Ministri ordinati fanno risplendere la luce
CHE cosa significa essere ordinato? Essere ordinato significa essere investito di funzioni di ministero o essere nominato da un’autorità, come Gesù Cristo fu ordinato da Dio. Chi è così ordinato ha la vocazione o chiamata divina del ministero cristiano.
● Chi sono oggi gli ordinati ministri di Dio? Gli ecclesiastici che hanno frequentato un seminario teologico e che poi si sono sottoposti ad una ricca e fastosa cerimonia di ordinazione? No; se questo fosse essenziale, né Gesù né i suoi primi discepoli e apostoli sarebbero stati qualificati come ordinati ministri di Dio, perché essi non ricevettero tale istruzione formale né si sottoposero ad alcuna cerimonia di ordinazione di questo genere.
● Oggi gli ordinati ministri di Dio sono coloro che hanno riconosciuto Geova Dio come loro Sovrano e Gesù Cristo come loro Salvatore, che si riconoscono peccatori e capiscono di aver bisogno del sacrificio di Cristo per avere una giusta posizione davanti a Dio. Questi, dopo essersi dedicati a fare la volontà di Dio, ed essersi battezzati alla prima opportunità, sono ordinati mediante lo spirito santo o forza attiva di Dio.
● A tutti questi si applicano le parole di Gesù: “Voi siete la luce del mondo. Una città posta su un monte non può rimaner nascosta. La vostra luce risplenda dinanzi agli uomini in modo tale che, vedendo le vostre opere buone, diano gloria al Padre vostro, che è nei cieli”. — Matt. 5:14, 16, Ri.a
● La luce disperde le tenebre e dà la vita. La luce che l’ordinato ministro cristiano fa risplendere è la vivificante verità che disperde le tenebre della falsa religione, della superstizione e dell’ignoranza. È la verità che riguarda i propositi di Geova e la sua volontà per l’uomo.
● Come possiamo far risplendere la nostra luce? Recando ad altri queste verità quando andiamo di casa in casa, per le vie, e ogni volta che se ne presenta l’occasione. Facciamo risplendere la nostra luce anche quando insegnamo ad altri nelle visite ulteriori e teniamo studi biblici nelle loro case. Inoltre facciamo risplendere la nostra luce facendo pubblica confessione alle adunanze della congregazione.
● Facciamo risplendere la nostra luce con il linguaggio che usiamo. Vogliamo usare parole decenti, pulite, appropriate e corrette, che esprimano i nostri pensieri con chiarezza e vigore. Vogliamo evitare non solo il linguaggio scurrile, volgare e corrotto, ma anche le espressioni sconvenienti e prive di decoro. Sì, “né condotta vergognosa né discorsi insensati né scherzi osceni le quali cose non sono convenevoli” siano menzionati tra voi, dice l’apostolo Paolo. — Efes. 5:3, 4.
● In particolar modo vogliamo badare alle nostre azioni. Staremo attenti che nulla di ciò che facciamo si rifletta in modo sfavorevole sul nostro Padre celeste e sulla società del Nuovo Mondo. “Perciò, sia che mangiate o beviate o che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio”. — 1 Cor. 10:31.
● Dove dobbiamo far risplendere la nostra luce? Dappertutto! Nella casa cristiana, specialmente se il nostro coniuge non è cristiano. Come risplende luminosamente la nostra luce in tali circostanze se cerchiamo di seguire l’ammonimento scritturale di tenere una “condotta casta e rispettosa” e di avere come ornamento “l’essere occulto del cuore fregiato dell’ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico”. Quante volte tale condotta ha aperto gli occhi dell’incredulo, anche se in certi casi ci sono voluti molti anni! — 1 Piet. 3:1-4.
● Vogliamo anche cercare di far risplendere la nostra luce nel luogo dove lavoriamo. Con una condotta integra attestiamo di non fare parte del mondo. Perciò rendiamo giustamente al nostro datore di lavoro ciò che gli spetta, non essendo pigri nel nostro lavoro né sottraendo al datore di lavoro ciò che non ci appartiene.
● Né vorremo trascurare la necessità di fare risplendere la nostra luce quando prendiamo parte ai divertimenti. Siamo sempre ministri cristiani e quindi non possiamo uscire dai limiti della correttezza. In questi casi facciamo bene a ricordare l’esempio di Paolo: “Percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — 1 Cor. 9:27.
● Non è facile far risplendere la nostra luce in ogni occasione. Bisogna stare in guardia ed avere padronanza di sé. Ma non ne vale forse la pena? In tal modo onoriamo il nome di Geova; in tal modo aiutiamo il nostro simile ad accettare la verità e ad incamminarsi sulla via che conduce alla vita eterna, e in tal modo ci assicuriamo la salvezza. Perciò “la vostra luce risplenda dinanzi agli uomini in modo tale che, vedendo le vostre opere buone, diano gloria al Padre vostro, che è nei cieli”. — Matt. 5:16, Ri.
[Nota in calce]
a Per i particolari vedere La Torre di Guardia del 1º maggio 1960.