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EbraicoAusiliario per capire la Bibbia
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o sulla penultima sillaba. Quasi tutte hanno l’accento sull’ultima sillaba e, in tal caso, l’accento di solito non viene indicato nei vocabolari. Quindi קָטַל (qa·talʹ) s’intende che ha l’accento sull’ultima sillaba (טַל = tal). Le parole che hanno l’accento sulla penultima sillaba sono spesso contrassegnate dal segno (›) sopra la consonante, o (‹) sotto la sillaba che si deve accentare. Intatti קָ‹טַלְתִּי (qa·talʹti) ha l’accento sulla penultima sillaba.
In questa pubblicazione, nella traslitterazione un accento grave (‵) indica la vocale su cui porre l’accento.
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Ebrei, lettera agliAusiliario per capire la Bibbia
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Ebrei, lettera agli
Lettera ispirata delle Scritture Greche Cristiane, scritta evidentemente dall’apostolo Paolo ai cristiani. ebrei della Giudea verso il 61 E.V. Per quei cristiani ebrei la lettera giungeva proprio al momento giusto. Erano trascorsi circa ventotto anni dalla morte e risurrezione di Gesù Cristo. All’inizio una violenta persecuzione da parte dei capi religiosi si era abbattuta sui cristiani di origine ebraica che abitavano a Gerusalemme e nella Giudea, provocando la morte di alcuni e l’allontanamento di quasi tutti gli altri da Gerusalemme. (Atti 8:1) I cristiani così dispersi continuarono a divulgare la buona notizia ovunque andavano. (Atti 8:4) Gli apostoli erano restati a Gerusalemme e avevano tenuto unita la congregazione rimastavi, che nonostante la grave opposizione aveva avuto un aumento. (Atti 8:14) Poi, per qualche tempo la congregazione godette di un periodo di pace. (Atti 9:31) In seguito Erode Agrippa I fece uccidere l’apostolo Giacomo, fratello di Giovanni, e maltrattò altri della congregazione. (Atti 12:1-5) Qualche tempo dopo i cristiani della Giudea si trovarono nel bisogno materiale e ciò permise a quelli della Macedonia e dell’Acaia (verso il 55 E.V.) di manifestare l’amore e l’unità che esistevano fra loro inviando aiuti, (I Cor. 16:1-3; II Cor. 9:1-5) La congregazione di Gerusalemme aveva dunque sofferto molto.
SCOPO DELLA LETTERA
La congregazione di Gerusalemme era composta quasi interamente di ebrei e di proseliti. Molti avevano conosciuto la verità dopo che la persecuzione più violenta era cessata. Quando fu scritta la lettera agli ebrei la congregazione godeva di relativa pace, infatti Paolo scriveva: “Non avete ancora resistito fino al sangue”. (Ebr. 12:4) Comunque, il fatto che non fossero più nell’immediato pericolo di morte non voleva dire che non ci fosse più forte opposizione da parte dei capi religiosi giudei. Nella congregazione i nuovi dovevano affrontare l’opposizione come gli altri. Altri ancora erano poco maturi, non avendo fatto progresso come avrebbero dovuto a motivo del tempo. — Ebr. 5:12.
È evidente che la lettera agli ebrei fu ispirata dallo spirito di Geova. Gli immaturi cristiani ebrei della Giudea e di Gerusalemme avevano molto bisogno di consigli, e tutti nella congregazione avevano bisogno d’incoraggiamento. Per Gerusalemme il tempo stava per scadere. La situazione richiedeva vigilanza e fede da parte dei cristiani che dovevano ubbidire all’esortazione di Gesù di fuggire dalla città non appena vedevano Gerusalemme circondata da eserciti accampati. (Luca 21:20-22) Secondo la tradizione, questo avvenne nel 66 E.V. quando le truppe di Cestio Gallo si ritirarono dopo un attacco iniziale contro la città. Poi nel 70 E.V. Gerusalemme e il suo tempio sarebbero stati rasi al suolo dal generale romano Tito. Nella congregazione cristiana ognuno doveva rafforzarsi per poter affrontare quei gravi avvenimenti, e gli immaturi in modo particolare. L’opposizione che incontravano ogni giorno da parte dei giudei metteva alla prova la loro fede. Dovevano sviluppare la qualità della perseveranza. — Ebr. 12:1, 2.
Opposizione da parte dei giudei
I capi religiosi giudei, con la loro propaganda menzognera, avevano fatto tutto il possibile per fomentare l’odio, decisi a combattere il cristianesimo con ogni arma possibile, come rivelano le loro azioni descritte in Atti 22:22; 23:12-15, 23, 24; 24:1-4; 25:1-3. Essi e i loro sostenitori molestavano di continuo i cristiani, intavolando discussioni nell’evidente tentativo di infrangerne la lealtà a Cristo. Attaccavano il cristianesimo con un ragionamento che a un giudeo poteva sembrare valido e inconfutabile.
In quel tempo il giudaismo aveva molto da offrire in quanto a cose materiali, tangibili, e ad esteriorità. Tutto ciò, potevano dire i giudei, dimostrava la superiorità del giudaismo e la stoltezza del cristianesimo. A Gesù avevano detto che la nazione aveva come proprio padre Abraamo, a cui erano state fatte le promesse. (Giov. 8:33, 39) Mosè, a cui Dio aveva parlato “a bocca a bocca”, era un grande servitore e profeta di Dio. (Num. 12:7, 8) I giudei avevano la Legge e le parole dei profeti fin dall’inizio. La sua stessa antichità non dimostrava che il giudaismo era la religione vera? Nell’istituire il patto della Legge Dio aveva parlato per mezzo di angeli, infatti la Legge era stata trasmessa da angeli per mano del mediatore Mosè. (Atti 7:53; Gal. 3:19) In quell’occasione Dio aveva dato una terribile dimostrazione di potenza scuotendo il monte Sinai; il forte suono del corno, fumo, tuoni e lampi accompagnarono quella gloriosa manifestazione. — Eso. 19:16-19; 20:18; Ebr. 12:18-21.
Oltre a tutte queste cose accadute nell’antichità, c’era ancora il sontuoso tempio col sacerdozio istituito da Geova, fra i cui compiti giornalieri c’era l’offerta di molti sacrifici. Inoltre c’era lo sfarzo degli abiti sacerdotali e lo splendore delle attività svolte nel tempio. Non aveva Geova ordinato che si portassero nel santuario sacrifici per il peccato? E il sommo sacerdote, discendente dello stesso Aaronne fratello di Mosè, non entrava nel Santissimo nel Giorno di Espiazione con un sacrificio per i peccati dell’intera nazione? In quell’occasione, non si avvicinava simbolicamente alla stessa presenza di Dio? (Lev. cap. 16) Per di più il regno, con colui (il Messia, che secondo loro doveva ancora venire) che sarebbe salito al trono e avrebbe regnato a Gerusalemme, non apparteneva forse ai giudei?
Se la lettera agli ebrei era stata scritta affinché i cristiani fossero preparati a rispondere alle obiezioni sollevate effettivamente dai giudei, quei nemici del cristianesimo dovevano ragionare in questo modo: Quale prova di autenticità e del favore di Dio poteva dare questa nuova “eresia”? Aveva un tempio e un sacerdozio? E dov’era il loro capo? Quel Gesù, un galileo, figlio di un falegname, senza alcuna istruzione rabbinica, aveva avuto durante la sua vita qualche importanza fra i capi della nazione? E non era forse morto di una morte ignominiosa? Dov’era il suo regno? Chi erano i suoi apostoli e seguaci? Semplici pescatori ed esattori di tasse. Inoltre, chi attirava prevalentemente il cristianesimo? I poveri e gli umili della terra e, peggio ancora, i gentili incirconcisi, che non erano seme di Abraamo. Perché mai qualcuno dovrebbe aver fiducia in questo Gesù Cristo, che era stato messo a morte come bestemmiatore e
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