Le nazioni vengono a pregare alla casa di Geova
“La mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”. — Isa. 56:7, Ga.
1. Come doveva servire il tempio di Gerusalemme in merito alla preghiera?
ALCUNI giorni prima di essere messo al palo, nel 33 d.C., Gesù Cristo disse chiaramente che il tempio reale di Geova a Gerusalemme avrebbe dovuto servire come “casa di preghiera per tutte le nazioni”. (Mar. 11:17) Sì, quel tempio tipico avrebbe dovuto essere un mezzo per avvicinarsi al vivente, Sovrano Dio per i molti stranieri e gli Israeliti stessi. Perciò il privilegio della preghiera non doveva essere limitato solo agli Israeliti legati a Geova dal patto della legge, ma il tempio era anche un provvedimento mediante il quale i dedicati residenti temporanei e gli alieni in visita potevano farsi udire da Geova Dio. Giustamente, dunque, Gesù accusò i Giudei dei suoi giorni di aver fatto commercio col suo tempio. Egli li accusò con le parole: “Ma voi ne fate [del tempio] una spelonca di ladroni”. (Matt. 21:13) Contaminando il tempio tipico in effetti i Giudei avevano scoraggiato i dedicati popoli stranieri delle nazioni dall’avvicinarsi a Geova per mezzo del suo tempio o “casa di preghiera”.
2. In che modo Geova accettò e confermò il tempio come “casa di preghiera”?
2 Mille anni prima dei giorni di Gesù, alla dedicazione del tempio santo a Gerusalemme (1027 a.C.), il re Salomone rivolse a Geova Dio una speciale supplica. Implorò Geova di riconoscere ufficialmente le preghiere che sarebbero state fatte in questo nuovo tempio sia dagli Israeliti che dai non Israeliti. “Ogni preghiera, ogni supplicazione che ti sarà rivolta da un individuo o dall’intero tuo popolo d’Israele, . . . esaudiscila dal cielo . . . Anche lo straniero, che non è del tuo popolo d’Israele, quando verrà da un paese lontano a motivo del tuo nome, — perché si udrà parlare del tuo gran nome, della tua mano potente e del tuo braccio disteso — quando verrà a pregarti in questa casa, tu esaudiscilo dal cielo, dal luogo della tua dimora, e concedi a questo straniero tutto quello che ti domanderà, affinché tutti i popoli della terra conoscano il tuo nome per temerti, come fa il tuo popolo d’Israele e sappiano che il tuo nome è invocato su questa casa che io ho costruita!” (1 Re 8:38, 39, 41-43, VR) “Il Signore [Geova] gli apparve di notte e gli disse: ‘Ho esaudito la tua orazione e mi sono scelto questo luogo, come Casa di sacrificio. D’ora in poi i miei occhi saranno aperti e le mie orecchie attente alla preghiera che si fa in questo luogo’”. (2 Cron. 7:12, 15, Na) In tal modo Geova Dio confermò che avrebbe ufficialmente udito le preghiere con questo mezzo e così il tempio di Gerusalemme fu chiamato “casa di preghiera”.
UN NUOVO, DUREVOLE TEMPIO SPIRITUALE
3. Descrivete il nuovo tempio spirituale. Quale modello segue, e da quando è in via di costruzione?
3 Ma questa “casa di preghiera” a Gerusalemme fu in effetti solo una figura o un modello di un nuovo e durevole tempio spirituale molto più grande provveduto da Geova come mezzo per udire la preghiera. In adempimento alla profezia di Gesù (Matt. 24:1, 2), l’ultimo tempio letterale di Gerusalemme fu distrutto per sempre dai Romani nel 70 d.C. Trentasette anni prima della distruzione di questo tempio di pietre massicce, dal 33 d.C. in poi, era in corso la costruzione di un nuovo tempio spirituale. Benché sotto certi aspetti seguisse il modello del tempio tipico, tuttavia il nuovo tempio spirituale era fatto di “pietre viventi” con Gesù Cristo quale pietra di “fondamento”. (Ebr. 9:8, 9) Parlando agli unti o cristiani dei suoi giorni, Paolo scrive: “Naturalmente, ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose è Dio. E Mosè quale servitore fu fedele in tutta la casa di Lui in testimonianza delle cose che dovevano esser dette in seguito, ma Cristo fu fedele quale Figlio sulla casa di lui. Noi siamo la casa di Lui”. (Ebr. 3:4-6) E Pietro aggiunge: “Avvicinandovi a lui come a una pietra vivente, rigettata, è vero, dagli uomini, ma presso Dio eletta, preziosa, voi pure, come pietre viventi, siete edificati quale casa spirituale in vista di un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali accettevoli a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Poiché è contenuto nella Scrittura: ‘Ecco, io pongo in Sion una pietra, eletta, angolare, preziosa; e chi esercita fede in essa non sarà affatto deluso’”. (1 Piet. 2:4-6) Infine, in Rivelazione Giovanni mostra che il numero completo degli eletti o “suggellati” per questa nuova organizzazione del tempio è di 144.000 membri oltre a Gesù Cristo. — Riv. 7:4, 15.
PREGHIERE SIMILI A FUMO D’INCENSO ASCENDONO A GEOVA
4. Quando e per quale ragione era usato incenso rispetto al tempio letterale?
4 Un aspetto del tabernacolo tipico e del successivo tempio figurativo fu che i sacerdoti si avvicinavano mediante incenso. La legge mosaica richiedeva che si bruciasse incenso profumato sull’altare dell’incenso nel santo del santuario due volte al giorno od ogni volta che ci si presentava ufficialmente a Geova. “Aronne vi brucerà sopra, al mattino, dell’incenso di soave odore. Quando accomoderà le lampade, lo brucerà; e quando a sera le accenderà, brucerà quel profumo che sarà in eterno per il Signore [Geova] tra i vostri discendenti”. (Eso. 30:7, 8, Ri) Per legge solo i sacerdoti potevano presentare il fumo di questo costoso incenso profumato che ascendeva a spirale. Questa era la prova che i sacerdoti rendevano omaggio e lode ispirati da timore mentre si presentavano per servire davanti al vivente Dio, la sovrana Maestà dell’universo. (Eso. 30:36, 37) Il Giorno dell’Espiazione il sommo sacerdote doveva anzitutto prepararsi a entrare nel Santissimo del santuario presentando una “nube di profumo” davanti al tipico trono di Geova, il coperchio dell’arca della testimonianza, “ed egli non morrà”. — Lev. 16:12, 13, Na.
5. In che modo le preghiere ascendevano a guisa d’incenso, e che cosa possiamo dire della loro preparazione?
5 Mentre i sacerdoti presentavano ogni giorno l’incenso che ascendeva entro il santuario, gli adoratori di Geova che non erano sacerdoti e che erano radunati fuori nel cortile del tempio facevano contemporaneamente preghiere che si levavano a Geova per essere udite. “Ora servendo [Zaccaria, padre di Giovanni Battista] dinanzi a Dio quale sacerdote nel compito assegnato alla sua divisione, secondo la solenne pratica dell’ufficio sacerdotale venne il suo turno di offrire l’incenso quando entrò nel santuario di Geova; e tutta la moltitudine del popolo pregava di fuori nell’ora in cui si offriva l’incenso”. (Luca 1:8-10) Le preghiere di questi adoratori del tempio devono aver evitato la vana ripetizione e quindi dovevano essere attentamente preparate come era stato attentamente preparato l’incenso da bruciare mediante costosi ingredienti. (Eso. 30:34-38) A questo riguardo è scritto: “La mia preghiera sia preparata come incenso davanti a te”. — Sal. 141:2.
6, 7. (a) Riguardo al tempio spirituale, in che modo l’incenso è in relazione con la preghiera? (b) Qual è la via d’accesso per quelli che oggi pregano?
6 In Rivelazione l’apostolo Giovanni mostra che l’“incenso” è messo in relazione con le preghiere anche per quanto riguarda il nuovo tempio spirituale di Geova, il cui Santissimo è nel cielo: “E un altro angelo arrivò e stette all’altare, avendo un vaso d’oro per l’incenso; e gli fu data una grande quantità d’incenso per offrirlo con le preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono. E dalla mano dell’angelo il fumo dell’incenso ascese con le preghiere dei santi dinanzi a Dio”. (Riv. 8:3, 4) Poiché Gesù Cristo è la principale “pietra vivente” di questo nuovo tempio, egli è il solo mezzo per avere accesso a Geova e ora si devono fare ascendere tutte le preghiere per mezzo di lui. (Giov. 10:9; 14:6; 16:23) Oggi Geova è nel suo tempio santo di unti, ed egli udirà ed esaudirà le preghiere di quelli che gli si avvicinano nel modo giusto. Perciò in questi giorni le preghiere del popolo di Geova ascendono a Geova di continuo con il ‘fumo dell’incenso dalla mano dell’angelo’.
7 Paolo conferma che cosa include il giusto accesso a Dio e che cos’è il tempio che Geova abita mediante lo spirito per ricevere le preghiere dei suoi adoratori: “Per mezzo di lui [Gesù Cristo] noi, entrambi i popoli, abbiamo accesso al Padre mediante un solo spirito. . . . [voi, gli unti] siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, mentre Cristo Gesù stesso è la pietra angolare. Unitamente a lui l’intero edificio, essendo armoniosamente collegato, cresce in un tempio santo a Geova. Unitamente a lui, anche voi siete edificati insieme in un luogo che Dio abiti mediante lo spirito”. (Efes. 2:18, 20-22) Un rimanente di questo nuovo tempio spirituale opera ancora oggi sulla terra. Questo rimanente di unti è il canale mediante il quale una “grande folla” proveniente da tutte le nazioni rende a Geova Dio “sacro servizio giorno e notte nel suo tempio”. — Riv. 7:9, 15.
ISAIA PREVEDE UNA GRANDE ESPANSIONE DEL SACRO SERVIZIO
8. Che cosa previde Isaia in merito alla casa del tempio di Geova in questi ultimi giorni?
8 Il profeta Isaia previde che in questi ultimi giorni del malvagio mondo dell’umanità di Satana vi sarebbe stato un mondiale afflusso di adoratori i quali si sarebbero associati alla casa spirituale di Geova, molti membri della quale sono ora nella celeste Sion. (Riv. 14:1) L’unto rimanente che costituisce la parte visibile del tempio di Geova gode dunque del grande favore di Geova dall’anno 1919 (Riv. 11:12), ed eleva l’adorazione di Geova Dio, mettendola al di sopra di tutte le altre considerazioni sulla terra. Questo è quanto fu predetto molto tempo fa: “Avverrà, negli ultimi giorni, che il monte della casa dell’Eterno [Geova] si ergerà sulla vetta dei monti, e sarà elevato al disopra dei colli; e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v’accorreranno, e diranno: ‘Venite, saliamo al monte dell’Eterno [Geova], alla casa dell’Iddio di Giacobbe; egli ci ammaestrerà intorno alle sue vie, e noi cammineremo per i suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e da Gerusalemme la parola dell’Eterno [Geova]”. — Isa. 2:2, 3, VR.
9. (a) Che cos’altro è necessario a quelli che si avvicinano a Geova? (b) Come si è qualificati per avere accesso alla casa di preghiera di Geova?
9 La suddetta vasta moltitudine di adoratori vengono come persone dedicate ben istruite nelle esigenze teocratiche di Geova. Non vengono a mani vuote, senza doni per il loro amorevole Dio. Piuttosto, vengono pieni di piacevoli ‘sacrifici di lode’, pieni di giuste dichiarazioni pubbliche che hanno imparato a fare mediante gli unti di Geova che sono ancora sulla terra. (Ebr. 13:15) Sì, questi “stranieri” delle nazioni hanno “aderito a Jahve” facendo la dedicazione in associazione con l’unto rimanente dell’Israele spirituale. (Zacc. 8:23; Gal. 6:16) Tutti quelli che fanno parte della “grande folla” proveniente dalle nazioni offrono le loro preghiere mediante la disposizione del tempio di Geova. Riguardo a ciò Isaia previde ancora: “E gli stranieri che hanno aderito a Jahve per servirlo e per benedire il nome di Jahve, e per essere suoi servitori . . . io li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. . . . i loro sacrifici saliranno accetti sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”. (Isa. 56:6, 7, Ga) Veramente oggi questa vasta moltitudine di adoratori stranieri sono divenuti dedicati, battezzati e ordinati ministri di Geova e perciò hanno un’ufficiale posizione di riconoscimento davanti al celeste trono di Dio. (Riv. 7:15) Come quelli dell’unto rimanente, questi alieni non membri, non inclusi nel nuovo patto, considerano un inestimabile privilegio portare l’incomparabile nome di Geova quali testimoni di Geova. — Ger. 31:31-34.
CHI PUÒ FAR ESAUDIRE LE PROPRIE PREGHIERE?
10. Date diverse prove scritturali riguardo a chi può aspettarsi che le proprie preghiere siano esaudite.
10 Geova Dio è Colui che più di tutti ‘ascolta la preghiera’ e dispone di ‘cancellare le iniquità’ di quelli che sceglie e fa avvicinare a sé. (Sal. 65:1-3, NM; 65:2-4, Na) Egli presta attenzione ed esaudisce le preghiere che gli sono dette nel modo corretto. (Sal. 66:19; 102:17; 1 Re 18:37; 2 Cron. 33:13; Ger. 29:12, 13; Dan. 9:17, 18; Luca 11:9, 10; 1 Giov. 5:14, 15) Geova non ode gli empi, “ma ascolta la preghiera dei giusti”. (Prov. 15:8, 29, VR) ‘Le orecchie di Geova sono attente al grido dei giusti’. (Sal. 34:15, VR; Sal. 145:18, 19; Isa. 58:8, 9) “Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori ma se alcuno ha timore di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta”. (Giov. 9:31) Prima che quelli delle nazioni ricevano l’attenzione di Geova devono cominciare a volgersi dalla loro passata via malvagia, divenire timorati di Dio e cercare la pace di Geova. Quindi Geova comincia ad ascoltare coloro il cui cuore è incline alla dedicazione o che ‘aderiscono a Geova’. L’apostolo Pietro confermò questo allorché scrisse: “Poiché gli occhi di Geova sono sopra i giusti, e i suoi orecchi sono volti alla loro supplicazione; ma la faccia di Geova è contro quelli che fanno cose malvage”. — 1 Piet. 3:12.
11, 12. (a) Come gli “stranieri” ricevono il privilegio della preghiera? (b) Che cos’è dimostrato dal caso di Cornelio?
11 Quanto agli “stranieri” che non sono attivamente associati alla disposizione del tempio di Geova per la preghiera, Egli prende nota o conserva il “ricordo” delle loro sincere preghiere mentre cercano il giusto modo di avere accesso a lui. Al tempo dovuto Geova fa in modo che questi stranieri che cercano ricevano il messaggio biblico mediante uno dei servitori giustamente riconosciuti di Geova affinché si associno attivamente alla disposizione del tempio di Geova e tutte le loro future preghiere siano regolarmente esaudite. Così da quel momento in poi è reso loro disponibile il mezzo riconosciuto per la preghiera.
12 Prendete, per esempio, l’italiano Cornelio, ufficiale dell’esercito. Benché vivesse a Cesarea di Palestina, evidentemente non era un dedicato proselito giudeo circonciso. Tuttavia, poiché era un “uomo devoto che temeva Dio insieme a tutta la sua casa”, le sue preghiere dette fuori della disposizione del tempio di Geova ascesero “a ricordo dinanzi a Dio”. (Atti 10:1-4) Al tempo appropriato Geova dispose per mezzo di un angelo che Pietro, una delle “pietre viventi” del nuovo tempio spirituale, predicasse a Cornelio affinché egli e la sua casa si dedicassero e battezzassero. (Atti 10:31, 44-48) Da quel tempo in poi a Cornelio fu ‘concesso il pentimento’ ed egli si associò attivamente alla disposizione del tempio di Geova affinché le sue preghiere fossero regolarmente udite ed esaudite. Quando in seguito Pietro narrò questo episodio al corpo direttivo di Gerusalemme, “si acquietarono e glorificarono Dio, dicendo: ‘Dunque, Dio ha concesso anche alle persone delle nazioni il pentimento a vita’”. — Atti 11:18.
13, 14. (a) Quale parte hanno gli angeli nel radunamento degli adoratori stranieri? (b) Narrate un’esperienza comune nei nostri giorni relativa a questo radunamento di adoratori.
13 Oggi gli angeli, benché invisibili, sono molto attivi nel notare le persone mansuete dal cuore ben disposto che rivolgono a Dio preghiere sincere per ricevere aiuto. (Matt. 25:31-33) Col tempo Geova fa in modo che gli angeli guidino i visibili ministri di Dio sulla terra affinché vengano a contatto con coloro che cercano la verità, sia loro mostrato come divenire giusti, quindi si dedichino a Dio e adempiano tale dedicazione rimanendo in felice associazione con la disposizione del tempio di Geova per il sacro servizio. Narriamo di seguito un’esperienza moderna che si è ripetuta migliaia di volte in tutta la terra per confermare questo.
14 Una donna ministro dei testimoni di Geova in California racconta che una domenica le mancavano solo pochi minuti per terminare il suo programma di predicazione di tre ore. Essendo piuttosto stanca, pensava di tornare a casa, intendendo ricuperare un’altra volta i pochi minuti che le mancavano. Ma continuava a venirle in mente l’indirizzo vicino di una persona che alla sua prima visita non aveva trovata in casa. Così si sentì infine spinta a fare questa visita. Quando vi andò, trovò la padrona di casa. La signora manifestò grande interesse per la Bibbia, tanto che volle avere immediatamente uno studio biblico a domicilio. Al termine di questo primo studio biblico a domicilio la padrona di casa disse alla donna ministro che la sera prima aveva pregato Dio di aiutarla a capire la Bibbia. Ora era sicura che la sua preghiera era stata esaudita. Nei mesi successivi progredì rapidamente nella conoscenza dei propositi di Geova. Infine si dedicò e si battezzò, ed ora è un’attiva testimone di Geova che si associa felicemente alla società dei cristiani testimoni di Geova. Come il dedicato Cornelio, ella gode ora pienamente del privilegio della preghiera a Geova e può aspettarsi con fiducia d’essere udita regolarmente.
BISOGNO DELLA PREGHIERA
15, 16. (a) Perché le persone si rivolgono alla Bibbia per avere consigli sulla preghiera? (b) Chi diede prova del bisogno di pregare, e per quali cose?
15 Che cosa vi è di meglio della Bibbia per avere consigli sulla preghiera? La Bibbia è il più grande libro di testo circa la preghiera. Nelle Scritture Ebraiche sono menzionate 159 preghiere. Nei quattro Vangeli sono riportate venti delle stupende preghiere di Gesù. Nel resto delle Scritture Greche Cristiane si fa riferimento al soggetto della preghiera altre 98 volte. Nelle numerose preghiere di Gesù osserviamo il suo grande bisogno di mantenersi in comunicazione col Padre durante la sua vita terrena. È scritto: “Nei giorni della sua carne Cristo offrì supplicazioni e anche richieste a colui che poteva salvarlo dalla morte, con forti grida e lagrime, e fu favorevolmente udito per il suo santo timore”. — Ebr. 5:7.
16 Anche noi abbiamo il costante bisogno di pregare come fece Gesù. Gesù è per esperienza il nostro migliore maestro circa la preghiera. Nella preghiera modello egli pose in evidenza le cose appropriate per cui pregare, come ad esempio perché sia santificato il nome di Dio, perché venga il regno di Dio, perché sia fatta sulla terra la volontà di Dio e infine per le cose essenziali della vita. (Matt. 6:9-13) Com’è stato indicato in precedenza, Gesù è divenuto ed è ora l’unico mezzo per avere accesso al vivente Dio mediante la preghiera. Giovanni scrive: “Gesù gli disse [a Tommaso]: ‘Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me’”. “Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, la farò”. — Giov. 14:6, 14.
CHE COS’È LA PREGHIERA?
17. Che cos’è la preghiera, e come opera questa disposizione?
17 In effetti la preghiera è una comunicazione in una sola direzione col vero Dio che è nel cielo. Non sono necessarie linee telefoniche né onde radio per effettuare tali comunicazioni con Geova nel cielo. Dai tempi antichi sino al presente Geova ha reso disponibile un mezzo di trasmissione molto più efficace del telefono e della radio. Tale mezzo disponibile all’uomo non è altro che lo spirito santo di Dio. Lo spirito santo non è limitato dal tempo o dallo spazio nell’individuare i messaggi da trasmettere alla disposizione di ricezione di Geova. Tale ricezione è chiamata nella Bibbia ‘orecchi che odono’ di Dio. (Sal. 18:6, VR) Geova non risponde in modo udibile all’altro capo. Non si fa una conversazione bilaterale con Dio nella disposizione della preghiera. Piuttosto, Dio dà la risposta sotto forma di guida spirituale e soddisfacendo infine le giuste richieste fatte.
ESPRESSIONI APPROPRIATE
18. Dite alcune espressioni appropriate per le preghiere a Geova.
18 Quali sono alcune espressioni che il vero adoratore può dire nella sua comunicazione unilaterale con Geova? Anzitutto, può dire parole di devozione con cui il suo cuore esprime amore verso Dio. (Sal. 18:1, 2) Quindi, si possono pronunciare parole di lode per le molte manifestazioni della grandezza e delle opere di misericordia di Dio. (Atti 4:24-30) Colui che prega può desiderare di dire parole di apprezzamento per le molte opportunità e i molti privilegi di servizio che ha avuto. (2 Sam. 7:27) Le espressioni di gratitudine sono sempre appropriate nel rendere grazie a Geova per le innumerevoli bontà e i doni elargiti. (Col. 1:3) Poiché noi tutti siamo imperfetti e facciamo sbagli di continuo, è sempre appropriato chiedere il perdono di Dio. (Luca 11:4) Tale richiesta indica il proprio atteggiamento pentito per meritare ancora la misericordia di Dio. (Luca 18:11-13) È sempre appropriato esprimere parole di interesse per il benessere dei fratelli e chiedere che il loro servizio del Regno sia benedetto. (1 Tess. 5:25) Infine, si possono rivolgere suppliche verbali per le appropriate cose necessarie. — Sal. 33:18, 19; Prov. 30:7-9; Matt. 6:11.
POSIZIONI
19. Che cosa possiamo dire circa la posizione quando si prega?
19 Oltre a comunicare queste varie espressioni, sono forse necessarie determinate posizioni per la preghiera? In genere è necessaria una posizione che permetta la concentrazione. Vi sono esempi biblici ed esempi moderni di servitori di Geova che hanno detto preghiere mentre erano inchinati, o con gli occhi levati in alto o in ginocchio. (Neem. 8:6; Giov. 11:41; Luca 22:41; Dan. 6:10) Qualunque posizione si assuma, dovrebbe permettere all’individuo di allontanare tutti i pensieri che distraggono. Perché? Perché i pensieri da esprimere debbono essere detti sinceramente, efficacemente e in uno spirito di amore verso Dio. Le parole ben meditate dovrebbero essere in armonia con lo spirito santo di Dio, poiché lo spirito di Dio non può agire contro la volontà di Geova. Inoltre, i messaggi trasmessi dovrebbero essere in armonia con la verità biblica. Quando si dice una preghiera appropriata si riconosce sempre che “Dio è Spirito, e quelli che l’adorano devono adorarlo con spirito e verità”. — Giov. 4:24.
USO DELL’AMEN
20, 21. (a) Perché dire “amen” nella preghiera? (b) Che si può dire dei testimoni di Geova in quanto alla preghiera?
20 La preghiera dovrebbe avere una conclusione appropriata e adatta. Il cristiano conclude non solo menzionando il nome di Gesù, ma termina la preghiera con un “amen”. Amen è una parola ebraica che significa in principal modo “sicuramente”. Amen indica certezza, così sia. Usando l’“amen” si conferma che tutte le espressioni dette nella preghiera sono state dette con sincerità. Nelle preghiere di congregazione coloro che odono la preghiera possono desiderare esprimere un “amen” in modo udibile. — 1 Cor. 14:16.
21 Oggi i testimoni di Geova sono un popolo che prega. Conoscono il loro bisogno della preghiera. Sanno come pregare e ottengono risultati. I testimoni di Geova sono attivamente associati alla “casa di preghiera” di Geova. Il prossimo articolo considererà alcune delle loro sorprendenti esperienze nell’odierno campo della preghiera.
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Salomone che prega alla dedicazione del tempio