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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1962 | 15 luglio
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Domande dai lettori
● In Daniele 11:20 (VR) si parla di “uno che farà passare un esattore di tributi attraverso” il paese. In “Sia fatta la tua volontà in terra”, a pagina 248, paragrafo 57, questo versetto è applicato all’emanazione del decreto di censimento menzionato in Luca 2:1-7. Ma non vi è differenza fra queste due parole? Come si può definire esazione l’emanazione di un decreto di censimento? — W. B., U.S.A.
La parola “esattore” è usata in riferimento all’esazione di tributi o di tasse ed è impiegata in questo senso, per esempio, in 2 Re 23:35, dove si parla di Ioachim che tassò Giuda per poter pagare il tributo al faraone Neco d’Egitto. Il fatto che la parola “esattore” abbia questo significato non impedisce che venga applicata all’agente mandato da Cesare Augusto in tutto il paese all’epoca in cui Gesù stava per nascere. È vero che alcune traduzioni chiamano il decreto emanato da Cesare Augusto un’iscrizione del mondo, mentre la Traduzione del Nuovo Mondo lo chiama censimento, ma dobbiamo ricordare che questa iscrizione o questo censimento non fu fatto solo allo scopo di vedere quante persone vi fossero nell’Impero Romano o in una provincia dell’Impero Romano. Fu fatto per un altro scopo, e come indica il libro “Sia fatta la tua volontà in terra”, quest’altro scopo poteva essere la coscrizione di uomini per l’esercito o l’esazione delle tasse. Questa esazione sarebbe stata determinata e praticata in base al numero delle persone iscritte in ogni distretto o provincia dell’impero. Perciò il risultato finale è lo stesso benché la parola ebraica usata in Daniele 11:20 possa essere diversa da quella greca usata in Luca 2:1-7.
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Domande dai lettori (3)La Torre di Guardia 1962 | 15 luglio
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Domande dai lettori
● A pagina 129 del libro Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato vien detto che Giovanni era solo quando Gesù andò da lui per farsi battezzare. Perché viene fatta tale dichiarazione? — J. B., U.S.A.
Non v’è alcuna scrittura che lo dichiari specificamente, ma tutte le evidenze scritturali lo fanno pensare. Geova Dio incaricò Giovanni Battista di presentare Gesù quale Agnello di Dio. Affinché Giovanni potesse riconoscere il Messia quando sarebbe venuto e lo presentasse con convinzione ai suoi simili giudei, Geova Dio aveva detto a Giovanni che colui su cui avrebbe visto scendere lo spirito di Dio sarebbe stato il promesso Messia, colui che avrebbe battezzato con lo spirito santo. — Giov. 1:29-34.
Ne consegue dunque che, dato che questo era un segno dato a Giovanni onde fosse in grado di assolvere il suo incarico, altri non vi avrebbero assistito poiché non avevano tale incarico. Infatti, se una grande moltitudine di persone fosse stata presente e avesse visto e udito ciò che accadde: lo spirito santo che scendeva in forma corporea di colomba e si posava su Gesù, e la voce di Geova dal cielo che proclamava: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale Io mi compiaccio”, l’avvenimento avrebbe prodotto una sensazione tale che se ne sarebbe immediatamente parlato in lungo e in largo, e tutta la Galilea e la Giudea lo avrebbero saputo. Inoltre, se questo si fosse verificato, certamente almeno uno degli scrittori dei Vangeli avrebbe parlato dell’effetto prodotto da questo miracolo sulla moltitudine dei presenti. Perciò, mentre non vi è alcun versetto scritturale che dichiari specificamente che Giovanni e Gesù erano soli quando Gesù si battezzò, questa è la conclusione logica che si può trarre dalla testimonianza scritturale inerente al soggetto. — Matt. 3:16, 17, Na.
A questo riguardo è anche interessante notare che quando Geova decise nuovamente di recare simile testimonianza circa Gesù, Gesù prese con sé solo tre dei suoi apostoli preferiti perché fossero testimoni del miracolo. Questo ebbe luogo sul monte della trasfigurazione quando Geova pronunciò parole simili: “Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo!” — Matt. 17:1-5, Na.
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Domande dai lettori (4)La Torre di Guardia 1962 | 15 luglio
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Domande dai lettori
● Considerando il comando biblico di astenersi dal sangue, come si devono preparare pesci e insetti affinché si possano mangiare? — B. F., Stati Uniti.
Il pesce era un cibo comune fra i Giudei. Gesù stesso lo mangiò, e in diverse occasioni diresse la pesca che fu abbondante, sia con la rete che con l’amo. (Num. 11:5; Matt. 14:17; 17:27; Luca 5:1-11; 24:42, 43) Alcuni insetti erano pure usati come cibo. (Lev. 11:21; Mar. 1:6) Tuttavia, la quantità di sangue contenuta in queste creature può essere molto piccola, per cui sia impossibile spargere il loro sangue; ma questo era ciò che si richiedeva onde la carne di una creatura si potesse usare come cibo. (Lev. 17:13) Non si richiedeva di strizzare o macerare la carne; ma solo che ne fosse sparso il sangue. Se non vi è abbastanza sangue da poterlo spargere, i cristiani non hanno l’obbligo di prendere estreme misure per accertarsi che ne esca un po’. Naturalmente se, tagliando l’animale, si nota del sangue accumulato, si può togliere con facilità, il che sarebbe appropriato.
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