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SegnaleAusiliario per capire la Bibbia
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dubbio un luogo elevato, in modo da essere visibile agli israeliti che erano stati morsi dai serpenti.
Similmente, nel 537 a.E.V., Gerusalemme (di cui era stata predetta la ricostruzione) divenne il segnale che incitava il rimanente ebraico a lasciare i paesi in cui era stato disperso e tornare a Gerusalemme, allora desolata, per ricostruire il tempio. (Isa. 11:11, 12; confronta Isaia 49:22; 62:10, 11). La profezia però non riguardava solo avvenimenti accaduti nel VI secolo a.E.V. Infatti Isaia 11:10 dice: “E dovrà accadere in quel giorno che la radice di Iesse sarà eretta come segnale per i popoli”. L’apostolo Paolo applicò queste parole a Cristo Gesù, colui che doveva governare le nazioni. (Rom. 15:8, 12) Anche Gesù si identificò come ‘la radice di Davide’ figlio di Iesse. (Riv. 22:16) Quindi il segnale è Cristo Gesù, il re intronizzato sul celeste monte Sion. — Confronta Ebrei 12:22; Rivelazione 14:1.
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SegnoAusiliario per capire la Bibbia
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Segno
[ebr. ’ohth; gr. semèion].
Fra i molti segni che Geova ha provveduto per l’orientamento dell’uomo, i primi menzionati sono i corpi luminosi celesti, il sole e la luna. (Gen. 1:14) Essi sono indicatori di tempo e anche segni visibili dell’esistenza e delle qualità di Dio. (Sal. 19:1-4; Rom. 1:19, 20) Per il fatto che osservano questi luminari, come pure le stelle, per cercare presagi mediante l’astrologia, le nazioni sono state “colpite da terrore”, come si legge in Geremia 10:2. Altri “segni” potevano includere qualsiasi oggetto, azione, situazione o insolita manifestazione che serviva di norma per un’azione o un comportamento presente o futuro.
SCOPO DEI SEGNI
Geova ha dato segni a conferma della veracità e affidabilità delle sue parole. (Ger. 44:29; I Sam. 2:31-34; 10:7, 9; II Re 20:8-11) Segni hanno dato prova che Dio sosteneva Mosè o altri servitori (Eso. 3:11, 12; confronta Giudici 6:17, 20-22), un apostolo (II Cor. 12:12), la congregazione cristiana. — I Cor. 14:22.
Non erano indispensabili segni per dimostrare di avere il sostegno di Dio, come è evidente nel caso di Giovanni il Battezzatore. (Giov. 10:41; Matt. 11:9-11) Anche un falso profeta poteva compiere un segno, ma si poteva riconoscere la sua falsità nel modo indicato da Geova. — Deut. 13: 1-5; 18:20-22; Isa. 44:25; Mar. 13:22; II Tess. 2:9; Riv. 13:13, 14; 19:20.
Certi segni sono rammemoratori, servono a ricordare, a commemorare. (Gen. 9:12-14; 17:11; Rom. 4:11) I sabati e la Pasqua erano per gli ebrei segni commemorativi. (Eso. 13:3-9; 31:13; Ezec. 20:12, 20) Un segno di natura letterale o simbolica poteva servire come identificazione. — Num. 2:2; Eso. 12:13.
SEGNO CHIESTO A GESÙ
Durante il suo ministero Gesù compì numerosi segni che aiutarono molti a credere in lui. (Giov. 2:23) Ma nei duri di cuore i segni non produssero fede. (Luca 2:34; Giov. 11:47, 53; 12:37; confronta Numeri 14:11, 22). Quando in due occasioni i capi religiosi chiesero a Gesù di mostrare loro un segno dal cielo, probabilmente volevano che, come prova che era il Messia, compisse il segno predetto in Daniele 7:13, 14, cioè la comparsa del “figlio d’uomo” con le nuvole dei cieli per assumere il potere regale. Ma non era il tempo stabilito da Dio per l’adempimento di quella profezia, e Cristo non sarebbe ricorso a una manifestazione esteriore semplicemente per soddisfare la loro richiesta egoistica. (Matt. 12:38; 16:1) Anzi disse che l’unico segno che sarebbe stato dato loro era “il segno del profeta Giona”. (Matt. 12:39-41; 16:4)
Dopo aver trascorso circa tre giorni nel ventre di un grosso pesce Giona era andato a predicare a Ninive. Così era diventato un “segno” per la capitale dell’Assiria. La generazione di Gesù ebbe il “segno di Giona” quando Cristo rimase parte di tre giorni nella tomba e poi fu risuscitato. In tal modo Cristo fu un segno per quella generazione, ma neanche questo convinse gran parte degli ebrei. — Luca 11:30; I Cor. 1:22.
SEGNO DELLA PRESENZA DI CRISTO
Poco prima della sua morte gli apostoli chiesero a Gesù: “Quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (Matt. 24:3; Mar. 13:4; Luca 21:7) C’era una netta differenza fra questa domanda e la richiesta di un segno fatta dai capi religiosi. Benché fossero proprio lì, in grado di vedere lui e le sue opere, quei capi religiosi non lo vollero accettare come Messia e Re designato. (Giov. 19:15) Una volta chiesero un segno “per tentarlo” (Luca 11:16); altri potevano essere mossi da oziosa curiosità, come Erode. (Luca 23:8) Viceversa i discepoli che chiesero il segno della presenza di Cristo già lo riconoscevano quale Messia e Re. (Matt. 16:16) Ma Gesù aveva detto che il Regno non sarebbe venuto “in modo da osservarsi con sorpresa”. (Luca 17:20) Perciò (anche se gli apostoli erroneamente credevano che il Regno sarebbe stato istituito sulla terra [Atti 1:6]), quando il Regno fosse arrivato, non volevano essere come i capi ebrei: ciechi alla presenza di Gesù. Quindi non chiesero che un segno miracoloso fosse compiuto sull’istante, ma quale sarebbe stato il segno futuro per riconoscerla.
In risposta Gesù descrisse un “segno” composito, costituito da molte prove, fra cui guerre, terremoti, persecuzione dei cristiani e predicazione del Regno. (Matt. 24:4-14, 32, 33) Gesù stava parlando della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio quando i discepoli gli chiesero il “segno” (Luca 21:5-7), e la sua risposta incluse profezie riguardanti Gerusalemme e la Giudea, che si adempirono durante la loro vita. (Luca 21:20; Matt. 24:15) Ma la sua risposta riguardava anche l’istituzione del regno di Dio e il suo effetto su tutta l’umanità. — Luca 21:31, 35.
“Segno del Figlio dell’uomo”
In quell’occasione Gesù disse ai discepoli: “E allora il segno del Figlio dell’uomo apparirà nel cielo, e allora tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria”. (Matt. 24:30; Luca 21:27) Poco prima aveva parlato del profeta Daniele. (Matt. 24:15; Dan. 9:27; 11:31) E dalle parole pronunciate da Gesù è evidente che ora si riferiva a Daniele 7:13, 14, dove la visione descriveva “con le nuvole dei cieli . . . qualcuno simile a un figlio d’uomo” che avrebbe avuto accesso “all’Antico dei Giorni” e avrebbe ricevuto “un regno che non sarà ridotto in rovina”. Questo collegava il “segno del Figlio dell’uomo” col tempo in cui Gesù avrebbe ricevuto il potere regale. Gesù applicò a se stesso l’espressione “Figlio dell’uomo” e la profezia di Daniele 7:13, 14. — Matt. 26:63, 64; Mar. 14:61, 62.
Verso il 96 E.V., ventisei anni dopo la distruzione di Gerusalemme, Giovanni descrisse cose che sarebbero avvenute in futuro, e vide in visione Gesù Cristo che “viene con le nubi, e ogni occhio lo vedrà, e quelli che lo trafissero”. (Riv. 1:1, 7) Quindi sia questa descrizione di qualche cosa che doveva avvenire dopo il 96 E.V. che quello che Cristo aveva detto a proposito del “segno del Figlio dell’uomo” si riferivano a Gesù venuto nelle nubi
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