“Continuate a far questo in ricordo di me”
UNA VOLTA all’anno, nella data biblica del 14 Nisan, la notte di Pasqua, il dedicato popolo di Geova si raduna in tutte le parti della terra ubbidendo al comando di Gesù: “Continuate a far questo in ricordo di me”. (Luca 22:19; Eso. 12:2-6) Si conviene che nella propria comunità il Pasto Serale del Signore sia commemorato annualmente in questa esatta sera di Pasqua, dopo il tramonto.
Chi è invitato ad assistere? I pochi del rimanente degli unti dallo spirito di Geova assisteranno senz’altro, ma sono cordialmente invitati a essere presenti anche tutti quelli che formano la crescente “grande folla”, con speranze terrene, oltre a tutti coloro che acquistano conoscenza dei meravigliosi provvedimenti di Geova. (Riv. 12:17; 7:4, 9) È questa un’occasione per un formalismo o misticismo ritualistico? No di certo. Piuttosto, questo anniversario, in cui si fa uso dei simbolici emblemi del pane e del vino, richiama alla mente e al cuore dei presenti ciò che Gesù Cristo fece per loro millenovecento anni fa e ciò che tutto questo significa per loro oggi e in un futuro eterno. — 1 Cor. 11:23-26.
Come si determina questa data importante? Nel primo secolo Gesù e i primi cristiani accettarono la data del 14 Nisan (che cominciava al tramonto) determinata dal sacerdozio giudaico del tempio a Gerusalemme. È degno di nota che Gesù celebrò il pasto pasquale il 14 Nisan, secondo le istruzioni della legge di Mosè. (Eso. 12:6-8; Lev. 23:5; Matt. 26:18-20) Non consumò il pasto pasquale il 15 Nisan, come fa oggi la maggioranza degli Ebrei. Dopo la distruzione del tempio nel 70 E.V., i cristiani dovettero determinare per conto proprio la data di Pasqua del 14 Nisan.
Al tempo in cui l’imperatore romano Costantino fece dell’apostata cristianesimo la religione di stato (325 E.V.), il Concilio di Nicea ordinò che la Pasqua fosse sempre celebrata la domenica immediatamente successiva al plenilunio che ha luogo il giorno dell’equinozio primaverile (ornale) o subito dopo. Di solito la data di questo equinozio è il 21 marzo. Se il quattordicesimo giorno dal novilunio, che consideravano come il giorno del plenilunio, cadeva di domenica, la celebrazione della Pasqua era spostata alla domenica successiva. Facevano questo allo scopo di evitare di celebrarla simultaneamente ai Giudei e alla minoranza di cristiani detti quartodecimani che la celebravano ancora il quattordicesimo giorno di Nisan. In tal modo la cristianità è giunta ad avere il “giovedì santo” in cui commemorare l’Ultima Cena di Gesù, sempre di giovedì, e il “venerdì santo” in cui commemorare la sua morte sempre di venerdì.
Dal 1880 come minimo gli unti adoratori di Geova avevano abbandonato l’usanza della cristianità di celebrare il Pasto Serale del Signore parecchie volte all’anno e l’osservavano solo il 14 Nisan dopo il tramonto. Da allora fino al 1919 circa gli unti cristiani accettarono le date stabilite dal calendario ebraico per determinare il 14 Nisan. Comprendevano che il calendario ebraico faceva cadere la Pasqua nel 15 Nisan, dopo il tramonto. Ciò nondimeno, questi unti cristiani disposero di celebrare il Pasto Serale del Signore la sera del 14 Nisan, seguendo l’esempio di Gesù. Questi cristiani si servivano però del calendario ebraico accettando la determinazione del mese di Nisan per ciascun anno.
Il moderno calendario ebraico determina l’inizio del mese di Nisan mediante il novilunio astronomico. Tuttavia, sono passate diciotto o più ore quando è visibile in Gerusalemme la prima falce di luna crescente. Negli ultimi tempi, il corpo direttivo dei testimoni di Geova ha determinato ogni anno l’effettiva luna nuova che è visibile a Gerusalemme, vale a dire nel modo in cui si determinava nei tempi biblici il primo di Nisan. Per tale ragione c’è stata spesso una differenza di un giorno o due tra la data della Commemorazione dei testimoni di Geova e la data del 14 Nisan determinata secondo il moderno calendario ebraico.a
Secondo il nostro attuale metodo di calcolo, la data della Commemorazione è prossima alla più vicina luna piena dopo l’equinozio di primavera. Per esempio, nel 1975 la data della Commemorazione, calcolata quattordici giorni dopo la luna nuova (più vicina all’equinozio di primavera) visibile a Gerusalemme, fu il giovedì 27 marzo, dopo il tramonto. Appropriatamente, il giovedì 27 marzo 1975 ci fu anche la luna piena. La data della Commemorazione del 1976, calcolata con il nostro attuale metodo, cade di mercoledì 14 aprile, dopo il tramonto. In quella stessa data c’è anche la luna piena. Se dunque in futuro qualcuno del popolo di Geova dovesse essere tagliato fuori dai contatti con il corpo direttivo, potrebbe determinare con ragionevole accuratezza la data della Commemorazione servendosi dei calendari locali indicanti la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. La celebrazione si terrebbe quindi dopo il tramonto del giorno in cui c’è la luna piena.b
Che cosa si dovrebbe fare se la sera del Pasto Serale del Signore capitasse qualche imprevisto? Che dire se un violento temporale o altri gravi disordini impedissero alla congregazione locale di radunarsi all’ora fissata? In tali casi, sarebbe bene che i fratelli si riunissero in piccoli gruppi nel quartiere o in gruppi familiari, se necessario. In tal modo si radunano per rammentare il significato degli emblemi della Commemorazione del pane non lievitato e del vino. Per tali occasioni d’emergenza, un fratello dedicato (o una sorella dedicata, se non è presente nessun fratello) potrebbe considerare in breve i racconti biblici di Matteo 26:17-30; Luca 22:7-23, 28-30; e I Corinti 11:20-31. Se una congregazione deve riunirsi a piccoli gruppi, il numero complessivo dei presenti nei piccoli gruppi si potrà inviare come rapporto dei presenti dell’intera congregazione.
In quanto agli emblemi, si dovrebbe fare senz’altro ogni sforzo per servire a quelli dell’unto rimanente il pane e il vino, anche se uno è malato ed è a casa o all’ospedale. Solo in una situazione del tutto eccezionale in cui uno dell’unto rimanente non può partecipare agli emblemi il 14 Nisan egli può voler celebrare la Commemorazione il quattordicesimo giorno del successivo mese lunare (il giorno della successiva luna piena), secondo il principio contenuto in Numeri 9:10, 11 e II Cronache 30:1-3, 15, riguardante le celebrazioni tardive della Pasqua. Nell’eventualità di una celebrazione tardiva, se ne dovrebbe fare rapporto immediatamente dopo.
Che dire se più di una congregazione dovrà servirsi della stessa Sala del Regno? È bene disporre il programma in modo che una congregazione abbia il tempo sufficiente per lasciare la sala e la congregazione successiva quello di cominciare il programma. Tenendo presenti questi fatti, in alcuni casi sono state affittate altre sale per la celebrazione della Commemorazione. In questi casi, varie congregazioni riterranno opportuno tenere un’unica adunanza. Quindi si potrebbe inviare un rapporto combinato, elencando il nome delle congregazioni interessate.
Quale fu l’ordine degli avvenimenti nel giorno di Gesù? Alla prima celebrazione del Pasto Serale del Signore, Matteo fu presente di persona. Egli indica l’ordine effettivo in cui si susseguirono gli avvenimenti. Gesù e i suoi dodici discepoli celebrarono il pasto pasquale con agnello arrostito e pane non lievitato, per rammentare ai partecipanti ciò che era accaduto quando gli Israeliti erano stati liberati dall’Egitto nel 1513 a.E.V. Non ci fu nulla di mistico nell’uso di questi rammemoratori dell’agnello arrostito e del pane non lievitato. (Matt. 26:17-19; Sal. 119:2, 14) Dopo il pasto pasquale, Gesù smascherò il suo traditore, Giuda, che poi fu mandato via. (Matt. 26:20-25; Giov. 13:29, 30) Pertanto Gesù rimase con gli undici fedeli apostoli coi quali istituì il nuovo pasto serale che comportava la partecipazione al pane non lievitato e al calice di vero vino rosso. In ciascun caso Gesù disse una preghiera di ringraziamento, prima per il pane e poi per il vino. (1 Cor. 11:24, 25) Dopo gli esaurienti commenti e la preghiera di Gesù, essi conclusero cantando lodi, dopo di che uscirono per andare al monte degli Ulivi. Questo, dunque, stabilisce l’ordine generale da seguire fino al nostro giorno. — Matt. 26:26-30; Giov. 13:31–18:1.
Che cosa ci fanno ricordare gli emblemi del pane e del vino? Il pane non lievitato ci rammenta il corpo di carne di Gesù, il fatto che “soffrì nella carne” (1 Piet. 4:1); che diede il suo corpo carnale “a favore della vita nel mondo” (Giov. 6:51); che è “l’Agnello che fu scannato” (Riv. 5:12); e che il patto della Legge fu tolto “di mezzo inchiodandolo al palo di tortura”. (Col. 2:14) L’emblema del vino rosso ci rammenta come Gesù è divenuto il nostro Riscattatore in quanto siamo stati liberati dal “sangue prezioso” di Gesù (1 Piet. 1:19); e come il suo sangue vitale fu impiegato per convalidare il nuovo patto nel quale sono introdotti i suoi coeredi. (1 Cor. 11:25) Mentre quelli della “grande folla” non partecipano agli emblemi, sono loro rammentati i benefici dell’azione di Gesù e del nuovo patto tramite cui derivano loro molti benefici. (Riv. 7:9, 10, 14) Geova ha veramente disposto per la nostra liberazione mediante il potere espiatorio del sacrificio di Cristo, non solo per gli unti ma anche per tutti quelli che riceveranno la vita eterna qui sulla terra. — Lev. 16:11; 1 Giov. 2:2.
Come si tiene l’adunanza? Al raduno della Commemorazione il fratello che funge da presidente dà un breve benvenuto e apre l’adunanza con cantico e preghiera.
Fa seguito il discorso della Commemorazione, pronunciato da un oratore capace (uno degli unti, se c’è) scelto dai sorveglianti nominati. Non sarebbe bene che vari fratelli presentassero ciascuno una parte del discorso della Commemorazione come in un simposio. Si raccomanda che l’oratore dica le due brevi preghiere sugli emblemi. (Matt. 26:26, 27) Serviti gli emblemi e dopo gli ulteriori commenti dell’oratore, il sorvegliante che presiede può fare i commenti conclusivi se non è lui a tenere il programma della Commemorazione. L’adunanza termina con un cantico e una preghiera conclusiva.
Solo quelli dell’unto rimanente partecipano agli emblemi passati in mezzo all’uditorio. Dopo una breve preghiera, si passa prima il pane. Poi, dopo un’altra preghiera, si serve il vino. Non si servono insieme il pane e il vino. Quelli che partecipano ‘degnamente’ dovrebbero partecipare a entrambi gli emblemi. — 1 Cor. 11:27, 28.
La Bibbia dice che Gesù spezzò il pane, evidentemente per servire gli apostoli che giacevano da ciascun lato della tavola. (Matt. 26:26) Oggi nelle nostre circostanze questo non è necessario, poiché Gesù non stabiliva un precedente ritualistico. Il fatto che il pane non lievitato fosse spezzato non ha pertanto nessun significato simbolico. Ricordate che nessun osso dell’immacolato corpo fisico di Gesù fu rotto alla morte. (Eso. 12:46; Sal. 34:20; Giov. 19:33, 36) Il numero dei calici e il numero dei piatti usati dipende dal numero di persone necessarie per servirli. Si può mettere un pezzo di pane non lievitato su ciascun piatto da usarsi e si può versare il vino nei calici prima che cominci l’adunanza.
Che specie di pane e vino si deve usare? Poiché Gesù prese del pane non lievitato usato normalmente per la Pasqua, oggi noi usiamo pane non lievitato. Gli Ebrei fanno un tipo di pane solo con farina di frumento e acqua, che nei paesi di lingua inglese chiamano “matzo”, e questo può essere usato dai cristiani alla celebrazione della Commemorazione. Ma non lo useremmo qualora vi fossero stati aggiunti ingredienti come sale, zucchero, malto, uova, cipolle, ecc.
Alcuni Testimoni preferiranno fare una piccola quantità di pane non lievitato con farina (di frumento, riso o altro cereale) e acqua. Si può fare come segue: Mescolate una tazza e mezzo di farina con una tazza d’acqua, ottenendo una pasta molle. Su una superficie piana, ben spolverata di farina, stendete la pasta il più sottile possibile. Mettetela in una teglia o su una piastra, facendo numerosi piccoli fori nella pasta con una forchetta e datele la forma di un pane schiacciato. Cuocetela nel forno caldo finché non è secca e croccante.
Il vino usato per la Commemorazione dovrebbe essere vero vino rosso come quello usato dai Giudei nelle celebrazioni della Pasqua. Notiamo che in Matteo 26:29 Gesù accenna al “prodotto della vite”, che, a quel tempo dell’anno, poteva essere solo vino fermentato. Il non adulterato vino rosso d’uva è il solo appropriato rammemoratore del sangue sparso di Gesù. Il sangue di Cristo fu sufficiente senza additivi, e quindi si dovrebbe usare solo vino rosso non addolcito e non fortificato. Se si prevede sia difficile trovare gli emblemi, allora per ottenerli si dovrebbero fare preparativi ben anticipati. Giacché gli emblemi in se stessi non sono sacri, terminata la celebrazione e sciolta l’adunanza, il pane e il vino si possono portare a casa e considerare cose comuni, da usare in qualche altro momento come di solito. — 1 Sam. 21:4.
Chi deve partecipare agli emblemi? Solo quelli del “piccolo gregge” vengono introdotti nel nuovo patto e perciò devono partecipare agli emblemi. (Luca 12:32) Furono gli undici fedeli apostoli, il piccolo gruppo dei futuri unti, a formare il nucleo di quelli che in seguito sarebbero stati introdotti nel nuovo patto nel giorno di Pentecoste del 33 E.V. (Luca 22:20) La “grande folla”, non essendo ‘nuove creature’ nel nuovo patto, non partecipa al pane e al vino in questa data anniversaria. — 2 Cor. 5:17.
Ciascun unto che assiste alla Commemorazione si esamina in anticipo per vedere se è degno di partecipare e se ha veramente la testimonianza dello spirito. (Rom. 8:16, 24; 1 Cor. 11:27-29) Ogni tanto, alcuni che in precedenza partecipavano si rendono conto che la loro relazione con Dio non è quella di un figlio unto. È giusto che smettano di partecipare, ma questa non sarebbe un’indicazione che siano divenuti infedeli. È solo che la loro relazione personale con Geova si è chiarita avendo essi compreso d’avere una speranza terrestre.
Vengono contati come partecipanti quelli che sono conosciuti quali fedeli, battezzati servitori di Dio. Non invitiamo i disassociati ad assistere. Ma se ne è presente uno, non c’è motivo di turbarsi se è seduto in una fila con altri e partecipa agli emblemi. Questi non è in alcun caso contato come partecipante.
È sempre una gioia vedere tanti nuovi che assistono alla celebrazione della Commemorazione. Dopo il programma, c’è l’occasione di godere della felice associazione con i nuovi e gli uni con gli altri. Questa gioiosa associazione è davvero edificante e incoraggiante per tutti. Il programma serale, se ci si riflette, dà sempre molto su cui pensare con grato apprezzamento verso Geova, e ci rammenta tutto quello che ha fatto per amore verso di noi mediante il nostro Riscattatore, Gesù Cristo nostro Signore. (Matt. 20:28; 1 Piet. 3:15) Tornata a casa dopo il programma, una famiglia di testimoni di Geova può dedicare un po’ di tempo a considerare il significato di questa importante occasione. Tutto ciò aiuta la famiglia a essere più unita e l’arricchisce spiritualmente.
Gli anziani prendono attente predisposizioni perché nella congregazione locale si tenga un’appropriata celebrazione del Pasto Serale del Signore. Quella sera, in tutte le parti del globo, il cuore e la mente del dedicato popolo di Geova, gli unti e quelli della “grande folla”, unitamente radunati, rendono lode al nostro Sovrano Dio, Geova. Di nuovo rendono grazie a Gesù Cristo nostro Riscattatore che dimostrò il suo grande amore verso di noi cedendo la sua vita umana per la nostra guarigione. Ogni anno l’unto rimanente e la “grande folla” provano diletto a commemorarlo quale Messia che vinse il mondo. — Giov. 16:33.
[Note in calce]
a Per le stesse ragioni, i moderni Ebrei ritengono necessario aggiungere ogni tanto il tredicesimo mese intercalare a un’epoca diversa da quando ve l’aggiungono i testimoni di Geova. In tali occasioni, quindi, la loro data della Pasqua cade un mese dopo la data della Commemorazione dei testimoni di Geova.
b La data della Pasqua e quella della Commemorazione seguono fondamentalmente un ciclo di diciannove anni. Per i particolari si veda Ausiliario per capire la Bibbia (inglese), pagina 1677, al sottotitolo “Il ciclo metonico”. Per informazioni sul Pasto Serale del Signore si vedano anche le pagine 1076-1078.