Chi sarà risuscitato dai morti?
“Che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè”. — Luca 20:37.
1. (a) Chi fu il promesso Profeta più grande di Mosè? (b) Come possiamo paragonare Mosè al Profeta più grande in quanto al soggetto della risurrezione?
IL PROFETA Mosè di trentacinque secoli fa prefigurò un profeta ancora più grande che sarebbe sorto dalla razza di Mosè. Questo lo disse l’Iddio Onnipotente a Mosè stesso. (Deut. 18:17-19) Diciannove secoli fa, o nel primo secolo dell’Èra Volgare, quel promesso profeta che doveva essere più grande di Mosè fu identificato in un uomo che compì miracoli più grandi di quelli di Mosè, un uomo che venne nel nome dello stesso Dio di Mosè, un uomo della razza di Mosè che si chiamò Gesù Cristo. Molti che lo udirono parlare dissero: “Questo è di certo Il Profeta”. (Giov. 7:40) Nel tempio di Gerusalemme fu proclamato come tale Profeta, e anche davanti alla Suprema Corte religiosa di Gerusalemme. (Atti 3:22-26; 7:37, 38, 52) Molto appropriatamente, dunque, se Mosè rivelò una cosa meravigliosa come la risurrezione o il fatto che i morti siano destati, Gesù Cristo quale Profeta come Mosè ma più grande di Mosè avrebbe avuto molto da dire circa la risurrezione dei morti. Effettivamente, disse molto in merito ad essa. Infatti, egli stesso ebbe la risurrezione dai morti.
2, 3. Perché in Matteo 11:20-24, Gesù biasimò Corazin, Betsaida e Capernaum?
2 In un’occasione dell’anno 31 dell’Èra Volgare questo profeta più grande di Mosè menzionò antichi popoli e abitanti di antiche città e indicò qualcosa circa il loro futuro. Parlò delle città di Tiro, Sidone e Sodoma. A questo proposito leggiamo:
3 “Quindi egli cominciò a biasimare le città nelle quali era stata fatta la maggioranza delle sue opere potenti, perché non si erano pentite: ‘Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! perché se le opere potenti che sono state fatte in voi fossero state fatte in Tiro e Sidone, si sarebbero da tempo pentite in sacco e cenere. Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per Tiro e Sidone che per voi. E tu, Capernaum, sarai forse esaltata fino al cielo? Tu scenderai nell’Ades; perché se le opere potenti che sono state fatte in te, fossero state fatte in Sodoma, sarebbe rimasta fino a questo giorno. Perciò vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma che per te’”. — Matt. 11:20-24; Luca 10:11-15.
4, 5. (a) Con queste parole sosteneva Gesù che le pagane Tiro e Sidone non avranno la risurrezione dai morti? (b) Che cosa indica Ezechiele 32:21-30 per gli abitanti di Tiro e Sidone?
4 Ora sorge la domanda: Gli abitanti di quelle antiche città avranno la risurrezione dai morti? Dobbiamo forse intendere che Gesù volesse dire che nel Giorno del Giudizio non sarà affatto sopportabile per gli abitanti delle pagane Tiro e Sidone solo perché erano pagani e quindi non avranno affatto la risurrezione? Ma supponiamo che gli abitanti di Tiro e Sidone siano risuscitati e che nel Giorno del Giudizio sia più sopportabile per loro che per le giudaiche Corazin e Betsaida. Poiché i Giudei di Corazin e Betsaida nel Giorno del Giudizio avranno una prospettiva ancora meno favorevole, significa ciò che non avranno affatto nessuna opportunità e che quindi non avranno risurrezione?
5 In altre parole, dovremmo intendere che le parole di Gesù significhino che gli abitanti delle giudaiche Corazin e Betsaida non avranno la risurrezione dai morti più di quanto non l’avranno gli abitanti delle pagane Tiro e Sidone? No! Al contrario, Ezechiele 32:21-30 ci dice chiaramente che gli abitanti pagani di Sidone sono nello Sceol o Ades, non nella Geenna. Quindi hanno la prospettiva della risurrezione quando la morte e l’Ades daranno i morti nel Giorno del Giudizio. (Riv. 20:11-15) La città di Tiro era una colonia di Sidone. Anche i suoi cittadini morti sono nell’Ades.
6. Perché è ragionevole che gli abitanti di Tiro e Sidone tornino in vita mediante la risurrezione?
6 È solo ragionevole che gli abitanti di Tiro e Sidone siano nello Sceol o Ades e debbano tornare in vita mediante la risurrezione. Perché? Perché Gesù mostra chiaramente che essi non erano arrivati alla condizione religiosa dove non fosse possibile pentirsi e volgersi alla giustizia di Dio. Non hanno ancora ricevuto la piena testimonianza riguardo a Geova Dio e al suo regno di salvezza. Se avessero ricevuto l’opportunità che ricevettero Corazin e Betsaida, ‘si sarebbero da tempo pentiti in sacco e cenere’. Non sono arrivati alla condizione religiosa descritta in Ebrei 6:4-6, dove “è impossibile . . . [che] siano di nuovo ravvivati a pentimento”.
7. Quale opportunità darà la risurrezione agli abitanti delle antiche Tiro e Sidone?
7 La risurrezione degli abitanti di Sidone e Tiro nel Giorno del Giudizio darà loro l’opportunità di ricevere piena testimonianza mediante il regno di Dio retto da Cristo Gesù. Allora potranno pentirsi sinceramente, per così dire “in sacco e cenere”, non con la speranza della vita nel celeste regno di Dio ma con la speranza della vita eterna sulla terra trasformata ovunque in Paradiso.
8. Per quanto tempo esistette Sodoma, e perché non dovremmo sostenere che non vi sia risurrezione per Capernaum più di quanto vi sia per Sodoma?
8 Che diremo dunque degli abitanti dell’antica Sodoma, la quale, con la vicina città di Gomorra, esistette solo fino al tempo in cui Dio fece piovere fuoco e zolfo dal cielo e distrusse Sodoma e le città vicine? Sosterremo forse che nel Giorno del Giudizio non sarà affatto sopportabile per Sodoma e quindi nel Giorno del Giudizio non sarà sopportabile per la città di Capernaum ancora più responsabile, e che quindi non vi sarà risurrezione per Capernaum più di quanto non vi sia per Sodoma? No! Perché no? Perché Gesù pose Sodoma sullo stesso piano di Tiro e Sidone o parallelamente ad esse.
9. (a) Come sappiamo se gli abitanti di Sodoma avevano oltrepassato la condizione spirituale di pentimento? (b) Come parla Ezechiele 16:46-61 riguardo a Sodoma?
9 Come nel caso di Tiro e Sidone, Gesù mostrò che Sodoma, per quanto malvagia fosse, non era arrivata al punto di non potersi pentire. Per questo Gesù disse che, se le opere potenti che erano state fatte a Capernaum fossero state fatte a Sodoma, essa “sarebbe rimasta” fino ai giorni di Gesù. E a questo proposito Gesù disse che Capernaum, la quale era stata esaltata in senso spirituale fino al cielo, sarebbe stata abbassata nell’Ades, non nella Geenna. Il cielo rappresenta l’altezza e l’Ades o Sceol la profondità; e facendo questo contrasto Gesù volle dire che Capernaum avrebbe subìto la più bassa degradazione. Benché fosse altamente favorita da Gesù, oggi quella città non esiste più di quanto esista Sodoma. Ma se Sodoma avesse avuto l’opportunità di Capernaum, a Sodoma vi sarebbero state dieci o più persone giuste ed essa avrebbe continuato ad esistere per millenovecento anni fino ai giorni di Gesù e oltre. Pertanto la guarigione spirituale dei morti di Sodoma non è senza speranza. (Gen. 18:22-32) Ezechiele 16:46-61 parla con speranza di persone paragonate agli antichi Sodomiti.
10. Quando mandò a predicare i suoi discepoli, che cosa disse Gesù riguardo a Sodoma e Gomorra, e perché?
10 Quando Gesù mandò i suoi discepoli a predicare il regno di Dio alle “pecore smarrite della casa d’Israele”, disse loro: “Ovunque qualcuno non vi riceva o non ascolti le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città scuotete la polvere dai vostri piedi. Veramente vi dico: Nel Giorno del Giudizio sarà più sopportabile per il paese di Sodoma e Gomorra che per quella città”. (Matt. 10:14, 15; Luca 10:10-12) Perché questo? Perché Sodoma e Gomorra non ricevettero una simile testimonianza riguardo al regno di Dio.
11. Fino a che punto Sodoma ricevette testimonianza, specialmente in paragone a quella data a Capernaum?
11 È vero che il nipote di Abraamo, Lot, andò ad abitare a Sodoma, ma Lot non aveva il messaggio del Regno e non poteva annunciarlo ad essa. Fidanzò persino le sue due figlie a due uomini di Sodoma perché li sposassero. È vero che due angeli di Geova visitarono la città di Sodoma, ma questo solo per trascorrervi la notte e per ispezionare direttamente la città, ma non per predicare a Sodoma il regno di Dio. Ciò che accadde quella notte agli angeli mostrò effettivamente la bassa degradazione degli uomini di Sodoma. Ma a Sodoma non fu predicato nessun messaggio di pentimento e di conversione e di salvezza eterna. Solo i futuri generi di Lot furono avvertiti dell’imminente disastro. Evidentemente essi non ricevettero una testimonianza del Regno simile a quella che ricevette la città di Capernaum ai giorni di Gesù e degli apostoli. — Gen. 13:12, 13; 19:1-29.
FIGURA PROFETICA
12, 13. (a) In quale generale sfavorevole circostanza erano quei Sodomiti, ma quale città fu spiritualmente peggiore di loro? (b) Alla luce di 2 Pietro 2:6-10, quali domande sorgono circa la distruzione di Sodoma?
12 Gli angeli di Geova Dio non trovarono neppure dieci uomini giusti, per non parlare di donne giuste, a Sodoma. Gli abitanti di Sodoma erano Cananei e quindi erano sotto la maledizione pronunciata dal patriarca Noè sul loro antenato Canaan. (Gen. 9:20-25; 10:19) Ma, relativamente parlando, la città di Capernaum ai giorni di Gesù era molto peggiore in senso spirituale ed era più condannabile di Sodoma. Ebbene, dunque, la distruzione degli abitanti di Sodoma mediante fuoco e zolfo piovuto dal cielo fu una distruzione eterna? O raffigurò l’eterna distruzione degli uomini che violano i princìpi dello stesso genere ma in proporzioni più biasimevoli? Che cosa dice di ciò 2 Pietro 2:6-10? Leggiamo:
13 “Riducendo le città di Sodoma e Gomorra in cenere le condannò, ponendo per gli empi un modello di cose avvenire; e liberò il giusto Lot, che era grandemente afflitto dalla condotta dissoluta di persone che sfidavano la legge — poiché quel giusto, per ciò che vedeva e udiva mentre dimorava fra loro, si tormentava di giorno in giorno l’anima giusta a causa delle loro opere illegali — Geova sa liberare le persone di santa devozione dalla prova, ma riservare gli ingiusti al giorno del giudizio perché siano stroncati [o siano repressi], specialmente, comunque, quelli che vanno dietro alla carne col desiderio di contaminarla e che disprezzano la signoria”. — NM, nota in calce, edizione inglese del 1950.
14. Fino a che punto fu salvato Lot, e in che modo la distruzione di Sodoma doveva servire da modello?
14 Lot fu salvato dalla distruzione di Sodoma, ma egli non è ancora completamente salvato alla vita eterna sotto il regno di Dio. A tale scopo ha bisogno della risurrezione. Ora si noti che 2 Pietro 2:6 dice che la distruzione di Sodoma e Gomorra fu solo un “modello”, pieno di istruzione per i cristiani devoti su ciò che sarebbe accaduto loro se fossero rimasti fedeli a Geova Dio e su ciò che sarebbe accaduto loro sicuramente se avessero seguìto una condotta simile a quella degli abitanti di Sodoma e Gomorra.
15. (a) Dice Pietro che gli abitanti di Sodoma e Gomorra furono distrutti per sempre? (b) In 2 Pietro 2:12, 13, chi dice Pietro che sarà distrutto per sempre, e perché?
15 Quei Sodomiti erano forse peggiori del resto dei Cananei? No; non secondo Levitico 18:21-28. E Pietro non dice che i Sodomiti e i Gomorrei fossero distrutti per sempre. Comunque, i cristiani dedicati, essendo in una posizione di maggiore responsabilità rispetto a quella di Sodoma e Gomorra, sì, di maggiore responsabilità rispetto a quella dell’incredula Capernaum, sarebbero distrutti per sempre. Quindi 2 Pietro 2:12, 13 dice riguardo ai dedicati, battezzati cristiani che si corrompono: “Questi uomini, come animali irragionevoli nati secondo natura per esser presi e distrutti, subiranno, nelle cose delle quali sono ignoranti e parlano ingiuriosamente, la distruzione nel proprio corso di distruzione, recando su di sé il male quale ricompensa del male che fanno”. Subiscono la distruzione simile a quella degli animali inferiori.
16, 17. Come si devono intendere le parole di Giuda 7 in armonia con quelle di 2 Pietro 2:6 riguardo a Sodoma e Gomorra?
16 Sodoma e Gomorra furono spazzate via per sempre come città; come città non rimasero fino ai giorni di Gesù. Ma che dire degli abitanti distrutti di queste città? Dobbiamo tenere presenti le suddette parole dell’apostolo cristiano Pietro mentre ora leggiamo le seguenti parole: “E anche Sodoma e Gomorra e le città vicine, dopo avere nella stessa maniera delle suddette commesso fornicazione in eccesso ed essere andate dietro alla carne per uso non naturale, ci son poste davanti come esempio ammonitore, subendo la punizione giudiziaria del fuoco eterno”. — Giuda 7.
17 Così gli abitanti di Sodoma e Gomorra divennero un “esempio ammonitore”, perché non fu loro permesso di continuare ad esistere fino ai giorni di Gesù Cristo e di Pietro e Giuda e degli altri discepoli. Non che gli abitanti di Sodoma e Gomorra fossero condannati alla Geenna e fossero scagliati nel “lago che brucia con fuoco e zolfo”; ma divennero un esempio ammonitore per gli infedeli cristiani (“empi”) che saranno puniti giudiziariamente col “fuoco eterno” o distruzione eterna. — Riv. 20:14, 15; 21:8; 2 Piet. 2:6.
18. In che modo i cristiani che diventano “empi” subiscono una punizione più severa di quella degli abitanti di Sodoma e Gomorra?
18 Gli abitanti di Sodoma e Gomorra furono giustiziati direttamente dall’angelo di Dio mediante fuoco misto a zolfo, i cui effetti sui Sodomiti e sui Gomorrei son continuati per circa duemila anni fino ai giorni di Gesù e Pietro e Giuda. Così essi non ebbero l’opportunità che ebbero i cittadini della giudaica Capernaum ai giorni di Gesù. Comunque, i dedicati cristiani che diventano infedeli e imitano quelle persone dell’antichità subiranno una punizione “più severa”, la distruzione eterna simboleggiata dal “fuoco eterno”. — Ebr. 10:29.
19. (a) Contro che cosa, perciò, Pietro e Giuda ammonivano i cristiani? (b) Di quale “primaria dottrina intorno al Cristo” perdono l’apprezzamento i cristiani infedeli, secondo Ebrei 6:1-8?
19 Coi loro scritti sia Pietro che Giuda ammonivano i cristiani di non essere soggetti al “giudizio della Geenna” e di essere così condannati alla distruzione eterna. Questo significherebbe che dopo morti non avrebbero risurrezione. Colui che scrisse agli Ebrei cristianizzati ci dà ulteriori informazioni sulla ragione per cui il cristiano infedele è condannato alla distruzione senza speranza di risurrezione. Ebrei 6:1-8 spiega che i cristiani che rifiutano di ‘avanzare verso la maturità’ perdono l’apprezzamento anche per gli insegnamenti fondamentali, “la dottrina primaria intorno al Cristo”, come “il pentimento dalle opere morte e la fede verso Dio, l’insegnamento di battesimi e l’imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno”. Questa è una ragione essenziale per ‘avanzare verso la maturità’. Perché?
20. Perché, secondo Ebrei 6:4-8, i cristiani dovrebbero ‘avanzare verso la maturità’?
20 “Poiché è impossibile che quelli che sono stati una volta per sempre illuminati, e che han gustato il gratuito dono celeste, e che son divenuti partecipi dello spirito santo, e che hanno gustato l’eccellente parola di Dio e le potenze del sistema di cose avvenire, ma che si sono allontanati, siano di nuovo ravvivati a pentimento, perché mettono di nuovo al palo il Figlio di Dio per loro conto e lo espongono a pubblica vergogna. Per esempio, la terra che beve la pioggia che spesso viene su di essa, e che quindi produce vegetazione utile a quelli per i quali è anche coltivata, riceve in cambio una benedizione da Dio. Ma se produce spine e triboli, è rigettata ed è presso ad esser maledetta; e finisce con l’esser bruciata”. — Ebr. 6:4-8.
21. Quale peccato commettono infine volontariamente tali cristiani, e perché la risurrezione sarebbe sprecata per loro?
21 Tali cristiani “partecipi dello spirito santo” che si allontanano peccano infine deliberatamente contro lo spirito santo, consapevolmente, e perciò si induriscono per non pentirsi mai. Tale peccato contro lo spirito santo fu menzionato da Gesù Cristo ai Giudei che male interpretarono malignamente l’operato del santo spirito di Dio per mezzo di lui. Gesù disse: “Per questo vi dico: Ogni peccato e ogni bestemmia saranno perdonati agli uomini, ma la bestemmia contro lo spirito non sarà perdonata. Per esempio, a chiunque dica una parola contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo spirito santo non sarà perdonato, no, né nell’attuale sistema di cose né in quello avvenire”. (Matt. 12:31, 32) Quindi non si otterrebbe nulla e si sprecherebbe l’opportunità risuscitando questi alla vita nel sistema di cose avvenire sotto il regno di Dio.
22. Perché, secondo Ebrei 10:26-31, i cristiani devono radunarsi regolarmente per edificarsi gli uni gli altri?
22 I veri cristiani vogliono evitare di divenire soggetti al “giudizio della Geenna”. Perciò devono radunarsi regolarmente e incoraggiarsi l’un l’altro ed edificarsi l’un l’altro spiritualmente. Perché? Ebrei 10:26-31 risponde: “Poiché se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio e vi è un’ardente gelosia [da parte di Dio] che consumerà quelli in opposizione. Chi ha trascurato la legge di Mosè muore senza compassione, sulla testimonianza di due o tre. Di quanto più severa punizione pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà stimato come di valore comune il sangue del patto mediante il quale fu santificato, e che avrà oltraggiato lo spirito dell’immeritata benignità con disprezzo? Poiché conosciamo colui che disse: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò’; e di nuovo: ‘Geova giudicherà il suo popolo’. È pauroso cadere nelle mani dell’Iddio vivente”.
“QUANTO PIÙ SEVERA”?
23. Quanto è più severa la punizione degli infedeli cristiani di quella dei Giudei che trascurarono la legge di Mosè?
23 Gesù Cristo non morirà di nuovo per quelli che, come cristiani, sono stati illuminati con l’accurata conoscenza della verità ma che dopo peccano volontariamente. Questi rinnegano il Figlio stesso di Dio, Gesù Cristo, e considerano il sangue di Gesù come se non avesse più valore del sangue di qualsiasi altro uomo per redimere e santificare e convalidare patti. Così, quando rigettano il perfetto sacrificio umano di Gesù, quale sacrificio rimane loro da offrire a Dio per cancellare il loro peccato volontario? Nessuno! Quindi alla morte sono condannati alla Geenna, al “lago di fuoco” o “seconda morte”. Non vanno nell’Ades o Sceol da cui è possibile la risurrezione. Così la loro punizione è “più severa” di quella degli Israeliti che furono messi a morte “senza compassione” per aver trascurato la legge di Mosè, che fu solo una figura profetica di Gesù Cristo.
24. In quale risurrezione speravano dapprima tali cristiani, ma che cosa subiscono alla morte?
24 Perciò il cristiano che pecca volontariamente non avrà risurrezione. La risurrezione in cui dapprima sperava come figlio di Dio generato dallo spirito era la “prima risurrezione”, quella dei 144.000 discepoli che ottengono la vita nei cieli invisibili come coeredi del Re e Sacerdote Gesù Cristo. Ma il peccato volontario e imperdonabile cancella ogni possibilità di tale risurrezione alla gloriosa vita celeste. Alla morte nella carne questi riceve l’eterna distruzione per mano “dell’Iddio vivente”.
25, 26. (a) Perché, malgrado non fosse generato alla Pentecoste del 33 d. C. a una speranza celeste, Giuda Iscariota ricevette tale “più severa” punizione? (b) Dove andò Giuda Iscariota alla morte, e perché?
25 Giuda Iscariota fu un cristiano che cadde nelle mani dell’Iddio vivente e fu ricompensato con la “più severa” punizione della distruzione eterna. Giuda non visse fino al giorno di Pentecoste del 33 dell’Èra Volgare per essere battezzato con lo spirito santo e generato dall’Iddio Padre ad una speranza celeste. Tuttavia, era stato scelto per essere apostolo di Gesù Cristo e aveva ricevuto speciali poteri mediante lo spirito santo quando fu mandato con gli altri undici apostoli nell’opera di predicazione. (Matt. 10:1-8) Ma Giuda tradì il suo Salvatore Gesù Cristo, non per ottenere la salvezza eterna ma per ottenere trenta pezzi d’argento dai nemici assassini del suo Maestro.
26 Giuda Iscariota fece un affare con quelli che Gesù disse facevano proseliti soggetti alla Geenna il doppio di loro stessi, e che erano essi stessi soggetti al “giudizio della Geenna”. (Matt. 23:15, 33) Giuda rigettò l’“Agnello di Dio” sacrificato. Pertanto non ha nessun sacrificio da offrire per il suo peccato volontario. Logicamente divenne “figlio di distruzione”. Quando commise suicidio, andò nella Geenna. Non avrà risurrezione, nemmeno nella carne sulla terra. — Giov. 6:70, 71; 17:12.
27-29. (a) Chi è l’altro “figlio della distruzione” di cui parla Paolo? (b) Che cosa dice Paolo di lui in 2 Tessalonicesi 2:3-12?
27 Oltre a Giuda, vi è un altro “figlio della distruzione” di cui parla l’apostolo Paolo. Non è un individuo come Giuda Iscariota; è una classe di cristiani professanti, comparsi sulla scena dalla Pentecoste del 33 d. C. e particolarmente dopo la morte dei dodici fedeli apostoli di Gesù Cristo. Questa classe, chiamata “il figlio della distruzione”, è costituita di professanti capi cristiani che si sono allontanati dalle vere dottrine cristiane insegnate nella Sacra Bibbia e che sono divenuti trasgressori della legge di Dio benché pretendano d’essere ancora seguaci di suo Figlio Gesù Cristo. Si sono organizzati formando il clero religioso della cristianità, che oggi è la parte predominante di Babilonia la Grande (l’impero mondiale della falsa religione). In 2 Tessalonicesi 2:3-12 Paolo ci avverte in merito a questo “figlio della distruzione”:
28 “Nessuno vi seduca in alcuna maniera, perché esso non verrà se prima non viene l’apostasia e non è rivelato l’uomo dell’illegalità, il figlio della distruzione. Egli si pone in opposizione e s’innalza al di sopra di chiunque è chiamato ‘dio’ o oggetto di riverenza, così che si mette a sedere nel tempio del Dio, mostrando pubblicamente d’essere un dio. Non ricordate che, mentre ero ancora con voi, vi dicevo queste cose? Ed ora sapete ciò che agisce da restrizione, in vista della sua rivelazione al proprio tempo.
29 “Infatti, il mistero di questa illegalità è già all’opera; ma solo finché colui che ora agisce da restrizione non sia tolto di mezzo. Allora, in realtà, sarà rivelato l’illegale, che il Signore Gesù sopprimerà con lo spirito della sua bocca e ridurrà a nulla mediante la manifestazione della sua presenza. Ma la presenza dell’illegale è secondo l’operazione di Satana con ogni opera potente, e segni e portenti di menzogna, e con ogni ingiusto inganno per quelli che periscono, quale retribuzione perché non hanno accettato l’amore della verità affinché fossero salvati. E per questo Dio fa andare da loro un’operazione d’errore, affinché credano alla menzogna, onde sian tutti giudicati perché non hanno creduto alla verità ma han preso piacere nell’ingiustizia”.
30. Com’è evidente contro chi è l’“illegalità” di questo “figlio della distruzione”, e fino a quando fu tenuto a freno?
30 L’illegalità di questo composto “uomo dell’illegalità” o “uomo del peccato” (Na; VR; Ri) è contro l’Altissimo Dio. Ciò è evidente dal fatto che questo illegale cerca di esaltarsi al di sopra di ogni cosa riverita come dio. Cerca persino di prendere il posto del vero Dio nel suo tempio spirituale. Questo illegale vuole per sé l’adorazione e la riverenza, e spinge da parte la Sacra Bibbia di Dio favorendo le tradizioni religiose e le dottrine pagane. È pieno di inganno religioso ed è lo strumento volontario di Satana il Diavolo, l’originale bugiardo. Questo illegale fu tenuto a freno sino alla morte dei dodici fedeli apostoli. Dopo ciò si spinse avanti più facilmente e accrebbe il suo potere su quelli che asserivano d’essere cristiani.
31. (a) Perché il nome “figlio della distruzione” è appropriato a lui? (b) Perché non è strano che il clero della cristianità si opponga al messaggio del Regno?
31 Comunque, il Signore Gesù, durante la sua presenza nel regno celeste, farà sparire questo illegale e lo ridurrà a nulla. Distruggerà completamente questo illegale, ragione per cui è chiamato “figlio della distruzione”. Coloro che hanno fatto parte di questo “uomo dell’illegalità” negli scorsi diciannove secoli sono giudicati avversamente e condannati alla Geenna man mano che muoiono. Non avranno nessuna risurrezione più di quanto l’abbia quell’altro “figlio di distruzione”, cioè Giuda Iscariota. Semplicemente essi non amano la verità che conduce alla salvezza. Quindi credono alla menzogna e persistono nel diffondere l’errore. Non è dunque strano che il clero della cristianità si opponga al messianico regno di Dio e ne perseguiti i messaggeri. Quando Babilonia la Grande sarà distrutta per sempre, questo “uomo dell’illegalità” sarà pure giustiziato col “giudizio della Geenna”.
“QUELLO SCHIAVO MALVAGIO”
32. Nella parabola dei servitori in Matteo 24:45-51, quale altro gruppo di cristiani professanti sarà condannato alla distruzione?
32 Un altro gruppo che si dichiara cristiano il quale riceverà la stessa condanna dell’“uomo dell’illegalità” è il gruppo che Gesù chiamò profeticamente “malvagio servitore” o “quello schiavo malvagio”. (Matt. 24:48-51, VR; NM; Luca 12:45, 46) Questi sono dedicati e battezzati cristiani che sono stati generati dallo spirito di Dio per nutrire una speranza celeste e che sono stati associati alla fedele congregazione cristiana che Gesù chiamò “servitore fedele e prudente” o “schiavo fedele e discreto”. (Matt. 24:45-47, VR; NM) Comunque, la classe dello “schiavo malvagio” diventa ribelle e cerca di amministrare gli interessi del Signore secondo il proprio piacere e si serve secondo il proprio desiderio carnale e maltratta quelli della classe dello “schiavo fedele e discreto”.
33. (a) Perché la classe dello “schiavo malvagio” è più biasimevole degli ipocriti fuori della casa del Signore? (b) Con quali altre classi descritte nelle parabole di Gesù è identificato questo schiavo?
33 Il Signore Gesù Cristo sorprende lo “schiavo malvagio” mentre tiene questa cattiva condotta. Lo punisce “con la massima severità” e lo mette fuori di casa e in mezzo agli ipocriti religiosi, dei quali fa parte questa classe dello “schiavo malvagio”. Poiché è stata nella vera casa del Signore e le sono state affidate le sue preziose cose spirituali, questa classe di cristiani dello “schiavo malvagio” è ancora più biasimevole degli ipocriti fuori della casa. Sono anche colpevoli di aver tradito i loro fedeli fratelli cristiani, come Giuda Iscariota tradì il Signore Gesù Cristo. Non avranno risurrezione più di quanto non l’avrà Giuda. Identico alla classe dello “schiavo malvagio” o incluso in essa è lo “schiavo malvagio e pigro” avente un talento del suo Signore, descritto nella parabola di Gesù in Matteo 25:15, 16, 22-30; e lo “schiavo malvagio” che rifiutò di negoziare con la mina del suo Signore, descritto da Gesù in Luca 19:13, 20-27. La Sacra Bibbia non dà a questi nessuna speranza di risurrezione alla vita celeste.