Avanti nel Nuovo Ordine sotto la Teocrazia!
“Dite fra le nazioni: ‘Geova stesso regna!’” — Sal. 96:10.
1. Per la preservazione dell’uomo in una terra paradisiaca che specie di governo è necessario?
PER l’eterna preservazione della razza umana in una sana terra paradisiaca è necessario un governo stabile. Questo significa che è necessario un permanente governo di giustizia. Tale governo deve venire! È perfino predetto che verrà, in base alla migliore autorità.
2. (a) Se fosse offerta una democrazia come governo necessario, che assicurazione ci sarebbe della sua stabilità? (b) Che dire dei Federalisti Mondiali e del governo di un solo uomo per tutto il mondo?
2 Che specie di governo sarà? Tutto dipende dal potere, individuale o collettivo, che lo stabilisce. Sarà il popolo collettivamente a stabilirlo e a determinarne la forma? Se le cose andassero così, ne risulterebbe quindi una democrazia. Una simile prospettiva ci farebbe forse apparire luminoso il futuro? Non secondo ciò che le democrazie han dimostrato di saper fare finora nella storia. Oggi, nonostante la potenza militare di alcune di queste democrazie o repubbliche popolari, anche la loro stabilità è assai discussa. La loro sopravvivenza nel tenebroso futuro non è più sicura di quella di altri tipi di governo. Quelli che si chiamano Federalisti Mondiali hanno le loro teorie ma non sono in grado di stabilire un soddisfacente governo mondiale. E nessuno vuole un governo di un solo uomo per tutto il mondo, una dittatura mondiale con un’imperfetta persona umana come assoluto governante.
3, 4. (a) Chi ha il diritto di decidere e comandare come sarà governata la terra? (b) L’argomento degli evoluzionisti quali due domande poste da Isaia ci fa venire in mente, e qual è la risposta ad esse?
3 Ebbene, dunque, che dire di un governo stabilito dal Fattore della terra? Sì, dallo Stesso Creatore dell’uomo? C’è alcuno che abbia più di Lui il diritto di decidere e comandare come saranno governati questa terra e i suoi abitanti? La risposta a questa domanda è ovvia.
4 Oh, gli evoluzionisti diranno con sarcasmo che non c’è nessun personale intelligente Fattore della terra e dell’uomo; ma quegli evoluzionisti non sono stati capaci di stabilire un governo soddisfacente, neppure dopo i milioni d’anni durante i quali essi asseriscono che l’uomo si sia evoluto sulla terra prima di arrivare a questa tanto decantata Èra Intellettuale dell’uomo. Quegli evoluzionisti son fatti di semplice comune argilla come tutti noi, e ci fanno venire in mente un paio di domande che furono poste duemilasettecento anni prima che arrivassero questi intelligenti evoluzionisti: “Dovrebbe la cosa fatta dire rispetto al suo fattore: ‘Egli non mi ha fatto’? E dice effettivamente la medesima cosa formata rispetto al suo formatore: ‘Egli non ha mostrato intendimento’?” (Isa. 29:16) Nessuno può negare con successo che il Fattore della terra e il Formatore dell’uomo mostrasse intendimento. E il governo che Egli sa come stabilire sopra l’uomo sarebbe una teocrazia.
5, 6. (a) Che cosa ci fu prima sulla terra, la democrazia o la teocrazia, e che cosa mostra la Bibbia al riguardo? (b) Fino a che punto la prima coppia umana avrebbe potuto vedere adempiuto il comando dato loro da Dio?
5 Fidati documenti storici provano che ci fu prima la teocrazia della democrazia sulla terra. Anche gli scienziati sono costretti ad ammettere che la nostra razza umana discese da una prima coppia umana di sposi. Quel primo uomo e quella prima donna dovettero essere sotto una teocrazia o dominio di Dio, poiché Dio fu il loro Fattore e similmente il loro Governatore, il loro Legislatore e il loro Comandante. Non erano uomini e donne delle caverne. Erano persone del Paradiso, poiché Dio li aveva creati in un Paradiso terrestre. (Gen. 2:7-25) Come per i pesci, gli uccelli e gli animali terrestri, Dio aveva posto in questa perfetta coppia umana la facoltà di avere figli; e quale più eccellente scopo nella vita avrebbe potuto porre dinanzi a loro di quello esposto in questo comando teocratico: “Siate fecondi e moltiplicatevi ed empite la terra e soggiogatela, e tenete sottoposti i pesci del mare e le creature volatili dei cieli e ogni creatura vivente che si muove sopra la terra”? — Gen. 1:26-28.
6 Con la benedizione di Dio questa coppia umana fatta in maniera perfetta poteva vivere per vedere completamente adempiuto questo comando divino: l’intera terra soggiogata per divenire un paradiso mondiale, confortevolmente pieno dei loro figli e dei figli dei loro figli nella perfezione.
7. (a) Perché e come avrebbero potuto vivere per vedere la terra piena dei loro discendenti? (b) Perché noi, loro discendenti, siamo nati sotto la condanna di morte?
7 Anche se ci fossero voluti mille anni di vita, quella prima coppia di sposi avrebbe potuto sopravvivere per vedere il numero completo dei loro discendenti che dovevano abitare per sempre il paradiso mondiale, poiché non dovevano morire. Vivendo leali alla Teocrazia, l’invisibile dominio di Dio, e insegnando a tutti i loro discendenti a essere leali ad essa, oggi potevano essere in vita e avere la prospettiva di vivere felici nel Paradiso con tutta la loro progenie per l’eternità. Quando i nostri primogenitori rigettarono la Teocrazia e scelsero il dominio del popolo, o democrazia, incorsero nella sentenza di morte. Poiché siamo nati dopo che essi avevano fatto quella scelta ed erano stati cacciati fuori del Paradiso d’Eden per morire, abbiamo ereditato da essi il peccato e la condanna a morte. (Gen. 2:16, 17; 3:1 a 4:2; Rom. 5:12) Da ciò possiamo vedere che la democrazia non offre nessuna promessa di vita eterna. La Teocrazia sì.
8. (a) Quando e dove venne all’esistenza la democrazia, e come? (b) Che dire della teocrazia a quel tempo?
8 Ogni traccia di quel Paradiso perduto fu cancellata dal diluvio universale dei giorni di Noè, decimo uomo nella linea di discendenza del primo uomo, Adamo. Circa sedici secoli dopo, o nell’ottavo secolo avanti la nostra Èra Volgare, è riferita l’esistenza della Grecia. Si dice che essa fosse la culla della democrazia. Verso l’anno 700 a.E.V. si notò per la prima volta una tendenza verso il governo democratico nelle città-stato della Grecia. Col passare del tempo e man mano che il popolo acquistava potere ne risultarono forme popolari di governo, specialmente quando la superba cavalleria dei nobili fu eliminata e prese forma la falange composta di comuni fanti.a Ma oltre ottocento anni prima di ciò, era stata stabilita sulla terra una teocrazia dal celeste Teocrata. Dove?
9, 10. (a) Dove fu stabilita questa teocrazia, e con quale forma di adorazione? (b) Nel suo discorso di addio, come indicò Mosè che Israele aveva un reale governo teocratico?
9 Nella Penisola del Sinai. Lì, al monte Horeb, Egli annunciò i Dieci Comandamenti. Nel primo di quei Dieci Comandamenti disse: “Io sono Geova tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa degli schiavi. Non devi avere altri dèi contro la mia faccia”. (Eso. 20:1-3) Quel primo comandamento mostrava che egli parlava e agiva quale Teocrata o Divino Governatore e parlava al popolo che aveva liberato e sopra il quale stabiliva una Teocrazia. Ciò avvenne nella primavera dell’anno 1513 a.E.V. Impiegando il profeta Mosè come suo mediatore, Geova stabilì non solo la forma di governo ma anche la forma di adorazione religiosa per il suo popolo liberato quale nazione organizzata. Così esso ebbe un governo teocratico e un’adorazione teocratica. Circa quarant’anni dopo l’anziano Mosè fece alla nazione teocratica il suo discorso di addio. Chiamandola Iesurun, che significa “Retto”, Mosè disse:
10 “Geova, venne dal Sinai, . . . Ed egli fu re in Iesurun, quando si raccolsero i capi del popolo, l’intero numero delle tribù d’Israele”. — Deut. 33:1-5.
11, 12. (a) In quale paese fu infine stabilita la Teocrazia, e come? (b) Come il giudice Gedeone fu leale alla Teocrazia, e nel suo giorno quale locale corpo direttivo aveva Succot?
11 Nella primavera successiva alla morte di Mosè, nel 1473 a.E.V., Geova loro Re fece attraversare alla sua nazione teocratica il fiume Giordano perché entrasse nella Terra Promessa. Dopo anni di conquista tra i pagani, non teocratici abitanti del paese, fu stabilita la Teocrazia sulla maggior parte della Terra Promessa. Gli Israeliti ebbero molte tentazioni di allontanarsi dal dominio teocratico.
12 In un caso, per riportare il Suo caparbio popolo all’ordine teocratico, Geova suscitò il giudice Gedeone come liberatore. Dopo che gli oppressivi nemici erano stati cacciati, gli Israeliti vollero fare di Gedeone il loro visibile re, il capo di una dinastia di re. Ma Gedeone fu leale alla Teocrazia. Per cui disse a quelli che lo volevano fare re: “Io stesso non vi governerò, né mio figlio vi governerà, Geova è colui che vi governerà”. (Giud. 8:22, 23) Sotto quel dominio teocratico le città continuarono ad avere un certo numero di anziani come locale corpo direttivo. Nel giorno di Gedeone la città di Succot aveva settantasette anziani, inclusi i principi locali. (Giud. 8:6, 14-16) Come anziani ufficiali essi rappresentavano Succot.
DALLA TEOCRAZIA GIUDAICA ALLA TEOCRAZIA MESSIANICA
13, 14. (a) Quale cambiamento ci fu nel governo ai giorni del profeta Samuele, e come? (b) Come fu che Davide divenne re di tutto Israele, e sul trono di chi si disse che sedeva?
13 Nell’anno 1117 a.E.V. la Teocrazia nella Terra Promessa subì un cambiamento, e vi si aggiunse qualche cosa. Gli anziani ufficiali del popolo chiesero a Samuele profeta di Geova di insediare sopra la nazione un visibile re umano. Geova si dispiacque e disse a Samuele: “Hanno rigettato me dall’esser re su di loro”. (1 Sam. 8:4-7) Tuttavia Geova autorizzò Samuele a ungere Saul figlio di Chis della tribù di Beniamino perché fosse re sopra tutto Israele. Essendo unto come re dal profeta di Geova, Saul divenne “l’unto di Geova”. — 1 Sam. 12:3, 5; 24:6, 10.
14 A causa della ripetuta disubbidienza del re Saul, Geova fece ungere da Samuele il ragazzo pastore Davide di Betleem perché divenisse futuro re d’Israele. Dopo la morte di Saul e dopo la morte del suo figlio e successore, che cosa avvenne? Leggiamo: “Tutti gli anziani d’Israele vennero dunque dal re a Ebron, e il re Davide concluse con loro un patto in Ebron dinanzi a Geova; dopo di che unsero Davide come re su Israele”. (2 Sam. 5:1-3) Così Davide divenne “l’unto [il Messia] di Geova”, e si disse che sedeva sul “trono di Geova” come visibile rappresentante del grande Teocrata. — 1 Cron. 29:23.
15. Il regno di chi riconobbe Davide sopra Israele, e rispetto a ciò che cosa disse quando l’Arca fu trasferita a Gerusalemme?
15 Il re Davide riconobbe il grande Teocrata, dicendo: “Tuo è il regno, o Geova, che pure ti innalzi quale capo sopra tutto”. (1 Cron. 29:10, 11) Al tempo che Davide fece trasferire la sacra Arca del Patto in una tenda vicino al suo palazzo in Gerusalemme, Davide compose un salmo commemorativo in cui disse: “Dicano fra le nazioni: ‘Geova stesso è divenuto re!’” (1 Cron. 16:31; Sal. 96:10) Ciò avvenne verso il 1070 a.E.V.
16. (a) Allorché Gerusalemme e il suo tempio furono distrutti e il paese rimase desolato per settant’anni, che cosa ne fu della Teocrazia? (b) Che cosa avrebbe portato il ristabilimento del regno messianico, e fino ad allora in quale condizione doveva rimanere il popolo di Geova?
16 Quattrocentosessantatré anni dopo il tempio di adorazione di Geova in Gerusalemme fu distrutto dai Babilonesi e Gerusalemme e il paese di Giuda rimasero desolati per settant’anni mentre gli abitanti deportati erano esuli nel paese di Babilonia. Significò questo che la teocrazia di Geova sopra il suo popolo eletto aveva cessato di esistere? No! Poiché egli è Colui che in seguito li ristabilì nel paese dato loro da Dio. Ciò che aveva cessato di esistere era il regno nella discendenza reale di Davide, e così il messianico regno di Dio in piccole proporzioni aveva smesso di operare. A tempo debito il messianico regno di Dio sarebbe stato ristabilito. Il suo ristabilimento avrebbe portato all’istituzione di un giusto nuovo ordine. (Ezec. 21:25-27; Atti 3:20, 21; 2 Piet. 3:13) Nel frattempo il popolo per il nome di Geova avrebbe continuato a essere in sottomissione relativa alle nazioni gentili e ai loro regni. — Neem. 9:36, 37; Luca 21:24; Rom. 13:1.
17. (a) Secondo Isaia 52:7, allorché Geova ristabilì il suo popolo nel loro paese, che cosa riprese apparentemente Geova? (b) Come Geova dichiarò il suo regno per mezzo di Malachia?
17 Conformemente, quando nel 537 a.E.V. Geova riportò il suo popolo in patria, fu come se Geova riprendesse a regnare su di esso. Per così dire, Geova mandò il suo messaggero alla sua desolata organizzazione terrestre, in adempimento di Isaia 52:7, che dice: “Come sono piacevoli sui monti i piedi di chi porta buone notizie, di chi proclama la pace, di chi porta buone notizie di qualche cosa di migliore, di chi proclama la salvezza, di chi dice a Sion: “Il tuo Dio è divenuto re!’” Come prova di ciò fu riedificato il tempio in Gerusalemme. Alcuni decenni dopo, quando Geova suscitò il profeta Malachia e spiegò perché gli Israeliti dovevano rendergli la giusta adorazione nel suo tempio, disse: “‘Poiché io sono un grande Re’, ha detto Geova degli eserciti, ‘e il mio nome sarà tremendo fra le nazioni’”. — Mal. 1:14.
18. (a) Nel suo Sermone del Monte come riconobbe Gesù il regno di Geova su Israele? (b) Come indicò che sarebbe cessato?
18 Anche nel primo secolo della nostra Èra Volgare, quando il vero Messia, Gesù Cristo, fu sulla terra, egli riconobbe il regno di Geova sopra Israele, poiché, nel suo Sermone del Monte, disse ai discepoli: “Non giurare affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re”. (Matt. 5:34, 35) Comunque, nell’anno 33 E.V., egli indicò che la teocrazia di Geova sopra Israele stava per cessare. Avvenne in Gerusalemme, quando disse a quella città riguardo al suo tempio: “Ecco, la vostra casa vi è abbandonata”. Quindi, poco tempo dopo, predisse la distruzione di quella casa di adorazione. — Matt. 23:37 a 24:22.
19. A quel tempo erano i Giudei ancora sotto la Legge teocratica, e che cosa mostra se lo erano o no?
19 A quel tempo gli Israeliti a cui Gesù Cristo predicò il regno di Dio erano ancora sotto il teocratico patto della Legge di cui il profeta Mosè era stato mediatore per i loro antenati al monte Sinai. Il seguente giorno di Pasqua, celebrata in Gerusalemme secondo quella Legge teocratica, Gesù Cristo fu messo a morte come antitipico Agnello pasquale e fu sepolto. Ma, poiché non era un falso Cristo, ma era il vero Messia, il terzo giorno fu destato dai morti alla vita celeste. Il quarantesimo giorno da allora, quando Gesù Cristo si materializzò e apparve per l’ultima volta ai discepoli, essi gli chiesero: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” (Atti 1:1-6) Poiché Gesù Cristo non era allora apparso alla celeste presenza di Dio a favore di alcun nuovo patto, i naturali circoncisi Israeliti erano ancora sotto il teocratico patto della Legge inaugurato al monte Sinai. Questo poteva dirsi anche se quegli Israeliti non erano allora sotto il messianico regno della discendenza reale di Davide. Comunque, la teocrazia di Geova su di loro stava per cessare.
20. Quando ci fu la prova che era stato stabilito un nuovo patto, e come e verso chi?
20 Dieci giorni dopo gli Israeliti erano radunati in Gerusalemme per celebrare la festa di Pentecoste secondo il teocratico Patto della Legge del monte Sinai. Quindi, poco prima delle nove di quel mattino del 6 Sivan, secondo il calendario ebraico, ci fu la visibile, udibile prova che Gesù Cristo era apparso alla presenza di Geova Dio nei cieli ed aveva applicato il valore del suo perfetto sacrificio umano a favore di un nuovo patto. Era il “nuovo patto” promesso in Geremia 31:31-34, che Gesù Cristo aveva menzionato iniziando la celebrazione della Cena del Signore alla precedente sera di Pasqua. (1 Cor. 11:23-26; Luca 22:14-20) La prova di ciò fu il versamento dello spirito santo di Dio dal cielo. Su chi? Non sugli Israeliti che celebravano la festa di Pentecoste nel tempio di Gerusalemme, ma sui fedeli discepoli del Messia, Gesù Cristo, radunati in numero di circa centoventi in una stanza superiore in Gerusalemme. Si adempì così la profezia di Gioele 2:28, 29 su questi discepoli.
21, 22. (a) Con quale nazione fu stabilito il nuovo patto? (b) Che cosa significò questo riguardo alla Teocrazia di Geova, e in armonia con questo fatto che cosa disse Pietro a migliaia di Giudei il giorno di Pentecoste?
21 Ciò significò che questi discepoli erano ora nel “nuovo patto” per mezzo di un Mediatore più grande di Mosè, cioè Gesù Cristo. Essendo generati mediante lo spirito di Dio per essere suoi figli spirituali, erano divenuti Israeliti spirituali. Significò pure che la Teocrazia di Geova era stata trasferita dalla nazione del naturale circonciso Israele a questa nuova “nazione santa” dell’Israele spirituale, l’“Israele di Dio”. (1 Piet. 2:9; Rom. 2:28, 29; 8:15-17; Gal. 6:16) Il vecchio Patto della Legge con l’Israele naturale fu dunque abolito, perse vigore. (Efes. 2:15, 16; Col. 2:13, 14; Rom. 7:4-6) In armonia con la Teocrazia di Geova stabilita ora sui discepoli di Gesù Cristo, l’apostolo Pietro disse alle migliaia di Giudei attirati dal miracoloso versamento dello spirito santo di Dio per mezzo di Gesù Cristo:
22 “Davide non ascese ai cieli, ma egli stesso dice: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi”’. Perciò sappia per certo tutta la casa d’Israele che Dio l’ha fatto Signore e Cristo, questo Gesù che voi avete messo al palo”. — Atti 2:34-36.
CONGREGAZIONE TEOCRATICA
23, 24. (a) Quando fu sulla terra chi riconobbe Gesù come congregazione di Geova? E come lo mostrò? (b) Quando stabilì Gesù la congregazione messianica, e che cosa ne dice Atti 5:11?
23 Come il re Davide dell’antichità, quando fu sulla terra Gesù Cristo riconobbe la nazione dei naturali circoncisi Israeliti come congregazione di Geova Dio. (Sal. 22:22, 23; Ebr. 2:12; Matt. 18:17) Perciò, mentre era sulla terra sotto il teocratico patto della Legge, Gesù non stabilì nessuna rivale congregazione, chiesa o ecclesia. Ma aveva in mente di istituire una congregazione messianica dopo che il predetto “nuovo patto” fosse andato in vigore con la presentazione del merito del suo sacrificio a Geova Dio in cielo. Per tale motivo Gesù, meno di un anno prima della sua morte di sacrificio e della sua risurrezione, in risposta alla confessione dell’apostolo Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”, disse queste parole: “Tu sei Pietro, e su questo masso di roccia edificherò la mia congregazione, e le porte dell’Ades non la sopraffaranno”. — Matt. 16:16-18.
24 L’anno seguente Gesù Cristo stabilì questa congregazione nel giorno di Pentecoste (6 Sivan 33 E.V.) agendo quale principale Agente di Geova nel versare lo spirito santo sui suoi discepoli. (Atti 2:32, 33) Dopo ciò leggiamo in merito alla congregazione messianica o cristiana. Per esempio, in Atti 5:11, leggiamo riguardo alla congregazione di Gerusalemme: “Grande timore venne su tutta la congregazione e su tutti quelli che udivano queste cose”. — Atti 8:1.
25. (a) Che specie di organizzazione doveva essere la congregazione cristiana? (b) A chi apparteneva l’antico Israele, e perché, e a chi appartiene la congregazione cristiana, e perché?
25 Come l’antica congregazione dell’Israele naturale fu un’organizzazione teocratica, così la congregazione dell’Israele spirituale doveva e dev’essere un’organizzazione teocratica. Ciò significa che Dio, il cui nome è Geova, ne è il Supremo Governatore. Ciò spiega perché si può dire che le cose che accaddero all’antica nazione d’Israele accaddero come tipi o “come esempi” per la congregazione cristiana di Geova. (1 Cor. 10:6, 11) Geova liberò l’antico Israele dalla schiavitù e dalla morte in Egitto in base al sangue dell’agnello pasquale e quindi dalla morte nel mar Rosso quando fuggivano dinanzi agli eserciti egiziani che li inseguivano. Egli poté dire all’antico Israele: “Tu sei mio”. (Isa. 43:1) In maniera simile, la congregazione cristiana divenne Sua mediante il sangue sparso dell’antitipico Agnello pasquale, Gesù Cristo. “Cristo, la nostra pasqua”. (Giov. 1:29, 36; 1 Cor. 5:7) Il cristiano apostolo Paolo la chiamò correttamente “la congregazione di Dio, che egli ha acquistata col sangue del suo proprio Figlio”. — Atti 20:28.
26. (a) Di chi è un possesso la “nazione santa”, e a motivo di ciò che specie di governante aveva, e come Isaia lo indicò profeticamente? (b) Che specie di patto era il nuovo patto, e perché?
26 Giacché la congregazione è una “nazione santa, un popolo di speciale possesso”, è proprietà di Geova ed egli ne è l’incontrastato Governatore. Egli è l’Iddio governatore, il Teocrata. (1 Piet. 2:9; Eso. 19:5, 6) La posizione teocratica di Geova Dio verso la congregazione è predetta dalle parole del profeta Isaia in riferimento all’antico Israele: “Geova è il nostro Giudice, Geova è il nostro Datore di statuti, Geova è il nostro Re; egli stesso ci salverà”. (Isa. 33:22) Agendo con tutte queste funzioni, egli stabilì il patto della Legge con l’antico Israele mediante il profeta Mosè quale mediatore. Con un Mediatore più grande di Mosè, cioè per mezzo di Gesù Cristo, Geova ha stabilito il nuovo patto con la congregazione cristiana degli Israeliti spirituali. (1 Tim. 2:5, 6) Quale Governatore teocratico, Geova dichiara in quel nuovo patto: “Metterò la mia legge dentro di loro, e la scriverò nel loro cuore. E per certo io diverrò il loro Dio, ed essi stessi diverranno il mio popolo”. (Ger. 31:33; Ebr. 8:7-10) Fu dunque un nuovo patto teocratico.
27. Come Geova mostrò il suo potere e diritto teocratico verso la congregazione cristiana, e quale responsabilità comportava l’esserne capo?
27 Richiamando l’attenzione sul potere e sul diritto teocratico di Geova di fare tutte le nomine di persone entro la sua organizzazione, l’apostolo Paolo scrive: “Egli [cioè Geova] ha anche sottoposto tutte le cose sotto i suoi piedi [cioè i piedi di Cristo], e l’ha dato come capo sopra tutte le cose alla congregazione, che è il suo corpo”. “Anche il Cristo è capo della congregazione, essendo egli il salvatore di questo corpo”. “La congregazione è sottoposta al Cristo”. (Efes. 1:22, 23; 5:23, 24) Di conseguenza, Gesù Cristo ha sotto Dio la responsabilità di fare scelte e nomine nella congregazione.
28. Come adempì Gesù quella responsabilità riguardo alla fondazione della congregazione, e come crebbe miracolosamente il giorno della sua fondazione?
28 In vista della fondazione della congregazione degli Israeliti spirituali, Gesù trascorse una notte in preghiera a Dio e poi scelse dodici apostoli. (Luca 6:12-16; Mar. 3:13-19) Disse ai suoi fedeli apostoli: “Voi non avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho costituiti per andare a portar frutto e perché il vostro frutto rimanga”. (Giov. 15:16) Gesù sapeva che l’antico Israele, composto di dodici tribù, era formato dei discendenti dei dodici figli di Giacobbe, soprannominato Israele. (Gen. 49:28, 33; Atti 7:8) In modo corrispondente a quel quadro profetico, dopo la morte di Gesù Cristo e dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo, la congregazione dell’Israele spirituale ebbe inizio il giorno di Pentecoste con dodici visibili, tangibili fondamenti, cioè i dodici apostoli. (Atti 1:13, 24-26; 2:1, 37) Quel giorno la congregazione cominciò con circa centoventi membri e crebbe miracolosamente fino a circa tremila. — Atti 1:15; 2:37-41.
29. (a) Come mostrò la congregazione di riconoscere i dodici apostoli come membri che costituiscono i fondamenti? (b) Quale visione vide Giovanni della relazione fra gli apostoli e l’intera congregazione?
29 Tutti quei membri della congregazione, quelli originali e quelli aggiuntisi da poco, riconobbero i dodici apostoli come membri che costituivano i fondamenti dell’Israele spirituale. Questo si vede dal fatto che in Atti 2:42, 43 leggiamo: “E si dedicavano all’insegnamento degli apostoli e . . . In realtà, il timore si abbatteva su ogni anima, e molti portenti e segni avvenivano per mezzo degli apostoli”. La relazione fra questi apostoli e l’intera congregazione degli Israeliti spirituali è raffigurata nella visione dell’apostolo Giovanni circa la “sposa” di Cristo, la Nuova Gerusalemme, della quale leggiamo: “Aveva un grande e alto muro e aveva dodici porte, e alle porte dodici angeli, e furono incisi dei nomi che son quelli delle dodici tribù dei figli d’Israele. . . . Il muro della città aveva dodici pietre di fondamenta, e su di esse i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello”. — Riv. 21:1, 2, 12-14.
[Nota in calce]
a Si vedano le pagine 90, 91 di On the Road to Civilization pubblicato nel 1937, di Heckel e Sigman.
[Immagine a pagina 295]
Quando gli uomini d’Israele volevano far re Gedeone, egli rimase leale alla Teocrazia, dicendo: “Geova è colui che vi governerà”