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FrassinoAusiliario per capire la Bibbia
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è incluso fra gli stessi alberi e fa parte della “gloria del Libano”. L’identificazione di questo albero è ipotetica, ma si basa sul confronto col testo arabo ed aramaico che favorisce la lezione frassino.
Quest’albero ben si addiceva alla “gloria del Libano”, perché raggiunge un’altezza di oltre 15 m, cresce rigoglioso sulle alture della Siria e del Libano dove altri alberi difficilmente sopravvivono, ed è ritenuto uno dei più begli alberi della foresta. Ha fogliame verde chiaro e ramoscelli grigio cenere. Come l’olivo, è della famiglia delle Oleacee, ma a differenza di quello che ha foglie sempreverdi, il frassino perde le foglie in autunno.
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FratelloAusiliario per capire la Bibbia
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Fratello
Chi è nato da uno stesso genitore o dagli stessi genitori. (Gen. 4:1, 2) Il termine “fratello” può riferirsi a nipoti e a membri della stessa tribù e nazione o anche di un’altra nazione con un antenato comune. (Gen. 11:27; 13:8; Eso. 2:11; Num. 20:14) Si applica anche a persone unite in una causa comune e aventi intenti e obiettivi simili. — I Re 9:13; 5:1-12.
Nella società patriarcale e sotto la legge mosaica, certi privilegi e obblighi erano assunti dai fratelli carnali. Alla morte del padre, il fratello maggiore, il primogenito, aveva una parte doppia d’eredità e la responsabilità di capofamiglia. Un fratello carnale era il primo ad avere il diritto di ricompra, del levirato e di vendicare il sangue sparso. (Lev. 25:48, 49; Deut. 25:5) Relazioni incestuose tra fratello e sorella erano severamente vietate dalla legge mosaica. — Lev. 18:9; Deut. 27:22.
Nella congregazione cristiana si gode di una comune relazione spirituale analoga a quella dei fratelli. Gesù chiamava fratelli i suoi discepoli. (Matt. 25:40; 28:10; Giov. 20:17) Mise vigorosamente in risalto questa relazione dicendo: “Chiunque fa la volontà del Padre mio . . . mi è fratello, e sorella e madre”. — Matt. 12:48-50.
Alla Pentecoste Pietro si rivolse a persone venute da paesi lontani, fra cui proseliti, chiamandoli “fratelli”. (Atti 2:8-10, 29, 37) A volte si specificava se i credenti cristiani erano “fratelli” o “sorelle” (I Cor. 7:14, 15), ma in genere “fratelli” era l’appellativo rivolto a gruppi misti e non solo agli uomini. (Atti 1:15; Rom. 1:13; I Tess. 1:4) Il termine è usato in questo senso in tutte le lettere cristiane ispirate tranne tre (Tito, II Giovanni, Giuda), e in altri antichi scritti cristiani. Gli apostoli misero in guardia contro “falsi fratelli” che s’infiltravano nelle congregazioni. — II Cor. 11:26; Gal. 2:4.
FRATELLI DI GESÙ
I quattro Vangeli, gli Atti degli Apostoli e due delle lettere di Paolo menzionano i “fratelli del Signore”, “il fratello del Signore”, “i suoi fratelli”, “le sue sorelle”, indicando per nome quattro di questi “fratelli”: Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda. (Matt. 12:46; 13:55, 56; Mar. 3:31; Luca 8:19; Giov. 2:12; Atti 1:14; I Cor. 9:5; Gal. 1:19) La maggioranza degli studiosi biblici riconosce che Gesù aveva almeno quattro fratelli e due sorelle, tutti figli di Giuseppe e Maria, nati in modo naturale dopo la nascita miracolosa di Gesù.
Le idee arbitrarie che questi fratelli di Gesù fossero figli di Giuseppe nati da un matrimonio precedente, o per levirato con la cognata di Giuseppe, sono campate in aria, dato che non esiste nessuna conferma concreta e neanche un’ipotesi del genere nelle Scritture. L’affermazione che “fratello” (adelphòs) qui significhi “cugino” (anepsiòs) è una teoria infondata, la cui invenzione è attribuita a Girolamo, e risale a una data non anteriore al 383 E.V. Non solo Girolamo non cita alcuna tradizione a sostegno della sua nuova ipotesi, ma in scritti successivi esita ed esprime dubbi sulla sua “teoria dei cugini”. Come osserva J. B. Lightfoot: “S. Girolamo non invocava alcuna autorità tradizionale a sostegno della sua teoria, e perciò l’evidenza a suo favore va ricercata nella Scrittura soltanto. Ho esaminato l’evidenza scritturale, e . . . tutte le difficoltà . . . più che controbilanciano gli argomenti secondari a suo favore, e infatti devono indurre a respingerla”. — St. Paul’s Epistle to the Galatians, 1874, p. 258.
Nelle Scritture Greche Cristiane dove si parla di un nipote o di un cugino non è usato il termine adelphòs. Anzi la parentela viene così spiegata: “il figlio della sorella di Paolo” o “Marco, cugino [anepsiòs] di Barnaba”. (Atti 23:16; Col. 4:10) I termini greci syggenòi (“parenti”, come i cugini) e adelphòi (“fratelli”) ricorrono entrambi al genitivo nello stesso versetto, indicando che non sono usati in modo vago o indiscriminato nelle Scritture Greche. — Luca 21:16.
Durante il ministero di Gesù “i suoi fratelli non esercitavano fede in lui”, e questo esclude senz’altro che fossero suoi fratelli in senso spirituale. (Giov. 7:3-5) Gesù fece un paragone fra questi fratelli carnali e i suoi discepoli, che credevano in lui ed erano suoi fratelli spirituali. (Matt. 12:46-50; Mar. 3:31-35; Luca 8:19-21) Tale mancanza di fede da parte dei suoi fratelli carnali impedisce di identificarli con gli apostoli omonimi, Giacomo, Simone e Giuda; essi sono esplicitamente distinti dai discepoli di Gesù. — Giov. 2:12.
La relazione che questi fratelli carnali di Gesù avevano con sua madre Maria pure indica che erano suoi figli e non parenti più lontani. Di solito sono sempre menzionati insieme a lei. E le dichiarazioni che Gesù era il “primogenito” di Maria (Luca 2:7), o che Giuseppe “non ebbe rapporti con lei finché partorì un figlio”, confermano che Giuseppe e Maria ebbero altri figli. (Matt. 1:25) Anche i suoi concittadini riconoscevano e identificavano Gesù come “il fratello di Giacomo e Giuseppe e Giuda e Simone”, aggiungendo: “E le sue sorelle sono qui con noi, non è così?” — Mar. 6:3.
A proposito di queste scritture sorge la domanda: Perché mai Gesù poco prima di morire affidò sua madre Maria all’apostolo Giovanni invece che ai suoi fratelli carnali? (Giov. 19:26, 27) Evidentemente perché l’apostolo Giovanni, cugino di Gesù, era un uomo di fede provata, era il discepolo che Gesù amava teneramente, e questa relazione spirituale trascendeva quella carnale; inoltre bisogna ricordare che fino a quel momento non c’è alcuna indicazione che i fratelli carnali di Gesù fossero suoi discepoli.
Dopo la morte di Gesù sul palo di tortura i suoi fratelli carnali cambiarono il loro atteggiamento dubbioso, infatti dopo l’ascensione di Gesù erano radunati in preghiera insieme alla madre e agli apostoli. (Atti 1:14) Questo suggerisce che fossero presenti anche alla Pentecoste quando fu versato lo spirito santo. Giacomo, che ebbe un posto preminente fra gli anziani del corpo direttivo a Gerusalemme e che, pur non essendo un apostolo, scrisse la lettera che porta il suo nome, si ritiene fosse fratello di Gesù. (Atti 12:17; 15:13; 21:18; Gal. 1:19; Giac. 1:1) Giuda fratello di Gesù, non l’apostolo, si crede abbia scritto il libro che porta il suo nome. (Giuda 1, 17) Paolo indica che almeno qualche fratello di Gesù era sposato. — I Cor. 9:5.
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Vedi ARMI, ARMATURA.
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