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Figurativo uso biblico delle parti del corpoLa Torre di Guardia 1967 | 1° dicembre
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SENO E INTESTINI
Altre parti del corpo umano vennero pure messe in relazione a particolari qualità ed emozioni. Per esempio, c’era l’usanza, esistente tuttora, di tenere una persona caramente amata o prediletta vicino al proprio seno o petto. (Rut 4:16; Cant. di Salo. 1:13) Tale luogo, perciò, assunse il significato di favore o intimità. Così, quando è detto che Gesù è nella posizione del seno presso il Padre, e che Lazzaro è nella posizione del seno presso Abraamo, vuol dire che sono in una posizione favorita. (Giov. 1:18; Luca 16:22, 23) Inoltre, quando è detto che Dio porta gli agnelli nel suo seno, è indicato che egli li ha a cuore e ne ha tenera cura. — Isa. 40:11.
In modo coerente, perciò, è usata nella Bibbia l’espressione “la moglie del tuo seno”. Essa è resa in questo modo in molte traduzioni della Bibbia, compresa la versione di Giovanni Diodati e quella del Re Giacomo (inglese). (Deut. 13:6; 28:54, 56) Comunque, per chiarezza d’intendimento, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture dice in Deuteronomio 13:6: “La tua prediletta moglie”.
Sia nelle Scritture Ebraiche che in quelle Greche i profondi sentimenti ed emozioni erano associati agli intestini o viscere. Si osservava indubbiamente che il sentimento delle profonde emozioni causava angustia addominale, o almeno stimoli in questa regione del corpo. Le cattive notizie relative alla futura calamità su Israele fecero esclamare a Geremia: “I miei intestini, i miei intestini! Sento penosi dolori nelle pareti del mio cuore”. (Ger. 4:19) In seguito, alla distruzione di Gerusalemme, il grande dolore che Geremia provò causò dolorosa commozione interna, facendogli pronunciare il lamento: “I miei medesimi intestini sono in fermento”. — Lam. 1:20; 2:11.
Che i sentimenti di compassione o pietà pure influiscano sugli intestini è indicato dall’espressione che Dio pronunciò mentre osservava la condizione del regno delle dieci tribù d’Israele, rappresentato da Efraim: “Perciò i miei intestini son divenuti tumultuosi per lui. In ogni modo avrò pietà su di lui”. — Ger. 31:20; Isa. 63:15; 1 Re 3:26.
Nelle Scritture Greche Cristiane la parola greca per intestini o viscere è splagkhnon, e, benché sia impiegata letteralmente, è impiegata molto più spesso in senso figurativo, rappresentando compassione o affetto. Perciò, per chiarezza d’intendimento, invece di rendere la parola “viscere” o “intestini” in tali luoghi, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture la traduce “teneri affetti” o “tenere compassioni”, come in Filippesi 2:1 e in I Giovanni 3:17. — Col. 3:12.
In realtà, è sorprendente quante volte nelle Scritture le parti del corpo sono impiegate in senso figurativo. Benché questo aggiunga colore e vivacità ai racconti, le traduzioni bibliche che mostrano il significato delle parole sono molto utili, particolarmente quando l’uso figurativo dell’espressione non è comune nella lingua nella quale è fatta la traduzione.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1967 | 1° dicembre
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Domande dai lettori
● Nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, Abacuc 1:12 dice in parte: “O mio Dio, mio Santo, tu non muori”. Comunque, altre traduzioni dicono “noi non morremo”. (VR, NA) Che cosa spiega questa differenza? — S. C., U.S.A.
Copiando i manoscritti biblici, i primi scribi giudei, o soferim, si sforzarono d’essere scrupolosamente accurati. Ma in seguito questi copisti si presero certe libertà. Per esempio, fecero diciotto emendamenti nel testo ebraico delle
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