sam. 17:45; II Cron. 14:11; Isa. 30:27-31; 42:13) Non esita a impiegare la sua forza onnipotente, a volte devastatrice, come fece nel Diluvio, nella distruzione di Sodoma e Gomorra e nella liberazione di Israele dall’Egitto. (Deut. 7:9, 10) E non ha paura di palesare alcun particolare della sua guerra giusta; non se ne scusa, non avendo nulla di cui vergognarsi. (Giob. 34:10-15; 36:22-24; 37:23, 24; 40:1-8; Rom. 3:4) Il rispetto per il suo Nome e la giustizia che rappresenta, e anche l’amore per coloro che lo amano, lo costringono ad agire. — Isa. 48:11; 57:21; 59:15-19; Riv. 16:5-7.
Le Scritture Greche Cristiane dipingono lo stesso quadro. L’apostolo Paolo incoraggiava i compagni di fede dicendo: “L’Iddio che dà pace stritolerà fra breve Satana sotto i vostri piedi”. (Rom. 16:20; confronta Genesi 3:15). Spiegò inoltre che era giusto che Dio rendesse tribolazione a coloro che fanno tribolare i suoi servitori, con la distruzione eterna di tali oppositori. (II Tess. 1:6-9) Questo era in armonia con gli insegnamenti del Figlio di Dio, che non lasciò adito a dubbio circa l’irriducibile determinazione del Padre suo di porre fine con la forza a ogni malvagità e a coloro che la praticano. (Matt. 13:30, 38-42; 21:42-44; 23:33; Luca 17:26-30; 19:27) Il libro di Rivelazione contiene la descrizione di azioni di guerra autorizzate da Dio. Ma nella sapienza di Geova tutto questo alla fine avrà il risultato di stabilire durevole pace universale, solidamente fondata su giustizia e rettitudine. — Isa. 9:6, 7; II Piet. 3:13.
Gesù Cristo evidentemente si riferiva al fatto che Geova ‘reca punizione sui discendenti dei peccatori’ quando disse agli ipocriti scribi e farisei: “[Voi] dite: ‘Se fossimo ai giorni dei nostri antenati, non saremmo partecipi con loro del sangue dei profeti’. Perciò date testimonianza contro voi stessi d’esser figli di quelli che assassinarono i profeti. E voi colmate quindi la misura dei vostri padri”. (Matt. 23:29-32) Nonostante le loro affermazioni, con la loro condotta dimostravano di approvare le azioni sbagliate dei loro antenati e rivelavano di essere loro stessi fra ‘quelli che odiano Geova’. (Eso. 20:5; Matt. 23:33-36; Giov. 15:23, 24) Perciò, a differenza degli ebrei che si pentirono e prestarono ascolto alle parole del Figlio di Dio, essi subirono l’effetto cumulativo del giudizio di Dio quando, anni dopo, Gerusalemme fu assediata e distrutta e gran parte della popolazione perì. Avrebbero potuto evitarlo, ma preferirono non valersi della misericordia di Dio. — Luca 21:20-24; confronta Daniele 9:10, 13-15.
La sua personalità si riflette nel Figlio
Sotto ogni aspetto Gesù Cristo era una fedele immagine della mirabile personalità del Padre suo, Geova Dio, nel cui nome venne. (Giov. 1:18; Matt. 21:9; Giov. 12:12, 13; confronta Salmo 118:26). Una volta disse: “Il Figlio non può fare una sola cosa di propria iniziativa, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Poiché qualunque cosa Egli faccia, questa fa pure il Figlio in modo simile”. (Giov. 5:19) Ne consegue dunque che la benignità e la compassione, la mitezza e il calore, e anche il grande amore per la giustizia e l’odio per la malvagità che Gesù manifestò (Ebr. 1:8, 9), sono tutte qualità che il Figlio aveva osservate nel Padre suo, Geova Dio. — Confronta Matteo 9:35, 36 con Salmo 23:1-6 e Isaia 40:10, 11; Matteo 11:27-30 con Isaia 40:28-31 e 57:15, 16; Luca 15:11-24 con Salmo 103:8-14; Luca 19:41-44 con Ezechiele 18:31, 32 e 33:11.
Leggendo le Scritture ispirate e riuscendo veramente a ‘conoscere’ con intendimento il pieno significato del nome di Geova (Sal. 9:9, 10; 91:14; Ger. 16:21), chi ama la giustizia ha ogni ragione di amare e benedire quel nome (Sal. 72:18-20; 119:132; Ebr. 6:10), di lodarlo ed esaltarlo (Sal. 7:17; Isa. 25:1; Ebr. 13:15), di temerlo e santificarlo (Nee. 1:11; Mal. 2:4-6; 3:16-18; Matt. 6:9), di confidare in esso (Sal. 33:21; Prov. 18:10), dicendo insieme al salmista: “Canterò a Geova per tutta la mia vita; certo innalzerò melodie al mio Dio finché sarò. Siano piacevoli le mie meditazioni intorno a lui. Io, da parte mia, mi rallegrerò in Geova. I peccatori periranno dalla terra; e in quanto ai malvagi, non saranno più. Benedici Geova, o anima mia. Lodate Iah!” — Sal. 104:33-35.
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Geova degli esercitiAusiliario per capire la Bibbia
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Geova degli eserciti
Questa espressione, che ricorre più di 280 volte nelle Scritture, traduce l’ebraico Yehowàh tseva’òhth. Ricorre principalmente nei libri profetici, specie in quelli di Isaia, Geremia e Zaccaria. Paolo e Giacomo, citando o menzionando quelle profezie, usarono l’espressione (traslitterata in greco) nei loro scritti. — Rom. 9:29; Giac. 5:4; confronta Isaia 1:9.
Il termine ebraico tsavà (al singolare; pl. tseva’òhth) significa fondamentalmente un letterale esercito di soldati o forze combattenti, come si vede in Genesi 21:22; Deuteronomio 20:9, e in molti altri versetti. Tuttavia il termine è usato anche in senso figurativo nelle espressioni “i cieli e la terra e tutto il loro esercito”, oppure “il sole e la luna e le stelle, tutto l’esercito dei cieli”. (Gen. 2:1; Deut. 4:19) La forma plurale (tseva’òhth) ricorre diverse volte a proposito delle forze armate israelite, come in Esodo 6:26; 7:4; Numeri 33:1; Salmi 44:9; 60:10. Alcuni studiosi ritengono che gli “eserciti” dell’espressione “Geova degli eserciti” includano non solo le forze angeliche, ma anche l’esercito israelita e gli inanimati corpi celesti. Comunque è evidente che gli “eserciti” menzionati sono principalmente, se non esclusivamente, le forze angeliche.
Quando Giosuè presso Gerico vide un visitatore angelico e gli chiese se parteggiava per Israele o per il nemico, la risposta fu: “No, ma io, sono venuto ora come principe dell’esercito di Geova”. (Gios. 5:13-15) Il profeta Micaia disse al re Acab e al re Giosafat: “Per certo vedo Geova seduto sul suo trono e tutto l’esercito dei cieli che sta presso di lui, alla sua destra e alla sua sinistra”. Chiaramente qui si tratta dei figli spirituali di Geova.
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