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Conforto per gli uomini che gemono e piangonoLa Torre di Guardia 1953 | 1° febbraio
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più; tu osserverai il suo luogo, ed egli non vi sarà più. Ma i mansueti erederanno la terra e godranno abbondanza di pace”. — Sal. 37:1-3, 7, 10, 11.
Quale preziosa promessa è questa! Quelli che bramano di vivere sotto un retto e giusto governo nella pace e nella contentezza vedranno le loro preghiere esaudite, e questo prestissimo. Il grande Teocrata, Geova l’Onnipotente, ha già cominciato a regnare come Re sul suo glorioso trono nei cieli e, ora celermente, si propone di eliminare ogni iniquità e ribellione, distruggere quelli che ora distruggono e rovinano la terra, e stabilire un nuovo mondo nel quale dimorerà la giustizia. (2 Piet. 3:13; Apoc. 11:18) Pertanto quelli che ritirano la loro approvazione e il loro appoggio dal babilonico mondo del Diavolo e prestano assoluta fedeltà al nuovo mondo di Dio avranno la splendida opportunità di vivere sotto quel governo teocratico per i secoli de’ secoli, tutto alla lode e gloria e rivendicazione di Geova Dio.
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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1953 | 1° febbraio
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Domande dai lettori
◆ Marco 15:25 fissa il tempo del supplizio di Gesù all’ora terza, e Giovanni 19:14 dice che era l’ora sesta. Come si spiega questa discordanza? — S. S., New Hampshire.
Molte ingegnose spiegazioni sono state presentate da commentatori e traduttori della Bibbia. Alcuni dicono che è un errore di copiatura nell’Evangelo di Giovanni, e che la lettura corretta sia “l’ora terza”. Non c’è nessuna evidenza di tale errore, però. Alcuni contestano che Giovanni calcolasse il tempo come facciamo noi oggi, e che con “ora sesta” Giovanni volesse dire le 6, e non le 12, come sarebbe stato comunemente indicato con “ora sesta” nella Palestina a quel tempo. Ma se Giovanni avesse voluto dire le 6 con “ora sesta”, perché Gesù si sarebbe riposato presso la fontana di Giacobbe, stanco da un viaggio, a quell’ora mattutina? (Giov. 4:6) Mezzogiorno sarebbe stato un’ora ragionevole per quello, e fu indubbiamente il tempo indicato da Giovanni quando usò l’espressione “ora sesta”. Una fonte arrivò perfino al punto di affermare che con “ora sesta” Giovanni volesse dire la sesta ora della notte, o mezzanotte. Ma questo non avrebbe dato tempo che i molti avvenimenti avessero luogo, alcuni dei quali neppure cominciarono fino all’alba. Considerate tutto quello che accadde e il tempo che richiederebbe, e vedrete che nemmeno l’opinione che fossero le 6 lascia il tempo necessario.
Nell’ultima notte di Gesù sulla terra come creatura umana egli celebrò la Pasqua e poi istituì il Memoriale. A questo seguì una lunga discussione, poi il suo tradimento, l’arresto e i processi davanti ad Anna, Caiàfa e il Sinedrio. In questi processi furono fatte indagini infruttuose per trovare falsi testimoni, Gesù fu interrogato, schiaffeggiato e maltrattato, e tutto questo deve aver preso un tempo considerevole. Quando fu condotto al Sinedrio per l’interrogatorio e la decisione finale del tempo si parla come “quando fu venuto il mattino” (Matt. 27:1, NW), “immediatamente all’alba” (Marco 15:1, NW), “quando si fece giorno” (Luca 22:66, NW), “di buon’ora” (Giov. 18:28, NW).
Ma anche dopo lo spuntare del giorno molte cose dovevano aver luogo prima del supplizio. Dal Sinedrio egli andò davanti a Pilato, che interrogò Gesù e ascoltò le accuse dei capi sacerdoti e degli anziani influenti. Poi Gesù andò da Erode che lo interrogò “con molte parole”, il che doveva prender tempo data la curiosità e la verbosità di Erode, come pure per il tempo speso dai capi sacerdoti e dagli scribi presenti nell’esprimere le loro emozionanti accuse. Altro tempo, perché Erode e i suoi soldati vilipendessero Gesù, lo dileggiassero e gli mettessero una veste splendida. Poi indietro da Pilato, il quale dopo molte discussioni coi sacerdoti giudaici e con la folla istigata a chiedere la liberazione di Barabba anziché quella di Gesù, e aver udito il messaggero di sua moglie riguardo al sogno che aveva fatto, abbandonò Gesù alla loro volontà. Indi le battiture e le flagellazioni inflitte da Pilato a Gesù, l’incoronazione fatta dai soldati con le spine e altri scherni rivoltigli, e il viaggio fino al Calvario di Gesù indebolito dalle crudeli flagellazioni, con una folla violenta che gli turbinava intorno, tutto avrebbe preso tempo. Se la “ora sesta” era le sei non rimaneva tempo per tutto questo.
Certi studiosi sostengono che i Giudei dividevano il giorno in quattro parti, e che l’espressione “ora terza” comprendeva la seconda parte, dalle 9 alle 12, quando “l’ora sesta” avrebbe segnato il principio della terza parte.’Questo risolverebbe la difficoltà, dato che “l’ora terza” di Marco potrebbe coincidere con “circa l’ora sesta” di Giovanni. Tuttavia, non ci sono solide ragioni per ritenere che fossero usati tali quattro periodi di tre ore per indicare l’ora del giorno in cui Gesù fu sulla terra. Gesù, dopo aver menzionato l’ora nona, si riferisce all’undicesima, mostrando che egli non considerava che l’ora nona andasse dalla nona alla dodicesima, ossia dalle nostre 3 pomeridiane alle 6 pomeridiane. (Matt. 20:5, 6) Certamente Giovanni calcolava secondo una divisione del tempo in ore, menzionando la decima ora (Giov. 1:39) e la settima ora (Giov. 4:52), e non usando solo la nona e la sesta ora rispettivamente, come avrebbe fatto se avesse usato alcuna di tali pretese quattro larghe divisioni del giorno.
La spiegazione che sembra logica e plausibile è questa. I giorni erano divisi in dodici ore, che andavano dall’alba al tramonto, ossia dalle 6 alle 18 circa. (Giov. 11:9) Non dividendo le ore in minuti, i Giudei avrebbero detto che era l’ora terza finché non fosse cominciata la quarta, come oggi uno direbbe di avere trent’anni, benché in realtà avesse trent’anni e nove mesi. Pertanto l’ora terza di Marco poteva essere prossima all’inizio della quarta, ossia le 10. Giovanni non pretende d’essere preciso, dicendo che “era circa l’ora sesta”. Poteva essere
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