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Pane di presentazioneAusiliario per capire la Bibbia
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(Lev. 24:9) La Bibbia menziona un unico caso di uso dei vecchi pani da parte di non aaronniti. Davide, mentre fuggiva da Saul, chiese al sommo sacerdote Ahimelec pane per sé e per i suoi uomini. Poiché non aveva “pane comune”, Ahimelec diede a Davide il pane di presentazione che era stato sostituito. Comunque il sommo sacerdote, credendo che Davide fosse in missione per il re, fece questo solo dopo essersi assicurato che Davide e i suoi uomini fossero cerimonialmente puri. (I Sam. 21:1-6) Gesù Cristo menzionò questo episodio quando i farisei protestarono perché i suoi discepoli coglievano spighe di grano di sabato. — Matt. 12:3-7; Luca 6:1-4.
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PanfiliaAusiliario per capire la Bibbia
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Panfilia
(Panfìlia).
Piccola provincia romana sulla costa S dell’Asia Minore, visitata da Paolo durante il primo viaggio missionario. (Atti 13:13; 15:38) Anche se nel corso degli anni la grandezza della provincia poté variare, generalmente si ritiene che la Panfilia fosse una striscia di terra vicino alla costa lunga circa 120 km e larga 48. Confinava con le province della Licia a O, della Galazia a N e col regno di Antioco a E. (Vedi ASIA). Lungo la costa aveva clima caldo e tropicale, mitigato man mano che si saliva verso i monti del Tauro.
Gli abitanti si ritiene fossero una mescolanza di indigeni e greci, e alcuni avanzano l’ipotesi che Panfilia significhi “di ogni razza”. Nella zona c’erano evidentemente ebrei o proseliti, infatti alla Pentecoste del 33 E.V. alcuni originari della Panfilia si trovavano a Gerusalemme e si stupirono nell’udire i discepoli parlare nella loro “propria lingua”. — Atti 2:6, 10.
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Pani non fermentati, festa deiAusiliario per capire la Bibbia
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Pani non fermentati, festa dei
Vedi FESTA DEI PANI NON FERMENTATI.
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PaoloAusiliario per capire la Bibbia
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Paolo
(Pàolo) [piccolo].
Israelita della tribù di Beniamino e apostolo di Gesù Cristo. (Efes. 1:1; Filip. 3:5) Può darsi che fin dall’infanzia avesse sia il nome ebraico Saulo che il nome romano Paolo (Atti 9:17; II Piet. 3:15), ma forse l’apostolo preferiva farsi chiamare col nome romano, dato l’incarico avuto di annunciare la buona notizia ai non ebrei. — Atti 9:15; Gal. 2:7, 8.
Paolo era nato a Tarso, importante città della Cilicia. (Atti 21:39; 22:3) I suoi genitori erano ebrei e aderivano evidentemente al fariseismo, ramo del giudaismo. (Atti 23:6; Filip. 3:5) Era cittadino romano dalla nascita (Atti 22:28), poiché suo padre forse aveva ottenuto la cittadinanza romana da Giulio Cesare per i servizi resi durante la guerra contro l’Egitto. Paolo probabilmente imparò il mestiere di fabbricante di tende dal padre. (Atti 18:3) Ma a Gerusalemme fu ammaestrato dal dotto fariseo Gamaliele, e questo fa pensare che fosse di una famiglia importante. (Atti 22:3; 5:34) In quanto alle lingue, Paolo conosceva bene almeno il greco e l’ebraico. (Atti 21:37-40) Quando viaggiava come missionario non era sposato. (I Cor. 7:8) In quel periodo, se non anche prima, aveva una sorella e un nipote a Gerusalemme. — Atti 23:16-22.
L’apostolo Paolo ebbe il privilegio di contribuire più di chiunque altro alla stesura delle Scritture Greche Cristiane. Ebbe visioni soprannaturali (II Cor. 12:1-5) e, per mezzo dello spirito santo, fu in grado di parlare numerose lingue straniere. — I Cor. 14:18.
PERSECUZIONE, CONVERSIONE E INIZIO DEL MINISTERO
La Bibbia presenta per la prima volta Saulo o Paolo come il “giovane” ai cui piedi deposero i mantelli i falsi testimoni che lapidarono il discepolo di Cristo, Stefano. (Atti 6:13; 7:58) Paolo approvava l’omicidio di Stefano e, per zelo malriposto basato sulla tradizione, iniziò una campagna di crudele persecuzione contro i seguaci di Cristo. Quando venivano condannati a morte, votava contro di loro. Durante il processo nelle sinagoghe cercava di costringerli ad abiurare. Estese la persecuzione in altre città oltre Gerusalemme, e si procurò persino un’autorizzazione scritta del sommo sacerdote per andare a scovare i discepoli di Cristo fino a Damasco in Siria a N, e portarli in catene a Gerusalemme, probabilmente per essere processati dal Sinedrio. — Atti 8:1, 3; 9:1, 2; 26:10, 11; Gal. 1:13, 14.
Mentre Paolo si avvicinava a Damasco, Cristo Gesù gli si rivelò in una luce sfolgorante e gli diede l’incarico di essere servitore e testimone delle cose che aveva già visto e di quelle che avrebbe visto in seguito. Anche coloro che erano con Paolo caddero per terra a motivo di questa manifestazione e udirono qualcuno parlare, ma solo Paolo capì le parole e rimase accecato, così che dovette essere accompagnato per mano a Damasco. (Atti 9:3-8; 22:6-11; 26:12-18) Per tre giorni non mangiò né bevve. Poi, mentre pregava in casa di un certo Giuda a Damasco, Paolo vide in visione il discepolo di Cristo Anania entrare e ridargli la vista. Quando la visione divenne realtà, Paolo fu battezzato, ricevette spirito santo, mangiò qualche cosa e riacquistò le forze. — Atti 9:9-19.
Secondo Atti 9:20-25 Paolo rimase per un po’ coi discepoli di Damasco e “immediatamente” cominciò a predicare nelle sinagoghe del posto. Continuò l’attività di predicazione finché dovette lasciare Damasco a motivo di un complotto per attentare alla sua vita. Viceversa nella lettera ai galati Paolo dice che dopo la conversione andò in Arabia, e poi tornò a Damasco. (Gal. 1:15-17) Non è possibile stabilire quando ebbe luogo il viaggio in Arabia nel corso degli avvenimenti.
Può darsi che Paolo fosse andato in Arabia subito dopo la conversione per meditare sulla volontà di Dio per lui. In questo caso, l’uso del termine “immediatamente” da parte di Luca significherebbe che, immediatamente dopo il suo ritorno a Damasco, Paolo cominciò a predicare insieme ai discepoli. Tuttavia, in Galati 1:17 Paolo dà risalto al fatto che non salì immediatamente a Gerusalemme; che l’unico luogo oltre Damasco dove andò in quel periodo era l’Arabia. Quindi il viaggio in Arabia non deve necessariamente essere avvenuto immediatamente dopo la conversione. Può darsi che Paolo prima sia rimasto qualche giorno a Damasco e abbia subito ripudiato pubblicamente la sua precedente condotta di oppositore, parlando della sua fede in Cristo nelle sinagoghe. Poi può aver fatto il viaggio in Arabia (l’effettivo scopo del quale non è rivelato) e continuato al suo ritorno a predicare a Damasco, rafforzandosi, tanto che gli oppositori cercarono di metterlo a morte. Le due versioni si completano anziché contraddirsi, e l’unica incertezza riguarda il preciso ordine degli avvenimenti, che semplicemente non è indicato.
Giunto a Gerusalemme (forse nel 36 E.V.; i tre anni menzionati in Galati 1:18 potrebbero essere parte di tre anni), Paolo constatò che i fratelli di quella città non credevano che fosse un discepolo. Tuttavia, “Barnaba venne in suo aiuto e lo condusse dagli apostoli”, evidentemente Pietro e “Giacomo il fratello del Signore”. (Giacomo, pur non essendo uno dei dodici, poteva essere chiamato apostolo essendo tale per la congregazione di Gerusalemme). Per quindici giorni Paolo rimase con Cefa (Pietro). Mentre era a Gerusalemme parlò con fermezza nel nome di Gesù. Quando i fratelli appresero che gli ebrei di lingua greca cercavano perciò di uccidere
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