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Domande dai lettori (1)La Torre di Guardia 1959 | 1° settembre
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Domande dai lettori
◆ Che cosa voleva dire Gesù con le parole riportate in Giovanni 3:13: “Nessun uomo è asceso al cielo eccetto colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”? Dato che a quel tempo era ancora sulla terra, si riferiva forse alle occasioni in cui nella sua esistenza preumana, essendo la Parola di Dio, avrebbe potuto apparire quale angelico portavoce di Dio e quindi ascendere al cielo? — F. B., Stati Uniti.
No, la scrittura di Giovanni 3:13 non si riferisce all’attività preumana che egli svolse quale Parola di Dio. Dobbiamo considerare il contesto della dichiarazione. Quando disse queste parole Gesù era disceso dal cielo, generato come uomo, ma non vi era ancora asceso, e questo non avvenne che quaranta giorni dopo la sua risurrezione dai morti.
Vogliate notare che il versetto di Giovanni 3:13 comincia con la parola “e” nella Versione Riveduta e con le parole “oltre a ciò” nella Traduzione del Nuovo Mondo (inglese), per cui questa dichiarazione è collegata con la precedente. Gesù stava parlando con Nicodemo, un capo dei Giudei che andò a trovarlo di notte, ed aveva appena finito di spiegare quali requisiti bisognava avere per entrare nel regno di Dio. Sebbene fosse insegnante del popolo, Nicodemo faceva fatica a capire come si potesse nascere di nuovo per entrare nel regno celeste. Perciò Gesù gli rispose: “Sei insegnante d’Israele eppure non sai queste cose? Verissimamente ti dico: Noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di quel che abbiamo visto, ma voi non ricevete la testimonianza che noi diamo. Se vi ho parlato di cose terrene eppure non credete, come crederete se vi parlerò di cose celesti? Oltre a ciò, nessun uomo è asceso al cielo eccetto colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. (Giov. 3:10-13) In altre parole, Gesù diceva a Nicodemo che egli, che aveva dimorato nel cielo con suo Padre fin dal principio della creazione, era disceso dal cielo ed era in grado di fargli conoscere le cose celesti; ma se Nicodemo non intendeva accettare il suo insegnamento, non avrebbe potuto ottenere la conoscenza che voleva in nessun altro modo, perché nessun uomo era mai asceso al cielo per acquistare quella conoscenza e tornare sulla terra con essa. Gesù non parlava di alcuna sua precedente ascensione.
La Versione Riveduta alla fine del versetto aggiunge le parole “che è nel cielo”. Ma Gesù non era in cielo quando fece questa dichiarazione; era sulla terra e stava parlando con Nicodemo. In armonia con questo, nella nota in calce della suddetta versione è scritto: “Molti antichi Mss. omettono le parole: che è nel cielo”. Per tale ragione queste parole sono omesse da altre traduzioni inglesi come la Traduzione del Nuovo Mondo e The Emphatic Diaglott.
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Domande dai lettori (2)La Torre di Guardia 1959 | 1° settembre
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Domande dai lettori
◆ Dato che Gesù sapeva di dover essere ferito dal grande Serpente, Satana il Diavolo, in adempimento a Genesi 3:15, perché, quando stava per morire sul palo di tortura, chiese: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” — Matt. 27:46, Ri.
Quando era sul palo di tortura Gesù fece questa domanda, non perché non sapesse il motivo per il quale Geova Dio, il suo celeste Padre, lo aveva abbandonato, ma perché la profezia fosse adempiuta. La profezia che allora fu adempiuta è quella che si trova nel Salmo 22, che fu scritto da Davide, il quale, sotto molti aspetti, fu una figura profetica del Signore Gesù Cristo.
Nelle parole iniziali di quel salmo, Davide esclama: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (VR) Alcuni discepoli di Gesù che stavano vicino al palo di tortura, come Giovanni e Maria, madre di Gesù, quando lo udirono pronunciare le parole del Salmo 22:1, forse non compresero perché Gesù facesse quell’esclamazione. Ma quando ebbero intendimento, dopo aver ricevuto lo spirito santo nel giorno della Pentecoste, essi devono aver ricordato e compreso il fatto che questa esclamazione profetica identificava Gesù come il Cristo, il Messia di Dio.
Quando era sul palo di tortura Gesù era veramente abbandonato dal suo Padre celeste, Geova, affinché la sua integrità a Dio fosse messa alla prova fino all’ultimo. Iddio lo lasciò, abbandonandolo ai crudeli disegni di Satana il Diavolo e dei suoi empi strumenti religiosi sulla terra. In tal modo a Satana, che ha i mezzi per causare la morte, venne data la libertà di esercitare tale potere sul Figlio di Dio.
Ma Dio abbandonò Gesù solo fino al punto di permettere che il Diavolo ed i suoi accoliti lo
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