L’organizzazione teocratica di Geova oggi
1, 2. In quali occasioni Kore, Maria, Aaronne, gl’Israeliti e la folla di gente d’ogni specie mancarono di apprezzamento per l’ordine teocratico?
KORE non l’apprezzò. Maria ed Aaronne non sempre l’apprezzarono. Gli Israeliti nel deserto spesso mancarono di apprezzarla. La folla non israelita di gente d’ogni specie che li accompagnava non l’apprezzò sempre. Acan perdette apprezzamento per essa. Lo stesso fece il re Saul. Lo stesso fece il re Uzzia. Di certo non l’apprezzarono gli scribi e i Farisei del giorno di Gesù, non più di quanto l’apprezzi il clero del nostro giorno.
2 Quando Kore e i suoi associati nel deserto vollero esaltarsi al sacerdozio e accusarono Mosè ed Aaronne di assumersi troppa autorità, dimostrarono che non apprezzavano l’organizzazione teocratica. La terra li inghiottì. (Num. 16:1-33) Quando Maria ed Aaronne parlarono contro il servitore di Geova, Mosè, essi mancarono momentaneamente di apprezzare l’organizzazione teocratica, subirono severo rimprovero del Signore, ma furono ristabiliti nel favore divino quando accettarono la correzione. (Num. 12:1-15) Quando gl’Israeliti dai venti anni in su rifiutarono di entrare nella Terra Promessa perché gli esploratori riportarono di aver visto dei giganti, essi si ribellarono contro l’organizzazione teocratica e mostrarono mancanza di fede nel grande Teocrata Geova. Come risultato morirono nel deserto, senza entrare affatto nella Terra Promessa. (Num. 13:25-33; 14:1-38) Quando la folla di gente d’ogni specie che aveva accompagnato gli Israeliti fuori d’Egitto chiese insistentemente della carne da mangiare e si lamentò contro la provvisione di Geova della manna seminando discordia, essa mostrò mancanza di apprezzamento per l’ordine teocratico, e arrecò una piaga su se stessa e su altri. — Eso. 12:38; Num. 11:4-34.
3. In quali modi Acan, re Saul, re Uzzia e gli scribi e i Farisei si mostrarono antiteocratici, e come il clero della Cristianità mostrano la stessa cosa oggi?
3 Quando Acan prese bramosamente cose maledette, quando il re Saul assunse i doveri sacerdotali, quando il re Uzzia si arrogò il servizio del sacerdozio aaronnico, essi mostrarono tutti di non discernere e rispettare l’organizzazione teocratica di Geova. (Giosuè 6:17-19; 7:1, 19-25; 1 Sam. 13:9-14; 2 Cron. 26:16-21) Gli scribi e i Farisei del giorno di Gesù furono pure antiteocratici, poiché essi sostituirono le tradizioni di uomini alla Parola di Dio e rigettarono Gesù il Messia. (Matt. 15:1-9;. Giov. 19:13-18) In questo essi prefigurarono il clero della Cristianità, che rigetta la Bibbia e insegna dottrine e credi umani e si allea con la politica di questo mondo anziché preferire di sostenere Cristo l’intronizzato Re. Essi rifiutano di vedere il segno di questa intronizzazione nel cielo, e in ispecie tengono strettamente chiusi i loro occhi alla caratteristica del segno concernente la visibile organizzazione teocratica che Geova avrebbe stabilito per il suo uso in questi ultimi giorni di questo vecchio mondo, come fu predetto: “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo padrone ha costituito sopra i suoi domestici per dar loro il loro cibo a suo tempo? Felice è quello schiavo se il suo padrone arrivando lo trova così occupato. In verità io vi dico che lo costituirà su tutti i suoi beni”. — Matt. 24:45-47, NM.
4. Quale principio dimenticano gli ambiziosi, e quali disposizioni teocratiche visibili sono esistite o esistono?
4 Quelli che sono privi di apprezzamento dell’ordine teocratico e che cercano potere ed esaltazione personale dimenticano il principio scritto in Salmo 75:5-7: “Non levate il vostro corno in alto, non parlate col collo duro! Poiché non è dal levante né dal ponente, né dal mezzogiorno che vien l’elevazione; ma Dio è quel che giudica; egli abbassa l’uno ed innalza l’altro”. La sede visibile dell’organizzazione teocratica tipica di Dio in Israele si diceva che era nelle o sulle “parti del settentrione”. (Sal. 48:2; Isa. 14:13) Perciò non dall’oriente o dall’occidente o dal meridione ma da Geova mediante il suo canale doveva venire la giusta elevazione. Egli fece per mezzo di essa una sola organizzazione teocratica, non parecchie. A suo tempo fu sostituita da un nuovo sistema, e per una nuova, visibile organizzazione teocratica Cristo “diede doni negli uomini”, i quali uomini servirono in vari incarichi nella sola disposizione teocratica. Essi furono elevati alle loro posizioni da Geova, e tutti furono uniti proprio nella sola speranza, nella sola fede, nel solo battesimo. Non ci fu nessuna unione di fedi riguardo a questa visibile organizzazione teocratica. (Efes. 4:4-13, NM) Come fu predetto, dopo la morte degli apostoli e dei loro cooperatori dei lupi dispersero e divisero il gregge in sette disgregatrici e frantumarono l’organizzazione visibile. (Atti 20:29, 30; 2 Piet. 2:1) Nel nostro tempo attuale l’organizzazione teocratica visibile è stata restaurata con l’istituzione dello “schiavo fedele e discreto”.
“LO SCHIAVO FEDELE E DISCRETO”
5. Qual è il significato dei termini “schiavo” e “domestici”, come sono usati in Matteo 24:45?
5 “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo padrone ha costituito sopra i suoi domestici per dar loro il loro cibo a suo tempo?” Lo schiavo e i domestici sono le stesse persone, solo da diversi punti di vista. Col termine “schiavo” i seguaci di Cristo di oggi sono considerati come una classe, un composto schiavo o servitore complesso. Iddio stesso interpreta così le cose: “Voi siete i miei testimoni, dice Geova, e il mio servitore che io ho scelto”. (Isa. 43:10, SA) Notate che molti testimoni sono chiamati un solo servitore. Col termine “domestici” quelli che formano la classe dello schiavo son considerati come individui. Di loro si parla come di un “corpo di assistenti” in Luca 12:42 (NM). La traduzione di Murdock dal siriaco concorda usando “domestici” in Matteo 24:45, e un’altra traduzione dal siriaco, di A. S. Lewis, lo rende “compagni”, cioè, compagni schiavi. Essi sono domestici schiavi nella famiglia di Dio e, come una unita classe o società, sono definiti “lo schiavo fedele e discreto”. Similmente, quando un certo numero di domestici divengono malvagi e cominciano a battere i loro compagni schiavi questi malfattori divengono la predetta classe dello “schiavo malvagio” — Matt. 24:48-51, NM.
6. Quali diverse considerazioni dei segnaci unti di Cristo sono fatte su Matteo 24:45-51 e Matteo 25:14-30 e che cosa è indicato dal fatto che “lo schiavo fedele e discreto” è uno solo?
6 Matteo 24:45-51 mostra i privilegi di servizio concessi ai fedeli come una classe e la punizione inflitta agli infedeli come una classe. Matteo 25:14-30 mostra il modo di trattare del Signore verso schiavi fedeli e infedeli come individui. Come individuo ciascuno deve cercar di raggiungere le esigenze del Maestro. Uniti come un fedele gruppo di schiavi essi comprendono una visibile organizzazione teocratica e nell’illustrazione di Gesù che qui discutiamo sono raffigurati come uno “schiavo fedele e discreto”, e questa complessa classe dello schiavo procura di provvedere dovutamente per tutti i suoi membri individuali, i domestici. Prima della venuta del Maestro, Cristo Gesù, doveva provvedere per tutti i suoi membri il “loro cibo a suo tempo”. Si deve anche notare che Dio non ha parecchie classi dello schiavo discreto, parecchie organizzazioni teocratiche fra le quali il lavoro sia diviso. “Esiste forse diviso Cristo?” No! È, “un solo corpo”. — 1 Cor. 1:13; 12:12, 13, NM.
7. Chi i fatti identificano come “lo schiavo fedele e discreto”?
7 Ma ancora domandiamo: “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo padrone ha costituito sopra i suoi domestici per dar loro il loro cibo a suo tempo?” Nel 1878, quaranta anni prima della venuta del Signore nel tempio per il giudizio, c’era una classe di sinceri consacrati Cristiani che si erano separati dalle organizzazioni gerarchiche e clericali e che cercarono di tornare al vero Cristianesimo, come fu praticato dai primi Cristiani avanti che gli oppressivi lupi rapissero il gregge dopo la morte degli apostoli. Essi iniziarono una campagna per restaurare le verità fondamentali perché gli affamati spiritualmente se ne cibassero, per sostituire le dottrine pagane che erano state adottate dalla Cristianità apostata. Era il tempo appropriato perché tale cibo spirituale preparasse la via prima della venuta di Cristo per il giudizio nel tempio. (Mal. 3:1; 4:5, 6) Questo gruppo di fedeli studenti diede inizio alla pubblicazione de La Torre di Guardia, allora chiamata “Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo”, e nella prima edizione, nel luglio 1879, il suo annunziato scopo fu quello di provvedere “cibo a suo tempo” al “piccolo gregge”. I fatti mostrano che essa ha fatto questo dal 1879 in poi. Nel 1884 formarono un’associazione legale per rappresentare in una maniera commerciale o legale la società di testimoni o ministri. Fino a questo giorno l’associazione legale, la Watch Tower Bible & Tract Society, è stata usata come un’agenzia per diffondere e dirigere e unificare le attività di predicazione della società di testimoni che si spargono per la terra. Quando Cristo venne per il giudizio nel 1918 trovò alcuni associati con questo gruppo i quali pensavano che il Signore avesse rimandato la sua venuta ed essi opprimevano i loro compagni schiavi in Cristo. Questi furono scacciati come la classe dello “schiavo malvagio”. Quelli che servivano Dio fedelmente furono identificati come la classe dello “schiavo fedele e discreto”.
8. Quale elevazione viene data a questa classe dello schiavo fedele?
8 Qual è la decisione del Maestro riguardo allo schiavo discreto? “In verità io vi dico che lo costituirà su tutti i suoi beni”. Prima della sua elevazione lo schiavo presiede solo sui domestici o corpo di assistenti del Signore, per dar loro il loro cibo spirituale a suo tempo. Ora, a causa della fedeltà in questo unico servizio, allo schiavo è stato dato molto di, più da fare. Come gli schiavi individuali nell’illustrazione dei talenti son mostrati in atto d’essere ricompensati con altri privilegi se furono fedeli e d’esser privati di tutti i privilegi se furono infedeli, così in questa illustrazione concernente le classi la classe dello schiavo fedele e discreto è nominata sopra tutti i beni del padrone mentre la classe dello schiavo malvagio è del tutto scacciata. Laddove una volta lo schiavo discreto era responsabile di cibare solo gli unti membri del corpo di Cristo, ora deve adempiere il comando: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di una testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta” — Matt. 24:14, NM,
9. Chi è compreso in “tutti i suoi beni”, quale ulteriore responsabilità significa questo per lo schiavo, e come è essa adempiuta?
9 Ad esso sono affidati tutti gl’interessi del Regno sulla terra, dei quali uno principale è il cibo di nuove verità che viene all’esistenza a motivo dell’adempimento di molte profezie. Il messaggio diviene più pieno e completo, più vitale per i tempi critici nei quali viviamo, più efficace nel dividere i popoli delle nazioni nella classe dei capri o delle pecore. Queste pecore che ora sono radunate sono le “altre pecore” del Signore, appartenenti a lui, e poiché di tutti i beni del Padrone deve aver cura lo schiavo discreto questa fedele unta classe deve estendere il suo programma per provvedere cibo non solo ai domestici ma anche a queste “altre pecore” con il “loro cibo a suo tempo”. (Giov. 10:16) Questo fa fedelmente lo schiavo discreto. Per mezzo del suo agente legale, la Watchtower Society, esso provvede il cibo spirituale in forma stampata, dispone adunanze, organizza attività di servizio, manda speciali rappresentanti viaggianti e missionari, dispone per grandi assemblee, e in molti altri modi provvede i mezzi perché i domestici e le altre pecore sian cibati e rinforzati ed efficacemente diretti nell’unita azione per la lode di Geova.
PUNTI DA APPREZZARE
10. Come tratta Dio i suoi servitori terreni, come mostra il caso di Davide?
10 Geova Dio tratta il suo popolo come una classe di servitori. Egli non ciba ciascuno individualmente né nomina un individuo sopra di loro. Nessun singolo studente della Parola di Dio rivela la volontà di Dio o interpreta la Sua Parola. (2 Piet. 1:20, 21) Iddio interpreta e insegna, mediante Cristo il Capo Servitore, il quale a sua volta si serve dello schiavo discreto come canale visibile, la visibile organizzazione teocratica. Davide si avvicinò a Dio mediante l’organizzazione sacerdotale rappresentata da Abiathar, che aveva l’efod; e un servitore di oggi deve in modo simile rivolgersi all’organizzazione visibile di Dio per cibo spirituale che è appropriato e per guida nel servizio del Regno. (1 Sam. 23:6, 9-11; 30:7, 8) Come è mostrato nell’illustrazione dei talenti dove diverse quantità furono affidate a differenti schiavi individuali secondo le loro capacità, così i domestici ricevono l’incarico di privilegi di servizio secondo le loro capacità e la loro devozione e prontezza di sottomettersi e conformarsi alla guida dello spirito santo. Geova mediante Cristo pone i domestici nelle loro posizioni di servizio nel corpo dello schiavo discreto. — 1 Cor. 12:18.
11. Come noi mostriamo apprezzamento della nostra relazione con la visibile organizzazione teocratica, specialmente riguardo al cibo spirituale?
11 Noi dobbiamo mostrare il nostro intendimento in queste cose, apprezzando la nostra relazione con la visibile organizzazione teocratica, ricordando il fatto di quelli che furono come Kore e Acan e Uzzia e altri i quali dimenticarono l’ordine teocratico. Siamo incaricati noi come individui di portare il cibo per la tavola spirituale? No? Perciò non cerchiamo di assumere i doveri dello schiavo. Noi dovremmo mangiare e digerire e assimilare ciò che ci viene messo davanti, senza scartare parti del cibo perché non soddisferebbe il capriccio del nostro gusto mentale. Le verità che dobbiamo proclamare sono quelle provvedute per mezzo dell’organizzazione dello schiavo discreto, non qualche opinione personale contraria a ciò che lo schiavo ha provveduto come cibo a suo tempo. Geova e Cristo dirigono e correggono lo schiavo secondo il bisogno, non noi come individui. Se noi non vediamo un punto a tutta prima dovremmo continuare a cercar d’afferrarlo, piuttosto che opporci e rigettarlo e ritenere con presunzione che avremmo probabilmente più ragione noi che lo schiavo discreto. Noi dovremmo umilmente andar d’accordo con l’organizzazione teocratica del Signore attendendo ulteriore chiarimento, anziché opporci alla prima menzione di un pensiero per noi sgradevole e cavillare e alzare la voce esprimendo le nostre critiche e opinioni come se valessero più della provvisione di cibo spirituale dello schiavo. Le persone teocratiche apprezzeranno l’organizzazione visibile del Signore e non saranno tanto stolte da gareggiare contro il canale di Geova con il loro ragionare umano e i loro sentimenti personali.
12. In considerazione della nostra passata esperienza, con quale attitudine dobbiamo ricevere le provvisioni dello schiavo?
12 Ora qualcuno potrebbe chiedere: Dovremmo forse accettare come dal Signore e verace il cibo provveduto mediante lo schiavo discreto, oppure dovremmo trattenerci dall’accettarlo fino a che lo abbiamo provato per nostro conto? Se noi abbiamo acquistato il presente intendimento della Bibbia cibandoci alla tavola imbandita dallo schiavo, se siamo stati in conseguenza di ciò liberati dalle false dottrine ed edificati nella pura e incontaminata adorazione di Dio e abbiamo ricevuto la speranza di un nuovo mondo, noi dovremmo avere una certa fiducia nelle provvisioni dello schiavo. Dopo essere stati nutriti fino alla nostra attuale forza e maturità spirituale, diventiamo noi improvvisamente più intelligenti del nostro precedente provveditore e abbandoniamo la illuminante guida dell’organizzazione che ci ha nutriti? “Non abbandonare la legge di tua madre”. (Prov. 6:20-23, RG) E se il Padre celeste non darebbe un sasso o un serpente o uno scorpione a un figlio che gli chiedesse pane o pesce o un uovo, dovremmo noi prendere il cibo spirituale che egli provvede mediante lo schiavo nelle nostre mani come se dovessimo esser schiacciati da un sasso o morsi da un serpente o punti da uno scorpione? (Matt. 7:7-11; Luca 11:9-13) Dobbiamo essere sospettosi riguardo a ogni nuova provvisione? “Chi dubita è come un’onda del mare portata dal vento e spinta qua e là. Infatti, non supponga quell’uomo che riceverà alcuna cosa da Geova”. (Giac. 1:6, 7, NM) Anche i Bereani prima ricevettero la predicazione di Paolo “con la massima prontezza di mente”, e poi cercarono “esaminando attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se queste cose stavano così”. (Atti 17:11, NM) Questa fu la prima volta che i Bereani sentirono effettivamente la predicazione di Paolo, comunque la ricevettero prontamente e poi studiarono la prova scritturale per loro conto. Quanto più prontamente noi possiamo ricevere le provvisioni dello schiavo con fiducia, dato che, in modo dissimile dai Bereani, abbiamo molta passata esperienza con le preziose provvisioni dello schiavo. Dopo aver ricevuto queste provviste di cibo noi proviamo che sono scritturali per nostro conto, con uno spirito di mansuetudine e fiducia e non di combattività.
LA FOLLIA DELLA SPECULAZIONE
13. Perché alcuni abitualmente fanno speculazioni e teorie?
13 Ci sono alcuni che sembrano infatuati di speculazioni. A loro piace essere il centro d’attrazione di piccoli gruppi, esponendo le loro teorie su come e quando questo o quello accadrà. Essi potrebbero non essere deliberatamente ribelli in quanto a ciò che lo schiavo provvede, ma se possono offrire soltanto ciò che lo schiavo ha già fornito non si mettono in mostra. Come possono essi risplendere personalmente se solo riflettono ciò che riflettono tutti gli altri testimoni di Geova? Quindi cercano qualche cosa più sensazionale, qualche “nuova luce” per abbagliare incauti ascoltatori. Mentre cibano gli ascoltatori a bocca aperta con la loro sequela di nuove teorie, gli ascoltatori con la loro rapita attenzione cibano l’io degli speculatori. Quando qualche altro comincia a parlare e occupa il centro di attrazione, lo speculatore perde interesse nel gruppo che conversa e se ne va. Questi speculatori potrebbero riconoscere che alcune delle loro passate teorie erano sbagliate, ma non mostrano di avere imparato la lezione da questi sbagli trattenendosi dal mettere avanti nuove teorie. La loro brama di essere considerati come un pensatore indipendente e profondo è più forte del loro desiderio d’esser teocratici.
14. Come argomentano alcuni speculatori, ma a che cosa la loro concezione li acceca?
14 Alcuni degli speculatori sono più ribelli di altri, dissentendo dogmaticamente dalle provvisioni dello schiavo discreto, esaltandosi al disopra del canale stabilito dal Signore. Essi argomentano che l’organizzazione teocratica non ha sempre avuto ragione, e che essi una volta ebbero idee che l’organizzazione rigettò ma ora insegna, e così insinuano che le loro presenti teorie saranno similmente accettate nel tempo. Essi non menzionano mai le numerose speculazioni che hanno avanzate in passato le quali non sono state adottate. Questo farebbe andare a vuoto la loro campagna per far ingoiare le loro idee. Ciò che la loro presunzione non fa vedere loro è che la visibile organizzazione teocratica non ha mai preteso infallibilità, che essa sa che il messaggio sarà continuamente purificato dalla eliminazione di erronee idee, che essa attende che nuove verità divengano manifeste mentre nuove profezie sono adempiute, che gradualmente la luce risplenderà sempre più fino al giorno perfetto, e che le chiarificazioni verranno per mezzo dello schiavo discreto e non di esaltantisi speculatori. (Prov. 4:18; Isa. 6:5-7; Mal. 3:1-3) È un processo continuo, poiché lo schiavo deve “continuare a dar loro la loro misura di provviste di cibo a suo tempo”. (Luca 12:42, NM) Senza dubbio alcuni hanno delle idee che non sono pubblicate fino a un tempo successivo; far questo prima avrebbe potuto essere prematuro, avrebbe potuto non essere “a suo tempo”. Aspettate che decida il Signore.
15. Che male può venire da infondate speculazioni, e come reagiranno contro di questi le persone teocratiche?
15 Ma sia che speculino ribellione o solo sconsideratamente, essi possono far del male. Si pongono nel pericolo di divenire gonfi di un sentimento d’importanza, o potrebbero far inciampare dei deboli nella fede. Possono ostacolare l’unità di mente e impedire che tutti vedano in armonia. Essi attraggono attenzione alla creatura anziché al Creatore e alla sua organizzazione visibile. Le loro infondate speculazioni potrebbero diffondersi, suscitar domande e dubbi, e mettere in pericolo l’unità d’azione. Le persone teocratiche eviteranno le speculazioni e gli speculatori. Esse berranno profondamente le acque di verità, non intorbidandole con enfiate opinioni e speculazioni personali. Bevendo tutti la stessa acqua di verità, tutti vedranno in armonia, lavoreranno fianco a fianco, tenendosi tutti al passo con lo “schiavo fedele e discreto”. Coloro che speculano e ordiscono le loro teorie preferite e imbandiscono una tavola spirituale per loro conto, o che siedono alla tavola del Signore ma provvedono per loro conto piccoli piatti separati, e cercano di farli provare ad altri, sono coloro che si trovano fuori strada rispetto all’organizzazione teocratica, malgrado nella loro cieca concezione pensino che sono fuori strada lo schiavo e i domestici e le altre pecore.
16. Quale consiglio scritturale trascurano gli speculatori che noi dovremmo seguire?
16 “‘Lo schiavo e i domestici e le altre pecore camminano insieme l’uno con l’altro e con Dio e Cristo. Essi non sono fuori strada e non dovrebbero nemmeno considerar di cambiare strada per seguire sparsi esaltati che trascurano il consiglio scritturale su queste cose. “Se alcuno insegna altra dottrina e non approva le sane parole, quelle del nostro Signore Gesù Cristo, né l’insegnamento che è in armonia con la devozione divina, egli è gonfio d’orgoglio, non comprendendo nulla, ma essendo mentalmente malato per questioni e controversie riguardo a parole. Da queste cose sorgono invidia, lotta, discorsi ingiuriosi, malvagi sospetti, violente dispute intorno ad inezie da parte di uomini corrotti di mente e privati della verità”. “Custodisci quello che ti è stato affidato, allontanandoti dai vuoti discorsi che violano ciò che è santo e dalle contraddizioni della falsamente chiamata ‘conoscenza’. Per far mostra di tale conoscenza alcuni hanno deviato dalla fede”. “Continua a tenere il modello di sane parole che tu udisti da me con la fede e l’amore che sono in relazione con Cristo Gesù”. “Continua a rammentar loro queste cose, esortandoli davanti a Dio come testimone, non a lottare per parole, cosa di nessuna utilità perché sovverte quelli che ascoltano. Ma evita i discorsi vuoti che violano ciò che è santo; poiché essi avanzeranno sempre più in empietà, e la loro parola si spargerà come cancrena”. “Essi sovvertono la fede di alcuni”. “Respingi le domande stolte e speculative, sapendo che producono contese”. ‘Tenete d’occhio quelli che creano divisioni e cause d’inciampo contrarie all’insegnamento che voi avete imparato, ed evitateli.’ — Rom. 16:17; 1 Tim. 1:4, 7; 6:3-5, 20, 21; 2 Tim. 1:13; 2:14, 16-19, 23-26; Tito 3:9-11, NM.
PERCHÉ NOI RIGETTIAMO RECISAMENTE L’INVITO ALL’UNIONE DELLE FEDI
17. In quali due grandi divisioni cadono le chiese della Cristianità? e provvede alcuna di esse il “cibo a suo tempo”?
17 Molti nella Cristianità diranno irosamente che i testimoni di Geova presumono troppo. Questo è ciò che Kore protestò contro Mosè. (Num. 16:3) Tuttavia i fatti mostrano che i testimoni di Geova sono quelli che predicano della istituzione del Regno, e che avvertono tutte le nazioni dell’avvicinarsi di Harmaghedon. La loro organizzazione è diretta teocraticamente, ed essa reca il cibo spirituale che è appropriato. Quale ortodossa organizzazione religiosa della Cristianità provvede nuovo cibo spirituale per questi tempi critici? Non offrono forse i fondamentalisti ancora gli stessi aridi rifiuti, cianciando ancora gli stessi credi vecchi di secoli, e ripetendo monotonamente senza posa le loro poche dottrine fondamentali prese a prestito dal paganesimo? Invero, “la loro religione è una beffa, una semplice tradizione imparata a memoria”. (Isa. 29:13, Mo) Le chiese moderniste hanno prodotto nuovi insegnamenti che si adattino ai tempi, ma le loro nuove offerte non sono appropriate per la predicazione dell’evangelo. Invece, esse abbandonano la Bibbia, rigettandola come mito e leggenda, considerandola al massimo solo come buona letteratura, e offrono scienza ed evoluzione, psicologia e psichiatria, nello sforzo di esser popolari con una civilizzazione materialistica. Iddio dice recisamente che nella Cristianità “le tavole son piene di vomito”. Fra loro la carestia spirituale regna sovrana. Quale contrasto fra la condizione dei loro seguaci e quella dei testimoni di Geova! — Isa. 28:8; 65:13-15; Ger. 2:13; Amos 8:11, 12.
18. Che cosa dovrebbero ricordare quelli che condannano il modo di parlare chiaro come intollerante?
18 “Sostituendo gli antichi paganismi o le filosofie moderne alle verità contenute nella Bibbia, le religioni della Cristianità corrispondono al recidivo Israele che professava di essere il popolo di Geova: “Il bue conosce il suo possessore, e l’asino la greppia del suo padrone; ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non ha discernimento”. (Isa. 1:3) Esse si sono messe nella posizione per la dolorosa condanna, contro la quale gridano che è intollerante. Ma non dice Iddio stesso qui che hanno meno senno del bue e dell’asino? La sua Parola li chiama “cani muti” e “cani ingordi”. Cristo Gesù li chiamò stolti e bugiardi e figli del Diavolo. Sarcasmo e scherno e derisione sono usati contro i falsi religionisti. Notate le parole di Giobbe rivolte ad alcuni di questi: “Come hai bene aiutato il debole! Come hai sorretto il braccio senza forza! Come hai ben consigliato chi è privo di sapienza! E che abbondanza di sapere tu gli hai comunicato!” Per un altro esempio di derisoria ironia, considerate le parole di Elia dette ai falsi adoratori quando il loro dio mancò di rispondere dopo ore di adulazione: “Gridate forte; poich’egli è dio, ma sta meditando, o è andato in disparte, o è in viaggio; fors’anche dorme, e si risveglierà”. (1 Re 18:21-28; Giob. 12:2, 7, 8; 26:2, 3; Isa. 56:10, 11; Matt. 23:17; Giov. 8:44) Questo dovrebbe far riflettere quelli che infiammatamente inveiscono contro i testimoni di Geova perché essi parlano chiaro riguardo alle false religioni. Per condannare tale chiaro modo di parlare devono anche condannare la Bibbia e Dio stesso!
19. Quindi perché un Cristiano non può unirsi a un movimento per unione delle fedi, e che cosa dovrebbe tollerare senza protestare se lo seguisse?
19 Tutto quello che è stato detto dimostra chiaramente che i Cristiani non possono unirsi ai movimenti per l’unione delle fedi. Non lo possono come non poterono unirsi Abele con Caino, o Israele con l’Egitto o con i Cananei, o Gesù con gli scribi e i Farisei e i Sadducei, o i primi Cristiani con la fusione religiosa di Costantino fra il paganesimo e la Cristianità apostata. Per un Cristiano entrare nell’ovile della unione delle fedi significherebbe che egli dovrebbe tollerare insegnamenti pagani sotto l’etichetta cristiana, dovrebbe tollerare le pretese che Dio torturi diabolicamente le anime in laghi di fuochi, dovrebbe tollerare la bestemmia che per denaro Dio rilascerebbe sofferenti anime da un ardente purgatorio, dovrebbe tollerare il giuoco d’azzardo, dovrebbe tollerare la veduta che Gesù non fosse il Messia ma un impostore, dovrebbe tollerare la diabolica dottrina dell’evoluzione, dovrebbe tollerare l’ipocrisia clericale e gl’intrighi politici, dovrebbe tollerare la religiosa provocazione di guerra e i cappellani che benedicono Cristiani i quali uccidono Cristiani, e così ancora e ancora si potrebbe enumerare una interminabile sequela di bestemmie che il Cristiano dovrebbe tollerare in silenzio. Egli dovrebbe strizzar l’occhio al peccato, chiudere gli occhi all’errore, turare le orecchie alla bestemmia, render muta la sua lingua per tollerare silenziosamente il male. Temendo di offendere gli uomini a parole o a fatti, egli offenderebbe Dio tollerando nel nome della tolleranza ogni satanico laccio che troverebbe nella sua via. Sarebbe troppo inadatto e sozzo per il servizio di Geova, applicandosi a lui il proverbio: “Il cane è tornato al suo proprio vomito, e la troia ch’era lavata a voltolarsi nel fango”. Tornare alla sozzura di questo mondo dopo esserne stati separati e purificati vorrebbe dire farci sudditi inadatti per qualsiasi ulteriore misericordia di Geova. (Ebr. 10:26; 2 Piet. 2:20-22; Apoc. 18:4, NM) Per l’immeritata benignità di Geova apprezziamo e seguiamo quindi la visibile organizzazione teocratica che egli ha stabilita nel nostro giorno.