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MiracoliAusiliario per capire la Bibbia
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ASPETTI SOPRANNATURALI DI CUI NON ESISTE SPIEGAZIONE LOGICA
Alcuni nemici della Bibbia sostengono che i miracoli in essa descritti hanno una spiegazione scientifica e logica come semplici avvenimenti naturali e che furono solo gli scrittori della Bibbia ad attribuirli all’intervento di Dio. È vero che furono impiegate cose come terremoti (I Sam. 14:15, 16; Matt. 27:51), ma questo di per sé non dimostra che Dio fosse estraneo a tali avvenimenti. Non solo tali cose erano opere potenti in se stesse (per esempio i summenzionati terremoti), ma anche il preciso momento in cui avvennero esclude la possibilità che siano avvenuti per caso.
CREDIBILITÀ DELLA TESTIMONIANZA
La religione cristiana è strettamente legata al miracolo della risurrezione di Gesù Cristo. (I Cor. 15:16-19) Esistono valide prove che ebbe effettivamente luogo, essendoci stati più di cinquecento testimoni oculari del fatto. — I Cor. 15:3-8; Atti 2:32.
Bisogna tener conto anche dei motivi di coloro che accettarono il miracolo della risurrezione di Gesù. Molti sono stati perseguitati e uccisi per le loro convinzioni, religiose, politiche e d’altro genere. Ma i cristiani che hanno così sofferto non ne hanno tratto alcun vantaggio materiale o politico. Anziché acquistare potenza, ricchezza e fama, spesso hanno subito la perdita di tutte queste cose. Hanno predicato la risurrezione di Gesù, ma non hanno fatto ricorso alla violenza per diffondere o sostenere le loro convinzioni. E chi legge i loro discorsi si rende conto che erano persone ragionevoli, non dei fanatici. Cercavano amorevolmente di aiutare i propri simili.
CARATTERISTICHE DEI MIRACOLI BIBLICI
Notevoli caratteristiche dei miracoli biblici sono la loro natura chiara e pubblica, la loro semplicità, il loro obiettivo e motivo. Alcuni furono compiuti in privato o davanti a poche persone (I Re 17:19-24; Mar. 1:29-31; Atti 9:39-41), ma spesso avvenivano in pubblico, davanti a migliaia o anche milioni di osservatori. (Eso. 14:21-31; 19:16-19) Le opere di Gesù erano pubbliche e manifeste, non erano circondate da segreto; egli guariva tutti quelli che venivano a lui, senza addurre il pretesto che alcuni non avevano abbastanza fede. — Matt. 8:16; 9:35; 12:15.
La semplicità contrassegnava sia le guarigioni miracolose che l’autorità esercitata sugli elementi. (Mar. 4:39; 5:25-29; 10:46-52) A differenza delle opere di magia compiute con messa in scena, luci e riti speciali, i miracoli biblici venivano generalmente compiuti senza manifestazioni esteriori, spesso in seguito a un incontro casuale, a una richiesta; e avvenivano nelle pubbliche vie e senza predisposizione. — I Re 13:3-6; Luca 7:11-15; Atti 28:3-6.
Il motivo di colui che compiva il miracolo non era acquistare fama o arricchire qualcuno, ma principalmente glorificare Dio. (Giov. 11:1-4, 15, 40) I miracoli non erano avvolti nel mistero solo per soddisfare la curiosità e per confondere le idee. Aiutavano sempre altri, a volte direttamente in modo fisico e sempre in modo spirituale, avvicinandoli alla vera adorazione. E come “il render testimonianza a Gesù è ciò che ispira la profezia [è lo spirito della profezia]”, così molti miracoli pure indicavano che Gesù era stato mandato da Dio. — Riv. 19:10, vedi anche NW, nota in calce.
I miracoli della Bibbia non riguardavano solo cose animate, ma anche cose inanimate, come calmare il vento e il mare (Matt. 8:24-27), far iniziare o cessare la pioggia (I Re 17:1-7; 18:41-45), trasformare acqua in sangue, o in vino (Eso. 7:19-21; Giov. 2:1-11), ecc. Includevano anche la guarigione dì ogni genere di malattia fisica, come l’incurabile” lebbra (II Re 5:1-14; Luca 17:11-19) e la cecità congenita. (Giov. 9:1-7) La grande varietà dei miracoli attesta che provengono dal Creatore, poiché è logico che solo il Creatore pub influire su tutti i campi dell’esperienza umana e su ogni tipo di materia.
OBIETTIVO DEI MIRACOLI NELLA PRIMITIVA CONGREGAZIONE CRISTIANA
I miracoli raggiunsero molti obiettivi importanti. Soprattutto contribuirono a stabilire o confermare il fatto che un uomo agiva grazie alla potenza e al sostegno di Dio. (Eso. 4:1-9) Sia nel caso di Mosè che in quello di Gesù la gente trasse tale giusta conclusione. (Eso. 4:30, 31; Giov. 9:17, 31-33) Per mezzo di Mosè, Dio aveva promesso un futuro profeta. I miracoli di Gesù aiutarono gli osservatori a riconoscerlo come tale. (Deut. 18:18; Giov. 6:14) Agli inizi del cristianesimo, i miracoli congiuntamente al messaggio aiutarono i singoli a capacitarsi che Dio sosteneva il cristianesimo e aveva abbandonato il precedente sistema di cose giudaico. (Ebr. 2:3, 4) A suo tempo i doni miracolosi presenti nel primo secolo sarebbero cessati. Erano necessari solo durante l’infanzia della congregazione cristiana. — I Cor. 13:8-11.
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Miriam
(Miriam) [forse, ribellione].
Figlia di Amram e di sua moglie Iochebed, entrambi della tribù di Levi; sorella di Mosè e Aaronne. (Num. 26:59; I Cron. 6:1-3) Anche se non è menzionata per nome, era senza dubbio la “sua sorella” che stava a vedere cosa sarebbe successo al piccolo Mosè deposto in un’arca fra i canneti del Nilo. (Eso. 2:3, 4) Scoperto il piccino, la figlia del faraone “provò compassione” per lui e riconobbe che si trattava di “uno dei fanciulli degli Ebrei”; allora Miriam chiese se doveva chiamare una donna ebrea per allattare il bambino. Per ordine della figlia del faraone, “la fanciulla andò e chiamò la madre del piccino” (Iochebed), che ebbe l’incarico di occuparsi di Mosè finché non fosse cresciuto. — Eso. 2:5-10.
DIRIGE IL CANTO DELLE DONNE DI ISRAELE
Anni dopo, avendo assistito al trionfo di Geova sulle forze militari del faraone al Mar Rosso e udendo il cantico di Mosè e degli uomini di Israele, “Miriam, la profetessa”, guidò le donne di Israele suonando gioiosamente il tamburello e danzando. In risposta al cantico diretto da Mosè, Miriam cantò: “Cantate a Geova, poiché si è altamente esaltato. Egli ha lanciato in mare il cavallo e il suo cavaliere”. — Eso. 15:1, 20, 21.
LAMENTELE CONTRO MOSÈ
Mentre gli israeliti erano nel deserto, Miriam e Aaronne cominciarono a parlare contro Mosè a motivo della sua moglie cusita. L’importanza e la fama di cui godeva Mosè presso il popolo potevano aver creato in Miriam e Aaronne il desiderio egoistico di avere più autorità, tanto che continuavano a ripetere: “Ha Geova parlato solo mediante Mosè? Non ha parlato anche mediante noi?” Ma Geova ascoltava e ordinò immediatamente a Mosè, Miriam e Aaronne di recarsi alla tenda di adunanza. Là Dio ricordò ai mormoratori che Mosè loro fratello era Suo servitore, e a lui Dio non parlava indirettamente, ma “a bocca a bocca”. Quindi Geova chiese a Miriam e Aaronne: “Perché, dunque, non avete
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