Libertà dal timore dei pericoli spirituali
1. Per ottenere tale libertà dal timore, quale condotta si deve seguire?
PER ottenere la libertà dal timore dei pericoli spirituali descritta nel Salmo 91, dobbiamo seguire la condotta che esso stabilisce. In riferimento a parte di questa condotta, il salmista prosegue dicendo: “Dirò a Geova: ‘Sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui di sicuro confiderò’”. — Sal. 91:2.
2. Chi viene così identificato da quel nome incomparabile, in armonia con Esodo 6:2, 3?
2 Notiamo che il salmista (o colui che egli rappresenta) dice a Geova: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza”. In questo modo identifica l’Altissimo e l’Onnipotente come Colui che porta l’incomparabile nome Geova. Questo è in armonia con ciò che l’Altissimo disse a Mosè dopo il suo ritorno in Egitto: “Io sono Geova. E apparivo ad Abraamo, a Isacco e a Giacobbe come Dio Onnipotente, ma rispetto al mio nome di Geova non mi feci conoscere da loro”. — Eso. 6:2, 3.
3. Ampliando il significato del suo nome, quale espressione ebraica usò l’Onnipotente, e che cosa significava e sottintendeva, secondo com’è resa da alcune traduzioni?
3 Ampliando il significato del suo nome, l’Onnipotente disse a Mosè: “Eh·yehʹ a·sherʹ eh·yehʹ”. Questa espressione, che si trova nel testo ebraico di Esodo 3:14, significa: “IO SARÒ QUEL CHE SARÒ (traduzione del rabbino Leeser); o: “Sarò qualsiasi cosa mi piaccia essere” (traduzione di Rotherham); o: “IO MOSTRERÒ D’ESSERE CIÒ CHE MOSTRERÒ D’ESSERE”. (Traduzione del Nuovo Mondo) Ciò significava che questo Onnipotente poteva adattarsi alle circostanze del suo popolo, e che, qualsiasi cosa dovesse essere o mostrar d’essere per amore del suo popolo in armonia con il suo proposito, poteva e voleva esserlo o mostrar d’esserlo. Poteva e voleva far fronte con successo a qualsiasi situazione. Quindi, mediante questa espressione ebraica, non parlava della sua autoesistenza, del fatto che era eterno.
4. (a) Secondo la sua radice ebraica, che cosa significa il nome Geova e in riferimento a chi o a che cosa? (b) Che dire dell’applicazione di questo nome al Cristo, il Figlio di Dio?
4 Il nome divino ha relazione con tale espressione. Il nome Geova divenne il suo nome “commemorativo”, “il memoriale di me di generazione in generazione”. (Eso. 3:15) Secondo la sua radice nella lingua ebraica, pare che il nome Geova significhi “Egli fa essere (o: mostrar d’essere)”, cioè riguardo a Sé e riguardo a ciò che sarà o mostrerà d’essere, e non rispetto al creare. Chi altri nel reame della vita intelligente potrebbe giustamente darsi un nome come questo, eccetto l’Altissimo e Onnipotente? Neppure il Figlio di Dio, Gesù Cristo, assunse un nome simile. Poté ricevere un nome in cui era combinato il nome di Dio, come Ieshua o Gesù, che significa “Geova è salvezza”, ma mai il nome Geova strettamente da solo. — Ger. 23:6; 33:16.
5. Perché è appropriato dire a Geova che Egli è il nostro “rifugio” e la nostra “fortezza”, e che cosa dice saggiamente Proverbi 18:10?
5 Correttamente, dunque, quelli che sono rappresentati dal salmista il quale parla in Salmo 91:2 possono dire a Geova: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza”. Specialmente dall’anno postbellico del 1919 E.V., egli è divenuto quelle cose per loro, in senso spirituale, naturalmente. Dal momento che Geova è invisibile, ci vuole forte fede per dirGli questo, per intenderlo realmente e per agire in armonia con ciò. Comunque, chi altri c’è se non Geova l’Altissimo a cui correre come in un rifugio per salvarsi? Quale fortezza potrebbe essere più forte o più difficile da assalire o espugnare che l’Onnipotente stesso? Fu davvero con sapienza ispirata che l’antico re Salomone scrisse: “Il nome di Geova è una forte torre. Il giusto vi corre e gli è data protezione”. — Prov. 18:10.
6. Benché ora sia incluso Cristo, eppure il nome di chi si invoca per ottenere la salvezza, e chi è il “rifugio” e la “fortezza” dei cristiani?
6 In ultima analisi, anche se ora si invoca per mezzo di Gesù Cristo il Figlio di Dio, tuttavia è nel nome di Geova che le decadute, peccaminose creature umane devono invocare la salvezza eterna. Non fu solo il profeta precristiano Gioele a dirlo. (Gioe. 2:32) Fu anche l’apostolo Pietro a dirlo il giorno di Pentecoste del 33 E.V., quando fu fondata la congregazione cristiana. (Atti 2:21) Anni dopo lo scrisse anche l’apostolo Paolo in Romani 10:13. Benché si possa ora avere accesso all’Altissimo e Onnipotente solo per mezzo del suo Mediatore Gesù Cristo, tuttavia dobbiamo sempre trovare rifugio in Geova ed è lui la nostra inespugnabile fortezza. — Sof. 3:12.
L’IDDIO IN CUI CONFIDARE
7-9. (a) Perché l’uso dell’espressione “mio Dio” nel Salmo 91 non esclude che si applichi a Gesù Cristo? (b) Quale fu l’esclamazione del dubbioso Tommaso davanti al risuscitato Gesù, e che cosa mostrò Giovanni includendo questo episodio nel suo Vangelo?
7 Questo Geova fu per il salmista più che un rifugio e una fortezza. Per intero, la dichiarazione che rivolse a Geova dice: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui di sicuro confiderò”. — Sal. 91:2.
8 Che il salmista lo chiamasse “mio Dio” significava che Geova era Colui che egli doveva adorare come Essere Divino. Fu appropriato che Gesù Cristo stesso usasse questa espressione verso Geova, e l’uso dell’espressione “mio Dio” non esclude che il Salmo 91 si applichi a Gesù Cristo. Quando stava per morire sul palo di esecuzione fuori di Gerusalemme, egli citò il Salmo 22:1 e gridò al suo Padre celeste: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Matt. 27:46; Mar. 15:34) È vero che dopo la sua risurrezione dai morti, Gesù lasciò che l’apostolo Tommaso esaminasse le impronte dei chiodi nelle sue mani e nei suoi piedi, e Tommaso disse con stupore: “Mio Signore e mio Dio!” Ma Gesù comprese correttamente l’esclamazione di Tommaso, come la comprese correttamente l’apostolo Giovanni. Narrando questo episodio nel suo racconto evangelico, Giovanni non cercava di dar l’idea che Gesù era Geova Dio o che Gesù era un trinitario “Dio il Figlio”; ma subito dopo le parole di Gesù a Tommaso, Giovanni dichiara lo scopo per cui riferisce l’esclamazione di Tommaso, dicendo:
9 “Gesù compì davanti ai discepoli anche molti altri segni, che non sono scritti in questo rotolo. Ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio [non Dio il Figlio]”. — Giov. 20:26-31; Matt. 16:16.
10. (a) Secondo il messaggio che diede ai suoi fratelli per mezzo di Maria Maddalena, a chi ascendeva il risuscitato Gesù? (b) Adorando Geova come solo vivente e vero Dio, da quali dottrine siamo salvaguardati?
10 Una settimana prima di questo episodio con Tommaso, il risuscitato Gesù aveva detto a Maria Maddalena, vicino alla tomba dov’era stato sepolto il suo corpo: “Va dai miei fratelli e di’ loro: ‘Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro’”. (Giov. 20:17) Il Padre celeste era Dio per Gesù quanto lo era per i discepoli di Gesù. Le Scritture ispirate parlano molte volte di Gesù Cristo come del “Figlio di Dio”, ma mai come di “Dio il Figlio”. (Matt. 14:33; 27:40, 43, 54; Mar. 1:11; 5:7; 15:39; Luca 1:35; Giov. 1:34, 49; 5:25; 10:36; 11:4, 27; Atti 9:20; Riv. 2:18; ecc.) Pertanto, adorando l’Altissimo e Onnipotente, Geova, come solo vivente e vero Dio (Giov. 17:3) siamo salvaguardati dalla falsa adorazione trinitaria e da altre forme di adorazione pagana. Geova è l’Iddio in cui riporre la nostra fiducia.
11. In chi confidarono Paolo, Gesù, il salmista e lo scrittore di Proverbi?
11 L’apostolo Paolo disse: “Questo avveniva affinché confidassimo non in noi stessi, ma nell’Iddio che desta i morti. Da una cosa così grande come la morte egli ci liberò e ci libererà”. (2 Cor. 1:9, 10) Ed Ebrei 2:13 mette le parole di Isaia 8:17, 18 in bocca a Gesù Cristo, dicendo: “E di nuovo: ‘Confiderò in lui’. E di nuovo: ‘Ecco, io e i fanciullini, che Geova mi ha dati’”. Non osiamo confidare né in noi stessi né in altri uomini mortali: “Non confidate nei nobili, né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene nessuna salvezza. . . . Felice è colui che ha l’Iddio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è in Geova suo Dio”. (Sal. 146:3-5) Il saggio Salomone espresse la stessa sicura regola di condotta, dicendo: “Confida in Geova con tutto il tuo cuore e non t’appoggiare al tuo proprio intendimento”. — Prov. 3:5.
12. Che cosa significa per noi confidare in Geova Dio rispetto alla sua Parola, ai suoi comandamenti e alla sua adorazione?
12 Perciò, confidare in questo Dio il cui nome è Geova vuol dire attenersi inseparabilmente alla sua adorazione, senza far compromesso con Babilonia la Grande, che è l’impero mondiale della falsa religione. (Riv. da 17:1 a 18:24). ‘Confidare in Geova come Dio’ significa credere interamente nelle Sacre Scritture che Egli ha ispirate mediante il suo spirito santo e osservare i suoi comandamenti, come fece suo Figlio Gesù Cristo. Significa custodire gelosamente l’adorazione di Geova Dio, mantenendola pura da tradizioni umane e pratiche mondane.
13. (a) In quei due versetti iniziali del Salmo 91, quali quattro fattori notiamo che operano insieme per la nostra sicurezza? (b) In quale particolare tempo hanno operato per noi quelle quattro qualità, e dove troviamo illustrazioni dei pericoli da cui siamo salvaguardati?
13 Soffermiamoci qui e notiamo che, proprio in quei due versetti iniziali del Salmo 91, troviamo i quattro importanti modi in cui è chiamato Colui che adoriamo, e le quattro cose essenziali che li accompagnano. Considerateli: (1) L’Altissimo con il suo “luogo segreto” in cui dimorare; (2) l’Onnipotente con la sua “medesima ombra” sotto cui albergare; (3) Geova con il suo rifugio e la sua fortezza; e (4) Dio che è degno di fiducia. Questa è veramente un’insuperabile combinazione di fattori che operano insieme per la sicurezza e la preservazione dei veri adoratori i quali soddisfano le esigenze per avere questi vantaggi! Questa incomparabile combinazione di qualità divine ha operato in tutti gli scorsi decenni del “tempo della fine” di questo sistema di cose, e come risultato abbiamo avuto finora meravigliosa sicurezza spirituale. Ora il salmista prosegue mostrando come questo sia servito per la nostra sicurezza spirituale, e ci rende più consapevoli e consci dei pericoli da cui siamo stati salvaguardati.
LA MINACCIOSA “TRAPPOLA” DELL’“UCCELLATORE”
14, 15. (a) Che genere di linguaggio troviamo in Salmo 91:3, e perché? (b) Quale illustrazione simile fa Davide nel Salmo 124, applicandola a chi?
14 “Poiché”, dice il salmista indicando particolareggiatamente come le cose menzionate nei primi due versetti sono vere e realistiche, “egli stesso ti libererà dalla trappola dell’uccellatore, dalla pestilenza che causa avversità”. — Sal. 91:3.
15 Qui il linguaggio è figurativo, illustrativo, poiché non siamo uccelli letterali che corriamo il pericolo d’essere presi nella trappola di un “uccellatore” letterale. Ma qui continua il paragone fra noi e gli uccelli “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”. Il salmista Davide paragona se stesso e i suoi compagni a uccelli che sono stati effettivamente presi in trappola, ma da cui sono stati liberati. Nel Salmo 124:1-8 egli dice: “Dica ora Israele: ‘Se non fosse stato perché Geova mostrò d’essere con noi quando gli uomini si levarono contro di noi, ci avrebbero inghiottiti perfino vivi, . . . Benedetto sia Geova, che non ci ha dati come preda ai loro denti. La nostra anima è come un uccello che è scampato dalla trappola degli adescatori. La trappola è rotta, e noi stessi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome di Geova, il Fattore del cielo e della terra’”. In questo caso gli “adescatori” non erano “uccellatori” letterali, e l’“uccello” che era scampato dalla loro trappola rotta non era un uccello letterale, ma si riferisce alla “nostra anima”, l’anima o vita della nazione d’Israele.
16. Come ci fu un adempimento moderno del Salmo 124, e c’è il pericolo di un’altra “trappola”?
16 In adempimento di quel salmo profetico, Geova Dio ruppe veramente la trappola in cui era stato preso l’unto rimanente dell’Israele spirituale. Era la trappola fatta scattare da Babilonia la Grande e dai suoi complici politici, giudiziari e militari. Nella primavera dell’anno postbellico del 1919 Geova ruppe quella trappola per il suo rimanente pentito e non lasciò che gli “adescatori”, i simbolici uccellatori, affondassero i denti nella carne dell’“uccello” preso in trappola. Dopo di che lo scampato rimanente dell’Israele spirituale fu portato nel “luogo segreto dell’Altissimo”, e “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”. Tuttavia una “trappola” è ancora tesa loro da un “uccellatore”, e Geova deve liberarli perché non vi siano presi.
17. Chi è il simbolico “uccellatore”, secondo la spiegazione dei numeri (inglesi) de La Torre di Guardia del 1904 e del 1927?
17 Chi è, dunque, quell’“uccellatore”, e che cos’è la sua “trappola”? Da molto tempo si è compreso e convenuto che il simbolico “uccellatore” è Satana il Diavolo. Già nel numero (inglese) de La Torre di Guardia del 1º marzo 1904, l’articolo intitolato “Sotto le sue ali!” commentava il Salmo 91:3 e, riguardo al “laccio dell’uccellatore”, diceva che erano “gli inganni di Satana, in cui inciamperanno tutti quelli che non sono protetti”. (Pagina 74, colonna 2) Molto più tardi, un numero de La Torre di Guardia fu d’accordo su questo e disse: “Pare certo che ‘l’uccellatore’ qui menzionato dal profeta sia il Diavolo, e che il suo laccio consista nei metodi da lui impiegati, e nella sua organizzazione, che opera in svariati e numerosi modi ingannevoli per intrappolare quelli che asseriscono d’essere servitori dell’Altissimo Dio”. (Pagina 231, paragrafo 37, del numero [inglese] de La Torre di Guardia del 1º agosto 1927, che presentava il primo di una serie di tre articoli sul Salmo 91, Authorized Version) Di tutti i simbolici “uccellatori” a cui si fa riferimento nella Bibbia, Satana il Diavolo è il principale.
18. Chi sono quelli paragonati a uccellatori da Geremia e Osea, e quali sono i loro metodi?
18 Descrivendo il metodo del simbolico uccellatore, Geremia 5:26 dice: “Poiché fra il mio popolo si sono trovati uomini malvagi. Essi continuano a guardare, come quando gli uccellatori si acquattano. Hanno posto una rovinosa trappola. Prendono uomini”. Del modo in cui i falsi profeti agivano da uccellatori nell’apostata nazione di Efraim (il regno delle dieci tribù d’Israele), Osea 9:8 disse: “Riguardo al profeta, c’è una trappola di uccellatore in tutte le sue vie”. Il grande “uccellatore”, Satana il Diavolo, è deciso a prendere uomini, quelli che albergano “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”.
19. Qual è la simbolica “trappola” del grande “uccellatore”?
19 Che cos’è la sua simbolica “trappola”, da cui Geova Dio libera e tiene al sicuro quelli che continuano a dimorare “nel luogo segreto dell’Altissimo”? La simbolica “trappola” che Satana il Diavolo ha teso a quelli che confidano in Geova Dio come loro “rifugio” e “fortezza” è l’organizzazione terrena opposta all’organizzazione di Dio, cioè la visibile organizzazione di Satana. Il grande Avversario di Dio cerca di prendervi gli adoratori di Geova e di tenerli vittime, a loro rovina spirituale e distruzione finale.
20. (a) Da quando in poi notevolmente fu spiegato che Dio ha un’organizzazione e che, se non si appartiene ad essa, si appartiene a che cosa? (b) Secondo una dichiarazione diretta, a quale organizzazione appartenevano Gesù, e i suoi discepoli?
20 Notevolmente dall’anno 1922 in poi fu indicato mediante le Scritture ispirate che Geova Dio ha un’organizzazione, che include il suo organizzato “rimanente” sulla terra, e che c’è un’organizzazione nemica, l’organizzazione di Satana, con un’invisibile parte demonica e una visibile parte terrena. Fu spiegato che, se non si appartiene alla visibile organizzazione di Geova, allora si appartiene all’organizzazione dell’Avversario. Gesù Cristo, a cui si applica in primo luogo il Salmo 91, appartenne all’organizzazione di Geova Dio. Anche i suoi fedeli discepoli appartennero a quella stessa organizzazione divina. Per questo, guidando in preghiera i suoi undici fedeli apostoli, disse a Dio: “Essi non sono parte del mondo, come io non sono parte del mondo”. (Giov. 17:14, 16) Questo, disse, avveniva perché il mondo li odiava. — Giov. 15:18-20.
21, 22. (a) Che cosa si usa in genere per attirare nella trappola, e qual è l’allettamento usato dal grande Uccellatore? (b) Dio che cosa ispirò Giovanni a scrivere contro l’ingannevole esca?
21 Di solito una persona o un animale finisce nella trappola senza accorgersene. In genere, chi tende la trappola mette un po’ d’esca per attirare la creatura ignara nel raggio della trappola così che la faccia scattare mordicchiando l’esca. L’“uccellatore” Satana il Diavolo è un grande Adescatore. Quale esca usa per attirare le persone nella sua visibile organizzazione mondana così che ne siano vittime come in una trappola? L’esca è rappresentata dalle egoistiche attrazioni di questo mondo, dalle sue promettenti opportunità di ottenere egoisticamente ricchezza, fama, posizione e potere. Avvertendo contro tale ingannevole esca, Geova Dio ispirò il cristiano apostolo Giovanni a scrivere a quelli che albergavano “sotto la medesima ombra dell’Altissimo”:
22 “Non amate il mondo né le cose del mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto ciò che è nel mondo — il desiderio della carne e il desiderio degli occhi e la vistosa ostentazione dei propri mezzi di sostentamento — non ha origine dal Padre, ma ha origine dal mondo. Inoltre, il mondo passa e pure il suo desiderio, ma chi fa la volontà di Dio rimane per sempre”. — 1 Giov. 2:15-17.
23. (a) Perché non vogliamo essere come Dema, menzionato in associazione a Paolo? (b) Ubbidendo a Rivelazione 18:4 da quale “trappola” siamo usciti, e in quale luogo siamo entrati?
23 Ora, millenovecento anni dopo che quelle parole erano state scritte da Giovanni, l’organizzazione di Satana il Diavolo simile a una trappola è molto prossima a passare per sempre. Noi che siamo usciti dalla visibile organizzazione di Satana per entrare nel “luogo segreto dell’Altissimo” perché dovremmo desiderare d’essere nuovamente attirati in quell’organizzazione condannata? Non desideriamo essere come il cristiano Dema di un tempo, del quale l’apostolo Paolo disse in un’ultima lettera prima della sua morte: “Dema mi ha abbandonato perché ha amato il presente sistema di cose, ed è andato a Tessalonica”. (2 Tim. 4:10) La religiosa Babilonia la Grande, inclusa la cristianità, è stata presa ed è tenuta saldamente nella trappola della visibile organizzazione di Satana e presto subirà la distruzione con essa. Ubbidendo al comando di Dio dato in Rivelazione 18:4, siamo usciti da Babilonia la Grande e dalla trappola di Satana in cui è stata presa. Non tornando in essa, possiamo continuare a ricevere i benefici della nostra liberazione dalla “trappola dell’uccellatore”. Sotto la “medesima ombra dell’Onnipotente” abbiamo la sicurezza spirituale.
LA “PESTILENZA CHE CAUSA AVVERSITÀ”
24, 25. (a) Che cosa il salmista mette in relazione con la trappola dell’uccellatore, nello stesso versetto? (b) Che cosa simboleggia questo, e perché appropriatamente?
24 Nello stesso versetto, insieme alla “trappola dell’uccellatore”, il salmista menziona un’altra potenziale minaccia alla sicurezza spirituale, cioè un’epidemia mortale molto contagiosa, infettiva. Egli dice: “Poiché egli stesso ti libererà dalla trappola dell’uccellatore, dalla pestilenza che causa avversità”. — Sal. 91:3.
25 Come la “trappola” dell’uccellatore, questa “pestilenza” che causa avversità è simbolica. Giacché sotto ispirazione il salmista mette insieme le due cose, la pestilenza simbolica d’oggi è qualche cosa che accompagna la trappola dell’uccellatore, vale a dire la visibile organizzazione terrena di Satana. Questa “pestilenza” figurativa, infatti, nasce e si sviluppa entro quell’egoistica organizzazione mondana. Questa “pestilenza” infettiva che infuria come una tempesta in tutta la terra è il nazionalismo.
26. Da quando il nazionalismo si è impadronito dei popoli, e che cosa ha detto recentemente lo storico Toynbee del nazionalismo?
26 Gli storici secolari hanno notato che, dalla prima guerra mondiale del 1914-1918 E.V., lo spirito del nazionalismo si è impadronito dei popoli del mondo. Era del tutto naturale, perché quella guerra fu combattuta dagli Alleati “per l’autodeterminazione dei popoli”. Lo storico inglese Arnold Toynbee disse appena il 21 novembre 1972:
“Dalla fine della seconda guerra mondiale il nazionalismo ha raddoppiato il numero degli stati sovrani indipendenti locali e ne ha dimezzato l’estensione media. . . . I problemi strategici e igienici dell’umanità sono globali e incalzanti; non possono essere risolti dai governi degli stati locali. Richiedono l’istituzione di un’autorità globale dotata di potere superiore. La sopravvivenza dell’umanità richiede unità politica, eppure l’umanità tende attualmente a essere sempre più divisa. Siamo impazziti?”
27. In che modo il nazionalismo è stato come una “pestilenza che causa avversità”?
27 Satana il Diavolo, che Gesù Cristo chiamò “il governante di questo mondo”, è responsabile di questa ondata di nazionalismo mediante cui sperava di distruggere quelli che hanno detto a Geova: “Sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui di sicuro confiderò”. (Sal. 91:2) Questa “pestilenza” politica del nazionalismo ha causato molte e grandi “avversità”. Nonostante l’istituzione della Lega delle Nazioni nel 1920, sono sorti dittatori fortemente nazionalistici, come Mussolini in Italia, Stalin in Russia, Hitler in Germania, il partito politico imperiale in Giappone, ecc. Essa fornì dunque la forza che spinse alla seconda guerra mondiale. Ha alimentato fanatico patriottismo, gesti di fervore religioso verso simboli ed emblemi nazionali, preparativi militari accompagnati da gravosa tassazione, rivalità internazionali, insistenza sulla sovranità nazionale anziché sulla sottomissione alla sovranità universale e sul messianico regno di Geova.
28. A chi questa “pestilenza” ha causato speciale avversità, ma in merito a quale contesa non hanno fatto compromesso?
28 Per non parlare delle avversità che tutto questo ha causato alla razza umana in generale, essa ha suscitato speciali difficoltà ai cristiani testimoni di Geova. Ma l’Onnipotente non ha permesso che fossero contagiati dalla “pestilenza” del nazionalismo e che fossero vittime del suo micidiale effetto sulla spiritualità cristiana. Non sono stati allettati né spinti ad adorare la “bestia selvaggia” politica che porta il numero 666, né la sua “immagine” politica, le Nazioni Unite, che successero alla Lega delle Nazioni. (Rivelazione, capitolo 13; 15:2-4; 20:4) Non hanno compromesso la loro esclusiva devozione a Dio e il loro appoggio alla sua sovranità universale.
29. Nonostante la seconda guerra mondiale, a favore di che cosa si espressero essi nel 1939, e con quale effetto sulla loro spiritualità?
29 Nel 1939, nonostante si combattesse la seconda guerra mondiale, essi si espressero unitamente in tutto il mondo a favore della neutralità cristiana assoluta verso i conflitti politici e militari del mondo. (Si veda l’articolo “Neutralità” nel numero [inglese] de La Torre di Guardia del 1º novembre 1939). Benché abbiano sofferto, alcuni anche fino alla morte, per la loro fedeltà, Geova Dio li ha tenuti spiritualmente al sicuro “nel luogo segreto dell’Altissimo” e “sotto la medesima ombra dell’Onnipotente”.
(Continua)