Quando tutti gli uomini adoreranno di nuovo un solo Dio
1. Il 6 dicembre 1956, che cosa notarono due dirigenti di una società editrice di New York sul Colle di Marte, in Atene?
IL 6 dicembre del 1956 il presidente e vicepresidente di una nota società editrice internazionalea salivano sul Colle di Marte in Atene, Grecia. I pagani Greci dell’antichità chiamarono il colle Areopàgo. Gradini di pietra conducono alla sommità. All’inizio di questi gradini i due uomini si fermarono. Guarda! Una lastra di bronzo incastrata nella roccia a destra dei gradini! Vi è una scritta in parole del comune linguaggio greco di diciannove secoli fa. Le parole sono infatti una citazione della Sacra Bibbia. Sì, sono di quella parte della Bibbia che fu inizialmente scritta in greco ai Cristiani e che in genere si chiama “Il Nuovo Testamento”. Le parole citate sono tratte dal suo libro degli Atti degli Apostoli, capitolo diciassette, versetti da ventidue a trenta. Tradotte in moderno italiano ecco cosa dicono le parole:
2. Che cosa diceva la scritta sulla lastra di bronzo?
2 “Ateniesi, io vedo che in ogni cosa sembrate d’esser dediti al timore delle deità più di altri. Per esempio, passando e osservando attentamente gli oggetti della vostra devozione, ho trovato anche un altare su cui era scritto ‘A un Dio Sconosciuto’. Perciò quello a cui rendete devozione senza conoscerlo, io ve l’annuncio. L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo, come Questi è, Signore del cielo e della terra, non dimora in templi fatti con mani, né è servito da mani umane come se avesse bisogno di alcuna cosa, perché egli stesso dà a tutte le persone la vita, il respiro e ogni cosa. Ed egli ha tratto da un solo uomo tutte le nazioni degli uomini, perché abitino su tutta la superficie della terra, e ha determinato i tempi fissati e i confini dell’abitazione degli uomini, affinché cerchino Dio se possono, brancolando, realmente trovarlo, benché infatti, egli non sia lontano da ciascuno di noi. Poiché per mezzo di lui abbiamo la vita e ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto pure alcuni dei vostri poeti: ‘Poiché siamo anche la sua progenie’. Vedendo, dunque, che siamo progenie di Dio, non dobbiamo immaginare che l’Essere Divino sia simile all’oro o all’argento o alla pietra, come qualche cosa scolpita dall’arte e dall’invenzione dell’uomo. È vero che Dio è passato sopra ai tempi di tale ignoranza, ma ora egli dice al genere umano che tutti, in ogni luogo, si ravvedano. Perché ha stabilito un giorno nel quale si propone di giudicare con giustizia la terra abitata per mezzo di un uomo che ha incaricato, e ne ha dato a tutti una garanzia in quanto lo ha risuscitato dai morti”.
3, 4. A quale fatto quella lastra incastrata nella roccia dava testimonianza, e come accadde ciò?
3 Perché fu quella lastra con tali rimarchevoli parole incastrata nella roccia? Per testimoniare che Paolo della città di Tarso, Asia Minore, pronunciò quelle parole sul Colle di Marte diciannove secoli fa. Paolo era un apostolo o inviato di Gesù Cristo, che era stato ingiustamente ucciso circa diciotto anni prima di questo fatto a Gerusalemme, ma che l’Iddio Onnipotente aveva reso vivente destandolo dai morti il terzo giorno. Paolo stesso aveva incontrato questo Gesù Cristo anni dopo la sua risurrezione dai morti. Questo incontro miracoloso aveva aiutato Paolo a cambiare la sua condotta di persecutore dei seguaci di Cristo per divenire suo fedele seguace. Paolo era dunque un testimone del fatto che l’Iddio Onnipotente aveva risuscitato Gesù Cristo dai morti e l’aveva trasformato in una gloriosa persona spirituale nei cieli invisibili.
4 Ora l’apostolo cristiano Paolo era quindi sulla sommità del Colle di Marte, o Areopago. La più alta corte legale dell’antica Atene lo aveva condotto lassù per ascoltarlo, perché sul Colle di Marte questa corte teneva le sue riunioni. I membri di questa corte erano filosofi noti come Stoici ed Epicurei. Come Paolo rammentò loro, credevano in molte deità alle quali avevano costruito templi e altari perché le temevano. Temevano di trascurare un dio. Per evitare la punizione essi eressero pertanto un altare a colui che questo dio avrebbe potuto essere. Confessavano di non conoscere questo dio con la scritta posta sull’altare: “A un Dio Sconosciuto”. Chi era Egli? Paolo lo sapeva. Quegli uomini di Atene non lo sapevano.
5. Che cosa dimostrò Paolo alla corte legale circa i termini “Gesù” e “risurrezione”?
5 Qual era il nome di questo Dio Sconosciuto? Quegli uomini di Atene avevano udito Paolo parlare di Gesù e della risurrezione. Pensarono quindi che Gesù e Risurrezione fossero nomi di dèi strani per loro. Essi condussero Paolo al Colle di Marte onde si difendesse dall’accusa di bestemmia religiosa, per cui poteva esser messo a morte. Paolo dimostrò che Gesù e Risurrezione non erano i nomi del Dio Sconosciuto. Si era Gesù risuscitato dai morti? No. La storia ci dice che Gesù aveva risuscitato o destato sulla terra altre persone dai morti. Ma egli non avrebbe potuto risuscitar se stesso dai morti. Essendo morto, non poteva far ciò.
6. Chi aveva dunque risuscitato Gesù, e quale relazione avevano pertanto l’uno con l’altro?
6 Chi fece dunque risuscitare Gesù Cristo dalla morte? Fu Dio. Egli destò Gesù Cristo dai morti e non soltanto lo riportò in vita ma anche lo trasformò in immortale persona spirituale perché vivesse nei cieli. Non pensate forse che egli dovette esser Dio per poter fare ciò? Sì; l’Essere che può fare tale miracolo dev’essere il solo, vero e vivente Iddio. Per fare ciò dev’essere onnipotente. Nessun dio degli Ateniesi o di qualsiasi altro popolo aveva mai o avrebbe potuto fare un atto simile. Inoltre, risuscitando questo Gesù Cristo dai morti onde ricevesse la vita sovrumana e spirituale con Lui nel più alto dei cieli, Dio Onnipotente mostrò che Egli era il celeste Padre di questo Gesù e che questo risuscitato Gesù era il Figlio di Dio. Ricevendo il corpo e la vita da Dio Onnipotente, divenne il Figlio di Dio, il celeste, spirituale Figlio di Dio.
7. Che cos’altro è questo Risuscitatore di Gesù Cristo?
7 Questo onnipotente, immortale Iddio diede più che la vita al suo Figlio Gesù Cristo. Per far conoscere meglio agli Ateniesi il Dio Sconosciuto, Paolo disse loro sul Colle di Marte che egli è l’Iddio che “ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso”. Egli è dunque il grande Creatore, il più grande Formatore di tutte le cose che esistono, sia invisibili che visibili ai nostri occhi. Questi è, dunque, come disse Paolo, il “Signore del cielo e della terra”, cioè il Possessore di tutto il cielo e la terra. Perciò giustamente Lo chiamiamo Signore Dio.
IL SUO NOME E LA SUA ADORAZIONE
8. Con quale nome personale lo possiamo chiamare, e dove e quante volte ricorre tale nome?
8 Possiamo noi chiamare questo Signore Dio con un nome personale affinché lo distinguiamo da tutti gli altri che son chiamati “dèi”? Sì, lo possiamo. Qual nome personale, dunque? Ebbene, avete mai udito qualcuno cantare o gridare la parola “Alleluia”? Questa è una parola ebraica e significa “Lodate Jah!” Ma chi è questo Jah che siamo invitati a lodare? Gli studiosi ebrei ci dicono che questo nome Jah è un abbreviazione dell’intero nome Geova. Alcuni studiosi preferiscono pronunciare il nome Jahveh o Jahweh, ma oggi Geova è il più comune modo di pronunciare il nome. Nessun uomo gli ha dato questo nome. Egli si chiamò così da sé. Mediante l’invisibile forza con cui creò il mondo egli fece anche scrivere un libro sulla terra da uomini che lo servirono e adorarono. Poiché spinse questi uomini a scrivere tale libro mediante la sua invisibile forza attiva, esso si chiama sacro. Alcuni lo chiamano Sacre Scritture, perché è fatto di sacri scritti. Altri lo chiamano Sacra Bibbia, perché è composto di molti libretti, sessantasei libri nella maggioranza delle versioni della Sacra Bibbia. I primi trentanove libri furono scritti nella lingua ebraica, e in quei libri l’Iddio Onnipotente dice che il suo nome personale è Geova, almeno 6.823 volte.
9. Che cosa dichiara egli in Isaia 42:8, per farsi riconoscere?
9 Nel libro di Isaia, capitolo quarantadue, versetto otto, l’Iddio Onnipotente dice: “Io sono Geova, questo è il mio nome; e io non darò la mia gloria ad un altro, né la mia lode alle immagini scolpite”. (SA) Ora questo solo, vero e vivente Iddio non vi è più sconosciuto col suo nome personale. Egli è Geova Dio.
10. Perché non v’è oggi nessun tempio edificato dall’uomo a Geova, e che cosa disse a questo proposito il re Salomone?
10 Nella maggior parte dei Paesi della terra vi sono migliaia di templi fatti dalle mani degli uomini. Ma ne conoscete alcuno che sia consacrato a Geova Dio? No, voi non ne conoscete. Millenovecento anni fa vi era un tempio di Geova nella città di Gerusalemme, che ora è situata nel Paese del Giordano. Ma Geova Dio stesso lo fece bruciare e abbattere nell’anno 70 dell’èra cristiana. Perché? Perché quel tempio era stato male usato e perché, come Paolo disse agli Ateniesi sul Colle di Marte, il solo, vivente e vero Iddio “non dimora in templi fatti con mani, né è servito da mani umane come se avesse bisogno di alcuna cosa”. (Atti 17:24, 25, NM) Come potrebbe l’Iddio che ha fatto gli incommensurabili cieli e la grande terra dimorare nei templi veramente molto piccoli che sono stati fatti dalle mani degli uomini? Noi non dobbiamo disonorare Dio rimpicciolendolo. Quasi tremila anni fa il re Salomone costruì a Geova in Gerusalemme un glorioso tempio. Ma quando questo saggissimo Re dell’antichità inaugurò il tempio di Geova, pregò e disse: ‘Ma è egli proprio vero che Dio abiti sulla terra? Ecco, i cieli de’ cieli non ti posson contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita! Nondimeno, o Eterno [Geova], Dio mio, abbi riguardo alla preghiera del tuo servo e alla sua supplicazione, ascoltando il grido e la preghiera che il tuo servo ti rivolge quest’oggi. Siano gli occhi tuoi notte e giorno aperti su questa casa, sul luogo di cui dicesti: — Quivi sarà il mio nome!” — 1 Re 8:27-29.
11, 12. Quale stato di dipendenza vi è fra Dio e noi?
11 Il creatore di tutte le cose che sono in cielo e sulla terra è troppo grande per dimorare in templi fatti dalle nostre mani. Egli non ha bisogno di alcuna cosa come un tempio di legno, mattoni o pietre. Invece d’aver bisogno che noi gli diamo qualche cosa per renderlo contento e felice, come disse Paolo, “egli stesso dà a tutte le persone la vita, il respiro e ogni cosa”.
12 La nostra vita viene da Dio. La nostra facoltà di respirare e l’aria che respiriamo vengono da Dio. La terra e tutte le cose che riceviamo vengono da Dio, sono suoi doni. Perché dovremmo dunque pensare che Egli debba dipendere da noi e che noi dobbiamo costruirgli dei templi? Giacché è il nostro Datore di vita e Colui dal quale dipendiamo per avere ogni cosa buona, egli deve essere l’Iddio che adoriamo e serviamo. Questo dovremmo fare indipendentemente dalla nazione alla quale oggi apparteniamo.
13. Indipendentemente dalla nostra nazionalità, in che senso siamo noi progenie di Dio?
13 Ascoltate ancora cosa disse Paolo sul Colle di Marte, spiegando questo Dio: “Egli ha tratto da un solo uomo tutte le nazioni degli uomini, perché abitino su tutta la superficie della terra, e ha determinato i tempi fissati e i confini dell’abitazione degli uomini, affinché cerchino Dio se possono, brancolando, realmente trovarlo, benché, infatti, egli non sia lontano da ciascuno di noi. Poiché per mezzo di lui abbiamo la vita e ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto pure alcuni dei vostri poeti: ‘Poiché siamo anche sua progenie’. Vedendo, dunque, che siamo progenie di Dio, non dobbiamo immaginare che l’Essere Divino sia simile all’oro o all’argento o alla pietra, come qualche cosa scolpita dall’arte e dall’invenzione dell’uomo”. Quindi noi veniamo tutti dal primo uomo fatto da Dio, indipendentemente dalla nazione alla quale ora possiamo appartenere, indipendentemente dal luogo dove dimoriamo su questa terra. Dato che quel primo uomo fu fatto o creato da Dio e fu pertanto “figlio di Dio”, noi siamo in certo senso “progenie di Dio”, perché veniamo da quell’uomo. Certo, dunque, noi dovremmo adorare come nostro Dio il Creatore di cui siamo progenie. — Luca 3:38.
14. Perché non abbiamo più bisogno di brancolare in cerca di Dio senza speranza di trovarlo?
14 I tempi dell’ignoranza circa questo Dio son prevalsi per molto tempo sulla terra, sin da molto prima che Paolo scoprisse l’altare “A un Dio Sconosciuto” in Atene millenovecento anni fa. Per questo, molti di noi che abbiamo bramato di conoscere il vivente e vero Dio siamo andati brancolando in cerca di lui. Pensate: Egli non è lontano da alcuno di noi, per cui dovremmo essere in grado di trovarlo! Pensate anche che Egli decreta i fissati tempi perché lo cerchiamo, in modo che possiamo trovarlo! E pensate che ora è il tempo fissato in cui lo dobbiamo cercare con la buona speranza di trovarlo e conoscerlo veramente!
ORIGINALE ADORAZIONE DI UN SOLO DIO
15. Che cosa vuol dire trovare Dio, e qual era la condizione di Adamo quando lo conobbe?
15 Trovarlo per conoscerlo e capirlo ed essergli amico vuol dire trovare il nostro Datore di vita e Sostenitore. Tale felice avvenimento può condurre alla vita eterna nella perfetta pace e felicità. Il primo uomo lo conobbe ma lo perdette. La grande perdita portò la morte su quel primo uomo e su tutte le nazioni che vennero da lui. Quando il primo uomo, chiamato Adamo, conobbe Dio quale suo Padre celeste ed ebbe rapporti familiari con Dio in qualità di suo figlio terreno, Adamo era unito alla divina Fonte della sua vita. Onde la vita sussistesse sulla terra Adamo doveva mantenersi in contatto con questa unica Fonte di vita. Geova Dio desidera che i suoi figli, in cielo e sulla terra, sian perfetti. Egli li crea perfetti. “La sua attività è perfetta”. (Deut. 32:4, NM) La sua creazione del primo uomo Adamo fu perfetta. Come dice la sua Bibbia: “Geova Dio formò l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiò nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Gen. 2:7, NM) Il primo uomo non fu un’imperfetta anima mortale, ma divenne una perfetta anima vivente.
16. Quale possibilità era dinanzi ad Adamo in Eden, e da che cosa dipendeva questo?
16 Comprendiamo noi ciò che questo significa? Come perfetta anima umana Adamo avrebbe potuto vivere sulla terra per sempre, e sarebbe stato un piacere vivervi per sempre, sia per lui che per la sua progenie. Perché? Perché Dio lo pose su una terra paradisiaca, desiderando che vi rimanesse, poiché amava questo figlio terrestre e voleva che restasse nella famiglia di Dio. La sua Sacra Bibbia ci dice: “Il Signore [Geova] Dio aveva piantato fin da principio un paradiso di delizie, dove pose l’uomo che aveva formato. E il Signore [Geova] Dio fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi belli a vedersi, dai frutti soavi al gusto, e l’albero della vita, in mezzo al paradiso, e l’albero della scienza del bene e del male”. (Gen. 2:8, 9, Ti) Da che cosa dipendeva la permanenza di Adamo in questo paradiso di delizie in unione con la Fonte della vita? Dall’osservanza della sola e giusta maniera di adorare.
17, 18. (a) Perché non sarebbe stato Adamo incline ad adorare gli antenati? (b) Né gli alberi? (c) Né le bestie, gli uccelli e gli insetti?
17 Ma a chi avrebbe Adamo reso adorazione? A chi avrebbe desiderato Adamo rendere adorazione nella sua perfezione umana? Ad antenati terreni? Adamo non aveva antenati umani. Avrebbe dunque desiderato adorare gli alberi di quel giardino o il fiume che usciva dall’Eden per irrigare quel giardino? No; egli era stato posto nel giardino per coltivarne gli alberi: “Il Signore [Geova] Dio prese adunque l’uomo e lo pose nel paradiso di delizie, affinché lo coltivasse e lo custodisse”. (Gen. 2:15, Ti) L’uomo Adamo non aveva ricevuto la sua vita dagli alberi, nemmeno dall’“albero della vita” che Dio aveva piantato in mezzo al giardino. Se ne avesse ricevuto l’autorità dal cielo, Adamo avrebbe potuto abbattere e sopprimere qualsiasi albero.
18 Or dunque, sarebbe stato Adamo incline ad adorare alcuno degli animali inferiori — le bestie, gli uccelli e gli insetti del giardino — o dei pesci che guizzavano nel fiume e nei suoi emissari? No; egli fu posto al di sopra di quegli animali inferiori e diede loro dei nomi. Geova Dio “li condusse ad Adamo, perché vedesse il nome da darsi ad essi, e ogni nome che Adamo diede agli animali è il vero nome”. (Gen. 2:19, 20, Ti) Ma Adamo non chiamò alcuno di essi “Dio”. Egli aveva dominio su di loro, non essi su di lui. Essi temevano lui, ma lui non temeva loro. Egli non era disceso da loro, ma era stato creato in modo speciale separatamente da loro. Egli li vedeva morire! Perché adorare alcuno di loro?
19. Chi sarebbe stato Adamo incline ad adorare, e perché, sebbene tale persona fosse invisibile?
19 Chi, allora, sarebbe stato Adamo incline ad adorare? Se stesso? No, sebbene avesse dominio sopra gli animali inferiori. Il suo Datore di vita, dunque? Sì, perché egli aveva creato Adamo nella perfezione e aveva creato tutte quelle creature viventi col bel paradiso di Eden per sua dimora. Geova non era per Adamo un Dio sconosciuto. Egli aveva creato Adamo con elementi e potere fisico tali che Adamo non poteva vedere Dio e restar vivo. (Eso. 33:20) Tuttavia Dio gli parlò dall’invisibile e gli disse perché era stato posto su questa terra. Gli disse come avrebbe potuto vivere nel suo paradiso terrestre per sempre. “E Geova Dio impose all’uomo anche questo comando: ‘Di ogni albero del giardino puoi mangiare a volontà. Ma in quanto all’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai sicuramente morrai’”. (Gen. 2:16, 17, NM) Adamo accettò questa informazione come ordine del suo Creatore. Egli coltivò il giardino paradisiaco e ne ebbe cura, ma non mangiò di quell’albero. Voleva vivere e poter continuare a parlare e ad associarsi col suo amorevole Creatore in quella perfetta dimora terrestre.
20. Come accrebbe Dio la felicità del solo Adamo, e quale adorazione si continuò a praticare?
20 Per accrescere la felicità di Adamo, Dio gli creò una perfetta moglie. Onde fosse realmente parte di Adamo, Dio gli fece venire un profondo sonno e poi senza fargli provar dolore tolse una costola dal suo fianco che usò per formare una donna. Dio la presentò quindi ad Adamo in sposa. Egli spiegò loro il suo proposito: “Dio li benedì [non li maledì], e Dio disse loro: ‘Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra e assoggettatevela, e tenete sottomessi i pesci del mare e le creature volatili dei cieli ed ogni creatura vivente che striscia sopra la terra’”. (Gen. 2:18-25; 1:26-28, NM) Adamo e la moglie Eva udirono Dio che parlava loro. Egli era il Solo che adoravano quale Dio.
21. Come Adamo ed Eva adoravano Dio, e che cosa poteva quindi dirsi di tutti gli uomini?
21 Come lo adoravano? Costruendo templi? No; Dio non aveva bisogno di alcuna casa in cui soltanto potesse parlar loro. Facendo un’immagine di qualche specie o forma? No; nessuna immagine avrebbe potuto essere una copia di Dio. Ogni immagine fatta dall’uomo lo avrebbe raffigurato erroneamente e sarebbe stata una menzogna contro di lui. Offrendo sacrifici? No; Dio non comandò loro di uccidere animali e di bruciarli su altari. Adamo ed Eva erano anime umane perfette e non avevano commesso peccati per cui dovessero sparger sangue e offrire sacrifici. Come, dunque, adoravano il loro Creatore quale Dio? Ringraziandolo, lodandolo e ubbidendo a lui come al loro celeste Padre e Legislatore. Questo fecero per qualche tempo e furon puri e felici, ignorando dolore, tristezza e timore. Adamo ed Eva e la non generata razza umana che era nei loro lombi si unirono nell’adorare Geova loro Creatore e Datore di vita. Era quindi il tempo in cui tutti gli uomini adoravano un solo Dio. Questa fu la pratica della razza umana al suo inizio, ed essa era la sola e corretta pratica. Fu il modello originale che noi avremmo dovuto seguire.
TENTATIVO DI PRODURRE PIÙ DÈI
22. In che modo ebbe inizio la comparsa di tanti dèi che sono adorati?
22 Oggi ve ne sono molti che si chiamano dèi e sono adorati come tali. Questo è tutto il contrario di ciò che avveniva nel paradiso d’Eden al puro inizio della razza umana. Incominciò quando una superba creatura volle esser Dio e porre conseguentemente due Dèi nell’universo. Questa creatura si presentò senz’esser vista nel paradiso. Cominciò a parlare alla donna Eva, non direttamente, come faceva Dio, ma indirettamente per mezzo di un serpente del giardino. Egli mentì contro il solo Dio dicendo a Eva che Dio aveva detto una bugia parlando dell’albero della conoscenza del bene e del male. Questo mentitore voleva che Eva lo adorasse come un dio, ubbidendo a lui anziché al suo Creatore e Dio. Questa empia creatura mostrò di voler essere adorata come un dio, dicendo a Eva: “Voi non morrete certamente. Anzi Dio sa che nel giorno stesso che ne mangerete [dell’albero proibito] i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male”. Egli divenne un dio quando Eva e poi il marito Adamo gli ubbidirono, mangiando del frutto proibito dell’albero della conoscenza del bene e del male. — Gen. 3:1-7, NM.
23. Che cos’è il peccato, e quale adorazione era implicata dal peccato di Adamo ed Eva?
23 La disubbidienza contro Dio è peccato; significa fallire il segno della perfezione. Dio punisce il peccato con la morte. Egli condannò il primo uomo e la prima donna alla morte perché peccarono e adorarono un falso dio, e li cacciò dal paradiso d’Eden Ma prima di far questo fece udir loro ciò che disse al falso dio, che non avrebbe potuto rubare per sempre l’adorazione a Geova Dio.
24. Che cosa significò l’avvertimento che Dio diede al Serpente, e perché noi siamo tutti imperfetti e mortali?
24 Invece di paragonare questo falso dio a se stesso, Geova Dio lo paragonò al serpente e lo maledisse dicendo: “Io porrò inimicizia fra te e la donna e fra la tua progenie e la progenie di lei. Questa progenie ti ferirà la testa e tu le ferirai il calcagno”. (Gen. 3:14, 15, NM) Ferire la testa di un serpente significherebbe ucciderlo. Questo è ciò che accadrà all’originale, falso dio sotto il tallone della promessa Progenie della donna di Dio. Questo è anche ciò che accadrà a tutti i falsi dèi, essendo essi “progenie” del primo falso dio. Adorare e ubbidire a qualsiasi falso dio significa peccare. La punizione è la morte. Perciò leggiamo riguardo ad Adamo che peccò: “Divenne padre di figli e figlie. Quindi tutti i giorni che Adamo visse ammontarono a novecentotrent’anni, poi morì”. (Gen. 5:4, 5, NM) Egli avrebbe potuto vivere per sempre nel suo paradiso se non avesse peccato mangiando del frutto proibito o in altro modo. Tutti i suoi figli hanno ereditato fino ai nostri giorni il peccato e la morte da lui. (Rom. 5:12) Sapete voi perché siamo tutti imperfetti e mortali? Proprio per questo.
25. Come fu chiamato da Geova il primo falso dio, e in che modo l’adorazione dei falsi dèi si sparse evidentemente dalla terza generazione in poi?
25 Poiché il primo falso dio era stato suo nemico e calunniatore e si era servito del serpente per indurre Eva e Adamo al peccato, Geova Dio lo chiamò “il dragone, l’originale serpente, che è il Diavolo e Satana”. (Apoc. 20:2, NM; Apoc. 12:9) Molti nipoti di Adamo devono aver adorato dèi falsi. Molte cose che hanno relazione con l’adorazione e che dei ricercatori hanno scavato dalla terra dove sono state sepolte per lungo tempo ce ne danno la prova.b Ai giorni del nipote di Adamo, Enosh, essi arrivarono perfino al punto di chiamare altre cose col nome di Geova. “A quel tempo si cominciò ad invocare il nome di Geova”. (Gen. 4:25, 26, NM) La falsa adorazione dev’essere stata affrettata quando gli angelici figli celesti di Dio scesero dal cielo, presero la forma di begli uomini e sposarono donne avvenenti, allevando figli chiamati Nefilim. “I Nefilim erano sulla terra in quei giorni, ed anche dopo ciò, quando i figli di Dio continuarono ad avere rapporti con le figlie degli uomini e fecero loro dei figli, essi furono i potenti che appartenevano a quel mondo, gli uomini famosi. E Geova vide che la malvagità dell’uomo era divenuta grande sulla terra e che ogni inclinazione dei pensieri del suo cuore era solo male in ogni tempo”. Quale meraviglia che la terra fosse piena di violenza per causa loro! La falsa adorazione conduce sempre a tali dannose conseguenze. — Gen. 6:1-5, 13, NM.
26. Chi fu il primo uomo che non cedette alla falsa adorazione, e che cosa mostrò d’essere?
26 Non tutti gli uomini cedettero allora alla falsa adorazione. Il secondo figlio di Adamo, chiamato Abele, si volse all’adorazione di Geova Dio in cui aveva vera fede. Egli è il primo di cui si narra nella Bibbia che offrì un sacrificio animale a Dio, e Dio accettò tale sacrificio, quale prefigurazione profetica di un più grande sacrificio che avrebbe veramente tolto il peccato e la condanna di morte agli uomini e alle donne che avrebbero avuto fede in quel sacrificio, accettandone i benefici. Poiché Abele rendeva giusta adorazione al solo Dio, il fratello più anziano Caino lo uccise per gelosia. (Gen. 4:1-8) C’è sempre il pericolo che i falsi adoratori odino e perseguitino i veri adoratori. La Sacra Bibbia nomina Abele quale primo e fedele testimone terreno di Geova. Essa dice: “Per fede Abele offerse a Dio un sacrificio più eccellente di quello di Caino; per mezzo d’essa gli fu resa testimonianza ch’egli era giusto, quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo d’essa, benché morto, egli parla ancora”. Egli fu il primo di “sì gran nuvolo di testimoni” dell’antichità.
27. Chi viene menzionato poi come testimone di Geova, e di che cosa profetizzò?
27 Il settimo uomo nella linea di discendenza di Adamo si chiamò Enoc. Come Abele, egli pure fu un fedele testimone di Geova Dio, poiché la Sacra Bibbia dice: “Enoc camminò con Dio”. (Gen. 5:18-24) Circa la testimonianza che rese a Geova leggiamo inoltre: “Sì, il settimo da Adamo, Enoc, pure profetizzò riguardo a loro, quando disse: ‘Ecco! Geova è venuto con le sue sante miriadi, per eseguire giudizio contro tutti e per condannare tutti gli empi di tutte le empie opere che hanno empiamente commesse e di tutte le cose offensive che gli empi peccatori han dette contro di lui’”. (Giuda 14, 15, NM) Questo ci dà un’idea delle condizioni religiose che esistevano sulla terra ai giorni di Enoc. Ci indica anche il futuro giorno di giudizio stabilito da Geova “nel quale si propone di giudicare con giustizia la terra abitata per mezzo di un uomo che ha incaricato, e ne ha dato a tutti una garanzia in quanto lo ha risuscitato dai morti”. (Atti 17:31, NM) Solo tre generazioni dopo Enoc, Geova Dio diede una dimostrazione mondiale del modo in cui egli può eseguire il giudizio su tutta la terra abitata. Notate come questo avvenne. — Ebr. 11:5; 12:1.
28, 29. Come mostrò Noè d’essere un testimone di Geova, e in che modo la falsa adorazione ai suoi giorni scomparve dalla terra?
28 Nella terza generazione dopo Enoc vi fu un uomo pieno di fede chiamato Noè. Ai suoi giorni i Nefilim, progenie dei disubbidienti “figli di Dio” generata mediante le figlie degli uomini, erano “i potenti che appartenevano a quel mondo, gli uomini famosi”. Essi erano creature che si fecero un gran nome, ma Noè rese testimonianza al nome di Geova, solo vivente e vero Iddio. — Gen. 6:4, NM.
29 Noè aveva superato i cinquecent’anni d’età quando Geova lo avvertì, dicendogli che entro i prossimi cent’anni ci sarebbe stato un diluvio universale. Per mezzo di questo diluvio distruttivo Geova stabilì di spazzar via tutti gli adoratori dei falsi dèi, esprimendo il suo giudizio contro la peccaminosa falsa adorazione. Abbastanza prima del diluvio Geova disse a Noè di cominciare a costruire un’arca o grande nave per esser protetto dalle rigurgitanti acque. Mentre costruiva l’arca Noè era un “predicatore di giustizia” e un testimone di Geova. (Ebr. 11:7; 12:1, NM) Nello stesso giorno in cui il diluvio eruppe dagli alti cieli Noè e i sette membri della sua famiglia entrarono nell’arca nella quale avevano già condotto esemplari di tutti gli uccelli e gli animali. Dopo che Dio aveva chiuso la porta dietro a Noè il grande diluvio si riversò, sorprendendo fuori tutti i falsi adoratori. Tutti i Nefilim perirono con loro. Ma i disubbidienti “figli di Dio” abbandonarono i corpi umani nei quali eran vissuti con le loro mogli e coi loro figli Nefilim e se ne tornarono all’invisibile regno spirituale, per divenirvi angeli demonici sotto il governante dei demoni, Satana il Diavolo. (Gen. 7:11-13; 1 Piet. 3:19, 20) Quel vecchio mondo di prima del Diluvio perì senza convertirsi a Dio. Egli “non si trattenne dal punire un mondo antico, ma preservò Noè, predicatore di giustizia, con sette altri quando portò un diluvio su un mondo di empi”. “Con quei mezzi il mondo di quel tempo subì la distruzione quando fu inondato dall’acqua”. (2 Piet. 2:5; 3:6, NM) Con un grande atto Dio Onnipotente distrusse la falsa adorazione, spazzando via nello stesso tempo dalla terra tutti i falsi adoratori. Dovrà egli ripetere tale azione?
30. Che cosa fecero Noè e la sua famiglia dopo essere usciti dall’arca, e che cosa si potè dire quindi di tutto il genere umano?
30 Un anno solare dopo che Noè, e la sua famiglia di sette persone erano entrati al sicuro nell’arca, essi ne vennero felicemente fuori sulla catena montuosa di Ararat e misero in libertà gli uccelli e gli animali. Che cosa fecero per prima Noè e la sua famiglia uscendo sulla terra purificata? Questi otto testimoni di Geova lo adorarono quale unico Dio. “E Noè eresse un altare al Signore [Geova], e, prendendo di tutti gli animali e di tutti gli uccelli puri, li offrì in olocausto sopra l’altare”. Geova Dio si compiacque di questa rinnovata pura adorazione e solennemente promise che il diluvio universale non avrebbe mai più portato la rovina su ogni carne a causa della falsa adorazione. Quale simbolo di questa inviolabile promessa, egli formò il bell’arcobaleno. (Gen. 8:20–9:17, Ti) Per un certo tempo questi otto abitanti rimasti sulla terra resero fedelmente adorazione a Geova. Due anni dopo l’inizio del diluvio nacque un figlio a Sem, figlio di Noè specialmente benedetto da Geova. Quindi vi fu ancora un tempo in cui tutti gli uomini adoravano un solo Dio sulla terra. Ma a motivo del peccato e della morte trasmessa da Adamo, all’adorazione di Geova si aggiunsero ora i sacrifici animali. Il genere umano ricominciò con la giusta adorazione e con genitori che erano giusti agli occhi di Dio.
È ORMAI TEMPO CHE L’IGNORANZA ABBIA FINE
31. Come sorse e si sparse l’ignoranza circa il vero Dio cui fece riferimento Paolo sul Colle di Marte?
31 Più di duemilaquattrocento anni dopo, l’apostolo cristiano Paolo si levò sul Colle di Marte e diede una testimonianza alla più alta corte legale della città di Atene. Egli fece notare che la grande maggioranza del genere umano, perfino i filosofi, adoravano allora molte divinità, demoni. Il vero Dio, il Creatore del cielo e della terra e Fattore di tutte le nazioni degli uomini, non era da essi conosciuto. Questa grande ignoranza circa Geova sorse qualche tempo dopo il diluvio dei giorni di Noè. Fu causata dagli sforzi di Satana il Diavolo e dei suoi angeli demonici per rompere l’unità del genere umano nell’adorazione di Dio che lo aveva liberato dalla distruzione del Diluvio. Nimrod, pronipote di Noè per parte del figlio Cam, fu il primo a violare i comandamenti di Geova e a promuovere l’adorazione degli eroi, per cui sono idoleggiati e deificati degli uomini. “Egli cominciò a esser potente sulla terra. Si mostrò come un potente cacciatore contro Geova. Per questo c’è il detto: ‘Come Nimrod potente cacciatore contro Geova’. E il principio del suo regno fu Babele”. (Gen. 10:8-10, NM) Col passar del tempo e mentre si organizzavano diverse tribù e nazioni, ciascuna con la sua forma di adorazione, sorsero molte false religioni.
32. Come sussistette la vera religione da Noè a Cristo?
32 Non sopravvisse la vera religione, la vera adorazione del solo, vivente e vero Dio? Sì. Durante tutti quei secoli di allontanamento dalla pura fede un esiguo numero di uomini continuarono ad attenersi alla vera fede e ad accrescere la conoscenza di Geova Dio. Fra questo esiguo numero vi furono Noè, altri testimoni di Geova come lui, quali suo figlio Sem e, molte generazioni dopo, il fedele Abrahamo, che “fu chiamato ‘amico di Geova’”. (Giac. 2:23, NM) Abrahamo fu il bisnonno delle dodici tribù d’Israele. Con l’antica nazione d’Israele Geova fece un patto o accordo nazionale per mezzo del profeta Mosè, ed egli diede loro le sue leggi e l’approvata forma di adorazione. Diede loro i suoi profeti per guidarli e correggerli e per far conoscere loro meravigliose rivelazioni di verità. A loro inviò infine il suo proprio Figlio dal cielo, perché dimorasse sulla terra per trentatré anni e mezzo come uomo perfetto. — Giov. 3:16, 17.
33. Come mostrò Gesù se voleva che gli uomini lo adorassero, e com’è il solo mediatore fra Dio e gli uomini?
33 Quando Gesù Cristo era sulla terra, imitò egli il potente cacciatore Nimrod e cercò d’indurre gli uomini ad adorarlo? No, non fece questo. Quando Satana il Diavolo cercò di tentarlo per farlo cadere nell’adorazione diabolica, egli disse: “Va’ via, Satana! Poiché è scritto: ‘Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio’”. (Matt. 4:10, NM) Prima di tutto cercò di prender parte al regno di Dio e ai suoi seguaci disse di fare altrettanto, affermando: “Voi, dunque, dovete pregare in questo modo: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno. Si compia la tua volontà, come in cielo, anche sulla terra’. . . . Poiché il vostro Padre celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Continuate quindi a cercare prima il regno e la sua giustizia, e tutte queste altre cose vi saranno aggiunte”. (Matt. 6:9, 10, 32, 33, NM) A un Giudeo che l’interrogava Gesù disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Iddio”. (Mar. 10:18) Per mostrare quindi che vi è una sola forma giusta di adorazione e una sola via che conduce al solo vero Dio, Gesù disse ai suoi seguaci: “Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giov. 14:6) Gesù disse questo perché era venuto a fare il mediatore o intermediario fra Geova Dio e gli uomini. Sotto ispirazione divina l’apostolo Paolo dichiara: “V’è un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso come riscatto corrispondente per tutti”. (1 Tim. 2:5, 6, NM) Essendo sulla terra un uomo perfetto e morendo senza peccato quale martire per il regno di Dio, Cristo Gesù offrì a Dio l’unico sacrificio di riscatto accettevole per i peccati del genere umano. Quindi lui solo può servire da mediatore.
34. In che modo guarì Geova la ferita della Progenie della sua donna, e che cosa è ora in grado di fare questa Progenie?
34 Inducendo i falsi capi religiosi a uccidere sulla terra Gesù, Satana il Diavolo come un serpente ferì la Progenie della donna di Dio al calcagno. Ma risuscitando Gesù dai morti il terzo giorno dopo la sua morte, Geova Dio guarì la ferita inflitta alla Progenie della sua donna. Gesù entrò quindi nella vita immortale del celeste regno spirituale e presentò il valore del suo sacrificio umano a Dio quale “riscatto corrispondente”. In tal modo ha potuto agire da “solo mediatore fra Dio e gli uomini” fino ai nostri giorni di questo ventesimo secolo. Il risuscitato Gesù è ora in grado di ferire quale Progenie della donna di Dio la parte vitale, la testa, del grande Serpente, ponendo così fine a tutta la falsa religione.
35. Perché poté Paolo giustamente dire qualche cosa sul Colle di Marte in quanto al giudizio futuro?
35 L’apostolo Paolo ebbe una miracolosa visione del risuscitato Gesù avvolto nella sua gloria celeste. Paolo conobbe inoltre personalmente molti dei cinquecento seguaci di Gesù Cristo che lo videro nello stesso tempo dopo la sua risurrezione. Quando Paolo si trovò dunque sul Colle di Marte dinanzi alla corte suprema di Atene e gli fu rammentato il giudizio legale, egli poté parlare giustamente di un giudizio molto più grande. Quale? Questo, che risuscitando il suo Figlio Gesù dai morti Geova Dio aveva dato una garanzia a tutti gli uomini, compresi noi di oggi, in quanto egli ha stabilito un giorno di giudizio per giudicare tutta la terra abitata mediante colui che ha nominato, il risorto Gesù.
36. Quando è dunque già tempo di pentirsi della falsa religione?
36 Il giudizio che Geova compie mediante il suo nominato Figlio celeste è già cominciato su tutte le nazioni moderne. Questo è il significato di tutti gli avvenimenti che si son verificati sin dal 1914, in cui s’abbatté sul genere umano la prima guerra mondiale. Geova Dio non passa più sopra i tempi dell’ignoranza circa la sua persona. Ora come non mai, per mezzo di centinaia di migliaia di testimoni di Geova in tutta la terra, egli “dice al genere umano che tutti, in ogni luogo, si ravvedano”. (Atti 17:30, NM) È ormai tempo di pentirsi della falsa religione, perché nessuna falsa religione potrà resistere all’esecuzione del suo giudizio, che adempirà mediante il suo nominato Giudice Gesù Cristo. È venuto il tempo fissato da Geova quando tutti gli uomini devono e vogliono adorare di nuovo il solo Dio.
37. È forse mediante il pentimento e la conversione del mondo che tutti gli uomini devono adorare il solo Dio, e qual è la spiegazione?
37 Siamo noi, dunque, per la conversione di tutto questo vecchio mondo all’adorazione di Geova Dio? Diverranno tutti gli uomini viventi testimoni di Geova? Si pentiranno gli uomini di ogni luogo e si volgeranno dalle molte diverse religioni della Cristianità e dal mondo non cristiano all’adorazione di Geova quale Dio? No! Il pentimento e la conversione del mondo sono impossibili! E allora, come potranno tutti gli uomini adorare di nuovo un solo Dio nel tempo da lui stabilito? Con lo stupendo atto divino mediante cui egli ha avvertito le nazioni, servendosi dei suoi testimoni sia avanti che dopo la prima guerra mondiale. Egli agirà contro tutta la falsa religione come fece durante la presenza di Noè sulla terra. Gesù Cristo predisse sulla terra non la conversione e la preservazione del mondo, ma la distruzione del mondo.
38. Come finirà questo vecchio mondo, e in modo simile a quali giorni?
38 Allorché predisse la fine di questo mondo con le sue confuse religioni, Gesù disse che la prima guerra mondiale avrebbe contrassegnato il principio del “tempo della fine” del mondo e che un tempo di afflizione quale non ve n’è stato l’uguale dal principio del mondo ne avrebbe contrassegnato la fine. Questa finale afflizione si abbatterà all’improvviso su tutti i falsi adoratori. “Poiché” disse Gesù, “come furono i giorni di Noè, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo [cioè Gesù Cristo nel regno celeste]. Poiché come le persone in quei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e andavano a marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca; e non si avvidero di niente finché venne il diluvio e li spazzò via tutti, così sarà la presenza del Figlio dell’uomo”. (Matt. 24:7-22, 36-39, NM) Il diluvio portò i Nefilim, innaturali figli dei disubbidienti “figli di Dio”, e tutti gli altri incuranti falsi religiosi ad un’improvvisa, rapida distruzione. Soltanto gli otto adoratori e testimoni di Geova Dio rifugiatisi entro l’arca di Noè sopravvissero al diluvio. Quindi sopravvisse una sola religione.
39. Per quale condotta pagheranno i falsi adoratori nella distruzione del vecchio mondo?
39 Al tempo stabilito da Geova avverrà proprio così, sebbene il Diluvio non si ripeta. Il suo Figlio Gesù Cristo è ora presente nel celeste regno in qualità di Giudice ed Esecutore. In questa generazione del genere umano, come massimo Difensore della pura adorazione del vivente e vero Dio, egli pronuncerà la sua decisione ed eseguirà il giudizio contro tutte le numerose forme di errata adorazione che non riconoscono e avversano Geova Dio. Tutti i falsi adoratori saranno giustiziati nella distruzione dell’impenitente, non convertito vecchio mondo. Pagheranno quindi per non aver prestato attenzione alla testimonianza e avvertimento di salvezza che i testimoni di Geova hanno persistentemente pronunciato. Come Gesù predisse circa questi giorni dopo la prima guerra mondiale: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. — Matt. 24:14, NM.
40. Chi sarà preservato alla fine di questo vecchio mondo, per godere poi che cosa?
40 Il Regno non è di questo vecchio mondo, ma è del nuovo mondo che Dio creerà. Il vecchio mondo finirà e con esso i suoi miliardi di falsi adoratori. Satana il Diavolo “l’iddio di questo mondo”, sarà legato e imprigionato come una persona che si chiuda in un abisso sigillato, e con lui saranno tutti i suoi angeli demonici dai quali sono state mal governate e sviate le nazioni di questo mondo. (Apoc. 20:1-3) Ma i predicatori del Regno saranno preservati alla fine di questo vecchio mondo. Il Giudice ed Esecutore nominato da Geova Dio non giustizierà questi fedeli predicatori ma li proteggerà e manterrà in vita per introdurli nel nuovo mondo di Dio. Essi godranno sulla terra le benedizioni dello stabilito regno di Dio retto da Gesù Cristo.
BELLEZZA DELL’ADORAZIONE UNITA
41. Quale sarà quindi la situazione sulla terra immediatamente dopo la grande tribolazione?
41 Comprendiamo noi ciò che questo vuol dire? Vuol dire che Dio Onnipotente avrà adempiuto il suo proposito, che tutti gli uomini adoreranno nuovamente il solo Dio, Geova, Creatore e immortale Fonte di tutta la vita. Soltanto i suoi adoratori sopravvivranno alla grande tribolazione nella quale finirà il vecchio mondo adoratore di demoni. Con la rivelazione della sua potenza e della sua giustizia si adempirà allora la profezia: “La terra sarà ripiena della conoscenza della gloria dell’Eterno [Geova], come le acque coprono il fondo del mare”. (Hab. 2:14) Come Noè e la sua famiglia, dopo che il diluvio aveva distrutto l’antico, empio mondo, i testimoni e predicatori del regno di Geova adempiranno unitamente l’adorazione del solo Dio sulla terra purificata da tutta la falsa religione. Il falso dio Satana il Diavolo e i suoi demoni non avranno la libertà di suscitare pregiudizi e guerre religiose. Il regno del nuovo mondo non tollererà alcuna religione, eccetto quella vera.
42. Che cosa riapparirà subito sulla terra, quando tutti gli uomini allora viventi adoreranno nuovamente un solo Dio?
42 Quando tutto il genere umano adorava originalmente il solo Dio Geova era in un paradiso terrestre, nel giardino di Eden. Similmente, quando tutti i superstiti predicatori del Regno praticheranno la sola, pura e incontaminata religione dopo la grande tribolazione ormai vicina, il paradiso farà sùbito la sua riapparizione non soltanto sul luogo del primo in Eden, verso oriente, ma su tutto il globo. I paurosi risultati di migliaia d’anni di guerre fra tribù e fra nazioni, combattute da uomini di diverse religioni, scompariranno, allorché i superstiti della tribolazione s’impegneranno per adempiere l’ordine divino di sottomettere la terra. (Gen. 1:28) Mediante il suo regno retto da Gesù Cristo, Geova Dio benedirà i loro sforzi d’abbellire l’eterna dimora terrena dell’uomo, come benedisse il Paese dell’antica nazione d’Israele quando i suoi abitanti lo adoravano e gli ubbidivano, tanto che era un Paese dove scorreva “il latte e il miele, il più splendido di tutti i paesi”. — Ezech. 20:6, 15; Eso. 3:8.
43. Quali altre creature godranno quel bel paradiso, e perché?
43 In questo bel paradiso non si allieteranno soltanto i superstiti della tribolazione ma vi vagheranno innocui animali e vi volteggeranno e salteranno uccelli ammirevoli e canori. Il fatto che animali e uccelli uscirono dall’arca di Noè dopo il diluvio di molto tempo fa e le profezie bibliche ci assicurano che gli animali e gli uccelli saranno pure preservati nel tempo della grande tribolazione, essendo soggetti agli abitanti del nuovo mondo. A causa del sacrificio di Gesù Cristo non sarà necessario sacrificare alcuno di loro quando si adorerà Geova Dio. — Gen. 8:15-22.
44. In che modo s’adempirà la promessa fatta da Gesù al morente malfattore, ma dopo di chi?
44 Quando Gesù stava per morire in sacrificio al palo di tortura, ad un malfattore appeso vicino a lui disse: “Veramente io ti dico oggi: Tu sarai con me nel Paradiso”. (Luca 23:43, NM) Come s’adempirà la promessa fatta da Gesù a questo simpatizzante malfattore, che è stato morto per i passati diciannove secoli? Con la sua risurrezione dai morti sotto il regno di Dio, quando il paradiso sarà stato restaurato sulla nostra terra. Per di più, tutti i fedeli testimoni di Geova, da Abele al profeta Giovanni che battezzò Gesù, saranno risuscitati prima di quel malfattore che morì a causa dei suoi delitti. Gesù ce lo ha affermato. (Giov. 5:28, 29; Matt. 22:31, 32) La risurrezione di Gesù è un precedente e una garanzia, che ci assicura della risurrezione dei giusti e degli ingiusti. — 1 Cor. 15:20; Atti 24:15.
45. In che modo sarà adempiuta e preservata la sola adorazione del solo Dio da tutti gli uomini?
45 Quei risorti testimoni di Geova dell’antichità riprenderanno la sua adorazione insieme ai superstiti della tribolazione, ma con maggior conoscenza e intendimento. Tutti i risuscitati apprenderanno la conoscenza di Geova e la sua giusta adorazione. Chiunque rifiuterà d’unirsi alla sola e pura adorazione di Geova, ubbidendogli quale Dio, sarà distrutto come individuo incorreggibile. I volenterosi e ubbidienti adoratori riceveranno i benefici del sacrificio di riscatto di Gesù e saranno liberati dalla condanna, guariti ed elevati alla perfezione umana, onde vivano per sempre nel benedetto paradiso. Tutti gli uomini viventi adoreranno in eterno un solo Dio, colui che si chiama Geova.
[Note in calce]
a Watch Tower Bible & Tract Society di Pennsylvania, costituita in Allegheny, Pennsylvania, U.S.A., nel 1884.
b Si veda Qualified to Be Ministers (Qualificati per essere ministri) LXIX Studio, intitolato “Evidenze dell’impura adorazione antidiluviana”, pagine 267-270.