Il miracolo della trasfigurazione
“No, non è stato distogliendoci per seguire false favole inventate artificiosamente che vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la presenza del nostro Signore Gesù Cristo, ma è stato coll’esser divenuti testimoni oculari della sua magnificenza. — 2 Piet. 1:16, NW.
1. Quali benefici risultati si verificano su quelli che sono privilegiati di vedere qualche cosa della gloria di Geova e di Cristo Gesù?
LA SPLENDIDA gloria di Geova può esser compresa solo nella misura in cui egli stabilisce di rivelarla. Egli può nasconderla o mostrarla, e felici sono quei suoi figliuoli che ricevono il favore di poter vedere sia pure un fuggevole barlume dello splendore divino. Una tale meravigliosa veduta incoraggia, rinforza e dona ciò che occorre per avere intendimento e fedeltà. Essa permette al servitore di Dio di superare condizioni critiche e conferma la sua speranza mentre avanza verso il nuovo mondo e la vita eterna. Nelle generazioni passate Geova rivelò la sua magnificenza in parte a Mosè, a Pietro, a Giacomo e a Giovanni, e al suo diletto Figlio, il nostro Signore Gesù. L’attento studio della parola di Geova ci permette di credere alla loro testimonianza e apprendere quindi per nostro conto intorno alla mirabile maestà e gloria del Re Eterno come è rivelata per mezzo della vita, morte, risurrezione e seconda presenza del Signore Gesù. Inoltre, con l’immeritata benignità di Geova, noi possiamo ora essere incoraggiati e rinvigoriti per compiere il servizio assegnatoci vedendo la gloria di Geova per mezzo del suo Figlio ora regnante, Cristo Gesù. Quelli che sono in questa felice condizione rendono grazie e con una buona coscienza cercano di purificarsi, conseguendo la santità e rallegrandosi con speranza.
2, 3. Spiegate perché Pietro disse di non seguire “false favole inviate artificiosamente”.
2 Notate attentamente le parole di Pietro nella sua seconda lettera, capitolo 1 (NW): “L’immeritata benignità e la pace vi siano aumentate mediante l’accurata conoscenza di Dio e di Gesù nostro Signore, poiché la sua divina potenza ci ha dato gratuitamente tutte le cose che appartengono alla vita e alla devota dedizione, per mezzo dell’accurata conoscenza di colui che ci ha chiamati con la gloria e la virtù”. (Versetti 2, 3 di 2 Pietro 1) Facendo poi una descrizione di alcune qualità che il Cristiano deve possedere, egli dice di loro: “Poiché se queste cose sono in voi e traboccano, esse v’impediranno di essere inattivi o infruttuosi riguardo all’accurata conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo”. (Vers. 8 di 2 Pietro 1) Esse non devono mai esser dimenticate, altrimenti veniamo meno e perdiamo l’entrata nel regno del nostro Signore Gesù Cristo. Uno dei modi migliori per evitare tale ‘infruttuosità’ è quello di farne continuamente menzione.
3 Enfaticamente e con molta convinzione l’apostolo continua, al versetto 15 di 2 Pietro 1: “Quindi farò tutto il possibile in ogni tempo acciocché, dopo la mia morte, voi possiate far menzione di queste cose per vostro conto”. Per confermare questo e aiutare i suoi fratelli egli ulteriormente dichiara: “No, non è stato distogliendoci per seguire false favole inventate artificiosamente,” favole che potrebbero aver avuto origine dalla mitologia pagana o da scritti apocrifi. No, Pietro non aveva inventato ingegnosamente una favola. Non c’era nessuna specie di pernicioso misticismo “artificiosamente” o ingannevolmente combinato, no, niente di insincero in ciò che aveva da dire, quando questo fedele schiavo ebbe la rivelazione della potenza e della presenza del Signore Gesù, ma essendo un testimone oculare della sua magnificenza al conferimento di “onore e gloria quando parole come queste gli furon rivolte dalla splendida gloria: ‘Questo è il mio figlio, il mio diletto, sul quale ho posto la mia approvazione.’” “Sì,” dice Pietro, “queste parole noi udimmo rivolgere dal cielo mentre eravamo con lui sul monte santo”. (Versetti 16-18 di 2 Pietro 1) Pietro qui si riferisce al miracolo della trasfigurazione, e, vedendo che ne cita il fatto per dimostrare i suoi argomenti, è molto necessario che lo comprendiamo. Traiamo profitto dalla sua considerazione e applicazione.
LA TRASFIGURAZIONE
4. Con parole vostre spiegate la trasfigurazione.
4 Ciò che effettivamente ebbe luogo è stato scritto per noi in Matteo 17:1-9, Marco 9:1-10 e Luca 9:27-36. Citiamo il racconto di Marco (NW): “Inoltre egli continuò a dir loro: ‘Veramente io vi dico: Vi sono alcuni di quelli che stanno qui che non gusteranno affatto la morte finché non abbiano visto prima il regno di Dio già venuto in potenza.’ Conformemente sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro e Giacomo e Giovanni, e li condusse su di un alto monte da soli. Ed egli fu trasfigurato davanti a loro, e le sue vesti esteriori divennero risplendenti, assai più bianche di quanto potrebbe imbiancarle qualsiasi lavatore di panni sulla terra. Ed Elia e Mosè apparvero loro, e conversavano con Gesù. E Pietro rispondendo disse a Gesù: ’Rabbi è bene che noi stiamo qui, quindi facci erigere tre tende, una per te e una per Mosè e una per Elia.’ Infatti, egli non sapeva quale risposta dovesse dare, poiché divennero abbastanza spaventati. E si formò una nuvola, coprendoli protettivamente, e una voce venne fuori dalla nuvola: ‘Questo è il mio Figlio, il diletto; ascoltatelo.’ Subitamente, però, essi guardarono intorno e non videro più alcuno con loro, eccetto Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, egli ordinò loro espressamente di non raccontare a nessuno quello che avevano visto, finché il Figlio dell’uomo non fosse risuscitato dai morti. Ed essi presero la parola a cuore, ma discussero fra di loro stessi ciò che significava questo risuscitare dai morti”.
5. Poco prima della trasfigurazione quali domande aveva rivolto Gesù ai suoi discepoli, e perché?
5 È importante osservare che ciascuno scrittore fa precedere l’avvenimento di questa notevole visione dalla domanda del nostro Signore e dalla conseguente discussione coi suoi discepoli: “‘Chi dicono gli uomini che io sono?’ Essi gli dissero: ‘Giovanni il battista, ed altri: Elia, altri ancora: Uno dei profeti.’ Ed egli fece loro la domanda: ‘Voi, però, chi dite voi che io sono?’ Rispondendo Pietro gli disse: ‘Tu sei il Cristo.’ Inoltre egli cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva subire molte sofferenze ed esser rigettato dagl’influenti anziani e dai capi sacerdoti e dagli scribi ed essere ucciso, e risuscitare tre giorni dopo.” (Mar. 8:27-29, 31, NW) Gesù insegnava qui con chiarezza che egli era il Cristo, che sarebbe morto e risuscitato e che essi avrebbero veduto il Regno al potere prima di provare la morte. I discepoli erano preparati a ciò che doveva accadere, poiché Gesù era stato così franco che non c’era da fraintendere le sue osservazioni.
6. In che modo fu adempiuta la promessa di Gesù che alcuni dei suoi discepoli non avrebbero visto la morte finché non avessero veduto prima il Figlio dell’uomo nel Regno con potenza?
6 Esattamente che cosa disse Gesù riguardo al vedere il regno di Dio? La risposta sarà chiara paragonando il breve racconto fatto dai tre diversi scrittori: “. . . non gusteranno affatto la morte finché non abbiano visto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno” (Matt. 16:28, NW); “. . . finché non abbiano visto prima il regno di Dio già venuto in potenza” (Mar. 9:1, NW); “. . . non gusteranno affatto la morte finché non vedano il regno di Dio”. (Luca 9:27, NW) L’ovvio significato è che prima ch’essi finissero il loro corso terreno dovevano vedere il Figlio dell’uomo nel suo regno con potenza. Il Signore Gesù aveva condotto Pietro, Giacomo e Giovanni con sé su di un alto monte per pregare, e mentre pregava l’apparenza del suo volto divenne diversa e le sue vesti scintillarono e rifulsero con soprannaturale splendore. Egli fu “trasfigurato” davanti a loro. Quindi la visione rivelò Elia e Mosè che conversavano con lui, ed essi pure apparivano “con gloria”. Di certo a quest’ora i tre apostoli erano aggravati dal sonno, e quando furono completamente svegli essi udirono una conversazione. Che specie di discussione poteva essere mai? Luca è il solo scrittore che ci informa: “Questi apparvero con gloria e cominciarono a parlare della sua dipartenza ch’egli era destinato a compiere a Gerusalemme”. — Luca 9:31, NW.
7. Descrivete come gli apostoli furono impressionati dalla visione.
7 Fu l’impetuoso Pietro che proruppe quindi col suggerimento che sarebbe stato bene piantare tre tende su quell’alta montagna, una ciascuna, per il Signore, per Mosè e per Elia. Mentre egli parlava ancora si formò una nuvola che cominciò a coprire il trio e “una voce dalla nuvola, disse: ‘Questo è il mio Figlio, il Diletto, che io ho approvato; ascoltatelo.’ Udendo questo i discepoli caddero sulle loro facce e furono molto spaventati. Allora Gesù si avvicinò e, toccandoli, disse: ‘Alzatevi e non abbiate paura.’ Quando levarono i loro occhi, essi non videro nessun altro eccetto lo stesso Gesù. E mentre scendevano dal monte, Gesù comandò loro, dicendo: ‘Non dite la visione ad alcuno finché il Figlio dell’uomo non sia risuscitato dai morti.’” (Matt. 17:5-9, NW) La visione aveva di certo fatto grande impressione sulla mente di Pietro, poiché trentuno anni dopo egli ne parlò cercando di imprimere nelle menti dei suoi fratelli che non aveva ‘inventato artificiosamente false favole’ ma aveva predicato loro la verità.
8. Accettò Pietro la visione come un adempimento della promessa di Gesù? Spiegate come e perché.
8 Considerando ancora il fatto Pietro si serve di questa visione della trasfigurazione riguardo alla “potenza e la presenza” del Signore Gesù Cristo, essendo stato egli stesso un testimone oculare della sua magnificenza. Fu molto evidente che ciò che gli apostoli videro recò alle loro menti concrete prove della sua potenza e della sua presenza. Pietro mostra con chiarezza che la trasfigurazione fu per lui l’adempimento della promessa di Gesù che alcuni dei suoi discepoli non avrebbero gustato la morte finché non avessero visto il Figlio dell’uomo nella sua reale potenza. Mediante questa visione essi avevano contemplato la presenza e la potenza di Gesù Cristo nella gloria del Regno, e insieme a questa erano le parole dette a Gesù dalla splendida gloria: ‘Questo è il mio Figlio, il mio diletto, sul quale ho posto la mia approvazione.’ Gli apostoli videro lo splendore, la magnificenza, e realmente udirono la voce di Geova che riconosceva dal cielo che Gesù era il diletto Figlio di Dio, identificandolo così come l’approvato e comandando loro di ‘ascoltarlo’.
9. In che modo una visione così gloriosa influirebbe su di noi oggi, e c’è da aspettarsi che vi sia una visione più grande ora?
9 I tre discepoli furono intimoriti dalla maestà di questo glorioso spettacolo. Non sarebbe qualsiasi figlio di Geova ugualmente intimorito oggi se avesse il grande onore e privilegio di vedere un tale meraviglioso spettacolo? Oltre a ciò, poi, udire effettivamente la voce di Geova dal cielo! Che cosa farebbe chiunque di noi? Senza dubbio esattamente la stessa cosa, cadrebbe sulla sua faccia nello spavento. Poiché non abbiamo visto una tale meravigliosa visione è estremamente difficile per noi comprendere tutto ciò che vi è implicato, malgrado sappiamo che questi tre uomini erano spaventati, indicando con chiarezza la potenza, convinzione e realizzazione della presenza della parola di Geova. Essa non sarebbe stata mai dimenticata da loro. Oggi noi non ci aspettiamo di scalare una letterale alta montagna e vedere una visione, simile. Tuttavia capiremo, mentre consideriamo quella scena della trasfigurazione, che i figli di Dio sulla terra oggi hanno una visione molto più grande sotto ogni rispetto. Se acquistiamo la conoscenza di Dio su queste verità esse avranno su noi lo stesso effetto, facendoci temere oggi alla presenza della voce di Dio, e mostrandoci la nostra piccolezza, la nostra completa indegnità della benevolenza o misericordia di Geova.
PAROLA E VISIONE PROFETICA
10. Quale fu la promessa della parola profetica in Deuteronomio 18:15-19?
10 Per nostro proprio benessere e incoraggiamento in questi tempi di prova avremo senza dubbio tutti il desiderio di trarre il massimo profitto dalla visione che consideriamo. Per afferrare la sua sostanza, forza e splendore si deve esaminare la parola scritta di Geova data secoli prima. Facendo questo impariamo che le Scritture Ebraiche avevano insegnato che Geova Dio avrebbe suscitato un profeta simile al maestoso Mosè, un legislatore insegnante e rappresentante di Geova, che sarebbe stato Re in Israele. “L’Eterno il tuo Dio, ti susciterà un profeta come me, in mezzo a te, d’infra i tuoi fratelli; a quello darete ascolto! . . . E l’Eterno mi disse: ‘Quello che han detto, sta bene; io susciterò loro un profeta come te, di mezzo ai loro fratelli, e porrò le mie parole nella sua bocca, ed egli dirà loro tutto quello che io gli comanderò. E avverrà che se qualcuno non darà ascolto alle mie parole ch’egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto.’” — Deut. 18:15, 17-19.
11. Spiegate alcune delle caratteristiche nelle quali Cristo è ‘simile a Mosè’.
11 La promessa che fece Dio era che ‘uno simile a Mosè sarebbe stato suscitato’, e certo ci fu una grande similitudine fra Mosè e Cristo, sin dalla nascita. Fu fatto un tentativo di distruggerli come bambini. Essi ricevettero speciale insegnamento da Geova durante i loro 40 giorni di digiuno. Furono suscitati per la liberazione del popolo di Geova dal mondo d’idolatria e falsa adorazione. Si opposero ai sacerdoti e ai rappresentanti di Satana ed innalzarono e adorarono l’unico vero Onnipotente Geova, portando così la contesa della supremazia a un vittorioso culmine. Furono entrambi ‘agnelli’ adoperati per stabilire patti che si stipularono affin di produrre un popolo speciale, un regno di sacerdoti. Tutti e due edificarono tabernacoli dove la gloria di Geova abitò con loro nei loro servizi sacerdotali. Essi furono comandanti e condottieri, ebbero nazioni sebbene senza paesi abitati, e furono riservati al servizio di Geova. Queste sono alcune delle cose nelle quali Mosè e Cristo furono simili. Davvero Cristo fu ‘uno simile a Mosè’.
12. Perché Elia sarebbe comparso nella visione del Regno?
12 Non solamente Geova si proponeva di suscitare uno simile a Mosè, uno più grande di Mosè, ma egli promise che un più grande Elia sarebbe anche venuto. “Ricordatevi della legge di Mosè, mio servo, al quale io diedi in Horeb, per tutto Israele, leggi e prescrizioni. Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno [Geova], giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore de’ figliuoli verso i padri, ond’io, venendo, non abbia a colpire il paese di sterminio”. (Mal. 4:4-6) Ora vediamo che le profezie insegnano che due grandi profeti sarebbero apparsi in avvenimenti futuri. Questo non significava necessariamente che questi due ben noti profeti dovevano apparire nella carne per adempiere queste profezie. Entrambi morirono nella fedeltà ed ora attendono la loro risurrezione.
13. Menzionate alcune delle più notevoli opere di Elia e la relazione che queste ebbero con gli avvenimenti del primo avvento.
13 Geova disse: “Io vi mando Elia, il profeta”. L’uomo Elia era stato fedele e non aveva mai dubitato di Geova ed era onorato per le sue opere di fede. Una delle grandi opere che Elia compì fu quella di condurre Israele al vero pentimento, e noi dovremmo quindi attenderci che ‘Elia a venire’ avrebbe fatto una simile specie di opera. Ai giorni di Gesù Giovanni Battista aveva completato l’opera come precursore. Inoltre questo riconciliatore operò assiduamente per volgere il popolo alla via della giustizia recando se era possibile la loro conversione. Egli ben sapeva che se non si convertivano quando giungeva il giorno dell’ira che sarebbe stata riversata essi sarebbero stati totalmente distrutti. Giovanni Battista compiva una specie di servizio simile a quello di Elia. Egli denunciò i sacerdoti che servivano il Diavolo, rimproverò il re, pronunciò un avvertimento a Israele e servì intrepidamente il grande Geova. Frattanto i capi d’Israele consideravano erroneamente il fatto della venuta di Elia come un avvenimento miracoloso.per loro, invece di rendersi conto che l’opera ch’egli doveva fare doveva effettivamente precedere il giudizio della distruzione, ed era quindi la loro ultima speranza. Fin qui, pertanto, possiamo vedere che per la fine dei giorni eran promessi due profeti, ed entrambi furono visti in questa scena della trasfigurazione.
14. Citate alcune delle promesse che Geova aveva fatte riguardo al figlio di Davide. Come le adattiamo noi nella scena della trasfigurazione?
14 “Non soltanto noi vediamo Mosè ed Elia in questa scena con le loro vesti risplendenti, ma ricordate che vi era Gesù il Cristo di Dio. Egli vi è come Il Cristo, l’unto di Geova, poiché le profezie avevano chiaramente insegnato che sarebbe venuto un figlio che sarebbe stato l’unto del Signore, e il suo regno avrebbe governato per sempre. Geova dice: “Io, dice l’Eterno [Geova], ho fatto un patto col mio eletto; ho fatto questo giuramento a Davide, mio servitore: Io stabilirò la tua progenie in eterno, ed edificherò il tuo trono per ogni età. Io renderò la sua progenie eterna, e il suo trono simile ai giorni de’ cieli. Una cosa ho giurata per la mia santità, e non mentirò a Davide: La sua progenie durerà in eterno, e il suo trono sarà davanti a me come il sole, sarà stabile in perpetuo come la luna; e il testimone ch’è nei cieli è fedele”. (Sal. 89:3, 4, 29, 35-37) “Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quand’io farò sorgere a Davide un germoglio giusto, il quale regnerà da re e prospererà, e farà ragione e giustizia nel paese”. — Ger. 23:5; si vedano anche Ger. 30:9; Ezech. 34:23, 24; 37:24.
15. Oltre ad essere il figlio di Davide che altro era Cristo? Date prove.
15 Il figlio di Davide sarebbe stato più grande di Davide, sarebbe stato il “signore” di Davide, perché egli sarebbe stato l’unto Figlio di Geova. Le qualità di figlio, re e unto son tutte collegate insieme in Salmo 2:2, 6, 7. Isaia similmente testifica rispetto alla relazione del regno e del figlio ed erede di Davide, e del Messia: “Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l’imperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora in perpetuo”. (Isa. 9:5, 6) Israele al primo avvento del nostro Signore era in attesa dell’unto di Dio, colui che doveva essere il loro re. La pietra angolare di Sion doveva esser posta e Geova avrebbe fatto questo, dal momento che è scritto: “Questo è il giorno che l’Eterno [Geova] ha fatto; . . . Benedetto colui che viene nel nome dell’Eterno [Geova]!” (Sal. 118:22-26) “Dite alla figlia di Sion: ‘Ecco! il tuo Re sta venendo a te, mansueto, e montato sopra un’asina, sì, sopra una puledra nata da una bestia da soma.’ . . . ‘Salva, preghiamo, il Figlio di Davide! Benedetto è colui che viene nel nome di Geova!’” (Matt. 21:5, 9, NW) Questo significa che non soltanto Geova aveva promesso uno più grande di Mosè e di Elia ma anche uno più grande di Davide, uno che sarebbe stato il Figlio di Dio. Questo è sostenuto dalla Bibbia alla quale noi ora rivolgiamo la nostra attenzione.
IL FIGLIO ED EREDE DI DIO
16. Date la prova scritturale per mostrare che il figlio di Davide è il Figlio proprio di Dio.
16 Al tempo della concezione di Maria l’angelo disse: “Tu hai trovato favore presso Dio; ed, ecco! concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli metterai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, ed egli sarà re sopra la casa di Giacobbe per sempre, e del suo regno non ci sarà fine. . . . Spirito santo verrà sopra di te, e potenza dell’Altissimo ti adombrerà. Per questa ragione anche, ciò che è generato sarà chiamato santo, Figlio di Dio”. (Luca 1:30-35, NW) All’effettivo tempo della nascita del figlio, l’angelo di Geova fu mandato ad annunziarlo ai pastori della campagna. “E improvvisamente l’angelo di Geova comparve presso di loro e la gloria di Geova rifulse loro intorno, ed essi ebbero molta paura. Ma l’angelo disse loro: ‘Non abbiate paura, poiché, ecco! vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché vi è nato oggi un Salvatore, che è Cristo il Signore, nella città di Davide.’” (Luca 2:9-11, NW) Abbiamo quindi il racconto della testimonianza di Simeone: “Egli non avrebbe visto la morte prima di aver veduto il Cristo di Geova . . . Questi è posto per la caduta e il rialzamento di molti in Israele e per un segno a cui si parlerà contro.’” (Luca 2:26, 34, NW) Fu proprio vero ch’egli divenne una “pietra d’inciampo” e una “roccia d’offesa” per entrambe le case d’Israele.
17-19. Come sappiamo noi che Cristo è l’erede di Dio?
17 A Giovanni Battista furono rivolte delle domande dagli Ebrei, mediante i loro sacerdoti e Leviti: “‘Chi sei tu?’ . . . ‘Io non sono il Cristo.’ ‘Che cosa, dunque? Sei tu Elia?’ ‘Non lo sono.’ ‘Sei tu Il Profeta?’ . . . ‘No!’ ‘Perché, dunque, battezzi se tu stesso non sei il Cristo o Elia o Il Profeta?’” (Giov. 1:19-25, NW) Notate qui come i medesimi tre son messi insieme. Natanaele espresse il pensiero concisamente con una frase: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il Re d’Israele”. (Giov. 1:49, NW) Siccome Gesù era il Figlio di Dio egli era il suo erede di quelle cose che Geova aveva promesse. Certo era di più di un figlio ed erede di Davide. Gesù chiese agli Ebrei: “‘Che ne pensate del Cristo? Di chi è egli figlio?’ Essi gli dissero: ‘Di Davide.’ Egli disse loro: ‘Com’è, dunque, che Davide per ispirazione lo chiama “Signore”, dicendo: “Geova ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi’”? Se, perciò, Davide lo chiama “Signore”, com’è egli suo figlio?’” (Matt. 22:42-45, NW) “Così la Parola è divenuta carne e ha risieduto fra noi, e noi abbiamo avuto una visione della sua gloria, una gloria come quella che appartiene a un unigenito figlio da parte di un padre”. (Giov. 1:14, NW) “Io l’ho visto e ho reso testimonianza che costui è il Figlio di Dio”. (Giov. 1:34, NW) Al tempo del battesimo egli è riconosciuto da Geova come suo Figlio, “E venne una voce dal cielo: ‘Tu sei il mio Figlio, il diletto; io ti ho approvato.’” — Luca 3:22, NW.
18 Ulteriore prova è fornita dagli scritti di Paolo agli Ebrei: “Iddio, che molto tempo fa parlò in molte occasioni e in molte maniere ai nostri antenati per mezzo dei profeti, ha alla fine di questi giorni parlato a noi per mezzo di un Figlio, ch’egli ha costituito erede di tutte le cose”. (Ebr. 1:1, 2, NW) Abbiamo inoltre l’illustrazione che fece Gesù: “‘Manderò il mio diletto figlio. Forse rispetteranno questo. Quando i coltivatori lo videro cominciarono a ragionare tra loro, dicendo: ‘Questo è l’erede; uccidiamolo, affinché l’eredità divenga nostra.’” (Luca 20:13, 14, NW) Essendo stabilito da questo racconto, non c’è dubbio che l’identificato come Figlio di Dio è l’erede del mondo il cui regno durerà per sempre.
19 Riassumendo ciò che è implicato nella trasfigurazione possiamo vedere (1) che Mosè prefigurò uno che doveva venire dopo di lui il quale sarà un più grande capo, legislatore, liberatore e re per Israele; (2) che Elia, che fu uno dei più grandi dei profeti, prefigura una più grande persona avvenire che adempirà determinate opere in relazione col re e col regno del potere di Dio; (3) la promessa del Messia che è il Cristo di Dio, colui che Dio ha scelto e approvato, unto per esser re e sacerdote; e (4) Gesù Cristo il Figlio di Geova Dio ed erede del Regno e del nuovo mondo.