Salvata la razza umana mediante il Regno
1. Quale buona notizia c’è intorno all’uomo, e da quale autorità e da quale fonte?
L’UOMO non scomparirà dalla terra. La razza umana sarà salvata per la vita eterna sulla terra nella felicità. Non è questa una buona notizia? Sì, e si basa sulla più alta autorità e viene dalla più fidata fonte di informazioni!
2. (a) Perché con questo non ci riferiamo agli scienziati moderni? (b) Che cosa domandiamo in quanto agli scienziati come autorità?
2 Con questo ci riferiamo forse agli scienziati del ventesimo secolo? Difficilmente! Gli scienziati prevedono una tremenda catastrofe spaziale entro il corso di alcune migliaia di milioni d’anni in cui la terra sarà soggetta al bruciante calore del sole o di altri infuocati corpi nello spazio, e gli abitanti della terra saranno arsi e raggrinziti a morte, e la terra ridotta a un tizzone fumante percorrerà in seguito un’orbita solare come pianeta privo di vita. Tale veduta a lunga scadenza di un disastro universale non turba l’attuale generazione della razza umana. Ma ci sono anche vedute a breve scadenza sostenute dagli scienziati circa l’estinzione della razza umana. A causa delle minacce per la generazione ora vivente, gli uomini d’oggi hanno veramente ragione d’esser turbati. Dal punto di vista degli scienziati moderni anche il prossimo futuro di tutto il genere umano è dunque di pessimo presagio. Ma sono i semplici scienziati umani l’autorità finale riguardo a tale questione? Con tutti i loro esperimenti per scoprire nuovi fatti e verità, hanno gli scienziati provato finalmente in maniera autorevole qual è lo scopo per cui l’uomo è qui sulla terra?
3. Perché possiamo rallegrarci e nutrire buona speranza a causa dell’autorità e della fonte di notizie a cui si fa qui riferimento?
3 Nemmeno gli scienziati possono negare che solo il Creatore dell’uomo conosce lo scopo dell’esistenza umana sulla terra, sì, perché egli creò la terra stessa. Solo il Creatore sa perché mise l’uomo sulla terra. Pertanto il Creatore è la massima Autorità. Siccome non mostra mai di esser falso, egli è la più fidata fonte di notizie. Non ci mettiamo dunque in un paradiso di pazzi quando accettiamo da lui la buona notizia che la nostra razza umana sarà salvata per la vita eterna nella felicità su una terra abbellita. Per questa ragione possiamo rallegrarci e nutrire buona speranza.
4. Per questa ragione, perché non possiamo non preoccuparci?
4 Possiamo, comunque, per la stessa ragione prendere le cose alla leggera, senza preoccuparci? Niente affatto! Il medesimo soggetto della nostra considerazione suggerisce che la razza umana di cui siamo una parte presente è gravemente minacciata di estinzione. Che la sua esistenza continui è messo in dubbio non da semplici uomini comuni, ma da uomini d’affari, da uomini informati del mondo. Incombe il disastro. La luna non offre nessuna via di scampo. L’uomo minaccia di distruggersi, se è lasciato ai suoi propri piani. E i suoi piani sono i più distruttivi in questo giorno di progresso scientifico.
5. Quali sono i moderni piani mediante cui l’uomo minaccia di distruggersi?
5 I piani dell’uomo non sono solo quelli nucleari e di altre armi della guerra moderna che possono causare uccisioni in massa con grande rapidità. I piani dell’uomo includono anche i suoi modi di rovinare la terra in tempo di pace, cioè come dispone le abitazioni dell’uomo, rende disponibili i generi alimentari per la vita umana, distribuisce quelle provviste alimentari, elimina i prodotti di rifiuto delle grandi industrie, sfrutta le risorse naturali della terra, rovina l’ambiente naturale del genere umano. Gli avvertimenti di una carestia mondiale entro pochi anni non sono privi di valido fondamento. Le debolezze e le limitate capacità delle Nazioni Unite come organizzazione per la pace e la sicurezza del mondo sono sempre più dimostrate. I ripetuti consigli dati alle nazioni per risolvere i loro contrasti e porre fine alle loro rivalità entro dieci anni o precipitare nel disastro mondiale si basano su un sano giudizio e sulle lezioni della storia. Vi siamo tutti implicati personalmente.
6. Evidentemente, quindi, che cosa c’è da aspettarsi dall’uomo stesso, e a che cosa o a chi non possiamo guardare a nostro favore?
6 È evidente che la cosa da aspettarsi dall’uomo stesso non è la salvezza scientifica, ma la distruzione della razza umana. Non possiamo guardare a ciò che gli scienziati chiamano “l’evoluzione dell’uomo” perché ci salvi se solo le sono dati alcuni milioni d’anni per attuarla. Non possiamo guardare a tutti gli psicologi e gli psichiatri del mondo perché cambino il modo di pensare del genere umano e facciano acquisire agli uomini una nuova personalità così che si uniscano contro la catastrofe. Non possiamo aspettare che si formi una qualsiasi forza di polizia internazionale abbastanza forte e indipendente e imparziale da indurre le nazioni a comportarsi bene e a fare di questa terra un luogo sicuro in cui vivere.
7. (a) A che cosa fuori della terra e dell’uomo stesso non ci possiamo rivolgere nella nostra terribile necessità? (b) A chi potremmo più ragionevolmente rivolgerci, e perché?
7 È ovvio che, sebbene gli scienziati non siano disposti ad ammetterlo, siamo costretti a guardare fuori dell’uomo stesso e fuori della terrena dimora umana per la liberazione, se la razza umana dev’esser salvata. Non certo ad alcuni mitici “Marziani” che vengano da un altro pianeta per rispondere ai nostri segnali di afflizione e venire ad aiutarci. Né ai nostri astronauti perché mettano piede su qualche pianeta oltre la luna e ne riportino qualche abitante dall’intelligenza superiore e sovrumana, che possa aiutarci prima che sia troppo tardi! Dobbiamo trovare la salvezza da qualche persona intelligente di fuori che è reale e più grande di tutti gli uomini messi insieme, non solo abbastanza saggia e potente ma anche abbastanza amorevole da venire in nostro aiuto nella nostra terribile necessità. A chi sarebbe più ragionevole, più assennato, più intelligente rivolgersi se non allo stesso Creatore della razza umana? Se la razza umana è oggi ancora in vita, di sicuro il suo superiore Creatore deve similmente essere oggi in vita.
8, 9. (a) A che cosa il Creatore non pensò quando creò la terra e vi pose l’uomo? (b) Dove e come lo dice?
8 Il fatto medesimo che la razza umana è qui prova che il Creatore non creò la nostra terra perché fosse o divenisse un incenerito pianeta privo di vita orbitante nello spazio. Egli non creò la razza umana perché alla fine si distruggesse o scomparisse nella morte estinguendosi come l’uccello dodo. Non operò invano e non sconfisse se stesso o non si espose alla sconfitta quando creò la terra e vi pose l’uomo. Spiegando l’eccellente scopo per cui pose su questa terra il genere umano, egli stesso ha dichiarato:
9 “Poiché questo è ciò che ha detto Geova, il Creatore dei cieli, il vero Dio, il Formatore della terra e il suo Fattore, Colui che la stabilì fermamente, che non la creò semplicemente per nulla, che la formò pure per essere abitata: ‘Io sono Geova, e non c’è nessun altro. . . . Io sono Geova, che proferisco ciò che è giusto, che dichiaro ciò che è retto’”. — Isaia 45:18, 19.
10. (a) Chi udì dichiarare tali parole, e come? (b) Fino a che punto il libro che contiene quelle parole è stato considerato di valore per la razza umana?
10 Sulla terra, chi udì mai questo Dio Geova dire tali parole? Ebbene, secondo i fatti della storia un uomo lo udì molto tempo fa. Si chiamava Isaia figlio di Amoz, e abitò a Gerusalemme ai giorni di parecchi re di quella famosa città. Egli udì quelle divine parole per mezzo dell’ispirazione, cioè per mezzo dello spirito o invisibile forza attiva di Dio. (Isaia 1:1) Ciò che udì e ciò che vide nella visione, nonché avvenimenti storici del suo giorno, scrisse in un libro che porta il suo nome, il libro di Isaia. Questo è uno dei sessantasei libri che si trovano nei santi scritti della Sacra Bibbia. E le parole citate sopra si trovano in questo libro di Isaia, capitolo quarantacinque, versetti diciotto e diciannove. La Bibbia che contiene il libro di Isaia è stata considerata di tale valore per l’intera razza umana che è già stata tradotta in 244 lingue, oltre a varie parti d’essa che sono state tradotte in 1.169 altre lingue. Anche il personaggio storico, Gesù Cristo, citò spesso le parole del profeta Isaia come ispirata verità.
11. (a) Che cosa indica questa dichiarazione divina fatta nel giorno di Isaia riguardo a Dio e all’uomo? (b) In quanto a che cosa Dio compirà l’azione dovuta?
11 Così al profeta Isaia l’Iddio che afferma d’aver nome Geova dichiara che non creò la terra semplicemente per nulla ma che la formò perché fosse abitata. Questa dichiarazione fu fatta circa trentatré secoli dopo che Dio, il cui nome è Geova, ebbe creato i primogenitori della razza umana, il primo uomo e la prima donna. Ciò prova che non solo il Creatore dell’uomo era ancora in vita, ma che ancora s’interessava della terra e dei suoi abitanti umani. Egli è un Dio che non può dirsi sia morto perché abbia abbandonato il genere umano e si mostri indifferente e distante rispetto alle attività della sua propria creazione umana. Gli ecclesiastici della cristianità sono assolutamente in errore dicendo che “Dio è morto”. Egli è immortale; vive per sempre. Per tutta l’eternità egli è Dio. (Salmo 90:2) Dalla creazione dell’uomo in poi il Creatore ha tenuto desto il suo interesse per le proprie creature umane e ha vigilato sul corso della razza umana per impedire che il suo eterno proposito verso il genere umano fosse frustrato. Egli fu desto alla situazione umana ai giorni del profeta Isaia ventisette secoli fa; è ugualmente desto alla situazione della razza umana d’oggi. Egli compirà l’azione dovuta.
12. (a) Come sarà dimostrato che c’è un supremo? (b) Gli sforzi di chi per la salvezza della razza umana falliranno?
12 L’ecclesiastico che scrisse il libro God Is No More (Dio non è più) e in esso dichiarò: “Se c’è un Dio, non possiamo parlarne come di un essere supremo”, sarà trovato fra breve in grossolano errore, a sua propria disgrazia. In diretto contrasto con questo ecclesiastico, si adempirà, necessariamente presto, l’ispirata preghiera rivolta al Creatore dell’uomo con le parole: “Oh provino vergogna e sian turbati per tutti i tempi, e sian confusi e periscano; affinché conoscano che tu, il cui nome è Geova, tu solo sei l’Altissimo su tutta la terra”. (Salmo 83:17, 18) Egli non si è fatto mai sconfiggere in tutta la passata storia del genere umano; non si lascerà sconfiggere nell’attuale pericolo che si presenta a tutta la razza umana. Questo richiede la salvezza della razza umana nelle sue peggiori condizioni. Gli attuali sforzi dell’uomo per salvare la razza umana sono inattuabili, non realistici e condannati al fallimento. Il modo in cui Geova ha stabilito di portare la salvezza della creazione umana è attuabile, realistico e avrà successo. Egli porterà la salvezza mediante il Regno.
NON È UN MEZZO ANTIQUATO
13. (a) Quale fatto politico dal 1917 E.V. non dovrebbe suscitare in noi pregiudizio contro la disposizione di Dio perché impiega il Regno? (b) Perché il modo di agire di Dio non sarà impopolare e antiquato?
13 I regni come tipi di governo per il genere umano non sono oggi troppo popolari. Ci sono meno regni oggi sugli uomini di quanti ce n’erano nell’anno 1917, prima della fine della prima guerra mondiale. Essi sono stati sostituiti da forme di governo del popolo. Questo non dovrebbe suscitare nella nostra mente e nel nostro cuore pregiudizio contro la disposizione di Dio perché impiega il Regno. Le democrazie han fallito come hanno fallito i regni politici degli uomini. Sia le democrazie che i rimanenti regni degli uomini si dibattono oggi nei loro spasimi della morte. I re della cristianità non hanno mai regnato, come si è preteso, “per grazia di Dio”. Quei regni, come tutti gli altri regni di questo mondo, sono stati semplicemente regni umani, stabiliti dagli uomini. Geova Dio non impiegherà nessuno di quei regni per salvare la razza umana. Il modo di agire del regno di Dio non sarà impopolare e antiquato.
14. (a) Che cos’è quindi il regno che Dio impiegherà per salvare la nostra razza? (b) Quando e perché diminuì la predicazione di quel regno, ma perché ora è tempo che sia predicato?
14 Che cos’è quindi il regno che Dio impiegherà per salvare la razza umana? È il regno che Gesù Cristo proclamò per lungo e per largo nel paese di Palestina diciannove secoli fa, dicendo: “Il regno dei cieli si è avvicinato”. (Matteo 4:17, 23; 10:7) Questo è come dire: “Il regno di Dio si è avvicinato”. (Marco 1:14, 15) L’istituzione della cristianità ai giorni dell’imperatore romano Costantino nel quarto secolo E.V. non fece quasi udire più la predicazione di questo regno di Dio, in quanto gli ecclesiastici acclamarono i regni umani della cristianità come membri componenti del regno di Dio. Ma il predicatore Gesù Cristo disse che la buona notizia del vero regno di Dio sarebbe stata predicata in tutto il mondo sino alla fine di questo attuale sistema di cose. Nella sua rimarchevole profezia riguardo al segno che avrebbe preceduto la fine di questo afflitto sistema di cose egli disse: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni; e allora verrà la fine”. (Matteo 24:14) Oggi quella fine è chiaramente vicina. Conforme alla profezia, udiamo predicare il Regno!
15. (a) Quando fu sulla terra, predicando l’avvicinarsi del regno di Dio quale importante aspetto ne additò Gesù? (b) Che cosa si può dire in quanto a soffocare le speranze di un regno retto da Cristo alla sua esecuzione su un palo?
15 Il fatto che Gesù Cristo predicava già in quel lontano primo secolo E.V.: “Il regno di Dio si è avvicinato”, indica un importante aspetto di questo regno che non ha origine dagli uomini sulla terra. Quale aspetto? Che Gesù Cristo, che allora era vicino sulla terra, è colui che Dio ha costituito perché regni in quel regno di Dio estesamente predicato. Ma non fu soffocata ogni speranza del regno di Dio mediante Gesù Cristo quando egli morì? Non fu messo a morte per aver predicato il regno di Dio, e quelli che invocavano la sua esecuzione come sedizioso non dissero: “Abbiamo trovato quest’uomo a sovvertire la nostra nazione, proibendo di pagare le tasse a Cesare e dicendo che egli stesso è Cristo re”? (Luca 23:1, 2) No, la speranza del regno di Dio retto da Gesù Cristo come suo costituito Re non fu soffocata da quella ingiusta esecuzione quando fu messo a un palo fuori di Gerusalemme. Perché no? Perché il terzo giorno dalla sua morte Geova Dio, che non può mai essere sconfitto, destò Gesù Cristo dai morti alla vita spirituale nei cieli, rivestendolo per ricompensa d’immortalità. Egli diede prova della sua risurrezione per mezzo di apparizioni ai suoi discepoli.
16. Quali ragioni ci sono perché Gesù Cristo come governante sia chiamato “re”?
16 Perché chiamare però Gesù Cristo un “re” e il suo governo un “regno”? Oggi i re umani sono principalmente solo capi rappresentativi e servono da simbolo della nazione, mentre la vera opera di esercitare il governo è compiuta dal primo ministro e le leggi sono fatte dal Parlamento o dalla Legislatura. Comunque, nella passata storia umana ci sono stati re che hanno regnato come “monarchi assoluti”, come il governo di un solo uomo. E Gesù Cristo è giustamente classificato come il discendente e legale erede di un re terreno. Certo, egli fu il figlio di uno più grande del re Davide, poiché Geova Dio, in modo da essere udito dagli uomini, dichiarò che Gesù è suo Figlio. Come tale egli era il Figlio del Re celeste, giacché Geova Dio si classifica come il Re del suo popolo eletto sulla terra. (1 Samuele 8:7; 12:12) E in quanto all’Iddio Altissimo quale monarca assoluto, la profezia di Isaia, al capitolo trentatré, versetto ventidue, dice: “Geova è il nostro Giudice, Geova è il nostro Datore di statuti, Geova è il nostro Re; egli stesso ci salverà”. Ma Gesù Cristo fu colui che Geova Dio promise di suscitare a Davide come suo Erede permanente nel regno.
17. (a) A causa dell’esplicita premura di Davide per il luogo di adorazione di Dio, quale disposizione fu presa con lui? (b) Che cosa sarebbe stato richiesto dal suo Erede permanente, e quale titolo avrebbe avuto?
17 A causa dell’esplicito desiderio del re Davide di costruire un grande tempio in Gerusalemme per l’adorazione dell’Iddio Altissimo, Geova fece una solenne promessa o patto con lui per un regno eterno. Per mezzo del suo profeta Natan disse a Davide: “La tua casa e il tuo regno saranno per certo saldi a tempo indefinito dinanzi a te; il tuo medesimo trono diverrà fermamente stabile a tempo indefinito”. (2 Samuele 7:1-17) Salomone figlio di Davide morì e morirono anche i suoi successori al trono di Gerusalemme senza provar d’essere, nessuno di loro, un permanente erede di Davide, per far continuare a sussistere il regno di Davide per sempre. Ci voleva un immortale discendente di Davide che ne divenisse Erede permanente nel regno, per adempiere il patto del regno di Dio stipulato con Davide. Come successore del re Davide, questo Erede permanente avrebbe avuto il titolo di “re”.
18, 19. (a) Chi scelse Geova perché fosse la madre dell’Erede permanente di Davide, e come gli si doveva trasmettere il diritto legale al regno? (b) Perché Gabriele fu mandato alla futura madre, e che cosa le disse?
18 Quando, quasi duemila anni fa, Geova Dio prese una fanciulla vergine perché divenisse la madre umana del suo Figlio celeste, scelse una vergine che era della famiglia reale di Davide. In quel tempo, ella era promessa sposa a un uomo che pure era della famiglia reale di Davide, e che avrebbe potuto agire quale padre putativo del figlio che le sarebbe nato da vergine, adottandolo quale primogenito e trasmettendogli in tal modo il diritto legale al regno di Davide. (Luca 3:23-31; Matteo 1:1-18) Prima che questi due, Maria e Giuseppe, si unissero come moglie e marito, Dio mandò il suo angelo Gabriele a Maria quale vergine per spiegarle le cose e avere il consenso di lei così che Dio Onnipotente la rendesse incinta per mezzo del suo spirito o invisibile forza attiva. Nel darle la spiegazione, Gabriele disse a Maria:
19 “Concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e dovrai mettergli nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e Geova Dio gli darà il trono di Davide suo padre, e regnerà sulla casa di Giacobbe per sempre e del suo regno non vi sarà fine”. — Luca 1:26-38; Matteo 1:18, 19; Romani 1:3, 4.
NASCITA DI UN SALVATORE
20, 21. (a) Dove doveva nascere l’Erede permanente di Davide, e come si adempì questo? (b) Perché fu mandato un angelo ai pastori in Betleem, e che cosa disse loro?
20 Tale dichiarazione a Maria fu un’assicurazione che questo Gesù sarebbe stato l’Erede permanente del re Davide, in adempimento del patto del regno di Dio stipulato con Davide. Conformemente, il celeste Figlio di Dio ebbe la propria vita trasferita per mezzo dello spirito di Dio nel seno di Maria la vergine in modo che potesse nascere nella linea della famiglia reale di Davide. Per adempiere la profezia di Dio che è in Michea 5:2, Maria e Giuseppe si trasferirono tornando a Betleem nella provincia romana di Giudea, luogo di nascita dello stesso Davide. Davide era stato pastore a Betleem, e lì c’erano ancora pastori al tempo in cui Maria partorì il suo miracoloso Figlio primogenito. Questo avvenimento fu importante per tutta la razza umana. Meritava perciò d’esser confermato da testimoni oculari, membri della nostra razza. La notte che Gesù nacque nella città natale di Davide, Dio mandò dunque il suo angelo per annunciare la nascita umana del suo Figlio ai pastori nei campi di Betleem. Il glorioso angelo calmò i timori dei sorpresi pastori, dicendo:
21 “Non abbiate timore, poiché, ecco, vi dichiaro la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà, perché vi è nato oggi un Salvatore, che è Cristo il Signore, nella città di Davide. E questo è per voi il segno: troverete il bambino avvolto in fasce e a giacere in una mangiatoia”. — Luca 2:1-12.
22. (a) In che senso il bambino neonato doveva esser “Cristo”, di chi doveva essere Signore, e per la gioia di quante persone? (b) Che cosa disse l’esercito degli angeli in quella occasione?
22 Qui abbiamo la dichiarazione del proposito divino: Questo neonato Gesù doveva divenire il Messia o Cristo, l’Unto al regno proprio come il suo antenato Davide era stato unto al regno sull’eletto popolo di Dio. Per giunta, egli doveva essere un re più grande di quanto non fosse stato Davide, poiché sarebbe divenuto “Signore” di Davide, in adempimento del profetico Salmo 110:1, 2. Doveva anche essere un “Salvatore”, e, se ciò non significò che fosse un Salvatore della nostra razza umana, perché “tutto il popolo” avrebbe dovuto provare una “grande gioia” alla buona notizia della sua nascita? Già c’era “grande gioia” in tutti i santi cieli a questa miracolosa nascita d’importanza universale. Quale evidenza di ciò leggiamo, in un documento scritto da un uomo che visse ai giorni terreni di Gesù, queste parole: “E improvvisamente vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: ‘Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e sulla terra pace fra gli uomini di buona volontà’”. — Luca 2:13, 14.
23, 24. (a) Fra chi questa “grande gioia” doveva allora cominciare sulla terra? (b) Come tali persone provarono tale “grande gioia”?
23 Era venuto il tempo perché la “grande gioia” della buona notizia cominciasse ora sulla terra fra gli uomini verso cui Geova Dio aveva buona volontà. Il glorioso angelo aveva annunciato loro la “buona notizia di una grande gioia”, e ora dovevano confermare la base storica di questa buona notizia andando a divenire testimoni oculari di questa nascita in una mangiatoia di Betleem la città di Davide. L’angelo aveva dato loro il “segno” per distinguere questo bambino neonato da qualsiasi altro bambino che fosse nato quella notte sia dentro Betleem che fuori. Non si vollero essi “impegnare”, o desiderarono confermare il “segno” e divenire responsabili testimoni oculari di questa nascita che fu la più importante che sia mai avvenuta sulla terra? Il racconto dell’onesto investigatore ce ne dà la risposta, dicendo:
24 “E quando gli angeli furon partiti da loro nel cielo, i pastori dicevano l’uno all’altro: ‘Andiamo in ogni modo fino a Betleem e vediamo questa cosa che è avvenuta, la quale Geova ci ha fatta conoscere’. E andarono in fretta e trovarono Maria e Giuseppe, e il bambino a giacere nella mangiatoia. Avendolo visto, fecero sapere la parola che era stata loro detta riguardo a questo fanciullino. E tutti quelli che udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori, ma Maria custodiva tutte queste parole, traendone conclusioni nel suo cuore. Quindi i pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutte le cose che avevano udite e vedute, secondo come queste erano state dette loro”. — Luca 2:15-20.
25. (a) Quali cose concorrono dunque nel mostrare che non fu una nascita comune quella di cui argomentano gli ecclesiastici moderni? (b) Come possiamo oggi unirci a quei pastori, o essere simili a chi di quel tempo?
25 Se questa fosse stata la comune nascita di un bambino concepito da una donna che avesse prima avuto rapporti sessuali col proprio marito, sarebbe stata forse quell’occasione tanto importante per Dio, per gli angeli e per gli uomini che temevano Dio? Ci uniremo noi ai molti ecclesiastici della cristianità che oggi mettono in discussione il “segno” confermato dai pastori come vero e che dicono sarebbe stato impossibile che Gesù nascesse da una vergine? Ci uniremo ai pastori che furono testimoni oculari e provarono “grande gioia” allorché videro il “segno” stabilito e glorificheremo e loderemo Dio annunciandolo ad altri, o saremo simili al re Erode il Grande, che allora regnava in Gerusalemme? Quando, circa due anni dopo, udì la notizia intorno alla nascita di Gesù, ebbe timore per il suo proprio regno e tentò di uccidere Gesù. Egli riuscì solo a uccidere i bambini di Betleem dai due anni in giù. Ma il fanciullino Gesù scampò, e il re Erode fu sconfitto nei suoi propri sforzi per impedire che Dio salvasse alla propria maniera la razza umana mediante Cristo il Signore. — Matteo 2:1-23.
26. Non partecipa la cristianità a quella “grande gioia” al tempo del “Natale”, e quali fatti basilari circa il “Natale” si devono considerare?
26 Di sicuro la cristianità deve paragonarsi oggi a quei pastori di Betleem, non è vero? Non mostrano forse i quasi mille milioni di membri delle sue chiese “grande gioia” e non glorificano e non lodano Dio ogni anno celebrando il Natale? La storia risponde che quei pastori di Betleem non celebrarono ogni anno un Natale dopo aver visitato il bambino Gesù nella mangiatoia. Maria non celebrò in seguito il Natale nell’anniversario della data in cui lo partorì in questo mondo. Gli apostoli e gli altri discepoli di Gesù non celebrarono annualmente il Natale e non gli diedero molti doni e vino pranzando con lui nel suo compleanno. Infatti, la Sacra Bibbia, che ci narra la sua miracolosa nascita e che fu completata circa cento anni dopo la sua nascita, non ci dice nemmeno in quale data nacque per consentirci di celebrarla. La Bibbia non contiene neanche il nome Natale. Esso è un nome formato dalla cristianità dopo la sua istituzione nel quarto secolo ed è celebrato come data fittizia, in una data dai cattolici romani e dai protestanti e in un’altra dagli ortodossi greci.
27. Come si deve giudicare se la cristianità oggi prova realmente “grande gioia” per la nascita di Gesù che avvenne molto tempo fa, e come deve intendersi a questo proposito Ecclesiaste 7:1, 8?
27 Che cosa ha dato la cristianità a “tutto il popolo” per fargli provare “grande gioia” per la nascita di Gesù Cristo da una vergine? È essa piena di “grande gioia” per ciò che Gesù Cristo è oggi e, per questa ragione, piena di “grande gioia” perché molto tempo fa egli nacque? Che oggi le persone abbiano “grande gioia” perché Gesù Cristo nacque molto tempo fa a Betleem significa che provano “grande gioia” per ciò che egli è oggi in seguito a quella nascita. Come la Sacra Bibbia dice: “Un nome è meglio del buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita. È meglio la fine di poi d’una faccenda che il suo principio”. (Ecclesiaste 7:1, 8) Gesù Cristo è, quale persona, molto migliore oggi che quando fu un bambino neonato millenovecento anni fa.
28. (a) Per la sua fedeltà fino alla morte di martirio, come Dio ricompensò Gesù Cristo? (b) Quali pertinenti domande sorgono perciò a questo riguardo circa la cristianità?
28 Come ricompensa per la fedeltà agli interessi del regno di Dio fino alla morte di martirio in Gerusalemme, Gesù Cristo fu destato dai morti per opera di Geova Dio alla vita immortale in cielo. Dio “gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre”. (Filippesi 2:5-11) Ma che dire della cristianità, che celebra il Natale? Piega oggi il ginocchio nel nome di Gesù per offrire sottomissione a Dio come l’Altissimo? La cristianità, che celebra un compleanno, riconosce apertamente con la sua lingua che Gesù Cristo è il suo Signore alla gloria di Dio il Padre di Cristo? La storia del ventesimo secolo risponde di No!
29. Perché la storia del ventesimo secolo risponde di No a queste domande?
29 Fino a questo giorno la cristianità non ha rinunciato alla sua pretesa d’essere il regno di Dio. Chi regna e domina in lei? Non Gesù Cristo, ma i suoi re, presidenti e governatori politici che vengono da qualche umana dinastia istituita dagli uomini o che sono stati eletti all’incarico dal popolo comune o che hanno afferrato il potere con qualche colpo di stato militare o politico. I governanti politici della cristianità non cedono la propria sovranità a Gesù Cristo come Signore, nonostante che le loro lingue lo chiamino “Signore”. In quanto alle persone, chiedono il governo delle nazioni per sé, il popolo, e non per alcun re. Sia in quanto ai suoi governanti politici sia in quanto ai suoi popoli, la cristianità non riconosce Gesù Cristo oggi nel suo incarico ufficiale come Re dominante.
DISPONIBILE OGGI IL REGNO DELLA SALVEZZA
30. Da che Gesù Cristo fu sulla terra, a quale culmine sono giunti il tempo e l’attuazione del proposito di Dio?
30 Il tempo non è stato fermo dalla nascita di Gesù. Il tempo non è stato fermo da che morì in sacrificio e fu risuscitato e ascese alla destra di Dio nei cieli. Similmente, l’attuazione del proposito di Dio che include Gesù Cristo non è stata ferma. Egli ha il proposito che Gesù Cristo come Signore assuma l’assoluto controllo degli abitanti della terra nonostante gli sforzi dei governanti umani di trattenere tale dominio. Il giorno della morte del perfetto uomo Gesù Cristo come riscatto del genere umano è passato da molto tempo. È venuto il tempo che egli regni con l’autorità di Re per cui fu unto con lo spirito santo di Dio. Egli ha atteso per un lungo periodo alla destra di Dio perché venisse questo tempo d’essere insediato come Re dominante. Ora il suo periodo d’attesa è finito!
31. Relativamente all’attesa del Signore alla destra di Dio, che cosa profetizzò il re Davide, e che cosa disse l’apostolo Pietro, e che cosa si scrisse infine in Ebrei 10:12, 13?
31 Molto tempo fa il re Davide aveva detto sotto ispirazione: “Espressione di Geova al mio Signore [cioè, a Cristo il Signore]: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’. La verga della tua forza Geova manderà da Sion, dicendo: ‘Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici’”. (Salmo 110:1, 2) Il giorno della festa di Pentecoste nell’anno 33 E.V., il cristiano apostolo Pietro disse a migliaia di persone in Gerusalemme: “Sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. (Atti 2:36) Anni dopo, furono scritte agli Ebrei cristiani le ispirate parole di Ebrei 10:12, 13: “Quest’uomo offrì un solo sacrificio per i peccati in perpetuo e si mise a sedere alla destra di Dio, aspettando quindi che i suoi nemici fossero posti a sgabello dei suoi piedi”. Questo tempo di attesa finì anni fa.
32. (a) Quando finì il tempo dell’attesa di Gesù in cielo? (b) Perché Gesù non cercò di restaurare in Gerusalemme il trono del re Davide?
32 Quando? Nel nostro ventesimo secolo, nell’anno 1914, alla fine di ciò che Gesù Cristo chiamò “i tempi dei Gentili” o “i fissati tempi delle nazioni”. Egli profetizzò che la città di Gerusalemme del suo giorno sarebbe stata distrutta e che le nazioni gentili avrebbero continuato a calpestarla, sino alla fine di quei tempi dei Gentili in cui le nazioni avrebbero fatto tale calpestamento. (Luca 21:20-24, Na; NM) Anche ai giorni di Gesù le nazioni dei Gentili rappresentate dalla Potenza Mondiale Romana calpestavano ciò che Gerusalemme rappresentava, il regno di Geova Dio retto dalla casa reale di Davide. Prima dell’Impero Romano, l’Impero Babilonese aveva iniziato il calpestamento con la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio nel lontano 607 a.E.V., e dopo ciò l’Impero Medo-Persiano e quindi l’Impero Greco continuarono il calpestamento finché la Potenza Mondiale Romana assunse il controllo gentile di Gerusalemme. Gesù Cristo non cercò dunque di restaurare il trono terreno del re Davide in Gerusalemme. Perché avrebbe cercato di fare ciò, dal momento che egli stesso predisse la distruzione che si abbatté su Gerusalemme nell’anno 70 E.V. per opera dei Romani?
33. (a) Durante tutti quegli anni di attesa, che cosa faceva Gesù in cielo, e perché? (b) Alla fine dei Tempi dei Gentili, che cosa poté attendersi Gesù di ricevere?
33 Gesù Cristo sapeva che doveva attendere per divenire Re dominante nel regno di Dio che predicava. Poiché egli stesso aveva presentato il soggetto dei “tempi dei Gentili”, sapeva di dover attendere alla destra di Dio finché quei “fissati tempi delle nazioni” non finissero 1.844 anni dopo la seconda distruzione di Gerusalemme nell’anno 70 E.V. Egli non poteva cambiare il calcolo del tempo di Dio nelle cose del mondo, né desiderò farlo. Durante tutti quegli anni d’attesa avrebbe reso servizio quale Sommo Sacerdote di Geova e avrebbe applicato i salvifici benefici del proprio sacrificio di riscatto ai suoi fedeli discepoli sulla terra, dato che questi formano la sua chiesa o congregazione. Perché? Perché questi devono essere coeredi o re associati con lui nel celeste regno di Dio. (Ebrei 3:1; 6:18, 19; 10:10-22; Romani 8:16, 17) Ma quando i 2.520 anni dei Tempi dei Gentili finirono nel 1914, venne il tempo stabilito perché Gesù attendesse di ricevere il messianico regno. Dove?
34. (a) Dove Gesù Cristo doveva ricevere il regno messianico ed essere intronizzato? (b) Da chi doveva essere insediato come Re?
34 Non sulla terra nel luogo della terrena Gerusalemme, che era allora occupata dall’Impero Turco. Ma lassù in cielo, dove l’anno 1914 trovò Gesù Cristo come permanente Erede del messianico regno di Davide. Egli non dovette scendere sulla terra in forma materializzata da uomo per essere intronizzato e incoronato come re nella terrena Gerusalemme onde fermare il calpestamento di Gerusalemme per opera delle nazioni gentili. Infatti, chi ve lo avrebbe insediato come re? Non i Turchi maomettani che erano allora sull’orlo della prima guerra mondiale, né i Britannici che tolsero l’antica Gerusalemme cinta da mura ai Turchi il 9 dicembre 1917. No, Gesù Cristo non doveva essere degradato dalla destra di Dio in cielo a un materiale trono terreno, per esservi insediato dagli uomini. Alla fine dei Tempi dei Gentili verso il 4/5 ottobre 1914, Gesù Cristo fu in ciò che Ebrei 12:22 chiama la “città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste”, sul celeste monte Sion. Fu quello il luogo in cui il glorificato Gesù Cristo fu insediato come re, e questo fu compiuto dal solo che poteva farlo, l’Altissimo Dio Geova.
35. (a) Come nel 1914 E.V. si fece cessare il calpestamento di “Gerusalemme”? (b) Che cosa doveva cominciare allora riguardo alle nazioni gentili?
35 In quel tempo le nazioni gentili non erano disposte a smettere di calpestare “Gerusalemme”, o ciò che Gerusalemme rappresentava. Che si impegnassero in quel tempo nella prima guerra mondiale per il dominio del mondo diede prova di questo fatto. Ma Dio Onnipotente pose fine al loro calpestamento del diritto al dominio che appartiene al discendente reale del re Davide. Egli diede vigore a quel diritto al regno messianico insediando Gesù Cristo come Re nella “Gerusalemme celeste”. Da allora in poi, “Gerusalemme”, nel suo regale senso messianico, cessò d’esser calpestata dalle nazioni gentili. Era venuto ora il tempo che quelle nazioni gentili fossero messe a sgabello dei piedi del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Era il tempo che questo messianico Re ‘sottoponesse in mezzo ai suoi nemici’. — Salmo 2:1-9; 110:1, 2.
36. (a) Con chi hanno a che fare le nazioni gentili, comprese quelle che celebrano il Natale? (b) Quale domanda si pone ora in quanto alla distruzione, e chi deve farne la scelta?
36 Ora le nazioni gentili non hanno a che fare con un bambino neonato, il cui compleanno le nazioni pretendono di celebrare al tempo di Natale. Hanno a che fare con il messianico Re di Dio, ora insediato nella potenza reale e autorizzato ad agire contro tutti gli oppositori del suo regno in tutta la terra. Questo regno opererà per la salvezza della razza umana, poiché questo immortale Re celeste può dare a tutto il genere umano una norma perfetta e giusta, mentre le nazioni gentili hanno progressivamente operato per la finale distruzione della razza umana. Le nazioni politiche devono dunque essere annientate, poiché la situazione del mondo come ora si va delineando pone la domanda: La distruzione delle nazioni politiche o la distruzione della razza umana, quale? Dio faccia la scelta.
37. Quando Dio insediò il suo Re nella “Gerusalemme celeste” nel 1914, significò che era tempo che si adempisse quale aspetto della profezia di Daniele (capitolo 2)?
37 Che nel 1914 egli insediasse il suo messianico Re Gesù Cristo nella “Gerusalemme celeste” significò il principio dell’adempimento della profezia di Daniele circa la “pietra” che fu tagliata da un simbolico “monte”, con queste parole: “E in quanto alla pietra che urtò l’immagine [delle potenze mondiali], divenne un ampio monte e riempì l’intera terra. E ai giorni di quei re l’Iddio del cielo stabilirà un regno che non sarà mai ridotto in rovina. E il regno stesso non passerà ad alcun altro popolo. Esso stritolerà tutti questi regni e porrà loro fine, ed esso stesso starà a tempi indefiniti; giacché hai visto che dal monte fu tagliata una pietra non da mani, e che essa stritolò il ferro, il rame, l’argilla modellata, l’argento e l’oro”. — Daniele 2:35, 44, 45.
38. Che cosa sta per fare quella Pietra messianica, e che cosa significherà ciò per questo sistema di cose, secondo la profezia di Gesù?
38 Son passati cinquantasei anni da che quella regale Pietra messianica fu tagliata dal monte del governo di Geova alla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914 E.V. Quella Pietra messianica è ora perciò molto vicina al suo bersaglio, tutti i governi politici dell’intero sistema di cose attuale sulla terra. Questo significherà ciò che Daniele 12:1 chiama “un tempo d’angustia tale come non se ne sarà fatto accadere da che ci fu nazione fino a quel tempo”. E Gesù Cristo, nella sua profezia sul “termine del sistema di cose”, ne fece parte di una “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. E per mostrarne la pericolosità, proseguì, dicendo: “Infatti, a meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati”. — Matteo 24:21, 22.
39. (a) Perché queste parole di Gesù sono una buona notizia per la nostra razza umana? (b) Chi Dio manterrà in vita attraverso la “grande tribolazione” avvenire?
39 Ah, ma non sono queste ultime parole di Gesù una buona notizia oggi per noi che andiamo incontro a questo “tempo d’angustia”? Dio Onnipotente non lascerà che questa “grande tribolazione” giunga fino a tal punto e continui finché ‘nessuna carne sia salvata’. A motivo dei suoi “eletti”, che sono coeredi di Gesù Cristo nel regno celeste, Dio abbrevierà quei giorni. Questo permetterà alla carne umana d’essere salvata. Così la carne umana potrà continuare a vivere sulla terra senza interruzione, senza aver mai sulla terra assenza di membri viventi della razza umana. Nel giorno di Noè la razza umana fu quasi spazzata via, quando solo otto umani sopravvissero nella enorme arca che Noè aveva costruita per sussistere a quel diluvio universale. (Matteo 24:38, 39; 1 Pietro 3:20) Sebbene la “grande tribolazione” avvenire sia il più grande cataclisma mondiale d’ogni tempo, tuttavia la razza umana sarà mantenuta in vita attraverso esso, poiché Dio preserverà gli “uomini di buona volontà”, per quanto possano essere comparativamente pochi.
40. (a) Sotto che cosa verranno quindi a trovarsi questi salvati? (b) Quale trasformazione dovrà poi esserci sulla terra?
40 Sotto che cosa verranno quindi a trovarsi? I regni di questo mondo, inclusa la cristianità, saranno stati distrutti, frantumati dalla Pietra del messianico regno di Dio. In adempimento della profezia di Daniele, quella regale Pietra, crescendo fino a raggiungere le proporzioni di un gran monte, empirà l’intera terra. Satana il Diavolo, “l’iddio di questo sistema di cose”, non avrà in questo “monte” nessun controllo né luogo. Egli e i suoi demoni saranno sia incatenati che confinati in un abisso durante il regno di mille anni di Cristo. (Rivelazione 20:1-3, 7) Di conseguenza, i sopravvissuti “uomini di buona volontà” non potranno fare altro che trovarsi sotto un nuovo governo celeste, il messianico regno del permanente Erede del re Davide, Gesù Cristo, insieme a quelli che sono coeredi con lui nel regno celeste. Dovrà esserci quindi una trasformazione delle condizioni della terra. Una nuova e giusta società umana sarà stabilita, come dopo il Diluvio del giorno di Noè egli e la sua famiglia diedero alla razza umana un nuovo inizio giusto. Questo è ciò che l’apostolo Pietro additò, dicendo: “Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. — 2 Pietro 3:13.
SALVEZZA PER L’ETERNITÀ
41, 42. (a) Il pieno effetto di quale proclamazione compiuta dal 1914 sentirà allora la terra? (b) Quali parole di gratitudine di quelli che sono in cielo diranno quelli che si schierano dalla parte del messianico regno di Dio?
41 Così la terra sentirà il pieno effetto della celeste proclamazione che è stata fatta dalla fine dei Tempi dei Gentili nel 1914, cioè: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo, ed egli regnerà per i secoli dei secoli”. (Rivelazione 11:15) Non invano le persone di questa attuale generazione avranno preso seriamente questa proclamazione, schierandosi dalla parte del messianico regno di Dio per ottenere da quel governo avvenire buona volontà. Profondamente grati d’esser stati salvati attraverso la guerra dell’ira di Dio contro le nazioni della terra, con le storiche parole di quelli che sono in cielo diranno:
42 “Ti ringraziamo, Geova Dio, Onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso il tuo gran potere e hai cominciato a regnare. Ma le nazioni si adirarono, e venne l’ira tua, e il tempo fissato di giudicare i morti, e di dare la ricompensa ai tuoi schiavi i profeti, e ai santi e a quelli che temono il tuo nome, i piccoli e i grandi, e di ridurre in rovina quelli che rovinano la terra”. — Rivelazione 11:15-18.
43. (a) Quei sopravvissuti alla “grande tribolazione” si sentiranno già ampiamente compensati in qual modo? (b) In quale condizione non vorranno lasciare la terra, e quale sarà dunque la loro mira?
43 Come saranno quindi grati gli “uomini di buona volontà” di Dio perché quelli che rovinavano la terra saranno stati ridotti in rovina nella distruzione durante la “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” in Har-Maghedon! (Rivelazione 16:14-16) Come saranno lieti di essere fra quelli che temeranno il nome di Dio e avranno reso servizio quali cristiani testimoni di Geova! Essi si sentiranno già in gran parte compensati per aver temuto il suo nome essendo tenuti in vita nella carne attraverso la “grande tribolazione”, a cui non avrebbero mai potuto sopravvivere nella carne senza la protezione di Geova! Essi non si accontenteranno di vedere questa terra lasciata in alcuno stato di rovina come risultato della rovinosa condotta delle nazioni. Desidereranno riparare la terra. Il paradiso sulla terra sarà la loro mira, poiché sanno che questo è l’immutabile proposito di Dio come fu dichiarato molto tempo fa ad Adamo e ad Eva nel Giardino di Eden. (Genesi 1:26-28) Saranno ansiosi di condividere tale terra paradisiaca con altri, sì, con molti altri. Con chi, allora?
44. (a) Con chi i sopravvissuti alla “tribolazione” saranno ansiosi di condividere la terra paradisiaca? (b) La salvezza della razza umana da parte di Dio comprenderà perciò più che quale prossimo atto di salvezza?
44 Con quelli suggeriti dalle parole di ringraziamento rivolte a Geova Dio: “Venne l’ira tua, e il tempo fissato di giudicare i morti”. Ah,“i morti”! I “santi” morti son destati, naturalmente, alla vita celeste per partecipare con Gesù Cristo al suo regno sul genere umano. Ma indipendentemente da questi, ci sono gli innumerevoli morti umani, inclusi i molti che temettero il nome di Dio, “i piccoli e i grandi”. Perché tutti i morti umani siano giudicati da un perfetto, giusto Regno celeste devono essere risuscitati dalle tombe terrene del suolo o dalle tombe acquee del mare. Ah, sì, Gesù Cristo morì come umano sacrificio di riscatto per tutti loro. (1 Timoteo 2:5, 6) Or dunque, il proposito di Dio di salvare la razza umana è quello di salvare più che della carne umana vivente attraverso la “grande tribolazione” del mondo e di introdurla nel suo sistema di cose del Regno. Farà questo con la risurrezione di tutti i morti umani per i quali il suo Figlio Gesù Cristo morì come perfetto sacrificio umano. Possedendo tutto il merito o il valore di riscatto di quel sacrificio, egli potrà rendere servizio in cielo come Sommo Sacerdote di Dio estendendo i benefici del suo sacrificio al risuscitato genere umano.
45. Fra i risuscitati dai morti ci sarà allora quale individuo, a causa della promessa che gli fece Gesù?
45 Fra i morti che dovranno essere risuscitati sarà l’amichevole malfattore che morì su un palo accanto a Gesù Cristo. Ricordate come egli disse a Gesù al di sopra della cui testa era posta l’iscrizione, “Questo è il re dei Giudei”, queste parole di speranza: “Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno”. E, nonostante le indicazioni contrarie di quel giorno, Gesù gli disse: “Veramente ti dico oggi: Tu sarai con me in Paradiso”. (Luca 23:38-43) Quando Gesù sarà venuto nel suo regno e avrà cominciato a restaurare il Paradiso sulla terra, egli dovrà quindi adempiere queste parole che rivolse a quel malfattore.
RAPPRESENTANTI TERRENI DEL REGNO DEI CIELI
46, 47. (a) In che modo la nomina di visibili rappresentanti umani del regno messianico differirà dall’attuale ascesa al potere dei governanti umani? (b) L’autorizzazione perché allora Gesù nomini visibili rappresentanti del suo regno è dichiarata nel Salmo 45 con quali parole?
46 Si può attendere che ex re, imperatori, presidenti, governatori e dittatori quando saranno stati risuscitati non riprendano automaticamente a governare sui loro sudditi e concittadini di un tempo. Il vecchio sistema di cose sotto il satanico “iddio di questo sistema di cose” non è più in vigore. Il nuovo sistema di cose di Dio sotto il messianico regno dei cieli è pienamente stabilito su tutta la terra. Per necessità, avrà l’organizzazione di tutti quelli sulla terra, non, comunque, secondo le divisioni nazionali, tribali o razziali d’oggi. Tutti i sudditi terreni del Regno saranno trattati e organizzati come una sola razza umana, una sola famiglia umana, tutti di una sola carne, e tutti ugualmente riscattati mediante il solo sacrificio del Riscattatore Gesù Cristo. Il suo invisibile Regno celeste avrà sulla terra visibili rappresentanti umani, non scelti dal popolo, ma scelti e nominati da lui. Il suo obbligo e la sua autorizzazione per fare questo sono esposti nel profetico Salmo 45:6, 7, 16, con queste parole:
47 “Lo scettro del tuo regno è uno scettro di rettitudine. Tu hai amato la giustizia e hai odiato la malvagità. Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio d’esultanza più dei tuoi compagni. In luogo dei tuoi antenati ci saranno i tuoi figli, che costituirai principi su tutta la terra”. — Ebrei 1:7-9.
48. (a) Quale tipo di norma prevarrà allora? (b) A chi i rappresentanti visibili dovranno rispondere per la condotta tenuta nel loro incarico?
48 La norma nazionalistica e democratica sarà una cosa del deludente passato. Prevarrà la norma teocratica. Questa darà luogo a un dominio unificato, armonioso, giusto e pacifico. Quei nominati rappresentanti risponderanno della condotta che terranno nel loro incarico non al popolo, ma a Gesù Cristo, l’unto Re di Dio. Egli regnerà quale fedele espressione dei suoi preannunciati titoli: “Consigliere meraviglioso, Dio possente, Padre eterno, Principe della pace”, a sostegno del suo pacifico governo “mediante il diritto e mediante la giustizia, sin da ora e a tempo indefinito”. — Isaia 9:6, 7.
49. Come si adempirà il significato del suo titolo “Padre eterno”?
49 Com’è significativo il suo titolo, “Padre eterno”! Questa è una divina garanzia che il suo santo governo impartirà ai suoi sudditi la vita, la vita eterna. Il suo sarà un governo paterno, e i suoi riscattati sudditi diverranno suoi figli, che egli alimenterà, guarirà e sanerà elevandoli alla perfezione umana così che si rendano degni della vita eterna nel paradiso della terra. Così potrà essere il loro Padre eterno ed essi potranno essergli figli in eterno.
50. (a) Così, fino a qual punto Dio salva la razza umana? (b) Con che cosa Dio coronerà la sua opera di salvare la razza umana mediante il Regno?
50 Come tutto questo magnifica il fatto che, salvando la razza umana mediante il Regno, Dio non salverà la nostra razza per rinnovare sulla terra la nostra vita temporaneamente. Egli salverà la razza umana per una santa vita di felicità che non cesserà mai in eterno, in una dimora paradisiaca sulla terra. Geova Dio non permetterà mai più che la razza umana sia apparentemente minacciata di distruzione violenta. L’uomo sarà sulla terra per rimanervi, e non per scomparire da questa terra in nessun tempo. La razza umana, allora elevata alla perfezione in un Paradiso terrestre, non sarà mai perduta per questo pianeta terrestre. L’Onnipotente Dio Geova mediante il suo Regno salverà la razza umana con un successo che non svanirà mai, con buoni risultati imperituri. Tutto questo è davvero una buona notizia che proviene dalla fonte più fidata. Annunciate questa buona notizia per lungo e per largo. Tutti quelli che vi udranno e crederanno afferrino questa vera speranza e vivano da ora in poi come “uomini di buona volontà” di Dio.