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Passaggio dalla morte alla vitaLa Torre di Guardia 1965 | 15 giugno
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lingua, ma con opera e verità”. — 1 Giov. 3:13-15, 18.
26. Che cosa li spinge a fare tale amore, e quindi da quale punto di vista sono vivi?
26 Questo amore è un frutto dello spirito di Dio in tali cristiani, ed esso li spinge ad ubbidire ai comandamenti di Dio. Come ci rammenta 1 Giovanni 5:3: “Poiché questo è ciò che significa l’amore di Dio, che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi”. Coloro che osservano i comandamenti di Dio nel modo che si applicano ai seguaci di Cristo sono realmente vivi dal punto di vista di Dio, spiritualmente vivi ora.
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Fuori delle tombe alla “risurrezione di vita”La Torre di Guardia 1965 | 15 giugno
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Fuori delle tombe alla “risurrezione di vita”
1. Quale vita hanno cominciato pur essendo ancora sulla terra quelli che divengono giudici associati con Cristo, e come?
NEGLI scorsi diciannove secoli le persone che Dio ha scelto per divenire giudici associati con suo Figlio nel regno celeste hanno udito la voce del Figlio di Dio e, poiché hanno dato ascolto a ciò che la sua voce diceva loro di fare, hanno cominciato una vita spirituale pur essendo ancora su questa terra. Sono stati giustificati dalla condizione condannata del mondo dell’umanità, morto nei suoi falli e peccati e nel suo spirito odioso. Dio li ha liberati dalla condanna della morte mediante la morte di sacrificio che suo Figlio subì per tutti i credenti. — Rom. 5:1; 8:1-4.
2. A che cosa si riferì Gesù in Giovanni 5:26 con l’espressione “ha in sé la vita”?
2 Gesù Cristo si riferì alla parte che egli aveva avuta in relazione all’atto di Dio di portare i credenti dalla morte alla vita quando disse successivamente: “Poiché come il Padre ha in sé la vita, così ha concesso anche al Figlio d’avere in sé la vita”. Dal modo in cui Gesù ragionò in questo suo discorso egli non si riferì a ciò che alcuni chiamano “vita innata” nel suo Padre celeste o in sé, oppure ‘auto-esistenza’ secondo An American Translation (Una Traduzione Americana). (Giov. 5:26) Conformemente al suo argomento Gesù si riferì al potere di impartire la vita. Quindi la New English Bible (Nuova Bibbia Inglese) (del 1961) rende in questo modo le parole di Gesù: “Poiché come il Padre ha in sé potere vivificante, così l’ha il Figlio, mediante il dono di Dio”. La traduzione cattolica romana di monsignor Ronald A. Knox esprime la stessa idea dicendo: “Come il Padre ha in sé il dono della vita, così ha concesso al Figlio che anch’egli abbia in sé il dono della vita”. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane del 1950 presenta lo stesso pensiero: “Poiché proprio come il Padre ha in sé il dono della vita, così ha concesso al Figlio di avere anche in sé il dono della vita”.
3. Perché Dio poteva concedere e concesse effettivamente al Figlio di avere “in sé la vita”?
3 Come, quando e perché il Padre celeste concesse a suo Figlio Gesù Cristo di avere in sé il potere di dare la vita? Poiché Geova Dio è la “fonte della vita”, egli poteva concedere a suo Figlio di avere in sé il potere di dare la vita. (Sal. 36:9) Egli fece questo perché la famiglia umana moriva a causa del peccato commesso dal suo primo padre umano, Adamo. — Rom. 5:12.
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