I cristiani che portano frutto manifestano santa contentezza
“Avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. — 1 Tim. 6:8.
1. (a) L’essere cristiano come dovrebbe influire sulla propria attitudine verso i possedimenti materiali? (b) Quale appropriato consiglio al riguardo è riportato in Ebrei 13:5?
I VERI cristiani della Bibbia non sono persone che vanno semplicemente a un luogo di adorazione una volta ogni tanto, e quindi vivono come il resto del mondo. Tutto il loro modo di vedere la vita è profondamente influenzato dal fatto che sono seguaci di Gesù Cristo; prendono dunque a cuore le cose che egli e i suoi apostoli insegnarono e fecero. Come disse Gesù, essi non sono “parte del mondo”, e, per questa ragione, se sono cristiani maturi, non condividono la veduta materialistica del mondo che li circonda. (Giov. 17:16) Non mettono i possedimenti materiali al di sopra dei valori spirituali. Si può dir questo di voi? Se professate d’essere cristiano, avete preso a cuore il consiglio riportato nella Bibbia in Ebrei 13:5, che dice: “La vostra maniera di vivere sia libera dall’amore del denaro, accontentandovi delle cose presenti”? — NM; VR; Ri.
2. (a) Prima del Diluvio, le persone come manifestarono la loro indifferenza verso il messaggio che Noè predicò, e com’è evidente oggi la stessa attitudine? (b) È tale apatia ciò si intende con l’‘accontentarsi delle cose presenti’?
2 ‘Accontentarsi delle cose presenti’ non significa essere indifferenti verso la propria situazione nella vita. Certo non significa essere soddisfatti riguardo alle cose spirituali. La persona non è come coloro che apaticamente “non si avvidero” dell’avvertimento che Dio diede per mezzo di Noè prima del diluvio e che, come risultato, continuarono a ‘mangiare e bere e sposarsi e dare le figlie in matrimonio’ in un modo indicante che non prendevano sul serio ciò che predicava Noè. (Matt. 24:38, 39) Con le loro azioni mostrarono di non credere realmente che la distruzione totale fosse imminente. Gesù disse che la stessa attitudine sarebbe prevalsa nel nostro giorno, ed è così. Tale empia apatia verso le cose spirituali non si deve confondere con la santa contentezza. — Luca 17:26-30.
3. Perché nessun cristiano potrebbe accontentarsi del presente malvagio sistema di cose?
3 Né l’ispirato consiglio dell’apostolo Paolo di ‘accontentarsi delle cose presenti’ significa che si debba essere soddisfatti del presente malvagio sistema di cose. Questo sistema di cose è permeato dal peccato e macchiato dalla malattia, dalla sofferenza e dalla morte, che sono frutti del peccato. È caratterizzato da uomini che sono “amanti del denaro” e che praticano la disonestà generata da tale amore. È pieno di persone che sono “amanti dei piaceri anziché amanti di Dio”. (2 Tim. 3:1-5) Come potrebbe alcun vero cristiano accontentarsi di un simile stato di cose? — Gal. 1:4.
4. (a) Qual è dunque la contentezza che la Bibbia ci incoraggia ad avere? (b) A questo riguardo, quale domanda dovrebbe farsi ciascuno di noi?
4 Qual è dunque la contentezza che la Bibbia ci incoraggia ad avere? È la contentezza per le cose necessarie della vita. Questo non significa che sia detto ad alcuno d’essere pigro, aspettandosi che gli altri provvedano a lui mentre egli se la prende con calma. (2 Tess. 3:10, 12; Atti 20:33, 34) Ma significa in effetti che siamo esortati a non farci intrappolare dal materialistico modo di vivere del mondo, cercando continuamente di accrescere i nostri possedimenti materiali, come se la vita dipendesse da ciò o se tali possedimenti fossero la fonte della vera felicità. Per questa ragione Paolo disse con inequivocabile chiarezza al suo conservo cristiano Timoteo: “Non abbiamo portato nulla nel mondo, e non ne possiamo portare fuori nulla. Quindi, avendo nutrimento e di che coprirci, di queste cose saremo contenti”. (1 Tim. 6:7, 8; Eccl. 5:15) In tutta onestà, ritenete che si possa dir questo di voi?
LA VITA NON DIPENDE DAI POSSEDIMENTI MATERIALI
5. Quale situazione diede a Gesù un’eccellente opportunità per additare la giusta attitudine verso possedimenti materiali, e che cos’era essenzialmente errato nel modo di vedere la vita dell’interrogatore?
5 In un’occasione, quando Gesù predicava nel territorio della Giudea, si verificò una situazione che gli diede modo di mettere in risalto la giusta attitudine verso i possedimenti materiali. Uno della folla gli disse: “Maestro, di’ a mio fratello di dividere con me l’eredità”. Gesù non accettò di fare da mediatore in quella disputa familiare per l’eredità, ma riconobbe qual era la difficoltà e quindi rispose: “Tenete i vostri occhi aperti e guardatevi da ogni sorta di concupiscenza”. L’avvertimento di Gesù contro la concupiscenza sembra indicare che l’uomo cercava realmente di ottenere qualcosa che non gli era dovuta; evidentemente la disputa era sorta per la mancata osservanza dell’esigenza della Legge, secondo cui due parti di tutto andavano al figlio maggiore. (Deut. 21:17) Ma la difficoltà dell’uomo era non solo che era avido; andava più a fondo di ciò. Ciò che in primo luogo lo faceva pensare a quel modo era che considerava i possedimenti materiali la cosa importante nella vita, e Gesù rese chiaro, sia per suo che per nostro beneficio, che tale modo di pensare non è ragionevole, quando disse: “Anche quando una persona ha abbondanza la sua vita non dipende dalle cose che possiede”. (Luca 12:13-15) La vita viene da Dio. Come spiegò l’apostolo Paolo agli uomini di Atene, “l’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso . . . egli stesso dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa”. — Atti 17:24, 25.
6. (a) Con quale illustrazione Gesù svolse l’argomento che presentava in quell’occasione? (b) Perché una condotta simile a quella dell’uomo dell’illustrazione di Gesù è vana?
6 Svolgendo l’argomento, Gesù fece un’illustrazione: “La terra di un ricco produsse bene. Quindi, egli ragionava fra sé, dicendo: ‘Che farò, ora che non ho dove mettere i miei raccolti?’ E disse: ‘Farò questo: Demolirò i miei depositi e ne edificherò di più grandi, e vi radunerò tutto il mio grano e tutte le mie buone cose, e dirò all’anima mia: “Anima, hai molte buone cose accumulate per molti anni; prenditi riposo, mangia, bevi, rallegrati”’”. Ma anche se avesse riposto tutta la sua ricchezza, c’era l’assicurazione che sarebbe vissuto abbastanza a lungo per godersela? Aveva realmente sicurezza? No, come mostrò Gesù di seguito: “Dio gli disse: ‘Irragionevole, questa notte ti chiederanno la tua anima. Chi avrà quindi le cose che hai conservate?’” (Luca 12:16-20) E non è questo proprio ciò che accade così spesso nella vita? Un uomo lavora strenuamente per molti anni per avere la sicurezza finanziaria quando andrà in pensione, solo per morire prima che cominci a godere di ciò che ha risparmiato. Che vanità! — Eccl. 2:17-19.
7. In che modo oggi le persone mostrano spesso d’essere come l’uomo di cui parlò Gesù?
7 Gesù non accusò l’uomo di cui parlava di disonestà negli affari, né disse che non aveva alcun interesse riguardo a Dio. Ma il suo grande sbaglio era che aveva la veduta errata della vita. Era occupato ad acquistare possedimenti materiali e non era “ricco verso Dio”. (Luca 12:21) Come descrive bene ciò la situazione della maggioranza delle persone d’oggi! Esse possono ‘credere in Dio’, come dicono loro, ma pensano che, in definitiva, il denaro farà più che la fede per loro. Così dedicano la maggior parte della loro vita ad acquistare e godere possedimenti materiali, ma, come assicurazione, per così dire, includeranno poca religione nella loro vita. Sono persone che hanno “una forma di santa devozione ma mostrandosi [false] alla sua potenza”, e le Scritture ci esortano: “Da questi [allontanatevi]”. (2 Tim. 3:5) Non siate come loro.
GLI INTERESSI SPIRITUALI VENGONO PRIMA NELLA VOSTRA VITA?
8. (a) In che modo molte persone mostrano che gli interessi spirituali non vengono prima nella loro vita? (b) Che cosa impedisce loro d’essere cristiani che portano frutto?
8 Qual è il vostro modo di vedere la vita? Vi siete prefissi di acquistare cose materiali, o viene prima il servizio di Dio? Innumerevoli persone in questo mondo sono come l’uomo di cui parlò Gesù nella sua illustrazione. Nella loro vita viene prima la preoccupazione per le esigenze e i bisogni materiali. Sono occupati a guadagnarsi da vivere, a comprarsi la casa, rinnovare l’arredamento, intrattenere ospiti o fare viaggi qua e là. Forse dicono che gradiscono il messaggio del regno di Dio, ma è sempre al secondo posto. Accade loro come disse Gesù: “le ansietà di questo sistema di cose”, “il potere ingannatore delle ricchezze” e i “piaceri di questa vita” predominano nella loro vita e soffocano la parola del Regno, così che non può crescere e portare frutto. (Mar. 4:18, 19; Luca 8:14) Tale condotta non reca gloria a Dio.
9. Di chi si può dire che ‘continuano a portare molto frutto’, e con quali risultati?
9 D’altra parte, alcuni hanno preso a cuore le parole del Signore Gesù che disse: “Il Padre mio è glorificato in questo, che continuiate a portare molto frutto e vi dimostriate miei discepoli”. (Giov. 15:8) Possono essere uomini che hanno un impiego secolare, provvedendo per la loro famiglia. Possono essere madri che hanno cura dei loro figli. Possono essere studenti che frequentano la scuola. Ma sono, anzitutto, servitori di Dio. Manifestano i frutti dello spirito di Dio nella loro vita, e portano anche il frutto del Regno, partecipando alla proclamazione del regno di Dio. Non mettono al secondo posto gli interessi spirituali ma offrono “sempre a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che fanno pubblica dichiarazione al suo nome”. (Ebr. 13:15) Si può dir questo di voi? Gesù mostrò che questo si può dire di coloro che hanno un “cuore eccellente e retto”, perché sono quelli che ricevono favorevolmente la parola di Dio, “la ritengono e portano frutto con perseveranza”. (Luca 8:11, 15) La loro condotta reca gloria a Dio e conduce alla vita eterna. — Rom. 6:22.
10. Perché alcuni giovani che hanno partecipato al servizio di Geova cercano un’istruzione universitaria, e quali sono le trappole di tale condotta?
10 Alcuni che portavano santo frutto, però, si volgono da quella giusta condotta, e questo avviene spesso perché non si accontentano più “delle cose presenti”. I giovani, per esempio, sono facilmente influenzati dalla veduta materialistica del mondo che li circonda, e questo avviene specialmente se i loro genitori sono inclini a dare grande importanza alla capacità di guadagnare uno stipendio alto nel mondo commerciale. Come risultato, vogliono assolutamente ricevere l’istruzione offerta dalle istituzioni di “elevata cultura” del mondo. Non desiderano semplicemente imparare un mestiere per poter lavorare con le loro mani e non esser di peso agli altri; no, vogliono essere nella categoria di quelli che guadagnano di più. (1 Tess. 4:10-12) Ma che c’è di male in questo? Gesù disse francamente che sarebbe stato più difficile a un ricco entrare nel Regno che a un cammello passare per la cruna di un ago da cucire. (Luca 18:24, 25) Anziché accontentarsi del ‘nutrimento e di che coprirsi’, quelli che si dedicano a ricevere un’“istruzione superiore” di solito vogliono essere in grado di godere le “altre cose” che si possono comprare col denaro. (Mar. 4:19) Se vogliono avere successo nell’istruzione che si sono prefissi di farsi, devono impegnarsi a fondo. Lo studio della Bibbia, l’associazione con la congregazione cristiana e la partecipazione al ministero cristiano sono ridotti. Predominano le compagnie del mondo; la filosofia del mondo riempie la loro mente. Che cosa accade? Forse non ciò che si aspettavano, sebbene avessero potuto saperlo prendendo sul serio ciò che dice la Bibbia. (1 Cor. 15:33; Col. 2:8) Può anche essere un colpo per i loro genitori. Infatti, proprio recentemente un uomo che voleva che suo figlio ricevesse una “buona istruzione” affinché la vita fosse più facile per lui riscontrò che, solo in un anno di università, il ragazzo aveva perso la fede, qualche cosa che non si può comprare con nessuna somma di denaro.
11. Come hanno perduto la loro spiritualità altri che un tempo erano attivi nel servizio di Dio?
11 Altri, inoltre, possono un tempo aver apprezzato la verità della Parola di Dio e dedicato tempo per insegnarla ad altri. Applicavano ciò che dice la Bibbia in Colossesi 4:5: “Continuate a camminare con sapienza verso quelli di fuori, riscattando il tempo opportuno per voi stessi”. Ma non custodirono il loro cuore. Avevano la verità nella loro mente, ma col tempo il loro cuore cominciò a desiderare più possedimenti materiali. Il tempo che avevano riscattato dal mondo cominciarono a dedicarlo nuovamente ad occupazioni materialistiche. Dapprima mancarono ad alcune adunanze della congregazione, poi a molte. La partecipazione al ministero di campo si fece irregolare, e infine cessò. Così facendo, “alcuni sono stati sviati dalla fede e si sono del tutto feriti con molte pene”. (1 Tim. 6:10) Questo non è ciò che volevano, ma è accaduto. Divennero materialmente prosperi ma spiritualmente poveri. (Riv. 3:15-17) Ciò mette in risalto la veracità delle parole di Gesù: “Non potete essere schiavi di Dio e della Ricchezza”. — Matt. 6:24.
12. (a) In che modo la condotta di alcuni mostra che non sono veramente ‘ricchi verso Dio’? (b) Perché questa è ora una questione da considerare seriamente?
12 Ci sono molti che, anche nella ricerca di ciò che si potrebbero considerare normali esigenze della vita, lasciano soffocare la loro produzione di frutto alla lode di Dio. Si associano col popolo di Geova, ma non sono realmente ‘ricchi verso Dio’. Il lavoro secolare straordinario fa spesso assentare dalle adunanze di congregazione, perché il timore di dispiacere al datore di lavoro è più forte del timore di dispiacere a Dio. Possono partecipare in maniera simbolica al ministero di campo perché sanno che è un’esigenza cristiana, ma i loro principali sforzi sono dedicati ad altri interessi. Quale sarà la loro posizione quando scoppierà Armaghedon? Geova, che esamina il cuore, riscontrerà realmente che sono persone che lo hanno amato con tutto il loro cuore e con tutta la loro mente e con tutta la loro anima e con tutta la loro forza? (Luca 10:25-28) Li preserverà nel suo nuovo sistema di cose? Questa è una questione da considerare seriamente. Non il mese prossimo o l’anno prossimo, ma oggi, mentre siamo ancora in vita e in grado di fare le cose, è il tempo di dimostrare che desideriamo con tutto il cuore essere lodatori di Geova “da ora in poi e a tempo indefinito”. — Sal. 115:17, 18.
FIDUCIA IN DIO QUALE PROVVEDITORE
13. Quale attitudine Gesù esortò i suoi discepoli ad avere circa il procurarsi le cose necessarie della vita, e com’è essa diversa da quella delle persone del mondo?
13 Ovviamente, quando uno mette prima gli interessi materiali nella vita, la spiritualità soffre. Non può produrre frutto che è realmente un onore a Dio se non considera le cose come Dio le considera. Qual è la giusta veduta della cosa? Quando fu sulla terra, Gesù Cristo rese chiaro che non parlava mai di sua propria iniziativa, ma che esprimeva la volontà del Padre suo che era in cielo. (Giov. 14:10) È dunque con interesse che leggiamo le sue parole al riguardo. Subito dopo l’illustrazione di Gesù che mette in risalto che la vita non dipende dalle cose che uno possiede, Gesù si volse ai suoi discepoli e mostrò loro come si applicava questo principio nella loro vita. Egli parlò non di accumulare grandi ricchezze, ma di procurarsi le cose necessarie della vita, dicendo: “Per questo motivo vi dico: Cessate d’essere ansiosi per la vostra anima, di ciò che mangerete o per il vostro corpo, di ciò che indosserete”. Dio non provvede cibo agli uccelli? Non ‘riveste la vegetazione del campo’? Quanto più dunque avrà cura di voi che siete suoi servitori! “Cessate di cercare ciò che mangereste e ciò che berreste, e cessate d’affannarvi; poiché tutte queste son le cose che le nazioni del mondo premurosamente perseguono”. I cristiani non devono essere come “le nazioni del mondo”. Tutta la loro vita non dev’essere una semplice lotta per le necessarie cose materiali. (Eccl. 6:7) Non è che essi abbiano meno bisogno di queste cose degli increduli. Infatti, Gesù continuò dicendo: “Il Padre vostro sa che avete bisogno di queste cose. Tuttavia, cercate di continuo il suo regno, e queste cose vi saranno aggiunte”. — Luca 12:22-31.
14. Per chi mostrò Gesù che Dio avrebbe provveduto, e che cosa avrebbe incluso ciò?
14 Notate che Gesù non disse che sulla terra nessuno avrebbe sofferto la fame. In realtà, predisse “penuria di viveri” per il nostro tempo. (Mar. 13:8) Né c’è alcuna assicurazione che sarebbe stato provveduto per i professanti cristiani i quali non vogliono semplicemente lavorare o si rifiutano di fare un lavoro che essi considerano troppo umile. (2 Tess. 3:10) Coloro che sono scettici a questo riguardo non hanno motivo di credere che, con la loro mancanza di fede, saranno così favoriti da Dio. (Giac. 1:6-8; Ebr. 11:6) Piuttosto, Dio provvede per gli ‘operai’, per quelli che ‘cercano di continuo il suo regno’, per quelli che ‘cercano prima il regno’. (Matt. 10:9, 10; 6:33) Egli non promise lussi materiali, solo “nutrimento e di che coprirci”. — 1 Tim. 6:8; Luca 12:22, 31.
15. In che modo il Padre celeste ha benedetto molti sorveglianti cristiani perché ‘cercavano prima il regno’, e chi può trarre profitto dal loro esempio di fede?
15 In tutto il mondo ci sono molte migliaia di persone vivamente consapevoli della benedizione del loro Padre celeste sui loro sforzi di procurarsi le cose necessarie della vita mentre mettono prima gli interessi del Regno. Per esempio, in Brasile un sorvegliante cristiano con moglie e quattro figli fu invitato a frequentare lo speciale corso d’addestramento per sorveglianti della Società Torre di Guardia. Egli lavora regolarmente per provvedere alla sua famiglia, ma, avendo mezzi limitati dal punto di vista materiale, non aveva altro modo per sostenerli mentre sarebbe stato assente. Poco prima della data in cui doveva partire per la scuola, pregò Dio a questo riguardo. Quella preghiera fu esaudita quando nella congregazione parecchi si offrirono di provvedere materialmente alla sua famiglia mentre egli si assentava per divenire più preparato ad avere cura spiritualmente di tutti loro. In decine di casi la fede di tali sorveglianti fu messa alla prova. La richiesta del permesso per frequentare la scuola fu respinta dai datori di lavoro, ma in seguito il permesso fu concesso, e spesso con la paga, quando seppero che il dipendente avrebbe lasciato il lavoro se necessario e se ne sarebbe cercato un altro in seguito, perché era un uomo che ‘cercava prima il regno’. Certo tali sorveglianti hanno una fede che altri adoratori di Geova possono imitare con profitto. — Ebr. 13:7.
16. Qual è stata l’esperienza di pionieri che hanno messo il ministero prima dei loro sforzi per soddisfare i bisogni materiali?
16 Particolarmente quelli che sono nel servizio continuo come pionieri hanno visto l’adempimento della promessa che le cose necessarie della vita sarebbero state provvedute se avessero messo prima il servizio di Dio. In un caso, un pioniere tornò nel suo territorio dopo un congresso cristiano con pochissimo denaro ed essendo senza alloggio. Decidendo come trascorrere il primo giorno del suo ritorno, ricordò le parole di Gesù in Matteo 6:33. Lavorò tutto il giorno nel ministero di campo, e man mano che lavorava menzionava ai padroni di casa che cercava una stanza in affitto, ma nulla veniva offerto. Nel tardo pomeriggio, dopo aver dato testimonianza a una donna favorevolmente disposta, menzionò di nuovo il suo bisogno d’alloggio. Nella casa c’era un pensionante che aveva ascoltato dalla stanza accanto e chiamata la padrona di casa, le disse: “Procuri a quest’uomo un posto da dormire, e lo inviti a mangiare con noi. Se non può pagare, pagherò io. Egli compie l’opera di Dio”. Questa non è un’esperienza isolata; è comune fra quelli che hanno lasciato case e possedimenti, per poter dedicare tutta la loro vita al servizio di Dio. — Atti 16:14, 15; Mar. 10:29, 30.
17. (a) Quale attitudine da parte dell’apostolo Paolo gli permise d’essere produttivo in circostanze difficili? (b) Quale fiducia da parte nostra ci permetterà di continuare a produrre santo frutto anche in tempi di avversità economica?
17 Questo non significa che chi ‘continua a cercare il regno’ avrà sempre abbondanza di provviste, ma sarà contento. Riguardo alle sue esperienze l’apostolo Paolo, allora in prigione a Roma, scrisse alla congregazione di Filippi in Macedonia: “Ho imparato, in qualsiasi circostanza mi trovi, ad essere autosufficiente [contento]. Io so in realtà come essere a corto di provvisioni, so in realtà come avere abbondanza. . . . Per ogni cosa ho forza in virtù di colui che m’impartisce potenza”. (Filip. 4:11-13) Paolo non era uno che smettesse quando le cose diventavano difficili. Anche lì in prigione continuò a cercare gli interessi del regno di Dio. Egli predicò alle guardie, e ad altri che poteva disporre lo visitassero. (Atti 28:16, 30, 31; Filip. 1:13) Nel tempo che fu in prigione scrisse sei lettere di meravigliosi consigli spirituali che son divenute parte della Bibbia. Sì, anche in condizioni avverse, dovute a persecuzione o a difficoltà economiche, si può continuare a produrre santo frutto. Come dice Geremia 17:7, 8: “Benedetto è l’uomo robusto che confida in Geova, e di cui Geova è divenuto la fiducia. E per certo diverrà come un albero piantato presso le acque, che emette le sue radici proprio presso il corso d’acqua; ed egli non vedrà quando viene il caldo, ma il suo fogliame sarà effettivamente lussureggiante. E nell’anno della siccità non sarà ansioso, né smetterà di produrre frutto”. Avendo piena fiducia in Geova, egli continua a mettere prima gli interessi spirituali. — Ebr. 13:5, 6.
ASPIRIAMO A QUALCOSA DI MEGLIO
18. Oggi come possiamo mostrare che abbiamo una fede come quella di Abraamo, Isacco e Giacobbe, e perché dovremmo desiderarlo?
18 Quando seguono tale condotta i moderni testimoni di Geova cristiani mostrano di avere una fede simile a quella degli uomini dei tempi antichi che sono menzionati con approvazione nella Parola di Dio. Abraamo uscì dalla città materialmente prospera di Ur nell’antica Caldea dietro comando di Dio e divenne un residente temporaneo nel paese di Canaan. “Per fede risiedette quale forestiero nel paese della promessa come in un paese straniero, e dimorò in tende con Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa. Poiché egli aspettava la città che ha reali fondamenta, il cui edificatore e creatore è Dio”. A quel tempo, nel ventesimo secolo a.E.V., furono dunque disposti a rinunciare a molte comodità che il mondo offriva, perché desideravano una città permanente che Dio avrebbe costruita, un governo celeste sotto cui avrebbero potuto vivere. Se avessero continuato a pensare al luogo che avevano lasciato, avrebbero potuto tornarci. Ma non lo fecero. “Quindi Dio non si vergogna di loro, d’esser chiamato loro Dio”. (Ebr. 11:8-16) È Dio altrettanto soddisfatto della condotta che avete intrapresa nella vita?
19. (a) Perché il nostro tempo è urgentissimo? (b) Che cosa può far perdere ad alcuni che sanno queste cose le benedizioni del nuovo sistema di cose di Dio, e quale opportuno avvertimento dà Gesù?
19 Oggi viviamo in tempi critici. Questi sono gli “ultimi giorni” di questo malvagio sistema di cose. Sono già passati più di cinquantadue anni dall’istituzione del Regno in cielo nel 1914. La fine di seimila anni di storia umana è vicinissima. I fatti fisici che contrassegnano il nostro tempo come “termine del sistema di cose” sono inequivocabili. (Matt. 24:3) È un tempo urgentissimo. Lo crediamo? Il fatto è che alcuni che professano di crederlo possono perdere le benedizioni del nuovo sistema di cose di Dio perché non tengono la mente e il cuore rivolti alla speranza che hanno davanti. Invece di provare contentezza, avendo ‘nutrimento e di che coprirsi’, insieme a santa devozione, sono risucchiati nel vortice materialistico del mondo. La loro ricerca dei piaceri del mondo è più ardente del loro servizio a Dio. Per questa ragione Gesù avverte: “Prestate attenzione a voi stessi onde i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula nel mangiare e nel bere e dalla ansietà della vita, e quel giorno non venga all’improvviso su di voi come un laccio. Poiché esso verrà su tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Siate svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. — Luca 21:34-36.
20. In che modo saremo in grado di continuare a dar prova che siamo cristiani che portano frutto?
20 Se il nostro amore verso Dio abbonda, e abbiamo accurata conoscenza della sua Parola, non ci lasceremo attirare dalle occupazioni mondane, ma orienteremo del continuo la nostra vita verso le “cose più importanti”. In questo modo daremo prova d’essere cristiani che portano frutto, “pieni del giusto frutto, che è per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio”. — Filip. 1:9-11.