Testimoni fino alla più distante parte della terra
“Mi sarete testimoni . . . fino alla più distante parte della terra”. — Atti 1:8.
1. Quale fu uno dei momenti più drammatici della storia dell’umanità?
FU SENZA dubbio uno dei momenti più drammatici della storia dell’umanità. Mai addio era stato così commovente. Il Figlio di Dio stava per lasciare i suoi seguaci sulla terra. Non sarebbe più stato visibilmente con loro in carne ed ossa. C’era tempo solo per un’ultima domanda, per un’ultima risposta. Su quale argomento? Quell’ultima conversazione avrebbe influito sui seguaci di Cristo fino al termine dell’attuale sistema di cose!
2. Quale fu l’ultima domanda rivolta a Gesù prima che lasciasse la terra per sempre, e perché la sua risposta ci interessa moltissimo?
2 L’ultima domanda che i discepoli rivolsero a Gesù fu: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” Non si sa con certezza quali fossero gli esatti motivi per cui fecero questa domanda. Quali che fossero le loro aspettative, una cosa è certa: volevano sapere quando si sarebbero realizzati i propositi di Dio riguardanti il Regno. Chi può dar loro torto? Non furono né i primi né gli ultimi ad attendere con impazienza la liberazione definitiva. Perciò la risposta di Gesù, sì, le sue ultime parole prima di lasciare per sempre la terra, sono per noi di enorme interesse.
L’ULTIMO INCARICO DATO DA GESÙ
3, 4. (a) Come rispose Gesù? (b) Quale duplice lezione Gesù insegnò ai discepoli?
3 Gesù rispose: “Non appartiene a voi d’acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posti nella propria autorità; ma riceverete potenza quando lo spirito santo sarà arrivato su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino alla più distante parte della terra”. Il racconto aggiunge: “E dopo aver detto queste cose, mentre essi guardavano, fu innalzato e una nube lo nascose alla loro vista”. — Atti 1:6-9.
4 Le ultime parole di Gesù avevano un duplice scopo. Come prima cosa disse ai discepoli, con tatto ma con fermezza, che non era compito loro preoccuparsi di stabilire il tempo in cui dovevano svolgersi i propositi di Geova. Confermò così ciò che aveva già detto nella profezia circa il termine del sistema di cose. (Matt. 24:36; Mar. 13:32-37) Poi proseguì indicando loro ciò di cui avrebbero dovuto da allora in poi interessarsi. Dovevano essere testimoni cristiani prima in Gerusalemme, dove intanto era stato detto loro di rimanere (Atti 1:4), quindi in tutta la Giudea e la Samaria e, in ultimo, “fino alla più distante parte della terra”. A tale scopo avrebbero ricevuto “potenza” mediante lo spirito santo.
5. Quando ricevettero “potenza” i discepoli di Gesù e cosa furono spinti a fare?
5 Ricevettero quella “potenza” una settimana e mezzo dopo, alla Pentecoste. Gli apostoli e altri discepoli erano ubbidientemente rimasti a Gerusalemme, e in quel giorno festivo “erano tutti insieme nello stesso luogo”. All’improvviso “furono tutti pieni di spirito santo e cominciarono a parlare diverse lingue, come lo spirito concedeva loro di esprimersi”. Non emettevano un incomprensibile balbettio, ma parlavano “delle magnifiche cose di Dio”. — Atti 2:1, 4, 11.
“IN GERUSALEMME”
6. In che modo quegli unti cristiani cominciarono ad adempiere il loro incarico, ma quale opposizione incontrarono?
6 Appena unti, quei cristiani si diedero immediatamente da fare per adempiere l’incarico ricevuto dal Cristo risuscitato. All’inizio predicarono “in Gerusalemme”, ma non senza incontrare opposizione. Le autorità religiose e civili dei giudei complottarono contro di loro, dicendo:
“Che cosa faremo con questi uomini? Perché, infatti, è avvenuto per mezzo d’essi un segno degno di nota [cioè la guarigione di uno zoppo], manifesto a tutti gli abitanti di Gerusalemme; e noi non lo possiamo negare. Tuttavia, affinché non si diffonda ulteriormente fra il popolo, diciamo loro con minacce di non parlare più a nessun uomo in base a questo nome [di Gesù]”. — Atti 4:16, 17.
7. (a) Come reagirono i discepoli di Cristo? (b) In che modo un oppositore religioso confermò che i primi cristiani stavano fedelmente adempiendo il loro incarico?
7 Cristo aveva detto: “Mi sarete testimoni”. Il Sinedrio giudaico intimò minacciosamente ai primi cristiani “di non parlare più a nessun uomo in base a questo nome”. A chi ubbidirono? Rispettosamente dissero ai loro persecutori: “Non possiamo smettere di parlare delle cose che abbiamo viste e udite”. (Atti 4:18-20) Continuarono a dare testimonianza. Gli apostoli furono imprigionati, ma dopo la loro miracolosa liberazione avvenuta nottetempo, “entrarono all’alba nel tempio e insegnavano”. (Atti 5:17-21) Che zelo! Furono nuovamente arrestati.
“Condottili, li fecero stare nella sala del Sinedrio. E il sommo sacerdote li interrogò, dicendo: ‘Noi vi abbiamo positivamente ordinato di non continuare a insegnare in base a questo nome, eppure, ecco, avete empito Gerusalemme del vostro insegnamento’”. (Atti 5:27, 28)
Quell’autorità religiosa confermò involontariamente il fatto che quei primi cristiani stavano fedelmente adempiendo la prima fase dell’incarico dato loro da Cristo. Agivano come suoi zelanti testimoni “in Gerusalemme”.
8. In che modo quei cristiani ‘avevano empito Gerusalemme del loro insegnamento’, e con quali risultati?
8 Dopo essere stati fustigati e aver ricevuto l’ordine “di smetter di parlare basandosi sul nome di Gesù”, quei cristiani “se ne andarono perciò dalla presenza del Sinedrio, rallegrandosi perché erano stati ritenuti degni d’esser disonorati a favore del suo nome”. Lungi dall’essere scoraggiati, “ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:40-42) Notate che “continuavano” a dare testimonianza “di casa in casa”. (Traduzione del Nuovo Mondo; Garofalo) Ecco perché, pur essendo relativamente pochi, erano riusciti a ‘empire Gerusalemme del loro insegnamento’. Quel metodo ebbe splendidi risultati. “Quindi la parola di Dio cresceva, e il numero dei discepoli si moltiplicava moltissimo in Gerusalemme”. — Atti 6:7.
NELLA SAMARIA E NELLA GIUDEA
9. In quali circostanze l’opera di testimonianza fu estesa alla Giudea e alla Samaria?
9 Ma i primi cristiani non potevano fermarsi lì. Dovevano essere testimoni di Cristo anche “in tutta la Giudea e la Samaria”. Fu proprio il loro zelo nell’adempiere la prima fase del loro incarico cristiano che li portò ad adempiere anche la seconda. L’opposizione alla loro testimonianza in Gerusalemme raggiunse l’apice con l’assassinio, per motivi religiosi, di Stefano, episodio che mise in moto un’ondata di persecuzione contro la congregazione dei testimoni cristiani a Gerusalemme. Lo scopo di quella violenta opposizione era di mettere a tacere quei testimoni di Cristo. Invece diede nuovo impulso all’opera di testimonianza e fece sì che si estendesse proprio nella direzione voluta da Cristo. “Tutti, eccetto gli apostoli, furono dispersi in tutte le regioni della Giudea e della Samaria”. E cosa fecero in quelle zone i cristiani dispersi? “Andarono per il paese dichiarando la buona notizia della parola”. — Atti cap. 7; 8:1, 4.
10. Cosa fecero gli apostoli quando udirono che “Samaria aveva accettato la parola di Dio”, e quale ‘chiave’ usò Pietro?
10 Presto giunse notizia ‘agli apostoli in Gerusalemme’ che “Samaria aveva accettato la parola di Dio”. Gli apostoli presero misure adatte inviando due di loro, Pietro e Giovanni, a consolidare il buon lavoro svolto da quei cristiani dispersi, fra cui Filippo l’evangelizzatore. Valendosi della prerogativa concessagli da Cristo, Pietro aprì ai samaritani la via per divenire cristiani unti e generati dallo spirito, chiamati a partecipare con Cristo al “regno dei cieli”. (Matt. 16:18, 19; Atti 8:14-17) Il racconto di Atti continua: “Quando ebbero dato completa testimonianza ed ebbero detto la parola di Geova, . . . tornarono a Gerusalemme, dichiarando la buona notizia a molti villaggi dei Samaritani”. — Atti 8:25.
11. Che prova abbiamo che “tutta la Giudea” ricevette un’ottima testimonianza?
11 Per quanto riguarda la Giudea, indubbiamente molti giudei presenti a Gerusalemme alla Pentecoste ricevettero un’ottima testimonianza dai nuovi unti cristiani, in particolare da Pietro. (Atti 2:9, 14-36) Sappiamo anche che prima dell’ondata di persecuzione contro i cristiani di Gerusalemme, la “moltitudine si radunava dalle città intorno a Gerusalemme, portando malati e afflitti da spiriti impuri, ed eran tutti guariti”. (Atti 5:16) Tutti quegli abitanti della Giudea ricevettero testimonianza riguardo a Gesù. Riferendosi al periodo successivo alla conversione di Paolo, Luca scrisse: “In tutta la Giudea e la Galilea e la Samaria la congregazione entrò in un periodo di pace, essendo edificata”. (Atti 9:31) Circa 15 anni dopo, Paolo poté scrivere ai cristiani di Tessalonica: “Poiché diveniste imitatori, fratelli, delle congregazioni di Dio che sono nella Giudea”. (I Tess. 2:14) Indubbiamente i primi cristiani adempirono con zelo l’incarico ricevuto da Cristo di essergli testimoni “in Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria”.
“FINO AGLI ESTREMI CONFINI DELLA TERRA”
12. In che senso il giorno della Pentecoste furono piantati i semi della futura espansione?
12 Ma l’ultimo incarico dato da Gesù era di più vasta portata: “Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli estremi confini della terra”. (Atti 1:8, La Bibbia di Gerusalemme [Ge]) Ci sono prove che il nome di Cristo fu testimoniato fra i giudei della Diasporaa anche prima del 36 E.V., anno in cui Pietro usò di nuovo la prerogativa concessagli da Cristo, questa volta per aprire la via del Regno agli incirconcisi gentili. (Matt. 16:18, 19; Atti cap. 10) Dobbiamo ricordare che i tremila giudei e proseliti che divennero cristiani battezzati il giorno di Pentecoste del 33 E.V. non erano tutti abitanti di Gerusalemme e della Giudea. Molti erano venuti da luoghi lontani, come la terra dei Parti, la Media, Elam e la Mesopotamia (gli attuali Iran e Iraq), l’Asia Minore (l’attuale Turchia), l’Africa settentrionale e l’Italia. (Atti 2:8-11) Tornati nei paesi d’origine, in Asia, Africa ed Europa, quei nuovi convertiti cristiani diedero senza dubbio testimonianza circa il nome di Cristo, almeno ad altri giudei e proseliti loro concittadini. Perciò già alla Pentecoste furono piantati i semi della futura espansione.
13. Cosa indica che la testimonianza cristiana raggiunse molto presto la Giudea e la Samaria?
13 Inoltre, in Atti 11:19 si legge: “Quelli che erano stati dispersi dalla tribolazione sorta a motivo di Stefano [qualche tempo dopo la Pentecoste, ma prima della conversione di Paolo nel 34 o 35 E.V.] andarono fino in Fenicia e in Cipro e in Antiochia [di Siria], ma non dichiarando la parola a nessuno se non ai soli Giudei”. Questa è una prova sicura che, anche prima che la predicazione fosse estesa ai non giudei, Cristo era testimoniato molto oltre i confini della Giudea e della Samaria.
14. Quando si cominciò probabilmente a dare una testimonianza sistematica agli incirconcisi? Spiegate.
14 Quando Pietro ebbe usato un’altra delle “chiavi del regno dei cieli” per aprire nel 36 E.V. la via del Regno agli incirconcisi, i testimoni cristiani poterono cominciare a dare testimonianza a tutte le genti, sì, “fino agli estremi confini della terra”. (Ge) Sembra sia stato ad Antiochia di Siria (all’epoca terza città del mondo in ordine di importanza, dopo Roma e Alessandria) che si cominciò a dare agli incirconcisi gentili una testimonianza sistematica. Le cose andarono in questo modo: qualche tempo dopo il 36 E.V., ma prima del 44 E.V., “vi erano alcuni uomini [cristiani] di Cipro e Cirene [nell’Africa settentrionale] che vennero ad Antiochia e parlavano alle persone di lingua greca, dichiarando la buona notizia del Signore Gesù. Inoltre, la mano di Geova era con loro e un gran numero, divenuti credenti, si volsero al Signore”. — Atti 11:20, 21.
15. (a) Cosa fece al riguardo la congregazione di Gerusalemme, e perché la loro decisione è da ritenersi saggia? (b) Cosa faceva Paolo da diversi anni? (c) Perché il caso dell’antica congregazione di Antiochia è particolarmente interessante?
15 Geova benedisse la zelante attività di predicazione svolta da quei cristiani di Cipro e Cirene fra i non giudei. La “congregazione che era in Gerusalemme” mandò in Siria un suo speciale rappresentante perché avesse cura della nuova situazione. Scelsero Barnaba, un giudeo di lingua greca di Cipro. Dopo aver incoraggiato quei nuovi discepoli di Cristo, Barnaba andò a Tarso in cerca di Paolo, che aveva già trascorso diversi anni ‘dichiarando la buona notizia intorno alla fede’ in Siria e in Cilicia, nell’odierna Turchia sud-orientale. (Confronta Atti 9:26-30 con Galati 1:18-23). “Avvenne così che per un anno intero [probabilmente verso il 45 E.V., Barnaba e Paolo] radunarono a sé nella congregazione [ora composta sia di giudei che di gentili] e ammaestrarono una gran folla, e fu in Antiochia che la prima volta i discepoli furono per divina provvidenza chiamati cristiani”. — Atti 11:22-26.
16, 17. (a) Come si estese l’opera di testimonianza da Antiochia di Siria? (b) Quale profezia citarono Paolo e Barnaba per giustificare la loro attività, e a chi si applicava in origine quella profezia? (c) In che modo questo fa luce su Atti 1:8?
16 Per una decina d’anni Antiochia di Siria fu il punto di partenza di un’intensa attività missionaria, compiuta sotto la guida dello spirito santo. (Atti 13:1-4; 14:26; 15:35, 36; 18:22, 23) Paolo, insieme a vari altri missionari, intraprese tre lunghi viaggi di testimonianza, grazie ai quali il cristianesimo si diffuse in tutta l’Asia Minore e la Grecia. Predicarono il Cristo a giudei e gentili. In un’occasione Paolo e Barnaba giustificarono questo modo d’agire davanti a un gruppo di giudei adirati, dicendo:
“Era necessario che la parola di Dio fosse detta per prima a voi. Siccome voi la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo alle nazioni. Infatti Geova ci ha imposto comandamento con queste parole: ‘Ti ho costituito come luce di nazioni, onde tu sia una salvezza fino all’estremità della terra’”.
Luca aggiunge: “Udendo ciò, quelli delle nazioni si rallegravano e glorificavano la parola di Geova, e tutti quelli che erano giustamente disposti per la vita eterna divennero credenti”. — Atti 13:46-48.
17 Citando alcune profezie riguardanti il Servitore messianico (Isa. 42:6; 49:6) e applicandole all’attività che svolgevano, Paolo e Barnaba mostrarono che loro e gli altri conservi cristiani agivano in effetti in sostituzione di Cristo, al quale Geova aveva affidato l’incarico di portare “luce” e “salvezza” “fino all’estremità della terra”. Cristo a sua volta aveva incaricato i suoi seguaci di essergli testimoni “fino alla più distante parte della terra”. — II Cor. 5:20; Atti 1:8; confronta Isaia 49:5-9 con Luca 2:25-32.
UN INCARICO A LUNGO TERMINE
18. Cosa si sa circa gli sforzi dei primi cristiani di essere testimoni “fino alla più distante parte della terra”?
18 Come abbiamo visto, il libro degli Atti mostra lo zelo con cui gli apostoli e i primi cristiani cercarono di adempiere l’incarico affidato loro da Cristo di dare testimonianza in Gerusalemme, in Giudea, in Samaria e fin dove fossero riusciti ad arrivare “fino all’estremità della terra”. Sappiamo per esempio che l’apostolo Pietro diede fedelmente testimonianza riguardo a Cristo in Oriente, fino a Babilonia, e che Paolo testimoniò in Occidente, Italia compresa, giungendo forse anche in Spagna. — I Piet. 5:13; Atti cap. 28; Rom. 15:23-28.
19. Cosa mostra, comunque, che l’incarico affidato da Cristo ai suoi seguaci si estendeva fino ai nostri giorni, e quale domanda sorge?
19 È piuttosto evidente, comunque, che l’incarico dato da Gesù di essergli testimoni “fino alla più distante parte della terra” aveva una portata molto più ampia. Secondo la stessa profezia di Gesù, doveva estendersi oltre il periodo apostolico, arrivando fino al “termine del sistema di cose”. (Matt. 24:3, 14) È stato però molto stimolante e incoraggiante esaminare l’ottimo esempio datoci dai primi cristiani. Ora sorge la domanda: Chi sono quelli che oggi portano avanti l’eccellente opera iniziata dagli apostoli, e con quali mezzi sono letteralmente stati testimoni di Cristo e del suo Padre celeste “fino alla più distante parte della terra”? È quanto vedremo nel prossimo articolo.
[Nota in calce]
a La “dispersione” degli ebrei dopo le deportazioni per mano degli assiri e dei babilonesi.
[Testo in evidenza a pagina 14]
“Ecco, avete empito Gerusalemme del vostro insegnamento”
[Testo in evidenza a pagina 15]
‘Dichiararono la buona notizia ai samaritani’
[Diagramma/Immagine a pagina 13]
(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)
SAMARIA
GERUSALEMME
GIUDEA