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Partecipare in modo degnoLa Torre di Guardia 1951 | 1° marzo
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da tutti quelli che ne sono degni, il pasto serale del Signore è terminato. Il comandamento imposto a quelli che appartengono al corpo di Cristo di osservarlo sarà stato osservato. Quello che segue dopo nel corso della nostra riunione non fa più parte del pasto serale del Signore. Così si può continuare in accordo con la solita procedura usata nella chiusura delle nostre altre adunanze, si può, cioè, fare gli annunzi di servizio e disposizioni, cantare un cantico e sciogliere l’adunanza con una preghiera. I discorsi e la preghiera di Gesù con i suoi discepoli riportati da Giovanni, capitoli 14 fino a 17, non facevano parte del pasto serale del Signore, ma venivano in seguito. Quello che egli disse allora agli apostoli e innalzò in preghiera era dettato dall’urgenza della situazione e dalla opportunità di averli tutti insieme riuniti per l’ultima volta prima d’esser tradito e messo a morte. Ci è pure narrato: “In fine, dopo aver cantato lodi, andarono fuori verso il monte degli Ulivi,” e questo canto di salmi era una consuetudine del tempo della pasqua. (Mar. 14:26, NM) Pertanto il fatto di aver celebrato il Memoriale non impedisce che dopo il pasto serale del Signore seguano queste caratteristiche delle nostre altre adunanze.
17. Quale sforzo è raccomandato come degno sèguito al Memoriale quest’anno a tutti i frequentatori?
17 L’anno scorso alle celebrazioni del Memoriale in tutta la terra 511.203 persone furono presenti alle adunanze sebbene soltanto 22.723 partecipassero. Abbiamo buon motivo di attendere che anche quest’anno più di mezzo milione di persone rispetteranno questa celebrazione del Memoriale con la loro presenza. Dato che ci avviciniamo al nostro totale esodo da questo mondo per entrare nel nuovo mondo, noi consigliamo a tutti i proclamatori attivi del Regno d’impegnarsi ad aiutare questa folla di mezzo milione di frequentatori a uscire nel servizio di campo in questa prossima fine di settimana del 23 marzo 1951. Così li aiuterete a prender parte alla testimonianza finale prima che abbia luogo la fine completa di questo vecchio mondo. Quale degno sèguito sarebbe questo al pasto serale del Signore quest’anno, in questo tempo della pazienza di Dio verso di noi tutti per la nostra salvezza! — 2 Piet. 3:15.
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Attività dei testimoni di Geova in ItaliaLa Torre di Guardia 1951 | 1° marzo
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Attività dei testimoni di Geova in Italia
RAPPORTO TRATTO DALL’ANNUARIO (INGLESE) DEL 1951
Mentre il papa annunzia che un “anno santo” viene celebrato a Roma durante il 1950, i testimoni di Geova progrediscono costantemente nel paese d’Italia, rendendo santa devozione a Geova Dio e operando per gli interessi del suo santo regno. Malgrado gli ostacoli e i problemi che incontrano qui i ministri di Dio, tutti sono stati in grado di fare un eccellente progresso durante l’anno di servizio. Una delle difficoltà che avrebbe potuto far ritardare l’opera in Italia è stato lo sforzo compiuto per mandare via da questo paese i diplomati di Galaad. Ma per grazia del Signore siamo riusciti a farli ritornare affinché continuino la loro opera di testimonianza.
I giornali hanno fatto buona pubblicità alla predicazione dell’evangelo in Italia, ma più importante di questo sono state le nuove pubblicazioni fornite dalla Società per l’edificazione dei fratelli, compreso l’opuscolo Consigli sull’organizzazione teocratica, ch’è risultato di grande aiuto ai gruppi. Il lavoro in Italia è stato favorito con un aumento del 69 per cento; quindi ora vi sono 1.211 proclamatori, il massimo dell’anno di servizio 1950. Il servitore di Filiale ha fatto un interessante rapporto, parti del quale sono riportate qui.
Anche prima che i ventotto missionari fossero arrivati in Italia nel marzo 1949 l’ufficio aveva fatto regolare domanda richiedendo il visto per un anno per tutti loro. Dapprima i funzionari fecero capire che il Governo guardava la questione da un punto di vista economico e la situazione sembrava quindi rassicurante per i nostri missionari. Dopo sei mesi ricevemmo improvvisamente una comunicazione dal Ministero degli Interni che ordinava ai nostri fratelli di lasciare il paese per la fine del mese, in meno di una settimana di tempo. Naturalmente, noi rifiutammo di accettare questo ordine senza una battaglia legale e ogni sforzo possibile fu compiuto per giungere al fondo della questione affin di appurare chi era responsabile di questo colpo sleale. Parlando con persone che lavoravano al Ministero sapemmo che i nostri schedari non mostravano nessun ricorso della polizia o di altre autorità e che, perciò, solo qualche “pezzo grosso” poteva esser responsabile. Chi poteva essere egli? Un amico del Ministero c’informò che l’azione contro i nostri missionari era assai strana poiché l’atteggiamento del Governo era molto tollerante e favorevole verso i cittadini americani.
Forse l’Ambasciata poteva essere d’aiuto. Visite personali all’Ambasciata e numerosi colloqui col segretario dell’Ambasciatore risultarono tutti inutili. Era più che evidente, come ammisero anche diplomatici americani, che qualcuno che esercitava molto potere nel Governo Italiano non voleva che i missionari della Watch Tower predicassero in Italia. Contro questo forte potere i diplomatici americani semplicemente scrollarono le loro spalle e dissero: “Ebbene, voi lo sapete, la Chiesa Cattolica è la Religione di Stato qui e praticamente essi fanno quello che loro piace”.
Da settembre a dicembre ritardammo l’azione del Ministero contro i missionari. Infine, fu stabilito un limite; i missionari dovevano essere fuori del paese per il 31 dicembre. Non c’era da fare altro che osservare questi ordini. Inviammo i missionari nella parte della Svizzera dove si parla l’italiano. Dopo pochi mesi l’intero gruppo tornò in Italia, predicando di nuovo. Questa volta
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