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CanaanAusiliario per capire la Bibbia
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Giudici 3:1, 2 afferma che Geova lasciò sussistere alcune nazioni cananee “per provare mediante esse Israele, cioè tutti quelli che non avevano fatto l’esperienza di alcuna delle guerre di Canaan; fu solo onde le generazioni dei figli d’Israele avessero esperienza, per insegnar loro la guerra, cioè solo quelli che prima non avevano avuto esperienza di tali cose”. Questo non contraddice la precedente dichiarazione (Giud. 2:20-22) che Geova non aveva scacciato queste nazioni a causa dell’infedeltà d’Israele e anche per “provare mediante esse Israele, se osserveranno la via di Geova”. Anzi è in armonia con quella ragione e dimostra che le successive generazioni degli israeliti avrebbero così avuto l’opportunità di dimostrare ubbidienza ai comandi di Dio relativi ai cananei, provando la loro fede fino al punto di mettere a repentaglio la vita in guerra per dimostrarsi ubbidienti. Le guerre con le nazioni di Canaan descritte poi nel libro dei Giudici, e le successive guerre combattute da Saul e Davide, ne sono un esempio.
Tenuto conto di ciò, è chiaro che le opinioni di alcuni critici, secondo cui la distruzione dei cananei da parte di Israele non sarebbe in armonia con lo ‘spirito’ delle Scritture Greche Cristiane, non corrispondono ai fatti, come dimostrerà un esame dei versetti di Matteo 3:7-12; 22:1-7; 23:33; 25:41-46; Marco 12:1-9; Luca 19:14, 27; Romani 1:18-32; II Tessalonicesi 1:6-9; 2:3; Rivelazione 19:11-21.
STORIA DEI SECOLI SUCCESSIVI
Dopo la conquista, fra cananei e israeliti si stabilì una situazione di coesistenza relativamente pacifica, ma a scapito di Israele. (Giud. 3:5, 6; confronta Giudici 19:11-14). Sovrani siri, moabiti e filistei si susseguirono nel prevalere temporaneamente sugli israeliti, ma solo all’epoca di Iabin, chiamato “re di Canaan”, i cananei avevano riacquistato sufficiente potenza da riuscire a soggiogare Israele per vent’anni. (Giud. 4:2, 3) Dopo la definitiva sconfitta di Iabin a opera di Barac, le difficoltà di Israele nel periodo precedente al regno vennero principalmente da fonti non cananee: da madianiti, ammoniti e filistei. Anche durante il regno di Saul, fra le tribù cananee sono menzionati brevemente solo gli amorrei. (I Sam. 7:14) Il re Davide scacciò i gebusei da Gerusalemme (II Sam. 5:6-9), ma le sue campagne più importanti furono quelle contro filistei, ammoniti, moabiti, edomiti, amalechiti e siri. Quindi i cananei pur essendo ancora in possesso di alcune città e terre nel territorio di Israele (II Sam. 24:7, 16-18), non costituivano più una minaccia dal punto di vista militare. Due guerrieri ittiti sono menzionati fra i combattenti Davide. — I Sam. 26:6; II Sam. 23:39.
Durante il suo regno Salomone mise i rimanenti delle tribù cananee ai lavori forzati in molte sue imprese (I Re 9:20, 21), estendendo i lavori di costruzione fino alla città cananea di Amat molto più a nord. (II Cron. 8:4) Ma le mogli cananee contribuirono poi alla rovina di Salomone, con conseguente perdita di gran parte del regno per il suo erede e corruzione religiosa della nazione. (I Re 11:1, 13, 31-33) Dal regno di Salomone (1037–997 a.E.V.) fino a quello di Ieoram su Israele (ca. 917–905 a.E.V.) solo gli ittiti sembrano aver conservato una certa importanza e forza come tribù, pur trovandosi evidentemente a N del territorio d’Israele e in Siria o nelle vicinanze. — I Re 10:29; II Re 7:6.
I matrimoni con cananei costituivano ancora un problema fra gli israeliti tornati dall’esilio dopo la prigionia in Babilonia (Esd. 9:1, 2), ma i regni cananei, inclusi quelli ittiti, erano evidentemente scomparsi sotto l’impatto dell’invasione sira, assira e babilonese. Il nome “Canaan” fini per riferirsi principalmente alla Fenicia, come nella profezia di Isaia relativa a Tiro (Isa. 23:1, 11, NW, nota in calce) e nel caso della donna “fenicia” (lett. cananea [gr. Kananàia]) della regione di Tiro e Sidone che si era rivolta a Gesù. — Matt. 15:22; confronta Marco 7:26.
IMPORTANZA COMMERCIALE E GEOPOLITICA
Il paese di Canaan formava un ponte fra l’Egitto e l’Asia e, più in particolare, la Mesopotamia. Benché l’economia del paese fosse fondamentalmente agricola, anche il commercio era fiorente e le città portuali di Tiro e Sidone divennero importanti centri commerciali le cui flotte navali erano famose in tutto il mondo allora conosciuto. (Confronta Ezechiele cap. 27). Infatti, fin dal tempo di Giobbe, il nome “Cananeo” era diventato sinonimo di ‘commerciante’ o ‘mercante’ ed è così tradotto. (Giob. 41:6; Sof. 1:11; nota anche il riferimento a Babilonia come “paese di Canaan”, Ezechiele 17:4, 12). Canaan occupava una posizione davvero strategica e fu l’obiettivo dei grandi imperi della Mesopotamia, dell’Asia Minore e dell’Africa che cercavano di controllare il traffico militare e commerciale che avveniva entro i suoi confini. Il fatto che Dio pose il suo popolo eletto in questo paese doveva perciò attirare senz’altro l’attenzione delle nazioni e avere effetti di lunga portata; in senso geografico e, cosa ancor più importante, in senso religioso, si poteva ben dire che gli israeliti dimoravano “al centro della terra”. — Ezec. 38:12.
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Canali
Corsi d’acqua, di solito artificiali, per l’irrigazione, la regolazione del livello della piena, la navigazione e il rifornimento idrico di villaggi e città. L’uso di canali risale ai tempi più remoti.
IN PALESTINA
In Palestina l’irrigazione non era così importante per l’economia come in Egitto e in Babilonia, dove pioveva meno, e dove sorgenti, corsi d’acqua e pozzi scarseggiavano. (Deut. 11:10, 11) Esistevano poche possibilità di irrigare il deserto o la parte meridionale di Giuda. Comunque anche in Palestina si irrigavano orti, e furono costruite condutture specie per portare l’acqua a Gerusalemme.
L’acquedotto, che probabilmente entrava in Gerusalemme presso la Porta di Giaffa e secondo alcuni fu costruito da Erode il Grande, iniziava dal Wadi el-Biyar a N di Tecoa. Può darsi che servisse per fornire l’acqua alla cittadella e al palazzo di Erode e ai canali dei giardini del suo palazzo (Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, Libro V, cap. IV, 4). Quest’acquedotto percorreva una galleria e passava sopra la valle dove si trovavano le “Piscine di Salomone”. Evidentemente ad un certo punto era applicato il principio del sifone.
IN EGITTO
In Egitto, dove in pratica non piove mai, il rifornimento idrico dipendeva dalla piena del Nilo. Ogni anno il Nilo inondava la pianura e depositava il limo trasportato dal corso superiore del fiume, arricchendo il suolo di un nuovo strato di terriccio. Le messi erano abbondanti. Per controllare il flusso dell’acqua e conservarla fra un’inondazione e l’altra, fu costruito un sistema d’irrigazione mediante dighe, canali, bacini e fossati, controllato dal governo. Un metodo per sollevare
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