Guarigione divina per la vita perfetta
“Egli guarisce tutte le tue infermità, salva la tua vita dalla morte”. — Sal. 108:3, 4, Mo.
1. Che cosa pone oggi un problema per la scienza medica, ma non per Dio?
GEOVA Dio, senza l’aiuto degli scienziati elettronici di oggi, può formare un mondo sano. Più la scienza medica si vanta di progredire nella lotta contro la malattia, più malattie e complicazioni incontra o sembra che si crei. Nelle nazioni riputate d’essere le più civili le perniciose malattie si spandono e annualmente prendono un tremendo pedaggio. Il segno della fine di questo sistema di cose è pure apparso come adempimento della profezia di Gesù Cristo. Vediamo “in un luogo dopo l’altro pestilenze” e “penurie di viveri” che conducono alla denutrizione e aprono così la via a malattie e infermità. (Luca 21:7, 11, NM; Matt. 24:3, 7) Questo pone un insolubile problema all’uomo, ma non a Geova Dio l’Onnipotente. Senza sgomentarsi egli procede all’esecuzione della sua promessa di creare un nuovo mondo senza infermità, nel quale l’ubbidiente genere umano godrà una vita perfetta per sempre.
2. Che cosa portò la cattiva salute e la morte? Che cosa mostra questo?
2 Fu un mondo del tutto sano quello che Iddio stabilì nell’Eden con Adamo ed Eva e il loro “cherubino dalle ali distese”. Che fu, dunque, a produrre queste cose chiamate malattie, infermità e in fine la morte? Fu la violazione dell’inflessibile legge di Dio! Nessuna creatura può pervertire la Sua legge e aspettarsi di conservare la salute. Con questo non intendiamo parlare solo della legge fisica della natura ma anche di quella morale, anzi principalmente di questa.
3, 4. Come mostra il trattamento e il patto di Geova con Israele la relazione fra l’osservanza della legge e il mantenersi in salute?
3 Geova Dio fece venire terribili piaghe sul paese dell’oppressore allo scopo di liberare il suo popolo eletto dalla potenza militare d’Egitto. Quindi, nel libero deserto, per mostrare ciò che poteva fare per la salute nazionale, egli risanò le acque imbevibili per il suo liberato popolo e disse: “Se tu ascolti attentamente la voce dell’Eterno [Geova], ch’è il tuo Dio, e fai ciò ch’è giusto agli occhi suoi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandate addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco”. (Eso. 15:22-26) Nei suoi propri saggi termini egli fermò un patto o accordo con la nazione d’Israele, richiedendo da loro rigorosa ubbidienza ma promettendo eccezionali benedizioni. Non solo diede loro le leggi più sanitarie e salutari ma anche comandamenti relativi alla loro condotta morale verso Dio, gli uomini e gli animali.
4 Per premunirli contro l’idea che avrebbero potuto pervertire la sua legge senza soffrirne le inevitabili conseguenze, egli disse loro: “Geova ti colpirà con i foruncoli d’Egitto, e con le emorroidi [o tumori] e con lo scorbuto, e col prurito, dei quali non puoi guarire. Geova ti colpirà nelle ginocchia, e nelle gambe, con un foruncolo maligno, del quale non puoi guarire, dalla pianta dei piedi alla sommità del capo. Se non osservi tutte le parole di questa legge che sono scritte in questo libro, onde tu tema questo nome glorioso e tremendo, GEOVA tuo Dio; Geova renderà sorprendenti le tue piaghe, e le piaghe della tua progenie, piaghe grandi, e di lunga durata, e di maligne malattie, e di lunga durata. Ed egli porterà su di te ancora tutte le infermità dell’Egitto, delle quali tu avesti paura; ed esse ti si attaccheranno. Inoltre ogni malattia, e ogni piaga che non è scritta nel libro di questa legge, esse Geova porterà sopra di te, finché tu sia distrutto”. (Deut. 28:27, 35, 58-61, SA, margine) Quindi vi è una relazione fra l’osservanza delle leggi del Creatore e la nostra salute e il nostro benessere. Il sano, libero nuovo mondo sarà formato da felici creature che osserveranno perfettamente le leggi del loro Fattore.
5, 6. Quali fatti relativi a lui e al suo Figlio sostengono la conoscenza e il potere di Geova di guarire?
5 Geova disse al suo cooperatore, il suo unigenito Figlio che divenne il Messia giudeo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”. (Gen. 1:26) Perciò Geova il Creatore e il suo Figlio Cristo Gesù conoscono tutto ciò che riguarda il sistema umano, la loro comune creazione. Sapevano come farlo funzionare perfettamente al principio. Sanno che cosa lo ha messo in disordine fino a questo giorno. Sanno che cosa fare per liberarlo da ogni perturbamento e rimetterlo di nuovo in perfetto ordine. Questa conoscenza essi dimostreranno pienamente nel giusto nuovo mondo ora così vicino. Ciò non ostante Geova si è rivelato, in tutta la storia umana, da quando l’uomo cadde nella malattia e nella morte, come il divino Guaritore. Egli manifestò in modo speciale il suo potere di guarire mediante il suo diletto Figlio quando fu sulla terra come “l’uomo Cristo Gesù”.
6 Nei giorni in cui Gesù era sulla terra vi erano molte sofferenze fisiche fra i Giudei della Palestina, e infatti leggiamo: “Gesù viaggiava per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona notizia del regno e sanando ogni specie di malattie e ogni specie d’infermità”. (Matt. 9:35, NM) Era lo spirito o forza attiva di Dio operante per mezzo di Gesù che compiva questo. L’apostolo Pietro testifica questo fatto, dicendo: “Gesù che era di Nazaret, come Iddio lo ha unto di spirito santo e di potenza, ed egli ha percorso il paese facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano oppressi dal Diavolo, perché Iddio era con lui”. (Atti 10:37, 38, NM) Nessuna afflizione fisica di altri poteva resistere alla sua cura, neppure la morte. Sono narrati dei casi nei quali egli ridestò anche i morti, tanto che poté dire, come prova che era il Messia o Cristo: “I morti sono risuscitati, e ai poveri è annunziata la buona notizia”. — Matt. 11:5, NM.
GUARIGIONI FISICHE SOSPESE PER PARECCHI SECOLI
7. Riservò Gesù il potere di guarigione a se stesso? Quali sono i fatti?
7 Gesù trasmise questo potere ad alcuni dei suoi discepoli. Leggiamo: “Così egli chiamò a sé i suoi dodici discepoli e diede loro autorità sugli spiriti immondi, affinché li cacciassero e guarissero ogni specie di malattie e ogni specie d’infermità. Questi dodici Gesù li mandò, dando loro questi ordini: ‘. . . Guarite malati, risuscitate persone morte, purificate lebbrosi, cacciate demoni. Avete ricevuto gratuitamente, gratuitamente date”.’ (Matt. 10:1, 5-8, NM) Quando più tardi mandò altri settanta discepoli, diede loro istruzioni simili: “Guarite i malati che saranno in essa, e dite loro: ‘Il regno di Dio si è avvicinato a voi’”. (Luca 9:1-6; 10:1-10, NM) Dopo che Gesù tornò al cielo, i suoi apostoli continuarono ad avere questo potere di guarigione. Infatti, cominciando dalla festa di Pentecoste, il glorificato Gesù sparse lo spirito santo di Dio su tutti i suoi devoti seguaci, e ad alcuni di loro conferì il dono del potere di guarire e anche di destare i morti. (Atti 2:1-18; 5:16) L’ultima guarigione fisica mediante il potere dello spirito di Dio che fu riportata nelle Scritture ispirate è quella avvenuta intorno all’anno 59 d.C. nell’isola di Malta, dove l’apostolo Paolo pregò, impose le mani ad un uomo e lo guarì da febbre e dissenteria. — Atti 28:7, 8.
8. Chi oggi insiste sulle guarigioni divine? Quali domande suscita questo?
8 Oggi, dopo diciannove secoli, vi sono dei religionisti nella Cristianità che praticano ciò ch’essi chiamano “divina guarigione”. Vi è un certo numero di sette religiose che vi insistono. I loro membri rifiutano con ostentazione di prendere qualsiasi medicina e affermano di volersi solo affidare alla Preghiera, al digiuno e alla concentrazione mentale. Taluni evangelici procurano che la loro pubblicità sia resa attraente per il pubblico includendo nell’annunzio che sono fatti “miracoli mediante la potenza di Dio” e “preghiere per i malati”. Apparentemente avvengono miracolose guarigioni in pubbliche adunanze di guarigioni che stupiscono quelli che assistono. È questa una “guarigione divina” e viene essa compiuta mediante il dono dello spirito santo? Si afferma questo, ma è vero? E dobbiamo noi rigettare tutti i benefici della scienza medica moderna cercando la guarigione mediante la miracolosa potenza di Dio? Vuol dire rigettare la fede cristiana il far uso delle medicine e il farsi operare?
9. Quale importante fatto ci aiuta a rispondere a queste domande? Che cosa lo dimostra?
9 Un notevole fatto ci aiuta a rispondere a queste domande, ed è il seguente: la guarigione fisica divina fu una caratteristica della prima presenza di Cristo e dell’infanzia della sua congregazione, ma doveva scomparire con la morte dei suoi apostoli e i loro collaboratori. L’autorità di guarire fu uno dei doni dello spirito che, dalla Pentecoste in poi, fu concesso solo mediante gli apostoli o in loro presenza. Nessuno di noi manchi di vedere ciò che poté vedere il mago Simone di Samaria, cioè che “per l’imposizione delle mani dell’apostolo era dato lo spirito”, tanto che Simone era stato così scaltro da offrire a Pietro del denaro per comprare da lui questo potere apostolico, ma gli fu rifiutato con indignazione. (Atti 8:17, 18, NM) Fu pure alla presenza dell’apostolo, mentre stava predicando al centurione Cornelio e alla sua casa, che, senza che Pietro imponesse le mani a questi Gentili, “lo spirito santo cadde su tutti quelli che udivano la parola” ed essi cominciarono a “parlare in lingue e glorificare Iddio”. (Atti 10:44-46, NM) Per lo stesso motivo fu quando per la prima volta i dodici uomini di Efeso ascoltarono l’apostolo Paolo e furono nuovamente battezzati, questa volta nel nome del Signor Gesù, e “Paolo impose su di loro le sue mani”, che “lo spirito santo scese su loro, ed essi cominciarono a parlare in lingue e a profetizzare”. — Atti 19:1-7, NM.
10. Perché è inutile pregare ora per ricevere guarigione o potere di guarigione?
10 Quelli che ricevevano il dono di guarire miracolosamente per mezzo o in presenza degli apostoli non potevano impartire lo spirito ad altri. Per cui non potevano passare ad altri il dono di guarire. Di conseguenza quando gli apostoli e quelli associati con loro morirono, il dono spirituale di guarire miracolosamente le persone da mali fisici cessò d’essere impartito o esercitato. Sono trascorsi diciannove secoli dai giorni degli apostoli ad oggi. Questa è una grandissima distanza fra noi e gli apostoli mediante i quali i doni di guarigione erano impartiti. Cosicché data l’assenza fisica di Gesù e dei suoi apostoli è inutile che un Cristiano preghi di ottenere il dono di guarire altri e ch’egli stesso sia miracolosamente guarito.
11. Fu preannunziato il tramonto del dono di guarigione? Dove? Come?
11 No, noi non diciamo che il dono dello spirito santo di Dio non sia stato sparso sul rimanente della fedele congregazione di Cristo in questi ultimi giorni. Noi intendiamo dire semplicemente che questo speciale dono miracoloso non è stato conferito con esso. Ma il “frutto dello spirito”, che è amore, non ha mancato di apparire. Esso abbonda nella vera congregazione cristiana del giorno presente. Paolo disse chiaramente che l’amore sarebbe rimasto dopo che i miracolosi doni dello spirito sarebbero tramontati. Egli scrisse: “L’amore non viene mai meno. Ma se ci sono doni di profetizzare, verranno aboliti; se ci sono lingue, esse cesseranno; se c’è conoscenza, essa verrà abolita”. Il dono di guarigioni miracolose contrassegnò l’infanzia della congregazione cristiana perché edificasse la sua fede e la facesse identificare come il popolo eletto di Dio d’allora in poi. Ma oggi che è pervenuta alla virilità o maturità dopo questi diciannove secoli di esperienza cristiana, il vero rimanente di seguaci di Cristo non esercita quel dono. “Quando ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino; ma ora che sono diventato un uomo, ho eliminato i tratti del bambino”. (1 Cor. 13:8-11, NM) Oggi noi Cristiani abbiamo qualche cosa di più grande e vasto della guarigione fisica, e questo ora spiegheremo.
12, 13. (a) Perché non si può argomentare che il dono di guarigione divina è un requisito necessario? (b) Che cosa dimostra che gli attuali guaritori divini sono fraudolenti?
12 I sostenitori delle divine guarigioni fisiche in questi “ultimi giorni” insisteranno che se non possediamo e non adoperiamo questo potere miracoloso ciò dimostra che non siamo la vera organizzazione di Dio. Ma noi chiediamo: dovevano tutti i Cristiani che ricevevano lo spirito santo esser dotati del dono di guarigione miracolosa? o di lingue miracolose? o delle traduzioni miracolose di lingue? No; come non tutti i Cristiani dovettero essere apostoli, o preannunziatori di avvenimenti futuri, o operatori di miracoli. “Tutti sono forse apostoli? Sono forse tutti profeti? Sono forse tutti maestri? Fanno tutti opere potenti? Hanno forse tutti il dono di guarigioni? Parlano tutti in altre lingue? Sono tutti traduttori? Ma cercate tutti di ottenere i doni maggiori. E ancora vi mostro una via più eccellente. Se io parlo nelle lingue degli uomini e degli angeli ma non ho amore, io sono un pezzo di rame risonante o uno squillante cembalo”. (1 Cor. 12:29 fino a 13:1, NM) Molti sono i cosiddetti “guaritori” tanto nel paganesimo quanto nella Cristianità. Eppure quale mancanza d’amore manifestano essi tutti in quanto bramano compensi finanziari, fama, notorietà, preminenza, ed egoistico potere sopra il popolo! Per cui non sono nulla al cospetto di Dio, malgrado tutte le loro opere portentose.
13 Questi guaritori fanno il loro lavoro, non per sostenere la verità divina, ma per perpetuare menzogne religiose. In apparenza essi guariscono mali fisici, ma mancano d’impartire la più vitale guarigione che è spirituale, che conduce alla vita nel nuovo mondo. Essi liberano le persone dal potere dell’infermità corporale, ma non le affrancano dal potere del Diavolo e della sua organizzazione, questo mondo. Misurate a questi fatti, le loro opere di guarigione non sono manifestazioni dello spirito di Dio.
14. Che cosa mostra che il dono di guarigione non fu la principale manifestazione dello spirito?
14 Invece di mettere in notevole risalto le cure miracolose, notate dove la Parola di Dio le mette nell’elenco: non al primo posto, ma al quinto. Contiamo: “Dio ha collocato rispettivamente nella congregazione, prima, gli apostoli; in secondo luogo, i profeti; in terzo luogo, i maestri; poi le opere potenti; poi i doni di guarigione”. (1 Cor. 12:28-30, NM) Inoltre, quando Geova Dio preannunziò che avrebbe sparso il suo spirito sopra ogni specie di carne, egli non mise il dono di guarigione al primo posto per dimostrare che questo spirito era sceso sul suo popolo. Egli disse: “Io spanderò del mio spirito sopra ogni specie di carne, e i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno e i vostri giovani vedranno delle visioni e i vostri vecchi sogneranno dei sogni, e anche sui miei schiavi e sulle mie schiave io spanderò del mio spirito in quei giorni, ed essi profetizzeranno. . . . E allora chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato”. (Atti 2:16-21, NM; Gioele 2:28-32) Profetizzare, o predicare la Parola della profezia di Geova! Questa è la cosa principale nella dimostrazione dello spargimento del Suo spirito sopra ogni carne che è dedicata a lui come suoi testimoni e schiavi. Questo profetizzare della verità divina compie assai più delle semplici guarigioni fisiche.
15. Come l’ordine d’addio di Gesù sostiene questo? Perché Marco 16:9-20 non contraddice questo?
15 Infatti quando Gesù, mentre stava per ascendere al cielo, affidò la sua missione d’addio ai suoi seguaci, non diede maggior risalto al dono di guarigione che viene messo al quinto posto. Egli mise in rilievo la predicazione, la testimonianza e l’ammaestramento. Si legga le sue parole a questo proposito in Matteo 28:19, 20; Luca 24:46-48; Atti 1:6-9. Questo fatto non è contraddetto dalle parole che si leggono nella Versione di Diodati, nella Versione di Martini e in altre vecchie versioni della Bibbia in Marco 16:17, 18: “Or questi segni accompagneranno coloro che avranno creduto: Cacceranno i demoni nel mio nome; parleranno nuovi linguaggi; torranno via i serpenti; e avvegnaché abbiano bevuta alcuna cosa mortifera, quella non farà lor alcun nocimento; metteranno le mani sopra gl’infermi, ed essi staranno bene”. (Di) Queste parole, infatti, tutti i versetti da Marco 16:9-20, non si trovano nei più antichi e autorevoli manoscritti greci. Perciò sono segnati come spurii. Le migliori traduzioni moderne della Bibbia li considerano tali, oppure li eliminano del tutto. Anche la Versione Riveduta, in una nota in margine è costretta ad ammettere che “i due più antichi Mss. non contengono i vers. 9-20 di Marco 16. Perciò le incontestabili parole ispirate dell’apostolo Paolo in 1 Corinzi 12:28 fino a 13:11 sopra citate, pongono un limite allo spazio e al tempo in cui queste parole aggiunte dell’evangelo di Marco possano applicarsi. Esse non si possono applicare dopo la morte degli apostoli e dei loro conservi.
NON PRECLUSI I METODI NATURALI DI CURA
16. È cristiano ricorrere alla guarigione divina per il proprio beneficio?
16 In questi giorni di grande progresso medico quelli che sostengono la dottrina delle divine guarigioni fisiche insistono di ricorrere ad esse, per beneficio egoistico, piuttosto che ricorrere agli ordinari metodi di cura che sono disponibili oggi. Essi pretendono che questa sia una prova della loro fede in Dio e della loro fiducia in lui. Ma tale egoistico ricorso alla guarigione divina non è approvato da Gesù Cristo e dai suoi apostoli. Non v’è dubbio che questi uomini esercitarono veramente il dono di miracolose guarigioni mediante lo spirito di Dio. Esercitarono essi questa potenza miracolosa per il loro proprio beneficio fisico? Mai! Alla fine del suo digiuno di 40 giorni Gesù non soddisfece la sua estrema fame mutando delle pietre in pagnotte di pane. Il suggerimento di servirsi del suo potere in tale modo egoistico venne da Satana il Diavolo, non da Dio. Quando Gesù si stancava per il lungo cammino, sedeva per riposarsi, come fece presso la fonte di Samaria. Quando aveva sonno, dormiva per ricuperare le forze, come fece sul guanciale a poppa del battello mentre attraversava il Mare di Galilea. Quando i suoi apostoli tornarono dal faticoso giro missionario e gli fecero il loro rapporto, egli prese in considerazione il loro stato fisico e nervoso e li invitò a ritirarsi con lui in un luogo isolato per ‘riposarsi un po’. (Giov. 4:6; Mar. 4:38; Luca 8:23; Mar. 6:30-32) Cosicché Gesù non ricorse ai miracoli per il profitto proprio e dei suoi discepoli.
17, 18. Perché Gesù non seguì il proverbio dei Nazareni: “Medico, cura te stesso”?
17 Sotto questo rispetto Gesù non seguì l’adagio: “Medico cura te stesso”. Nella città di Nazaret, mentre predicava ai suoi vecchi conterranei nella loro sinagoga, egli disse: “Senza dubbio voi applicherete a me questa illustrazione: ‘Medico, cura te stesso’; le cose che udimmo d’essere accadute a Capernaum falle anche qui nel tuo territorio natìo”. Con questo i suoi vecchi paesani intendevano ch’egli avrebbe dovuto praticare i suoi miracolosi poteri verso i suoi ex vicini, il popolo del paese dove era stato allevato, come per dire: la cura comincia in casa, a beneficio dei tuoi prima. “Ma egli disse: ‘Con certezza vi dico che nessun profeta è accettato nel suo territorio natìo. Per esempio, io vi dico in verità: C’erano molte vedove in Israele ai giorni d’Elia, quando il cielo fu serrato per tre anni e sei mesi, cosicché vi fu una gran carestia in tutto il paese, eppure Elia non fu mandato a nessuna di quelle donne, ma solo a Sarepta nel paese di Sidone a una vedova. Vi erano pure molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, eppure nessuno di essi fu guarito, ma solo Naaman il Siro”. Gesù cercò di fare appello ai suoi concittadini per mezzo della sua predicazione piuttosto che col sollievo miracoloso dall’infermità. Se avesse seguito la loro idea: “Medico, cura te stesso,” non sarebbe stato cacciato da loro fuori della città e minacciato di lapidazione. — Luca 4:16-30.
18 Perciò Matteo 13:58 ci dice: “Non fece quivi molte opere potenti a motivo della loro mancanza di fede”. (NM) Egli compì i suoi miracoli di guarigioni su estranei, come aveva fatto l’antico profeta Elia. Egli sapeva che i poteri di guarigione non erano per il beneficio personale, ma per un segno agli estranei, come il dono di lingue: “Le lingue sono per un segno, non ai credenti, ma agl’increduli; mentre, la profezia [predicazione] è, non per gl’increduli, ma per i credenti”. (1 Cor. 14:22, NM) Colui che riceveva il dono di guarigione divina non doveva essere un guaritore di se stesso.
19, 20. Che cosa mostra la condotta di Eliseo riguardo alla propria cura e alla paga per i miracoli di guarigione?
19 Se la persona con un tale dono avesse dovuto adoperare questo potere egoisticamente, per conservarsi sempre, in salute, allora, salvo accidenti o persecuzioni, quando avrebbe egli deciso di morire o di accettare la morte? Il profeta Eliseo successe ad Elia, ed Eliseo fu adoperato per risuscitare alla vita un fanciullo morto e risanare il forestiero, Naaman, dalla sua lebbra, e per fare altri miracoli. Ma guarì egli se stesso o pregò d’esser miracolosamente guarito? La fedele narrazione ci dice: “Or Eliseo cadde malato di quella malattia che lo dovea condurre alla morte; e Joas, re d’Israele, scese a trovarlo, pianse su lui”. Sul suo letto di morte Eliseo adoperò il suo potere profetico a favore del re Joas, ma non cercò il miracoloso risanamento per sé. “Eliseo morì e fu sepolto”. Che cosa accadde allora? “Avvenne, mentre certuni stavano seppellendo un morto, che scorsero una di quelle bande, e gettarono il morto nel sepolcro d’Eliseo. Il morto, non appena ebbe toccato le ossa d’Eliseo, risuscitò, e si levò in piedi”. — 2 Re 13:14-21.
20 Questi fatti confermano che il potere di guarigione doveva essere adoperato per altri, non per beneficio personale di colui che guariva. Né colui che guariva doveva arricchirsi con queste pratiche e accettar paga in denaro o compensi materiali per i suoi miracoli. Eliseo rifiutò una rimunerazione da Naaman per averlo guarito della sua piaga ma diede la gloria a Dio. Anzi quando il suo servo Ghehazi tentò con astuzia di farsi dare la ricompensa offerta, mal servendosi del nome di Eliseo, egli fu colpito della malattia della quale era stato guarito Naaman. (2 Re 5:1-27) Quelli che hanno la pretesa di praticare la guarigione e che accettano paga o compenso o raccolgono denaro si rendono impuri dinanzi a Dio. Gesù istruì i suoi apostoli che avevano questo dono: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
21, 22. Che cosa mostrano i casi di Eutico, Epafrodito e Trofimo?
21 Prendete per ulteriore illustrazione l’apostolo Paolo. Una volta egli predicò fino alla mezzanotte e Eutico da una finestra, addormentatosi, cadde dal terzo piano e fu raccolto morto. Paolo si liberò da ogni biasimo ridando a Eutico la vita. Quello fu un miracolo d’emergenza verso un membro della congregazione al quale era accaduta una disgrazia. — Atti 20:7-12.
22 Ma che cosa ne era del risanamento degli altri membri della congregazione? Li era pure Epafrodito di Filippi, intorno al quale Paolo scrive: “Egli si ammalò quasi fino al punto di morte; ma Iddio ebbe pietà di lui, infatti, non soltanto di lui, ma anche di me, perché io non avessi tristezza sopra tristezza. . . . a causa dell’opera del Signore egli era giunto molto vicino alla morte, esponendo la sua anima al pericolo, onde supplisse alla vostra assenza per rendermi privato servizio”. (Filip. 2:25-30, NM) Ma qui non vi è traccia di supposizione che Paolo abbia compiuto una guarigione divina per salvare Epafrodito dalla morte. Né impedì ch’egli si avvicinasse alle porte della morte, benché questo conservo fosse di grande aiuto per Paolo. Ma Iddio aveva benedetto i mezzi adoperati per rimetterlo in salute e così Iddio ebbe pietà di quel fratello malato. A proposito, se Epafrodito non avesse dovuto dormire nella morte ma fosse dovuto andare immediatamente in cielo dopo morto, sarebbe stato il conservarlo ancora nella vita terrena un atto di misericordia per lui? Oltre a lui, vi fu Trofimo. Nell’ultima lettera di Paolo prima della sua morte a Roma egli scrive per dire a Timoteo: “Trofimo l’ho lasciato infermo a Mileto”. (2 Tim. 4:20) Perché, ora, il dotato Paolo lasciò Trofimo infermo, e perché Trofimo non ebbe chiesto a Paolo di far uso del suo dono dello spirito per risanarlo? Perché il potere miracoloso non dev’essere adoperato per nostra convenienza personale o per il sollievo dei devoti Cristiani della congregazione.
23. Adoperò Paolo o raccomandò la guarigione divina per Timoteo?
23 C’era un altro compagno e collaboratore di Paolo che era afflitto da un’infermità cronica, Timoteo. Egli aveva disturbi di stomaco e frequenti periodi di malattia. Adoperò Paolo il suo dono su lui e lo liberò forse dalla sua infermità in modo definitivo? Oppure disse: “Timoteo, esercita la fede e prega che Dio intervenga e ti metta in migliore condizione fisica per il ministero della buona notizia”? Ascoltate la prescrizione che Paolo fece a Timoteo: “Non bere più acqua, ma adopera un poco di vino a causa del tuo stomaco e dei tuoi frequenti casi di malattia”. (1 Tim. 5:23, NM) Timoteo avrebbe potuto astenersi del tutto dagli alcoolici; non lo sappiamo con certezza. Ma allora l’acqua potabile poteva essere cattiva e così contribuire a rendere Timoteo infermo. Paolo gli disse di fare ciò che era ragionevole; no, non gli disse di andare in una farmacia e procurarsi uno speciale vino medicinale per disordini organici (come affermano i proibizionisti), ma semplicemente “prendi un poco di vino”, senza specificare di quale specie.
24. Che cosa comprova il fatto che Luca accompagnava Paolo?
24 Paolo stesso non era perfettamente in buona salute secondo i suggerimenti delle Scritture. Luca descrive che egli accompagnò Paolo nei suoi viaggi da Troas, in Asia Minore, in poi. E qual era la professione di questo Luca? Paolo ce lo dice con le seguenti parole: ‘Il diletto medico Luca vi manda i suoi saluti”. (Col. 4:14, NM) Luca era un medico, non in senso spirituale, ma in senso medico, fisico. Si può ragionevolmente dedurre che Paolo lo abbia avuto seco per i servizi medici che poteva rendere sia a lui che ad altri missionari. Se i veri Cristiani avessero avuto l’obbligo di limitarsi alle cure della fede e alle guarigioni divine, sarebbe stato inconsistente per Luca come Cristiano di esercitare la sua professione, specialmente verso i suoi compagni di servizio.
25. Dal fatti citati sopra, che cosa concludiamo che potremmo e non potremmo fare?
25 Da questi fatti scritturali possiamo con ragione concludere che, quando cadiamo malati o siamo colpiti da qualche infermità a causa degli anni, possiamo ricorrere a qualche metodo naturale di cura, o a qualche rimedio medico. Possiamo ricorrere a medici di qualunque scuola che ci sembri la migliore. Possiamo andare in un sanatorio o in un ospedale o subire un’operazione chirurgica. Questi metodi di cura non sono vietati ai Cristiani di fede. Non dobbiamo rimandare la cura appropriata ricorrendo alla preghiera ed aspettando una miracolosa guarigione divina. Sarebbe erroneo pregare ed aspettare una risposta a tale preghiera. Perché? Prima di tutto, perché queste guarigioni non sono per i credenti stessi e, secondariamente, perché questo dono di guarigione mediante lo spirito santo è tramontato. Affidarsi alla guarigione per fede costituirebbe per noi un danno spirituale, perché questi fanno la loro professione, non con la potenza dello spirito di Dio, ma con la potenza del Seduttore. I loro insegnamenti e le loro opere lo dimostrano. Se capissero le Scritture non sarebbero in tale commercio.