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Il “pastore eccellente” e le sue “altre pecore”La Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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23. Quando e perché Gesù cedette la sua anima umana di propria iniziativa?
23 Se ne ebbe una prova pochi mesi dopo. La notte del suo tradimento nel giardino di Getsemani, quando il suo discepolo Pietro cercò di proteggerlo facendo uso della spada, Gesù disse: “Credi tu che non mi possa appellare al Padre mio perché mi provveda in questo momento più di dodici legioni di angeli? In tal caso, come si adempirebbero le Scritture secondo le quali deve accadere così?” (Matt. 26:53, 54) Pertanto, dopo aver lasciato fuggire i suoi apostoli, Gesù si arrese di propria iniziativa alle folle venute ad arrestarlo, in un ultimo tentativo di farlo mettere a morte. Così facendo Gesù non stava gettando via la propria vita.
24. Quale piena autorità circa la sua anima Gesù aveva ricevuto dal Padre, e in che modo fallì anche l’ultimo tentativo di impedirgli di esercitare tale autorità?
24 Gesù aveva l’autorità dal suo Padre celeste di seguire questa condotta, ma gli fu lasciata la piena libertà di scegliere se farlo. La sua autorità di ricevere di nuovo la sua anima con la risurrezione dipendeva dal consegnarsi di sua spontanea volontà. Avendo egli effettivamente ceduto la sua anima nella morte, il suo Padre celeste lo insignì dell’autorità di riceverla di nuovo dall’Unico che poteva destarlo dai morti. Nessun potere in cielo o sulla terra poteva ostacolare questa autorità di Gesù di ricevere di nuovo la sua “anima” o vita. Quindi il sigillo del governatore apposto sulla grossa pietra che chiudeva l’entrata della tomba in cui Gesù fu sepolto dopo la morte al palo, e anche i soldati messi di guardia alla tomba per impedire che i suoi discepoli asportassero il cadavere, non riuscirono a impedire a Gesù di esercitare il terzo giorno quell’autorità datagli da Dio. — Matt. 27:62—28:15.
25. Dato che Gesù, non avendo disubbidito a Dio, non perse il diritto alla sua vita umana, che uso poté farne a favore dell’umanità?
25 In realtà Gesù aveva ricevuto comando dal Padre celeste di fare tutto questo. Perciò, il terzo giorno dalla sua morte, Geova Dio emanò il comando che il suo ubbidiente Figlio sorgesse dai morti e ricevesse di nuovo la vita nel reame spirituale col suo celeste Padre. Poiché non aveva perso la sua vita umana per disubbidienza a Dio, egli ricevette anche il diritto alla vita umana perfetta, che poté così presentare a Geova Dio nel suo tempio celeste in espiazione del peccato del mondo intero.
26. (a) In questo modo fu aperta la via perché tutte le famiglie della terra facessero che cosa? (b) Quando fu evidente che gli appartenenti alla “grande folla” delle “altre pecore” di Gesù avevano cominciato a benedirsi?
26 In tal modo fu aperta la via perché tutte le famiglie e le nazioni della terra ‘si benedicessero’ per mezzo del componente principale del ‘seme di Abraamo’. (Gen. 12:1-3; 22:15-18) Gli appartenenti alla “grande folla” di “altre pecore” del Pastore eccellente hanno cominciato a ‘benedirsi’ per mezzo suo quando si sono dedicati a Geova Dio mediante lui e hanno simboleggiato tale dedicazione col battesimo in acqua. Hanno quindi ascoltato la voce del Pastore eccellente e lo hanno seguito, insieme all’unto rimanente del seme abraamico. Questo ebbe inizio in particolare al congresso di Washington del 1935. Da allora l’unto rimanente ha lietamente accolto le “altre pecore” e, proprio come predetto da Gesù, insieme formano “un solo gregge” sotto il “solo pastore”.
27. Oltre alla “grande folla” di sopravvissuti alla “grande tribolazione”, chi altri entrerà a far parte delle “altre pecore” del Pastore eccellente, e quando?
27 Durante il regno millenario del “solo pastore”, l’intronizzato Gesù Cristo, tutti i morti redenti dell’umanità saranno destati dal sonno della morte e riceveranno l’opportunità di ‘benedirsi’ divenendo parte delle “altre pecore” del Pastore eccellente. Fra loro vi sarà anche Giovanni il Battezzatore, l’antico “portiere” dell’“ovile” che rappresenta la disposizione del patto abraamico. (Giov. 10:1-3) Gesù condurrà gli ubbidienti alle “fonti delle acque della vita”. La “grande folla” di sopravvissuti all’imminente “grande tribolazione” sarà di grande aiuto per i miliardi di risuscitati nel valersi delle “fonti delle acque della vita”. (Riv. 7:9-17) Tutte le simboliche pecore potranno unirsi alla “grande folla” nel dire: “La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello”. — Riv. 7:10; 20:11-14.
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“Passi cadenzati”La Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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“Passi cadenzati”
Due anni fa, nello stato americano dell’Illinois fu varato un disegno di legge che rendeva obbligatoria, a partire dal gennaio 1980, la cerimonia mattutina del saluto alla bandiera per i ragazzi delle scuole. Quando il governatore dell’Illinois, James Thompson, firmò il decreto convertendolo in legge, ammise: ‘È chiaro che in base alle vigenti norme costituzionali questa legge è apertamente incostituzionale”. Durante la discussione sul disegno di legge, il deputato Richard Mugalian aveva detto: “Questo è di gran lunga il peggior disegno di legge dell’intera legislatura. Se si ascolta bene, si sentiranno i passi cadenzati [di una dittatura]”.
Indicando l’inefficacia di questi metodi pappagalleschi per instillare vero apprezzamento per il proprio paese, il deputato Glen Schneider ha detto: “Non credo che i 15 secondi del Giuramento di Fedeltà servano a far capire cos’è veramente il nostro paese”.
L’“Herald-News” di Joliet (Illinois) cita il commento del rappresentante locale di un gruppo al quale questa legge crea difficoltà: “I testimoni di Geova, non solo in questo paese ma in tutto il mondo, assumono sempre un atteggiamento neutrale nei confronti del governo. Ciò non significa che non rispettino questo paese. Il fatto è che non troverete testimoni di Geova che prestino giuramento di fedeltà ad alcun paese”. — Giov. 17:16.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1981 | 1° gennaio
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Domande dai lettori
● Perché i testimoni di Geova non festeggiano i compleanni?
Fondamentalmente perché hanno rispetto per la Parola di Dio e desiderano vivamente seguirne la direttiva.
Da millenni la celebrazione dei compleanni è comune in tutto il mondo. Spesso per l’occasione si tiene una festa e si fanno regali. Ma la Bibbia ha qualcosa da dire sui compleanni?
Si può subito dire che la Bibbia non ha nulla contro il fare regali a una persona cara. (Gen. 33:10, 11; Luca 15:22; II Cor. 8:19) Né è contro la partecipazione a feste o banchetti, perché parla di mangiare e bere, seppur con moderazione, come di una delle cose che permettono di godere la vita. (Eccl. 3:12, 13) Gesù partecipò a una festa nuziale. I figli di Giobbe tenevano delle feste, probabilmente in occasione dei raccolti, le quali fornivano l’occasione per stare insieme ai familiari. Abraamo fece una festa per lo svezzamento di Isacco. (Giov. 2:1, 2; Giob. 1:4, 5, 13; Gen. 21:8) E anche se non era comandata da Dio, gli ebrei tenevano annualmente una festa nell’anniversario della ridedicazione del tempio, festa a cui partecipò anche Gesù. — Giov. 10:22, 23.
La Bibbia indica però la necessità di andare cauti, perché non sarebbe appropriato partecipare a qualsiasi celebrazione indipendentemente dalla sua natura o dal motivo per cui si tiene. (Eso. 32:1-6; I Piet. 4:3; I Cor. 10:20, 21) Che dire del ricordare e festeggiare i compleanni?
È ovvio che molti veri adoratori tenevano una registrazione della data di nascita. Sacerdoti e altri conoscevano la propria età. Non tiravano a indovinare. (Num. 1:2, 3; 4:3; 8:23-25) Ma nulla nelle Scritture lascia pensare che i veri adoratori festeggiassero annualmente il proprio compleanno.
La Bibbia parla della celebrazione di due soli compleanni, entrambi di persone che non servivano il vero Dio.
Il primo è quello del Faraone d’Egitto. Fu contrassegnato dall’impiccagione del panettiere di Faraone, compagno di prigionia di Giuseppe.
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