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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1962 | 15 febbraio
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Domande dai lettori
● Non è errato l’uso del termine “cubito” in Matteo 6:27, nella Traduzione del Nuovo Mondo,a dato che la durata di una vita non si può misurare in cubiti? — J. B., Stati Uniti.
Matteo 6:27 dice: “Chi di voi essendo ansioso può aggiungere un cubito alla durata della sua vita?” La parola greca usata in questo versetto è pekhus, che letteralmente significa avambraccio, su cui si basava il cubito, ed è quindi la parola greca corrispondente a cubito. Luca usò la stessa parola quando riportò queste parole di Gesù, e Giovanni la usò per dire a quale distanza dalla spiaggia erano i discepoli allorché presero una grande retata di pesce, quando Gesù apparve loro dopo la sua risurrezione. È usata la stessa parola per indicare le misure della città santa, Gerusalemme. — Luca 12:25; Giov. 21:8; Apoc. 21:17.
È ovvio che il termine pekhus ha il significato di lunghezza. Gesù, usando questo termine nel suo sermone del monte, non parlava della statura del corpo o della sua altezza, poiché questa non è normalmente una ragione d’ansietà. Piuttosto si riferiva al prolungare la propria vita. La vita si misura in base alla sua lunghezza, com’è indicato dall’uso della frase “durata della vita” nella Traduzione del Nuovo Mondo. Quindi una misura di lunghezza, cioè un cubito, che era circa quarantacinque centimetri, è molto appropriata e, paragonata alla lunghezza della vita, sarebbe certamente molto corta. Questo è il ragionamento che Gesù faceva: essendo ansiosi non potete prolungare la durata della vostra vita nemmeno di quarantacinque centimetri. Ma aggiungere quarantacinque centimetri alla propria statura sarebbe fenomenale, farebbe d’una persona un gigante, in paragone con altre.
È interessante notare che Una Traduzione Americana,b di Smith e Goodspeed, traduce Matteo 6:27 come segue: “Ma chi di voi con tutta la sua preoccupazione può aggiungere una sola ora alla sua vita?” La Versione Standard Rivedutac del 1952 traduce il versetto: “E chi di voi essendo ansioso può aggiungere un cubito alla durata della sua vita?” La Versione Spencer,d cattolica romana, dice: “Eppure chi fra voi, con pensiero ansioso, può aggiungere un solo palmo alla sua vita?” Una moderna traduzione americana di C. Williams traduce liberamente le parole di Gesù in questo modo: “Ma chi di voi preoccupandosi può aggiungere un solo minuto alla sua vita?” Una nota in calce dice: “La parola significa misura o tempo; ivi tempo”. E The Diaglott, versione greca interlineare, dice: “Inoltre, chi di voi, essendo ansioso, può prolungare la sua vita di un momento?” La traduzione interlineare parola per parola dice: “Chi e di voi essendo molto prudente può aggiungere alla età di lui palmo uno?”
È chiaro, in base a ciò che precede, che Matteo 6:27 è tradotto correttamente nella Traduzione del Nuovo Mondo.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1962 | 15 febbraio
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Domande dai lettori
● Il libro “Sia fatta la tua volontà in terra”, a yw pagina 119, dichiara che i Persiani subirono una sconfitta militare alle Termopili. Altre fonti indicano che in questa battaglia furono sconfitti i Greci. In base a che cosa viene fatta tale dichiarazione nel libro? — N. K., U.S.A.
Riguardo alla sconfitta militare subìta dai Persiani alle Termopili ai giorni di Serse I di Persia, l’Encyclopedia Americana dice al termine Termopili: “Viene generalmente seguìto il racconto fatto da Erodoto intorno a questa battaglia. Serse, beffandosi del numero dei difensori ellenici (5.200 senza contare i Locresi, il cui numero non è noto), mandò contro di loro i Medi e i Cissi con l’ordine di farli prigionieri e condurli dinanzi a lui. Quando, dopo un giorno di combattimento, non vi riuscirono, furono mandati 10.000 uomini scelti, chiamati gli “Immortali”; ma messi in posizione di svantaggio dalle loro corte lance, non seppero tener testa agli Elleni, di cui pochi caddero, mentre i Persiani subirono notevoli perdite entrambi i giorni. Serse era ora in grande perplessità, quando Efialte, del popolo dei Mali, venne ‘a dirgli del sentiero che conduceva al monte delle Termopili’. I Persiani arrivarono alle spalle delle Termopili poco dopo mezzogiorno del terzo giorno”. Solo servendosi di questo sentiero e piombando alle spalle dei difensori delle Termopili i Persiani poterono sopraffarli. In tal modo occuparono il passo, ma questo costò loro enormi perdite. Fu in realtà un disastro militare. Naturalmente la battaglia decisiva fu quella che si combatté a Platea, in Grecia, il 22 settembre del 479 a.C. Ma questa battaglia, che decise le loro sorti e costrinse i Persiani ad abbandonare la Grecia, non è così famosa o comunemente
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