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GiacobbeAusiliario per capire la Bibbia
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Isacco nel 1738 a.E.V. non fece che accrescere il suo dolore. — Gen. 35:28, 29.
IN EGITTO
Circa dieci anni dopo un’estesa carestia costrinse Giacobbe a mandare dieci dei suoi figli in Egitto a procurarsi dei cereali. Beniamino rimase a casa. Giuseppe, amministratore annonario del faraone, riconosciuti i suoi fratelli chiese che riportassero con loro in Egitto il fratello minore Beniamino. (Gen. 41:57; 42:1-20) Tuttavia, quando seppe della richiesta, Giacobbe in un primo tempo rifiutò di lasciarlo andare, temendo che accadesse qualche cosa di male a questo diletto figlio della sua vecchiaia. Allora Beniamino aveva almeno ventidue anni. (Gen. 42:29-38) Solo quando tutto il cibo acquistato in Egitto era stato consumato Giacobbe acconsentì a lasciare andare Beniamino. — Gen. 43:1-14; Atti 7:12.
In seguito alla riconciliazione di Giuseppe con i suoi fratelli, Giacobbe con l’intera famiglia e tutti i loro beni e il bestiame furono invitati a trasferirsi in Egitto, nel fertile paese di Gosen sul delta, perché la grande carestia era destinata a durare altri cinque anni. Per aiutarli il faraone provvide perfino carri e provviste alimentari. (Gen. 45:9-24) Durante il viaggio Geova assicurò a Giacobbe che questo trasferimento aveva la sua benedizione e approvazione. (Gen. 46:1-4) Tutte le anime considerate parte della casa di Giacobbe, inclusi Manasse, Efraim e altri forse nati in Egitto prima della morte di Giacobbe, erano settanta di numero. (Gen. 46:5-27; Eso. 1:5; Deut. 10:22) Questo numero non includeva Lea, che era morta nella Terra Promessa (Gen. 49:31), né le sue figlie innominate e neanche le mogli dei suoi figli. — Gen. 46:26; confronta Genesi 37:35.
Alla fine, nel 1711 a.E.V., dopo diciassette anni trascorsi in Egitto, Giacobbe morì all’età di 147 anni. (Gen. 47:27, 28) Poiché desiderava essere seppellito nel paese di Canaan, Giuseppe in previsione del viaggio fece prima imbalsamare il corpo del padre dai medici egiziani. Un grande corteo funebre, all’altezza dell’importanza di suo figlio Giuseppe, mosse dall’Egitto. Quando giunse nella regione del Giordano ci furono sette giorni di riti funebri, dopo di che i figli di Giacobbe seppellirono il padre nella caverna di Macpela, dove erano stati sepolti Abraamo e Isacco. — Gen. 49:29-33; 50:1-14.
I profeti spesso usavano il nome “Giacobbe” in senso figurativo, riferendosi alla nazione discendente da quel patriarca. (Isa. 9:8; 27:9; Ger. 10:25; Ezec. 39:25; Amos 6:8; Mic. 1:5; Rom. 11:26) Gesù una volta menzionò figurativamente Giacobbe nel parlare di quelli che sarebbero stati “nel regno dei cieli”. — Matt. 8:11.
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Giacobbe, fonte di
“Pozzo” o “fonte” presso la quale Gesù Cristo, mentre si riposava, conversò con una samaritana. (Giov. 4:5-30) Pare si tratti del Bir Ya‘qub, che si trova circa 2,5 km a SE di Nablus (Sichem). La fonte di Giacobbe è un pozzo profondo, il cui livello dell’acqua non raggiunge mai la superficie. Misurazioni compiute nel secolo scorso indicano che il pozzo è profondo circa 23 m. Ha una larghezza di 2,5 m, ma si restringe in alto. Il fatto che il pozzo di solito è asciutto dalla fine di maggio fino alle piogge d’autunno fa ritenere che sia alimentato da infiltrazioni di acqua piovana. Altri però credono che sia alimentato anche da una sorgente e perciò si poteva chiamarlo “fonte”.
La Bibbia non dice espressamente che Giacobbe abbia scavato il pozzo. Tuttavia indica che Giacobbe aveva delle proprietà nelle vicinanze. (Gen. 33:18-20; Gios. 24:32; Giov. 4:5) E la samaritana disse a Gesù: “Giacobbe . . . ci diede il pozzo e ne bevve egli stesso insieme ai suoi figli e al suo bestiame”. (Giov. 4:12) Giacobbe probabilmente lo scavò o lo fece scavare, forse per provvedere acqua per tutta la famiglia e il bestiame, onde evitare difficoltà coi vicini, che senza dubbio possedevano già altre fonti d’acqua nella zona. Oppure può aver avuto bisogno di una fonte d’acqua migliore e più continua quando altri pozzi della zona si esaurirono.
[Figura a pagina 560]
Donna che attinge acqua dal Bir Ya‘qub, che si pensa corrisponda alla fonte di Giacobbe. (Il pozzo appare qui come era prima di essere trasformato in un santuario)
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GiacomoAusiliario per capire la Bibbia
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Giacomo
[forma italiana del nome ebraico Giacobbe, che significa colui che afferra il calcagno; soppiantatore].
1. Figlio di Zebedeo; fratello di Giovanni e uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. (Matt. 10:2) Pare che sua madre fosse Salome, come si nota paragonando due descrizioni dello stesso avvenimento, una delle quali menziona “la madre dei figli di Zebedeo”, mentre l’altra la chiama “Salome”. (Matt. 27:55, 56; Mar. 15:40, 41; vedi SALOME n. 1). Un ulteriore confronto con Giovanni 19:25 sembra indicare che Salome era la sorella carnale di Maria, madre di Gesù. In tal caso Giacomo era cugino primo di Gesù.
Giacomo e suo fratello lavoravano col padre in un’impresa di pesca quando, nel 30 E.V., Gesù li invitò, insieme ai pescatori Pietro e Andrea loro soci, a essere suoi discepoli e “pescatori di uomini”. In risposta all’invito di Gesù, Giacomo e Giovanni abbandonarono un’impresa di pesca abbastanza grande da impiegare lavoratori salariati, condotta in società con Pietro e Andrea. — Matt. 4:18-22; Mar. 1:19, 20; Luca 5:7-10.
L’anno dopo, il 31 E.V., quando Gesù scelse come apostoli dodici dei suoi discepoli, Giacomo era fra questi. — Mar. 3:13-19; Luca 6:12-16.
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