Parabola del seminatore
1. Come presenta Matteo la parabola del Seminatore?
LA PARABOLA del seminatore è nei racconti evangelici dei discepoli Matteo, Marco e Luca. La storia secondo Matteo di Gesù Cristo la presenta così: “In quel giorno Gesù uscito di casa, sedeva vicino al mare; e numerose folle si radunarono intorno a lui, tanto che egli salì su una barca e si pose a sedere, e tutta la folla era sulla spiaggia. Quindi egli raccontò loro molte cose mediante illustrazioni, dicendo: ‘Ecco! un seminatore uscì a seminare; e mentre seminava, dei semi caddero lungo la strada, e vennero gli uccelli e li mangiarono. Altri caddero in luoghi rocciosi dove non avevano molta terra, e subito germogliarono perché non avevano terreno profondo. Ma quando si levò il sole essi furono riarsi, e non avendo radice seccarono. Altri caddero fra le spine, e le spine crebbero e li soffocarono. Altri ancora caddero su terreno buono e cominciarono a portar frutto, dando uno il cento, uno il sessanta, e uno il trenta. Chi ha orecchi ascolti.’” — Matt. 13:1-9, NM.
2. Quando e come fu quindi seminato del seme, e che cosa illustra la parabola del Seminatore?
2 Nella terra natìa di Gesù la stagione della semina comincia a ottobre. Intorno al primo di questo mese Gesù nacque a Betleem e fu battezzato trent’anni dopo nel fiume Giordano. La seconda metà d’ottobre cominciano le piogge invernali, ma non sono così continue da impedire agli agricoltori di seminare per la raccolta dell’anno seguente. La stagione della semina continua durante questo periodo piovoso fino alla fine di febbraio. Prima del principio di gennaio era seminato il grano, e l’orzo veniva seminato dopo il primo di gennaio. Ma l’orzo maturava prima, per il tempo della Pasqua. Il grano veniva raccolto dopo la festa delle settimane, o Pentecoste, circa cinquanta giorni dopo. Il seminatore di quei giorni teneva il cesto pieno di seme con la sua mano sinistra. Con la sua destra spargeva il seme, gettandolo lungo i solchi della sua terra arata. (Sal. 126:5, 6; Amos 9:13) L’illustrazione del seminatore fu fatta da Gesù, non per illustrare la generale raccolta cristiana al “tempo della fine” del mondo, ma la fruttuosità dei suoi fedeli seguaci e l’infruttuosità di altri che sentono la notizia del Regno in questa cosiddetta “èra cristiana”. La classe fruttuosa guadagna la vita nel nuovo mondo; la classe infruttuosa non riceve tale ricompensa. Ora vediamo il perché.
3, 4. Chi è il seminatore? Che cos’è il seme?
3 L’adempimento della parabola ebbe il suo inizio con Gesù Cristo, che meritò il titolo di “Figlio dell’uomo”. Come dice una sua spiegazione di un’altra parabola, “il seminatore della buona specie di seme è il Figlio dell’uomo”. (Matt. 13:37, NM) Egli è colui al quale il grande Coltivatore, Geova Dio, affida il seme da seminare. Il seme è un messaggio: “il seminatore semina la parola”. Esso non è un messaggio d’origine umana, ma d’origine celeste e che uomini sulla terra sono stati ispirati a pronunziare. “Il seme è la parola di Dio”. (Mar. 4:14, 15 e Luca 8:11, NM) È particolarmente il messaggio del regno di Dio retto mediante Cristo. Questo messaggio mostra l’opportunità che hanno i suoi seguaci di guadagnare un posto nel Regno con lui per mezzo della loro completa fedeltà a Dio. Questo è indicato dall’espressione di Gesù: “Quando uno ascolta la parola del regno”. — Matt. 13:19, NM.
4 È vero che Giovanni Battista proclamò: “Ravvedetevi, poiché il regno de’ cieli si è avvicinato,” ma la sua proclamazione non rivelò il sacro segreto che i seguaci dell’unto Re di Dio avrebbero avuto l’opportunità d’entrare nel regno dei cieli con lui per regnare come re. Gesù, e non Giovanni Battista, fu colui che rivelò il segreto: “Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. . . . Se uno non è nato d’acqua e di spirito, non può entrare nel regno di Dio”. (Giov. 3:3, 5, NM) Quindi Gesù è primariamente il seminatore, e Dio gli diede il seme della Parola del Regno da seminare. Ma Gesù, prende i suoi fedeli seguaci nell’opera di seminazione con lui, e per mezzo di lui essi ricevono la Parola del Regno da spargere. Ecco perché l’apostolo dice loro: “Ora colui che fornisce abbondantemente il seme al seminatore e il pane per mangiare fornirà e moltiplicherà il seme da seminare per voi e accrescerà i prodotti della vostra giustizia”. (2 Cor. 9:10, NM) Sin dal 1914 d.C., l’anno in cui i “fissati tempi delle nazioni” terminarono, il seme è stato il messaggio del regno di Dio nato o stabilito.
5. Che la parabola illustra quattro specie di terreni mostra che cosa?
5 L’illustrazione di Gesù delle quattro specie di terreni mostra le quattro generali specie di persone che ricevono il seme della Parola o che sentono il messaggio del Regno. Questo seme è seminato nei loro cuori o nelle loro menti. Quelli che lo ricevono e ne fanno buon uso nel modo dovuto vengono sotto la speciale coltivazione di Geova Dio. Non importa quale uomo o quali uomini seminano il seme e lo innaffiano nei cuori di quelli che lo ricevono, queste persone non divengono settarie o seguaci di capi religiosi umani. No; essi appartengono a Dio come sua proprietà, poiché egli fornì il seme della Parola ed è la sua parola ch’essi accettarono. A costoro ai quali fu seminata la Parola del Regno l’apostolo scrisse: “Voi siete il coltivato campo di Dio, l’edificio di Dio”. (1 Cor. 3:9, NM) Ma durante lo spargimento del seme, ogni sorta di persone, rappresentate dalle quattro specie di terreni, ricevono la testimonianza del Regno. I Giudei naturali furono i primi a riceverla mediante Gesù in mezzo a loro. Tre anni e mezzo dopo la sua morte e risurrezione e la sua ascensione al cielo le persone di tutte le nazioni non giudaiche ebbero il privilegio di ricevere la testimonianza, sì, persone di ogni classe, alta e bassa. Questo è in armonia col proposito di Dio: “Questo è giusto e accettevole nel cospetto del nostro Salvatore, Dio, il quale vuole che ogni specie di uomini sia salvata e venga a un’accurata conoscenza della verità. Poiché v’è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso come riscatto corrispondente per tutti; questo è ciò che dev’essere attestato ai suoi propri tempi particolari” — 1 Tim. 2:3-6, NM.
IL TERRENO LUNGO LA STRADA
6. Perché quelli come il terreno lungo la strada non sono salvati?
6 Siete voi un agricoltore interessato in diverse specie di terreni? No? Tuttavia vi concerne sapere della vita in un perfetto nuovo mondo e voi volete produrre frutti che vi rendano meritevole di vivere in tale mondo, o nel suo governo celeste o nel suo paradiso terrestre. Volete evitare ciò che non vi permetterebbe d’esser fruttuoso in tal modo, perché volete essere tanto fruttuoso quanto potete. Sarete perciò interessato nell’illustrazione che diede Gesù sulla maniera di far queste cose. Quindi, vi sono tre tipi di terreni ai quali non volete assomigliare. Il primo tipo Gesù lo spiegò ai suoi discepoli in questo modo: “Voi, dunque, ascoltate l’illustrazione dell’uomo che seminò. Quando uno ode la parola del regno ma non ne afferra il significato, il malvagio viene e porta via ciò che è stato seminato nel suo cuore; questo è quello seminato lungo la strada”. (Matt. 13:18, 19, NM) Il terreno lungo la strada sarebbe stato probabilmente durissimo, come la stessa strada sulla quale si svolge il regolare traffico. Questa durezza della superficie non avrebbe lasciato affondare i semi sparsi ma li avrebbe fatti rimanere scoperti dove gli affamati uccelli selvatici li avrebbero visti e li avrebbero mangiati. Il seme non mette mai radice e non spunta nemmeno una foglia. Perché il seme della verità del Regno metta radice in noi e porti frutto deve penetrare nel nostro cuore o nella nostra mente, poiché è col cuore che una persona esercita la fede per la giustizia. Senza fede noi non possiamo mai esser salvati; per cui Gesù disse: “Quelli lungo la strada sono coloro che hanno udito, poi viene il Diavolo e porta via la parola dal loro cuore affinché non credano e sian salvati”. (Luca 8:12, NM) Noi dobbiamo portar frutto per essere salvati.
7. Con quale descrizione profetica Gesù paragonò gli uditori lungo la strada
7 Gli uditori della Parola di Dio lungo la strada, che perdono anche quello che avevano, furono paragonati da Gesù con la descrizione d’Isaia in Isaia 6:9, 10. Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi è concesso di capire i sacri segreti del regno dei cieli, ma a loro non è concesso. Perché a chiunque ha, sarà dato dell’altro e sarà nell’abbondanza; ma a chiunque non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro usando illustrazioni, perché, vedendo, vedono invano, e udendo, odono invano, né ne afferrano il significato; e in loro si adempie la profezia d’Isaia che dice: ‘Udendo, voi udrete ma non ne capirete in nessun modo il significato; e, vedendo, voi vedrete ma in nessun modo scorgerete. Poiché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, e con i loro orecchi hanno udito con noia, e han chiuso i loro occhi; affinché essi non vedano mai con i loro occhi e odano con i loro orecchi e col cuore ne afferrino il significato e tornino indietro, e io li sani’”. — Matt. 13:11-17, NM.
8. Chi sono gli uccelli della parabola, e come agiscono essi?
8 Questa specie di uditori son quelli che sentono senza capire o che non cercano di capire. Essi possono quindi essere facilmente derubati delle informazioni datrici di vita ch’erano state seminate nei loro cuori. Solo un malvagio vorrebbe rubar loro il seme della Parola di Dio invece di coltivarla nei loro cuori. Questo malvagio il racconto di Luca dice che è il Diavolo. Il racconto di Marco dice che egli è Satana, nome che costituisce un’altra designazione di questo stesso malvagio. (Mar. 4:15) Possiamo esser certi ch’egli è sempre vigile e guarda dove il seme è seminato e lo segue con i suoi assalti per rubarlo. Egli manda i suoi “uccelli”, siano essi invisibili demoni che operano sulla mente o uomini e donne. I suoi uccelli odiano la pura Parola di Dio, sia che s’intenda una fedele traduzione della Bibbia o la spiegazione della “fede che fu una volta per sempre tramandata ai santi”. (Giuda 3, NM) Come affamati uccelli che non sono interessati nella produzione del cibo per il genere umano, gli agenti di Satana danno la caccia a tal seme sparso. Quanti rapporti riceviamo di clericali, monache e preti che seguono la distribuzione della Parola stampata dai testimoni di Geova e chiedono a quelli che l’hanno ottenuta o che diano loro tali pubblicazioni o che le brucino se non le consegnano a tali “uccelli” religiosi! Essi attaccheranno tale Parola scritta e ad essa si opporranno, in armonia col nome del malvagio “Satana”. Oppure la mal rappresenteranno e calunnieranno e diffameranno quelli che seminano tale cibo spirituale, in armonia col nome del malvagio “Diavolo”. In questo modo mostrano d’essere i suoi figli. — Giov. 8:44.
9. Come han ceduto a tali uccelli gli ascoltatori lungo la strada?
9 Quelli che non cercano di capire cederanno agli oppositori, ai diffamatori e agl’intimatori. Molte persone di questa specie hanno così aggiunto la letteratura ch’esse avevano ottenuta al mucchio che è stato raccolto e bruciato pubblicamente con gioia dei clericali che ad esso hanno appiccato il fuoco. Non dobbiamo cercare nella nostra mente tanto lontano quanto il tempo in cui copie della traduzione stampata di Guglielmo Tyndale delle Sacre Scritture furono bruciate presso la croce di San Paolo a Londra Inghilterra. All’inizio della sua dittatura il fuehrer nazista in modo veramente hitleriano fece bruciare 50.000 copie della letteratura dei testimoni di Geova in Germania. Ma una persona intendente o uno che vuole acquistare intendimento e che l’apprezza non sarà come l’uditore lungo la strada. Egli terrà il seme seminatogli e si rifiuterà di lasciarlo alla richiesta dei nemici.
10. In che modo molti che hanno ottenuto letteratura sono stati come il terreno lungo la strada?
10 Più di mezzo miliardo di copie di libri e opuscoli, oltre alle Bibbie, è stato distribuito dai testimoni di Geova dal 1918 d.C. soltanto, senza contare le altre centinaia di milioni di copie di riviste, trattati gratuiti, e annunzi pure distribuiti. Nello stesso giorno, 6 agosto 1950, in cui fu pronunziato il discorso pubblico “Potete vivere per sempre nella felicità sulla terra?” alla loro assemblea internazionale nello Yankee Stadium della città di New York, un quarto di milione di copie del discorso stampato in un bell’opuscolo di 32 pagine fu distribuito gratuitamente subito dopo ai 123.707 presenti. Ma come per tutta la letteratura distribuita finora, molti possessori non l’hanno studiato con cura o affatto, e molti lettori non hanno compreso o non han cercato ulteriore intendimento, e il clero religioso non li ha aiutati a intendere. Gli agenti religiosi della Cristianità hanno distolto dalla lettura di tali pubblicazioni bibliche e han cercato d’attrarre l’interesse e l’attenzione del popolo lungi da tale letteratura.
11. Perché gli uccelli han potuto portare via tanto seme?
11 Molta letteratura biblica e le stesse Bibbie sono state così tenute in ozio, come seme caduto su duro terreno lungo la strada. In questo una gran parte l’ha la mente e la condizione del cuore, secondo che esso cerchi ardentemente la verità e l’intendimento. In modo che, anche se il messaggio del Regno viene presentato in maniera verbale con un discorso pubblico o con una più diretta presentazione personale alla porta o altrove, il messaggio ricevuto giacerà sonnacchioso sulla superficie del cuore o della mente e sarà come morto, permettendo ai demoni o ad altri che sferrano attacchi contro la mente di portar via ciò che v’era stato seminato. Il Seminatore è stato lungo la loro via, ma essi non hanno capito lui o la sua opera o il suo messaggio dispensato con parole della bocca o pagine stampate. Non essendo affamati di verità e di giustizia, essi non cercano di capire. Così il seme è portato via dai nemici della Parola prima ancora che abbia l’opportunità di mettere radice. Come conseguenza di tutto questo, quale paurosa ignoranza biblica vi è ora!
12. Consci di tutto questo, che possiamo fare noi in merito?
12 Noi, che abbiamo i nostri occhi aperti a ciò che accade e che siamo edotti della tattica del nemico, cosa possiamo fare in merito? Possiamo fare più efficaci sforzi per ridurre la grande ignoranza biblica. Possiamo continuare a diffondere la “parola del regno” e possiamo scacciare gli “uccelli” del malvagio e impedir loro di portar via la Parola di Dio da quelli che ancora non la comprendono. Sì, dobbiamo persino cercar di prevenire questi “uccelli”. Come? Facendo visite senza ritardo a quelli che mostrano interesse dopo aver sentito il messaggio o che danno il loro nome al discorso pubblico, o rivisitando quelli alle case dei quali collochiamo letteratura. In tal modo, possiamo precedere l’azione degli avidi “uccelli” e possiamo aiutare i ricevitori della Parola a capirla e ad averne maggior appetito. Noi possiamo rendere le nostre regolari visite ulteriori progressivamente utili stabilendo studi biblici, usando una delle nostre pubblicazioni bibliche come guida per lo studio del materiale.
13. In quale maniera noi non dobbiamo essere semplici venditori ambulanti di libri?
13 Noi non siamo dei semplici venditori di libri e di Bibbie, che diffondono una gran quantità di pubblicazioni per amor di guadagno pecuniario e che fuggono dal territorio dove hanno collocato la letteratura, timorosi di tornare e affrontare le persone alle quali han dato letteratura, cercando, invece, un nuovo territorio nel quale soltanto collocar libri. È vero, la pagina stampata può prendere il posto del sermone orale. Ma l’apostolo Paolo e Barnaba stettero un anno intero ad Antiochia per istruire il popolo. Questo non accadde perché Paolo e Barnaba non avevano molta, o alcuna letteratura stampata o manoscritta da dare a una contribuzione per loro sostentamento. No; ma perché il messaggio verbale seminato nel cuore o nella mente può esser portato via dagli uccelli di Satana tanto facilmente, se non più prestamente, quanto il messaggio stampato. Donde la necessità che Paolo e Barnaba stessero nel territorio per prevenire la venuta e l’attività degli “uccelli”. Gesù anche andò di luogo in luogo, ma egli fece questo entro il suo territorio. Egli doveva coprire tutto il suo territorio e aveva solo tre anni e mezzo per far questo e fece viaggi di ritorno alle diverse parti della sua assegnazione. Egli fece anche opera di visite dove erano già stati i suoi apostoli. — Atti 11:25, 26; Luca 8:40; Giov. 11:7; Luca 10:1.
14. Come dobbiamo noi esser simili a un agricoltore che vuole raccogliere?
14 Ricordate: un agricoltore, se vuole raccogliere, non può abbandonare i suoi campi, lasciandoli incolti dopo la semina. Egli deve lavorare nei suoi campi seminati e tener lontani i distruggitori del raccolto, e deve mostrar pazienza, aspettando a lungo per il suo raccolto. (Giac. 5:7) Noi che abbiamo il privilegio di seminare la Parola di Dio dobbiamo fare la stessa cosa in modo spirituale. I diplomati della Scuola Biblica Watchtower di Galaad che furono mandati come missionari nella provincia di Quebec (Canadà), che è infestata da molti “uccelli”, dovettero aggrapparsi strettamente e duramente al loro territorio e combattere contro gli “uccelli”. Ora i loro occhi e i loro cuori si rallegrano dei frutti prodotti dal seme seminato. Lo stesso è pure avvenuto in altre parti del mondo. Quindi noi non dobbiamo lasciare tutta la responsabilità a quelli ai quali la Parola è seminata, ma dobbiamo stare vicino al seme seminato e cercar di migliorare il terreno così seminato e aiutarlo a divenire fruttuoso e neutralizzare l’invasione degli “uccelli” di Satana.
15. Come sono gli uditori del “terreno lungo la strada” responsabili, subendo le conseguenze della loro durezza?
15 Naturalmente, quelli che ricevono la Parola ascoltandola o ottenendo pubblicazioni da leggere hanno una responsabilità se non cercano d’intenderla, tenendo la loro mente dura e chiusa come terreno battuto. Essi son pure soggetti alle conseguenze della loro indifferente durezza essendo derubati dagli “uccelli”. Perciò rimangono infruttuosi, perché non vengono mai alla credenza del seme seminato. Non sono migliori della stessa strada aperta. Ciò ch’essi ebbero un tempo vien portato loro via. Divengono terreno senza seme, e restano infruttuosi, perché la pioggia delle benedizioni di Dio non ha nulla su cui operare. Essi sono una delusione per il Seminatore. La loro infedele infruttuosità non ottiene alcuna salvezza. Se dunque noi amiamo la vita eterna nella felicità, non vorremo essere quella specie di terreno per il grande Seminatore. Nel nostro proprio caso noi dobbiamo guardarci dagli “uccelli” dell’avversario e intenerire il nostro proprio cuore e la nostra propria mente verso il messaggio del Regno. “Assoggettatevi, perciò, a Dio; ma opponetevi al Diavolo, ed egli fuggirà da voi”. (Giac. 4:7, NM) Non lasciate che la vostra mente sia la strada del Diavolo facendovi indurire da lui.
TERRENO ROCCIOSO
16. A che cosa sono assomigliati quelli che abbandonano il proprio posto? A che cosa conduce tale abbandono?
16 Per mostrarci degni della vita eterna, specialmente la vita con Gesù Cristo nel regno celeste, dobbiamo mostrare decisione per la giustizia e attenerci quindi ad essa con costanza sino alla fine. Quelli che abbandonano il proprio posto non guadagneranno mai la vita eterna; e questo fatto vale anche per quelle persone di buona volontà che ora nutrono la speranza di sopravvivere alla catastrofe mondiale di Harmaghedon per entrare nella “nuova terra”. Questo punto vitale viene mostrato da Gesù quando egli spiega chi raffigura il terreno che al di sotto è roccioso: “In quanto a quello seminato su luoghi rocciosi, questo è colui che ode la parola e subito l’accetta con gioia. Però egli non ha radice in sé ma dura per un tempo, e quando sorge la tribolazione o persecuzione a causa della parola è subito ostacolato”. (Matt. 13:20, 21, NM) E Luca 8:13 dice: “Essi credono per un tempo, ma nel tempo della prova si allontanano”. (NM) Tale ostacolo e allontanamento conduce alla distruzione!
17. Perché tale “terreno” non porta frutto alla perfezione?
17 Una cosa è certa: se accettate la verità, voi sarete perseguitati e patirete tribolazione per essa. Non potete evitarla in questo mondo, specialmente in questo “tempo della fine”. L’apostolo Paolo scrive: “Infatti, tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione con Cristo Gesù saranno pure perseguitati”. (2 Tim. 3:12, NM) Dimostrerete voi, dunque, d’essere simili al terreno con un roccioso strato sottostante? Tale terreno non è molto profondo e quindi non può tenere molta dell’umidità che la pioggia vi deposita. Esso non tiene a lungo l’umidità, perché la roccia sottostante viene raggiunta dal calore del sole e riscalda il terreno di sopra affrettandone l’evaporazione. La poca profondità del suolo inoltre non fa penetrare profondamente le radici in cerca di alimenti e umidità. Come, allora, tale terreno può produrre frutto abbondantemente e fino alla perfezione? Gesù mostra che non può.
18. Come gli uditori del “terreno roccioso” accettano il “seme”, e perché viene su loro un “tempo di prova”?
18 È una gioia ricevere la Parola di Dio, e specialmente il messaggio che il suo regno mediante Cristo fu stabilito nei cieli nel 1914 d.C. e quindi il giusto nuovo mondo è vicino. Le persone del terreno della specie rocciosa “l’accettano con gioia”. (Mar. 4:16, NM) A causa della sua propria bontà la “parola del regno” dovrebbe essere accettata con gioia, e questa gioia dovrebbe essere una forza per noi per superare qualsiasi cosa che potrebbe accadere. Ma le persone del terreno roccioso fanno evaporare rapidamente la loro gioia. Da principio essi traboccano di gioia e manifestano grande zelo sia di acquistare conoscenza che di condividerla con altri i quali sono ancora nell’ignoranza. Eppoi qualche cosa accade! Questa Parola mette davanti a loro la suprema contesa della sovranità universale di Dio, una contesa circa la quale angeli e uomini devono decidere ciascuno per proprio conto. Per esser nel giusto essi devono schierarsi al lato della legittima sovranità di Geova mediante il suo regno. Facendo questo mediante l’associazione con i testimoni di Geova e la proclamazione del messaggio del Regno le persone del terreno roccioso sono esposte al biasimo, alla tribolazione e alla persecuzione. Così quel “tempo di prova” viene su di loro. Su loro dardeggia il calore del sole. E allora?
19. Come e in modo diverso da chi essi agiscono sotto tale “calore”?
19 Il seme della verità divina ha germogliato in loro, ma ora essi si sentono inaridire e debolmente si disseccano. Le tribolazioni che incontrano nel loro servizio di Dio e le persecuzioni che devono sostenere a causa della predicazione della Parola rende aride le loro possibilità di portar frutto. Essi s’inciampano in questa ardente tribolazione e persecuzione e si sentono offesi, piuttosto che esser convinti che tale esperienza contrassegna la giusta posizione e che essi sono nella posizione giusta. Diversamente dagli apostoli, essi non sopportano la tribolazione e la persecuzione “rallegrandosi perché erano stati considerati degni d’esser vituperati a motivo del suo nome”. Nei tempi antichi credenti di Tessalonica, Grecia, che accettarono la Parola per mezzo di Paolo, “accettarono la parola in mezzo a molte tribolazioni con gioia dello spirito santo, così che divennero un esempio per tutti i credenti nella Macedonia e nell’Acaia”. (Atti 5:41; 1 Tess. 1:6-8, NM) Essi non s’inciamparono né nelle persecuzioni rivolte contro l’apostolo Paolo che seminò il seme in mezzo a loro né nelle persecuzioni che essi stessi ora soffrivano. Ma non così i ricevitori della Parola del terreno roccioso. Essi non vedono le cose come le vedeva Paolo e perciò non credono che “a voi è stato dato il privilegio a favore di Cristo, non solo di riporre la vostra fede in lui, ma anche di soffrire per lui”. (Filip. 1:29, NM) Essi smettono di crescere. Si allontanano.
20. Quali parole di Gesù essi dimenticano?
20 Che cos’hanno essi? Essi dimenticano che Gesù predisse che tribolazioni e persecuzioni sarebbero venute su di loro per aver seguito lui e i suoi apostoli. Ai suoi apostoli egli disse: “Io vi ho detto queste cose affinché non inciampiate. Vi espelleranno dalla congregazione. Infatti, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di aver reso un sacro servizio a Dio. Ma essi faranno queste cose perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Nondimeno, io vi ho detto queste cose, affinché, quando verrà l’ora in cui accadranno, voi ricordiate che io ve l’ho dette”. — Giov. 16:1-4, NM.
21. Perché questa classe inciampa e viene offesa?
21 Ma la classe del terreno roccioso s’inciampa, malgrado questo preavviso. La Parola di Dio non risulta profondamente radicata in loro. Le radici del suo seme non fanno profonda presa nei loro cuori, in modo da produrre una pubblica confessione da un cuore ricolmo di verità e da fare tale confessione in mezzo al calore della persecuzione e la tribolazione. Le benedizioni di Dio son piovute su di loro con un refrigerio che dovrebbe durare, ma essi non hanno riposto abbastanza di questo refrigerio per resistere al calore di uno scottante sole nemico. (Luca 8:6) Si dimostrano d’essere superficiali di mente, deboli di cuore. Non si sono sovrabbondantemente convinti della genuina qualità della verità seminata in loro. Lasciano che la Parola penetri solo quel tanto e poi permettono che qualche cosa d’impenetrabile come uno strato di roccia impedisca alle sue radici di affondare maggiormente e portare buone qualità di coraggio e fedeltà alla superficie. Nella prova si tradiscono come persone doppie di mente, tiepide, non consumate dallo zelo per la casa di Dio. Essi pensano che il costo è troppo grande: le persecuzioni e le tribolazioni costano più di quanto valgano il seme della Parola di Dio e la sua pioggia di benedizioni. Così il “tempo di prova” li separa dai leali.
22. Come potrebbero essi esser felici, e così esser simili a chi?
22 Quale opportunità perdono essi di stigmatizzare il Diavolo come bugiardo nella sua sfida che Dio Onnipotente non avrebbe potuto mettere sulla terra un uomo a sua immagine e somiglianza che avrebbe mantenuto la sua integrità verso Dio in mezzo alla persecuzione e la tribolazione causate dal Diavolo! Come sarebbero intimamente felici, sì, come sarebbero infine felici, se approfittassero di questa opportunità di mantenere l’integrità nella persecuzione! Essi hanno molti antichi esempi per far questo. “Prendete come modello della sofferenza del male e della dimostrazione della pazienza i profeti, che parlarono in nome di Geova. Ecco! noi chiamiamo felici quelli che hanno perseverato. Avete sentito parlare della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che diede Geova, che Geova è pieno di affezione e compassionevole”. (Giac. 5:10, 11, NM) Ricordiamo che gli approvati apostoli aderirono a Gesù nelle sue prove e per la loro fedeltà furono presi nel patto per il regno celeste con lui. Per aver lasciato tutto e seguito lui essi accettarono le persecuzioni con le abbondanti piogge di centuplicate benedizioni. Essi sostennero la grande lotta nelle sofferenze. Non si volsero mai indietro né quando furono davanti alla persecuzione né quando si trovarono nel suo ardore. Essi sapevano che ritirarsi significava distruzione, ma aver fede significava preservare in vita l’anima. — Luca 22:28, 29; Mar. 10:30; Ebr. 10:32-39.
23. Conforme a quale privilegio non agiscono essi? Che perdono?
23 Come in quel primo secolo, la tribolazione e la persecuzione possono sparpagliare i fedeli discepoli. Possono sparpagliarli perché siano predicatori o seminatori della Parola altrove, su un campo più vasto. Ma la classe del terreno roccioso viene sparsa dalla persecuzione come fuggiaschi in cerca di riparo. Essi non hanno la convinzione dell’apostolo che nessuna prova presente o avvenire potrà “separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”. Poiché non operano conforme al loro alto privilegio di soffrire con Cristo, essi perdono per sempre l’opportunità di regnare con lui nella gloria. (Rom. 8:35-39; 2 Tim. 2:11, 12) Dimostrandosi infruttuosi, essi mancano di guadagnare la vita nel nuovo mondo.
24. Prevedendo la venuta della tribolazione, che cosa dovremmo fare noi verso quelli nei quali seminiamo il seme? Quale influenza ha questo sul numero dei testimoni?
24 Vedendo, quindi, che la tribolazione e persecuzione verrà di certo su quelli tra i quali abbiamo seminato la Parola divina del Regno, noi dovremmo preavvertirli e prepararli per la sua venuta. Quando essa verrà su di loro nei loro primi giorni avanti che il messaggio abbia avuto tempo di mettere profonde radici ed esser fruttuoso, noi dovremmo stare lealmente al loro fianco in mezzo ad essa. Aiutateli a sopportarla, innaffiandoli con la pioggia delle benedizioni di Dio affinché possano resistere al “calore”. Non possiamo far questo abbandonandoli a loro stessi, rifiutando di tornare a visitarli, di discutere sulla Bibbia o tenere uno studio regolare con loro, di condurli con noi alle nostre regolari adunanze e anche al servizio di campo mostrando loro come noi stessi sopportiamo la tribolazione che incontriamo nel campo. La classe del terreno roccioso che da principio suscitò grandi speranze in noi finisce penosamente deludendoci. Ma noi siamo lieti che in tutta la nostra semina della parola di Geova molti dimostrano di non essere della specie di terreno roccioso in nazioni dietro la comunista “cortina di ferro”, sì, anche in Grecia, nella Repubblica Dominicana, in Argentina, nel Quebec, e altrove. Invece di inaridirsi al calore, le loro radici assorbono l’umidità della verità di Dio, benedizione e spirito, ed essi son fruttuosi in ubbidienza ai suoi supremi comandi. Essi sconfiggono il malvagio intento della persecuzione nemica e fanno ridere il cuore di Geova sui frustrati nemici. L’organizzazione dello “schiavo fedele e discreto” persevera devotamente con loro nella persecuzione, portando loro il cibo. (Matt. 24:45-47, NM) Quindi il numero dei Suoi testimoni continua a crescere.
IL PERICOLO DI MOSTRARSI COME IL TERRENO SPINOSO
25. Com’è descritta la condotta della classe del terreno spinoso?
25 “In quanto a quello seminato fra le spine, questo è colui che ode la parola, ma l’ansietà di questo sistema di cose e la potenza ingannatrice della ricchezza soffocano la parola, ed egli diviene infruttuoso”. Questo è il modo in cui Gesù diede l’avvertimento secondo Matteo 13:18-22 (NM). Ma Marco 4:19 dice che i desideri per le altre cose si uniscono nell’invadere il suo cuore egoistico. Luca nomina un altro fattore, dicendo: “In quanto a quello che cadde fra le spine, questi sono coloro che hanno udito, ma, essendo portati via dalle ansietà e le ricchezze e i piaceri di questa vita, sono completamente soffocati e non portano niente a perfezione”. (Luca 8:14, NM) Questo sistema di cose è arrivato alla sua consumazione, ma è ancora con noi. Mentre dura, vi sono le sue ansiose cure, le sue opportunità di diventar ricchi, e i piaceri di questa vita. Perciò abbiamo tutti bisogno di prestare attenzione alla figura ammonitrice di Gesù.
26. Come lasciano essi che cose spinose soffochino la loro produttività?
26 Le persone che oggi sono come il terreno infestato dalle spine ricevono il seme della Parola e potrebbero essere tanto fruttuose quanto le altre. Ma esse non si liberano delle spine e dei cardi. Son troppo preoccupate del domani e dei suoi bisogni e quindi non sradicano queste cose spinose riponendo pienamente fiducia in Geova conforme alle sue promesse. Perciò, anche, sono profondamente irretite in questo presente sistema, facendosi schiave d’esso, e cercano di preservare le loro anime secondo gli attuali modi di vivere. Ciò che loro manca è la devozione cristiana e la contentezza. Quindi quello ch’esse fanno è il cercar d’essere ricche nei beni di questo mondo, inferendosi così molte pene. In un modo o l’altro esse non sono mai disingannate. Il loro egoismo perciò non dà mai loro il tempo d’esser ricche in buone opere o di portar frutti nel servizio di Dio. Le loro egoistiche ansietà non permettono loro di prestare attenzione a questo. E se hanno tempo, devono impiegarlo nei “piaceri di questa vita”. Per sollievo dall’ansietà e dalla stanchezza credono di dover ricorrere a tali piaceri. Qual meraviglia, quindi, che la Parola di Dio che fu seminata in loro abbia la sua potenza produttiva completamente soffocata!
27, 28. Quale azione devono compiere quelli che sono infestati di spine? Altrimenti, quale sarà la loro fine?
27 Ci troviamo noi infestati da tali spine e cardi e corrispondentemente poveri nelle buone opere di Dio? Allora abbiamo bisogno di bruciare quei prodotti appiccicosi, spinosi, affin di permettere al seme della sua Parola in noi di crescere, fino a portar frutto. Altrimenti, non possiamo esser ricchi nelle buone opere che lasceranno una testimonianza che sopravvivrà alla nostra morte. Non possiamo tesoreggiare un giusto fondamento affine di raggiungere la vera vita, la vita eterna nel nuovo mondo. (1 Tim. 6:6-10) Guardate Gesù. Com’era celestialmente ricco! Eppure come divenne povero in paragone, fino al punto d’esser povero dei terreni beni materiali! Per far questo, egli vendette tutto ciò che aveva e infine si sottopose a una morte di sacrificio. Ora egli è divenuto eccelsamente ricco. Se non lo imitiamo, la sua parola non dimorerà riccamente in noi, facendo abbondare anche noi di frutti. — Col. 3:16.
28 Il terreno spinoso, pieno di cardi, viene rigettato dal coltivatore ed è presso a esser maledetto perché non produce cibo datore di vita in seguito alla pioggia che cade su di esso. Finisce con l’esser bruciato. Se le cose stanno così, la classe del terreno spinoso fa una fine simile. (Ebr. 6:1, 8) Essi sciupano l’immeritata benevolenza di Dio verso di loro e lasciano che le cose mondane si combinino per soffocare la loro produzione di frutti. Questo ha per risultato la loro ardente distruzione.
29. Che possiamo fare noi per aiutarli e anche nel nostro proprio interesse?
29 Noi potremmo vedere alcuni che sono nella nostra congregazione o alcuni ai quali abbiamo seminato il seme aver la tendenza di lasciare che ostacoli simili a spine invadano la loro vita e il loro cuore e soffochino la loro produttività spirituale. Possiamo avvertirli. Quando il giovane lasciò che l’amore della ricchezza ingannatrice soffocasse le sue possibilità di portar frutto come Cristiano, Gesù avvertì i suoi discepoli: “Sarà difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli”. Timoteo, come giovane sorvegliante di una congregazione, fu istruito dall’apostolo Paolo ad avvertire i ricchi e quelli ch’erano inclini all’amor del denaro. (Matt. 19:23, 24, NM; 1 Tim. 6:17-19) Noi vogliamo aiutare altri ora a liberarsi dai grovigli e le preoccupazioni mondane e a cercare, invece, l’incremento della Teocrazia ora che ne è tempo. (Isa. 9:5, 6) Noi vogliamo evitare che questa condizione d’infestanti spine copra il suolo dei nostri propri cuori e delle nostre proprie menti. In armonia con tale sforzo entro noi stessi noi dovremmo amorevolmente aiutare altri a comportarsi così. È assai opportuno tenere dinanzi a noi le parole di Gesù: “State attenti a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati da ingordigia, ubriachezza e ansietà della vita, e onde all’improvviso quel giorno non vi venga istantaneamente sopra come un laccio. Poiché esso verrà sopra tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate desti, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose che devono accadere e a mantenere la vostra posizione dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36, NM.
“IL BUON TERRENO”
30. Come agiscono verso il seme seminato quelli che sono come il “buon terreno”?
30 Chi sono dunque quelli simili al “buon terreno” sul quale cadde il seme, in modo che, “dopo esser nato, produsse frutto” molteplice? (Luca 8:8, NM) Ah, questi son quelli che hanno giusto e buon cuore in cui ricevere il seme della Parola. Ascoltando la Parola, essi ne afferrano il significato. Se non l’afferrano sul momento, cercano in seguito d’intenderla mediante lo spirito e l’organizzazione di Dio. Essi tengono la Parola e non la cedono freddamente ai predatori uccelli del diavolo.
31. Come illustrò Gesù questi, mostrando ciò che essi fanno?
31 Descrivendo la classe del “buon terreno”, Gesù disse: “In quanto a quello seminato sulla buona specie di terreno, questo è colui che ode la parola e ne afferra il significato, il quale veramente porta frutto e produce, l’uno il centuplo, l’altro il sessanta, l’altro il trenta”. (Matt. 13:23, NM) Le parole di Gesù secondo il racconto di Luca mostrano perché tale uditore della Parola ne afferra il significato e perché porta frutti così molteplici, dicendo: “In quanto a quello sul buon terreno, questi sono coloro che, dopo aver udito la parola con un cuore giusto e buono, lo ritengono e portano frutto con perseveranza”. (Luca 8:15, NM) Innanzi tutto, questi hanno una giusta e buona condizione di cuore. Una volta ricevuta la Parola, essi la ritengono come una cosa preziosa, proprio come il terreno buono, argilloso, libero dalle spine, che è stato arato e che può far affondare il seme seminato e coprirlo, perché ha grande profondità che ritiene l’umidità, senza ostacoli rocciosi sottostanti. Il loro cuore accumula tesori di buone cose, perché ripone le sue affezioni su di esse. Quando i ministri di Dio del nuovo patto vengono con il seme della sua Parola, lasciano che Dio mediante la sua Parola e il suo spirito scriva la sua legge sulle tavolette carnali del cuore, in modo che da allora in poi essi facciano la volontà di Dio dal cuore, per mezzo della potenza del suo spirito. Essi guardano al loro cuore con ogni vigilanza, poiché da esso sgorgano le fonti della vita. (2 Cor. 3:3-6; Prov. 4:23) Come siamo felici noi d’andare col seme della Parola di Dio a persone con tal cuore!
32. Qual è il frutto che tali cuori producono?
32 Qual è, dunque, il frutto che tali cuori portano? Ebbene, i semi dei vari grani producono altri semi, producendo ciascuna varietà di seme la sua propria specie. Il seme che il grande Seminatore diffonde è la Parola del regno di Dio. Il frutto che produce dev’essere quindi la testimonianza o predicazione del Regno ad altri. Un seme del Regno produce la sua propria specie nella predicazione del Regno. — 1 Cor. 15:36-38.
33. Perché le persone del “buon terreno” devono produrre tal frutto?
33 Col cuore la persona del “buon terreno” riceve il seme della Parola e crede in essa per giustizia, ma è con la bocca che egli fa intrepidamente pubblica dichiarazione per la salvezza. È dall’abbondanza del cuore che la bocca è spinta a parlare. Avendo avuto il privilegio di ricevere il messaggio del Regno in cuori giusti e buoni, noi dobbiamo “sempre offrire a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome”. (Rom. 10:10; Matt. 12:34, 35; Ebr. 13:15, NM) Per cui, quando riceviamo il seme ed esso mette radice in noi perché lo riteniamo e afferriamo il significato della Parola di Dio, noi abbiamo accettato così il comando di predicare, e dobbiamo adempierlo pienamente acciocché altri odano le notizie del Regno. Quel seme della Parola di Dio non è morto, ma è una forza vivente. Esso ha il potere di portare alla superficie capacità e attività di predicazione, producendo in tal modo un raccolto di proclamazione del Regno che sarebbe mietuto dal grande Seminatore. Con la Parola e lo spirito divino dentro di noi Dio crea il frutto delle nostre labbra. (Isa. 57:19) Il cuore del “buon terreno” col seme vivente seminato in esso è profondamente stimolato ed esso muove le corde vocali e la lingua e le labbra all’azione di ‘predicare la parola’. Il frutto così prodotto dimostra che la persona è della classe del “buon terreno” e che egli è effettivamente un ministro della Parola di Dio. La sua produzione di frutti del Regno ottiene l’approvazione del grande Seminatore e permette al Seminatore di spargere altro seme su altri uditori. Così per mezzo dei suoi seguaci egli continua a seminare il prezioso seme.
PERSEVERANZA PER LA MAGGIORE PRODUTTIVITÀ
34, 35. (a) Come un agricoltore, che qualità dobbiamo mostrare? (b) Come dobbiamo aiutare altre persone del “buon terreno”?
34 Noi dobbiamo avere perseveranza per produrre frutti del Regno alla lode di Dio, come un agricoltore deve aver pazienza e mostrare buona perseveranza quando coltiva il terreno e il crescente raccolto. Mentre lavora, egli deve attendere che Dio faccia crescere le cose. “In questo modo il regno di Dio è come quando un uomo getta il seme a terra e dorme la notte e si alza il giorno, e il seme germoglia e cresce, proprio come egli non sa. Da sé la terra porta frutto gradualmente, prima l’erba, poi la spiga, infine nella spiga il frumento granito. E appena il frutto è maturo, egli dà mano alla falce, perché la mietitura è venuta”. — Mar. 4:26-29, NM.
35 Una persona deve aver fede in Dio perché cresca fino a diventare un predicatore della Parola, del tutto capace di presentare il messaggio in ogni luogo e a ogni occasione che si presenta. Avendo perseveranza egli dimostra la sua fiducia in Dio. In cambio, Iddio accresce il seme ceduto di colui che persevera affinché questo seme sia sparso con la predicazione del Regno. “In ogni modo noi ci raccomandiamo come ministri di Dio, con molta perseveranza, con tribolazioni, . . . con pazienza., . . . con discorso verace, con la potenza di Dio”. Noi non inaridiamo e non cadiamo sotto il dardeggiante sole della persecuzione e la tribolazione. (2 Cor. 6:4-7, NM) Essendo rinforzati noi con la potenza di Dio affinché perseveriamo, dobbiamo aiutare altri a perseverare. È tanto necessario che noi assistiamo altri personalmente, incoraggiandoli, pregando per loro, dando loro il buon esempio, conducendoli con noi o accompagnandoli nel servizio di campo della predicazione della Parola. L’organizzazione visibile di Dio cerca d’aiutare tutti quelli che ricevono il seme a esser fruttuosi fino al massimo della loro produttività. Ed essa continua a promuovere quindi la coltivazione della parola in coloro che hanno il cuore della buona specie di terreno.
36. Com’è determinata la nostra produzione, e perché alcuni danno il trenta?
36 Gesù mostrò che vi sarebbe stata una differenza di produzione di seme fra quelli ai quali è seminata la Parola di Dio, dando alcuni cento volte tanto. Poiché la qualità del terreno e il lavoro di coltivazione compiuto determinano in maggior parte la produzione, la nostra propria fruttuosità può essere determinata considerevolmente per ciascuno di noi dalle stesse cose. Comunque, una persona che dà solo il trenta rende una lodevole produzione. Le sue opportunità potrebbero essere limitate da imprigionamento, esilio, isolamento, restrizione d’attività clandestina, e confino, da malattia, infermità o vecchiaia. Ma egli ha un cuore giusto e buono, e quindi è sincero e zelante e compie sforzi altruistici. Perciò la sua produzione di pubblicazione del Regno sia con parole della bocca o con pagine stampate è buona.
37. Come altri danno il sessanta?
37 La produzione del sessanta indica maggiori opportunità e corrispondentemente l’approfittarne. Quelli che accettano l’invito di entrare nel servizio continuo o servizio di pioniere ottengono maggiori privilegi e hanno opportunità più grandi di quelle dell’ordinario proclamatore di gruppo. Hanno una più larga sfera d’azione e più grandi possibilità. Essi devono guardare a queste. Naturalmente, il tempo che abbiamo passato nella verità e la nostra vita per un’attiva, vecchia età, come nel caso degli apostoli Paolo e Giovanni, possono permettere di raggiungere una maggiore fruttuosità. Ma noi non dobbiamo soltanto avere lunga durata nel servizio di Dio. Noi dobbiamo pienamente impegnare il tempo con positivi sforzi e attività per superare la produzione del trenta.
38. Che cosa denota la produzione del centuplo, e come la raggiungiamo?
38 Produrre il centuplo è notevole. Ma non denota perfezione di servizio nel caso di nessuno di noi ministri imperfetti. Esso denota il nostro sforzo di vivere pienamente conforme alle opportunità che si presentano o che noi suscitiamo. Noi dobbiamo vigilare attentamente contro l’intrusione di qualsiasi spina d’ansietà mondana, di amor del denaro, e dei piaceri. Fra gli apostoli di Gesù, Paolo, mentre fu in vita, ‘lavorò più di loro tutti.’ (1 Cor. 15:10) Non che noi dobbiamo far paragoni fra noi stessi, o per gonfiarci di superbia o per scusarci della nostra produzione inferiore. Tale condotta non è saggia per noi. Ma possiamo notare l’incremento che Iddio dà in varia quantità nel caso di questo e di quello e rallegrarci, e possiamo studiarne le ragioni per il nostro proprio beneficio. Noi tutti abbiamo posto per aumentare in produttività. Nessuno di noi può mai uguagliare il grande Seminatore nel produrre frutto a Dio. Il Cristiano che semina la Parola parcamente raccoglierà parcamente. Ma quelli che s’impegnano con zelo Iddio li farà abbondare della giustizia di spargere la sua Parola datrice di vita. (2 Cor. 9:6-12; Sal. 112:9) Portare il centuplo di frutto è una meritevole meta a cui tendere.
39. Perché specialmente noi ci rallegriamo della produtività della classe del “buon terreno” oggi, e che cosa significa essa per tali persone fruttuose?
39 Levate gli occhi, volgeteli a oriente e a occidente, al settentrione e al meridione, e guardate i fedeli testimoni dell’Iddio Altissimo che portano frutto come “buon terreno” dando il trenta, il sessanta, e il cento, sia di là della “cortina di ferro” della dittatura totalitaria che fuori d’essa. Come deve rallegrarsi il grande Seminatore! Ciò che specialmente ci fa anche rallegrare con lui su questo è il fatto ch’esso significa una sempre crescente lode al vivente, vero Iddio. Il grande Seminatore disse: “Il Padre mio è glorificato in questo, che portiate molto frutto e vi dimostriate miei discepoli”. (Giov. 15:8, NM) Il nostro Padre celeste si rallegra vedendoci fruttuosi. Egli si compiace, perciò, di darci la vita eterna nel nuovo mondo. È per guadagnare questa vita che noi ricevitori della sua Parola dobbiamo esser fruttuosi ora prima di Harmaghedon. Ma non solo la nostra propria vita nel nuovo mondo è implicata nella nostra produttività. Per mezzo della nostra produzione di frutti Geova Dio si compiace pure di dare la vita ad altri sui quali ci adopera per spargere il seme e i quali divengono nello stesso modo molteplicemente fruttuosi a gloria e rivendicazione di Dio. Malgrado la prossima battaglia di Harmaghedon spazzerà e sradicherà ogni pianta empia che il nostro Padre celeste non ha piantata, essa non distruggerà i preziosi frutti della nostra giustizia nella predicazione della sua Parola e nel promuovere gli interessi del suo regno mediante Cristo. Nel tempo che ancora rimane prima di Harmaghedon possa Egli quindi continuare a coltivarci come suoi ministri e rinnovare costantemente la nostra forza per perseverare e produrre più frutto per la sua rivendicazione e la nostra propria vita eterna nel nuovo mondo! “Chi ha orecchi ascolti”. — Matt. 13:9, NM.
“Chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente”. — 2 Cor. 9:6.