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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1978 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
● Qual è il senso di Marco 7:19 dove leggiamo: “Così [Gesù] dichiarò puro ogni cibo”?
In sostanza, vuol dire che non si è spiritualmente contaminati da ciò che si mangia, come ad esempio mangiando cibo con mani che non sono state lavate secondo qualche rito religioso.
Come mostra il contesto di Marco 7:19, i Farisei e gli scribi avevano discusso con Gesù perché i suoi discepoli mangiavano con “mani contaminate, cioè non lavate”, mentre i capi religiosi ‘non mangiavano a meno che non si lavassero le mani fino al gomito’. (Mar. 7:1-3) Giustamente Gesù li smascherò perché osservavano tradizioni umane mentre trascuravano importanti princìpi divini, come quello di aver cura dei genitori. Egli continuò dicendo: “Non v’è nulla al di fuori dell’uomo che passando in lui lo possa contaminare; ma le cose che escono dall’uomo son quelle che lo contaminano”. — Mar. 7:5-15.
Quindi i seguaci di Cristo gli chiesero che cosa voleva dire. Il racconto di Marco prosegue dicendo: “[Gesù] disse loro: . . . ‘Non sapete che nulla che dal di fuori passi nell’uomo lo contamina, giacché non passa nel suo cuore, ma nei suoi intestini e va a finire nella fogna?’ Così dichiarò puro ogni cibo”. — Mar. 7:18, 19.
La costruzione grammaticale dell’ultima parte del versetto 19 è insolita nel greco originale, ma molti traduttori lo hanno inteso come un commento aggiunto dallo scrittore Marco. Ma perché Marco avrebbe aggiunto le parole: “Così dichiarò puro ogni cibo”?
Il commento di Marco sarebbe ragionevolmente in armonia con la situazione storica esistente quando Gesù disse queste parole. A quel tempo era ancora in vigore la legge mosaica, quindi certi cibi, come il maiale, erano “impuri” per i servitori di Dio. E continuò a essere così finché la morte di Gesù non pose fine alla Legge con le sue restrizioni dietetiche sui cibi puri e impuri. — Confronta Levitico capitolo 11; Colossesi 2:13, 14; Atti 10:9-16.
Quindi Marco parlava logicamente del cibo che era “puro” dal punto di vista della legge mosaica allora vigente. I capi religiosi tradizionalisti pensavano di divenire impuri anche mangiando tali cibi se prima non seguivano elaborati riti di purificazione. E cercavano di imporre a tutti i credenti questi riti che non facevano parte della legge di Dio ma che erano tradizioni umane. Così quando Gesù fece notare che il modo di pensare dei capi religiosi era errato, Marco poté giustamente aggiungere un’osservazione sul senso delle parole di Gesù. Sì, il cibo consentito dalla legge mosaica non avrebbe contaminato chi lo mangiava solo perché non si era lavate le mani in modo ritualistico.
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Un insegnante diversoLa Torre di Guardia 1978 | 1° dicembre
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Un insegnante diverso
È DIFFICILE riandare a uno specifico periodo della storia e afferrarne lo “spirito”, cioè i sentimenti e gli atteggiamenti delle persone allora viventi. Per essere aiutati a capire com’era diverso Gesù dagli altri insegnanti del suo giorno, possiamo considerare le vedute dei rabbini. Molti avevano una veduta assai elevata d’Israele e insegnavano che ‘Israele era stato presente nei pensieri di Dio prima della creazione dell’Universo’. Davano anche grande enfasi alla conoscenza delle usanze e si vantavano molto della loro discendenza da Abraamo. L’erudito biblico Edersheim fa notare quanto segue: “L’avversione, non scevra da disprezzo, per tutte le usanze, i pensieri e le compagnie gentili; il culto della lettera della Legge; l’atteggiamento farisaico, l’orgoglio per le proprie origini e ancor più per la propria conoscenza”, tutto contribuiva all’“assoluto antagonismo verso le pretese di un Messia così dissimile da loro e dal loro ideale”.
Questo ci aiuta a capire come anche i non istruiti potevano discernere la differenza tra gli insegnamenti di Gesù e quelli dei rabbini. Matteo, infatti, osserva: “Le folle erano stupite del . . . modo d’insegnare [di Gesù]; poiché insegnava . . . non come i loro scribi”. — Matt. 7:28, 29.
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