Facciamo pulizia, religiosamente parlando
DAL tempo dell’antica Babilonia e dell’antico Egitto è comune nelle case l’uso di oggetti religiosi. Dalle rovine di case antiche gli archeologi hanno portato alla luce ogni specie di immagini, statue, cappelle, dipinti religiosi e l’evidenza di simboli religiosi come la croce.
Questo può sorprendervi, ma è un fatto che gli oggetti e i simboli religiosi usati nell’antica pagana Babilonia e in Egitto sono usati oggi in molte case “cristiane”. È ora che coloro che vogliono essere veri cristiani facciano pulizia, religiosamente parlando. — Atti 17:20-31.
Prima di esaminare ciò che dice la Sacra Bibbia circa il fare pulizia, religiosamente parlando, diamo un’occhiata a una casa tipica dell’America Latina, simile sotto alcuni aspetti alle case della Repubblica Dominicana, di Cuba, di Portorico e di altri luoghi.
Mentre ci avviciniamo alla casa notiamo nell’angolo, da un lato del marciapiede, una nicchia con un’immagine. La piccola apertura che vi è di fronte serve per fare offerte all’immagine. Quando entriamo nel cortile notiamo un’altra nicchia con l’immagine a cui è devota la famiglia, di solito la dea o il santo nazionale, che differisce da paese a paese. Alcune sono molto elaborate e costose. Vicino alla porta si vede una croce. Quando bussiamo siamo accolti nella casa ospitale con l’espressione: “Adelante, tomen asiento”. “Avanti, s’accomodi”. La padrona è lieta di mostrarci la sua casa. Avete visto quella tavoletta o mensola sopra la testa mentre entravamo? Vi è posta sopra un’immagine religiosa con un bicchiere d’acqua o qualcosa da mangiare. Spesso vi sono mensole come queste davanti alla fotografia di un componente della famiglia che è morto, dinanzi al quale sono messi fiori.
In una casa umile col pavimento di terra notiamo di nuovo la croce dipinta su ogni porta. In altre case ne troveremo una di metallo o di legno lavorato. Mentre seguiamo la padrona di casa notiamo questo stesso simbolo religioso sopra i letti sulla parete e sull’altare della casa, che talvolta occupa l’angolo di una stanza o anche possibilmente un’intera parete. Esso è normalmente ornato con pezzi di carta luccicante di molti colori insieme a figure religiose, candele o lampade elettriche colorate e fiori. Troveremo anche nelle stanze immagini religiose del “Sacro Cuore” e dell’“Ultima Cena”.
Che cosa dobbiamo pensare dell’uso di questi numerosi oggetti e simboli religiosi? Dobbiamo pensare ciò che pensa Dio.
IMMAGINI RELIGIOSE
Non dobbiamo pensare che vi sia necessariamente qualcosa di male in ogni oggetto d’arte, in un’immagine o statua. Quindi dobbiamo distinguere tra gli oggetti che sono semplicemente opere d’arte e gli oggetti di devozione religiosa, le immagini usate per rappresentare qualche santo o divinità. Se si ha verso un’immagine un atteggiamento di adorazione, rendendola un oggetto religioso, il possessore di tale immagine deve riflettere sul punto di vista di Dio circa le immagini religiose. Per esempio, Dio comandò agli Israeliti dei tempi antichi di non avere nessuna immagine per rappresentare il vero Dio. (Eso. 20:4; Deut. 4:15-19) Né essi dovevano introdurre nelle loro case le immagini o i simboli degli Egiziani e dei Cananei pagani. La precisa dichiarazione di Dio fu:
“Da’ alle fiamme i simulacri dei loro dèi: non t’invogliare dell’oro e dell’argento che è su di loro, non prenderlo per te, altrimenti rimarresti preso al laccio, perché è un’abominazione per il Signore, Iddio tuo. Non portare in casa tua nessuna cosa abominevole, perché anche tu saresti dannato allo sterminio come lo è quella cosa; ma la detesterai e l’abominerai, perché è cosa dannata allo sterminio”. — Deut. 7:25, 26, Na.
I veri cristiani comprendono questo medesimo principio di far pulizia, religiosamente parlando, specialmente in considerazione di comandi simili dati nelle Scritture Greche Cristiane: “Non dobbiamo immaginare che l’Essere Divino sia . . . simile a qualche cosa di scolpito dall’arte e dall’ingegno dell’uomo”. “Figlioletti, guardatevi dagli idoli”. (Atti 17:29; 1 Giov. 5:21) Perciò i primi cristiani tenevano le loro case esenti dalle immagini religiose. Come ebbero dunque inizio, ad esempio, le immagini di Cristo? Consultando i libri di storia che trattano l’argomento dei primi cristiani, apprenderete quanto segue: “I pagani, che, come [l’imperatore] Alessandro Severo, videro qualcosa di Divino in Cristo, e le sette, che mischiarono il paganesimo col cristianesimo, furono i primi a fare uso delle immagini di Cristo”.a Poiché i primi cristiani non usavano nessuna immagine di Cristo, è evidente che non avevano nemmeno immagini di Maria, madre di Gesù.
Perciò quando un’immagine diviene oggetto di adorazione religiosa, è ora che il suo possessore, se vuole essere vero cristiano, faccia pulizia, religiosamente parlando, non importa che cosa rappresenta l’immagine né chi la fece.
È bene che ogni cristiano ricordi che cosa ebbe luogo in relazione con la figura del serpente di rame fatto da Mosè. Durante il soggiorno degli Israeliti nel deserto, Dio comandò a Mosè, che aveva condotto Israele fuori d’Egitto, di fare la figura di un serpente di rame, che era un simbolo e aveva significato profetico, ma non doveva servire per l’adorazione religiosa. (Num. 21:4-9; Giov. 3:14, 15) Così ai giorni di Mosè l’immagine del serpente di rame non fu adorata né usata per l’adorazione. Benché tale immagine fosse fatta in circostanze appropriate, persino per comando di Dio, tuttavia dovette infine essere distrutta. Come mai? Perché secoli dopo i giorni di Mosè gli Israeliti trasformarono la stessa immagine del serpente di rame in un oggetto di devozione religiosa, bruciando addirittura incenso davanti ad essa. (2 Re 18:4) Perciò quando il re Ezechia purificò il paese di Giuda dalle immagini religiose, fece frantumare e distruggere completamente il serpente di rame fatto da Mosè.
Tale distruzione delle immagini religiose ebbe la benedizione di Dio, perché il vero Dio vuole essere adorato senza immagini o non per mezzo di immagini, come dichiarò Gesù Cristo stesso: “Dio è Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”. Giov. 4:24; 2 Re 18:1-7.
QUADRI RELIGIOSI
Ma vi è qualcosa da dire contro i quadri? Dopo tutto, il cristiano può giustamente avere o mostrare una fotografia, un disegno o un dipinto. Può essere di amici o parenti, di un panorama o di soggetti biblici. I testimoni di Geova, per esempio, hanno un calendario che porta ogni anno una diversa illustrazione di un importante avvenimento biblico. Ebbene, che cosa stabilisce dunque se vi è qualcosa di male in un quadro? Questo: È il quadro riverito o adorato, e vi è forse posto del cibo davanti? Vi è nel quadro un simbolo pagano? Il quadro presenta forse erroneamente la Bibbia?
Prendete, per esempio, una figura che appare con molte interpretazioni, la cosiddetta “ultima Cena”. Gesù istituì “La Cena del Signore” o, come la chiama una moderna traduzione della Bibbia, “il pasto serale del Signore”, nella data del 14 nisan del 33 d.C., dopo le 18 di un giovedì. (1 Cor. 11:20, 23, 24) Prima del Pasto Serale del Signore, Gesù e i suoi dodici apostoli avevano mangiato l’annuale agnello pasquale. Ma quanti piatti di pesce vedete sulla tavola di alcuni dipinti? Gesù e i suoi apostoli non mangiarono pesce quel giovedì sera, ma, piuttosto, la carne di un agnello. I quadri in cui sono dipinti pesci presentano erroneamente la Sacra Bibbia.
La Bibbia mostra che, insieme all’agnello arrostito, fu usato pane non lievitato per la pasqua. (Eso. 12:8-15) In alcuni quadri noterete che le focacce, una per ciascun apostolo, sono pane lievitato o fermentato. Il racconto biblico indica anche che i fedeli apostoli mangiarono da un solo pane non lievitato; ciascuno non aveva la sua propria focaccia lievitata. — Matt. 26:26.
La Bibbia indica pure che tutti gli apostoli fedeli dovevano bere dallo stesso calice. (Matt. 26:27) Nei quadri siamo di solito indotti a credere che dopo il pasto pasquale e durante la Cena del Signore ogni apostolo avesse il suo bicchiere, mentre Gesù soltanto aveva uno speciale calice di vino. Effettivamente, essi presero dello stesso pane e bevvero dallo stesso calice.
Noterete anche che in molti quadri sono tutti seduti. Ai giorni di Gesù vi era l’usanza di mangiare in posizione reclinata, come si può vedere consultando un dizionario biblico. La Bibbia stessa mostra che Giovanni giaceva davanti al seno di Gesù, cosa che non avrebbe potuto fare se fosse stato seduto mentre mangiava. — Giov. 13:23-25.
Quanti apostoli contate? La Bibbia indica che Giuda se ne andò “immediatamente” dopo la celebrazione pasquale e quindi prima che Gesù istituisse il Pasto Serale del Signore con gli undici fedeli apostoli. (Giov. 13:30) I quadri che raffigurano dodici apostoli con Gesù non presentano la verità.
Il nostro esempio addita dunque un’erronea presentazione della Bibbia riguardo all’agnello pasquale, al pane non lievitato, al solo pane e al solo calice, al modo di giacere e al numero degli apostoli. Quando un quadro presenta erroneamente la Sacra Parola di Dio, è tempo di scartarlo.
E riguardo ai quadri di Gesù Cristo, notate un’aureola o cerchio luminoso intorno alla sua testa? Esso è chiamato “nimbo”. Sarà istruttivo esaminare una buona enciclopedia e cercare la parola “nimbo”, poiché apprenderete che era usato dagli antichi Egiziani, Greci e Romani pagani nella loro arte religiosa; tale simbolo è di origine babilonica dato che appare nelle rappresentazioni artistiche delle principali divinità di Babilonia. Il cerchio luminoso è il simbolo del dio sole, e quindi è paganesimo.
Nessun quadro che sia in relazione col paganesimo babilonico dovrebbe rimanere sulla parete di una casa cristiana.
LA CROCE
Uno dei simboli che si vedono comunemente nelle case è la croce. Effettivamente, le Sacre Scritture mostrano che Gesù Cristo fu inchiodato a un albero o palo senza braccio per traverso. L’apostolo Pietro disse in almeno due occasioni che Gesù era morto su un albero (xýlon). (Atti 5:30; 1 Piet. 2:24) L’altra parola greca originale usata nella Bibbia è stauros e significa un palo senza nessun braccio per traverso di qualsiasi specie.
Anche se Gesù fosse stato messo al palo su una croce, sarebbe questo un simbolo religioso appropriato per i cristiani? No, non più di quanto qualcuno venererebbe o adorerebbe una pallottola o un coltello con cui fosse stata uccisa una persona cara! Non è strano che i primi cristiani non avessero croci nelle loro case! “Non v’era l’uso del crocifisso”, dice uno storico dei primi cristiani, “e nessuna materiale rappresentazione della croce”.b
Da dove venne dunque la croce? Secoli prima di Cristo la croce era usata da religiosi pagani in India, Cina, Persia, Egitto e, naturalmente, in Babilonia. La croce commissa era il sacro simbolo del dio babilonese Tammuz. Era anche il simbolo di Sol, dio del sole nell’antica Roma. Tale croce aveva la forma originale della loro lettera “T”, lettera iniziale del nome del dio Tammuz.
Inoltre, le enciclopedie vi diranno che l’antico Egitto aveva una croce che era il simbolo dell’immorale adorazione del sesso. La croce egiziana, l’ankh (crux ansata o croce coll’ansa), consisteva di una “T” con un manico ovale in cima rappresentante gli organi della riproduzione maschile e femminile. Gli Israeliti non usavano nelle loro case questo simbolo pagano della croce fallica.
Come nell’Egitto pagano, comunque, così anche l’uso del simbolo fallico è comune nell’America Latina e altrove. Alcuni edifici religiosi sono costruiti sul suo disegno a forma di “T”. Nella cattedrale di San Pedro Sula nell’Honduras lo scudo sopra le porte ha la croce con l’ovale. Come nelle antiche tombe e mummie egiziane vi erano molte croci, così oggi i luoghi di sepoltura sono pieni di croci, alcune anche con l’ovale.
FACCIAMO PULIZIA
Quale dovrebbe essere dunque il nostro atteggiamento verso immagini, dipinti e croci? Come per le immagini e le statue il pericolo sorge quando le persone si inchinano o pregano davanti a questi idoli senza vita, quando offrono loro cibo, quando li considerano una cosa sacra. Benché non vi sia nulla di male in un quadro che presenta correttamente un avvenimento biblico, tuttavia, riverire o adorare un quadro è male. Se si tratta della fotografia di una persona cara che è morta, colui che la possiede le mostra devozione religiosa? Questo, naturalmente, è male. E se un quadro presenta erroneamente la sacra Parola di Dio o contiene simboli pagani come l’aureola o nimbo e una croce, perché tenerlo in casa?
Perciò date un’occhiata alla vostra casa: Avete immagini religiose? Avete dipinti religiosi nei quali l’aureola pagana è intorno al capo di chi vi è rappresentato? Avete rappresentazioni di una croce? Avete quadri ai quali mostrate un atteggiamento di adorazione?
In tal caso, è ora di fare pulizia. Fare questo passo positivo, senza timore dell’uomo, verso la pura e incontaminata adorazione di Geova Dio significherà ubbidire ai comandamenti di Dio. Significherà la fine di tutte le opere d’arte di paganesimo babilonico che sono in casa vostra. Ciò mostrerà il vostro desiderio di adorare Dio, come dichiarò Gesù Cristo, “con spirito e verità”. Perciò facciamo pulizia, religiosamente parlando.
[Note in calce]
a The History of the Christian Religion and Church, During the Three First Centuries del dott. Augustus Neander.
b History of the Christian Church di J. F. Hurst, Vol. I, pag. 366.
[Immagine a pagina 8]
Tammuz che porta le croci