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Domande dai lettori (4)La Torre di Guardia 1953 | 15 agosto
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da una mania per la salute è una specie di introversione che tiene la mente occupata su se stessi, il che non porta né alla salute fisica né a quella spirituale. Le pretese esagerate di guarigioni con questo o con quel sistema sono sempre sospette. Come già affermato, ogni individuo è diverso dall’altro. (Rom. 14:2, 3) La moderazione è generalmente benefica.
Infine, se qualcuno pretende che la Società sostenga questo o quel programma di salute, badi bene che tale persona usa abusivamente il nome della Società a scopi commerciali, per guadagno personale. (1 Tim. 6:5-10) Alcuni possono tentare di propagandare le loro pasticche o altri prodotti salutari o delle cure citando una figura rinomata fra i testimoni di Geova come cliente o paziente; ciò non dovrebbe mai essere inteso nel senso che la Società appoggi tali pasticche o tali cure. Ve ne sono di onesti che cercano di aiutare e anche d’imbroglioni che cercano di sfruttare in tutti i vari campi della terapia sia quella riconosciuta che quella non riconosciuta. La Società è separata da loro, interamente assorbita nella sua opera di predicazione del vangelo.
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Domande dai lettori (5)La Torre di Guardia 1953 | 15 agosto
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Domande dai lettori
◆ Perché Atti 15:20, 29 ordina ai Cristiani di astenersi dalla carne sacrificata agl’idoli e 1 Corinzi 8:1-10 permette di mangiare tale carne? — J. H., Texas.
Molti Cristiani fra i Gentili, quando ancora erano pagani, mangiavano la carne offerta agl’idoli, la mangiavano per festeggiare l’idolo, e fu ritenuto che avessero così comunione con l’idolo. Queste erano delle sacre festività in cui certe parti dell’animale venivano usate sull’altare dell’idolo e certe altre venivano adoperate dall’offerente, e quindi chi ne mangiava in tali circostanze era partecipe dell’idolo o del dio demonico che l’idolo rappresentava; come gl’Israeliti partecipavano all’altare di Geova quando mangiavano parte dei sacrifici animali che offrivano al tempio, e come più tardi i Cristiani partecipavano alla mensa di Geova quando prendevano il pane e il vino del Memoriale. È questo atto formale, religioso, sacro di mangiare carne sacrificata agl’idoli che Atti 15:20, 29 e Atti 21:25 vieta. Esso renderebbe i Cristiani partecipi coi demoni, e quindi inadatti a partecipare alla mensa di Geova. — 1 Cor. 10:18-21, NW.
Però, non tutta la carne sacrificata agl’idoli era usata nelle feste sacre, anzi una gran parte si trovava nelle macellerie o mercati pagani di carne. Era tale carne che 1 Corinzi 8:1-10 consentiva ai Cristiani di comperare e mangiare. Qualsiasi specie di carne fosse venduta in questi mercati, anche se il sangue dell’animale o una parte della sua carne fosse stata usata per il culto dell’idolo da parte degli idolatri, poteva esser mangiata dai Cristiani. Non era mangiata allo scopo di prender parte alla sacra festa in onore di un idolo. Tuttavia in un certo caso il Cristiano doveva fare attenzione: non doveva far inciampare un fratello più debole. Se uno che non fosse maturo nella conoscenza e nell’intendimento in materia facesse qualche obiezione a un fratello maturo che mangia la carne, il fratello maturo non ne avrebbe mangiato. Benché libero di farlo, non avrebbe permesso che la sua libertà desse motivo a uno più debole di lui di giudicarlo male. Si sarebbe astenuto dal mangiarne piuttosto che far inciampare il suo fratello più debole. — 1 Cor. 8:11-13; 10:23-33.
Si potrebbe in certo qual modo chiarire la situazione con questa illustrazione, benché non sia analoga. Noi oggi possiamo bere del vino e mangiare del pane; ma noi non berremmo né mangeremmo queste cose coi falsi religionisti i quali celebrerebbero indegnamente la cena del Signore. Parimenti, quelli della classe delle “altre pecore” non berrebbero del vino né mangerebbero del pane alle nostre celebrazioni del Memoriale; però potrebbero senza pregiudizio bere un po’ del vino e mangiare un po’ del pane che fosse rimasto più tardi nella serata dopo la celebrazione, oppure il giorno seguente, e fuori della Sala del Regno. Ma se qualche fratello provasse al riguardo degli scrupoli, e fosse contrario a questo successivo uso del pane e del vino, in tal caso per riguardo alla loro coscienza e per evitare di scandalizzare gli altri fratelli non userebbero questi resti in presenza di tali individui più deboli, benché verso Dio non sarebbe commesso alcun male per tale uso del pane e del vino.
In ogni cosa voi siete arricchiti per ogni specie di generosità, che produce per mezzo nostro un’espressione di ringraziamento a Dio; poiché il ministero di questo servizio pubblico non è solo per supplire abbondantemente ai bisogni dei santi ma anche per essere ricchi di molte espressioni di ringraziamento a Dio. — 2 Cor. 9:11, 12, NW.
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