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Hanno trovato uno scopo per cui vivere!Svegliatevi! 1982 | 8 ottobre
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Dio ai miei afflitti connazionali in Cambogia! Dato che al presente questo non è possibile, proclamo la buona notizia ai miei simili in Austria. Che privilegio essere un collaboratore di Dio e partecipare a questa opera vivificante! Ora posso dire, pieno di gioia, che la vita ha uno scopo!”
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L’importanza di riconoscere i propri bisogni spiritualiSvegliatevi! 1982 | 8 ottobre
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L’importanza di riconoscere i propri bisogni spirituali
ANCHE se l’italiano Biagio e il cambogiano Khem sono diversi sotto molti aspetti, hanno in comune qualcosa di molto importante. Entrambi compresero che la loro vita era in un certo qual senso vuota, non realizzata. I loro bisogni materiali erano soddisfatti, ma quelli spirituali no. Volevano la risposta a domande come ‘Perché esiste il male?’ e ‘Qual è lo scopo della mia vita?’
Gesù diede inizio al suo più famoso sermone dicendo: “Felici quelli che si rendono conto del loro bisogno spirituale, poiché a loro appartiene il regno dei cieli”. (Matteo 5:3) L’esperienza di Khem e quella di Biagio lo illustrano. Quando udirono dai testimoni di Geova la buona notizia del regno di Dio, l’accettarono con gioia, perché, in qualche angolo del loro cuore, sapevano che essa appagava il loro bisogno spirituale. Poiché l’apprezzano, fanno ora conoscere questa “buona notizia” ad altri. Dopo tutto, cosa potrebbe essere più soddisfacente che aiutare altri ad appagare il loro bisogno spirituale e ottenere la speranza della vita eterna? L’aver compreso l’importanza della “buona notizia” diede a Biagio e a Khem uno scopo nella vita.
Purtroppo a volte capita che giovani figli di genitori cristiani conoscano la “buona notizia” ma non l’apprezzino. “Viene il momento in cui un giovane deve far sua ‘la verità’”, ha detto un Testimone adolescente. “Egli deve chiedersi: Ci credo veramente?” Alcuni giovani permettono che l’importanza data dal mondo alla ricerca della ricchezza e dei piaceri impedisca loro di vedere i propri bisogni spirituali. Ma li condurrà questo alla felicità? “Il mondo fa paura”, ha proseguito il giovane Testimone. “I giovani sono turbati. Non sanno cosa succederà, e loro stessi non sanno quello che vogliono. Ma io so che Geova lascerà arrivare le cose solo fino ad un certo punto. Ho una sicurezza che altri non hanno”. Non è molto meglio provare questo senso di sicurezza e avere una meta ben precisa anziché semplicemente ‘spassarsela’? Certo Biagio la pensava così, come anche altri che hanno conosciuto la verità in merito al regno di Dio.
C’è un altro vantaggio a prendere sul serio la verità. “Ho veri amici”, dice questo giovane Testimone. “I ragazzi a scuola non ne hanno e mi dispiace per loro. Anche alle loro feste non provano piacere a conversare e stare insieme a meno che non si droghino o non si ubriachino”. Biagio aveva avuto qualche esperienza del genere prima di diventare un testimone di Geova. Parlando di sé e di altri come lui egli rammenta: “Credo che fossimo felici solo le sere in cui potevamo
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