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Israele e i “tempi dei Gentili”La Torre di Guardia 1984 | 15 gennaio
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Israele e i “tempi dei Gentili”
“Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili [“goyìm”], finché non saranno compiuti i tempi dei Gentili”. — Luca 21:24, “Nardoni”.
1. Come si adempirono le parole di Gesù riguardo a Gerusalemme, ma a quale domanda bisogna rispondere?
TRENTASETTE anni dopo che Gesù Cristo ebbe pronunciato le suddette parole, la città di Gerusalemme, nel 70 E.V., fu distrutta dalle legioni romane al comando del generale Tito. Ma che dire del resto della sua profezia, cioè la parte relativa al periodo durante il quale Gerusalemme sarebbe stata calpestata dai gentili, dai goyìm, come li chiamano oggi gli ebrei?
2. (a) Gesù intendeva forse dire che la città non sarebbe stata ricostruita e riabitata? (b) Nonostante la temporanea occupazione della città santa da parte dei crociati, come continuò il calpestamento di Gerusalemme ad opera dei gentili fino allo scadere dei “tempi”?
2 Quelle parole non significavano che Gerusalemme non sarebbe stata ricostruita e riabitata ‘finché non fossero compiuti i tempi dei Gentili [goyìma]’. Durante il secolo successivo la città fu ricostruita, e nel Medioevo i cosiddetti crociati combatterono per conquistarla. I sanguinari crociati della cristianità mostrarono d’essere goyìm, o gentili, tanto quanto coloro che in precedenza occupavano la città e coloro che in seguito la strapparono loro. Fino alla prima guerra mondiale (1914-1918) questi goyìm (o, come li chiamava la cristianità, gli “infedeli”) continuarono a calpestare la città così sacra agli ebrei.
3. Avvicinandosi la cattura di Gerusalemme da parte delle truppe britanniche nel dicembre del 1917, cosa disse a lord Rothschild il ministro degli esteri britannico Balfour, ma quale disposizione fu presa per la Palestina dopo la guerra?
3 Il 9 dicembre 1917 le truppe britanniche al comando del generale Allenby sottrassero Gerusalemme ai turchi, alleati di Guglielmo II, Kaiser dell’impero germanico. Nell’imminenza di quell’impresa, il ministro degli esteri britannico, Arthur Balfour, comunicò il 2 novembre 1917 a lord Rothschild, della famosa famiglia ebrea dei Rothschild, che il governo di Sua Maestà vedeva con favore l’istituzione di una patria per gli ebrei in Palestina. Comunque, alla fine della prima guerra mondiale, la Lega o Società delle Nazioni (goyìm), istituita nel 1920, affidò il mandato sulla Palestina (inclusa Gerusalemme) alla Gran Bretagna, fino al 1948. Non fu specificato chi dovesse prendere possesso di Gerusalemme allo scadere del mandato.
4. Allo scadere del mandato britannico sulla Palestina nel 1948, cosa fecero le parti interessate?
4 Quando nel 1948 cessò il mandato britannico, le parti interessate intervennero immediatamente. I musulmani assunsero il controllo di gran parte del settore orientale, inclusa la città di Gerusalemme con le sue mura e il suo santuario dedicato al culto di Allah. Gli ebrei si impossessarono della parte occidentale della Palestina e diedero vita all’attuale stato di Israele. Ma fu solo con la guerra dei sei giorni nel 1967 che la città di Gerusalemme, incluso il Muro del Pianto, sul quale molto tempo fa si ergeva il tempio degli ebrei, fu strappata agli arabi. Gli ebrei vittoriosi estesero il loro dominio alla riva occidentale del Giordano e alla sua popolazione islamica.
5. (a) Come risultato della guerra dei sei giorni nel 1967, in che modo la Gerusalemme odierna cessò di essere calpestata dai gentili? (b) Nonostante Gerusalemme sia libera dal 1967, perché c’è qualcosa che non quadra?
5 Perciò la Gerusalemme terrena continuò a essere calpestata dai gentili fino al 1967. Ma da allora, a quanto è dato di vedere, Gerusalemme ha smesso di essere calpestata dai gentili. Tuttavia ci sentiamo in dovere di chiedere: “E con questo?” Il fatto che nel 1967 Israele abbia posto fine al calpestamento gentile di Gerusalemme ha forse recato benedizioni a tutta l’umanità? Lungi dall’accoglierla come una benedizione, molte nazioni non vedono di buon occhio l’esistenza di Israele. La creazione del moderno stato di Israele non ha certo portato all’istituzione del Regno del Messia giudaico. Chiaramente Israele non confida nell’Iddio di Abraamo, Isacco e Giacobbe, cioè Geova, per avere aiuto e salvezza. Il suo governo non è un regno con un effettivo discendente della linea reale dell’antico re Davide che sieda su un trono a Gerusalemme.
6. Cosa bisogna riconoscere circa il ruolo della Gerusalemme terrena dal 1967 in poi in relazione alla profezia di Isaia 2:1-4?
6 Perciò, nel caso della Gerusalemme terrena a partire dal 1967, non vediamo adempiersi la profezia di Isaia 2:2-4:
“Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al di sopra dei colli; e tutte le nazioni [goyìm] affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno, e diranno: ‘Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno. Egli giudicherà tra nazione e nazione [plurale, goyìm] e sarà l’arbitro fra molti popoli; ed essi delle loro spade fabbricheranno vomeri d’aratro, e delle loro lance, roncole; una nazione [gòy] non leverà più la spada contro un’altra, e non impareranno più la guerra”. — Versione Riveduta (VR).
7. In netto contrasto con la profezia di Isaia 2:1-4, cosa vediamo oggi, e che dire della profezia di Zaccaria 8:23?
7 Anziché trasformare le armi in strumenti di pace, le nazioni gentili sono più armate che mai, e questo vale anche per la stessa repubblica di Israele. Inoltre oggi non vediamo l’adempimento della profezia di Zaccaria 8:23, che dice:
“Così parla l’Eterno degli eserciti: In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste, e diranno: Noi andremo con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”. — VR.
8. Tutto ciò fa dubitare che il 1967 abbia contrassegnato che cosa?
8 Tutto ciò fa dubitare che il 1967, l’anno della guerra dei sei giorni, possa aver contrassegnato l’adempimento della profezia che diceva: “Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili, finché non saranno compiuti i tempi dei Gentili”. (Luca 21:24, Nardoni) In realtà i “tempi dei Gentili” erano terminati prima. Esaminiamone le prove
9. (a) Quando Gesù disse: “Gerusalemme sarà calpestata”, a quale “Gerusalemme” si riferiva, e cosa rappresentava quella “Gerusalemme”? (b) Di conseguenza, cosa sarebbe successo una volta cessato il calpestamento di “Gerusalemme”?
9 Quando Gesù disse che “Gerusalemme” sarebbe stata calpestata dai gentili, aveva in mente ciò che era stata la Gerusalemme terrena prima che ne iniziasse il calpestamento da parte dei gentili. Qualche tempo prima egli stesso aveva detto: “Non giurare affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio . . . né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re”. (Matteo 5:34, 35) Perciò quando i gentili cominciarono a calpestare Gerusalemme nell’esercitare il dominio mondiale, calpestarono il Regno di Dio rappresentato dalla città reale di Gerusalemme. Ne consegue che, quando al termine dei “tempi dei Gentili” ebbe fine il calpestamento di ciò che Gerusalemme rappresentava, il Regno di Dio fu nuovamente istituito nelle mani del Messia, discendente reale del re Davide.
10. (a) Quali parole che troviamo in Ezechiele furono rivolte all’ultimo re davidico? (b) Chi dimostrò di avere il “diritto legale” a dominare, e cosa fece Dio per lui?
10 A questo riguardo la profezia di Ezechiele 21:25-27, rivolta all’ultimo re davidico, dice: “In quanto a te, o ferito a morte, malvagio capotribù d’Israele, il cui giorno è venuto nel tempo dell’errore della fine, il Signore Geova ha detto questo: ‘Rimuovi il turbante, e togli la corona. Questa non sarà la stessa. Innalza pure ciò che è basso, e abbassa pure l’alto. Una rovina, una rovina, una rovina ne farò. Anche in quanto a questo, per certo non diverrà di nessuno finché venga colui che ha il diritto legale, e a lui lo devo dare’’”. Colui che ha il “diritto legale” di regnare non è altri che Gesù Cristo, il Discendente del re Davide. Nel lontano 33 E.V. più di 500 ebrei divennero testimoni del fatto che Questi era stato risuscitato da Dio il terzo giorno dal suo martirio. — I Corinti 15:3-20.
Il Messia si sottomette ai “tempi dei Gentili”
11. Perché Gesù non cercò di divenire re a Gerusalemme, e quindi cosa disse al governatore Ponzio Pilato?
11 Né prima né dopo la sua risurrezione dai morti il Messia Gesù cercò di divenire Re nella Gerusalemme terrena. Non fece alcun tentativo di deporre Ponzio Pilato, che allora era il governatore romano della Giudea e di Gerusalemme. Una ragione di ciò era che i “tempi dei Gentili” menzionati da Gesù in Luca 21:24 erano già in corso. Perciò egli si sottomise a quella disposizione divina. In armonia con questo, egli disse a Pilato: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. — Giovanni 18:36
12. Dallo studio delle Scritture Ebraiche, Gesù sapeva che i “tempi dei Gentili” erano cominciati quando e con quale avvenimento? Quale domanda sorge quindi a proposito di questi “tempi”?
12 Avendo studiato le ispirate Scritture Ebraiche, il Messia Gesù sapeva che i “tempi dei Gentili” erano iniziati prima che i romani occupassero Gerusalemme e vi insediassero dei governatori. Sapeva che erano iniziati quando Gerusalemme era stata rasa al suolo per la prima volta nel 607 a E.V. Per rovesciare Gerusalemme e Giuda, Geova aveva impiegato un gentile, il monarca babilonese Nabucodonosor, da lui chiamato “mio servitore”. (Geremia 43:10) La dominazione gentile del mondo continuò fino ai giorni del Messia Gesù e in seguito fino al tempo fissato da Dio per lo scadere dei “tempi dei Gentili”. Fino ad allora il Regno del Messia, il Regno che ‘non doveva far parte di questo mondo’, avrebbe dovuto attendere. Ebbene, a partire dal 607 a.E.V., per quanti “tempi” sarebbe durato il dominio gentile?
13. In che modo Dio indicò al re di Babilonia il numero di quei “tempi”, e con quale effetto sul re?
13 Geova Dio ne indicò il numero in un sogno che fece avere a Nabucodonosor, colui che aveva usato come Suo “servitore”. Pur essendo stato impiegato per distruggere “la città del gran Re”, Gerusalemme, Nabucodonosor, come risultato dell’adempimento del sogno su di lui, fu costretto a riconoscere Geova come “l’Altissimo” e “il Re dei cieli”. (Matteo 5:35; Daniele 4:34, 37) L’Iddio Altissimo, il Re del cielo, diede il via ai “tempi dei Gentili” nel 607 a.E.V. mediante questo suo “servitore”.
14. Visti gli sviluppi della guerra in Medio Oriente nel 1917, quali dichiarazioni fecero otto ecclesiastici in un Manifesto pubblicato a Londra?
14 È interessante che, verso la fine del 1917, anno in cui la moderna Gerusalemme ricostruita fu conquistata dalle truppe britanniche nel corso della prima guerra mondiale, otto fra i principali ecclesiastici inglesi si riunirono a Londra e pubblicarono un Manifesto contenente sette esplicite dichiarazioni, fra cui le seguenti:
“PRIMO: La presente crisi indica la fine dei tempi dei Gentili. . . .
“QUARTO: Israele sarà restaurato nella sua terra nell’incredulità, per essere poi convertito dall’apparizione di Cristo in suo favore.
“QUINTO: Tutti i progetti umani di ricostruzione devono essere considerati secondari di fronte alla seconda venuta del nostro Signore, perché tutte le nazioni saranno soggette al suo dominio. . . .
“SETTIMO: Le verità contenute in questa dichiarazione sono della massima importanza per determinare il carattere e l’azione dei cristiani riguardo ai pressanti problemi dell’ora”.
15. (a) Nel sogno di Nabucodonosor, cosa rappresentava l’ampio albero? (b) Durante il periodo in cui Nabucodonosor fu pazzo, che ne fu del dominio mondiale esercitato dall’impero babilonese? (c) Come proseguì il dominio mondiale quando Babilonia smise di essere un impero mondiale?
15 Nel sogno che Geova Dio mandò al suo “servitore” Nabucodonosor, c’erano “sette tempi” decretati dal cielo. In che modo questi si collegano o coincidono con i “tempi dei Gentili”? Così: Nel sogno profetico, l’ampio albero torreggiante rappresenta il dominio mondiale in senso astratto. Dato che all’epoca del sogno colui che esercitava il dominio mondiale era Nabucodonosor, il “servitore” di Geova Dio, l’albero aveva a che fare con lui personalmente, per cui si poteva dire che l’albero rappresentasse lui. Ma quando egli impazzì e non occupò più il trono imperiale, il suo dominio mondiale fu forse abbattuto? Cessò il dominio mondiale esercitato dall’impero babilonese? No, continuò a funzionare fino al ritorno di quel monarca sul trono e attraverso il regno dei suoi successori, Evil-Merodac, Nabonedo e Baldassarre. Dopo ciò il dominio mondiale da parte dei gentili proseguì attraverso le successive potenze mondiali: gli imperi di Persia, Grecia, Roma e la sua appendice, la potenza mondiale anglo-americana.
16. Il dominio mondiale di chi fu effettivamente abbattuto durante il succedersi di tutte quelle potenze mondiali gentili, e quanti “tempi” dovevano passare sul ceppo del simbolico albero?
16 In tutto questo lungo periodo di tempo, il dominio mondiale di chi — in particolare in quanto rappresentato da Gerusalemme, “la città del gran Re” — fu e rimase realmente abbattuto? Il dominio mondiale di Colui che Nabucodonosor chiamò “l’Altissimo” e “il Re dei cieli”, Geova. Il ceppo dell’albero, circondato da legami di ferro e di rame, rappresentava il Suo dominio mondiale tenuto in sospeso. Geova Dio aveva decretato che su quel ceppo simbolico passassero “sette tempi”.
17. (a) Invece di “sette tempi”, quale espressione usano alcuni traduttori del testo ebraico? (b) Come fu che Gerusalemme continuò a essere calpestata dai gentili anche dopo la sua ricostruzione?
17 Alcune versioni della Bibbia (come The Living Bible, Moffatt, Today’s English Version e An American Translation) usano l’espressione “sette anni” invece di “sette tempi”. La pazzia di Nabucodonosor, probabilmente un caso di licantropia, durò sette anni. Quando fu guarito, riconobbe l’Iddio che lo aveva sanato, ma non fece tornare il popolo di Dio nella loro patria. Geova Dio aveva decretato che Gerusalemme e il paese di Giuda dovevano rimanere desolati per settant’anni. Perciò il calpestamento di Gerusalemme da parte dei gentili continuò, persino dopo che Gerusalemme fu ricostruita dai giudei rimpatriati a partire dal 537 a.E.V. Perché? Perché rimasero soggetti al dominio gentile, senza alcun discendente della linea reale di Davide seduto sul trono di Gerusalemme quale re indipendente. È pertanto evidente che, nel caso di Geova Dio, i “sette tempi” sono simbolici e pertanto più lunghi di sette anni a contare dal 607 a.E.V. — Daniele 4:16, 23, 25, 32.
18. A quanto equivalgono quei “sette tempi”, simbolicamente parlando, e quando finirono dunque?
18 Nel profetico calcolo del tempo della Bibbia, un anno lunare è composto di 360 giorni. Perciò un ‘tempo’ o anno simbolico ammonterebbe a 360 anni di calendario. Sette “tempi” o “anni” simbolici equivarrebbero quindi a 7 × 360 anni, cioè 2.520 anni. Contando dal 607 a.E.V., quando Gerusalemme, “la città del gran Re”, fu distrutta dal “servitore” di Geova, Nabucodonosor — dando così inizio al calpestamento di Gerusalemme per opera dei gentili — quei 2.520 anni terminerebbero nell’autunno del 1914 dell’era volgare.
19. (a) Cosa avvenne sulla terra nel 1914? (b) Quell’anno fu il tempo adatto perché “il Re dei cieli” facesse che cosa nel luogo della sua residenza?
19 Sulla terra quell’anno fu contrassegnato dallo scoppio della prima guerra mondiale combattuta per il dominio del mondo. Tuttavia, lassù dove risiede “il Re dei cieli” era giunto per lui il tempo di dimostrare che “l’Altissimo domina sul regno del genere umano, e che egli lo dà a chi vuole”. (Daniele 4:32, 37) Era il tempo giusto perché arrivasse “colui che ha il diritto legale” e perché l’Altissimo ‘lo desse a lui’. (Ezechiele 21:25-27) Questi era il glorificato Messia, colui che il Re del cielo aveva generato come Figlio spirituale, cioè Gesù Cristo, risuscitato alla vita celeste. (Salmo 2:1-7) Quello era il tempo adatto perché il Re del cielo gli dicesse: “Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici”. (Salmo 110:1, 2) Ciò significava che i “tempi dei Gentili” erano davvero finiti.
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L’“Israele di Dio” e la fine dei tempi dei GentiliLa Torre di Guardia 1984 | 15 gennaio
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L’“Israele di Dio” e la fine dei tempi dei Gentili
1, 2. (a) Quale situazione esistente oggi all’interno delle mura di Gerusalemme mostra che Geova non ha assunto di nuovo il dominio mondiale da quella città? (b) Ma quale altra città con lo stesso nome si deve prendere ora in considerazione?
NEL dicembre del 1917 le truppe britanniche al comando del generale Allenby conquistarono la Gerusalemme terrena togliendola ai turchi maomettani. In tutta la terra gli ebrei acclamarono quell’avvenimento. Ma fino a oggi la presenza del santuario islamico sul monte Moria, all’interno delle mura di Gerusalemme, impedisce la costruzione di qualsiasi tempio giudaico nel luogo in cui un tempo sorgeva il tempio di Salomone. È chiaro che l’Iddio al quale il reale figlio di Davide innalzò quel tempio non esercita oggi il dominio mondiale col suo Regno messianico dalla Gerusalemme terrena, ora che i “tempi dei Gentili” sono finiti. Ma che dire dell’altra Gerusalemme? Quale? Quella menzionata nell’ispirata lettera indirizzata ai discepoli del Messia Gesù che abitavano nella provincia romana della Galazia, lettera scritta alcuni anni dopo che Gesù aveva predetto la distruzione della ricostruita città di Gerusalemme, distruzione avvenuta nel 70 E.V. Lì, in Galati capitolo 4, versetti 25 e 26, si legge:
2 “Ora questa Agar [schiava del patriarca ebreo Abraamo] significa il Sinai, un monte dell’Arabia, e corrisponde alla Gerusalemme d’oggi, poiché è in schiavitù con i suoi figli [i suoi cittadini e sudditi]. Ma la Gerusalemme di sopra è libera [come Sara, moglie libera di Abraamo], ed essa è nostra madre”.
3, 4. (a) Chi riconobbe Paolo, insieme ai cristiani della Galazia, come propria “madre” spirituale? (b) In che modo la nazione di Israele era entrata a far parte dell’organizzazione universale di Dio?
3 Lo scrittore di queste parole fu un ebreo convertito, Saulo di Tarso, che divenne un apostolo scelto dal Messia Gesù. La “Gerusalemme d’oggi” di cui parlava fu scacciata dall’organizzazione di Dio — come Agar lo fu dalla famiglia di Abraamo — e venne distrutta nel 70 E.V. Paolo non riconosceva più quella Gerusalemme terrena come propria madre spirituale. Come madre spirituale riconosceva invece la “Gerusalemme di sopra”, quella che era in cielo. Come quei cristiani della Galazia, Paolo era uno dei “suoi figli”.
4 Quando al monte Sinai Dio stipulò un patto con gli israeliti mediante la Legge di cui fu mediatore Mosè, la nazione di Israele divenne la parte visibile dell’organizzazione universale di Geova. Apparteneva a quell’organizzazione, così come la schiava Agar apparteneva a Sara, moglie originale di Abraamo. Sara tipificò la libera “Gerusalemme di sopra”. Questa produce la progenie promessa.
5. Perciò in quale luogo Geova avrebbe cominciato a esercitare il dominio mondiale alla fine dei “tempi dei Gentili”, e a quale domanda sarebbe stato per lui tempo di rispondere? Come avrebbe risposto?
5 Tenendo presente questo, sarebbe stato in relazione a questa “Gerusalemme di sopra” che Geova Dio avrebbe cominciato a esercitare il suo dominio mondiale alla fine dei “tempi dei Gentili” nel 1914, anno in cui scoppiò la guerra. Giunse quindi per lui il tempo di rispondere con le azioni alla domanda suscitata dall’ispirato scrittore Davide nel Salmo 2:1-6:
“Perché sono state in tumulto le nazioni e gli stessi gruppi nazionali borbottavano una cosa vuota? I re della terra si presentano e gli stessi alti funzionari si sono ammassati insieme come un sol uomo contro Geova e contro il suo unto [il suo Messia], dicendo: ‘Strappiamo i loro legami e gettiamo via da noi le loro funi!’ Il Medesimo che siede nei cieli riderà; Geova stesso si farà beffe di loro. In quel tempo parlerà loro nella sua ira e nella sua accesa collera li turberà, dicendo: “Io, sì, io ho insediato il mio re sopra Sion, mio santo monte”. — Vedi anche Atti 4:24-26.
6. (a) Perché l’intronizzazione del Re messianico alla fine dei “tempi dei Gentili” fu invisibile ai governanti terreni? (b) Nonostante ne fossero stati avvisati per decenni, i governanti mondiali continuarono a prepararsi per fare che cosa nel momento cruciale?
6 Alla fine dei “tempi dei Gentili” nel 1914 fu quindi appropriato che Geova adempisse le parole profetiche scritte da Davide nel Salmo 110:1, 2: “Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’. La verga della tua forza Geova manderà da Sion, dicendo: ‘Sottoponi in mezzo ai tuoi nemici’”. L’intronizzazione del Re messianico ebbe luogo sul celeste monte Sion e fu pertanto invisibile ai re e agli alti funzionari di governo sulla terra. Sebbene le pubblicazioni della Watch Tower Society avessero annunciato per decenni che nel 1914 sarebbero finiti i “tempi dei Gentili”, quei governanti terreni erano decisi a opporsi all’assunzione del dominio mondiale da parte del celeste Messia. Continuarono a fare i più arditi preparativi per una guerra internazionale. Apparentemente, però, il 1914 iniziò in modo pacifico. Poi, il 28 luglio, le nazioni si trovarono coinvolte nella guerra.
7. L’Intronizzazione del Messia quale Re alla fine dei “tempi dei Gentili” nel 1914 segnò l’inizio di quale relazione fra lui e la terra, e in che modo?
7 L’intronizzazione del Messia come Re alla destra di Geova in quel medesimo anno contrassegnò l’inizio della sua invisibile presenza nei confronti della nostra terra. Perché? Perché, in qualità di Re della terra appena insediato, era appropriato che rivolgesse la sua attenzione al suo reame terrestre, allora occupato dai suoi nemici, che aspiravano al dominio mondiale. Dalla “Gerusalemme di sopra” fu mandata verso la terra ‘la verga della sua forza’. Al comando di Geova egli cominciò a ‘dominare in mezzo ai suoi nemici’ che si trovavano sulla terra. Fu pure sulla terra che egli scagliò il Diavolo e i suoi demoni, scacciandoli dal cielo. — Rivelazione 12:7-17.
8. Gli apostoli di Gesù gli chiesero il “segno” di che cosa, e, secondo Salmo 2:1, come sarebbero state allora le nazioni?
8 Il “segno” dato dal Messia Gesù come prova della sua invisibile “presenza” divenne visibile alla fine dei “tempi dei Gentili” nel 1914. Poco prima che Gesù subisse il martirio, gli apostoli gli chiesero: “Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua presenza e del termine del sistema di cose?” (Matteo 24:3, Traduzione del Nuovo Mondo; Nardoni; The Emphasised Bible, di J. Rotherham; The Emphatic Diaglott, di Benjamin Wilson; Young’s Literal Translation) Secondo Salmo 2:1, le nazioni sarebbero state in tumulto al tempo in cui Dio avrebbe dovuto insediare il Messia Gesù come Re nella Gerusalemme o Sion che si trova in cielo.
9. (a) Durante il primo secolo, gli apostoli che avevano fatto quella domanda videro forse una tribolazione così grande da rimanere per sempre senza uguali? (b) Che adempimento ebbero quindi ai loro giorni le parole di Gesù riportate in Matteo 24:7-15?
9 Non sappiamo se Gesù, nel rispondere, avesse in mente Salmo 2:1 e Salmo 110:1-4. Ad ogni modo, la sua risposta corrisponde a quelle profezie del re Davide, e in modo molto più significativo a partire dal 1914 che non durante i 37 anni che intercorsero fra la domanda degli apostoli e la distruzione di Gerusalemme nel 70 E.V. ad opera delle legioni romane. La terribile calamità che si abbatté allora sui giudei non rimase certo senza uguali. Per esempio, non fu peggiore del massacro di sei milioni di ebrei avvenuto sotto il regime nazista di Hitler prima e durante la seconda guerra mondiale. La distruzione di Gerusalemme non fu una “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. (Matteo 24:21) Ciò che gli apostoli che avevano fatto quella domanda videro sino alla fine del primo secolo E.V. fu un adempimento in miniatura della profezia di Gesù relativa a carestie, terremoti, pestilenze, guerre e persecuzioni, come pure alla distruzione della “Gerusalemme d’oggi”. Non piansero su di essa, perché la Gerusalemme che si trova in cielo continuò a esistere.
10. L’adempimento principale della profezia di Gesù ci induce a trarre quale conclusione?
10 Quelle cose non formarono allora un “segno” composito della sua “presenza e del termine del sistema di cose”. Perciò, affinché la profezia di Gesù si mostrasse verace, le sue parole avrebbero dovuto avere un adempimento più grande in seguito, ai giorni degli ultimi membri del suo “piccolo gregge” di eredi del Regno. (Luca 12:32) Ciò sarebbe avvenuto dalla fine dei “tempi dei Gentili” in poi, fino ad ora. Osservando alla luce della profezia biblica la storia mondiale a partire da quella data, non possiamo che pervenire alla conclusione che stiamo vivendo nel “termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3; Marco 13:4) Questa convinzione è rafforzata dall’adempimento di Rivelazione 6:3-17, brano scritto più di 25 anni dopo la distruzione di Gerusalemme e che parla dei cosiddetti quattro cavalieri dell’Apocalisse.
11. Cosa ricordano circa il periodo della prima guerra mondiale i membri superstiti della “congregazione dei primogeniti”, e com’è l’adempimento della profezia di Gesù nel primo secolo in paragone con questi ultimi avvenimenti?
11 Alcuni del rimanente della “congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli” sono ancora in vita oggi e ricordano bene l’influenza spagnola. (Ebrei 12:23) Quella terribile epidemia, come una delle pestilenze predette, dilagò in tutta la terra verso la fine della prima guerra mondiale uccidendo milioni di persone, più di quante ne morissero durante i quattro anni della prima guerra mondiale. Membri del rimanente ancora in vita ricordano pure la persecuzione degli Studenti Biblici cristiani che cercavano di mantenersi liberi dalla colpa di spargimento di sangue in cui era incorso il mondo. Ricordano come quella persecuzione culminò nell’imprigionamento del presidente (che aveva 48 anni), del segretario-tesoriere (che ne aveva 54) e di altri sei membri della sede centrale della Watch Tower Bible and Tract Society, in seguito ad accuse che furono poi ritirate nel 1919. In relazione a ciò alcune pubblicazioni della Società furono messe al bando in Canada e negli Stati Uniti d’America, bando che fu tolto solo dopo la prima guerra mondiale. Tutto considerato, ciò che avvenne nel primo secolo, ai tempi apostolici, in adempimento della profezia di Gesù, impallidisce di fronte agli avvenimenti analoghi verificatisi su scala mondiale negli anni 1914-1918 E.V.
Ubbidiente azione da parte dell’“Israele di Dio”
12. (a) Rispondendo alla domanda circa il “segno” della sua presenza, Gesù menzionò la persecuzione di chi, e a quale razza appartenevano i primi di essi? (b) Cosa ha preso il posto di “ciò che è Israele secondo la carne”?
12 Rispondendo alla domanda circa il “segno” della sua invisibile “presenza”, Gesù non menzionò nessuna persecuzione su “ciò che è Israele secondo la carne”. (I Corinti 10:18) Predisse la persecuzione dei suoi discepoli, i primi dei quali, ovviamente, erano circoncisi giudei naturali e proseliti. Ma con l’adempimento della profezia di Gioele 2:28, 29 dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi, i suoi discepoli divennero un nuovo Israele, un Israele spirituale. (Atti 1:6–2:42) Verso la metà del primo secolo l’apostolo Paolo, un ebreo convertito, scrisse ai cristiani della Galazia, dicendo: “Ma la Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. (Galati 4:26) E verso la fine della sua lettera osservò: “Poiché né è alcuna cosa la circoncisione né lo è l’incirconcisione, ma una nuova creazione è qualche cosa. E tutti quelli che cammineranno ordinatamente secondo questa regola di condotta, su di essi siano pace e misericordia, e sull’Israele di Dio”. — Galati 6:15, 16.
13. A quale notevole aspetto del “segno” del “termine del sistema di cose” cercano di partecipare individualmente i membri del rimanente e i loro compagni, e con quali risultati fino ad oggi?
13 Dato che ora il rimanente di quell’“Israele di Dio” sta vedendo l’adempimento del “segno” del “termine del sistema di cose”, quale condotta dovrebbe ubbidientemente seguire? Quella che consente loro di partecipare all’adempimento della notevole caratteristica del “segno” predetta da Gesù con queste parole: “Ma chi avrà perseverato [sopportando la persecuzione] sino alla fine [in greco tèlos] sarà salvato. E questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni [i goyìm]; e allora verrà la fine [tèlos].” (Matteo 24:13, 14; Marco 13:9, 10) Nell’anno successivo alla fine della prima guerra mondiale i superstiti del rimanente dell’“Israele di Dio” cominciarono ad adempiere ubbidientemente quel comando profetico. Come risultato, oggi “questa buona notizia del regno” viene predicata dal rimanente degli israeliti spirituali e dai loro compagni testimoni di Geova in 205 paesi e in circa 190 lingue. Tutto ciò nonostante la persecuzione e la seconda guerra mondiale.
14. Mediante questa testimonianza, fanno sapere che per le nazioni sono scaduti quali “tempi”, e perché si può dire che è veramente così?
14 Con questa inarrestabile testimonianza del Regno istituito, vien fatto capire ai gentili, ai goyìm, cioè alle “nazioni”, che i loro “tempi”, i loro “sette tempi” per calpestare Gerusalemme, sono scaduti nell’autunno del 1914. (Luca 21:24) La Gerusalemme qui implicata non è la Gerusalemme terrena in Medio Oriente, ma quella che è in cielo, perché fu lì, in cielo, che Geova Dio intronizzò il suo Messia, il suo unto Figlio Gesù, allo scadere dei “tempi dei Gentili” nel 1914. Di conseguenza, “la città santa” che le nazioni, i gentili, dovevano ‘calpestare per quarantadue mesi’ secondo Rivelazione 11:1, 2, non era la “Gerusalemme celeste” nella quale il Messia Gesù regna dal 1914. (Ebrei 12:22) Chi fu calpestato per quarantadue mesi lunari, o tre anni e mezzo lunari, fu il rimanente dell’“Israele di Dio”, mediante la persecuzione di cui fu oggetto durante la prima guerra mondiale. Ma quando nell’estate del 1922 si tenne il secondo congresso degli Studenti Biblici a Cedar Point (Ohio, USA), essi si erano pienamente ripresi in senso spirituale. Così la persecuzione del rimanente durante la prima guerra mondiale fu parte del “segno” che avrebbe contrassegnato la presenza di Gesù nel suo Regno dal 1914 in poi nella Gerusalemme di sopra, esente da qualsiasi calpestamento. — Matteo 24:3, 9-13.
15. Cosa cominciarono a fare allora come mai prima il rimanente e i suoi compagni, e sotto questo aspetto si sono forse lasciati calpestare?
15 Allora il rimanente dell’“Israele di Dio” si mise come mai prima ad ‘annunciare il Re e il Regno’. Spiritualmente parlando, non si sono più lasciati calpestare dai gentili. — Rivelazione 11:7-15.
16. Dal 1914, quale re cavalca e sottopone in mezzo ai suoi nemici, e in che modo fra breve ci sarà un capovolgimento per quanto riguarda il calpestamento?
16 Con uno splendido capovolgimento, dalla fine dei “tempi dei Gentili” nel 1914 l’intronizzato Re Gesù Cristo ha cominciato a regnare nella Gerusalemme che è in cielo e sottopone in mezzo ai suoi nemici terreni. Fra breve, dopo che la testimonianza del Regno sarà stata data su scala internazionale, arriverà la fine del “termine del sistema di cose”. I nemici gentili, le “nazioni”, saranno vendemmiati come una vite carica di grappoli. Allora egli li getterà nel “grande strettoio dell’ira di Dio”, dove li calpesterà come meritano, spremendone il sangue vitale. (Rivelazione 14:18-20) “Pascerà [le nazioni] con una verga di ferro. E calca lo strettoio del vino del furore dell’ira di Dio Onnipotente”. — Rivelazione 19:15.
17. Qual è l’ultima parabola di Gesù nella profezia relativa al “segno”, e come vien fatto del bene ai “fratelli” spirituali del Re?
17 L’adempimento della parabola di Gesù delle pecore e dei capri doveva far parte del “segno” della sua invisibile “presenza” e del “termine del sistema di cose”. (Matteo 24:3; 25:31-46) Secondo quanto predetto, milioni di persone hanno già accettato la testimonianza del Regno data dal rimanente dell’“Israele di Dio”. Hanno risposto nel giusto modo, con apprezzamento. Le “pecore” della parabola fanno del bene anche al più piccolo dei “fratelli” spirituali del regnante Re Gesù Cristo. Cooperando con questi suoi “fratelli”, le “pecore” stanno compiendo la maggior parte della predetta predicazione di “questa buona notizia del regno” in tutta la terra come testimonianza finale.
18. Quale regno vogliono ereditare le pecore simboliche, e come verrà esteso loro l’invito a farlo?
18 Le “pecore” della parabola vogliono ereditare “il regno preparato per [loro] dalla fondazione del mondo”. (Matteo 25:34) Riceveranno l’invito a farlo dal regnante “Figlio dell’uomo” quando entreranno nella “grande tribolazione”, con la prospettiva di sopravvivere sotto la protezione divina. Questo avverrà in adempimento delle parole conclusive della parabola di Gesù: “E questi [i simbolici capri che non fanno del bene ai “fratelli” di Cristo] andranno allo stroncamento eterno [nella morte], ma i giusti [le simboliche pecore] alla vita eterna”. (Matteo 25:46) Essi saranno la “carne” che sarà salvata attraverso la “grande tribolazione come non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, no, né vi sarà più”. Per amore degli “eletti” di Dio (il rimanente dell’“Israele di Dio”), i giorni della più grande di tutte le tribolazioni della storia umana saranno abbreviati. — Matteo 24:21, 22.
19. Da dove verrà fuori la “grande folla”, e cosa faranno del reame del “regno” nel quale verranno introdotti?
19 Così la “grande folla” di persone simili a pecore ‘verrà fuori dalla grande tribolazione’ ed entrerà nel purificato reame terrestre del Re Gesù Cristo. (Rivelazione 7:9-14) Dall’inizio del nuovo sistema di cose parteciperanno all’opera di trasformare questo reame del Regno nel paradiso terrestre mondiale che il Creatore aveva in mente quando diede il mandato divino ai progenitori dell’intera razza umana, Adamo ed Eva. — Genesi 1:27-31; 2:5-9.
20. Nel frattempo, cosa fanno queste persone simili a pecore insieme al rimanente, e, sino alla “fine”, a quale significato del “segno” si attengono?
20 Nel frattempo, finché non udranno l’invito rivolto dal regnante “Figlio dell’uomo” nella gloria celeste, che dirà loro: “Venite, voi che avete la benedizione del Padre mio, ereditate il regno preparato per voi dalla fondazione del mondo”, questi giusti simili a pecore continueranno a operare a spalla a spalla col rimanente dell’“Israele di Dio”. (Matteo 25:34) Come gli israeliti spirituali, essi non perdono la fede nel significato dello scadere dei “tempi dei Gentili” nel 1914. Non chiudendo gli occhi davanti al “segno” sempre più chiaro della “presenza” del Messia Gesù in veste di Re, glorificano quindi il loro ministero in qualità di suoi sudditi terreni e continuano ad andare gioiosamente avanti, predicando “questa buona notizia del regno” in tutta la terra mentre si avvicina rapidamente la “fine”. — Matteo 24:14.
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