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Festa delle capanneAusiliario per capire la Bibbia
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e vino. Durante la settimana i presenti facevano inoltre migliaia di sacrifici individuali. (Num. 29:12-34, 39) L’ottavo giorno, in cui non si poteva fare nessun lavoro faticoso, venivano offerti in olocausto un toro, un montone e sette agnelli di un anno, con le relative offerte di grano e libagioni, e un capretto come offerta per il peccato. (Num. 29:35-38) Durante la festa si offrivano anche le primizie degli ultimi prodotti dell’anno, mentre la Pentecoste, quattro mesi prima, aveva segnato il termine della prima raccolta.
Negli anni sabatici, durante la festa delle capanne la Legge veniva letta a tutto il popolo. (Deut. 31:10-13) Probabilmente la prima delle ventiquattro divisioni sacerdotali istituite da Davide cominciava a prestare servizio nel tempio dopo la festa delle capanne, poiché il tempio costruito da Salomone fu inaugurato durante tale festa nel 1027 a.E.V. — I Re 6:37, 38; I Cron. 24:1-18; II Cron. 5:3; 7:7-10.
Ciò che distingueva la festa delle capanne, la sua principale caratteristica, era un gioioso rendimento di grazie. Geova desiderava che il suo popolo si rallegrasse: “Vi dovete rallegrare dinanzi a Geova vostro Dio”. (Lev. 23:40) Era una festa di rendimento di grazie per la raccolta, in quanto ormai non solo era stato raccolto il grano, ma anche l’olio e il vino, che tanto contribuivano al piacere della vita. Durante questa festa gli israeliti potevano meditare in cuor loro sul fatto che la prosperità e l’abbondanza di cose buone che avevano non erano dovute alla loro potenza e che tanta prosperità era il risultato della protezione di Geova loro Dio. Dovevano riflettere profondamente su queste cose. — Deut. 8:14, 18.
USANZE AGGIUNTE IN SEGUITO
Una consuetudine introdotta in seguito, a cui forse si allude nelle Scritture Greche Cristiane (Giov. 7:38, 39), ma di cui non si parla nelle Scritture Ebraiche, era quella di attingere acqua dalla piscina di Siloe e versarla insieme al vino sull’altare al momento del sacrificio del mattino. Quasi tutti convengono che questo avveniva per sette giorni della festa, ma non l’ottavo. Il sacerdote andava alla piscina di Siloe con una brocca d’oro (tranne il primo giorno della festa, un sabato, quando l’acqua veniva attinta da un recipiente d’oro nel tempio, in cui era stata portata da Siloe il giorno prima). Egli si regolava in modo da essere di ritorno da Siloe con l’acqua nel momento stesso in cui i sacerdoti nel tempio si accingevano a disporre i pezzi del sacrificio sull’altare. Il suo ingresso dalla Porta dell’Acqua era annunciato dai sacerdoti con tre squilli di tromba. L’acqua veniva versata in un bacile da cui scendeva ai piedi dell’altare, e contemporaneamente anche il vino veniva versato in un bacile. Strumenti musicali accompagnavano nel tempio il canto dell’Hallel (Salmi 113-118), mentre gli adoratori agitavano rami di palma verso l’altare. Questa cerimonia voleva ricordare agli israeliti che nel deserto Dio aveva fatto scaturire acqua dalla roccia, ed era una richiesta a Dio affinché ora che stava per iniziare la semina provvedesse la pioggia per le messi dell’anno successivo. — Eso. 17:6; Num. 20:8-11; Deut. 8:15.
Un’altra cerimonia simile si ripeteva per sette giorni della festa: i sacerdoti in processione facevano un giro intorno all’altare, cantando: “Ah, ora, Geova, salva, ti prego! Ah, ora, Geova, concedi successo, ti prego!” (Sal. 118:25) Il settimo giorno invece facevano il giro sette volte.
Secondo fonti rabbiniche, c’era un altro aspetto insolito della festa che, come quello dell’acqua attinta da Siloe, era in uso all’epoca del ministero terreno di Gesù. Questa cerimonia iniziava al termine del 15 tishri, primo giorno della festa, anzi all’inizio del 16 tishri, secondo giorno della festa, e si ripeteva per le cinque sere successive. I preparativi si facevano nel cortile delle donne. Venivano eretti quattro grandi candelabri d’oro, ciascuno con quattro coppe d’oro. Quattro giovani di discendenza sacerdotale salivano su una scala a pioli con grandi brocche d’olio, per riempire le coppe. I vestiti vecchi dei sacerdoti venivano usati come stoppini. Scrittori ebrei dicono che queste lampade facevano una luce così fulgida che si vedeva a notevole distanza, e illuminava i cortili delle case di Gerusalemme. Degli uomini, fra cui alcuni anziani, danzavano con torce accese in mano e cantavano cantici di lode, accompagnati da strumenti musicali.
Probabilmente Gesù alludeva al significato spirituale della festa delle capanne e forse alla cerimonia dell’acqua di Siloe quando “l’ultimo giorno, il gran giorno della festa, . . . era in piedi e gridò, dicendo: ‘Se alcuno ha sete, venga a me e beva. Chi ripone fede in me, come ha detto la Scrittura: “Dalla sua parte più intima sgorgheranno torrenti d’acqua viva”“‘. (Giov. 7:37, 38) E poteva aver in mente le lampade e le torce accese nell’area del tempio durante la festa, che illuminavano Gerusalemme, quando disse poi agli ebrei: “Io sono la luce del mondo. Chi segue me non camminerà affatto nelle tenebre, ma possederà la luce della vita”. (Giov. 8:12) Poco dopo la conversazione con gli ebrei forse Gesù collegò Siloe con la festa e le sue luci quando incontrò un uomo nato cieco. Dopo aver detto ai discepoli “io sono la luce del mondo”, sputò per terra e con la saliva fece dell’argilla che mise sugli occhi dell’uomo dicendogli: “Va, lavati nella riserva d’acqua di Siloe”. — Giov. 9:1-7.
Certo la festa delle capanne era una degna conclusione dell’anno agricolo e del ciclo di feste annuali. Tutto ciò che vi è collegato comunica gioia, ricche benedizioni dalla mano di Geova, ristoro e vita.
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Festa delle trombeAusiliario per capire la Bibbia
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Festa delle trombe
Questa festa ricorreva il primo giorno (o novilunio) del settimo mese, etanim (tishri). Per gli ebrei era l’inizio dell’anno secolare, e perciò era più importante della festa della luna nuova tenuta negli altri undici mesi. Il comando relativo alla festa delle trombe diceva inoltre che doveva essere un giorno di santo congresso, in cui non si doveva fare alcun lavoro faticoso.
Il nome della festa deriva dal comando: “Dovrebbe essere per voi un riposo completo, un memoriale con squillo di tromba”. “Dovrebbe essere per voi un giorno di squillo di tromba”. Quel giorno venivano offerti in sacrificio un giovane toro, un montone, sette agnelli sani di un anno, insieme a un’offerta di grano e di fior di farina intrisa con olio e a un capretto come offerta per il peccato. Tutto questo oltre alle normali offerte che si facevano ogni giorno e anche ai sacrifici speciali offerti nei noviluni. — Lev. 23:24; Num. 29:1-6.
In Levitico 23:24, dove viene dato l’espresso comando di suonare la tromba nel novilunio del settimo mese, il termine “tromba” traduce l’ebraico hhatsohteràh, una tromba diritta, invece del shohphàr, “corno”, tromba fatta di corno di animale. Sembra che in questa occasione come negli altri noviluni si suonasse anche il shohphàr, com’è indicato nel Salmo 81:3. Secondo la tradizione durante la festa delle trombe si usavano entrambi gli strumenti.
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