-
Sei invitato a tornareLa Torre di Guardia 1968 | 15 maggio
-
-
La Commemorazione ci rammenta di non essere egoisti, di non pensare solo a noi stessi, ma di rendere servizio ai bisogni reciproci. (Matt. 20:28) Se Cristo avesse fame, sete, fosse estraneo, nudo, malato, abbattuto o in prigione, non avreste cura di lui? Naturalmente! Questo si può fare rendendo servizio ai bisogni sia pure dell’ultimo di questi suoi fratelli, il che Cristo considera come fatto a lui stesso. Essendo nelle adunanze, se solo è possibile, si è in grado di aver cura dei bisogni d’altri, provando così se si è “pecora” o “capro”. — Matt. 25:34-46.
Qualunque sia la nostra posizione nella vita, c’è bisogno di continuare a coltivare lo stesso profondo desiderio di stare con i fratelli che provò Paolo, la stessa preoccupazione per loro, quando disse: “Desidero grandemente di vedervi, per impartirvi qualche dono spirituale affinché siate resi fermi; o, piuttosto, che vi sia fra voi uno scambio d’incoraggiamento, da parte di ciascuno mediante la fede dell’altro, sia vostra che mia”. (Rom. 1:11, 12) Questa eccellente attitudine ti impedirà di ritrarti, di raffreddarti o di divenire indifferente verso quelli che hanno bisogno del tuo amore. Questa attitudine cristiana ti trasformerà in ciò che tutti gli uomini dovrebbero essere e in ciò che saranno infine tutti quelli approvati da Dio, vale a dire, attivi testimoni alla gloria di Dio in una grande assemblea.
Non aspettare dunque un altro anno. Non aspettare un’altra settimana. Sei invitato a venire di nuovo alla Sala del Regno questa settimana.
-
-
Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1968 | 15 maggio
-
-
Domande dai lettori
● Matteo 27:19 menziona un sogno che la moglie di Pilato ebbe riguardo a Gesù nel quale ella ‘soffrì molto’. Era da Dio questo sogno?
La scrittura dice qui: “Mentre [Pilato] sedeva sul tribunale, sua moglie gli mandò a dire: ‘Non avere nulla a che fare con quel giusto, poiché oggi ho sofferto molto in sogno a causa di lui’”. Dobbiamo ricordare che il racconto è relativo al processo del Figlio di Dio. Questo processo e il fatto che Gesù venne messo al palo condusse a fenomeni da parte di Dio: tenebre innaturali, un terremoto, la rottura in due parti della cortina del tempio. (Matt. 27:45, 51-54) Il sogno dunque, in questo contesto, suggerisce l’origine divina, specialmente perché è riportato nella Parola di Dio da Matteo, il quale scrisse sotto ispirazione del santo spirito di Dio. Non fu un sogno normale causato da qualche preconoscenza che Gesù sarebbe stato condotto dinanzi a suo marito per il processo la mattina dopo.
Gli ispirati scrittori biblici mostrano che Geova si servì di sogni nei tempi passati per dare avvertimenti, non solo al suo popolo fedele, ma anche ad altri che ebbero rapporti con esso. Ciò avvenne nel caso di Abimelec re di Gerar, quando questi prese per sé la moglie di Abraamo. Matteo stesso riporta altri sogni contenenti avvertimenti divini: non solo quello di Giuseppe patrigno di Gesù, ma anche un sogno che avvertiva gli astrologi pagani di non andare a riferire a Erode il luogo dove si trovava il bambino Gesù. (Gen. 20:3-7; Matt. 1:20-24; 2:12, 13, 19) Perciò il fatto che Matteo scrivesse in merito al sogno della moglie di Pilato dev’essere considerato significativo.
Nel caso di Pilato, il sogno di sua moglie sarebbe stato un vigoroso avvertimento che trattava una speciale situazione, che doveva stare attento per non rendersi colpevole. Il sogno diede enfasi all’innocenza di Gesù in un modo che Pilato poteva difficilmente ignorare. Egli aveva già esaminato Gesù e sapeva che era innocente; quindi ricevette un messaggio da sua moglie in merito al suo sogno. Esso influenzò senza dubbio il suo pensiero perché fece parecchi sforzi per indurre la folla a ritirare la sua richiesta della di lui morte. Quando infine Pilato si lavò le mani dinanzi
-