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UbbidienzaAusiliario per capire la Bibbia
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34:5) Ma quando ciò che viene detto esprime volontà, desiderio, istruzioni o comandi, allora il senso del termine ebraico è prestare attenzione o ubbidire a colui che parla. Adamo ‘ascoltò’ la voce della moglie, vale a dire acconsentì al suo desiderio mangiando con lei il frutto proibito. (Gen. 3:17; confronta 21:12). Giuseppe rifiutò di ‘ascoltare’ le insistenti proposte della moglie di Potifar. (Gen. 39:10, NW) Il re Saul temette il popolo e ‘ubbidì alla [ascoltò la] loro voce’, trasgredendo così all’ordine di Dio. (I Sam. 15:24) La promessa relativa a un seme fatta da Geova ad Abraamo si adempì perché Abraamo ‘ascoltò’ o ubbidì alla voce di Geova, osservando i suoi comandi. — Gen. 22:18; 26:4, 5; confronta Ebrei 11:8; vedi ORECCHIO.
Lo stesso termine ebraico è usato per indicare che Dio ‘ode’ o ‘ascolta’ gli uomini. In questi casi il termine italiano “ubbidienza” non è appropriato, perché esseri umani non possono dare ordini a Dio ma possono solo invocarlo o supplicarlo. Perciò, quando Dio disse ad Abraamo “riguardo a Ismaele ti ho udito”, voleva dire che aveva preso in considerazione la sua richiesta e avrebbe agito di conseguenza. (Gen. 17:20) Similmente Dio ha ‘udito’ o risposto alle invocazioni di persone afflitte o in difficoltà, esaudendole quando ha ritenuto opportuno mostrare misericordia. — Gen. 16:11; 29:33; 21:17; Eso. 3:7-9; confronta Deuteronomio 1:45.
Come shamà‘, un verbo greco che esprime l’idea di ubbidire è hypakoùo (sostantivo hypakoè) composto da hupò, “sotto” e akoùo, “udire”. Uno dei significati particolari di questo verbo è: “di portinaio, rispondere a chi bussa”, e in questo senso è usato in Atti 12:13. Un altro verbo usato nel senso di ubbidire è pèitho, che significa persuadere, convincere. Al medio e al passivo significa non solo essere persuaso (Luca 16:31), confidare (Matt. 27:43), credere (Atti 17:4), ma anche prestare ascolto (Atti 5:40), ubbidire. (Atti 5:36, 37) Da questo verbo derivano la forma negativa apeithèo (che significa non credere [Atti 14:2; 19:9] o disubbidire [Giov. 3:36]) e anche altri termini affini.
Da quanto sopra è evidente che l’ubbidienza, come è intesa nelle lingue originali delle Scritture, dipende prima di tutto dall’udire, cioè dal percepire determinate informazioni o nozioni (confronta Luca 12:47, 48; I Timoteo 1:13), e quindi dall’acconsentire alla volontà o al desiderio di chi parla o esprime altrimenti tale volontà o desiderio. La sottomissione a sua volta dipende dal riconoscerne l’autorità o il diritto di chiedere o esigere la reazione voluta, e anche dal desiderio o volontà di adeguarsi al suo volere. Com’è indicato dai verbi greci pèitho e apeithèo, è implicita l’idea di credere, fidarsi e confidare.
L’UBBIDIENZA A DIO, INDISPENSABILE PER LA VITA
Dio ha prima di ogni altro diritto all’ubbidienza di tutte le creature. Esse giustamente devono ubbidienza assoluta a lui, loro Fattore e Fonte da cui la vita deriva e dipende. (Sal. 95:6-8) Siccome è l’Onnisapiente e Onnipotente Dio, ciò che dice merita il massimo rispetto e attenzione. Un padre umano si aspetta giustamente che i figli eseguano la sua parola, e se un figlio tarda a rispondere il genitore può dire energicamente: “Mi hai sentito?” Tanto più il Padre celeste richiede giustamente attenzione ricettiva e risposta pronta alle sue parole. — Confronta Deuteronomio 21:18-21; Proverbi 4:1; Isaia 64:8; I Pietro 1:14.
L’ubbidienza è insostituibile: senza di essa non si può avere il favore di Dio. Samuele disse al re Saul: “Ha Geova tanto diletto negli olocausti e nei sacrifici quanto nell’ubbidienza [forma di shamà’] alla voce di Geova? Ecco, ubbidire [lett. ascoltare] è meglio del sacrificio e prestare attenzione più del grasso di montoni”. (I Sam. 15:22) Disubbidire significa rigettare la parola di Geova, dimostrare di non credere, confidare o avere veramente fede in quella parola e nella sua Fonte. Quindi chi disubbidisce non è diverso da chi pratica la divinazione o ricorre a idoli. (I Sam. 15:23; confronta Romani 6:16). Le espressioni verbali di assenso non significano nulla se non sono accompagnate dall’azione richiesta; la mancanza di reazione rivela mancanza di fede o rispetto per la fonte delle istruzioni. (Matt. 21:28-32) Chi si accontenta di udire e accettare a livello mentale la verità di Dio, ma non fa ciò che richiede, inganna se stesso con falsi ragionamenti e non è benedetto. (Giac. 1:22-25) Il Figlio di Dio spiegò chiaramente che anche coloro che fanno cose simili a quelle comandate, ma evidentemente in modo sbagliato o per un motivo sbagliato, non potranno mai entrare nel Regno, ma saranno assolutamente esclusi. — Matt. 7:15-23.
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UbriachezzaAusiliario per capire la Bibbia
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Ubriachezza
Condizione dovuta a eccessiva ingestione di bevande alcoliche. Ubriacone è chi eccede abitualmente nel bere alcolici al punto di ubriacarsi.
Alcune bevande inebrianti usate anticamente nei paesi biblici erano vino di uva (Deut. 32:14), e bevande alcoliche a base di altra frutta come melegrane (Cant. 8:2), o di cereali. (Isa. 1:22) L’uso moderato di vino e altre bevande alcoliche è consentito da Geova, che provvede il “vino che fa rallegrare il cuore dell’uomo mortale”. — Sal. 104:14, 15.
CONDANNATA DALLA BIBBIA
L’ingestione di bevande alcoliche al punto di ubriacarsi è chiaramente disapprovata dalla Bibbia. Il saggio scrittore di Proverbi fa un quadro vivido e scientificamente accurato degli effetti dell’eccedere nel bere alcolici, e avverte: “Chi ha guai? Chi ha difficoltà? Chi ha contese? Chi ha preoccupazioni? Chi ha ferite senza ragione? Chi ha occhi offuscati? Quelli che stanno lungo tempo col vino, quelli che vengono a cercar vino mischiato. Non guardare il vino quando rosseggia, quando scintilla nel calice [quando il vino di qualsiasi colore fa vedere rosso; quando tutto sembra rosso], quando va giù diritto [quando scende in gola con gran facilità]. Alla fine morde proprio come un serpente, e secerne veleno proprio come una vipera [può fare ammalare fisicamente (per esempio, causare cirrosi epatica) e mentalmente (provocare delirium tremens), e anche uccidere]. I tuoi propri occhi vedranno cose strane [l’alcool agisce sui centri di controllo del cervello, inibendoli; sentimenti normalmente repressi affiorano; si hanno allucinazioni; i vuoti di memoria sono colmati raccontando esperienze fantastiche nel modo più plausibile; il comportamento personale è privo di inibizioni], e il tuo proprio cuore pronuncerà cose perverse [cattivi motivi avranno il sopravvento; confronta Osea 4:11]”.
Quindi lo scrittore descrive l’esperienza personale dell’ubriacone: “E per certo diverrai come uno che giace nel cuore del mare [provando lo stato di confusione di chi annega e cade nell’incoscienza], pure come uno che giace in cima all’albero di una nave [dove il rullio della nave è molto più forte e la vita dell’ubriacone è in pericolo: può avere un incidente, venirgli un colpo, essere coinvolto in una lite, ecc.]. ‘Mi hanno colpito, ma non mi sono ammalato; mi hanno percosso, ma non l’ho conosciuto [dice l’ubriacone, come se parlasse tra sé; insensibile a ciò che accadeva realmente e alle sofferenze che il suo stato
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