È l’unione delle fedi la via di Dio?
“Un po’ di lievito fa fermentare tutta la massa”. — Gal. 5:9, NM.
1, 2. Truman ha sollecitato gli ecclesiastici a fare che cosa, e perché la vera religione rifiuterà?
GEOVA è un Dio di verità. Egli non si compromette con l’errore. Nessuna crisi può terrorizzarlo perché abbandoni i suoi principi di verità per amor di convenienza. Nessun pericolo può fargli paura in maniera che unisca le sue forze con l’errore per presentare un fronte più potente contro il nemico comune. Nessuna minaccia gli può far considerare la differenza tra verità ed errore come piccola e insignificante, facendo così sembrare giustificabile la fusione dei due in tali circostanze. La sua verità è contenuta nella sua Parola la Bibbia, e malgrado le crisi o i pericoli il futuro di questa verità è assicurato: “La parola detta da Geova dura per sempre”. (Deut. 32:4; Giov. 17:17; 1 Piet. 1:25, NM) Quindi la vera religione non si fonderà con le false religioni per affrontare in maggior numero il doppio pericolo del comunismo e della guerra mondiale, come il presidente Truman vivamente sollecitò in un discorso agli ecclesiastici il 28 settembre 1951:
2 “In questa crisi delle questioni umane, tutti gli uomini che professano una credenza in Dio dovrebbero unirsi chiedendo il suo aiuto e la sua guida. Noi dovremmo metter da parte le nostre differenze e venire insieme ora, poiché mai le nostre differenze sembrarono così piccole e insignificanti come paiono di fronte al pericolo che ci sovrasta oggi. Non è semplicemente questa o quella chiesa che è in pericolo. Non è soltanto questo o quel credo che è minacciato. Tutte le chiese, tutti i credi, sono minacciati. Lo stesso futuro della parola di Dio. L’insegnamento che è pervenuto fino a noi dai giorni dei profeti e la vita di Gesù, è minacciato”. (Times di New York, 29 settembre 1951) Circa due anni prima, quando prometteva di sostenere la Settimana della Fratellanza al Convegno Nazionale dei Cristiani e dei Giudei, Truman disse: “La fratellanza non è solo un generoso impulso ma un comando divino. Altri potrebbero esser portati alla fratellanza solo dal sentimento. Noi consideriamo la fratellanza come un dovere religioso (Times di New York, 12 novembre 1949) Ma è la fratellanza tra i differenti gruppi di chiese un comando divino e un dovere religioso? Poiché questa è una questione biblica, ci rivolgiamo alla Bibbia per un’autorevole risposta.
3. Nel principio come si mostrò Iddio contro l’unione delle fedi?
3 In termini incontestabili essa testifica che Geova Dio è stato contro l’unione delle fedi dal principio alla fine. Dal tempo in cui la vera e la falsa adorazione apparvero fianco a fianco, Geova ha accettato la vera e ha rigettato la falsa. Egli non autorizzò l’unione delle fedi guardando con favore tutt’e due l’adorazione di Caino e l’adorazione di Abele: “Caino fece un’offerta di frutti della terra all’Eterno; e Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e del loro grasso. E l’Eterno guardò con favore Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore Caino e l’offerta sua. E Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto. E l’Eterno disse a Caino: ‘Perché sei tu irritato e perché hai il volto abbattuto? Se fai bene non rialzerai tu il volto? ma, se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri son volti a te; ma tu lo devi dominare!’ Il sacrificio animale di Abele mostrò riconoscimento del suo bisogno di un sacrificio espiatorio per i peccati; esso prefigurò la morte di Cristo come riscatto. L’incruenta offerta di Caino fu un vuoto formalismo. Neanche dopo la correzione di Dio il ferito orgoglio religioso di Caino gli avrebbe permesso di imitare l’accettevole maniera di adorare di Abele offrendo un animale appropriato, che era a sua immediata disponibilità per l’uso. Invece egli uccise Abele. (Gen. 4:3-8; Ebr. 9:22) Chi mostrò intolleranza? Abele? Geova? Né l’uno né l’altro; fu il falso religionista Caino.
4, 5. Secoli dopo che cosa fece Iddio per mostrare che egli si opponeva ancora all’unione delle fedi e ai falsi dèi?
4 Molti secoli dopo Geova dimostrò in modo spettacolare che egli si opponeva ancora all’idea dell’unione delle fedi. I prigionieri Israeliti in Egitto desiderarono adorare Dio, ma non lo poterono adorare liberamente nel mezzo dei loro imprigionatori egiziani, i quali erano imbevuti di falsa religione. (Eso. 8:25, 26) Nelle dieci piaghe che seguirono, Geova mostrò che si opponeva agli dèi degli Egiziani e non avrebbe tollerato nessun movimento per l’unione delle fedi che avrebbe compreso il suo popolo e le false religioni. Questo è chiaramente mostrato dalla seguente citazione, dal libro Che cosa ha fatto la religione per il genere umano?:
5 “Da ciascuna piaga gli dèi demonici d’Egitto erano messi in umiliazione e disfavore davanti a Geova il quale Faraone sfidò: prima, il loro fiume deificato il Nilo, col mutamento d’esso e di tutte le acque in Egitto in sangue; poi la rana-dea Heqt; poi Watchit il dio della mosca icneumone; poi la mortale peste sugli animali domestici egiziani la dea-vacca Hathor e la sua divinità corrispondente il bue Apis; poi la piaga dei foruncoli e delle vesciche il dio della medicina Imhotep; poi la piaga della grandine Reshpu e Quetesh gli dèi della tempesta e della battaglia; poi con la piaga delle locuste le deità della provvidenza responsabili della fertilità e dei raccolti d’Egitto; quindi con la piaga di tre giorni delle tenebre Thoth il consigliere di Osiride e dio della luna nonché sistematore del sole, della luna e delle stelle; anche Amon-Ra il dio del sole; e con la decima ed ultima piaga il dio Ra, che occasionalmente appariva come un montone e al quale tutti i primogeniti eran sacri, essendo dedicati a lui dalla nascita”. — Pag. 118.
ISRAELE AMMONITO CONTRO L’UNIONE DELLE FEDI
6. Come la legge di Geova proibiva al suo popolo i movimenti per l’unione delle fedi?
6 Dopo aver separato il suo popolo dalle false fedi d’Egitto, e aver nello stesso tempo svergognato i culti egiziani, Geova diede la sua legge al suo popolo nel deserto. Questa legge proibiva specificamente qualsiasi movimento per l’unione delle fedi. Certo la fratellanza coi falsi adoratori nella Terra Promessa non fu stabilita per “comando divino” o come “un dovere religioso in queste parole d’istruzione da Geova: “Guardati dal far lega con gli abitanti del paese nel quale stai per andare, onde non abbiano a diventare, in mezzo a te, un laccio; ma demolite i loro altari, frantumate le loro colonne, abbattete i loro idoli; poiché tu non adorerai altro dio, perché l’Eterno, che si chiama ‘il Geloso’, è un Dio geloso. Guardati dal far lega con gli abitanti del paese, affinché, quando quelli si prostituiranno ai loro dèi e offriranno sacrifizi ai loro dèi, non avvenga ch’essi t’invitino, e tu mangi dei loro sacrifizi, e prenda delle loro figliuole per i tuoi figliuoli, e le loro figliuole si prostituiscano ai loro dèi, e inducano i tuoi figliuoli a prostituirsi ai loro dèi (Eso. 34:12-16; Deut. 7:1-6, 16, 25, 26) Le leghe con i falsi adoratori per l’unione delle fedi erano proscritte da Geova. Anche le associazioni non religiose come il matrimonio erano proibite essendo pericolose per l’integrità del vero adoratore.
7. Che cosa risultò quando Israele mancò di prestare attenzione a questo comando?
7 Comunque, gl’Israeliti non prestarono attenzione a questo comando contro l’unione delle fedi e i matrimoni con i pagani demoniolatri di Canaan, e come risultato furono oppressi e resi schiavi e non furono più effettivi nel servizio di Geova. Essi fecero compromesso e leghe con gli abitanti nativi della Terra Promessa e mancarono di estirpare e distruggere completamente la religione demonica; anzi vennero in soggezione ad essa. Perciò Geova disse: “Io non li caccerò d’innanzi a voi; ma essi saranno per voi tanti nemici, e i loro dèi vi saranno un’insidia”. (Giud. 2:3) A causa della loro non saggia tolleranza della falsa adorazione gli Israeliti furono insidiati dal demonismo e intrappolati da falsi dèi. Anche il più sapiente re umano d’Israele non poté ignorare impunemente il consiglio di Geova contro le ingannevoli alleanze coi pagani. La narrazione della disubbidienza di questo re e dei disastrosi risultati si trova in 1 Re 11:1-11.
8. In quale situazione la sua disubbidienza su questo punto gettò Salomone?
8 “Or il re Salomone, oltre la figliuola di Faraone, amò molte donne straniere: delle Moabite, delle Ammonite, delle Idumee, delle Sidonie delle Hittee, donne appartenenti ai popoli dei quali l’Eterno avea detto ai figliuoli d’Israele: ‘Non andate da loro e non vengano essi da voi; poiché essi certo pervertirebbero il vostro cuore per farvi seguire i loro dèi.’ A tali donne s’unì Salomone ne’ suoi amori. Ed ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine; e le sue mogli gli pervertirono il cuore; cosicché, al tempo della vecchiaia di Salomone, le sue mogli gl’inclinarono il cuore verso altri dèi; e il cuore di lui non appartenne tutto quanto all’Eterno, al suo Dio, come avea fatto il cuore di Davide. E Salomone seguì Astarte, divinità dei Sidoni, e Milcom, l’abominazione degli Ammoniti. Così Salomone fece ciò ch’è male agli occhi dell’Eterno e non seguì pienamente l’Eterno, come avea fatto Davide suo padre. Fu allora che Salomone costruì, sul monte che sta dirimpetto a Gerusalemme, un alto luogo per Kemosh, l’abominazione di Moab, e per Molec l’abominazione dei figliuoli di Ammon. E fece così per tutte le sue donne straniere, le quali offrivano profumi e sacrifizi ai loro dèi. E l’Eterno s’indignò contro Salomone, perché il cuor di lui s’era alienato dall’Eterno, dall’Iddio d’Israele, che gli era apparito due volte, e gli aveva ordinato, a questo proposito, di non andar dietro ad altri dèi; ma egli non osservò l’ordine datogli dall’Eterno. E l’Eterno disse a Salomone: ‘Giacché tu hai agito a questo modo, e non hai osservato il mio patto e le leggi che t’avevo date, io ti strapperò di dosso il reame, e lo darò al tuo servo.’”
9. Che risultato ebbero le attività di Salomone per l’unione delle fedi, e chi altro si è messo in circostanze simili?
9 Salomone realmente credette all’unione delle fedi, dedicandosi ad essa su larga scala. Questo avrebbe potuto promuovere buona volontà con le sue mogli straniere e avrebbe potuto apportare una certa misura di pace religiosa nella sua vita familiare, come i movimenti per l’unione delle fedi oggi potrebbero reprimere le differenze religiose nella vita nazionale. Ma esso non recò alcuna pace con Dio. Oltre a provvedere per gli dèi demonici delle sue mogli straniere, egli ebbe anche la pretesa di servire Geova, ma schernì la legge divina: “Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze”. (Deut. 6:5) “Il cuore di lui non appartenne tutto quanto all’Eterno,” ma ripartì le sue cure. Il salmista espresse il pensiero di Geova quando scrisse: “Io odio gli uomini che sono metà e metà”. Prima della caduta dell’infedele Giuda nel 607 a.C. fu pronunziata la condanna contro quelli che “giurano a Geova e giurano per Malcam”. (Sal. 119:113, Mo; Sof. 1:5, SA) Essi erano simili a molti delle fedi della Cristianità oggi che prendono il nome di Dio e di Cristo sulle loro labbra ma insegnano e praticano dottrine demoniche e cerimonie pagane. (Matt. 7:20-23) Tali doppi sostenitori dell’unione delle fedi non sono né caldi né freddi per l’adorazione di Geova, quindi a questi indifferenti che fanno compromessi Cristo Gesù dice: “lo conosco le tue opere, che tu non sei né freddo né caldo. Desidererei che tu fossi freddo oppure caldo. Perciò, perché sei tiepido e né caldo né freddo, io ti vomiterò dalla mia bocca”. — Apoc. 3:15, 16, NM.
10. Quale unità religiosa esisté nel giorno di Gesù?
10 Secoli dopo quando Gesù il Messia fu sulla terra i religionisti giudei eran divisi in parecchie sette, ma erano uniti nel prendere il nome del Signore Dio sulle loro labbra ed essi erano anche uniti in certi scopi politici e mete sociali e perfino nel proposito religioso di far tacere Gesù e i suoi seguaci. Ma questa superficiale cooperazione in certe cose non portò nessuna vera unità nell’importante campo dell’adorazione, come mostra il fatto che eran divisi e in opposizione l’uno contro l’altro anche quando erano uniti per uno scopo comune, lo schiacciamento dell’unica vera adorazione. — Atti 23:6-10.
GESÙ NON UN CAMPIONE PER L’UNIONE DELLE FEDI
11. Che cosa contendono alcuni oggi circa Marco 9:38-40?
11 Però, alcuni sedicenti Cristiani oggi dicono che Gesù stesso fosse per l’unione delle fedi, citando a sostegno del loro argomento Marco 9:38-40 (NM): “Giovanni gli disse: ‘Maestro, abbiamo visto un certo uomo che cacciava demoni mediante l’uso del tuo nome e abbiamo cercato di impedirglielo, perché non accompagnava noi.’ Ma Gesù disse: ‘Non cercate d’impedirglielo, poiché non c’è nessuno che farà un’opera potente sulla base del mio nome il quale potrà subitamente ingiuriarmi; perché chi non è contro di noi è per noi’” Essi contendono che questo mostri la giustezza di separate organizzazioni religiose, ciascuna delle quali farebbe buona opera a suo modo; tuttavia dato che operano tutte sulla base del nome di Gesù potrebbero e dovrebbero associarsi in movimenti per l’unione delle fedi che porti verso il compimento di certe mutue, larghe mire, mentre permette completa indipendenza dottrinale per ciascuna organizzazione.
12. Che cosa tali contenditori ignorano e mancano di apprezzare?
12 Usando questo testo per sostenere l’esistenza di separati gruppi di chiese o fedi, essi ignorano le circostanze di quei tempi. Non tutti i credenti in Gesù lo seguirono con i dodici apostoli. Ad alcuni che vollero seguire Gesù fu detto di tornare a casa e dar testimonianza a lui ivi. (Mar. 5:18-20) Quindi non era necessario che quest’uomo seguisse corporalmente Gesù per essere dalla sua parte. Quando Gesù mandò i suoi dodici a predicare, le sue istruzioni non compresero alcuna indicazione di stabilire congregazioni di Cristiani, né questo comando fu dato ai settanta inviati in seguito. (Matt. 10:1-42; Luca 10:1-16) Essi dovevano semplicemente dare una testimonianza di casa in casa e trovarvi gli interessati. Gesù non stabiliva allora la disposizione della congregazione in opposizione alle sinagoghe, ma permise alle sinagoghe di rimanere e ai suoi credenti di frequentarvi i servizi. Egli stesso vi andò e predicò intorno ai Profeti e alla Legge, la quale Legge era ancora in vigore e alla quale egli non si oppose. (Matt. 5:17; Luca 4:15-21) Perciò questo giovane che predicava e cacciava demoni sulla base del nome di Gesù non dovette essere in immediata compagnia di Gesù e dei dodici apostoli, e che era separato da loro non significava che fosse di una congregazione separata, poiché la congregazione cristiana non era stata stabilita in quel tempo.
13, 14. Come cambiò la situazione dopo Pentecoste, e quale incidente dimostra che ebbe luogo un cambiamento?
13 Dopo la Pentecoste quando Gesù edificò la sua congregazione spirituale su se stesso come l’unto Re, allora furono stabilite distinte congregazioni di Cristiani. Allora se questo giovane avesse voluto essere un vero seguace di Cristo non si sarebbe potuto tenere appartato dal gruppo di Cristiani, ma si sarebbe dovuto associare con qualche gruppo di Cristiani e operare con loro affin di ricevere lo spargimento dello spirito santo e i doni spirituali mediante o in presenza degli apostoli di Gesù. Il tempo per tale predicazione individuale ed espulsione di demoni era passato, e se il giovane avesse tentato di far questo egli avrebbe erroneamente cercato di edificare una organizzazione di seguaci per se stesso. Il suo uso del nome di Gesù per esorcizzare i demoni sarebbe stato errato, e i risultati sarebbero stati così disastrosi come nel caso dei figli di Sceva, Giudei che usarono il nome di Gesù senza divenir Cristiani. Notate che la narrazione del loro ingiusto uso del nome di Gesù continua mostrando che i sinceri convertiti abbandonarono tali precedenti pratiche e divennero parte della stabilita disposizione della congregazione cristiana:
14 “Certuni dei Giudei viaggianti che praticavano l’espulsione dei demoni si misero pure a nominare il nome del Signore Gesù su quelli che avevano gli spiriti malvagi, dicendo: ‘Io vi impongo solennemente per Gesù che Paolo predica.’ Ora c’erano sette figli di un certo Sceva, un capo sacerdote giudaico, che facevano questo. Ma in risposta lo spirito malvagio disse loro: ‘Io conosco Gesù e di Paolo ho conoscenza; ma voi chi siete?’ Con ciò l’uomo nel quale era lo spirito malvagio balzò su di loro, s’impadronì dei due di loro, e contro di loro prevalse, così che fuggirono nudi e feriti fuori di quella casa. Questo fu conosciuto da tutti, sia dai Giudei che dai Greci che abitavano a Efeso, e la paura cadde su loro tutti, e il nome del Signore Gesù continuava ad essere magnificato. E molti di quelli che eran divenuti credenti venivano e confessavano e riportavano le loro pratiche apertamente. Invero, un notevole numero di quelli che praticavano arti magiche portarono i loro libri insieme e li bruciarono davanti a tutti. Ed essi calcolarono assieme il loro prezzo e trovarono che valevano cinquantamila pezzi d’argento. Così in una maniera potente la parola di Geova cresceva e prevaleva”. — Atti 19:13-20, NM.
15. Come sette e culti si mostrano oggi contro Cristo?
15 Pertanto il caso di questo giovane non può essere usato per giustificare l’esistenza di numerose sette e culti operanti nel nome di Gesù. Essi sono contro i fedeli testimoni di Geova che ora predicano Gesù e il suo regno, e, dato che sono contro i minimi di questi suoi fratelli, sono contro lui e il loro semplice uso del nome di Gesù non ottiene favorevole riconoscimento per loro come veri seguaci (Matt. 7:21; 25:40, 45) Sono come le sette religiose dei Giudei del giorno di Gesù che usavano il nome di Dio ma cercavano di disperdere le pecore: Chi non è dalla mia parte è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”. (Matt. 12:30, NM) Non c’è terreno neutrale; o si è pro o contro. Nessuno sciolto legame d’unione delle fedi può portare le due parti insieme.
16. Quale illustrazione viene citata perché la consideriamo?
16 L’opposizione di Cristo Gesù al miscuglio di differenti fedi è vigorosamente mostrata da un’illustrazione che fece in una occasione. Certuni avevano affermato: “I discepoli di Giovanni digiunano frequentemente e fanno supplicazioni, e così fanno quelli dei Farisei, ma i tuoi mangiano e bevono,” e a questo Gesù rispose: “Nessuno taglia una pezza da un indumento esteriore nuovo e la cuce su un indumento esteriore vecchio; ma se fa questo, entrambe la nuova pezza si strappa e la pezza del nuovo indumento non si adatta al vecchio. Inoltre, nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; ma se fa questo, il vino nuovo romperà gli otri, ed esso si verserà e gli otri saranno rovinati. Ma il vino nuovo deve esser messo in otri nuovi. Nessuno che abbia bevuto vino vecchio vuole il nuovo; poiché egli dice: ‘Il vecchio è buono’”. — Luca 5:33-39, NM.
17. Come questa illustrazione mostrò vigorosamente che non ci doveva essere nessun miscuglio di differenti fedi?
17 Con questa illustrazione Gesù indicò che egli recava un sistema di cose interamente nuovo, e che esso non doveva unirsi ai gruppi che seguivano Giovanni Battista o i Farisei. I discepoli di Gesù non dovevano unirsi a tali gruppi o conformarsi alle loro abitudini o cerimonie. Gesù non recava questo nuovo sistema di cose perché rattoppasse o sostenesse o prolungasse i logori vecchi sistemi di adorazione che eran pronti per essere scartati. I precedenti sistemi religiosi non potevano contenere il nuovo sistema di cose, non erano adeguati per questo nuovo sistema, non potevano esistere accanto al nuovo sistema, ma sarebbero stati portati alla loro fine dal nuovo sistema di cose. Perfino la Legge di Mosè doveva essere inchiodata al palo di tortura come essendo adempiuta e annullata. Come un nuovo indumento esteriore non doveva esser tagliato e usato per rattoppare senza speranza indumenti vecchi, ma doveva rimanere intatto e interamente nuovo, come il vino nuovo non doveva essere messo in inariditi vecchi otri che avevano perduto la loro elasticità e si sarebbero rotti, ma doveva avere il suo proprio otre nuovo, così la nuova organizzazione cristiana doveva avere un sistema di cose interamente nuovo, per sempre separato dai vecchi sistemi religiosi che o erano falliti o avevano sorpassato il periodo della loro utilità. Eppure, gli aderenti di questi vecchi sistemi si sarebbero stretti al vecchio, dicendo che essi si erano abituati alla confortevole, conveniente e matura età dei vecchi sistemi. Per loro il vecchio era buono; erano soddisfatti della loro religione, essa era stata nella famiglia per lungo tempo, e non volevano cambiare in alcuna cosa nuova. Per cui vi è una separazione esistente che proibisce l’inclusione della vera fede in qualsiasi movimento per l’unione delle fedi.
18. Perché è così necessario che la vera fede stia lungi da movimenti per l’unione delle fedi?
18 Cristo Gesù mostrò in inequivocabili termini che egli non volle nessun movimento per l’unione delle fedi col clero del suo giorno. Invece di unirsi a loro disse ai suoi seguaci: “Lasciateli stare. Guide cieche è quello che sono. Se, dunque, un cieco guida un cieco, entrambi cadranno in una fossa”. (Matt. 15:14, NM) In altra occasione Gesù disse: “Siate desti e guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei”. Vedendo che i suoi discepoli eran confusi e pensavano a pani letterali con lievito in essi, Gesù li illuminò in quanto al significato del suo linguaggio figurativo: “‘Com’è che non discernete che non vi ho parlato di pani? Ma guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei.’ Allora afferrarono che egli diceva di guardarsi, non dal lievito dei pani, ma dall’insegnamento dei Farisei e dei Sadducei”. Gesù disse anche: “Guardatevi dal lievito dei Farisei, che è ipocrisia”. Il grande pericolo che questo lievito di falsa religione sarebbe per la vera congregazione cristiana è dichiarato per noi, come segue: “Un po’ di lievito fa fermentare tutta la massa”. (Matt. 16:6, 11, 12; Luca 12:1; 1 Cor. 5:6; Gal. 5:9, NM) Quindi la vera fede si tiene lungi dai contaminanti movimenti per l’unione delle fedi.
19. Quali fatti fanno crollare la pretesa che Gesù favorisse l’unione delle fedi?
19 Se Gesù favorì la tacita tolleranza dell’errore, come fanno i moderni unionisti delle fedi, perché pronunziò tali accese denunzie contro gli scribi e i Farisei, chiamandoli ipocriti, guide cieche, stolti, belli di fuori ma di dentro sozzi, serpenti e progenie di vipere condannata alla distruzione? (Matt. 23:1-33) Se egli considerò la fratellanza “un comando divino” e “un dovere religioso”, perché disse ai capi religiosi: “Voi siete dal padre vostro il Diavolo”? (Giov. 8:44, NM) Si sarebbe unito egli con loro in una Settimana della Fratellanza? Riconoscer loro come suoi fratelli significherebbe riconoscere il loro padre come suo padre. Egli non si sarebbe mai vincolato a un progetto di fratellanza che avrebbe reso il Diavolo padre suo invece di Geova! Eppure i moderni zelatori dell’unione delle fedi abbraccerebbero tutti, come mostra un editoriale sul “Giorno dell’unione delle fedi”: “Cristiani, Giudei, mussulmani, buddisti, o qualunque cosa siamo, noi tutti siamo figli di Dio, comunque lo concepiamo differentemente”. (Times di New York, 23 settembre 1951) Ma la nostra concezione di Dio conta di certo. Egli è avvicinato solo mediante Cristo. (Giov. 14:6) Anche i sedicenti Cristiani che non si lasciano disciplinare da Dio in conformità della sua Parola “sono realmente prole illegittima, e non figli”. (Ebr. 12:4-11, NM) La larga strada dell’unione delle fedi, nella quale “ogni cosa può andare”, è la via larga che conduce alla distruzione. — Matt. 7:13, 14.
20. Secoli dopo il giorno di Gesù quale movimento per l’unione delle fedi fu lanciato, e secondo quale base scritturale i Cristiani lo fuggirono?
20 Secoli dopo il giorno di Gesù l’imperatore romano Costantino lanciò un movimento di unione delle fedi per fondere tutte le religioni, permettendo alle varie sette o culti di ritenere le loro molte contrastanti credenze, ma concordando su alcuni punti principali, proprio come nei movimenti per l’unione delle fedi di oggi. Il suo scopo era quello di promuovere solidarietà politica e uniformità religiosa. Solo i veri Cristiani resistettero, sapendo che i Cristiani apostati che si erano uniti col paganesimo e avevano ceduto all’azione per l’unione delle fedi patrocinata dallo stato avevano violato la Parola di Geova: “Non diventate inegualmente aggiogati con gl’infedeli. Poiché quale associazione ha la giustizia con l’illegalità? O quale comunione ha la luce con le tenebre? Inoltre, quale armonia vi è fra Cristo e Belial? O qual parte ha la persona fedele con l’incredulo? E quale accordo ha il tempio di Dio con gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio vivente; come Iddio disse: ‘Io risiederò fra loro e camminerò fra loro, e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo.’ “Perciò uscite di mezzo a loro, e separatevene,” dice Geova, “e cessate di toccare la cosa immonda,”’ ‘“e io vi accetterò”’”. Allora Geova sarà nostro Padre e noi i suoi figli, ma non altrimenti — 2 Cor. 6:14-18, NM.