Capitolo XVII
Lo “schiavo” che visse fino a vedere il “segno”
1. Secondo il racconto della creazione dei luminari celesti, Dio desiderò che l’uomo fosse simile a lui sotto quale aspetto?
IL CREATORE dell’uomo tiene conto del tempo. Egli intese che l’uomo pure tenesse conto del tempo. Nel racconto creativo come si trova nel primo capitolo della sua ispirata Parola, leggiamo: “E Dio proseguì, dicendo: ‘Si facciano dei luminari nella distesa dei cieli per fare una divisione fra il giorno e la notte: ed essi dovranno servire come segni e per le stagioni e per i giorni e gli anni. E dovranno servire come luminari nella distesa dei cieli per risplendere sopra la terra’. E così si fece. E Dio faceva i due grandi luminari, il luminare maggiore per dominare il giorno e il luminare minore per dominare la notte, e anche le stelle”. (Genesi 1:14-16) Così la Sacra Bibbia tiene conto del tempo nell’esistenza umana e fa questo secondo stagioni, giorni e anni.
2, 3. (a) Come la Bibbia proiettò il calcolo del tempo anche fino all’anno 1914 E.V.? (b) Che cosa disse Gesù riguardo al tempo della sua venuta nella “grande tribolazione” che avviene durante la sua parusia?
2 Il conto del tempo della Bibbia è continuato dalla creazione dell’uomo nel Giardino di Eden fin dove la sua cronologia si collega alle autentiche date della storia secolare. Le profezie della Bibbia che contengono aspetti cronologici proiettano il calcolo del tempo ancora oltre nel futuro, sino alla fine dei “sette tempi” del dominio gentile sul genere umano senza interruzione da parte di Dio, fino all’anno 1914 E.V. (Daniele 4:16, 23, 25, 32; Luca 21:24) Quell’anno fu il tempo in cui cominciò la parusia o “presenza” del glorificato Gesù Cristo in cielo. Gesù profetizzò l’ineguagliata “grande tribolazione” che doveva aver luogo durante la sua parusia, ma non diede risalto al particolare giorno e ora in cui quel tempo d’afflizione senza uguali si sarebbe abbattuto sull’intero mondo del genere umano. Egli disse:
3 “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre. Poiché come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Poiché come in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, gli uomini prendevano moglie e le donne andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro abbandonato; due donne macineranno alla macina a mano: una sarà presa e l’altra abbandonata. Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà [greco: erʹkhe·tai] il vostro Signore”. — Matteo 24:36-42; Marco 13:32, 33.
4. Quindi fra il genere umano durante la parusia di Gesù le condizioni sociali dovevano essere simili ai giorni di chi, e a quali giorni particolari?
4 Secondo questa profezia, fra gli uomini e le donne sulla terra durante quest’invisibile parusia del Signore Gesù Cristo le condizioni sociali dovrebbero essere simili a quelle dei giorni di Noè prima del diluvio universale. Evidentemente, riferendosi al tempo dei “giorni di Noè”, Gesù intese dire “quei giorni prima del diluvio” quando Noè preparava l’arca che Dio gli aveva comandato di costruire. Altrimenti, prima del diluvio non si sarebbe potuto notare nulla di speciale che indicasse alle persone che un diluvio doveva abbattersi sulla loro generazione. Questa preparazione dell’arca porrebbe i particolari “giorni di Noè” entro gli ultimi cento anni della sua vita prima del diluvio, poiché il diluvio cominciò nel seicentesimo anno di Noè, e così leggiamo: “Noè aveva cinquecento anni. Dopo ciò Noè generò Sem, Cam e Iafet”. — Genesi 5:32; 7:11.
5. (a) Da quale fatto si mostra inoltre che siano limitati i “giorni di Noè” per la costruzione dell’arca? (b) Il paragone fatto con i “giorni di Noè” che cosa prova riguardo al significato della parusia?
5 Un altro limite al tempo sarebbe il fatto che a Noè fu detto di portare con sé nell’arca sua moglie e i suoi tre figli e ‘le mogli dei suoi figli’. (Genesi 6:18) Questo indicherebbe che i tre figli di Noè erano sposati prima che cominciasse il lavoro dell’arca. Così il tempo anteriore al diluvio in cui le persone potevano notare che stava accadendo qualche cosa di insolito poté ridursi a circa cinquant’anni prima della catastrofe globale. In ogni modo, i “giorni” concessi al popolo perché facesse seriamente attenzione furono un tempo considerevole. Visto che “così sarà la presenza [parusia] del Figlio dell’uomo”, questo prova che l’invisibile parusia di Cristo è un esteso periodo di tempo e non segna semplicemente il tempo dell’inizio della “grande tribolazione” in una certa ora di un determinato giorno. In armonia con questa veduta della parusia, la dichiarazione parallela di Gesù, in Luca 17:26, dice: “Inoltre, come avvenne ai giorni di Noè, così sarà pure ai giorni del Figlio dell’uomo”. Ma proprio come i giorni della costruzione dell’arca da parte di Noè portarono all’ingresso suo e della sua intima famiglia in quella enorme costruzione, così l’invisibile parusia dura per un periodo di tempo e giunge al culmine in una “grande tribolazione” globale.
6. (a) In che modo, come disse Gesù, i giorni di Noè somiglierebbero al tempo della sua parusia? (b) Quindi, che cosa c’era di sbagliato da parte del popolo?
6 Ai giorni di Noè la terra era piena di violenza e veniva rovinata. (Genesi 6:11, 12) Questo, certo, era un male, un errore! Ma Gesù non si riferì a ciò nel mostrare la somiglianza fra i giorni di Noè e i giorni della sua parusia o “presenza”. Gesù disse: “Mangiavano, bevevano, gli uomini si sposavano, le donne erano date in matrimonio, fino a quel giorno in cui Noè entrò nell’arca, e giunse il diluvio e li distrusse tutti”. (Luca 17:27) Queste cose menzionate erano in se stesse giuste e corrette. Or dunque, qual era da parte del popolo la cosa sbagliata? Consisteva nel fatto che erano egoisticamente assorti in quelle cose comuni, di ogni giorno, e non mostravano nessuna fede nel messaggio di Dio che Noè annunciava e non prendevano seriamente il fatto che Noè sosteneva il suo messaggio come assolutamente verace costruendo l’arca a dimostrazione della propria fede. (Ebrei 11:7) Che questa fosse da parte del popolo la cosa sbagliata fu dichiarato da Gesù: “E non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti”. — Matteo 24:39.
7. (a) Per che cosa fu condannato il popolo che venne distrutto nel Diluvio, e a causa di che cosa? (b) Come dal 1914 è stata dimostrata da parte del popolo la stessa caratteristica?
7 Il popolo distrutto nel diluvio universale fu condannato per la sua ingiusta mancanza di fede. Fu empio. Di conseguenza, Dio “non si trattenne dal punire il mondo antico, ma conservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò il diluvio su un mondo di empi”. (2 Pietro 2:5) La profezia di Gesù: “Così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”, ci spinge a esaminare le opere e l’attitudine che le persone hanno oggi durante la sua parusia, la sua invisibile “presenza”. Trova Geova Dio in essi la stessa assenza di fede? La stessa viva preoccupazione per le cose comuni, quotidiane, della vita, mangiare, bere, sposarsi e andare a marito, con indifferenza verso quello che dice e fa un piccolo gruppo, paragonabile a Noè e ai sette componenti della sua famiglia? Ebbene, ora per quasi sessant’anni, dal principio della parusia di Cristo nel 1914 E.V., gli “eletti” di Geova e, in seguito, una “grande folla” di altre persone paragonabili a pecore han proclamato in tutto il mondo l’istituito regno di Dio e la “grande tribolazione” avvenire, ma il popolo in genere non ha mostrato nessuna seria preoccupazione.
8. (a) In quale giorno della settimana finale Noè e la sua famiglia entrarono nell’arca per restarvi, e che cosa sistemò quindi la questione? (b) Questo è un avvertimento perché non sia compiuta oggi quale mancanza da parte nostra?
8 Al tempo di Noè, durante l’ultima settimana prima del diluvio, esemplari di animali e uccelli che dovevano essere preservati furono portati dentro l’arca. L’ultimo giorno di quella settimana cruciale, il diciassettesimo giorno del secondo mese (calendario noetico) dell’anno 2370 a.E.V., Noè e i sette componenti della sua famiglia entrarono essi stessi nell’arca. “Poi Geova chiuse la porta dietro a lui”. (Genesi 7:1-16) Questa azione chiuse Noè e la sua famiglia all’interno per la salvezza, ma le persone occupate nelle proprie faccende le chiuse all’esterno per la distruzione. Gesù ne fa un esempio ammonitore per tutti i suoi discepoli che vivono in questi giorni della sua parusia o “presenza”. Perciò sia lungi da noi l’idea di imitare questo mondo di persone empie che nel loro egoismo non prestano nessuna attenzione e mostrano indifferenza senza fede! Non interessarsi e non agire secondo l’adempimento della profezia di Gesù non potrebbe significare altro che la nostra distruzione con il mondo incredulo. La distruttiva “grande tribolazione” sorprenderà gli incauti in un giorno e in un’ora non annunciati, ora sconosciuti.
ELETTI PER LA VITA O PER LA DISTRUZIONE
9. (a) Come mostrò Gesù che la salvezza sarebbe stata selettiva e la distruzione sarebbe stata selettiva? (b) In che modo è importante avere la vista acuta come le aquile?
9 In quel tempo la salvezza sarà selettiva e la distruzione sarà selettiva, anche riguardo agli intimi compagni delle attività secolari, come coltivare un campo o macinare il grano in casa. Gesù disse: “Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro abbandonato; due donne macineranno alla macina a mano: una sarà presa e l’altra abbandonata”. (Matteo 24:40, 41) Settimane prima di questa profezia, quando Gesù fece una dichiarazione simile, i suoi ascoltatori gli chiesero: “Dove, Signore?” Egli rispose: “Dov’è il corpo, ivi si raduneranno anche le aquile”. (Luca 17:34-37) Quindi quelli ‘presi’ per la salvezza saranno quelli dalla vista spiritualmente acuta, simili ad aquile, che si radunano per il banchetto spirituale che Geova provvede entro il suo luogo di sicurezza. Quelli abbandonati alla distruzione saranno coloro che non si mantengono spiritualmente consci dell’adempimento della profezia di Gesù e che perseguono con indifferenza il loro modo di vivere egoistico. Questi, cercando di preservare la loro anima umana con mezzi mondani, perderanno la loro anima nell’improvvisa “grande tribolazione”.
10. Come Gesù diede qui enfasi che non dovremmo essere simili alle egoistiche persone mondane?
10 Noi non osiamo essere simili alle persone mondane, nemmeno a quelle della cristianità, che assomigliano alle egoistiche persone dei giorni di Noè. Nel nostro interesse Gesù dà enfasi alla lezione della sua illustrazione, dicendo: “Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà [greco: erʹkhe·tai] il vostro Signore”. (Matteo 24:42) Se crediamo nella parusia del Signore dal 1914 E.V., c’è assai più ragione perché ci manteniamo desti e vigilanti in modo che la “grande tribolazione” non ci sorprenda in un’occupazione errata.
11, 12. (a) Perché Gesù non disse ai suoi discepoli il tempo preciso della sua venuta quale ufficiale esecutivo di Geova nella “grande tribolazione”? (b) Che cosa significherà per noi essere sorpresi dalla “grande tribolazione” come da un ladro nella notte, come mostra l’illustrazione di Gesù?
11 Il Signore Gesù non informò i suoi discepoli dell’esatto giorno e ora del particolare mese del certo anno in cui egli verrà (greco: erʹkhe·tai) come ufficiale esecutivo di Geova nella “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo”. Egli non fa sapere a nessun suo discepolo il tempo preciso, così che possa divenire incurante e occuparsi in imprese mondane fin quasi all’ultimo minuto, e quindi immediatamente prima del conosciuto tempo preciso assumere una forma di santità e darsi da fare nel comandato servizio di Dio. No! Ma il fatto che non ci sia stata comunicata la data precisa ci impone di essere continuamente in guardia. Essere sorpresi dalla “grande tribolazione” come da un ladro significherà una perdita eterna per chi non è attivo nella pura adorazione di Dio. Quindi, Gesù disse:
12 “Ma sappiate una cosa, che se il padrone di casa avesse saputo in quale vigilia [della notte] veniva il ladro, sarebbe rimasto sveglio e non avrebbe lasciato scassinare la sua casa. Perciò anche voi siate pronti, perché in un’ora che non pensate, viene [greco: erʹkhe·tai] il Figlio dell’uomo”. — Matteo 24:43, 44.
13. (a) Qual è lo scopo per cui i discepoli sono lasciati incerti circa il tempo preciso in cui il Signore verrà per eseguire la vendetta di Geova? (b) Quindi che cosa ci conviene fare al riguardo?
13 Qual è lo scopo per cui i suoi discepoli sono lasciati incerti circa il tempo preciso della venuta del Signore per eseguire la vendetta di Geova o per eseguir giustizia su questo sistema di cose, religioso e politico e sociale? È quello di esigere da tutti coloro che asseriscono d’esser discepoli di Cristo di dar prova se sono veri cristiani ogni giorno, di continuo, essendo costantemente occupati nella predicazione della buona notizia del messianico regno di Dio ed esercitandosi ininterrottamente nel far “discepoli delle persone di tutte le nazioni”, o se sono semplicemente opportunisti. Cioè, attendono essi finché vedono che non c’è più tempo per indugiare ma ora devono finalmente darsi da fare come se fossero stati sempre del tutto dediti all’approvata opera di Dio? Giacché è “in un’ora che non pensate” che “viene il Figlio dell’uomo”, ci conviene esser desti e attivi tutte le ore nell’adorazione e nel servizio che il nostro Signore approva.
“LO SCHIAVO FEDELE E DISCRETO”
14. Quale domanda pose qui Gesù, lasciando determinare ai suoi ascoltatori ciò che desideravano essere?
14 Qui il Signore Gesù tratta il soggetto della vigilanza e della preparazione richieste dai suoi discepoli. Così pone ora una domanda che sfida ciascun suo discepolo riguardo alla sua devozione personale verso il Messia di Geova e l’uso personale di prudenza, previsione e perspicacia nel servizio al Messia. Ciascun discepolo avrebbe potuto determinare da sé quale specie di schiavo desiderava essere udendo il Signore che faceva la domanda: “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo?” — Matteo 24:45.
15. (a) Perché Gesù fece la domanda riguardo a uno schiavo che sarebbe stato fedele? (b) Quale domanda sorge in quanto all’identità dello schiavo, e che cosa dice su ciò lo Hand-Book di Meyer su Matteo?
15 Sapendo, come egli sapeva, dalle ispirate profezie della Parola del Padre suo che ci sarebbero stati ribelli apostati dalla vera fede e servizio cristiano, molto appropriatamente Gesù rivolse questa domanda investigatrice che influisce su ciascun suo discepolo. Ma, dalla forma della sua domanda, parlava egli di un uomo particolare, di un suo singolo discepolo? O parlava riferendosi a una classe di discepoli? The Critical and Exegetical Hand-Book to the Gospel of Matthew, di H. A. W. Meyer, dott. in teologia, (1884) dà un suggerimento. A pagina 429, riguardo all’espressione “chi dunque” (AV), dice: “È così indicata la necessità di prepararsi. La stessa allusione è presentata in forma di allegoria, e il doúlos [schiavo] rappresenta i discepoli che il Signore ha nominati affinché siano guide della Sua chiesa, nella quale si richiede che si mostrino fedeli (1 Cor. iv. 1 seg.) e prudenti, . . .” Questo limitare lo “schiavo” ai dodici apostoli potrebbe, comunque, far posto alla dottrina di una successione apostolica o di una successione episcopale, una successione di vescovi (sorveglianti) mediante il processo dell’ordinazione religiosa.
16. Circa la domanda se la classe dello “schiavo” include l’intero corpo di discepoli, non solo i sorveglianti, che cosa dice Marco 13:34-36?
16 Comunque, quando consideriamo che lo “schiavo fedele e discreto” è l’intero corpo di discepoli (che include i sorveglianti spirituali), si elimina una tal cosa come la “successione episcopale” che la storia mostra ha recato nella cristianità tanto danno e oppressione. Il modo in cui il discepolo Marco formula la considerazione di questo argomento da parte di Gesù indica che comprende l’intero corpo di discepoli. Marco 13:34-36 dice: “È come un uomo che, facendo un viaggio all’estero, lasciò la sua casa e diede l’autorità ai suoi schiavi, a ciascuno il suo lavoro, e comandò al portiere di vigilare. Perciò siate vigilanti, poiché non sapete quando verrà [greco: erʹkhe·tai] il signore della casa, se la sera o a mezzanotte o al canto del gallo o di buon mattino; affinché, arrivando egli improvvisamente, non vi trovi addormentati”.
17. Perché non fu crudele da parte di Gesù paragonare i suoi discepoli a “schiavi”, ma la loro schiavitù che cosa rese obbligatorio?
17 Potrebbe sembrare alquanto crudele che Gesù paragonasse i suoi discepoli a “schiavi”. Ma c’era una giusta base per classificarli in questo modo, poiché in I Corinti 6:20 e 7:23 leggiamo: “Siete stati comprati a prezzo. A tutti i costi, glorificate Dio nel vostro corpo”. “Foste comprati a prezzo; smettete di divenir schiavi degli uomini”. Oltre a queste parole dell’apostolo Paolo, l’apostolo Pietro scrisse ai cristiani: “Sapete che non con cose corruttibili, con argento o con oro, foste liberati dall’infruttuosa forma di condotta ricevuta per tradizione dai vostri antenati. Ma lo foste con sangue prezioso, come quello di un agnello senza difetto e immacolato, quello di Cristo”. (1 Pietro 1:18, 19) In armonia con ciò, questo discepolo di Cristo iniziò la sua seconda lettera con questa introduzione: “Simon Pietro, schiavo e apostolo di Gesù Cristo”. Neanche Paolo provò imbarazzo quando si presentò come “Paolo e Timoteo, schiavi di Cristo Gesù”. (Filippesi 1:1) E un fratellastro carnale del Signore introdusse la sua lettera con le parole: “Giuda, schiavo di Gesù Cristo, ma fratello di Giacomo”. (Giuda 1) La schiavitù su tale base rende la fedeltà cristiana ancor più obbligatoria.
18. Perché l’antico Israele fu una nazione di servitori di Geova, e come egli paragonò tutti quei servitori a una singola persona?
18 I discepoli di Cristo non fecero nessuna obiezione alla schiavitù cristiana a motivo di qualche maltrattamento come fu fatta obiezione riguardo al maltrattamento della nazione d’Israele: “È Israele un servitore o uno schiavo nato in casa? Perché è divenuto per la preda?” (Geremia 2:14) L’antica nazione d’Israele divenne “per la preda” da parte dei Gentili perché gli Israeliti non agirono come fedeli servitori dell’Iddio Altissimo, Geova. Poiché Geova li aveva redenti dall’antico Egitto, l’intero popolo d’Israele fu una nazione di servitori di Geova. Quando Geova parlò al Faraone d’Egitto riguardo allo speciale diritto che aveva sulla nazione d’Israele, Egli paragonò questa nazione eletta a una singola persona, dicendo: “Israele è mio figlio, il mio primogenito. E io ti dico: Manda via mio figlio affinché mi serva”. — Esodo 4:22, 23.
19. Come Geova parlò per mezzo di Isaia alla nazione d’Israele come a un Suo singolo schiavo individuale?
19 Più di sette secoli dopo Geova parla all’intera nazione d’Israele come se fosse un Suo singolo servitore individuale, dicendo: “Ma tu, o Israele, sei il mio servitore, tu, o Giacobbe, che io ho scelto, il seme di Abraamo mio amico; tu, che io ho preso dalle estremità della terra, e tu, che ho chiamato perfino dalle remote parti d’essa. E dunque ti dissi: ‘Tu sei il mio servitore; io ti ho scelto, e non ti ho rigettato’”. (Isaia 41:8, 9) Per rendere chiaro che questo “servitore” composito è costituito da molti individui, il Creatore dice alla nazione d’Israele: “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore che io ho scelto’. . . . E ora ascolta, o Giacobbe mio servitore, e tu, o Israele, che io ho scelto. Questo è ciò che ha detto Geova, . . . ‘Non ve l’ho fatto udire individualmente da quel tempo in poi e non l’ho dichiarato? E voi siete i miei testimoni’”. — Isaia 43:10; 44:1-8; anche 42:19; 44:21; 48:20; 49:3; Geremia 30:10.
20. Quando fu rigettato l’Israele naturale, e chi divenne un Israele spirituale, e perché a esso si applicano le parole di Isaia 43:10?
20 Alla festa di Pentecoste dell’anno 33 E.V., cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, la circoncisa nazione dell’Israele naturale fu rigettata da Geova Dio. Ma verso gli anni 50-52 il cristiano apostolo Paolo scrisse ai suoi fratelli cristiani nella provincia romana di Galazia e disse: “Né è alcuna cosa la circoncisione né lo è l’incirconcisione, ma una nuova creazione è qualche cosa. E tutti quelli che cammineranno ordinatamente secondo questa regola di condotta, su di essi siano pace e misericordia, e sull’Israele di Dio”. (Galati 6:15, 16) La vera congregazione cristiana fu l’organizzazione che camminò ordinatamente secondo quella regola riguardo a una “nuova creazione”, e ora, poiché l’Israele naturale era stato rigettato, la congregazione dei seguaci di Cristo era l’“Israele di Dio”. Era un Israele spirituale. Come unita congregazione era il “servitore” di Geova Dio e del suo Cristo. A essa in senso spirituale si poteva rivolgere Isaia 43:10: “‘Voi siete i miei testimoni’, è l’espressione di Geova, ‘pure il mio servitore’”.
21. (a) Benché Gesù suscitasse la domanda su di lui, sapeva Gesù chi era quello “schiavo” composito? (b) Quale domanda facciamo noi su quando cominciò quella classe dello “schiavo”?
21 Benché suscitasse la domanda sullo “schiavo fedele e discreto”, Gesù non ebbe alcun dubbio su chi fosse questo “schiavo”. Gesù pensava indubbiamente a quel “servitore” di Geova Dio, a quell’“Israele di Dio”. Non si commetterebbe nessun errore indicando tale composito “servitore”. A prezzo del suo proprio sangue egli aveva acquistato quell’Israele di Dio come suo schiavo, e nell’illustrazione che fece nella sua profezia vi si poté riferire come a uno “schiavo” composito, che si sarebbe mostrato “fedele e discreto”. Poiché Gesù parlò di questo “schiavo” nella sua profezia relativa al “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”, venne la prima volta all’esistenza quel composito “schiavo fedele e discreto” durante la sua “presenza” o parusia dal 1914 in poi?
22. (a) Perché la classe dello “schiavo fedele e discreto” non poté la prima volta venire all’esistenza durante la parusia di Cristo? (b) Chi erano i “domestici” che lo “schiavo” doveva cibare?
22 No; Poiché l’illustrazione di Gesù raffigura il signore dello “schiavo” nell’atto di partire, “come un uomo che, facendo un viaggio all’estero, lasciò la sua casa e diede l’autorità ai suoi schiavi”. (Marco 13:34) Così lo “schiavo fedele e discreto” è uno che “il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo”. (Matteo 24:45) Fu più di millenovecento anni fa, alla sua ascensione in cielo, che il “signore” del composito “schiavo” se ne andò, lasciando allo “schiavo” l’istruzione di cibare i “domestici”. (Matteo 28:16-20) I “domestici” non erano la famiglia del signore ma ne erano i “servitori della casa” (H. A. W. Meyer) o il “personale della casa”. (New English Bible) Erano schiavi, proprio come lo “schiavo fedele e discreto” incaricato di dar loro cibo. Così erano tutti un corpo di schiavi, ed erano tutti sottoposti allo stesso “signore”. Tutti avevano l’obbligo d’essere ‘fedeli e discreti’.
23. (a) Così, quando cominciò l’esistenza di quello “schiavo” composito? (b) Che cosa mostra che tale “schiavo” visse fino a vedere il “segno” della parusia del suo signore?
23 L’illustrazione di Gesù cominciò ad adempiersi alla sua partenza l’anno 33 E.V., e sin da allora è esistito lo “schiavo” composito, cioè l’“Israele di Dio”, l’unta congregazione di Cristo generata dallo spirito i cui membri giungeranno infine a 144.000. (Rivelazione 7:4-8; 14:1-3) La narrazione storica mostra che al principio dell’invisibile parusia del “signore” alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 c’era ancora sulla terra un rimanente di questa classe dello “schiavo”. Di conseguenza lo “schiavo” composito ha vissuto fino a vedere il “segno” della parusia o “presenza” del Signore.
“DAR LORO IL CIBO A SUO TEMPO”
24. Per fare che cosa fu nominato lo “schiavo”, e perché i “domestici” potevano essere impiegati per farlo?
24 In questa parabola allo “schiavo” non furono dati “talenti” d’argento con cui negoziare. Così qui non parliamo dei “talenti” spirituali. Lo “schiavo” nominato fu reso specialmente responsabile di dare ai suoi conservi “domestici” il loro cibo a suo tempo. Essi avevano regolarmente bisogno di cibo, come ne aveva bisogno lo “schiavo” nominato, per essere rafforzati per il lavoro da fare nella casa del signore. Se il numero dei domestici del signore era grande, lo “schiavo” nominato non andava da tutti loro individualmente e non serviva direttamente a ciascuno i suoi pasti. Più ragionevolmente, lo “schiavo” faceva in modo che il cibo fosse reso disponibile e che fosse servito a tutti i “domestici” o “personale della casa”. Alcuni dei “domestici” aiutavano a servire i pasti ai loro conservi domestici. Non è strano, quindi, che i domestici dovessero aiutarsi cibandosi gli uni gli altri.
25. In quale “suo tempo” la classe dello “schiavo” cominciò a servire il “cibo”, a chi, e con quale risultato in quel giorno?
25 Non appena il “cibo” spirituale fu “a suo tempo” disponibile, il giorno della festa di Pentecoste del 33 E.V., la classe dello “schiavo” nominato si mostrò ‘fedele e discreta’ passando il “cibo” sotto l’ispirazione dello spirito di Dio che era versato. La congregazione di circa 120 discepoli cominciò parlando fra sé delle “magnifiche cose di Dio”. Ma quella piccola congregazione originale non tenne quelle “cose” per sé. Migliaia di persone affamate spiritualmente, che professavano d’essere al servizio di Geova Dio, si radunarono per ascoltare queste “cose”. L’apostolo Pietro prese la direttiva nel cibare quei Giudei e proseliti spiritualmente affamati che erano a Gerusalemme per la celebrazione della festa di Pentecoste ora antiquata. Di cuore desiderarono di divenir “domestici” del messianico “signore”, e per divenire tali avevano bisogno d’esser cibati. In questo “suo tempo” la classe dello “schiavo fedele e discreto” li cibò. Come risultato, circa tremila di essi divennero credenti, furono battezzati e ricevettero il dono dello spirito santo. Ora erano davvero “domestici” del Signore, ma avevano ancora bisogno di cibo. — Atti 2:1-42.
26, 27. (a) Quando il programma di elargire il cibo fu ampliato, chi fu impiegato per cibare i futuri “domestici”? (b) Questo fu in armonia con quale comando del Signore prima della sua partenza?
26 Meno di tre anni e mezzo dopo, gli sforzi della classe dello “schiavo fedele e discreto” per dare cibo furono estesi ad altri futuri “domestici”. Questi dovevano essere “persone di tutte le nazioni”, non Giudei, Gentili. L’apostolo Pietro fu impiegato per prendere in ciò la direttiva e sotto la guida divina fu mandato nella città di Cesarea sulla costa orientale del mar Mediterraneo a convertire il centurione italiano Cornelio e gli interessati che egli aveva riuniti nella sua casa. (Atti da 10:1 a 11:18) Così fu spalancata ai Gentili la porta affinché divenissero “domestici” del messianico Signore, Gesù Cristo. La classe dello “schiavo fedele e discreto” doveva andare da questi futuri “domestici” con il cibo spirituale e cibarli, onde divenissero Israeliti spirituali, membri dell’Israele di Dio. Dopo che questi eran divenuti “domestici” spirituali, essi pure dovevano prendere parte all’opera di elargire il cibo. Bisognava fare questo per ubbidire al comando del Signore impartito non molto tempo prima della sua partenza:
27 “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. — Matteo 28:19, 20.
28. (a) Quale durevole porzione di cibo spirituale, oggi ancora disponibile, fu provveduta nel primo secolo E.V.? (b) Abbiamo oggi bisogno del cibo spirituale di cui si servì la classe dello “schiavo” al suo inizio?
28 Per dare durevole aiuto nell’opera di alimentazione spirituale, apostoli e discepoli di Gesù Cristo furono ispirati dallo spirito di Dio a scrivere i ventisette autentici libri delle Scritture Greche Cristiane, dal Vangelo di Matteo a Rivelazione. Questa deliziosa parte del cibo spirituale servita ai “domestici” cristiani dalla classe dello “schiavo fedele e discreto” del primo secolo rimane disponibile ai “domestici” cristiani di questo ventesimo secolo. Questo ha contribuito a formare una Sacra Bibbia completa di sessantasei libri ispirati, trentanove in ebraico e aramaico e ventisette nel greco comune del primo secolo. È necessaria l’intera Bibbia, non solo le ispirate Scritture Greche Cristiane. Quando nel primo secolo ebbe inizio la classe dello “schiavo fedele e discreto”, come cibo spirituale in forma scritta, aveva solo le ispirate Scritture ebraico-aramaiche di cui alimentarsi. Quindi ciò che servì all’inizio per cibare i “domestici” cristiani serve ancora oggi per cibare noi. A Gerusalemme la congregazione originale parlava e leggeva l’ebraico. Oggi noi abbiamo bisogno di traduzioni delle Scritture Ebraiche.
29. (a) Dopo il primo secolo E.V., come la classe dello “schiavo” continuò a compiere l’opera di elargire il cibo? (b) Nella seconda metà del diciannovesimo secolo, come ebbe inizio un’opera di elargire il cibo?
29 In quanto a come esattamente la classe dello “schiavo fedele e discreto” esisté e prestò servizio nel corso dei secoli dopo la morte degli apostoli del Signore Gesù Cristo, non abbiamo un quadro storico distinto. Evidentemente ogni generazione della classe dello “schiavo” cibò la generazione successiva. (2 Timoteo 2:2) Ma nella seconda metà del diciannovesimo secolo ci furono persone timorate di Dio che amavano il cibo spirituale della Sacra Bibbia e desideravano cibarsene, non solo intrattenersi a leggerla come letteratura sacra. Furono formate classi di studio biblico separate dalle scuole domenicali e dalle chiese della cristianità ed esse progredirono nell’intendimento delle verità fondamentali delle Sacre Scritture. I sinceri altruisti fra questi studenti biblici ebbero premura di condividere con altri queste essenziali porzioni di cibo spirituale. Ebbero il fedele spirito dello “schiavo” nominato per dare ai “domestici” lo spirituale “cibo a suo tempo” che occorreva. Essi furono ‘discreti’ nel discernere che era quindi il tempo giusto e opportuno e quali erano i mezzi migliori per servire il cibo. Si sforzarono di servirlo.
30. (a) Quale pericolo esisteva allora riguardo alla dottrina di un ‘riscatto per tutti’, ma a “suo tempo” che cosa fu suscitato a suo sostegno? (b) Che cosa pubblicò nel lontano 1881 il direttore della Torre di Guardia riguardo al “servitore fedele e prudente”?
30 Una delle basilari dottrine della Bibbia fu quella di un ‘riscatto per tutti’, e cominciò ad affacciarsi il grande pericolo che questo piatto essenziale sulla tavola spirituale delle persone timorate di Dio fosse tolto via dai devoti della critica biblica e della teoria dell’evoluzione. In quello che ora può comprendersi come il “suo tempo” comparve un incrollabile sostegno del ‘riscatto per tutti’ provveduto da Cristo. Si presentò nella forma di una nuova rivista per gli amanti della Bibbia, la Torre di Guardia di Sion e Araldo della presenza di Cristo, la cui prima edizione nel luglio del 1879 ebbe una tiratura iniziale di 6.000 copie. Il suo direttore ed editore era membro del gruppo di studio biblico di Pittsburgh, in Pennsylvania, cioè Charles Taze Russell. Questo studioso cristiano prese nota dell’illustrazione di Gesù circa lo “schiavo fedele e prudente” (Matteo 24:45, VR) e ne pubblicò la comprensione nel numero della Torre di Guardia del novembre 1881, alla pagina 5. Nel quintultimo e quartultimo paragrafo dell’articolo “Nella vigna”, egli disse:
Crediamo che ogni membro di questo corpo di Cristo sia impegnato, direttamente o indirettamente, nella benedetta opera di dare il cibo a suo tempo alla famiglia della fede. “Chi è dunque quel servitore fedele e prudente che il suo Signore ha reso governante della sua casa”, per dar loro il cibo a suo tempo? Non è quel “piccolo gregge” di consacrati servitori che adempiono fedelmente i loro voti di consacrazione, il corpo di Cristo, e non è l’intero corpo individualmente e collettivamente, che dà il cibo a suo tempo alla famiglia della fede, la grande compagnia dei credenti?
Benedetto quel servitore (l’intero corpo di Cristo) che il suo Signore quando sarà venuto (gr. elthon) troverà a fare così. “Veramente, vi dico, che lo costituirà governante su tutti i suoi beni”. “Erediterà ogni cosa”.
31. (a) Che cosa si deve dire circa la domanda se C. T. Russell pretese d’essere il “servitore fedele e prudente”? (b) Quale testimonianza prova che egli prestò servizio come fedele parte di quella classe del “servitore”?
31 Da ciò si vede chiaramente che il direttore ed editore de La Torre di Guardia di Sion smentiva ogni pretesa d’essere individualmente, di persona, quello “schiavo fedele e prudente”. Egli non pretese mai d’esserlo.a Comunque, continuò a redigere la rivista Torre di Guardia fino al giorno della sua morte il 31 ottobre 1916. Organizzò la Società Torre di Guardia di Trattati di Sion l’anno 1881 e la costituì come ente giuridico sotto la legge dello stato di Pennsylvania nel dicembre 1884. Negli anni 1886-1904 egli fu anche l’autore ed editore di sei volumi di Studi sulle Scritture, oltre a pubblicare molti opuscoli su temi biblici e a preparare il Fotodramma della creazione famoso in tutto il mondo, che cominciò a essere proiettato nel gennaio 1914 e in seguito fu mostrato in tutta la terra. Pronunciò innumerevoli conferenze pubbliche in tutto il mondo. La sua morte avvenne durante il suo ultimo giro di conferenze pubbliche attraverso gli Stati Uniti d’America. Non si può disputare validamente che, fino alla sua morte nel 1916, egli prestò amorevolmente servizio come parte della classe dello “schiavo fedele e discreto” dando ai domestici del Signore il loro “cibo a suo tempo”.
32. Dopo la morte di Russell, come si manifestò una tendenza settaria verso di lui, ma quando questa fu arrestata, e come?
32 Poiché lo “schiavo” dell’illustrazione di Gesù non è semplicemente un uomo cristiano ma è l’unta congregazione dei discepoli di Cristo, la classe dello “schiavo fedele e discreto” continuò a prestare servizio dopo la morte di C. T. Russell. Comunque, il senso di apprezzamento e gratitudine verso Russell spinse molti suoi associati a considerarlo come l’adempimento dello “schiavo fedele e discreto”. Questa veduta fu preminentemente rappresentata nel libro edito nel luglio 1917 dall’Associazione del Pulpito del Popolo di Brooklyn, in New York. Questo libro fu chiamato “Il mistero compiuto” e provvide un commentario dei libri biblici di Rivelazione ed Ezechiele e Cantico di Salomone. Nella sua pagina degli editori il libro era chiamato “Opera postuma del pastore Russell”. Tale libro e tale attitudine religiosa tentarono di stabilire una setta religiosa imperniata su un uomo. Tale allontanamento verso il settarismo fu, comunque, arrestato dalla pubblicazione all’inizio del 1927 degli articoli: “Il figlio e servitore” e “Il servitore buono e quello malvagio”, ne La Torre di Guardia in data 1º e 15 febbraio 1927. Questi articoli mostravano che il “servitore” di Matteo 24:45 era composito. — Isaia 43:10-12.
33. La distribuzione del rimanente deposito dei libri di Russell e del Mistero compiuto lasciò i “domestici” di Cristo senza “cibo”?
33 In seguito, l’anno 1929, ogni deposito rimasto dei sei volumi di Studi sulle Scritture di Russell e del Mistero compiuto fu dato al pubblico. Ma lasciò questo i “domestici” o “personale della casa” del Signore senza spirituale “cibo a suo tempo”? No di certo! Perché no, lo vedremo fra breve.
LO SCHIAVO “FELICE”
34. Chi suscitò la domanda riguardo allo “schiavo fedele e discreto”, e chi ne diede risposta, e come?
34 In Matteo 24:45, suscitò Gesù la domanda riguardo allo “schiavo” che fu nominato sui “domestici” del suo signore per cibarli e riguardo al modo in cui questo “schiavo” si sarebbe mostrato fedele e discreto? Proprio nel versetto seguente (Matteo 24:46) Gesù dà anche la risposta a tale domanda, dicendo: “Felice quello schiavo se il suo signore arrivando [greco: elthòn] lo troverà a fare così”. Egli dimostrò fedeltà verso il suo signore e prudenza continuando a fare ciò che il suo signore lo aveva nominato per fare fino al suo ritorno, cioè “dar loro [ai domestici] il cibo a suo tempo”. Questo doveva dar luogo a grande felicità per lo “schiavo” al ritorno del suo signore.
35. (a) Nel lontano primo secolo, a quale turbolento periodo preannunciato dalla profezia di Gesù sopravvisse la classe dello “schiavo”, e che cosa scrisse Giovanni alla fine del secolo? (b) In maniera corrispondente, quando nel 1914 finirono i Tempi dei Gentili, quale domanda sorse sulla classe dello “schiavo”?
35 Diciannove secoli fa, quando fu formata in principio la classe dello “schiavo fedele e discreto”, essa sopravvisse al turbolento periodo di tempo profeticamente descritto da Gesù in Matteo 24:4-22, Marco 13:5-20 e Luca 21:8-24. Più di venticinque anni dopo la distruzione di Gerusalemme per opera dei Romani nel 70 E.V., l’apostolo Giovanni scrisse la Rivelazione e il Vangelo e le tre lettere di Giovanni, e tutti questi furono scritti per il beneficio della classe dello “schiavo fedele e discreto” e per cibare i “domestici” del Signore celeste. Nell’anno 1914 E.V. il rimanente della classe dello ‘schiavo fedele e discreto’ entrò nel tempo dell’adempimento completo o finale della profezia di Gesù sul “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”. Gli avvenimenti che Gesù predisse avrebbero caratterizzato il tipico periodo di tempo dal 33 E.V. al 70 E.V. cominciarono ad aver luogo pure nel 1914 E.V. Ora sorse la domanda se la classe dello “schiavo fedele e discreto” sarebbe sopravvissuta alle difficoltà che dovevano aver luogo in maniera corrispondente a quelle che si erano abbattute sulla classe dello “schiavo” tra il 33 e il 70 E.V.
36. Durante la prima guerra mondiale, quanto si rese difficile per la classe dello “schiavo” cibare i “domestici”, ma che dire della rivista Torre di Guardia?
36 La fine dei Tempi dei Gentili verso il 4-5 ottobre 1914 trovò la prima guerra mondiale già in corso da oltre due mesi. Questo era qualche cosa di nuovo non solo per il mondo del genere umano, ma anche per la classe dello “schiavo” del Signore. La prima guerra mondiale superò di gran lunga per violenza e distruttività le preannunciate ‘guerre e notizie di guerre’ e l’insorgere di nazione contro nazione e di regno contro regno che avevano contrassegnato gli anni dopo l’ascensione di Gesù al cielo nel 33 E.V. (Matteo 24:6, 7) Le condizioni e le restrizioni della guerra mondiale resero assai difficile alla classe dello “schiavo fedele e discreto” continuare a dare ai “domestici” del celeste Signore il loro “cibo a suo tempo”. Per loro la situazione peggiorò finché da ultimo molti dei domestici furono in prigione o in campi militari e nell’estate del 1918 E.V. dirigenti della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati e componenti del personale editoriale de La Torre di Guardia furono messi in prigione nel penitenziario federale di Atlanta con gravi condanne. Nonostante ciò, La Torre di Guardia e Araldo della presenza di Cristo continuò a essere pubblicata non da Brooklyn, ma dal suo luogo originale, Pittsburgh, in Pennsylvania.
37. Quale fu l’angustiosa situazione della classe dello “schiavo” alla fine della prima guerra mondiale, e quale domanda sorse al riguardo?
37 Questa era l’angustiosa situazione che esisteva quando il giorno 11 novembre 1918 finì la prima guerra mondiale. Le facili comunicazioni internazionali tra la sede principale della Società Torre di Guardia e le sue filiali estere erano state interrotte o impedite. La letteratura biblica era o soggetta a ufficiale bando governativo o ritirata dalla circolazione fra il popolo. Le lastre stereotipiche che erano state usate per stampare i trattati biblici erano state in qualche modo distrutte o perdute. Quali erano ora le prospettive che si presentavano alla classe dello “schiavo” del Signore? Che cosa era risoluta a fare questa classe dello “schiavo” nel periodo del dopoguerra che allora aveva inizio?
TEMPO DELL’ISPEZIONE DEL SIGNORE DELLO SCHIAVO
38. Conforme al tempo dell’ispezione che allora doveva essere fatta, quali domande sorsero sulle sette religiose della cristianità e riguardo ai cristiani odiati internazionalmente?
38 Senza ombra di dubbio, era un vero tempo d’ispezione per la classe dello “schiavo” del Signore. La realtà dei fatti mostra che il Signore venne in quel tempo per l’opera di ispezione. Una tal cosa era da attendersi secondo la profezia di Malachia 3:1-5. Certo, le settarie chiese della cristianità si erano fatte nel tempo di guerra una cattiva fama, una notoria fama che pesava gravemente sulla loro pretesa d’esser discepoli e schiavi di Gesù Cristo. Avrebbero potuto esse, anche secondo la loro più recente testimonianza fino al 1919, provar d’essere esse stesse la composita classe dello “schiavo fedele e discreto” del celeste Signore Gesù Cristo? Come Giudice egli avrebbe indicato quali erano le sue conclusioni dal modo in cui in seguito avrebbe trattato le centinaia di sette religiose della cristianità. Appropriatamente, ora, la nostra attenzione si accentra su quei sinceri studenti biblici cristiani i quali, durante la prima guerra mondiale, furono perseguitati per aver ubbidito a Cristo e furono “odiati da tutte le nazioni” a motivo del nome di Cristo. Poiché essi pure furono sotto l’ispezione divina, quale decisione il Signore mostrò di aver preso riguardo a loro?
39. Secondo la parabola di Gesù, con quale disposizione d’animo tornò a casa il signore, e avendo in mente quale proposito?
39 Secondo l’illustrazione di Gesù, come il signore che nominò lo schiavo fece ritorno nella sua casa? Vi fece ritorno con gran furore per distruggere la casa? O vi fece ritorno per rallegrarsi alla sua venuta e per vedere come erano andate le cose durante la sua assenza? Il suo ritorno nella sua casa fu pacifico. Egli non venne per impegnarsi nella “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. (Rivelazione 16:13-16) Piuttosto, volle assicurarsi che le cose della sua casa fossero nella condizione giusta. Aveva fatto il suo schiavo nominato come gli era stato assegnato di fare, aveva dato cioè ai “domestici” il “cibo a suo tempo”? Il signore doveva fare un’ispezione.
40. Poiché quella di servire regolarmente cibo, e cibo della giusta sorta, era la questione su cui si sarebbe basata la decisione, che cosa riscontrò il ritornato Signore riguardo ai perseguitati, odiati cristiani?
40 La questione era se era stato servito a suo tempo cibo, cibo della giusta sorta. Era a questo riguardo che doveva essere presa una decisione dal signore ritornato. Or dunque, che dire di quel corpo di cristiani internazionalmente odiati e perseguitati? (Matteo 24:9) Fino al 1919 E.V. essi avevan cercato di dare il “cibo a suo tempo” alla “famiglia della fede” o ai “domestici” del Signore celeste. Fecero questo nonostante l’interferenza dei persecutori e le nazioni in guerra. Non solo la regolarità di servire il cibo spirituale era un problema, ma si doveva considerare la qualità del cibo stesso. A questo riguardo il corpo dei cristiani odiati e perseguitati, che avevano sempre cercato d’essere fedeli schiavi di Gesù Cristo, superò la prova. Durante gli anni del conflitto mondiale essi non si erano uniti alla cristianità o al paganesimo predicando la propaganda bellica presentata dai governi politici. Avevano perseverato predicando il messaggio biblico per quel tempo e sostenendo di aderire tutti cristianamente ai princìpi biblici.
41. Quando ispezionò tali cristiani, da che cosa il Signore non fu influenzato, e come si è espressa fin da allora la sua decisione?
41 Che cosa decise, quindi, il Signore celeste riguardo a questi suoi schiavi ubbidienti? Egli non si fece influenzare dalla loro condizione impopolare di perseguitati in un mondo preso dalla pazzia della guerra, poiché aveva preannunciato che si sarebbero trovati in tale difficile situazione durante la sua invisibile parusia o “presenza”. Trovò egli che quel corpo di schiavi cristiani non teneva conto dell’impopolarità nel mondo e cercava di piacere al suo Signore facendo durante la sua assenza ciò ch’era stato stabilito? Egli dovette trovarli a far questo, secondo il modo in cui l’ispezione, iniziata nel 1919, ha influito da allora sulla sua decisione. Le sue azioni, il suo modo di trattare gli schiavi cristiani, sono più eloquenti delle parole.
42, 43. (a) La notte che fu tradito, quale profezia Gesù applicò ai suoi apostoli, e come essa si adempì? (b) Tre anni e mezzo dopo l’intronizzazione di Gesù nel 1914, come si adempì la stessa profezia di Zaccaria 13:7?
42 Riflettiamo un momento sul caso degli apostoli di Gesù. Tre anni e mezzo dopo che era stato battezzato nel fiume Giordano, Gesù Cristo fu tradito nel giardino di Getsemani. Egli citò la profezia di Zaccaria 13:7 e predisse ciò che sarebbe accaduto ai suoi apostoli, dichiarando: “Questa notte inciamperete tutti riguardo a me, poiché è scritto: ‘Colpirò il pastore, e le pecore del gregge saranno disperse’. Ma dopo che sarò stato destato, andrò davanti a voi in Galilea”. (Matteo 26:31, 32) L’applicazione che Gesù fece della profezia di Zaccaria riferendola ai suoi apostoli si avverò quella stessa notte del 14 Nisan 33 E.V., poiché il racconto di Matteo 26:56 narra ciò che accadde dopo il tradimento di Gesù: “Quindi tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono”. Le sue “pecore” furono in realtà disperse.
43 In maniera parallela, tre anni e mezzo dopo il termine dei Tempi dei Gentili e l’intronizzazione di Cristo nei cieli nel 1914 E.V., ci fu la celebrazione annuale della Cena del Signore il martedì 26 marzo 1918. La dispersione delle “pecore” del Pastore celeste si avvicinava allora al suo culmine, e La Torre di Guardia, in data 1º marzo 1918, (ediz. inglese), nel primo paragrafo del suo articolo principale “In memoria del nostro Re”, disse: “Se la prossima Commemorazione sarà l’ultima sulla terra, naturalmente non lo sappiamo; ma in effetti sappiamo che siamo di un anno più vicini al pieno compimento delle nostre speranze. Se piace al Signore farci celebrare questa Commemorazione per altri anni, lo faremo lietamente”. Le prospettive divennero oscure allorché persone preminenti della Società Torre di Guardia che avevano a che fare con l’opera di cibare le “pecore” del Pastore celeste furono arrestate, ingiustamente processate e condannate a molti anni di carcere nel penitenziario federale. Allora non si comprese che si adempiva Zaccaria 13:7.
44. (a) Che cosa diceva e significava il lato buono della profezia di Zaccaria? (b) Come questa parte della profezia si adempì sugli apostoli di Gesù?
44 Comunque, c’era il lato buono di questa profezia. Non solo essa preannunciava che veniva colpito il pastore ed erano disperse le pecore ma aggiungeva anche la promessa di Geova: “E per certo volgerò la mia mano su quelle che sono insignificanti”. Questo significava che la mano di Geova si sarebbe volta con favore sulle pecore disperse. E così Gesù, dopo aver citato la profezia riguardo alla dispersione delle pecore, rassicurò i suoi apostoli aggiungendo: “Ma dopo che sarò stato destato, andrò davanti a voi in Galilea”. (Matteo 26:32) Questo significava che, dopo la sua risurrezione dai morti, egli li avrebbe riuniti. Questo effettivamente ebbe luogo, e su ciò leggiamo: “Gli undici discepoli andarono in Galilea, al monte che Gesù aveva loro designato, e, vedutolo, resero omaggio, ma alcuni dubitarono. E Gesù, accostatosi, parlò loro, dicendo: ‘Ogni autorità mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandate’”. — Matteo 28:16-20.
45. Come questa stessa profezia si adempì nel 1919 sulla classe dello “schiavo” fedele, e come questo “schiavo” fu reso “felice”?
45 In modo simile, nell’anno 1919, Geova volse “la mano su quelle che sono insignificanti”. (Zaccaria 13:7) Gesù Cristo, il Re-Pastore di Geova, cominciò in effetti a radunare le “pecore” disperse. Come il signore dello schiavo dell’illustrazione, il Signore Gesù tornò realmente nella sua casa e ispezionò entro di essa la situazione. Vi trovò una classe dello “schiavo fedele e discreto” che si sforzava, nonostante le condizioni del mondo, di fare come le era stato comandato, dando a suo tempo ai “domestici” del Signore il loro cibo spirituale, cibo tratto dall’ispirata Parola di Dio. Così il Signore mostrò il suo favore radunandoli nella sua casa in un corpo di “domestici” ben organizzato. Il congresso generale di otto giorni tenuto dal 1º all’8 settembre 1919 a Cedar Point, nell’Ohio, fu per tutto il mondo un annuncio che il Signore Gesù Cristo invisibilmente presente radunava le sue fedeli “pecore”. Indicò al mondo qual era la classe dello “schiavo fedele e discreto” che il Signore aveva trovato al suo ritorno. Questo rese felice la classe dello “schiavo”. Significò ch’era mantenuta nel servizio del suo celeste Signore.
46. Gesù spiegò che lo “schiavo” fedele era “felice” in vista di quale ricompensa?
46 Il Signore Gesù spiegò perché lo stato dello “schiavo fedele e discreto” era felice, poiché Gesù disse: “Felice quello schiavo se il suo signore arrivando [greco: elthòn] lo troverà a fare così. Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi”. — Matteo 24:46, 47; Luca 12:42-44.
COSTITUITO SU TUTTI GLI AVERI DEL SIGNORE
47. La promozione dello “schiavo” fedele che cosa gli impone, e come questo è in armonia con i nuovi poteri del suo signore?
47 Il Signore Gesù dichiarò felice lo “schiavo fedele e discreto” a causa di ciò che lo attendeva come ricompensa per aver fatto come il suo signore gli aveva comandato. Egli riceve una promozione, con maggiori responsabilità verso il signore a cui è così fedele. Ciò avviene senza dubbio perché il suo signore è pure stato investito di maggiori responsabilità. Per certo il signore non lascia la sua casa e non se ne va in viaggio come un semplice turista o per ragioni di salute. Egli aveva in mente un obiettivo più serio, che avrebbe esaltato la sua posizione e accresciuto il suo potere e la sua autorità. E quando consideriamo che qui Gesù faceva un’illustrazione che si applicò alla sua partenza per il cielo dove andò a ricevere un regno dopo una lunga attesa alla destra del Padre suo, sappiamo che nell’illustrazione sono incluse queste accresciute responsabilità del signore. Si deve comprendere che il signore torna a casa con nuovi e maggiori poteri. (Ebrei 10:12, 13) Quindi, “tutti i suoi averi” assumono un valore più grande. Così lo “schiavo” promosso partecipa agli onori del suo signore.
48. Perché il servizio affidato alla classe dello “schiavo” dal ritornato Signore era più importante e onorevole del servizio precedente?
48 Nell’adempimento dell’illustrazione profetica, il “signore”, il Signore Gesù Cristo, ottenne in effetti un regno celeste quando nel 1914 E.V. finirono i “fissati tempi delle nazioni”. La sua invisibile parusia o “presenza” cominciò dunque quell’anno con la sua incoronazione quale Re dominante sul trono celeste. Quando nel 1919 tornò dal ‘personale della sua casa’ per fare un’ispezione di tutti i suoi “domestici”, egli fece questo con qualità regali che non possedeva nel primo secolo quando era quaggiù sulla terra. Ciò pose la classe dello “schiavo fedele e discreto” al servizio di un personaggio che aveva rango, autorità e potere maggiori di colui che aveva servito finora. Questo rese ora il servizio a lui molto più importante. Ora era un onore più grande essere al suo servizio. E ricevere da lui una promozione e avere in tal modo incarico di più grandi responsabilità era davvero una ricompensa!
49. La nomina che il ritornato signore dà allo “schiavo” affinché sia “sopra tutti i suoi averi” che cosa significò per lo schiavo, con quale opportunità per lui?
49 Nell’illustrazione, il signore, prima della sua partenza, dà a colui che si aspetta che sia uno “schiavo fedele e discreto” una responsabilità limitata. Costituisce questo schiavo solo sui suoi domestici o sul personale della casa con l’obbligo di dar loro il debito cibo a suo tempo. Di conseguenza, quando, al suo ritorno, il signore costituisce lo schiavo approvato “su tutti i suoi averi”, significa per lo schiavo promosso obblighi più grandi. Ora egli può dimostrare la sua fedeltà e discrezione in maniera più ampia, poiché ha la sorveglianza su più cose. Egli diviene uno schiavo apprezzato.
50. Dove sono “tutti i suoi averi”, e che cosa sono essi?
50 Nell’adempimento dell’illustrazione, “tutti i suoi averi” sui quali il signore costituisce il degno schiavo non raffigurano tutti i suoi averi in cielo. Il glorificato Signore, Gesù Cristo, a cui è stata data “ogni autorità” in cielo e sulla terra, non è incapace d’aver cura di tutti i suoi “averi” negli invisibili cieli dove sono al suo servizio i santi angeli. “Tutti i suoi averi” sui quali è costituita la classe dello schiavo fedele e discreto” devono riferirsi a tutte le cose spirituali che gli appartengono sulla terra in relazione con il suo istituito regno celeste. Non significa nessuna parte nei governi politici di questo mondo come se il re Gesù Cristo ora dirigesse e controllasse tutte queste istituzioni politiche d’origine umana. Quelle istituzioni sono condannate alla distruzione. “Tutti i suoi averi” significano perciò lo svolgimento sulla terra di un ruolo nell’adempimento delle profezie che si applicano da quando nel 1914 E.V. fu istituito il regno nei cieli.
51. Come l’incarico di ambasciatori della classe dello “schiavo” fedele è ora maggiore di quello precedente, e quale privilegio e responsabilità ora essi hanno verso la profezia?
51 Ispezionando nel 1919 E.V. il rimanente dei suoi unti discepoli, il dominante re Gesù Cristo in effetti trovò che il nominato “schiavo” era fedele e discreto nel cibare i suoi “domestici”. Conformemente, egli costituì questa classe dello “schiavo” su tutti i suoi averi. Il loro accresciuto incarico di responsabilità fu ora quello di prestare servizio in adempimento delle profezie del Regno che ora dovevano avverarsi. In tutto il corso dei secoli la classe dello “schiavo fedele e discreto” è stata costituita da quelli che sono “ambasciatori in sostituzione di Cristo”, ambasciatori che supplicano le persone affinché si riconcilino con Dio per mezzo di Cristo. (2 Corinti 5:19, 20) Comunque, da quando ebbero l’incarico nel 1919, essi sono ambasciatori dell’insediato regno messianico, con un messaggio del Regno che ha assunto nuovo significato e forza. (Matteo 24:14; Marco 13:10) Hanno il privilegio e la responsabilità di prestarsi come strumenti per adempiere le profezie del Regno che dal 1914 E.V. hanno il loro adempimento finale. Quale onore è che siano impiegati nella realizzazione di ciò che il libro di Rivelazione predice con tutti i suoi meravigliosi simbolismi e le sue gloriose notizie intorno al millenario regno di Cristo!
52. Come questo fu per la classe dello “schiavo” un innalzamento di posizione, e come ciò fu raffigurato nel libro di Rivelazione?
52 Questi son tutti privilegi, responsabilità, dignità e onori che sono stati riservati al rimanente della classe dello “schiavo fedele e discreto” e che son loro conferiti dal loro celeste Signore, il dominante re Gesù Cristo. Non c’è da meravigliarsi se possono dichiararsi ‘felici’! Che siano loro affidate queste cose preziose denota invero un loro innalzamento. Somiglia al quadro che viene presentato in Rivelazione 11:11, 12 inerente ai “due testimoni” uccisi dal nemico, i cui corpi morti giacciono esposti per tre giorni e mezzo nell’ampia via della “grande città” simile a Sodoma: “E dopo i tre giorni e mezzo spirito di vita da Dio entrò in loro, ed essi si rizzarono in piedi, e grande timore cadde su quelli che li vedevano. Ed essi udirono un’alta voce dal cielo dir loro: ‘Salite quassù’. E salirono al cielo nella nube, e i loro nemici li videro”.
53. (a) Perché i privilegi e le responsabilità della classe dello “schiavo” furono ora più grandi? (b) Come i “domestici” continuarono a esser cibati nonostante la totale distribuzione delle pubblicazioni precedenti?
53 Che siano incaricati di tali elevati privilegi e responsabilità ha significato più lavoro per quelli che formano il composito “schiavo fedele e discreto”. Ha richiesto più tempo e attenzione da parte loro, e l’impiego di mezzi più ampi per compiere l’opera onde le profezie bibliche inerenti a quest’opera del Regno sulla terra non vengano meno. Hanno dovuto anche lavorare un campo più grande, ogni parte della terra abitata. (Rivelazione 14:6, 7; 10:11) Certo, il programma di alimentazione verso i “domestici” del Signore è dovuto continuare. E con quale spirituale tavola di cibo scritturale sono stati cibati! La distribuzione del rimanente deposito degli Studi sulle Scritture di C. T. Russell e del Mistero compiuto nell’anno 1929 non causò a questi “domestici” nessuna penuria di cibo spirituale. Nuovi e aggiornati libri e opuscoli e trattati si son continuati a pubblicare dal libro L’arpa di Dio del 1921 in poi. Sì, nell’ottobre del 1919 fu pubblicata una compagna de La Torre di Guardia nella forma della rivista L’Età d’Oro (ora intitolata “Svegliatevi!”).
54. Alla classe dello “schiavo” è stato aggiunto il privilegio di lavorare per adempiere quale quadro di Rivelazione, e come questo ha dato luogo a più ampie responsabilità eppure con assistenza?
54 Ai privilegi e alle responsabilità della compensata classe dello “schiavo fedele e discreto” si aggiunse la loro opera per avverare la bella visione vista sotto ispirazione dall’apostolo Giovanni e da lui descritta in Rivelazione 7:9-17. Sì, dall’anno 1935 la classe dello “schiavo” ha visto adempiersi quella visione. I loro benedetti occhi vedono la “grande folla” numericamente illimitata che da ogni parte della terra loda e adora Geova Dio presso il suo tempio spirituale attribuendo la salvezza a Lui e al suo Agnello, Gesù Cristo. L’aver cura di questa “grande folla” in continuo aumento è stata per la classe dello “schiavo fedele e discreto” degli Israeliti spirituali una grande responsabilità, ma essi si rendono conto che queste persone simili a pecore provenienti da “ogni nazione e tribù e popolo e lingua” sono una parte preziosa di “tutti i suoi averi” sulla terra e sono pertanto felici d’aver cura dei bisogni spirituali di queste “altre pecore”. A sua volta, questa “grande folla” assiste lo “schiavo fedele e discreto” nell’aver cura di tutti gli “averi” terreni del Signore.
“SE QUELLO SCHIAVO MALVAGIO”
55, 56. Perché ciascun componente della classe dello “schiavo” ha bisogno di mantenere la propria fedeltà e discrezione, alla luce di quale avvertimento di Gesù?
55 Il Signore Gesù Cristo continuerà ad avere una classe dello “schiavo fedele e discreto” finché questa non finirà il suo felice servizio sulla terra. Comunque, ciascun unto membro generato dallo spirito di quell’odierna classe dello “schiavo” deve badare alla sua condotta per non mostrarsi inadatto a rimanere in tale classe altamente favorita. Se non mantenesse la sua personale fedeltà e discrezione diverrebbe come un uomo che si muta in uno “schiavo malvagio”. Gesù avvertì di questo pericolo quando continuò la sua illustrazione dicendo:
56 “Ma se [mai] quello schiavo malvagio dicesse in cuor suo: ‘Il mio signore ritarda’, e cominciasse a battere i suoi compagni di schiavitù e mangiasse e bevesse con gli ubriaconi inveterati [letteralmente, (quelli) che si ubriacano], il signore di quello schiavo verrà [greco: héxei] in un giorno che non s’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con la massima severità [letteralmente, lo reciderà in parti] e gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti. Quivi saranno il suo pianto e lo stridor dei suoi denti”. — Matteo 24:48-51; Luca 12:45, 46; INT.
57. (a) Dice Gesù qui che il signore nomina all’inizio uno “schiavo malvagio”, o che lo schiavo nominato diviene cattivo? (b) Secondo il modo in cui Gesù presenta la questione, che cosa mostrava Gesù?
57 Quando guardiamo da vicino ciò che Gesù qui dice, notiamo che qui non dice che il “signore” che sta per partire in effetti costituisca, per cominciare, uno “schiavo malvagio”; né dice che lo “schiavo fedele e discreto” si mostri cattivo, divenga “malvagio”. Egli semplicemente suscita la questione dicendo: “Se mai” (come in Luca 12:45 e nella lettura Interlineare di Matteo 24:48) lo schiavo che fu costituito sui domestici, dopo esser divenuto di cuore “malvagio”, dovesse dire che il suo signore impiegherà ancora molto tempo a tornare e dovesse incominciare ad agire indebitamente, questo è il modo in cui lo tratterebbe il suo signore tornando. Sarebbe tutt’altro che porre lo schiavo su tutti gli averi del suo signore. Così Gesù qui suggerisce: Se quello schiavo nominato divenisse cattivo e agisse infedelmente e imprudentemente, che cosa gli accadrebbe all’improvviso ritorno del suo signore? Sarebbe proprio come Gesù descrisse. Gesù non dice che l’originale schiavo nominato divenga per certo o molto probabilmente cattivo.
58. (a) Come altre traduzioni moderne rendono il passo per mezzo di una parafrasi? (b) Se la classe dello “schiavo” nominata da Gesù fosse divenuta cattiva, come questo risultato avrebbe fatto rimanere Gesù?
58 Alcune traduzioni moderne delle parole di Gesù esprimono questo pensiero più chiaramente, con un po’ di parafrasi. La Versione di mons. S. Garofalo dice: “Ma se è un servo malvagio che dice in cuor suo: ‘Il mio padrone tarda’ e si mette a picchiare i servi suoi compagni, a mangiare e bere con gli ubriaconi”. (Matteo 24:48, 49) La Versione Riveduta è simile. The New American Bible dice: “Ma se il servo è indegno e dice a se stesso”, ecc. La Versione di Fulvio Nardoni dice: “Ma se il servo è cattivo e pensa in cuor suo”, ecc. La venuta all’esistenza di uno “schiavo malvagio” non è definitamente predetta da Gesù. Egli semplicemente descrive come uno schiavo infedele e indiscreto penserebbe, parlerebbe e agirebbe, e quale punizione riceverebbe dal suo signore al suo improvviso ritorno. Se lo “schiavo” nominato dal Signore Gesù fosse divenuto cattivo, egli sarebbe rimasto senza uno “schiavo” da ricompensare per la sua integrità. Gesù non nomina due classi di schiavi.
59. (a) Per quale specie di classe dello “schiavo” Gesù pose il fondamento? (b) Indicavano le profezie che si intendeva che la classe dello “schiavo” divenisse cattiva o che si comportasse in tal modo, o altrimenti?
59 Prima della sua partenza diciannove secoli fa, Gesù ebbe cura di nominare non uno “schiavo” cattivo, malvagio, indegno sopra i suoi “domestici”. Il racconto delle Scritture Greche Cristiane mostra che la nominata classe dello “schiavo” non si mostrò cattiva, e le profezie inerenti mostrano che non si attendeva che la classe dello “schiavo” divenisse cattiva e che non lo sarebbe divenuta. Nei suoi provati apostoli egli pose il fondamento per edificare un corpo di schiavi fedeli. Rivelazione 7:3-8 preannuncia che tutti i 144.000 Israeliti spirituali sarebbero stati suggellati come “schiavi del nostro Dio”. Rivelazione 12:17 predice che, dopo l’espulsione dal cielo, il dragone Satana il Diavolo avrebbe fatto guerra al rimanente del “seme” della “donna” il Dio che ‘osserva i comandamenti di Dio e ha l’opera di rendere testimonianza a Gesù’. E Rivelazione 14:1-4 preannuncia che l’intero numero dei 144.000 “che continuano a seguire l’Agnello ovunque vada” sta con lui sul monte Sion. Essi “sono stati comprati dalla terra”. “Questi furono comprati di fra il genere umano come primizie a Dio e all’Agnello”.
60. (a) Furono gli individui che agiscono come “quello schiavo malvagio” nominati come tali dal Signore? (b) Che cosa formano tutti tali individui in genere?
60 Se c’è una classe di unti cristiani generati dallo spirito che agisce in armonia con la descrizione di “quello schiavo malvagio”, non è stato il Signore Gesù a nominarla e a darle incarico sui suoi domestici o sul “personale della casa”. Individui che una volta erano membri della classe dello “schiavo fedele e discreto” possono allontanarsi per ragioni egoistiche come ambizioni personali, potere su altri e incontinenza. Questi egotisti possono formare gruppi per cercar di perseguire le proprie mete. Comunque, formerebbero una classe generale, separata e distinta dalla classe dello schiavo “fedele e discreto”.
61. Che cosa è ragionevole dire in quanto alla questione se ci sarebbero stati casi che si sarebbero potuti usare per illustrare ciò che Gesù disse dello “schiavo malvagio”?
61 È ragionevole credere che il Signore Gesù non avrebbe usato un’illustrazione senza che ci fossero alcuni casi, o un caso generale, per fornire un esempio di ciò che intendeva dire, in quanto alla condotta e alle conseguenze che ne derivano. Questo illustrerebbe non che Gesù nominò la classe o tipo di cristiani di “quello schiavo malvagio”, ma che ai cristiani infedeli, non fidati, falsi, indiscreti, durante la sua invisibile parusia o presenza in realtà accade proprio come egli descrisse.
62. Quali casi ce ne furono, specialmente ai giorni della prima guerra mondiale, e come questo influì sulla classe dello “schiavo fedele e discreto”?
62 Ce ne furono casi nelle file dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici nel 1916 E.V. subito dopo la morte del direttore de La Torre di Guardia e fondatore della Società Torre di Guardia di Bibbie e Trattati. Da parte di alcuni individui vi furono tentativi per afferrare il potere e il controllo contrariamente alle disposizioni dello statuto della Società. Ci furono disaccordi in quanto a chi formava l’approvata organizzazione del Signore. Quelli che cercavano il potere e quelli che erano insoddisfatti dei sinceri sforzi per fare le cose secondo lo statuto legale e i princìpi della Bibbia furono frustrati. Essi si diedero a “battere” notevolmente ‘i loro compagni di schiavitù’ con parole stampate e con espressioni orali e in corti giudiziarie. Si schierarono dalla parte degli “ubriaconi inveterati” di questo mondo, parlando in senso spirituale, specialmente durante quei giorni della prima guerra mondiale. Tutto questo mise a dura prova la stabilità dell’organizzazione, che subiva allora una crescente persecuzione religiosa. Ciò recò una grande prova sulla classe dello “schiavo fedele e discreto”.
63. (a) Quale assicurazione diede Gesù che un tale gruppo dello “schiavo malvagio” non avrebbe diviso la casa dei suoi “domestici”? (b) Come ebbe luogo questa azione predetta?
63 L’illustrazione di Gesù diede l’assicurazione che durante la sua parusia o presenza non avrebbe permesso agli sleali con le caratteristiche di “quello schiavo malvagio” di dividere la sua “famiglia della fede” o di dominarla e di allontanarla dal suo incarico di dare ai suoi “domestici” il loro spirituale “cibo a suo tempo”. Al tempo della sua ispezione egli punì con la più grande severità tale classe dalla disposizione malvagia. O, secondo il significato letterale del verbo greco usato in Matteo 24:51: “Lo reciderà in due”. (Nota marginale) Egli ‘recise in parti’ quella classe di malfattori separandola dalla classe dello “schiavo fedele e discreto”. Questo si manifestò in ciò che parve il loro tentativo di indipendenza e separazione e di formazione dei loro propri gruppi religiosi con una direttiva secondo il loro piacimento. Il risultato della loro condotta può essere investigato da chiunque lo desideri.
64. Con chi il signore assegna che i simili a “quello schiavo malvagio” abbiano la loro parte, ma con chi egli non volle che fossero?
64 Una tal classe che fu ‘recisa in parti’ manifestò le caratteristiche e subì le conseguenze di “quello schiavo malvagio” descritto da Gesù e poté, almeno in senso limitato, esser chiamata classe dello “schiavo malvagio”. Nella sua illustrazione Gesù disse che il signore “gli assegnerà la sua parte con gli ipocriti”. (Matteo 24:51) Nella corrispondente illustrazione in cui lo “schiavo” è chiamato “economo”, Gesù dice che farà questo “assegnandogli la parte degli infedeli”. (Luca 12:46) Durante la sua parusia o presenza il Signore Gesù non si compiace affatto di avere professanti cristiani che assumono le caratteristiche di “quello schiavo malvagio” o “economo” entro il suo “personale della casa” o i suoi “domestici”. Il cristianesimo di tali individui risulta ipocrita ed essi sono con gli ipocriti religiosi della cristianità. Si mostrano infedeli, non fedeli, non fidati, non degni di stima in ciò che il Signore comandò loro di fare. Sono con gli infedeli professanti cristiani della cristianità.
65. A causa di che cosa vi saranno pianto e stridor di denti da parte dei simili a “quello schiavo malvagio”?
65 Tra gli ipocriti e infedeli, quelli che mostrano le caratteristiche di uno “schiavo malvagio” non provano nessun vero piacere spirituale, e devono condividere le esperienze di quegli ipocriti e infedeli religionisti. “Quivi saranno il [loro] pianto e lo stridor dei [loro] denti”. (Matteo 24:51) Questo non avverrà perché essi si pentono. Non è una “tristezza secondo Dio” tale da produrre “il pentimento alla salvezza di cui non bisogna rammaricarsi”. (2 Corinti 7:10) Le loro espressioni son quelle di vessazione e amara delusione. Possono ancora comportarsi in modo religioso, ma perdono la gioia e la benedizione di svolgere l’approvato incarico dello schiavo ‘sopra tutti gli averi [del signore]’.
AVVERTIMENTO DI NON FARCI PRENDERE AL LACCIO
66. Secondo il racconto di Luca, quale avvertimento diede Gesù ai suoi discepoli nella conclusione della sua profezia sul “segno”?
66 Nella sua profezia sul “segno della [sua] presenza e del termine del sistema di cose”, Gesù diede un avvertimento maggiore di questa semplice illustrazione sul modo di comportarsi di uno “schiavo malvagio”. Egli rivolse ai suoi apostoli parole di diretto avvertimento per tutti i suoi discepoli onde non seguissero la condotta di un tale “schiavo malvagio”. Secondo il racconto che fa Luca della conclusione della rimarchevole profezia di Gesù, Gesù disse: “Ma prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalle ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. Poiché esso verrà su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36.
67. Ora che sono stati posti su tutti gli “averi” del loro ritornato Signore, perché è di somma importanza che quelli della classe dello “schiavo” fedele prestino ascolto al suo avvertimento?
67 Di somma importanza è ora che gli individui prestino ascolto a quelle parole, ora che lo “schiavo fedele e discreto” del Signore Gesù invisibilmente presente è stato costituito “su tutti i suoi averi”. Il giorno in cui la “grande tribolazione” senza paralleli scoppierà abbattendosi sull’infedele Gerusalemme antitipica, la cristianità, è molto vicino. Come un laccio che si chiuda istantaneamente, quel giorno verrà su quelli che dimorano sopra la superficie di tutta la terra, e tutti gli incauti saranno presi durante la loro crapula nel mangiare e nel bere e la loro ansietà per le cose egoistiche della vita. Il “giorno” che verrà come un laccio porterà la loro distruzione. I membri della classe dello “schiavo fedele e discreto” non desiderano partecipare con quegli egoisti negligenti insieme a coloro che sono simili a “quello schiavo malvagio”.
68. (a) Più che la semplice presenza dello “schiavo fedele e discreto”, che cosa prova che siamo dove il “segno” indica? (b) Per quale successo personale dovrebbero perciò essere le nostre suppliche?
68 Non c’è motivo perché noi siamo incerti riguardo al periodo di tempo in cui viviamo. Poiché abbiamo agito secondo l’illustrazione di Gesù circa “il fico e tutti gli altri alberi”, sappiamo dove ci troviamo e che cosa si approssima. L’illustrazione dello “schiavo fedele e discreto” è al culmine del suo adempimento. Non solo la presenza di quella classe dello “schiavo fedele e discreto”, ma la nomina di quella classe sopra tutti gli averi del Signore e la sua cura di tutti quegli averi, queste cose costituiscono un notevole aspetto del “segno” che prova che viviamo nella parusia, nell’invisibile presenza dell’intronizzato re Gesù Cristo, e nello stesso tempo che viviamo al “termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3) Il giorno della distruzione di questo “sistema di cose”, della cristianità e di tutto il resto, sta per venire come un laccio. Questo fatto è quello a cui bisogna essere “svegli”. “In ogni tempo”, è urgente che facciamo supplicazione affinché riusciamo a “scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:36.
[Nota in calce]
a Si veda il libro La battaglia di Armaghedon (ediz. inglese), pubblicato nel 1897, pagina 613, al titolo “Dispensato il cibo alla famiglia. — Matt. 24:45-51; Luca 12:42-46”.